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Autore: DulceVoz    21/01/2013    2 recensioni
La vita allo Studio 21 prosegue tranquilla tra una lezione e l'altra fino a quando una novità sconvolgerà la vita di alunni e professori! Una storia avvincente che tratta di amori, litigi, amicizie vere e, ovviamente, della passione per la musica!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Intanto allo Studio 21 erano tutti riuniti in Sala Teatro. In un bel discorso, Antonio chiarì che Gregorio era stato licenziato e che, al suo posto stava cercando un nuovo insegnante di danza e, Ludmilla, invece, per le sue scorrettezze, si era beccata un mese di sospensione. Quando il preside, Pablo e Beto uscirono, i ragazzi restarono soli in classe.
“- Come stai?” chiese Leon avvicinandoli a Violetta ancora visibilmente sconvolta. “- Si dovrà rassegnare… io da Buenos Aires non me ne vado.” “- Che cosa?” disse il ragazzo spiazzato da tale affermazione. “- Sì… vuole portarmi lontano da qui… lo fa per me… almeno così dice lui… non si rende conto che io soffrirei solo…” disse lei tristemente. “- Non ti preoccupare… con calma ragionerà e capirà che non puo’ portarti via da qui. Questa è casa tua! La tua vita è qui ormai!” concluse il ragazzo abbracciandola. “- Grazie. Tu sai sempre come consolarmi, come starmi vicino…Ti amo.” sorrise lei dolcemente. 
Intanto in direzione Pablo tentava di telefonare per la ventesima volta ad Angie che continuava ad avere il cellulare spento… era fin troppo strana la sua assenza allo Studio quel pomeriggio. Ad un certo punto la porta dell’ufficio si aprì e apparve la donna con dei bagagli, molto scossa e ancora in lacrime. “- Ma che ti è successo?” chiese preoccupato il direttore avvicinandosi a lei. Non ce la faceva proprio a vederla così. “- Ho detto tutta la verità. E me ne sono andata. Io… io…” tentò di dire lei singhiozzando. “- Aspetta, calmati, siediti e fammi capire… intendi tutta… tutta la verità? Sia a German che a Violetta?” chiese lui confuso. “- Sì… e a quanto pare adesso se la vuole portar via ancora! Vuole partire domani! Lei gli ha detto dello Studio 21… e dopo gli ho detto tutto anch’io… mi ha fatto arrabbiare troppo! Si lamentava del fatto che sua figlia gli avesse mentito… lui non ha fatto lo stesso con lei? Insomma… adesso non ci sono più segreti.” Pablo la osservò poi affermò: “- Certo che tutte queste informazioni insieme… German sarà sconvolto…” “- Sì ma mai quanto me! Io… io non so cosa fare… non voglio perderla di nuovo!” urlò lei nervosa. Senza che aggiungesse altro Pablo l’abbracciò forte. “- Si sistemerà tutto. Vedrai. Per adesso vieni a stare da me.” Gli sorrise lui. “- Pablo… grazie… per tutto.” Gli rispose Angie ancora piangendo.
Intanto al Restò Band fervevano i preparativi per la festa dopo la vittoria di Accademia Di Stelle che ci sarebbe stata la sera dopo. Volevano organizzarla per la sera stessa ma non c’era tempo. “- Maxi quei palloncini non possono stare appesi lì! E sposta quei festoni dietro al palco!” Camilla già dirigeva le sistemazioni delle decorazioni. Ad un tratto entrò Luca che la guardò aspettando che lei lo notasse. Quando si girò e lo vide la ragazza gli si avvicinò sorridente: “- Grazie per quella rosa… non avevo ancora avuto modo di dirtelo…” arrossì. “- Era il  minimo… ti… ti adoro. Lo sai. Mi hai sempre aiutato tanto qui al Restò Band… ero in debito con te…” disse lui timidamente poi cambiò rapidamente discorso. “- Sono andato a ritirare gli inviti! Approfittatene per consegnarli ora che ci sono quasi tutti qui! Come prosegue l’organizzazione?” Maxi in quel momento ruzzolò dal palco provocando un forte tonfo. “- Maxi! Tutto bene?” il ragazzo ancora al suolo e ricoperto da alcune decorazioni fece segno “tutto ok!”. Gli amici scoppiarono a ridere. “- Francesca allora domani sera ti cedo il locale… mi raccomando…” disse severo Luca a sua  sorella. “- Mi cedi? Guarda che sei invitato, scemo!” rise la ragazza aiutando Maxi a rialzarsi “- Davvero? Io… io posso venire?” chiese lui felice “- Certo… ci servirà qualcuno che si occupi del cibo, delle bibite…” rispose la sorella “- Ok… ho capito… mi vuoi come cameriere!” esclamò il ragazzo triste. “- Che simpatica tua sorella! Scherza sempre! Ovviamente… Sei ufficialmente invitato!” aggiunse Camilla lanciando un’ occhiataccia all’amica.
Nel locale mano a mano si trasferì tutto lo Studio 21. Ad un tavolo Leon e Violetta sorseggiavano un frullato e chiacchieravano. “- Adesso come farai?” chiese il ragazzo “- In che senso?” disse lei confusa “- Nel senso che domani mattina tuo padre ti vorrà portare via…” rispose Leon abbassando lo sguardo. “- Mi opporrò con tutte le mie forze. Gli farò capire che è questo il mio posto. E che altrove sarei infelice.” Rispose lei triste. Non poteva neanche immaginare come sarebbe stata la sua vita lontano da lì. Quella era casa sua.
Ad un altro tavolo Angie e Pablo parlavano bevendo un thé. “- Cosa hai deciso?” chiese Pablo preoccupato. “- Non lo so. Ho parlato con mia madre…” “- E lei cosa ti ha detto?” “- Che German è sempre il solito e che non cambierà mai… ma vuole conoscere sua nipote entro domani… nel caso lui dovesse partire sul serio… era disperata quanto me…” rispose Angie abbassando lo sguardo. “- No, vedrai! Non andrà proprio da nessuna parte. Quell’uomo è incredibile! E’ capace di far soffrire tante persone contemporaneamente perché non ha il coraggio di affrontare il suo passato!” disse Pablo arrabbiato. “- Avevi ragione tu… gli avrei dovuto dire tutto dall’inizio… è stato peggio così…” rispose lei pensierosa. “- Tu volevi solo stare con tua nipote. Sapevi che se lui avesse saputo tutto te l’avrebbe portata via da subito! Almeno così sei stata con lei per tutto questo tempo…” Camilla si avvicinò al tavolo degli insegnanti. “- Scusate se vi disturbo… questi sono per voi. Per domani sera… uno è per Beto… glielo consegnate voi?” disse la ragazza posando sul tavolo tre buste blu. “- Sì certo! Grazie.” le sorrise Pablo. La ragazza osservò Angie sconvolta ma non disse nulla, non voleva intromettersi. Poi si avvicinò a Leon e Violetta poggiando le stesse buste sul tavolo: “- Che facce che avete tutti oggi… ecco gli inviti per domani sera! Ci sarete… vero?” Violetta abbassò lo sguardo, non sapeva se fosse rimasta o no a Buenos Aires. Leon si accorse subito della sua espressione e così affermò stringendole la mano: “- Sì. E’ ovvio che ci saremo.” lei gli sorrise dolcemente. Come era bello sapere che lui, il ragazzo che amava, le faceva sentire il suo appoggio. Ad un tratto le squillo il cellurare. Il padre voleva che tornasse per ora di cena. “- Non lo sopporto più!” si sfogò con Leon. “- Dai… ti accompagno… gli parleremo. Insieme.” E, così dicendo uscirono in fretta dal locale.
Dopo qualche minuto anche il cellulare di Angie squillò. “- E’ lui! Che faccio?” chiese lei sconvolta. “- Rispondi! Vedi cos’ha da dirti, forza!” la esortò Pablo. “- German… sì… sì certo. Certo che verrà anche lei. Va bene. A stasera.” E attaccò.”- Allora?” chiese il direttore curioso “- Vuole che vada a cena da lui. Vuole parlarmi… e vuole che ci sia anche mia madre.” Concluse lei. “- Mi sembra ragionevole… finalmente!” sorrise Pablo “- Lo spero proprio… ah voglio che ci sia anche tu...” gli sorrise lei. “- Io? Ma che c’entro io?” chiese lui “Ho bisogno del tuo appoggio. Per favore! Non puoi dirmi di no!” lo supplicò lei.
Angie arrivò un po' in ritardo a casa Castillo. Era con Pablo che aveva accettato controvoglia di farle compagnia, era una questione di famiglia e, anche se voleva esserle vicino, non voleva intromettersi. Ma non sapeva mai dirle di no, quindi aveva acconsentito ad essere con lei anche in quella situazione.  Con loro c’era anche Angelica, nonna di Violetta. Gli aprì la donna bruna dagli occhi azzurri. Non era né Jade, né Olga. Li fece accomodare.
Angelica salutò gentilmente German. “- Da quanto tempo…” disse la donna per poi sedersi sul divano del salone.
Violetta scese di corsa quando sentì la voce di Angie e Pablo. Salutò il direttore e si diresse verso Angie “- Ciao piccolina!” l’abbracciò la donna. “- Ciao… emh adesso dovrò chiamarti zia?” sorrise lei “- Come vuoi tu mi rendo conto che per te sia strano…” rispose lei dolcemente. Violetta si girò e notò seduta sul grande sofà una donna anziana, molto elegante e dallo sguardo familiare. Forse l’aveva già vista in qualche vecchia foto nascosta nella camera dei ricordi di sua madre ma non ne era del tutto sicura. La donna quando la vide si alzò di scatto e l’abbracciò commossa: “- Non sai quanto ho aspettato questo momento!” le disse stringendola a sé. “- Tu devi essere…” “- Sì, sono tua nonna, tesoro.” rispose la donna osservandola per poi affermare: “- Sei stupenda. Quanto sei cresciuta! Sei tale e quale a tua madre… me la ricordi così tanto…”. In quel momento scese dal piano di sopra Leon che, probabilmente si sentiva abbastanza fuori luogo lì… proprio come Pablo e, infatti, si misero vicini in fondo alle scale e assistevano alla scena.
“- La cena è pronta!” urlò Olga che, con quella bella ragazza bruna, stava già origliando da un po’. La nuova arrivata, si chiamava Dalila, era una cameriera che aiutava la donna nelle faccende domestiche. Quando si furono seduti tutti a tavola German fingendo che nulla fosse accaduto la chiamò: “- Dalila vieni che ti presento alla famiglia.” La donna, che aveva più o meno l’età di Angie fece capolino dalla cucina, visibilmente imbarazzata con un vassoio ricco di aperitivi che appoggiò sul tavolo. Non era abituata a tutti quegli occhi che la fissavano. “- Lei starà con noi… Olga reclamava sempre un’ aiutante…” “- Salve a tutti…” disse timidamente lei per poi scappare di nuovo in cucina. “- Papà ma… che fine hanno fatto Jade e Matias?” chiese Violetta curiosa. “- Non mi va di parlarne ora… diciamo che… hanno lasciato questa casa definitivamente.” disse German abbassando lo sguardo triste. Chissà cosa avevano combinato quei due! Sua figlia, invece, all'udire questa frase si sentì scoppiare di gioia! Finalmente quella strega e quel pelandrone del fratello avevano lasciato in pace lei e suo padre. Dopo la cena Violetta cominciò a parlare: “- Papà… mi dispiace per la faccenda dello Studio… io amo troppo la musica e non posso farne a meno… cantare fa parte di me…” l’uomo la guardò. Era proprio identica a sua madre. “- Domani partiremo. E’ già tutto pronto.” aggiunse lui come se avesse ignorato completamente cio’ che gli aveva detto la figlia qualche istante prima. A quelle parole Leon sussultò: “- No… per favore signor Castillo… ragioni…” Angie era sconvolta come Angelica. “- Proprio adesso che l’ho ritrovata te la vuoi riportare lontano… a che scopo? Per farci stare male? E’ proprio vero che certe persone non cambiano mai…” disse l’anziana donna con calma ma tremante di rabbia. “- Non ho scelta.” Disse l’uomo deciso. “- Certo che ce l’hai… tutti hanno la possibilità di scegliere nella vita… sei tu che non vuoi affrontare la realtà e continui a scappare…” rispose Angie tenendo una mano a sua madre, molto scossa. “- German io… non vorrei né dovrei intromettermi ma effettivamente… se deciderai di partire provocherai solo l’infelicità loro e di tua figlia. Pensaci.” disse Pablo con apparente calma e stringendo l’altra mano ad Angie sempre più tremante di rabbia. German abbassò lo sguardo ma non disse nulla. “- Papà… non capisco perché vuoi ancora separarmi da loro… mi hai nascosto tutte queste cose… io non capisco... che c’è di male?” aggiunse Violetta decisa “- Il passato ti fa paura, è così? Ammettilo! Beh a me no… mi fa piacere aver ricomposto la mia famiglia.” sorrise la ragazza guardando i commensali seduti a tavola intorno a lei. “- Qui sono felice… non puoi farmi questo. Vorrebbe dire che tu… tu mi odi! E non vuoi che io sia contenta!” concluse tesa. German si alzò di scatto: “- Tu sei sicura di quello che stai dicendo? Non è così semplice, cara mia! Sappi che io non ho paura del passato è solo che… che non voglio perderti come è successo con tua madre… la sua passione per la musica… io…” “- Non succederà! Non mi perderai, tranquillo! Ma non puoi impedirmi di seguire il mio sogno... il mio destino è questo! Lo vuoi capire? Al concorso abbiamo vinto anche un mese in teatro con uno spettacolo… io non vedo l’ora e sai perché? Perché quando sono sul palco io mi sento… bene! E se vuoi che io stia bene… devi accettare che io segua la mia strada!” rispose Violetta. Tutti erano in silenzio. German in piedi di fronte a lei la guardava tenendo le mani sul tavolo e lo sguardo basso. “- Ci penserò. Scusate… io vado. Buonanotte a tutti.” disse poi, dirigendosi verso il salone, pronto a salire di sopra. Gli altri erano increduli e improvvisamente sorridenti e commossi. C’era una speranza, allora.
“- Papà… è un sì? Restiamo qui con la nonna e la zia e posso continuare a frequentare lo Studio 21?” L’uomo si girò di scatto e le accennò un sorriso, nervoso. In un attimo la figlia gli corse in contro e l’abbracciò. Era stato difficile ma forse, alla fine, suo padre aveva capito la sua passione, passione che l’accomunava a sua madre.
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Lungo capitoletto. Ci siamo quasi. La nostra storia sta per concludersi, mancano solo 5 capitoli. Che ve ne pare? Spero vi stia piacendo! A domani con il seguito! Ciao!
 
  
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