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Autore: chiara05    21/01/2013    3 recensioni
storia Klaroline ambientata nel 1862 a Mystic Falls. Caroline una ragazza umana di 17 anni ha una missione nella vita, uccidere il vampiro Klaus. Ma presto tra i due scoppierà una passione che renderà molto difficile il suo compito.
Dal 2 capitolo:
"Dopo qualche attimo di sgomento la ragazza tentò di colpirlo ma lui, con un movimento fulmineo, si portò dietro di lei e la bloccò con le sue braccia.
«Non hai speranze contro di me, amore» le sussurrò all'orecchio stringendola più forte. Il cuore di lei batteva all'impazzata e aveva il fiato corto come se avesse corso una maratona.
«Scoprirai che sono piena di sorprese» gli disse tentando di tirarli un calcio che lui schivò. A causa di questo movimento lo spacco della gonna aveva messo in mostra la sua gamba soda e Klaus, senza riuscire a controllarsi, aveva cominciato a disegnare cerchi immaginari su quella parte di pelle morbida e nuda con le dita. Adesso anche lui aveva il fiato corto. Caroline si sentiva in paradiso e all'inferno contemporaneamente. Da una parte voleva che la accarezzasse per sempre, dall'altra desiderava che la lasciasse per poter adempiere al suo compito"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Damon, Salvatore, Klaus, Stefan, Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti. Volevo ringraziare tutte le persone che hanno recensito la mia storia, che l'hanno inserita nelle preferite o seguite e via dicendo. Un ringraziamento particolare per winner_  che nella sua bellissima ed originale storia klaroline Always and Forever mi ha inserita tra le storie consigliate. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia un bacione :D



INCONTRI PERICOLOSI

 

Stavano ballando da ore ormai, o forse erano minuti, non riusciva a capire quanto tempo fosse passato. La sala era affollata e rumorosa ma lei vedeva solo i suoi occhi blu e sentiva solo i complimenti sussurrati sulla sua bellezza. Lui era tutto il suo mondo, il suo angelo delle tenebre, il suo Klaus. Ora sapeva chi era ma non aveva paura, si fidava di lui. Così quando la sua faccia mostrò la sua vera identità e i suoi canini si allungarono fino a diventare quelli di un predatore, rimase lì tra le sue braccia. Lui non l'avrebbe morsa, come avrebbe potuto? Non le avrebbe mai fatto del male.

«Oh si Caroline, ve ne farò eccome. Io vi ucciderò» e con queste parole Niklaus si avventò sul suo collo fino a dissanguarla, gettandola poi inerte sul pavimento ghiacciato.

 

Caroline si svegliò di colpo. Era stato uno degli incubi più vividi che avesse mai fatto. Il suo cuore batteva all'impazzata, quasi volesse balzarle fuori dalla gabbia toracica per andare da colui che, sebbene provasse a negarlo in tutti i modi, la sera prima glielo aveva catturato.

Ora piantala Caroline, si impose la ragazza, smettila di pensare a lui, di sognarlo e di ricordarlo. Prese un lungo e profondo respiro e iniziò la sua giornata abituale.

 

* * *

Quando Damon ricevette il quinto calcio sull'addome decise che era ora di fare sul serio. Con una rapida mossa schivò il pugno di Caroline abbassandosi e l'atterrò sulle foglie secche del bosco. Si alzò pensando che il combattimento fosse finito, ma la biondina non era del suo stesso avviso e, con sorprendente abilità, lo colpì con un fendente alla gola che lo lasciò senza fiato. Il ragazzo era sicuro che avrebbe continuato il suo assalto se suo fratello Stefan non fosse intervenuto bloccandola.

«Care cosa ti prende oggi? Non sei mai stata così aggressiva» le chiese il piccolo Salvatore che era ancora all'oscuro degli avvenimenti della sera precedente.

Caroline non rispose, non poteva farlo, perchè, altrimenti, avrebbe dovuto ammettere ad alta voce il motivo del suo turbamento e, per quanto sapesse che era una cosa stupida, tenerlo per sé rendeva tutto meno reale.

Dal momento che non ottenne nessuna reazione dalla ragazza guardò suo fratello che in tutta risposta alzò le sopracciglia.

«Sarà quel periodo del mese» disse indifferente ricevendo uno schiaffo sulla nuca da entrambi. In realtà Damon aveva capito benissimo cosa passava per la testa della sorella adottiva, l'aveva vista ballare con quel Mikaelson al ballo e aveva notato il suo sguardo di rimpianto nel doverlo lasciare quando si era allontanata da lui. Ma ciò che realmente lo preoccupava era il modo in cui quell'essere aveva guardato lei, il possesso che vedeva nei suoi occhi, il desiderio che i movimenti del suo corpo non riuscivano a nascondere. Temeva un destino ben peggiore della morte per la giovane.

«Hei» riprese Stefan «lo sai che mi puoi dire tutto» pronunciò queste parole accarezzandole la mano come a confortarla, fu questo semplice gesto a convincerla a confessare.

«Ecco, ieri...ieri sera» cominciò incerta «io stavo ballando. Ballavo con Mr. Tompson e lui è un ballerino davvero terribile non faceva che pestarmi i piedi» affermò guardando nei suoi occhi verdi.

«è per questo che sei irritata? Perchè Mr. Tompson non sa ballare?» domandò incredulo il ragazzo.

«No. Certo che no»

«Allora qual è il motivo?»

«Il motivo è che...bè sai...insomma, lo sai anche tu come funzionano certe cose. Il destino è imprevedibile e spesso ci lascia spiazzati, increduli e noi non sappiamo come comportarci, anche se nel mio caso so esattamente cosa devo fare, ma vedi non posso evitare di farmi delle domande, di interrogare me stessa. In definitiva sono sicura che tutto quello che mi serve è solo un po' di tempo e poi passerà tutto. Bene mi sono liberata di un peso, sono felice di avertene parlato» si sentiva più leggera e sicura di sé stessa, non era stato così terribile dire la verità.

«Caroline, non ho compreso una sola parola di quello che hai detto».

Come poteva non capire? Era stata chiarissima. Giusto?

«Falla semplice bambolina, non usare giri di parole» la riprese Damon.

Ok farla semplice, poteva riuscirci. Chiuse gli occhi e sputò tutto d'un fiato.

«Ieri notte ho danzato con Niklaus Mikaelson» riaprì un occhio e precisò «Non sapevo chi fosse ovviamente».

Stefan ancora non riusciva a concepire tanto affanno. «Non mi sembra una cosa molto grave Care»

«Perchè ancora non sai la parte brutta. Io provo, o meglio provavo, qualcosa per lui» il suo interlocutore ammutolì, non riusciva a camuffare la rabbia.

«è un mostro, un assassino. Le sue mani sono sporche di sangue e se tu avrai di nuovo a che fare con quel parassita succhia sangue per me sarai morta» Caroline non riusciva a credere alle sue orecchie, certo, conoscendolo non si aspettava che reagisse bene, ma non immaginava che sarebbe stato tanto duro.

«Io non ne ho nessuna intenzione. L'unico mio obiettivo è distruggerlo» stava mentendo e lo sapeva, ma doveva farlo, non poteva perderlo.

«Sembra l'inizio di una tragedia greca. Attento fratello il prossimo passo sarà sedurre nostro padre per poi ucciderlo in preda alla gelosia» per fortuna c'era Damon che con le sue battute scioglieva la tensione. “Grazie” mimò con le labbra verso di lui, il quale per tutta risposta le fece l'occhiolino

 

* * *

 

Si trovavano tutti nello studio di Giuseppe Salvatore, il patriarca li aveva convocati per discutere il piano da mettere in atto per eliminare Niklaus. Era un originale e ucciderlo era molto difficile, per non dire impossibile.

«Senza un paletto di quercia bianca non possiamo fare niente» disse Damon esasperato.

«Cosa ne dite di essiccarlo con il pugnale e la cenere di quercia?» propose Stefan.

«E quanto tempo pensi passerà prima che qualcuno glielo tolga dal petto e lui uccida tutta la nostra discendenza fratellino?» quel confronto era logorante, ne parlavano da ore ma non avevano trovato nessuna soluzione.

«C'è solo una cosa da fare, trovare il Grimorio Bennett e usare lo stesso incantesimo che usarono per sopprimere Finn Mikaelson» era l'unica via possibile e il maggiore dei Salvatore lo sapeva bene.

«No» enunciò Giuseppe «è troppo rischioso» il suo rifiuto era stato categorico.

Caroline capiva il parere del suo Maestro. Dieci anni prima, quando a causa della rottura del patto dovettero combattere contro Finn, nessuno era in grado di annientarlo, così il Consiglio ingaggiò la strega Emily Bennett per creare un incantesimo in grado di aiutarli. E lei diede origine ad una magia tanto potente quanto mortale. Si trattava del Nectunt (collegamento), dove la vita del vampiro originale veniva irrimediabilmente legata a quella di un umano e bastava uccidere uno dei due per distruggere anche l'altro. Ma creare il collegamento era tutt'altro che semplice e innocuo.

«è magia oscura. Nessuno sa quali crimini abbia commesso quella fattucchiera per fondere insieme due anime. E poi nessuno accetterà di eseguire il sortilegio, Emily Bennett è morta facendolo» Giuseppe ricordava il corpo esangue e sfigurato con troppa nitidezza.

«è la nostra unica possibilità» ribadì deciso Damon.

«Essia, ma sarai tu ragazzo a pagarne il prezzo» gli disse il padre con un sorriso sadico dopo qualche attimo di silenzio.

«Tutto quello che devi fare è trovare il Grimorio, dopo la morte della Bennett è stato nascosto e tenuto al sicuro, non sarà così facile recuperarlo» e, bevendo un bicchiere di bourbon se ne andò lasciandoli da soli.

 

* * *

 

Klaus era nel salone della sua villa intento a guardare il fuoco che ardeva nel camino e a pensare ossessivamente alla bella cacciatrice. Non riusciva a farne a meno, la desiderava. L'aveva completamente soggiogato e la odiava per questo. La detestava perchè lei detestava lui. Era infuriato e sentiva il forte impulso di uccidere qualcuno.

«Ecco il suo pranzo signore» il vampiro che si inchinava davanti a lui era del tutto anonimo, non ricordava chi fosse o che ruolo ricoprisse. Era perfettamente sacrificabile.

In un secondo si alzò in piedi e gli stacco la testa con un solo colpo della mano. Era anche riuscito a non sporcarsi di sangue spostandosi a velocità sovraumana. Adesso si sentiva meglio.

«Cosa diavolo è successo?» gli domandò Rebekah che sentendo l'odore di sangue si era recata da lui insieme a suo fratello Elijah, un vampiro alto dai lunghi capelli ondulati e castani.

«Niente, sai ogni tanto fa bene tenersi in allenamento» replicò noncurante. Sentiva lo sguardo dei suoi fratelli su di sé, specialmente quello di sua sorella.

«Non dovresti uccidere senza una ragione plausibile Niklaus» lo rimproverò il suo fratellone. Elijah era sempre stato il più virtuoso di loro e, certe volte, questa sua caratteristica riusciva davvero a tediarlo.

«Qualche notizia interessante?» Klaus cercò di cambiare argomento concentrandosi sulle lettere che il maggiore dei Mikaelson teneva in mano.

«Nulla che possa riguardarti, tranne forse che nostro fratello Kol resterà in Brasile ancora qualche mese e ci invita a provare i sapori etnici che il luogo offre raggiungendolo»

«Se avete finito con i convenevoli possiamo parlare di cose importanti» li interruppe piccata Rebekah

«Ma certo mia cara dicci pure» rispose il fratello biondo.

«Ho scoperto che trovare il Grimorio Bennett sarà più difficile di quello che pensavamo. A quanto pare dopo la morte di Finn è stato nascosto dai membri del Consiglio, sembra sia sparito nel nulla»

«Dovrà pur essere da qualche parte, non credo che i membri del Consiglio distruggerebbero un arma così potente» ragionò Elijah pragmaticamente.

«Forse la nostra sorellina non ha indagato come doveva» disse Klaus irritando la ragazza.

«Forse nostro fratello dovrebbe cercarsi quel maledetto libro da solo se è così bravo» aveva il forte impulso di fargli la linguaccia.

«Non fate i bambini» li interruppe l'altro originale «non è il momento di essere puerili»

«Vado a fare una passeggiata così non sarete costretti a sorbire la mia infantilità» se c'era una cosa che Rebekah non sopportava era essere ritenuta immatura. Aveva diciotto anni da più di un millennio ormai, non era più una ragazzina. L'unico modo per far evaporare il suo risentimento era comprare tanti, inutili oggetti.

 

* * *

 

Rebekah era fiera si sé stessa. Aveva speso molti soldi di Niklaus e avrebbe continuato su questa rotta se la sua attenzione non fosse stata catturata da una ragazza bionda che fissava intensamente il negozio di tessuti dall'altra parte della strada. La riconobbe subito. Era Caroline, la giovane che aveva conquistato il suo burbero fratello. Era davvero stupenda ed emanava una forza indiscutibile.

«Cosa stai facendo?» le domandò avvicinandosi.

A Caroline bastò una rapida occhiata per comprendere chi fosse. La vampira doveva avere all'incirca la sua età. Somigliava a Lui ma, anche guardandola di sfuggita, le differenze tra i due erano evidenti. Entrambi avevano capelli color del miele ma, mentre gli occhi di lei sembravano due limpide pozze azzurre, quelli di Klaus erano di un blu intenso, come le profondità dell'oceano.

«Dovrei impalettarti seduta stante» disse muovendo velocemente la mano verso il paletto che nascondeva sotto la gonna.

«Non puoi uccidermi, sarebbe fatica sprecata» il suo tono dolce, quasi affettuoso lasciò la cacciatrice completamente disorientata.

«Cosa ne dici di fare una tregua per i prossimi quindici minuti? Io non attaccherò te e tu non attaccherai me» proseguì imperterrita.

Caroline sapeva cosa avrebbe dovuto fare, ignorare le sue parole e cominciare immediatamente la lotta, ma era triste e spossata, senza contare che non aveva nessuna chance di vincere.

«Quindici minuti, poi torneremo nemiche mortali»

«Affare fatto» affermò sorridente Rebekah stringendole la mano.

«A proposito io sono Rebekah Mikaelson»

«Caroline Forbes. È un piacere» era la conversazione più surreale che avesse mai avuto.

«Ora mi puoi dire perchè osservi quella donna bionda?»

Devo rispondere? Non sapeva come comportarsi. Un conto era accettare un armistizio temporaneo, un altro confidarsi con il nemico. Perchè no? Si disse già che siamo in ballo, balliamo.

«è mia madre» voleva darle solo questa informazione ma una volta che cominciò a parlare non riuscì a fermarsi

«Un giorno a settimana vengo qui a vedere come sta. Non si è mai accorta di me. Sinceramente non credo che le importi. Mi ha abbandonato dieci anni fa e, da allora, non le ho mai più parlato. Non è mai tornata per portarmi con sé»

«Mi dispiace» Rebekah era sincera, sapeva fin troppo bene cosa voleva dire crescere senza una madre, la sua era morta pochi giorni dopo la sua trasformazione.

«Non devi compatirmi» rispose l'altra duramente «ho perso lei ma ho trovato due persone fantastiche che ci sono sempre state per me, che mi sostengono e mi amano incondizionatamente»

«Per non parlare di quanto sono attraenti» aveva visto i fratelli Salvatore al ballo ed era rimasta molto colpita. Il maggiore, Damon, aveva capelli neri e occhi di ghiaccio, il minore, Stefan, capelli castani e occhi verdi. Entrambi erano alti, muscolosi e slanciati. Ammirarli era un raro piacere.

«Non li ho mai guardati da quel lato, sono come fratelli» rise Caroline. Quando lo faceva le spuntavano due splendide fossette sulle guance rosa.

«Hanno preso dal padre?» chiese sempre più curiosa la vampira. Giuseppe Salvatore era considerato un eremita, passava la maggior parte del suo tempo nel suo studio a bere bourbon.

«Immagino che potrebbe essere avvenente se non fosse sempre accigliato. È una persona molto dura, rude certe volte e intransigente. Il nostro rapporto si limita a maestro e allieva. Allenarsi con lui è stato difficile, soprattutto agli inizi» era sorprendente quanto fosse facile parlare con l'originale. Ma adesso era giunto il turno di Caroline di porre domande.

«Tocca a te. Come sono i tuoi di fratelli?» sperava che la ragazza le parlasse di Klaus.

«Da dove comincio. Andiamo in ordine. Credo sia inutile parlare di Finn, quindi c'è Elijah il virtuoso, Niklaus l'impulsivo o il passionale, e Kol lo sbarazzino. Voglio bene a tutti loro, ovviamente, ma con Nik ho un legame speciale. Riesce ad infastidirmi come nessun altro su questa terra ma ci capiamo al volo e morirei per lui» era una sorta di avvertimento quello che percepiva l'umana?

«Che peccato è già passato un quarto d'ora. A presto» e in un soffio di vento Caroline si trovò confusa e sola.

 

* * *

Il piano era semplice. Durante la ronda notturna Damon, Stefan e Caroline dovevano catturare un vampiro per scoprire cosa aveva spinto gli Originali a tornare a Mystic Falls topo tanti anni.

Prenderne uno non era così semplice come pensavano, erano in svantaggio numerico e quando pensavano di poterne imprigionare uno erano costretti ad ucciderlo per potersi difendere dai suoi compari.

Erroneamente la maggior parte delle creature della notte si avventavano sulla bella cacciatrice ritenendola il bersaglio più facile. Non sapevano che, nonostante non avesse la stessa forza dei fratelli Salvatore, la sua tecnica impeccabile la rendeva assolutamente temibile e letale. Ne aveva appena annientati due quando un terzo si lanciò verso di lei sbeffeggiandola.

«Dovresti essere a casa ad acconciarti i capelli, è quello il tuo ruolo» queste parole renderono Caroline solamente più arrabbiata e micidiale.

«E tu non dovresti ignorare gli insegnamenti del Macbeth» gli rispose colpendolo alla mandibola con un potente gancio sinistro che lo lasciò barcollante «Appari come il fiore innocente» gancio destro «Ma sii il serpente sotto di esso» e lo pugnalò al cuore.

Sentendo dei passi dietro di sé si voltò pronta per mandare il prossimo non-morto in contro al suo destino, ma quando si ritrovò davanti a due splendidi occhi blu non riuscì più a muovere un solo muscolo. Klaus era lì.

 

Niklaus stava passeggiano per i boschi sperando che, respirando un po' d'aria fresca, potesse smettere di pensare alla cacciatrice per qualche momento. Ma lei sembrava perseguitarlo ovunque. Sentendo i rumori tipici del combattimento si era avvicinato e l'aveva vista lì, isolata dai Salvatore che uccideva all'incirca mezza dozzina dei suoi tirapiedi. Era bella da mozzare il fiato con le ciocche di capelli che scappavano dalla coda alta e le ricadevano sul viso concentrato, il corpetto stretto che metteva in risalto le sue forme generose e la gonna aperta sulle gambe in profondi spacchi per non impedirle i movimenti. Quando pugnalò l'ultimo vampiro si avvicinò a lei facendo attenzione a fare rumore per non spaventarla. Intento che evidentemente fallì a giudicare dal suo sguardo quando lo riconobbe. Dopo qualche attimo di sgomento la ragazza tentò di colpirlo ma lui, con un movimento fulmineo, si portò dietro di lei e la bloccò con le sue braccia.

«Non hai speranze contro di me, amore» le sussurrò all'orecchio stringendola più forte. Il cuore di lei batteva all'impazzata e aveva il fiato corto come se avesse corso una maratona. Provò a divincolarsi ma non ottenne nessun risultato, lui era troppo forte.

«Scoprirai che sono piena di sorprese» gli disse tentando di tirarli un calcio che lui schivò. A causa di questo movimento lo spacco della gonna aveva messo in mostra la sua gamba soda e Klaus, senza riuscire a controllarsi, aveva cominciato a disegnare cerchi immaginari su quella parte di pelle morbida e nuda con le dita. Adesso anche lui aveva il fiato corto. Caroline si sentiva in paradiso e all'inferno contemporaneamente. Da una parte voleva che la accarezzasse per sempre, dall'altra desiderava che la lasciasse per poter adempiere al suo compito. Quando lui cominciò a lasciare una scia di tanti piccoli baci sul suo collo sentì le gambe vacillare, e fu questa debolezza a darle la forza di tirargli una gomitata allontanandolo da sé. Lui era troppo concentrato sulla gola della giovane per poter avere la necessaria presenza di spirito da evitare il colpo e questo lo fece infuriare.

In un battito di ciglia Caroline fu spinta e intrappolata contro un albero. Le braccia del vampiro poggiate ai lati della sua testa le impedivano la fuga, non che lei avesse particolarmente voglia di scappare.

«Mi hai colpito, complimenti. Ora dovrei ucciderti per questo affronto» la sua voce suadente e roca provocò brividi in tutto il corpo di Caroline.

«Avanti fallo. Non ho paura di te» non era esattamente la verità; non aveva paura della morte, ma temeva quello che lui le faceva provare.

«Eppure i tuoi battiti aumentano ogni volta che mi avvicino» disse avvicinando pericolosamente il suo viso a quello della donna. Cosa poteva rispondergli lei? È perchè sono attratta da te? Non gli avrebbe mai dato questo potere sulla sua persona.

«Come in questo momento. Batte come quello di un colibrì» continuò lui accorciando sempre più le distanze. La stava per baciare, era chiaro a entrambi. Klaus si aspettava che si divincolasse, che cercasse di contrastarlo ma lei rimase lì a fissarlo con quegli occhi cielo in grado di eliminare le barriere che aveva costruito negli anni facendolo sentire nudo.

Un vocio indistinto fece breccia nella bolla privata in cui erano piombati facendogli capire che, per il momento, era ora di andare.

«Ci vediamo presto amore» le disse baciandola su una guancia e poi sparì così velocemente che Caroline dovette reggersi sulle ginocchia per non cadere.

In lontananza vide Damon e Stefan che, trascinando un corpo svenuto, le venivano in contro.

«Su bambolina ne abbiamo catturato uno, è tempo di andare» la sollecitò il cacciatore bruno mettendosi il vampiro privo di sensi in spalla.

Si stavano avviando quando un ultimo succhia sangue attaccò Stefan alle spalle. Quest'ultimo gettò la testa all'indietro colpendo il suo avversario sul naso, poi, con una capriola, rotolò di lato recuperando il paletto, che nell'assalto gli era caduto, e lo pugnalò ripetutamente. Nonostante il vampiro fosse morto il minore dei Salvatore continuava a percuoterlo senza sosta, con aggressività.

«Stefan è morto smettila» gli intimò Damon.

«Stef per favore piantala di colpirlo» lo supplicò Caroline. Ma lui proseguì a pugnalarlo fino a che Damon non lo afferrò per un braccio costringendolo a lasciarlo. Lo sguardo di Stefan era vacuo, lontano. Non appena si accorse di quello che aveva fatto cadde sulle ginocchia e cominciò a pregare mormorando ossessivamente per la salvezza dell'anima della sua vittima.

Era una scena agghiacciante. Gli altri due non sapevano come comportarsi. Era come se qualcosa, nel cacciatore, si fosse spezzato.

 

* * *

 

Klaus era pensieroso, non voleva solo conquistare Caroline, desiderava toccarle l'anima.

«Dove sei stato?» Elijah interruppe le sue riflessioni.

«A passeggiare nel bosco, i cacciatori hanno fatto un po' di pulizia nelle nostre fila»

«Sono un problema» affermò guardando Rebekah entrare nel salone.

«Non possiamo eliminarli, potrebbero avere informazioni preziose sul Grimorio» disse lei che, sentendo il discorso dall'altra sala, aveva deciso di intervenire.

«Stipuliamo un altro patto. Sarebbe la soluzione migliore» Elijah come sempre cercava la risoluzione più onorevole.

«No» il tono di Klaus non ammetteva repliche. L'idea di non poter stare con Caroline era inaccettabile, terribilmente dolorosa.

«So io cosa fare. Non dovete preoccuparvi, da domani non saranno più di nessun intralcio» queste parole, ma soprattutto il tono con cui le pronunciò, fece rabbrividire Rebekah. Temeva che il piano di suo fratello coinvolgesse troppo da vicino la cacciatrice che, quel pomeriggio, aveva imparato ad apprezzare.

 

* * *

 

Era stata una lunga giornata e Caroline non riusciva a prendere sonno. Il vampiro che avevano catturato era nelle celle della tenuta sotto verbena, se ne sarebbero occupati il giorno dopo. Era preoccupata per Stefan, non l'aveva mai visto in quello stato. Troppo ansiosa per poter restare sdraiata nel letto si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza.

Una folata di vento la fece rabbrividire. Sapeva che lui era lì prima ancora di vederlo.

«Klaus» soffiò «cosa ci fai nella mia stanza a quest'ora della notte?» come sempre era bellissimo, vestito con una semplice camicia bianca e i pantaloni neri. Sentiva il forte impulso di gettarsi tra le sue braccia per dimenticare tutti i suoi problemi.

«Semplice, amore. Ti rapisco» e con un balzo la portò via.

  
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