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Autore: starmoon    20/01/2013    0 recensioni
Correre era la mia unica speranza…
-stai più attenta
un volto incappucciato…
una luce abbagliante e una strana ragazza
- dove diamine mi trovo??
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di nuovo a casa

 

Noel era seduta su una roccia, fissava il panorama, era di un colore rossastro, tutto in quel posto ricordava sempre il rosso. Noel lo fissava immobile e impietrita, la sua mente viaggiava da un ricordo all'altro. I suoi pensieri si sovrapponevano fra di essi. Non si mosse di li per ore intere, quella sua reazione preoccupava tutti gli altri. Distante da lei, Dacy la fissava, nel suo sguardo lo stesso sgomento di Noel, ma Decy aveva imparato a controllare le sue emozioni, con il tempo, si era costruita una corazza. Layla le si avvicina. 

- credi che sia vero? che sia possibile?

Dacy la guardò, come se l'avesse risvegliata da un sogno. 

- non so cosa dire…ma i morti sono morti

Layla fissò la figura di Noel, poi ripose il suo sguardo su Dacy che però si era allontanata, anche lei a fissare un punto impreciso di quel posto. 

Layla si girò verso quella casetta in legno. Suo padre stava tagliando la legna con l'aiuto dei ragazzi, mentre Ronda era in casa che preparava la cena. Layla la raggiunse. 

- non so che fare nessuno delle due accenna a dirmi qualcosa…

- devi dargli tempo Noel ha appena scoperto che suo fratello è vivo…come vuoi che reagisse!

- io sarei felice…anche se fossi shoccata, ma sicuramente felice

Ronda la guarda, con un sorriso comprensivo sul volto.

- noi lo siamo perché li abbiamo con noi

Layla non capii le sue parole, ma annuii osservando da quel grezzo vetro la figura di Jason che tagliava la legna. Sorrise nel vederlo li, con lei. 

- tu sei fortunata…hai delle persone che ti vogliono bene. 

 

Sulla Terra le cose, invece, procedevano tranquilla. Dafne continuava al sua vita, nella speranza che Jason e la sua amica tornassero al più presto possibile. Quella mattina si era risvegliata particolarmente triste, la malinconia era il sentimento predominante della sua giornata. Camminava, con il tramonto alla sua destra, lungo la riva di quel fiume, che giungeva quasi vicino la sua dimora. Dafne si sentiva sempre più pesante, come se le sue forze piano piano, la stessero abbandonando. Osservò il colore arancione che l'acqua tendeva a prendere. Sorrise per la bellezza del paesaggio. Sentii dentro di se un qualcosa, come un richiamo: dall'acqua. Si avvicino cautamente, si sentiva una stupida per quello che stava facendo, ma allo stesso tempo era dettata da qualcosa che andava al di fuori della sua portata. Toccò l'acqua, come se le stesse dando una carezza. Tolse la mano e l'osservo, sobbalzò indietro, appena vide le squame di pesce sulla sua mano. Spaventata cadde a terra, impietrita. 

 

La cena per Gerard era sempre qualcosa di importante. Aveva preteso che tutti ci fossero, parenti o meno. Ma a differenza delle sue aspettative, Jason mancava. Layla colse lo sguardo di disappunto del padre. Fini di mangiare in fretta, sotto gli occhi attenti di tutti. Noel girava il cucchiaio nel piatto senza alcuna voglia di mangiare, così come Dacy. 

 

 

 

Oasis Stop crying your heart out 

 

Layla si aggirava per i corridoio lunghi, di quella casa, dall'apparenza piccola. Notò che nel portico di essa, vi era seduto Jason. Osservava le stelle. Si avvicinò cauto a lui, sedendosi vicino.

- pensi che torneremo alla nostra vita di sempre

Layla lo fissava, sapeva quanto per lui fosse difficile. Jason dal canto suo si sentiva debole, in un mondo dove tutti possono proteggersi, lui non aveva nulla. Osservava il cielo, quel piccolo pezzo che lo univa al suo mondo. 

- alla fine sono l'unica cosa che è sempre con noi 

Layla alzò lo sguardo. Sorrise inconsapevolmente. 

- sai aspettavi sempre la notte per parlare di cose importanti… quando eri piccolo, ti affacciavi alla finestra e io incantata credevo che fossi peter pan e che saremmo volati via nell'isola che non c'è

- davvero pensavi queste cose?

- avevo sette anni che ti aspettavi… ma sai la cosa che mi è rimasta più impressa? la luce nei tuoi occhi quando parlavi del futuro, facevi grandi progetti e io rimanevo li ferma ad ascoltarti…

- sul serio… eppure credevo che tu odiassi le mie confessioni

- scherzi vero? volevi progettare una nave di caramelle…

Jason rise imbarazzato. 

- ero fuori 

- lo sei ancora per questo di adoro, tu sei sempre fuori dall'ordinario, tu sei lo stronzo che ferisce e allo stesso tempo il genio della situazione, come farei a vivere senza il mio fratello incasinato? 

- Layla dove vuoi arrivare?

Layla rimase per qualche secondo in silenzio, poi abbassò lo sguardo, per paura della sua reazione.

- credo che sia meglio se tu torni sulla Terra

Jason la guardò, ferito. 

- non posso credere che tu mi chieda una cosa del genere

Jason si alzò furioso, Layla si alzò a sua volta spaventata. 

- Jason io non voglio perderti ok?

- non succederà

- non succederà? e tu che ne sai? questo posto è troppo pericoloso

- e per te non lo è? andiamo Layla i tuoi poteri non ti salveranno per sempre…tendi sempre a tenere fuori la gente dalla tua vita… lo hai sempre fatto, hai paura che la gente entri nella tua vita. 

Layla rimase immobile, ascoltando sempre le parole del fratello che le rimbombavano nella testa. 

 

 

Noel era sdraiata sul letto di paglia che le avevano preparato, era scomodo, soprattutto perché lei era abituata ai letti privilegiati del castello, ma non si lamentava. Erano poche le parole che uscivano dalla sua bocca. improvvisamente si alzò. aprì la porta e uscii fuori. Corse, corse per la foresta, corse per gli alberi, corse tra la natura, un tutt'uno con essa. Un modo per capire che non stava sognando. Sentiva il vento accompagnarla nella sua fuga da se stessa. Chiuse gli occhi fermandosi sul precipizio che si trovava di fronte a se. Aprii le mani, allargando le braccia, abbracciando il vento, quello stesso che faceva parte di lei. Quel vento che la guidava. Aprii gli occhi, il paesino che si trovava sotto, sembrava un cielo stellato, le luci di ogni casa, davano quella sensazione che provi quando osservi le stelle. Noel era sola nel bosco, non si era accorta di essere osservata. 

- mi sembri diversa dall'ultima volta che ti ho visto

Noel si girò di scatto, sperò nel profondo del suo cuore che si trattasse di suo fratello, ma appena vide il manto nero e il viso coperto, un senso di delusione si fece largo in lei. 

Ma le sensazioni che provò erano contrastanti, non sapeva come rispondere a quello sconosciuto che una volta le aveva salvato la vita. 

- cosa ci fai qui?- domandò la ragazza infine. 

- passavo- lui si avvicinò, non si vedeva il volto, ma Noel riconobbe quell'azzurro profondo dei suoi occhi. Rimase incantata per svariati secondi. 

- cosa ci facevi sulla cima di questo posto? un suicidio?- scherzò lui. Noel non rise per niente, nemmeno un mezzo sorriso. 

- cosa ne puoi sapere tu?

Lui cambiò tono, divenne serio e un po' irritato. 

- non giudicare le persone che non conosci

- allora dovresti farlo anche tu- lui le si avvicinò ulteriormente, questo volta Noel intraviste un volto, ma era difficile riconoscere un volto nel bel mezzo della notte, solo con la luce della luna a illuminare. Un rumore li distrasse, era un semplice animale probabilmente. Noel fece un sospiro di sollievo e si rigirò verso il suo interlocutore. Ma non vide nessuno. Si guardò attorno, cercandolo con lo sguardo. 

Quando tornò nella sua stanza trovò Dacy di fronte al camino, lo osservava con lo stessa intensità con cui solitamente lei osservava le cosa. 

- ancora sveglia?

- dove sei stata?- il tono di Dacy non era di rimprovero, stranamente, pensò Noel. 

- dovevo uscire avevo bisogno di pensare

- capisco

- tu perché non vai a dormire

- Noel… parliamo seriamente 

- Dacy non credo che sia un buon…

- no Noel non è una questione di idee è una questione vitale…l'uomo che amo potrebbe essere vivo e io per anni ho perso una parte di me…cosa ne sai di come ci si sente quando una parte ti viene portata via… io amavo tuo fratello ed ero in prima fila quando lo hanno giustiziato, ero la tua cameriera dovevo esservi per portarti i maledetti fazzoletti, mentre in quel momento con lui stavo morendo pure io!!- Dacy era furiosa e Noel non le diede torno, non disse nulla. Ma sapeva che lei aveva ragione. 

 

Layla entrò nella sua stanza, frustata e scossa. Suo fratello era sempre stato protettivo, ma adesso era lei che si comportava così nei suoi confronti. Non poteva decidere per lui, questo lo sapeva bene, ma voleva che lui stesse al sicuro. La realtà era che si sentiva incapace dio proteggerlo, non si sentiva forte abbastanza. Bussarono alla porta. Layla aprii. Eric entrò nella stanza senza aspettare il consenso della ragazza. 

- che ti succede?

- cosa?

- da quando siamo qui non ci siamo scambiati nemmeno un buon giorno

Layla si sentii mortificata. 

- scusa ho avuto delle giornate pesanti

- beh ricordati che ci sono anch'io- Eric sembrava irritato. 

- mi dispiace ok? non credevo di essere un idiota totale! non credevo di dover fuggire o nascondermi per via di un fantasma con la smania della persecuzione….mi dispiace ok…- il tono di Layla stava cambiando, diventava più rauco e debole ad ogni parola, tratteneva le lacrima. Non voleva farsi vedere debole, non da lui. Eric l'abbracciò e non disse nulla. Layla lo strinse a se, pensando che quell'abbraccio era l'unica cosa di cui aveva bisogno. 

 

 

 

Il giorno dopo. 

 

Layla si svegliò nel suo letto, sentiva rumori provenire da fuori. Uscii velocemente, coprendosi con una vestaglia. Si diresse verso la cucina, dove trovò Alan che trafficava con le pentole. 

- che combini?

- cerco di fare una colazione decente

- Alan non dovresti pensarci tu 

- voglio essere utile

Layla si sedette su uno sgabello vicino al caminetto. 

- cosa farai adesso?

- non sono pi io a decidere da quando mio padre è qui è peggio di quando eravamo sulla Terra

Alan sembrava essere interessato alla conversazione, nei suoi occhi Layla lesse una luce di curiosità che non aveva mai vista. Dal canto suo lui, era curioso di sapere come era quel mondo, a lui sconosciuto. 

- com'è?

- cosa?

- il tuo mondo?

Layla sorrise. 

- beh è come questo mondo ma molti secoli avanti, dove predominai la tecnologia, dove non esistono re e regine che comandano, dove la libertà e ciò che viene messa al primo posto

- sembra bello 

- sembra Alan…sembra…il mio mondo può essere all'apparenza bello, ma si va consumando lo stesso per mano dell'uomo. 

Alan non capiva il senso delle parole della ragazza, ma ne comprendeva la grandezza. 

Dall'arco che separava cucina da salotto entrò Ron, ancora preso dal sonno. 

- come ti senti?'- domandò ad Alan

- bene Dacy mi ha guarito totalmente

- è una brava dottoressa- scherzò Layla. Ron si sedette vicino a lei. 

- tuo padre vuole che tu e tuo fratello torniate a casa?

Layla ci pensò su. 

- è possibile- fece un sospiro - in fondo è sempre stato il mio scopo…però…

- però?

- però non posso lasciare che un mostro vi dia la caccia anche per causa mia

- non è colpa tua

- dovevo finirla è questa la verità 

- saresti diventata un assassina

- è qui che ti sbagli…io lo sono già

Ron non disse nulla, conoscendo i sentimenti contrastanti, nei confronti dei demoni, della ragazza. 

 

 

Dacy se ne stava ancora a letto, i raggi del sole le infastidivano gli occhi. Li aprii piano piano, per un attimo le era sembrato di avere qualcuno davanti, che la osservasse. Si alzò di colpo, ma non vide nessuno. Si guardò attorno, ma non vide nessuno. Si diresse verso la finestra. In quel preciso istante, gli occhi incominciarono a pizzicare. Una lacrima, solitaria, le rigò il volto. L'asciugò subito. Si girò verso la porta e si diresse verso di essa. La casa era tutta in legno, non aveva quadri o altre cose del genere, era sicuramente poco abitata, Dacy camminava verso la cucina, doveva sentiva le voci di tutti. Si accorse che la stanza di Ronda era aperta. Notò che la ragazza era assente, entrò nella cucina e la cercò con gli occhi. 

- dove Ronda?

Layla fece spallucce. 

- non ne ho idea 

- lo vista uscire presto questa mattina- disse Ron 

Noel se ne stava seduta su una poltroncina, a riscaldarsi dal freddo, vicino al camino. La temperatura era scesa velocemente. Gerard stava mostrando una mappa ai ragazzi. 

- bene quello che dobbiamo fare adesso è escogitare un piano per arrivare qui!

Layla osservò il punto indicato dal padre, si guardò negli occhi con Ron e poi li rivolsero a Gerard. 

- ma quel posto…

- lo so è la dimora di mio padre, ma abbiamo bisogno del suo aiuto

- ma Jason?

- lui tornerà a casa 

Jason si irrigidì al solo sentire pronunciare quelle parole. 

- non ci sto perché devo essere l'unico?

- oh non sarai l'unico, anche tuo sorella verrà con te

Layla si innervosii immediatamente. 

- non esiste

- tu fai quello che ti dico io fino a prova contrario sono tuo padre

Layla stava per rispondere, ma si frenò, consapevole che non l'avrebbe avuta vinta contro suo padre. Ma qualcosa avrebbe fatto, non poteva starsene con le mani in mano. 

- allora porto Alan con me

Eric la guardò stranito, come tutti gli altri. 

- sei pazza?- disse il ragazzo

- no per niente, credete che sia un bene per lui intraprendere questo viaggio?- disse sicura la ragazza. 

Eric ci pensò, gli venne in mente il combattimento, tutti i sacrifici, la vita di Alan in pericolo. Abbassò il capo consapevole che le parole di Layla erano vere. 

- d'accordo…Alan preparati andrai con lei- ordinò al fratello, che non esitò a andare nella sua stanza a preparasi. Gli altri uscirono dalla stanza per prepararsi al viaggio, nella stanza rimasero Layla e Jason, con il padre che stava per uscire. 

- papà aspetta…- disse Layla 

- come torniamo?

-da qui è più facile mi basta un incantesimo…non preoccupatevi e vi raccomando- il padre uscii dalla stanza. 

- mi dispiace per ieri…io non sono tua madre non ho il diritto di dirti quelle cose…

- fa niente ormai è deciso torniamo a casa

Layla lo guardò negli occhi, si vedeva benissimo che anche lui voleva aiutare, come lei. 

 

Eric entrò nella stanza che condivideva con Alan e Ron. Ron lo vide e uscii, capendo la situazione. 

-sei sicuro di volermi mandare?- chiese Alan 

- quel posto è certamente più sicuro per te

- ma tu?

- io sono pur sempre un pirata Alan me la caverò- Eric gli scompigliò i capelli. 

- allora marmocchio tienimi d'occhio quella pazza

Alan sorrise. Era una sensazione bella, quella di avere un rapporto così con il fratello, Eric era stato per molto tempo via e riaverlo a prendersi cura di lui, era la cosa più importante per Alan. E da un lato gli dispiaceva doversi separare nuovamente. 

 

Quella era l'ultima sera che avrebbero passato insieme, cenarono in silenzio, senza scambiarsi nessuno sguardo. Ronda era appena entrata nella stanza. 

- scusate ragazzi, ma sono andata al palazzo…

Gerard si alzò da tavola, mentre gli altri la ascoltavano con interesse. 

- eh niente tutto a posto 

Gerard la guardò fisso negli occhi, sapeva che mentiva. Lo riconosceva, perché quello sguardo lo aveva già visto in passato. 

- bene allora credo che sia arrivato il momento- Gerard si voltò verso i suoi figli. 

Layla lo guardò scongiurante, voleva rimanere glielo si leggeva negli occhi. Ma Gerard era ferreo e nessuno lo avrebbe distolto dalle sue decisioni. Tutti si alzarono dalla tavola e ad uno ad uno salutarono i ragazzi. Noel si avvicinò a Layla. 

- devo ringraziarti per tutto

- non devi 

- devo invece grazie a te posso dire di avere ancora una speranza- Noel le sorrise, mentre Layla si rendeva conto di quanta gente avesse a torno che le era riconoscente. Dacy le fece nu sorriso forzato. 

- quindi per un po' non ci vedremo non sai quanto sono contenta

Layla rise. 

- non contarci troppo

Dacy rise, felice di sapere che l'avrebbe rivista. 

 

Cool - Gwen Stefani 

Ron l'abbracciò. Eric salutò Jason con una pacca sulle spalle e Ron gli strinse la mano. Tutti avevano salutato tutti, tranne Layla e Eric, che si fissavano negli occhi senza dire una parola. Non fecero nulla, era difficile, pensare che la persona della quale sei attratta non è quella che avresti visto l'indomani. Layla si avvicinò di poco, non fece nulla, erano tutti li a guardare, si vergognava, ma se fossero stati da  soli sicuramente sarebbe corsa tra le sue braccia, si sentiva stranamente insicura e persa, aveva paura che non l'avrebbe più rivisto, aveva paura che lui si dimenticasse di lei. Ma tutte queste paure erano le stesse che affliggevano anche lui. I loro occhi erano incantati gli uni agli altri. Eric le sorrise, per rassicurarla. Le parole non servivano, in questo caso erano inutili. Gerard capendo la situazione, si fece avanti abbracciando la figlia e poi il figlio. 

- adesso tutti e tre mettetevi in fila. Chiudete gli occhi e contate fino a dieci al resto ci penso io, quando li riaprirete sarete di nuovo nel nostro mondo

- perché non ci riesci a casa?- domandò Gerard

- al contrario di Layla io non riesco a gestire i miei poteri sulla Terra per questo non posso usarli. 

Jason annuii e poi chiuse gli occhi. 

- buona fortuna- disse Layla ai suoi compagni, tutti si sentivano malinconici, ma nessuno si lamentò.

 

Pov Layla 

 

Chiusi gli occhi, sentivo mio padre pronunciare strane cose, poi d'un tratto il silenzio assoluto, avevo perso il conto immediatamente, avevo in testa solo il volto di Eric, lo vedevo allontanarsi nella mia mente. Per un secondo mi sembrò di non respirare. Una mano calda si appoggiò al mio braccio. Aprì gli occhi di scatto. 

- siamo a casa- disse Jason. Layla si guardò attorno, confusa. Era tremendamente confusa. Come Alan che si guardava attorno senza capacitarsi di dove si trovasse.

- è totalmente differente

Layla aprii la porta di casa. Era tutto come lo avevano lasciato, per un attimo un senso di nostalgia si fece largo in lei, quella casa era il suo nido, il rifugio. Entrò a passi lenti, seguita da Jason. Alan rimase fuori ancora confuso da quel luogo. 

- Alan entra- Layla gli sorrise capendo come si sentisse il bambino. Era la stessa sensazione che aveva provato lei la prima volta che era andata ad Eutopia. 

 

 

  
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