2. ANGY PUREHEART
Quando atterrai a Parigi era già buio, e in silenzio
cercai subito un taxi che mi potesse portare al centro: conoscevo la città,
perché c’ero già stata diversi anni fa con i miei genitori.
Trovai un piccolo albergo non distante da Mont Martre, e presi una camera per la notte; era minuscola ma accogliente, e per me e Grattastinchi andava benissimo.
Mi avvicinai allo specchio ed osservai la mia immagine
riflessa emettendo un profondo sospiro: sembravo la stessa di sempre, malgrado
la tensione che leggevo nei miei occhi. Lentamente passai una mano tra i capelli
arruffati e pensai che forse, se avessi messo più cura nel mio aspetto
esteriore, invece di concentrarmi soltanto nello studio, magari Harry mi avrebbe
considerata diversamente; magari anche io mi sarei sentita più sicura e sarebbe
stato più facile svelargli i miei veri sentimenti. Mi buttai sul letto
pesantemente, e un enorme quantità di pensieri iniziarono ad affollare la mia
mente.
Purtroppo non sapevo a cosa stesse lavorando Harry, visto
che si trattava sempre di questioni TOP SECRET, però era di sicuro qualcosa che
riguardava Voldemort e i Mangiamorte.
Fino a quel momento né Harry e né gli altri Auror erano
ancora riusciti a sconfiggere il Signore Oscuro e le Forze del Male, anche se
negli ultimi anni, tutti gli Auror avevano contribuito in modo notevole a
limitarne gli attacchi e a neutralizzare i loro malefici piani: di sicuro
avevano molte spie, e un valido sistema per intercettare esattamente i piani del
Signore Oscuro.
Ma soprattutto, il neo Ministro della Magia, aveva
approvato una legge molto importante, che permetteva a tutti gli Auror del
mondo, di poter accedere allo stesso sistema di informazioni, con una rete
capillare di comunicazione magica internazionale.
Non mi era ancora chiaro il funzionamento di questo
sistema, ma sapevo che era sempre stato efficacissimo. Grazie a tutti questi
sforzi, sia il Mondo Magico che quello Babbano,
era riuscito ad andare avanti in relativa tranquillità, senza troppe
strane sparizioni, o troppi incidenti sospetti, da imputarsi a Voldemort e ai
suoi Mangiamorte.
Ciò nonostante, la guerra non era ancora conclusa ed era
chiaro che le Forze del Male sarebbero sempre state pronte a colpire
nell’ombra, in modo subdolo, senza dare nell’occhio, ma seguendo sempre una
stessa subdola logica: quella del terrore.
Quella notte non mi riuscì di prendere sonno, e credo che neanche avrei voluto.
La mattina seguente mi svegliai di buon ora e scesi subito
in strada per raggiungere il luogo dell’appuntamento in orario. Erano soltanto
le 09:00, ma affrettai il passo ugualmente, senza soffermarmi troppo a guardare
i piccoli negozietti che stavano aprendo ai loro clienti.
Mi ci volle una buona mezz’ora per arrivare, ma quando mi
trovai ai piedi della collina dove sorge la maestosa Cattedrale di Mont Martre,
rimasi abbagliata da tanto splendore: era un immenso tripudio di marmo bianco,
che risplendeva illuminato dalla luce del mattino.
Lentamente iniziai a salire i numerosi scalini e quando
raggiunsi la cima della collina, e mi girai per osservare il panorama, rimasi
nuovamente senza fiato; non avevo mai visto uno spettacolo così meraviglioso:
ai miei piedi avevo tutta Parigi, con i suoi palazzi, i suoi Boulevard, l’Arc
de Triomphe, la Tour Eiffel, la Senna.
Mi sedetti su di una panchina, e iniziai ad aspettare con
trepidazione, guardandomi intorno per cercare di vedere se arrivava qualcuno.
Sentivo il cuore che mi batteva all’impazzata, perché
finalmente avrei rivisto l’amore della mia vita, e avrei potuto nuovamente
dargli tutto il mio aiuto ed il mio sostegno. Poi un altro pensiero penetrò con
forza nella mia mente: e se i Mangiamorte avessero già intercettato il
messaggio? In questo caso avrei dovuto fare molta attenzione, perché di sicuro
sarebbero saltati fuori da qualche parte e ci avrebbero attaccato.
Istintivamente portai una mano alla bacchetta magica, che
avevo messo nella borsa come sempre: in caso di un attacco, sarei stata pronta a
reagire.
Purtroppo il tempo passava, e non accadeva nulla: attorno a
me, numerosi gruppi di turisti continuavano a salire e scendere le scalinate e
ad entrare ed uscire dalla Cattedrale, ma di Harry o dei Mangiamorte, nessuna
traccia.
In breve arrivarono e passarono le 12:00 e io stavo
cominciando a preoccuparmi. Possibile che avevo sbagliato posto? Magari Harry mi
stava aspettando a migliaia di chilometri di distanza da qui, forse era ferito o
moribondo, ed io me ne stavo come una scema, seduta su di una panchina a Parigi!
All’improvviso fui presa dal panico: mi alzai di scatto e
corsi attorno alla Cattedrale, cercando disperatamente di trovare Harry, o
quanto meno, un indizio che mi facesse capire, che mi facesse sperare…
Niente… s’erano sempre e soltanto i soliti turisti che andavano e
venivano.
Nel panico più totale, decisi di entrare dentro, e di cercarlo lì.
Quando oltrepassai le grandi porte di legno intarsiato,
rimasi abbagliata dall’immensità e dalla bellezza di quel sacro luogo. Mi
misi a cercare in ogni nicchia, dentro ad ogni navata, arrivai fino all’altare
maggiore, ma di Harry nessuna traccia.
In quel momento, il panico stava lasciando il posto alla
disperazione: “Harry dove sei?” Continuavo a chiedermi…
Mi fermai davanti all’altare, e mi sedetti pesantemente
su di una panchina in prima fila: mi misi le mani nei capelli, ero disperata, e
avevo tanta voglia di piangere… quando ad un certo punto sentii uno strano
rumore provenire dalla sagrestia: era come una specie di lamento.
Mi alzai molto lentamente e altrettanto lentamente
raggiunsi la sagrestia, aprii la porta e iniziai a cercare le fonte di quello
strano lamento. Man mano che mi avvicinavo, sentivo che aumentava di intensità,
e compresi che si trattava di un singhiozzo. Dopo alcuni secondi, finalmente
capii che la persona che piangeva era nascosta dietro ad una pesante tenda
dorata che pendeva dal tetto.
Con le mani tremanti, afferrai il bordo della tenda, e
diedi un colpo netto per farla cadere per terra.
“NOOO… TI PREGO NON FARMI DEL
MALE….”
Rimasi scioccata per alcuni
secondi, mentre guardavo quella povera ragazza rannicchiata sul pavimento, che
mi fissava con due grandi occhi azzurri pieni di terrore; aveva il viso
completamente rigato di lacrime, e sulla fronte, perdeva sangue da una profonda
ferita orizzontale.
Era vestita con una tunica di
colore blu scuro, lunga fino ai piedi, lacerata da una evidente colluttazione, e
i capelli, lunghi e di colore biondo chiaro, erano tutti arruffati e sporchi.
Provai una pena incredibile a
vederla in quello stato, e cercai di parlarle nel tono più dolce e rassicurante
possibile.
“Non devi avere paura di me…
io non voglio farti del male.”
Le porsi una mano, che la ragazza fissò dubbiosa.
“Voglio aiutarti… ti prego, fidati … “
“Tu sei una strega come me,
vero?”
Rimasi così stupida da quella domanda, che mi ci vollero
alcuni secondi per riprendere l’uso della parola.
“Si, hai ragione, sono una strega… mi chiamo Hermione Granger, e tu?”
“Io mi chiamo…. Angy….
Angy Pureheart…”
Sembrava che la ragazza
cominciasse a tranquillizzarsi, anche se ancora non aveva afferrato la mano che
le avevo teso. Tentai di farle qualche altra domanda, per conquistare la sua
fiducia.
“Posso chiederti cosa ci fai qui?”
“No… sono in missione Top
Secret per il Ministero della Magia… non posso dirti niente, mi dispiace…”
Improvvisamente mi resi conto che
forse questa ragazza poteva sapere qualcosa di Harry, e non riuscii a
trattenermi dal chiederglielo.
“Anche io sono in missione per
il Ministero…. Devo incontrarmi con una persona, forse tu mi puoi aiutare…
questa persona si chiama Harry Potter… forse tu l’hai visto da qualche
parte, forse tu…”
Ma la ragazza si coprì
improvvisamente il viso con le mani e
ruppe in un pianto disperato, che mi lasciò di stucco.
“Tu lo hai visto? Tu sai
qualcosa di Harry Potter? Ti prego, devi dirmelo… cosa gli è successo?”
Ad ogni domanda che le facevo,
Angy piangeva ancora più forte, contribuendo in questo modo ad aumentare la mia
preoccupazione e la mia ansia.
“Quei maledetti… quei maledetti Mangiamorte… come hanno potuto farlo? “
“COSA? COSA GLI HANNO FATTO I
MANGIAMORTE? TI PREGO PARLA!”
Stavo letteralmente perdendo la
pazienza e senza rendermene conto, mi inginocchiai accanto a lei e le afferrai
le mani per guardarla dritta negli occhi e ascoltare la sua risposta.
Lei mi fissò sconvolta, gli
occhi rossi di pianto, quindi parlò scandendo le parole.
“HARRY POTTER E’ MORTO!”
(N/A: Che ve ne pare del secondo capitolo? Se siete curiosi di sapere cosa è veramente successo ad Harry... rimanete sintonizzati e lasciate il vostro commento, grazie!)