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Autore: Lady Moonlight    21/01/2013    1 recensioni
New York, anno 2012.
In una città contesta tra Nephilim e Vampiri, una minaccia sconosciuta incombe su tutti loro.
Chimera, così è stata soprannominata la creatura che ha scosso l'intera popolazione newyorkese, spargendo ovunque la stilla del terrore.
Astaroth, il Master di New York è morto.
Sebastian è l'unico vampiro in grado di fare ordine nel caos che si è generato, ma è anche l'ultima cosa che il famoso attore internazionale desidererebbe fare.
Alle prese con una bizzarra orologiaia che afferma di conoscerlo, senza però averlo mai visto; un Angelo Decaduto privo di senno; un gruppo di Nephilim adolescenti, oltremodo invadenti; un'umana convinta di amarlo e un altezzoso principe tedesco, dovrà fare i conti con un passato che credeva essersi lasciato alle spalle.
[...] "Ombre mescolate a luci." Raziel girò i palmi delle mani e tra le sue dita, dal nulla, comparve un grosso tomo che sfogliò riluttante. C'erano parole scritte in ogni tipo di lingua e dialetti esistenti. "È questa la natura delle anime."
Prequel di Contratto di Sangue-L'Ombra del Principio
Genere: Avventura, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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 06

≈*≈*≈*≈*≈
Erede di sangue

 

Del passato dovremmo riprendere i fuochi,
e non le sue ceneri.
{Jean Juares}

 

 

Il Trinity era un locale notturno situato in Houston Street. Un tempo abitazione nobiliare, era divenuta col passare degli anni uno dei locali notturni più frequentati dagli adolescenti newyorkesi. Dall'aspetto antico e affascinante sembrava promettere la realizzazione dei sogni proibiti di tutti i quindicenni americani.
La fila di ragazzi che attendevano pazientemente di essere fatti entrare nel locale era davvero notevole. Accodati uno dietro l'altro, telefonino alla mano e cuffie alle orecchie, si stringevano nei cappotti tentando di trovare un riparo al freddo vento di inizio novembre.
Alle sue spalle, Pierre gli passò tra le mani una semplice maschera che gli avrebbe coperto la parte superiore del viso. Sebastian si affrettò ad indossarla facendo scorrere l'elastico dietro le orecchie. In quel modo non avrebbe corso il rischio che adolescenti dagli ormoni in subbuglio lo riconoscessero.
Lanciò una rapida occhiata a Wilfred. Il vampiro aveva un aspetto migliore rispetto la sera precedente, ma era evidente che necessitava ancora di riposo.
Avanzò, seguito dai due redivivi, spintonando di lato due adolescenti che avevano tentato di fermarlo. Dalla fila proruppero una serie di insulti e fischi concitati.
Il buttafuori, un vampiro di recente creazione, fece loro segno di fermarsi. Non si era nemmeno reso conto che lui e i suoi compagni appartenevano alla stessa razza.
"Documenti!" latrò. Evidentemente il fatto che avessero superato le altre persone non gli interessava.
"Porta rispetto!" Pierre si fece avanti, pronto a sbatterlo contro un muro, ma Sebastian lo fermò interponendo la mano tra i due.
"Documenti." ripeté l'altro per nulla impressionato.
"Togliti dai piedi." ordinò Sebastian con voce ferma.
Vedendo che l'altro insisteva nel sbarrargli la strada si limitò a concedergli un sorriso sinistro. "Pierre!" chiamò.
"Sì, Master?" Il vampiro si portò velocemente al suo fianco, mostrando le zanne al buttafuori.
"Spiegagli, gentilmente, chi è il padrone di questo posto, ora."
In quanto nuovo Master di New York a lui spettavano tutti i possedimenti e le ricchezze che Astaroth si era lasciato alle spalle con la sua morte. Di conseguenza, anche il Trinity, la perla dei night club newyorkesi, era di fatto una sua proprietà. Ciò che tuttavia lo infastidiva maggiormente era che quel vampiro -che a giudicare dai suoi comportamenti non doveva avere più di tre anni di vita- non lo avesse riconosciuto come suo diretto superiore. Era un affronto vedere che quelli che lui aveva battezzato come "vampiri moderni" non sapessero nemmeno riconoscere la differenza fra un umano e un vampiro e tra un mezzosangue e un purosangue.
Dall'alto della sua arroganza, Astaroth non si era nemmeno preso la briga di istruire i suoi sottoposti sulle regole gerarchiche e sociali vigenti tra la loro razza.
Vedendo la storia sotto quel punto di vista, non si sorprese nel constatare che pochissimi vampiri erano a conoscenza del fatto che il loro Master fosse morto la notte precedente.
D'altra parte, era proprio per quel motivo che si era recato al Trinity; per comprendere se l'omicidio era stato un atto premeditato o se era stato del tutto casuale. Quante possibilità esistevano che qualche folle creatura possedesse il potere di controllare la Chimera? E se esisteva qualcuno del genere, come poteva fermarlo?
Senza difficoltà Pierre strinse una mano sulla gola del buttafuori e lo sollevò da terra, tenendolo sempre in quella posizione.
Le grida, tra l'ignaro pubblico alle loro spalle, si intensificarono.
"Ehy, amico!" esclamò qualcuno, picchiettando sulle spalle di Sebastian. Era evidente che l'umano fosse preoccupato per le sorti del buttafuori e che non gli andasse a genio il loro comportamento.
Lui non si prese la briga di rispondergli e con malumore crescente osservò Wilfred che tentava di tranquillizzare la folla di adolescenti vestiti di nero. Sospirò, pensando che per lo meno il vampiro aveva perso gli atteggiamenti pazzoidi della sera prima.
Si sistemò meglio la maschera e varcò l'ingresso del locale. Wilfred e Pierre lo raggiunsero poco dopo, il primo totalmente a suo agio nell'ambiente, il secondo visibilmente scocciato nel trovarsi lì.
Nessuno fece caso al loro arrivo. La musica pulsante si riversò su di loro, nell'attimo stesso in cui un gruppo di ragazzi li spintonarono -senza alcun successo- verso il balcone del bar.
Di fronte a loro, ad attenderli c'era un massa sudata di adolescenti che ballavano un pezzo di rap.
"Adrian è al secondo piano." spiegò Wilfred indicando il vano delle scale.
"Muoviamoci." ordinò Sebastian.
Adrian, come gli aveva spiegato il redivivo al seguito di Astaroth, era il braccio destro del purosangue. Se c'era qualcuno in quel posto
che poteva sapere se l'ex Master di New York avesse dei nemici che desideravano vederlo morto era lui.

"Io facevo lo spogliarellista." stava spiegando Wilfred indicando il palcoscenico su cui si stavano esibendo due vampiri.
A prima vista, notò Sebastian, sembrava che tutto il personale fosse composto da redivivi. In tal modo, riusciva a spiegarsi il successo di tutti i night club di cui Astaroth era stato proprietario.
Era innegabile che i vampiri possedessero un fascino precluso agli esseri umani. Il trascorrere dei secoli non faceva altro che evidenziare quella loro caratteristica.
La sua razza si era evoluta, semplicemente, perfezionando i tratti fisici della loro struttura corporea.
I vampiri erano cacciatori. Se la preda cadeva nell'inganno creato dal loro splendido volto, non c'era bisogno di darle la caccia.
"Da quella parte." intervenne Wilfred con un cenno della mano. 
 

 

Adrian, come poté notare mentre il vampiro si esibiva in uno spettacolo tutt'altro che innocente, aveva un numeroso seguito di fan urlanti. Donne e ragazze di ogni età che avrebbero pagato una fortuna -a giudicare dai loro sguardi maliziosi - per poter trascorrere una notte con lui.
Biondo, alto e occhi azzurri doveva incarnare il loro tipo di uomo ideale. Un principe che sarebbe stato in grado di condurle nei vortici della perdizione.
E di un principe si trattava, in verità. Adrian von Hohenfels era un nobile di origini germaniche trasformato nel 1638, mentre in Europa ancora si svolgeva la guerra dei trent'anni.
Era stato il braccio destro di Astaroth e a quanto si vociferava anche il suo amante.
Avvolto in un attillato completo in pelle nera, stava afferrando al volo una banconota da venti dollari lanciata da qualcuno tra il pubblico.
Non potendo interrompere l'esecuzione di quello spettacolo, Sebastian fece cenno a Pierre e Wilfred di andarsi a sedere al tavolo libero.
"Ordinate da bere." ordinò, indicando loro la lista delle bevande.
"Ma non possiamo!" scattò in piedi Wilfred attirando l'attenzione di alcuni tra i presenti.
Pierre lo tirò velocemente per il braccio, costringendolo a sedersi nuovamente.
"Non possiamo, cosa?" proruppe infastidito il francese.
"Bere questi cocktail!" esclamò Wilfred con un sorriso nervoso.
Sebastian si portò una mano sul volto, sfiorando i contorni della maschera. Quanto si poteva essere stupidi?
"Perdonatelo, Master." intervenne Pierre con un sospiro. "Neanche da umano doveva essere stato un individuo intelligente." lo giustificò con una scrollata di spalle. Wilfred alzò una mano per replicare, ma il francese lo zittì. "Sapete come dicono gli umani: tutto muscoli, niente cervello." Lo guardò freddamente. "Ho il sospetto, però, che nemmeno la parte dei muscoli si addica molto a lui."
Il Master di New York si lasciò scivolare mollemente sulla sedia, trattenendo a stento una risata compiaciuta. "Pierre!" lo richiamò all'ordine, decisamente divertito.
Le dita di Sebastian si strinsero convulsamente attorno alla gamba del tavolo, attente a non distruggere l'oggetto. Alle sue spalle, alcune umane si sbracciavano in avanti, cercando di sovrastare con la voce il volume della musica.
"Avete visto quanto gli somiglia?" proruppe una ragazzina, indicando in direzione del palco.
"Dici?" l'amica al suo fianco parve scettica. "Secondo me è più simile ad Orlando Bloom!" esclamò, agitando in aria le mani.
Lui si ritrovò a serrare la mascella, infastidito dalla piega degli eventi.
"Ma che dici?" replicò la prima, che sembrava sconvolta per quel paragone. "Sebastian Walker è dieci volte meglio! Vedi?" continuò, facendo cenni verso Adrian.
Pierre tossì, dando a Sebastian una leggera gomitata di apprezzamento. Era evidente che il francese trovasse divertente quella frivola conversazione. Wilfred, al contrario, si limitò ad osservare con occhi spalancati ciò che stava facendo il principe tedesco.
"Va bene, va bene!" acconsentì la ragazza, alzando le mani in un gesto di resa. "Walker è meglio di Bloom!" concluse, estraendo dalla tasca un pacchetto di sigarette. "Vieni a fumare, ora?"
Sebastian distese le labbra, soddisfatto di aver vinto quella sciocca gara tra adolescenti. Se Jennifer fosse stata lì si sarebbe fatta delle grasse risate, prendendolo in giro per quella sua vena vanitosa.
La musica cambiò ritmo e insieme ad essa anche l'atteggiamento di Wilfred. Il redivivo sembrava essere più a suo agio, ora, come se quella musica o l'ambiente a lui familiare fosse riuscito a tranquillizzarlo.
"Sei certo di non aver visto il volto dell'assassino di Astaroth?" gli domandò Sebastian cercando qualcosa con cui intrattenersi.
Wilfred scosse la testa. "La Chimera aveva sembianze umane, sembrava una ragazzina, ma il suo viso mi è rimasto celato."
Annuì di malavoglia. Anche lui era giunto alla stessa conclusione.
"Quando sono uscito dal locale, Astaroth stava già combattendo. Ho cercato di aiutare il mio Master, ma..." le parole gli morirono in gola.
"Eri il suo amante, dico bene? O almeno uno dei tanti." aggiunse Sebastian, rivolgendo un'occhiata ammonitrice a Pierre che aveva fatto un espressione schifata. Era evidente che l'altro vampiro preferisse il genere femminile.
"Se Adrian lo sapesse..." disse Wilfred con voce tremante.
Un cameriere portò loro dei cocktail che appoggiò al bordo del tavolino. Era una mistura di ghiaccio, rum e succo di fragola.
"Oh, credo che lo sappia." intervenne Pierre indicando con un cenno della testa il vampiro che si stava avvicinando. "Non credo gli sia mai importato molto di Astaroth." commentò.
"Puro interesse." convenne Sebastian. "Tipico della nostra razza." continuò, stringendo tra le dita la bevanda.
Wilfred abbassò il capo. "V-Vi sbagliate... Io... No, erano amanti." balbettò delle frasi sconnesse, aspettandosi che qualcuno cambiasse quella opinione.
"Pateticamente umano." fu la conclusione di Sebastian davanti a quell'atteggiamento infantile.
"Non dirmi che provavi qualcosa per Astaroth!" lo beffeggiò Pierre, reclinando la testa all'indietro.
Wilfred socchiuse gli occhi. Sembrava sul punto di piangere e l'ultima cosa che voleva Sebastian era attirare su di loro l'attenzione con un vampiro che rivelava lacrime scarlatte.
"Basta così, Pierre." lo ammonì, facendogli segno di darci un taglio con quelle provocazioni. "È giovane." gli spiegò, riferendosi allo stato di immortalità di Wilfred. "Con il tempo, forse, riuscirà a liberarsi di certe fastidiose consuetudini umane." 
 

 

Adrian von Hohenfels li stava raggiungendo. Si muoveva sinuosamente tra la folla, spargendo sorrisi a chiunque incrociasse il suo sguardo.
Si stava sistemando i capelli, quando, con un movimento quasi impercettibile per l'occhio umano, afferrò una sedia e la trascinò con sé fino al tavolo in cui loro lo stavano aspettando.
Si posizionò tra Sebastian e Wilfred, dando volutamente le spalle a quest'ultimo. Il redivivo impallidì leggermente, ma riuscì a mascherare bene l'inquietudine che lo stava assalendo.
Osservando il nuovo arrivato, senza mascherare il proprio interesse nei suoi confronti, Sebastian si rese conto che effettivamente c'era una certa somiglianza tra loro. Avevano la stessa altezza, lo stesso profilo ed anche la pelle assumeva le stesse sfumature perlacee.
Non fosse stato per il colore dei capelli e degli occhi, qualcuno avrebbe potuto scambiarli per gemelli.
"Le mie congratulazioni, nuovo Master di New York." esordì, portandosi la mano destra sul cuore.
Sebastian gli rivolse un cenno d'assenso. "Si presuppone che io debba farti le mie condoglianze." lo interruppe.
Invece che rispondere, Adrian sorrise, mettendo in mostra la sua dentatura perfetta.
Wilfred si strinse le braccia al petto, gli occhi lucidi.
Sebastian gli lanciò un'occhiata ammonitrice. Se si fosse azzardato a piangere lo avrebbe ucciso seduta stante, poco importava del luogo in cui si trovavano.
"Le voci corrono in fretta in questa città." osservò.
"O, forse, c'è molta gente pronta ad ascoltare." lo corresse Adrian.
"Forse." gli concesse lui.
Furono interrotti dalle suppliche di una diciottenne che chiese ad Adrian un autografo. Il vampiro acconsentì, mormorandole qualcosa
all'orecchio. Poco dopo la ragazza se ne andò con il volto arrossato ed un'agenda autografata tra le braccia.

"Che seccatura." bisbigliò Adrian, giocherellando con i bicchieri intoccati dei cocktail. "Walker, come sopporta i suoi fan?" domandò, cercando di intuire la sua reazione.
"Non li sopporta, semplice." rispose Sebastian pacato. "Astaroth ti ha parlato di me." osservò.
"Più di tuo padre."
Pierre sussultò sulla sua sedia, Wilfred invece li guardò interrogativamente.
Naturale.
L' espressione di Sebastian non mutò, ma il senso di inferiorità che lo accompagnava quando si parlava di suo padre lo costrinse a distogliere lo sguardo. Dracula, Vlad Tepes, Vampiro Originario... Lucifero. Una serie di nomi che indicavano tutti il sovrano delle creature della notte.
"Chi è..." Pierre bloccò la domanda di Wilfred sul nascere, afferrandogli il polso destro.
Sebastian appoggiò i gomiti sul tavolo e curvò la testa di lato. Era veramente snervante constatare i livelli di ignoranza di quel redivivo.
Adrian concesse a Wilfred una breve occhiata carica di disgusto. Forse, si stava domandando che cosa potesse aver trovato di interessante Astaroth in un individuo come lui.
Era lo stesso quesito che Sebastian si era posto il giorno precedente, quando lo aveva salvato dalla Chimera.
"Master, se è un vostro desiderio posso sbarazzarmi di lui." dichiarò Pierre con un lieve accento francese.
"Perché dovrebbe..."
Pierre strinse la presa sul polso di Wilfred. "Tieni chiusa quella bocca." sibilò infastidito.
"Sfortunatamente, ho ancora bisogno di lui, Pierre." aggrottò la fronte, volgendo lo sguardo verso un gruppo di vampiri occupati dietro il ripiano bar. "Perché non gli illustri il mio grado di parentela?" dichiarò Sebastian, mentre tornava a rivolgersi ad Adrian. "Quanti vampiri lavorano in questo locale?" domandò.
Adrian sembrò rifletterci. "Una ventina, credo. Se però vuoi sapere quanti in totale lavoravano per Astaroth, direi un centinaio."
Lui annuì. Era possibile che tra loro ci fosse qualcuno che covava risentimento nei confronti del ex Master di New York?
"C'è una stanza in cui si può parlare senza temere di essere uditi da orecchie indiscrete?" volse un'occhiata significativa in direzione della folla.
Vide Pierre roteare gli occhi al cielo, mentre Wilfred balbettava qualche scusa mortificata. "Allora..." fece il punto della situazione il redivivo. "Significa che Sebastian è stato il primo vampiro creato da Vlad Tepes?" chiese Wilfred titubante.
"No!" esclamò il francese, indignato. "Il nostro Master è carne della sua carne." spiegò, massaggiandosi le tempie.
"Impossibile!" decretò Wilfred.
Adrian fece segno a Sebastian di seguirlo al piano superiore del Trinity e lui scostò la sedia quel tanto da attirare l'attenzione degli altri due vampiri. Entrambi si affrettarono a seguirli lungo il corridoio illuminato dalle luci al neon.
"Due vampiri, membri della stessa razza, non possono avere figli." continuò Wilfred.
"Allora, qualcosa lo sai sul nostro mondo." fu l'acida risposta di Pierre.
"Non è suo figlio. Vlad non ha figli!" proclamò soddisfatto, fiero di essere giunto a quella conclusione.
A quel punto Sebastian si fermò a metà della scalinata e si voltò verso di lui, gli occhi due braci ardenti.
Con uno scatto fulmineo, scaraventò Wilfred al suolo ed avvicinò il suo viso fino a che i loro nasi non furono a poca distanza l'uno dall'altro. La lingua sfiorò i contorni acuminati delle zanne e il sapore del sangue gli corse giù nella gola.
Quando parlò, la sua voce suonò aspra e roca.
Sarebbe stato facile e piacevole affondare le mani nel torace di Wilfred per liberarsi della sua, più che evidente, stupidità, ma quel briciolo di controllo che ancora possedeva gli impediva di ucciderlo.
Tuttavia, restare impassibile mentre subiva un tale affronto gli era impossibile. Quelle parole erano offensive nei suoi confronti tanto quanto lo erano per i suoi genitori.
"Non osare, mai più, insinuare una cosa del genere quando sei in mia presenza!" tuonò Sebastian, riassumendo una postura più eretta.
Tenuto a terra dalla pressione esercitata dalla sua gamba sul torace, il corpo di Wilfred tremava.
Nello stesso istante, Adrian e Pierre stavano facendo allontanare un gruppo di umani curiosi, esercitando il controllo mentale sui loro pensieri.
"Sai per quale motivo stai tremando? Lo sai?" gli chiese lui divertito. Vedendo il vampiro scuotere la testa il suo velato sorriso si allargò. "Perché il sangue che ti scorre tra le vene riconosce quello del tuo padrone. Il tuo corpo identifica il pericolo prima del tuo cervello."
Wilfred spalancò la bocca in cerca d'aria, una reazione tipica dei redivivi più giovani.
Sebastian spostò il piede verso la sua clavicola, spingendo verso il basso.
"Non puoi parlare." l'avvertì, mentre Wilfred si portava una mano alla gola, l'espressione terrorizzata.
"Vedi..." sussurrò, cercando il suo sguardo. "Se tu ti fossi informato un po' di più su ciò che riguarda la nostra razza, non avresti commesso questi banali errori."
La mano di Wilfred si strinse attorno al polpaccio di Sebastian, ma la sua forza era troppo debole per contrastare quella che lui aveva accumulato negli anni.

 

 
"Semiael, uccidilo." un ordine che non ammetteva repliche.
"Di cosa è accusato?"
"Tradimento." Una parola, una condanna.
Exaniha, la splendente spada dorata di suo padre, riposava quieta tra le sue mani.
"Cosa ha fatto?" la voce tremava.
"È proibito uccidere gli umani per un capriccio dettato dalla noia. La nostra sopravvivenza dipende direttamente dalla loro."
"Semiael." la supplica soffocata di sua madre, che lo pregava di compiere il suo dovere.

 

Turbato dall'intensità di quel ricordo, Sebastian si allontanò con un balzo dal corpo di Wilfred.
La maschera scivolò a terra, ma lui non se ne curò. Riprendendo a fatica il controllo su se stesso, fece cenno agli altri di seguirlo.
Aveva bisogno di vedere Jennifer. Lei era la sola che poteva trovare un modo per calmarlo o, almeno, lo sperava.

 

 

 

 

 

Capitolo gentilmente betato da: KumaCla
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Note: il capitolo era pronto da un po', ma non ho avuto tempo per postarlo prima. Sorry! Avrei pure voluto rivederlo e modificare qualcosina, ma nada. Per ora leggetelo così come è xD
Spero ugualmente che vi sia piaciuto! Fatemi sapere!
By Cleo^^



 


 

   
 
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