Film > Le 5 Leggende
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Autore: chitta97    21/01/2013    8 recensioni
Jack rappresenta un po' l'inverno , ma le altre stagioni? E' possibile che un umano abbia dei poteri speciali?E una leggenda può innamorarsi?
Storia ambientata dopo il film e che vede come protagonista Jack Frost alle prese con tanti dubbi e sorprese....
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diversi modi di sentirsi bene

DRIIIIN!!

 

Il suono della campanella rimbombò tra le pareti, quasi fosse un richiamo, un invito che lui si era imposto di non cogliere.

 

Perché, dopo aver saputo della triste storia di Dentolina, aveva deciso.

 

Avrebbe dovuto dimenticarla.

 

O quanto meno allontanarsi progressivamente da lei, lei che rappresentava, insieme, il suo più grande desiderio, e la fonte di tutto il suo dolore.

 

E così rimaneva sul solito davanzale, con uno sguardo vitreo rivolto al cielo sempre oscurato dalla neve lì al Polo Nord.

 

Diverso era il paesaggio fuori dalla finestra di Evelyn.

Un gregge di nuvolette, e alberi che iniziavano a coprirsi di fiori.

 

Ma non era quello lo spettacolo che quegli occhi color miele contemplavano e neanche quella misera scatoletta in cui passavano ripetutamente varie immagini a cui invece sembrava indirizzato il suo sguardo, che appariva inesorabilmente assorto in chissà quali pensieri.

 

Tra le mani stringeva una tazza ancora fumante e indossava un semplice pigiama di un giallo spento con i bordi a fantasia scozzese nei toni del verde.

 

Come va tesoro? Meglio?”

Una bella signora dai capelli color cannella fece capolino dalla porta del soggiorno.

 

Un pochino si mamma, grazie.”

Bene, ne sono contenta.”

 

Evelyn abbassò lo sguardo.

Non le piaceva mentire alla madre, ma...in fondo non era una vera e propria bugia. Aveva bisogno di riflettere un po' per riordinare le idee e placare quel mal di testa. E poi non aveva fatto tante assenze; si giustificava con la propria coscienza che a volte esprimeva il suo disappunto.

 

Prese un altro sorso di camomilla bruscamente, tanto che si scottò la lingua.

 

La sua testa non era mai stata in una così totale confusione.

 

In generale non si era mai preoccupato di cose che andassero al di là di scatenare una bufera di neve, esclusa la battaglia con Pitch.

 

Mentre ora...Ora era peggio delle tormente che lui stesso creava e ogni singolo fiocco di neve era una domanda, un forte dubbio, che contribuiva alla dilagazione di quel fenomeno.

 

Un cristallo: la voce di Dentolina che narrava del suo triste passato.

 

Un secondo: il suo omonimo che pronunciava quelle parole come frecce acuminate per la sua Evelyn.

 

Un terzo: lei che arrossiva o sorrideva a quel dannato biondino.

 

E poi un ultimo che annullava tutti gli altri: Evee, i suoi capelli che leggeri si muovevano ad ogni passo e i due occhi che più lo avevano colpito, di una dolcezza disarmante.

 

Perché....? Perché provava sentimenti così contraddicenti, così maledettamente umani nonostante fosse una Leggenda?!

 

Un altro sospiro. L'ennesimo in neanche una mattinata sfuggito alle labbra dello spirito del gelo.

 

Se continui a sbuffare quella camomilla si gelerà”

Mamma...”

 

Niente da fare, lei si accorgeva sempre quando qualcosa non andava, e quell'aria assente non aiutava certo a nascondere ciò.

 

Appoggiò la tazza sul tavolinetto proprio di fronte al sofà sul quale si era accomodata, rannicchiando le ginocchia fino a fargli toccare il petto.

 

Mi vuoi dire che cosa succede veramente? Non stai male, giusto?”

Annuì flebilmente.

 

La madre si sedette accanto a lei, un ulteriore invito ad aprirsi.

 

Ci sono due ragazzi...Anzi, a dir la verità solo uno. Il problema è che a me lui piace, ma quando sono con l'altro sto comunque bene, cioè è un 'bene' diverso. Con il primo mi sento come...come travolta da un sacco di emozioni, ma quando sono con l'altro è come...non so, come se fossi in pace con il mondo, come se meglio di così non potessi stare e...e non so cosa mi succede!”

 

Si prese la testa in puro stato confusionale.

 

Non posso dirti io cosa devi fare, io non sono te, capisci? Però...voglio darti un consiglio: cerca di stare più attenta alle tue sensazioni quando sei con loro, e vedi quando davvero stai bene, quando ti senti a tuo agio e non vorresti mai andare via. Quando lo capirai saprai anche chi è quello giusto.”

 

Ma, e se a lui non piaccio?”

Questo è un altro problema. Non puoi cambiare la volontà di nessuno.”

 

E fu in quel momento che alla sua mente si affacciò un pensiero:

Ma lei poteva essere innamorata di Jack Frost? No, lui era un amico, ma allora...Perché quel dannato senso di benessere? Okay, anche mettendo -cosa praticamente impossibile- che fosse innamorata del Guardiano, Lui? Ora che ci rifletteva meglio, non aveva mai considerato l'ipotesi che...

 

Possibile che arrossisse al solo pensarci?

No, così non andava, doveva reagire!

 

Andò alla finestra e appannò i vetri col proprio respiro.

Con il polpastrello caldo cancellò un po' di quel vapore componendo una parola, un nome: Jack.

 

Lo cancellò in fretta, quasi volesse eliminare tutti i problemi, uniti da quattro misere lettere.

 

Allo stesso modo in cui altre quattro misere lettere erano sparite sotto il tocco ghiacciato del ragazzo.

 

Evee...

 

Aveva deciso: ci avrebbe parlato quel giorno stesso!

 

E il giorno arrivò.

 

Non aveva mai seriamente architettato che vestiti mettersi.

E aveva sempre reputato tutti i suoi abiti, più o meno carini.

E, proprio ora che servivano vestiti carini, sembrava che niente andasse bene.

 

Alla fine aveva scartato quasi tutto il contenuto del suo armadio, rimaneva poco o niente; ossia un vestitino color salmone, maglioncino giallo, un altro bianco, gonnellina nei toni dell'azzurro.

 

Optò per gli ultimi due indumenti, completando il tutto con un cappotto sul marroncino con grossi bottoni caramello, una sciarpa di un celeste spento, e, intonata, una mollettina per capelli.

 

Si precipitò fuori correndo a perdifiato, per un motivo sconosciuto a lei stessa.

 

Si fermò dopo almeno dieci minuti, col respiro affannoso, piegata in due per lo sforzo, le guance imporporate.

 

Quando aprì gli occhi si ritrovò il suo riflesso davanti, centuplicato in mille cristalli.

 

Il salice.

 

Il loro salice.

 

Sapevo che ti avrei trovata qui.”

Dietro di lei era comparso proprio lo spirito del gelo.

 

Ciao.”

Ora non era più molto sicura di essere rossa solo per la fatica.

 

Scusa.”

All'unisono la voce era uscita dalle loro bocche.

 

Si guardarono sorpresi, chiedendosi reciprocamente, in quel muto silenzio, il perché.

 

Be, non ti ho aspettata oggi a scuola.”

 

Un sorriso le incorniciò il volto.

Io non sono venuta a scuola.”

 

Cos- Perché? Stai male?”

Pura preoccupazione.

 

No, te?”

 

L'amore poteva essere considerato una malattia?

Può darsi, ma da che ne sapeva non era contagiosa -purtroppo-, né curabile quindi, perché parlargliene?

 

No. Però ti devo parlare.”

Anch'io.”

Mi vuoi bene?”

Domanda sciocca, ma lei sapeva trovarci il senso.

 

Non lo so.”

E la sua risposta era un barlume di speranza, che desiderava fortemente, non sfumasse solo in un'amara illusione.

 

Forse avrebbe dovuto stare zitto e andarsene.

Però le parole dalla punta della lingua scapparono velocemente, andando in un timido farfuglio.

Posso, posso portarti a casa?”

In che senso?”

Posso?”

 

La sua espressione insistente fu come una molla e la sua testa si ritrovò ad annuire; mentre la manica blu della felpa di lui si intrecciava alla sua vita.

 

Tranquilla, ti tengo io.”

Cosa?”, non fece in tempo a mormorare confusamente che un alito di vento gli fece decollare.

Le labbra mal repressero un urlo.

Ma una volta constatato che lui sapeva benissimo cosa fare, la smorfia di paura si tramutò in meraviglia.

Ora quelle calde iridi correvano continuamente da una parte all'altra del paesaggio sottostante.

 

Allora?”

E' fantastico!”

Un lampo di soddisfazione illuminò il suo sguardo.

Lo rendeva così incredibilmente fiero di se il farla sorridere così.

Solo in quel momento si rese conto della loro reale vicinanza, riusciva addirittura a sentire il profumo dolce di Evee, che lo inebriava, stordendolo.

 

I loro cuori battevano all'unisono, come smossi da una calma tempesta, ossimoro perfetto per quella pace euforica che pervadeva i loro animi.

 

Atterrarono solo dopo molto tempo e altrettante acrobazie.

 

Come ubriachi di quella strana e dirompente gioia.

 

Entrò dalla finestra, che nella fretta aveva lasciato aperta.

 

Si girò.

 

E si sfiorarono.

 

Le loro labbra si sfiorarono, (in)consapevolmente.

 

Lui volò via in un battito di ciglia.

 

E lei si ritrovò a toccare con un sorriso ebete e sorpreso, la bocca increspata da schegge di ghiaccio.

 

 

Note dell'autrice:

Eccomi, di nuovo in ritardo ^^' Scusate tanto, ma tra verifiche e il caro fratello maggiore che requisisce continuamente il computer, non ho potuto pubblicare prima.

Passando al capitolo, come potete vedere da voi è diverso, colorato e con più riflessioni (oltre che un po' più corto, ma sono dettagli ^^'), si può tranquillamente definire di transizione, anche per questo, non l'ho voluto rendere lungo. Spero comunque che non risulti noioso, come invece sembra a me che stia diventando la mia storia. Forse mi sbaglio, non so, comunque mi farebbero piacere, oltre che un grande aiuto, maggiori recensioni :) come al solito ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia, in particolare Anaisx, che è sempre così carina con me <3

Bene, non mi resta che salutarvi e sperare di vedervi presto ;)

Un bacione <3

  
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