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Autore: elelove98    20/01/2013    4 recensioni
Celeste è una normale ragazza di ventuno anni. Ha una vita calma e tranquilla,anzi forse troppo monotona. Viene scossa da un ragazzo misterioso che le chiede di seguirlo e lei si fida,anche contro la sua volontà. Ne era attratta come una calamita. Le farà scoprire la verità,le sue origini.
E' una legenda con un po' d'amore,un pizzico di mistero e la lotta per riportare la pace in un regno che non ha più alcuna speranza di tornare a brillare come un tempo. L'unica possibilità è la sfera marina.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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-Prologo-
Sulla Terra la vita scorreva tranquilla e senza alcun intoppo,anzi forse era anche troppo monotona.
Cambridge sembrava un formicaio: tutti a darsi da fare per portare qualcosa a casa. I padri di famiglia che correvano a lavoro come al solito in ritardo e si preparavano psicologicamente per affrontare la predica del loro capo; le madri che lasciavano di corsa i figli piccoli a scuola e si dirigevano subito a fare la spesa; gli studenti liceali con l'odio per lo studio e la scuola,che pensavano ai loro amori impossibili o semplicemente ad un brutto voto da recuperare. Poi c'era chi la vita se la godeva al massimo e chi faceva il depresso,stando sempre solo e con musica triste alle orecchie. La città viveva sempre così,ma presto la sua monotonia sarebbe finita.

Infatti,in fondo al mare,misteriose creature celebravano la nascita della loro principessa. Era un evento unico perché era la legittima erede al trono del regno,finalmente femmina. Avrebbe sicuramente governato molto saggiamente,come i suoi genitori.
-Miei cari sudditi,è con gioia che vi comunico finalmente di avere un'erede. Ecco a voi mia figlia.-annunciò il re,tenendo tra le braccia la piccola principessa.
Ci furono molti festeggiamenti quel giorno,ricordato come il più felice e glorioso,ma quella notte tutto la felicità sparì come era apparsa. Qualcuno con in mente un piano malvagio,aveva fatto misteriosamente sparire il re e la regina,ma la principessa non riuscirono a prenderla. Mani sicure l'avevano tratta in salvo,sulla Terra.


-Capitolo 1-
Una nuova giornata iniziava,pronta a portare belle e brutte sorprese. Nessuno sapeva cosa lo aspettava quel giorno di primavera,dove il Sole splendeva radioso. La sua luce si infiltrò nella finestra di una camera,con il letto occupato da una ragazza che non intendeva per niente alzarsi. Infatti,si girò dall'altro lato,ignorando la sveglia che suonava imperterrita e la finestra. Il Sole parve prendersela e così illuminò di più il letto della giovane.
-Ok,ho capito. Mi alzo.-borbottò,mentre spegneva la sveglia.
Si mise seduta sul letto e guardò male l'oggetto appena spento,che se ne stava tranquillo sul suo comodino. -Un giorno me la pagherai.-lo minacciò. Sì,aveva sempre avuto questi momenti di pazzia e il parlare con gli oggetti che gli davano fastidio,era uno di quelli. Si chiedeva lei stessa se a volte fosse normale o no.
Scompigliò piano i suoi capelli biondi per muoverli un po'. Si mise le pantofole e si diresse in bagno. Si tolse i vestiti ed entrò in doccia,lasciandosi trasportare dal getto caldo dell'acqua. Sentì ancora quella strana sensazione. Ogni volta che l'acqua veniva a contatto con la sua pelle,lei la percepiva come la calda carezza di un amante,come se l'abbracciasse,se le appartenesse. Era veramente insolito ed infatti non ne aveva mai fatto parola con nessuno.
Dopo cinque minuti uscì di lì e si vestì in fretta e furia. Era,per l'ennesima volta,in ritardo e Arianna non l'avrebbe mai perdonata.

Prese dalla cucina il cornetto alla crema,che aveva fatto il giorno prima, e andò all'ingresso a mettersi il solito cappotto leggero. Prima di uscire,guardò il suo riflesso allo specchio: capelli leggermente in disordine,i vestiti abituali,il viso di sempre,con gli occhi azzurri sempre accesi ed infine la sua amata collana con su scritto il suo nome; ce l'aveva da quando era nata. Prese al volo la borsa e chiuse il suo appartamento, sempre di fretta.

Ma è giusto che faccia un passo indietro.
Il suo nome era Celeste,frequentava il terzo anno di lettere all'università di Cambridge,aveva la passione della cucina e sognava di diventare una pasticcera; per mantenersi gli studi,lavorava in un bar come cameriera. Nel tempo libero leggeva, cucinava e usciva con la sua migliore amica,Arianna. Questa era la semplice vita di una normale ragazza di ventuno anni. O quasi.

Arrivò con il fiatone alla solita fermata dell'autobus e lo sguardo della sua amica prometteva solo guai. -Ti sembra questa l'ora di arrivare? Sei mezz'ora in ritardo,MEZZ'ORA!-urlò esasperata Arianna. Ogni volta la stessa storia e si era anche contenuta,poteva essere anche meno fine.
Anche lei frequentava l'università dove andava Celeste,ma faceva lingue. Aveva i capelli rossi,gli occhi celesti e una passione per il canto. Sognava di diventare una cantante e Celeste ne era sicura perché aveva una voce pazzesca.
-Senti,scusa. La sveglia è suonata tardi.-si giustificò,abituata agli scleri della sua amica ogni mattina.
-Tutto qui quello che sai dire? Mi fai alzare presto la mattina,per essere qui in tempo per prendere l'autobus e ogni santo giorno sei in ritardo. Ti sembra una scusa accettabile la tua?-ribatté furiosa.
-Ok,ho capito,scusa. Lo so che è una mia idea quella di venire prima qui,ma non puoi arrabbiarti ogni volta. Dai non lo faccio più,promesso. Mi perdoni?-chiese,facendo gli occhi dolci.
Arianna roteò gli occhi. Detestava quando faceva quello sguardo,non sapeva dire di no,qualunque cosa si trattasse.-E va bene,sei perdonata.-Celeste le saltò al collo felice,ma continuò.-Ma la prossima volta non la passi liscia.-disse minacciosa.
Celeste si staccò dalla sua amica e sbuffò scocciata. “Perché deve sempre fare la minacciosa in una situazione banale come questa?”si chiese retorica.
Poi si guardarono negli occhi entrambe,azzurro contro ghiaccio,e scoppiarono a ridere come due matte. Qualche passante,al vedere due giovani donne ridere come ossesse,si chiese se erano matte o semplicemente ubriache a quest'ora della mattina. Probabilmente non l'avrebbero saputo mai.
L'autobus pieno di gente arrivò e le due salirono,sorridendosi divertite.


Due fermate e furono davanti al cancello della loro Università. Era un edificio alto ed imponente,impossibile non notarlo. Quella mattina entrambe non avevano voglia di andare a lezione,ma purtroppo erano costrette.
Arianna diede una gomitata alla sua amica,indicando un ragazzo appoggiato al cancello d'entrata.
Celeste sospirò. Ogni giorno quel ragazzo se ne stava appoggiato lì,senza entrare e ad aspettare qualcuno. Non entrava mai e neanche la salutava,nonostante fosse un bel periodo che se ne stava lì senza fare niente. Aveva i capelli biondo acceso ed i suoi occhi non sapeva di che colore erano,da lontano non riusciva a vederli,ma era sicura che fossero bellissimi,tanto da creare uno sguardo così magnetico che non riusciva a resistergli. Ed quei occhi gli cadevano sempre su di lei,come se le facesse la radiografia senza neanche che la conoscesse. Si sentiva stupida e sciocca ad avere un'attrazione per un ragazzo che non conosceva e non la degnava neanche di uno sguardo.


"E' bello come il Sole,ma sembra così distante e lontano. Il classico bello,ma dannato.” pensò scettica.
-Bene Celeste,il tuo tempo è finito. Ora dobbiamo andare a lezione,però devo ammettere che è un gran figo.-notò Arianna,sorridendo maliziosa. Ogni volta che aveva a che fare con un ragazzo,lei esprimeva il suo commento molto liberamente,senza paura di rivelarlo. Un suo pregio era proprio la sincerità.

-Sono davvero patetica. Aspetto questi cinque minuti ogni giorno per ricavarne solo un suo sguardo.-confessò affranta.
-Beh,prova a parlargli,no?-era un'ottima idea quella della sua amica,se non fosse stato che era lei la diretta interessata.
-Non ci penso minimamente a parlargli e poi dobbiamo andare a lezione.-ribatté,cambiando discorso.
Arianna sbuffò. Detestava quando cambiava discorso per evitare di parlare di quell'assurda cotta,ma si arrese ed insieme entrarono.

 

Una ragazza dai capelli neri scese di fronte all'università e raggiunse di corsa il giovane. Lo abbracciò di slancio.
-L'hai trovata?-gli domandò.
-Non ancora.-rispose amareggiato.
-E' da più di due mesi che la stai cercando,Dylan. Sei sicuro che sia qui?-.
-Ne sono certo. A volte avverto la sua presenza o la intravedo,ma poi sparisce subito come una folata di vento. E' solo un attimo,ma è molto piacevole.-spiegò.
-Trovala Dylan,trovala prima che lo faccia lei. E' la nostra unica speranza.-disse Melody affranta.
-Sta tranquilla. Sai che ce la farò.-.
-Devo andare.-lo guardò negli occhi.-Non ho molto tempo per restare umana.-disse.
-Sì,vai. Non voglio che ti accada nulla.-disse con fare protettivo.
-Ok. Se non succede nulla,ci vediamo la prossima settimana.-gli diede un bacio ed entrò nella macchina che la stava aspettando.

 

La giornata era finita e così Celeste si diresse verso l'uscita. Arianna usciva un'ora dopo,per via degli orari diversi. Così prese l'autobus ed andò a casa a pranzare.

Nel pomeriggio si mise a studiare e quando finì,decise di andare a fare shopping. Prese nuovamente la borsa ed uscì. Visitò un paio di negozi e ne uscì con appena due buste. Non era mai stata un'amante dello shopping e si comprava solo lo stretto necessario perché i soldi le servivano per mantenersi gli studi. Quando era stata ammessa,non ci voleva credere. Di solito prendevano solo persone che pagavano bene o che fossero dei veri e propri geni,ma a lei erano state messe tutte a. Si poteva reputare un genio? Probabilmente no.
Il suo sguardo si fermò su un negozio polveroso,che stava tra un libreria ed un ferramenta. Sopra c'era ancora attaccato un cartello “Aprite qui il vostro sogno.”,con scritto il numero del proprietario. Ed era lì che Celeste voleva far avverare il suo sogno,cioè aprire la sua pasticceria. Si immaginava persone di tutte le età che facevano la fila per mangiare i suoi dolci,per regalarli ad un amico o alla propria fidanzata in segno d'affetto oppure per il semplice piacere di concedersi uno spuntino. Perché lei i dolci li faceva con amore,con il cuore e voleva dedicarli alle persone per dare un po' d'amore a questo mondo monotono e pieno di imperfezioni.
Lo guardò ancora dispiaciuta perché fosse ridotto in quello stato e ricominciò a camminare.
In quell'istante,i suoi piedi s'intrecciarono e lei cadde a faccia avanti; grazie ai suoi riflessi pronti,portò le braccia avanti con uno scatto e riuscì a diminuire il dolore della caduta. “Certo che sono proprio tonta.”,pensò vergognandosi del suo scarso equilibrio.
Era intenta a controllare di non avere nulla rotto,quando qualcuno le si avvicinò.-Stai bene?-le chiese,tendendole la mano.
D'istinto la prese e quando si alzò,riconobbe il ragazzo della mattina. Finalmente riuscì ad intravedere il colore dei suoi occhi: verde intenso,tanto che sembrava avesse due smeraldi al posto degli occhi. Erano bellissimi,proprio come aveva immaginato.
-Ehm...sì grazie.-rispose imbarazzata.
Guardò meglio la ragazza che aveva davanti e ridusse gli occhi a due fessure. Non poteva essere,era un sogno. -Tu-sussurrò ancora incredulo. Le scostò i capelli biondi,caduti sul collo,rivelandone la sua amata collana. Quella solo che lei portava e che aveva il diritto di portare.-Tutto questo tempo a cercarti ed eri semplicemente tu.- lo guardò confusa,non si sentiva bene lui,forse? -Vieni-la prese per mano,in direzione di chissà quale meta.
-No-si liberò dalla sua presa.-Io non ti conosco e poi devo andare a casa.-era ancora attratta da lui,ma non li lasciava portare chissà da uno che neanche conosceva.
-Mi conosceresti bene,se non ti avessero portata qui.-ribatté con un tono dolce.
-Ti ripeto che non ti conosco e non vado da nessuna parte.-insistette imperterrita.
-Ti giuro che quando arriviamo,ti spiego tutto. E' una cosa di massima importanza.-le fece uno sguardo indecifrabile e lei cedette. Non l'avrebbe lasciata stare facilmente ed allora decise di seguirlo,poi sarebbe scappata appena le sarebbe stato possibile.

Annuì scettica e lui le sorrise dolce. La guardava in modo davvero dolce e dentro di se sentiva che,contro la sua volontà,lo conosceva più di quanto immaginasse.




Angolo autrice:
Salve e grazie per essere arrivati fino a qui. Dunque,è la prima volta che lavoro con questo genere di storia e accetto qualunque critica. Come inizio immagino non sia molto brillante,ma mi ci sono impegnata molto. Spero che lascerete qualche commento,per sapere cosa ne pensate.
Grazie in anticipo.
Eleonora.

  
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