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Autore: Rubysage    08/07/2003    1 recensioni
Guardati le spalle, Legolas! Tuo fratello ti odia e cercherà di distruggerti anche a costo di risvegliare il Male che dorme! Vecchi e nuovi amici si schiereranno al tuo fianco e ti accompagneranno in quest'ultima, terribile avventura...azione, dramma, colpi di scena e il giusto pizzico di sentimento per una storia FINALMENTE CONCLUSA dopo 17 anni!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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9. Domande e risposte

 

 

 

 

La prima cosa che Rhiannon fece dopo essersi svegliata, il mattino successivo, fu andare da Galien per controllare che stesse bene. Ma quando aprì la porta e vide la stanza vuota, il suo cuore sussultò.

- Per il cielo...Galien ! - si disse, sgomenta, scendendo le scale.

Ancora scarmigliata e in camicia da notte, la ragazza corse in cucina, ma Galien non era lì. E non era nemmeno nella taverna, né nel magazzino, né da nessun’altra parte nella locanda...

- Se n’è andato...ed ora... ? - disse mettendosi le mani nei capelli.

Ad un tratto Rhiannon udì delle voci provenire dall’esterno ; con il cuore che batteva all’impazzata, uscì dal retro della locanda e vide, con sua grande sorpresa, che Potter stava seduto su una pietra nel piccolo orto in cui coltivava verdure, erbe e fiori diversi, e ascoltava attentamente Galien descrivere le diverse pianticelle su cui stava chino.

- Queste altre le chiamiamo Athelas - disse il piccolo - Messe su una ferita fermano il sangue, ma servono anche a tante altre cose. E queste invece si chiamano... -

- Galien ! - esclamò la ragazza.

- Si chiamano Galien ? - disse Potter.

Rhiannon lo ignorò e si precipitò dal bambino che si era girato a guardarla, sorpreso.

- Buongiorno, Rhiannon ! - disse Galien ridendo.

- Maledizione, mi hai fatto spaventare ! Che state facendo qui ? -

- Non ci crederai mai, ragazza ! - esclamò Potter - Sono anni che coltivo queste erbacce e solo adesso scopro che non sono buone solo per lavare i panni o preparare tisane digestive ! Certo che il piccoletto se ne intende di queste cose ! -

- E’ un elfo, Potter...neanche immaginiamo tutto quello che sa. - rispose Rhiannon - E comunque mi stupisce trovarti qui con lui... -

- Beh, nessuno di noi due aveva voglia di dormire, stamattina...così ci siamo fatti una bella chiacchierata... -

- Fuori dalla locanda. Non eri tu quello che aveva paura che qualcuno lo vedesse ? -

Nel frattempo, Galien, stufo delle solite discussioni tra il vecchio e la ragazza, si era seduto nell’erba e giocava con un piccolo oggetto di legno.

- Qua dietro ? Stai scherzando ? - continuò Potter - Qui viene al massimo qualche coniglio selvatico a mangiarmi le carote...e poi non vorrai tenerlo rinchiuso notte e giorno tra quelle quattro mura ! Lo sanno tutti che gli elfi amano gli spazi aperti e... -

- Non rigirare il discorso come al solito, Potter ! Non...un momento ! - La ragazza si interruppe di colpo ; la sua attenzione era stata catturata dal giocattolo che Galien aveva tra le mani...un piccolo cavallo di legno.

- Dove hai preso quel cavallino, Galien ? - domandò, avvicinandosi a lui.

- Questo ? - rispose distrattamente l’elfo alzando la testa - Me lo ha dato Potter. -

- Cosa ? ! Ma... - La ragazza volse il capo verso il vecchio, che si strinse nelle spalle e assunse l’espressione di un bambino che sa di aver combinato qualcosa di grosso.

- Potter, come hai potuto... ? ! -

- Su, Rhiannon...è così grazioso...era un peccato che stesse ad ammuffire in un armadio ! -

- Non posso giocarci, Rhiannon ? - disse Galien dispiaciuto, alzandosi in piedi e tendendo il giocattolo verso la ragazza - Te lo ridò se vuoi. -

Rhiannon gli prese il cavallino dalle mani, gli occhi freddi e duri.

- Avresti dovuto almeno chiedermi il permesso, prima. - disse la ragazza, rivolgendosi a Potter.

- Rhiannon... -

- Mi dispiace. - disse Galien. Il bambino indicò una piccola area, nell’orticello, in cui crescevano solo fiori colorati. - E’ della bambina che sta lì sotto, vero ? -

Rhiannon e Potter si scambiarono uno sguardo sgomento.

- Giuro che non gli ho detto niente ! - esclamò Potter alzando le mani, trafitto dallo sguardo di fuoco della ragazza.

- No, non me l’ha detto Potter. - disse Galien con la massima naturalezza - L’ho vista. Ho visto quando l’avete messa sottoterra. Eri così triste, Rhiannon... - Prese una mano della ragazza e la guardò con tenerezza. - Era la tua bambina, vero ? -

Rhiannon non rispose, gli occhi fissi nel vuoto.

- Va’ in casa, Galien. - disse infine.

- Ma... -

- Ti ho detto di andare in casa. -

Il piccolo elfo si strinse nelle spalle, dispiaciuto, e lentamente si avviò verso l’ingresso posteriore della locanda, ma si fermò pochi passi prima, girandosi di nuovo verso la ragazza. Rhiannon voltò piano gli occhi verso quelli di Potter, che ora la guardavano con aria severa.

- Credo che tu abbia dimenticato quello che ci siamo detti ieri sera. - disse l’uomo - Se vuoi affogare nei tuoi ricordi, fa’ pure. Ma se cerchi qualcuno che ti commiseri, non contare su di me. - Quindi girò i tacchi e seguì il bambino.

Rhiannon tacque per un istante ; poi chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro.

- Mi dispiace, Galien. - disse voltandosi - Puoi tenere il cavallino, se ti piace... -

- Rhiannon... - disse Potter con voce tremante. La ragazza guardò il vecchio, le mani sulle spalle di Galien, che teneva gli occhi fissi verso la porta ; due giovani si stavano dirigendo verso di loro, gli sguardi rivolti verso il bambino.

- Valerius, Yain...cosa state facendo qui ? - disse, sorpresa.

- Cosa facciamo qui ? Cosa ci fa lui qui ! - disse Valerius indicando Galien, stupefatto - Non credevo che i tuoi rapporti con gli Elfi fossero tanto amichevoli...c’è forse qualcosa che non ci hai detto, Rhiannon ? - aggiunse in tono malizioso e allo stesso tempo seccato.

- Non sono affari tuoi, Val. - rispose Rhiannon raggiungendo il vecchio e il bambino.

Valerius continuò a guardarla freddamente, mentre il fratello minore, incuriosito, si avvicinò al piccolo Galien e si accucciò davanti a lui.

- Mae govannen ! Im Yain... - disse il ragazzo, portandosi una mano al petto.

- Im Galien. - sussurrò timidamente l’elfo a quello strano ragazzo dai lunghi capelli bruni e le guance ancora lisce come quelle di un bambino - Mae govannen... -

Rhiannon guardò i due, sorpresa. - Da quando tuo fratello parla la lingua degli Elfi ? - disse.

- E’ una lingua meravigliosa, non trovate ? - rispose Yain sorridendo - E’ così musicale...e poi non è tanto difficile da imparare. Qui siamo al confine con il Bosco Atro, e gli Elfi passano spesso per Aldorath... -

- Mai da queste parti, però... - obiettò Valerius - Quello da dove salta fuori ? -

Yain ignorò le parole del fratello e cercò di imbastire un dialogo con le poche parole elfiche che conosceva. Galien e Potter rimasero ad ascoltarlo, divertiti.

- Cosa vuoi, Val ? - ribattè Rhiannon.

Il giovane sbuffò. - Volevo solo...darti questo. - Si tolse dalla tasca un fagottino che porse a Rhiannon. La ragazza lo prese, guardando Valerius con sospetto, e quando lo ebbe aperto lo stupore riempì il suo viso.

- Val...sapevo che eri pazzo, ma non fino a questo punto... - disse, tenendo tra le mani un ciondolo costituito da una pietra verde e levigata avvolta da una spirale di metallo luccicante.

- Non preoccuparti...è ferro, non argento. Lucido finchè vuoi, ma ferro resta. E di pietre più belle di quella ne ho mille... -

Rhiannon sorrise amaramente. Valerius era il miglior fabbro del villaggio ; sapeva lavorare il metallo come pochi, e si dilettava spesso a creare piccoli gioielli di scarso valore commerciale ma di grande bellezza. La ragazza sapeva anche che Valerius disprezzava gli Elfi, ma in fondo al suo cuore ne invidiava l’arte...un’arte che aveva sempre cercato di imitare, perfezionandosi giorno dopo giorno.

- Lo sai che non posso accettare, Val. -

Valerius la guardò, sconfortato. - Non ti chiedo nulla in cambio, Rhiannon... - disse - Voglio solo chiederti scusa per quello che ho detto ieri sera, tutto qui. E’ solo una piccola cosa senza valore...ne posso fare quanti ne voglio. -

Potter sorrise nell’udire quelle parole ; aveva capito benissimo che quel ciondolo era un pezzo che Valerius aveva creato esclusivamente per la ragazza che amava...e che quella pietra aveva lo stesso colore dei suoi occhi.

- D’accordo, Val. - disse infine Rhiannon - Ti ringrazio comunque, anche se non ce n’era affatto bisogno. Sai che in me la rabbia viene e se ne va in fretta. Ma non farti venire strane idee. -

- Beh, potresti darmi almeno una spiegazione... - disse Valerius, indicando Galien.

Rhiannon sospirò. - Val - disse - Non devi parlare con nessuno di questo bambino, chiaro ? -

- Ma... -

- Si è semplicemente perso. - mentì Rhiannon - Lo riporterò a casa prima possibile, ma nessuno deve sapere che si trova qui. -

- Viene dal Bosco Atro ? Posso accompagnarlo io, allora. La strada non è molto battuta, per una ragazza può essere un viaggio pericoloso... -

- Insomma, Val ! - sbottò Rhiannon - Ho detto che mi occuperò io di lui ! Tutto ciò che devi fare è tenere a freno la lingua ! -

Stupito da quell’esclamazione, Valerius guardò la ragazza negli occhi.

- Tu non lo riporterai affatto a casa. - disse - Ti conosco, Rhiannon, e capisco quando hai in mente qualcosa...che hai intenzione di fare ?

- Te lo ripeto, Val. - rispose seccamente Rhiannon - Non sono fatti tuoi. Se vuoi fare qualcosa di utile, taci. -

- Hai deciso di adottarlo ? E’ questo che vuoi fare ? -

- Grande Eru... - disse Rhiannon stringendo i denti.

- Val, piantala... - lo avvertì Potter.

Il giovane ignorò entrambi.

- Ti porterà solo guai, Rhiannon... guai e altre sofferenze. Rimandalo indietro. Lo porterò a casa io... -

- HO DETTO DI NO ! -

Il grido di Rhiannon atterrì tutti i presenti.

- Dannazione, è mai possibile che non ci sia qualcuno che deve dirmi come devo comportarmi ? ! Ne ho abbastanza di tutti voi ! So benissimo quello che devo fare, e non ho bisogno dei vostri stupidi consigli né delle vostre prediche ! Quindi piantatela e lasciatemi in pace tutti quanti ! -

Detto questo, afferrò Galien per la mano e lo trascinò in casa.

I tre rimasero per un attimo a guardare la giovane donna dai capelli rossi dirigersi in fretta e furia verso la locanda con il piccolo elfo costretto a seguirla, e sbattere la porta dietro le sue spalle.

- Se io fossi in te seguirei il suo consiglio, Val. - disse Potter - Rhiannon è impulsiva, ma sa anche troppo bene quello che fa. - Detto questo tornò nella locanda.

Yain voltò lo sguardo verso il fratello, che fissava il vuoto con aria pensierosa.

Prima Roslyn, adesso il marmocchio elfo...si disse il giovane fabbro. Rhiannon si sta solo facendo del male...e non lo capisce...

Ma non erano solo i sentimenti che la ragazza doveva provare verso quel bambino a turbarlo...

- Val - disse Yain tirandogli una manica - Ce ne andiamo ? -

- Sì - rispose Valerius - Adesso ce ne andiamo. -

 

 

 

Per tutta la giornata Rhiannon fu di cattivo umore, e Potter sapeva che, quando la ragazza era arrabbiata, sembrava che una nuvola aleggiasse intorno a lei, pronta a scoccare fulmini verso chiunque la circondasse. Cercò di rasserenare il piccolo Galien prendendola in giro senza che lei se ne accorgesse, ma nemmeno lui era tranquillo.

Le parole di Galien nell’orto lo avevano lasciato di sasso. Possibile che sapesse davvero di Roslyn... ? E come accidenti aveva fatto ? Gli elfi erano creature speciali, d’accordo...ma non immaginava che potessero giungere fino a quel punto.

No, non riusciva più a trattenere quella domanda. Gettò sul bancone lo straccio che stava usando per asciugare i bicchieri e andò nel retrobottega, dove Galien stava giocando con il suo cavallino di legno.

- Dimmi un po’, Galien. - disse Potter avvicinandosi al bambino - Quello che hai detto prima riguardo alla bambina...ecco...tu non l’hai vista sul serio, vero ? -

Galien alzò la testa e guardò l’uomo negli occhi. - Certo che l’ho vista - disse tranquillamente - E l’ho vista anche giocare. Aveva dei bei riccioli biondi e le guance rosse...ma non erano più rosse quando l’avete messa sottoterra. -

Potter era rimasto a bocca  aperta. - Come...come accidenti puoi farlo ? ! -

- Mia madre diceva che è un dono. Anche lei lo poteva fare, ma non come lo so fare io. Lei poteva solo leggere i pensieri. Mio padre, invece, non ne era...non ne è capace. -

- Come sarebbe a dire ? ! - esclamò Potter.

Galien rimase un momento a guardare l’uomo senza dire una parola. - Sarebbe a dire che in questo momento tu non sai se essere meravigliato o avere paura di me. Giusto ? Beh, non vedo perché dovresti avere paura...non potrei farti proprio niente di male, e nemmeno lo vorrei, dato che mi sei simpatico. -

Potter si lasciò andare ad una risatina isterica. - Ah, no ! - esclamò - Non mi incanti, piccolo ! Io credo che tu sia solo molto furbo e pensi di aver capito con chi hai a che fare ! -

- D’accordo. Guarda. - Senza fare una piega, il bambino si alzò e si diresse verso la porta che dava verso la taverna, acquattandosi dietro uno stipite per poter vedere gli avventori senza che nessuno si accorgesse di lui. Molto lentamente, fece scorrere lo sguardo su tutti i presenti.

- Quello - disse indicando un uomo che rideva sguaiatamente in compagnia di altri - sembra felice ma non lo è affatto. Suo figlio è morto sul campo di battaglia, sua moglie è tanto triste che non gli rivolge più nemmeno la parola e lui si sente terribilmente solo. Quell’altro, invece - indicò un uomo seduto in un angolo, con gli occhi persi nel vuoto - fa finta di niente, e invece sta ascoltando attentamente quello che si dicono i suoi vicini di tavolo. Crede che stiano ridendo di lui, ma non è così ; stanno solo parlando di una donna molto bella e di quanto piacerebbe a tutti ricevere una cosa da lei...ma non ho capito cosa. -

- Lascia perdere... - disse Potter, arrossendo -  E quell’altro, invece ? Quello con i capelli neri a cui Rhiannon ha appena portato un boccale di birra ? -

- Quello ? - disse Galien, sorpreso - Perché ti interessa proprio quello ? Non credo che ti piacerebbe sapere cosa sta pensando... -

Potter sospirò. - Allora vuol dire che sta ancora pensando a lei... -

Galien lo guardò di sottecchi e incrociò le braccia. - Se non ti ha ancora perdonato, devi averla combinata proprio grossa, Potter... -

- Lui certamente non mi ha perdonato. Lei, forse, sì...ma è una vecchia storia. E ora smettiamola con questo giochetto, non è carino spiare i clienti... - Potter si allontanò dalla porta.

- Allora, ho indovinato ? - cinguettò Galien seguendo l’uomo.

- Su tutta la linea, piccoletto. -

- E adesso mi credi. -

- Accidenti, non si può più pensare liberamente in questo posto ! - esclamò ironicamente Potter allargando le braccia.

- Ma non posso mica farlo sempre. Solo quando voglio. - rispose il bambino, serio.

- Ah...e come faccio a sapere quando vuoi ? -

Galien rise.

 

 

Rhiannon non sapeva cosa dire, quella sera, quando mise a letto Galien, ma ci pensò il bambino a spezzare la tensione.

- Mi piace Yain. - disse - Parla la mia lingua. Almeno, ci prova... -

- Yain ha l’animo dello studioso, non del guerriero, come invece vorrebbe suo fratello. Uno come lui è assolutamente sprecato in un posto del genere. -

- A Val invece piaci tu... -

- Di questo me n’ero accorta da un pezzo, saputello ! - disse Rhiannon corrugando la fronte e ridacchiando - Non c’era bisogno che tu gli leggessi nel pensiero ! -

Galien sussultò e spalancò la bocca, sorpreso.

- Niente paura, me l’ha detto Potter ! - disse Rhiannon notando la reazione del bambino - Per conto mio puoi leggere nella mente di chi ti pare, basta che non diventi un vizio... -

Galien sorrise e annuì, avendo capito l’allusione.

- Val è buono. -

- Lo so. -

- E ti vuole davvero bene... -

- So anche questo. E ora chiudiamo questo discorso, d’accordo ? -

Rhiannon baciò la fronte del bambino.

- Mi dispiace per oggi. - disse Galien mentre la ragazza gli rimboccava le coperte - Non volevo ferirti, scusa. -

Rhiannon sospirò e si sedette sul letto. - Non importa. - disse - Solo che quando ti ho visto con il suo giocattolo preferito in mano...beh, non sono riuscita a controllarmi. -

- E’ un cavallino bellissimo. - disse Galien, gli occhi luccicanti di gioia - Sembra quasi che debba partire al galoppo da un momento all’altro...l’ha costruito Potter ? -

La ragazza scosse amaramente la testa. - Potter non sarebbe capace nemmeno di tagliare un ramo d’albero, figurati intagliare un cavallino nel legno...E’ stato...il padre di Roslyn. -

- E lui dov’è ora ? -

- E’...è morto da tempo. -

Galien tacque per un momento, poi si mise a sedere e guardò Rhiannon con aria interrogativa.

- Rhiannon...dove andate voi quando morite ? -

- Cosa ? ! - La ragazza spalancò gli occhi, stupita da quella domanda

- Voglio dire...vi ritrovate anche voi nelle Aule di Mandos ? -

- Le aule di chi... ? -

- Mandos, il Vala dei morti... - ripetè Galien, stupito dal fatto che la ragazza non conoscesse quel nome.

- Ah, sì. Perdona la mia ignoranza, piccolo, ma dalle mie parti mi hanno insegnato che, quando si muore, si finisce semplicemente sotto un buon palmo di terra e nessuno ti vede più. I Valar non si ricordano di quelli come noi. -

- A me invece hanno insegnato che quando un Elfo muore la sua anima torna nelle Aule di Mandos e lì attende il giudizio...ma non so quanto si debba aspettare. Nessuno è mai tornato per raccontarlo. Ma vorrei che Naneth lo facesse... - disse amaramente il bambino.

Rhiannon gli accarezzò i capelli. - Tua madre ti aspetta lì ? -

- Dovrà aspettare ancora per un bel po’, temo. Noi Elfi abbiamo una vita molto, molto lunga, sai. A meno che... -

Galien rabbrividì, sentendo i ricordi affiorare alla pelle e farla accapponare.

- Non pensarci. - gli sussurrò Rhiannon in un orecchio - Tu sei qui e sei vivo, è tutto ciò che conta. Lascia che arrivi domani, per pensare al domani. -

Il bambino annuì e chiuse gli occhi, sperando di riuscire a dormire.

 

 

 

  
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