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Autore: Luce87    22/01/2013    2 recensioni
Ritroviamo la nostra coppia dopo alcuni anni dalla battaglia contro i Volturi. Vivono tranquilli e spensierati, Bella però, ha qualcosa che non va. Cosa c'entra in tutto questo un ragazzo dagli occhi color cielo, di nome Alan? E se Bella si fosse pentita di alcune scelte? Se si presentasse un nuovo nemico? Una storia che vi terrà con il fiato sospeso, piena d'amore, segreti e battaglie!
CONTINUO DE "ALL'INTERNO DELLA STORIA"
Non è necessario leggere All'interno della storia 1 per capirci, ma aiuterebbe, altrimenti potete chiedermi direttamente a me info! Spero vi piaccia! Fatemi sapere ^_^
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buongiorno a tutti, ed eccomi con un nuovo capitolo! Il cap. scorso era molto introspettivo, il sogno di Bella era molto particolare...in questo invece, ritorna il nostro Alan. Vedremo un po' come si mette la situazione...ihih Volevo ringraziare danybor per aver recensito lo scorso capitolo, grazie per il tuo continuo sostegno! Grazie anche a chi ha inserito questa storia in una delle liste...ok, ora mi dileguo, buona lettura!






12

 

Per fortuna le ore d'italiano giunsero in breve tempo alla fine, quel film stava incominciando a provocarmi un serio colpo di sonno! Io ed Edward ci alzammo tranquillamente, e lui si girò verso di me...

 

- Interessante?-

 

- Cosa?-

 

- Il film?-

 

- Oh, sì, il film, certo!-

 

- Ti ha annoiata insomma!-

 

- Come hai fatto a capirlo?-

 

- Sai che molti anni fa, all'inizio, quando eri venuta da noi da poco tempo...eravamo a scuola e l'insegnante proprio d'italiano decise di farci vedere un documentario...anche quella volta l'hai trovato noioso, così tanto che ti sei persino addormentata...-

 

- Oddio, ma scherzi? Certo avrò fatto una gran bella figuraccia, ma è fantastico! Insomma, in fin dei conti mi stai dicendo che ci ritroviamo dopo undici anni a rivivere le stesse cose!-

 

- Effettivamente questo è alquanto strano, ma comunque non è mai la stessa cosa...-

 

- Anche questo è vero, oggi non mi sono addormentata!-

 

- Giusto, anche se non intendevo proprio quello...-

 

Tranquilli percorremmo i corridoi, nessuno alzava lo sguardo su di noi, o per lo meno appena mi giravo ad osservarli spostavano lo sguardo...

 

- Non credo che mi sia fatta troppi amici a scuola...-

 

- Cosa te lo fa credere?-

 

- Insomma, nessuno ancora mi è venuto a chiedere come sto...anzi, sembra che mi evitino-

 

- Non badarci, è un paese piccolo, e qui tutti si conoscono da generazioni, quando arriva qualcuno di nuovo per loro è un forestiero, che ha invaso il loro territorio. Oltre al fatto che penso ci reputino strani, o diversi se vogliamo essere corretti-

 

- Diversi? E poi perché nuovi? Abitiamo da poco qui?-

 

- Da un anno, ma abbiamo iniziato a venire a scuola solo quest'anno...-

 

Arrivammo nell'aula di musica, ed io affrettai il passo per scegliere i posti che volevo, cioè abbastanza lontani da orecchie estranee...volevo sapere qualcosa di più, e sembrava che Edward fosse l'unico disposto a rispondere alle mie domande. Certo avevo notato che rimaneva sempre vago, ma era comunque meglio che nulla in fin dei conti. Lo vidi lasciarmi scegliere il posto e seguirmi per sedersi accanto a me, sembrava la guardia del corpo di una bambina! Avevo tutta l'intenzione di passare l'intera ora a tempestarlo di domande...Per fortuna la professoressa aveva intenzione di far suonare ad un ragazzo il basso, nessuno avrebbe udito quello che dicevo, e poi di certo non mi sarei messa ad urlare!

 

- E dimmi, prima di qui, dove stavamo?-

 

- A Forks...non è molto distante da qui, la prima volta che sei comparsa abitavamo lì -

 

- Forks? E per quanto tempo siamo restati in quella città?-

 

- Dieci anni, per lo meno tu, noi già ci abitavamo -

 

- Ok, ed ora correggimi se sbaglio...io ho ventotto anni in realtà, anche se ne dimostro diciassette...come te del resto...ma tu quanti anni hai?-

 

Lo vidi osservare davanti a se...capì al volo che stava valutando se rispondere alla mia domanda o meno

 

- Pensi che ne rimanga sconvolta?-

 

- Pensi che ne resterai sconvolta?-

 

- Saprò cavarmela...-

 

- Centodiciannove-

 

Deglutì mentre spostai il mio sguardo al povero ragazzo impedito con il basso. Avevo detto che potevo cavarmela, ma forse non era vero, insomma il ragazzo bellissimo, che assomigliava più ad un angelo che ad un umano...aveva centodiciannove anni? Ma...com'era possibile? Forse era una domanda insensata, in fin dei conti io ne avevo ventotto, eppure agli occhi di tutti, anche a quelli miei sembravo una diciassettenne a tutti gli effetti. Insomma, però se facevo due calcoli...in poche parole era nato nel...1901? Insomma, quando non esisteva ancora il telefono, la televisione...insomma aveva visto le guerre mondiali! Sapevo che era in attesa di ciò che pensavo, ma forse in quel momento la mia mente era alquanto incoerente...

 

- Te li porti bene...-

Oddio...lo avevo davvero detto? Ma che mi era saltato in mente? Lo vidi sorridere mentre guardava davanti a se, chissà cosa stava pensando di me....

 

- Anche tu-

 

E'? Bé, sì in effetti aveva ragione...

 

- Ma tu sei più vecchio!-

 

Si girò con un suo perfetto sopracciglio alzato, per guardarmi...forse lo avevo offeso...

 

- La mia età è saggezza...e poi a questo punto che dovrebbe dire Carlisle?-

 

Quell'affermazione mi spiazzò, cosa voleva dire? Cioè, la domanda più corretta da porsi era, quanti anni aveva Carlisle? Lo guardai perplessa e mi rispose con un sorriso...forse non era la domanda più giusta, oppure era la risposta che non sarebbe stata giusta! O più che altro normale!

 

- Ehm...e dimmi, come mai ci siamo trasferiti qui?-

 

- Non ti sembra ovvio? Dopo dieci anni che stavamo a Forks, insomma....-

 

- Giusto...la gente vedendoci si sarà fatta qualche domanda-

 

Effettivamente era la cosa più sensata, chissà perché non ci ero arrivata subito, in fin dei conti era più che normale. Potevo immaginare come la gente poteva vederci strani, gli anni passare e noi restare sempre gli stessi, sicuramente potevano pensare che eravamo una sorta di qualche extra terrestre, o dei mostri...insomma, di certo non normali!

- Perciò spesso tu e gli altri avete dovuto cambiare città-

 

- Molto spesso, sì-

 

- Perché ho deciso di restare con voi?-

 

Lo vidi cambiare espressione improvvisamente, a quel punto capì che forse avevo fatto la domanda sbagliata, o più esattamente avevo fatto la domanda giusta, la cui risposta però non potevo ricevere. Forse dovevo cambiare discordo...

 

- Dopo pranzo che lezioni ho?-

 

- Un'ora di spagnolo, ed anche in quella non sarai sola, perché ci sarà Jasper con te...poi l'ora successiva hai nuovamente musica. Purtroppo sarà l'unica ora in cui nessuno sarà con te. Non capisco neppure perché tu abbia nuovamente musica a dire il vero. Comunque se avessi bisogno non esitare a chiamarmi-

 

- Un'altra ora di musica, sicuramente sarà una lezione pericolosa...magari l'insegnate mi dice di suonare la chitarra, e mentre cerco d'accordare le corde, una di esse si spezza e cerca di strangolarmi...-

 

- Non è affatto divertente!-

 

- Realistica però, sì, vero?!-

 

Lo vidi alzare gli occhi al soffitto e sospirare, mentre io sorrisi. La lezione si concluse velocemente, il povero malcapitato ragazzo sembrava pezzare, manco avesse fatto una corsa di chilometri. Suonare il basso richiedeva di certo una certa bravura, o per lo meno immaginavo, ma perché sforzarsi tanto per qualcosa di cui non si è proprio in grado di fare?

Io ed Edward andammo poi dritti in mensa, prima d'andare dagli altri, che avevano già scelto un tavolo tutto per loro, ci fermammo a prendere qualcosa da mangiare. Io scelsi un po' di purè, e qualche verdura grigliata, mentre Edward prese un trancio di pizza. Poi andammo dagli altri, che si erano già serviti

 

- Ciao Bellina, come sono andate le prime ore di lezione?-

 

- Sono andate Emmett...pensavo fosse peggio....-

 

- Visto che non era una così brutta idea?-

 

- Hai ragione Jasper!-

 

- Jasper è molto intuitivo, ma lo sapevo anch'io che sarebbe andata bene!-

 

- Figurati se non lo sapevi Alice!-

 

- Guarda che è vero Rose!-

 

- A parte ciò...Bellina hai deciso di rimanere in forma con una dieta vegetariana?-

 

- Per me la vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umano. Sarei restia ad ammazzare un agnello per sostenere il corpo umano. Trovo che più una creatura è indifesa, più ha il diritto ad essere protetta dall’uomo dalla crudeltà degli altri uomini....e la provvida terra fornisce ricchezze e molti alimenti e offre vivande senza stragi e senza sangue, mio caro Emmett-

 

- Mi lasci senza parole Bellina...reputi che la vita umana sia meno importante di quella animale?-

 

-Verrà un tempo in cui considereremo l’uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo-

 

- ...ma è pur sempre...insomma...-

 

- Cosa Emmett? Riconosci nell’animale un soggetto, non un oggetto? Allora sii coerente, non domandare “che cosa” mangiamo oggi, ma “chi” mangiamo oggi! Come ti sembrerebbe se un giorno venissi da te e ti dicessi...chi mangiamo oggi?-

 

- Io ti risponderei un bell'orso bruno!-

 

- Cosa!?-

 

Naturalmente oltre a me, tutti i componenti del tavolo guardarono Emmett con aria irritata, come poteva dire certe cose?

 

- Direi che mi è passato l'appetito Emmett-

 

Alice non aveva tutti i torti anche a me era passato l'appetito, ma vedevo che anche gli altri non stavano toccando cibo...Dopo pochi minuti di silenzio gli altri incominciarono a parlare, ma io non ne avevo una gran voglia, ogni tanto mi guardavo in giro cercando di vedere se riconoscevo qualcuno, ma nessuno sembra rivolgere la sua attenzione verso di me. Ad un certo punto presi la forchetta e incominciai a giocare con il cibo davanti a me...perlomeno fin quando notai che tutti mi stavano fissando.

 

- Che c'è?-

 

- Tutto bene Bella?-

 

- Certo Jasper! Dopo abbiamo un'ora di lezione insieme ho saputo-

- Sì, spagnolo!-

 

- Speriamo che queste due ore volino in fretta....non vedo l'ora d'andare a casa!-

 

Fui sorpresa quando suonò la campanella, l'ora di pranzo era passata a dir poco velocemente, ero così concentrata sul nulla, che non mi ero accorta del passare del tempo. Ci alzammo dal tavolo tutti insieme, nessuno alla fine aveva mangiato nulla...dovemmo buttare tutto!

 

- Ci vediamo alla fine delle lezioni Bella!-

 

- Ok, ma dove, alla tua macchina?-

 

- Sì-

 

Detto ciò Edward e gli altri se ne andarono, mentre io e Jasper incominciammo ad incamminarci in aula. Come le ore precedenti nessuno alzò lo sguardo su di me e neppure questa volta su Jasper, che sembrava non farci neppure caso, forse era abituato. Ci sedemmo negli ultimi posti, per aspettare l'arrivo dell'insegnante. Jasper sembrava leggermente più sulle sue rispetto a tutti gli altri, era molto schivo...forse era in imbarazzo per il fatto che io non ricordassi nulla, e non voleva sbilanciarsi troppo, ma era davvero convinto che ciò avrebbe aiutato la mia memoria? La professoressa entrò in aula, ma non avevo alcuna voglia d'ascoltarla, presi a disegnare strane forme su un foglio. Dapprima incominciai a disegnare cerchi, triangoli, per poi allargarmi a disegnare una luna...una spiaggia, ricoperta di palme, poi aggiunsi quasi sulla riva una villa. Sospirai per cambiare soggetto, e a quel punto disegnai una torta, con una rosa appoggiata sopra...forse era la fame. Ad un tratto girai leggermente lo sguardo e notai che Jasper stava osservando i miei disegni, chissà se per lui avevano qualche significato....Ma cosa pensavo, che significato poteva mai avere una torta e una villa su una spiaggia di notte? Improvvisamente mi sentii nervosa con me stessa, com'era possibile che non ricordassi nulla? Non potevo giustificare dicendomi che era passato poco tempo, in fin dei conti non era così, forse ero qui da poco, ma ormai la mia memoria mancava da troppo....Alzai lo sguardo sull'orologio attaccato sopra alla lavagna, non mancava molto alla fine di quella tortura, non era una tortura la lezione di spagnolo, alla fine non gli davo neppure così tanta importanza...ma stava finendo quella giornata di scuola! Certo potevo impegnarmi di più, forse tener la mente occupata mi avrebbe aiutata a non pensare troppo, ma era impossibile. Ripresi a disegnare dei cerchi calcando, andai a pasticciare anche sopra alla villa e alla torta, in fin dei conti quei disegni non significavano proprio nulla! Capì di calcare troppo quando la punta della matita si spezzò, catturando anche l'attenzione di Jasper che si girò verso di me, percepì che stava per dire qualcosa, ma fu interrotto dal suono della campanella.

 

- Finalmente!-

 

- Mi sei sembrata un po'...frustrata-

 

- No figurati...è solo che non vedo l'ora di tornarmene a casa, mi sento un po' stanca...-

 

- Stai tranquilla, ancora un'ora e la tortura per oggi è finita-

 

- Meno male...bé ora vado, non voglio arrivare in ritardo a lezione-

 

- Ok, ti ricordi come arrivarci?-

 

- Certo-

 

- Va bene, allora ci vediamo dopo, buona lezione!-

 

- Anche a te!-

 

Lo guardai allontanarsi con una strana rilassatezza, finalmente stavo sola. Certo non volevo dire che non mi piaceva la loro compagnia, ma avevo davvero bisogno di starmene un po' per i fatti miei, non volevo e non avevo bisogno di baby sitter. Mi girai a guardare il corridoio per un momento perplessa, avevo decisamente mentito, da che parte era l'aula di musica? Cavolo, sarei arrivata di certo in ritardo! Camminai per i corridoi che si stavano svuotando, non volli chiedere a nessuno, già la gente non aveva il coraggio di guardare nella mia direzione, figurati che reazione avessero se mi fossi avvicinata. Passarono altri minuti ed il corridoio fu deserto, cavolo...un gruppo di ragazzi sorridenti sbucarono da in fondo al corridoio con il sorriso, riconobbi il povero ragazzo che aveva cercato di suonare il basso. Ma ne lui, ne nessuno di loro, fece una piega passandomi accanto. Di certo non erano molto educati, ne socievoli. Mi bloccai improvvisamente quando arrivai davanti all'aula in cui si sarebbe svolta la lezione, finalmente l'avevo trovata! Stranamente però era deserta...c'era solo un ragazzo di spalle

 

- Ma dove sono tutti?-

 

Non si girò neppure per rispondermi

 

- Se ne sono andati, la professoressa ha avuto un contrattempo e non viene...-

 

- Ah...bene, ottimo-

 

A quel punto si girò a guardarmi, e lo vidi aprire la bocca e spalancare gli occhi, due occhi di un azzurro intenso e meraviglioso. Oggi era il primo che mi rivolgeva la parola, ed era il primo con cui avevo scambiato delle parole che non fosse un componente della famiglia. Ma...aveva intenzione di restare così a lungo fissandomi? Di certo non era un comportamento normale...

 

- Non mi resta che aspettare allora...-

 

Mi avvicinai ad una sedia per accomodarmi, quando il ragazzo spezzò il silenzio stupendomi

 

- Bella...-

 

Mi girai di scatto a guardarlo, ci conoscevamo? Cavolo, avrei dovuto ricordarmi di lui? Cercai di sforzarmi, ma non trovai nulla...

 

- Sì?-

 

- Sono Alan...-

 

- Ehm...-

 

- E' vero...ho saputo del tuo incidente, e della tua memoria...-

 

- Già...non mi ricordo molto...-

 

- Non sapevo se venire a casa tua sarebbe stata una cosa giusta, però ero preoccupato per te...-

 

- Non ti preoccupare, credo che in effetti comunque tu abbia fatto la cosa migliore, mi sembra già tutto alquanto strano e complicato, aggiungere altre perplessità non mi sarebbe stato d'aiuto...-

 

- Ma ora come ti senti?-

 

- A parte che non ricordo un fico secco? Mah...per il resto direi bene...-

 

- Scusa in effetti è una domanda sciocca...-

 

- No, non ti preoccupare, cerco di mettere sul ridere una situazione alquanto assurda e seria-

 

- Certo sempre meglio che piangersi addosso-

 

Lo guardai sorridendo, in realtà mi stavo piangendo addosso eccome, ma forse mi risultava facile mascherarlo bene. In fin dei conti che avevo fatto nell'ultima ora oltre che piangermi addosso? Lo vidi andare verso il pianoforte e sedersi sul seggiolino nero e rettangolare, inclinai leggermente la testa incuriosita, e a quel punto si girò verso di me

 

- Forse tu non te lo ricordi, ma sei un'ottima pianista sai?-

 

- Mi è stato detto...-

 

Mi alzai per andare accanto al piano, guardavo quei tasti avorio e con un dito schiacciai uno di essi...

 

- Dai, siediti accanto a me-

 

Lo guardai e senza pensarci mi sedetti accanto a lui, era bello stare seduti di fianco ad una persona davanti ad un pianoforte, non so perché, ma mi dava una strana sensazione...

 

- Un giorno ti ho sentita suonare un pezzo magnifico sai? Stavo andando a lezione, ma non son riuscito a non fermarmi per ammirarti ed ascoltare...-

 

- Dici sul serio? Sono così brava?-

 

- A parte la tua bravura...anche la melodia era celestiale...si percepiva nell'aria quello che volevi trasmettere suonando...-

Mi guardava serio per poi imbarazzarmi sorridendomi

 

- Che dici se intono le prime note? Forse ti ritorna in mente....o forse la componi senza renderti conto, sarebbe magnifico non trovi?-

 

- Credi sia così facile?-

 

Schiacciai un'altra nota...

 

- Non immagini come io mi senta...è come se fossi caduta in un buco nero, profondo e buio...mi sembra che ora io stia lì, ferma...mi sembra d'essere morta, e la cosa peggiore è che reputo che io stessa sia l'assassina. Perché dev'esserci un motivo per cui io non ricordo nulla...-

 

Sentivo i suoi occhi su di me...presi un riperso prima di continuare a parlare

 

- Veniamo al mondo perché qualcuno ci ha voluto, o almeno si spera che sia così...moriamo perché è il nostro cuore a deciderlo, amiamo perché ne sentiamo l'esigenza, soffriamo perché è inevitabile, siamo felici perché ci fa star bene, siamo tristi perché qualcuno o qualcosa ci ha fatto del male, ma quando moriamo dentro, forse, non vogliamo sapere il perché, vogliamo solo che il dolore che sentiamo finisca. E la cosa davvero peggiore è sapere che la mia aguzzina non sono altro che io, e mi chiedo perché per colpa mia una parte della mia stessa anima se ne sta andando via. All'inizio non sapevo darmi un perché, ma dopo un po' di tempo passato nell'annebbiamento e nel buio più totale, mi son riuscita a dare una riposta...sono io stessa che sto uccidendo la mia anima, la mia stessa vita...e mi chiedo perché...io, che ho sempre cercato di dare il massimo nella vita, certo, mi son donata cose belle ed anche cose brutte. Ma non accetto che di punto in bianco sia accaduto tutto ciò, mi ha lasciata sola e indifesa contro l'intero mondo. Forse per questo ho realizzato che niente è per sempre, che tutto nasce per finire, e poi, quando finisce, tu sei a pezzi, tutte le certezze che avevi prima, ora vacillano, improvvisamente non sai neppure più di chi puoi fidarti. Mi sembra d'essermi addormentata per così tanto tempo...so bene che la mia migliore amica ci sarà sempre, che se solo glie lo chiedessi mi donerebbe la sua anima...certo, e come lei ci sono anche tutte le altre persone, che mi dicono continuamente " vedrai che passerà, capiamo il tuo dolore"...ma se capissero davvero il mio dolore, saprebbero che al mondo non c'è dolore più grande che perdere se stessi. Allora non ti direbbero niente, perché le parole sono inutili, tutto quello che hai intorno è inutile se sei morta dentro! Forse ad un certo punto, quando il dolore diviene troppo grande pensi anche che sia meglio farla finita, ma poi pensi alle persone che in fin dei conti ti amano, e che le lasceresti in questo mondo...a quel punto cerco di prendere un respiro profondo e autoconvincermi che ce la farò, anche se in fondo pensi che sia tutto inutile...ma è l'unico modo per riacquistare un po' di fiducia, ma è anche vero che alla prima occasione può venire distrutta facilmente, e a quel punto ti domandi che valore ha la tua esistenza a questo mondo, se il tuo unico scopo nella vita è soffrire, e c'è solo una persona che ti può dare la risposta, e quella persona, ironia della sorte sono proprio io, me stessa, che posso decidere lo scopo della mia vita...-

 

Non so perché mi fossi sfogata proprio con lui, forse non volevo dire certe cose agli altri, forse ne avevo troppo bisogno...non ero stata così sincera neppure con la Lofo, ma in fin dei conti era davvero ciò ce pensavo e provavo, di certo non era piacevole, ma cosa potevo mai farci?Alzai i miei occhi su di lui, e vidi il suo sguardo basso verso le mie dita sul pianoforte, e mi sorprese incominciando a parlare senza distogliere lo sguardo da esse

 

- Ci sono momenti in cui non credi più a nulla, pensi che la vita sia finita, e che il mondo ti sia caduto addosso. E a quel punto non riesci a non piangere, a chiuderti maggiormente in te stessa, ma a tutto c'è un però...C'è sempre quel poco di luce in mezzo a tutto quel buio che ti circonda, quella luce si può espandere, devi saper sopportare, devi saper essere più forte di te stessa, devi rialzare in cielo quel mondo che ti è caduto addosso, devi crederci! Devi pensare che la vita non è finita qui, e che hai ancora tutto intorno a te, gli amici, la tua passione, i tuoi sogni, queste cose saranno la tua forza. E questa tua forza, come quella luce, diventerà sempre più grande...e ti farà rialzare, sopportare, rialzare il mondo...e soprattutto, ti farà credere in te, e placare tutto quel buio fino all'ultimo. E infine, ti farà sorridere, e magari anche piangere dall'emozione, perché alla fine ce l'hai fatta. All'inizio non è semplice, ma pian piano diventa tutto più facile, bisogna credere, credere e credere! E dopo tutto questo, comincerà una nuova vita, dove sarai più forte, più felice, sarai di nuovo tu! Perché non è forte chi non cade, ma chi cadendo si rialza! Ricordati sempre queste cose, devi sempre rialzarti e combattere, ancora ed ancora, perché la vita va avanti!-

 

Senza dare il tempo di metabolizzare pienamente le sue parole incominciò ad intonare delle note sul pianoforte...le sue parole mi vorticavano ancora nella mente, ma c'era qualcosa che non andava in quella melodia...e a quel punto inclinai leggermente la testa per posare le dita sul piano e suonare, all'inizio con lui, poi da sola, mentre lui si lasciava trasportare...

Era straordinaria quella musica, come me stessa, sapevo davvero suonare il pianoforte, ero davvero io a suonare quella melodia! Ed era stupenda, la più dolce e magnifica che io stessa avessi mai sentito, c'era qualcosa in essa, molto di più di sole note. Sorrisi lasciandomi trasportare dall'impeto...possibile che fosse questa quella di cui Alan aveva parlato poco prima? Ma di chi era? Chi era il compositore? Più ci pensavo, più mi sembrava che fosse mia, come se fosse stata sempre dentro di me, ed aveva cercato a tutti i costi d'uscire. Ecco cosa poteva essere il mio piccolo spiraglio di luce...questa dolce melodia, che sembrava portare con se un carico di sentimenti, forse i miei? E mentre suonavo mi perdevo nella mia mente...nei miei pensieri...Avevo sentito dire tante cose, ma solo poche le ricordavo, avevo sentito che il tempo guarisce le ferite, che se piangi per qualcuno è perché ancora hai dei rimpianti. Che quando ti perdi nei ricordi, è perché sei insoddisfatto del presente, che le ferite prima o poi cicatrizzano...che il cuore può sanguinare, ma guarisce sempre, quello che non ti uccide non può far altro che fortificarti, che le strade in salita hanno sempre una discesa dopo di loro. Che sulla mia strada non ero sola, che i veri amici si vedono nel momento del bisogno, che il vero amore è unico....che niente è impossibile, che tutto si risolve. Ma forse sulla mia pelle ho constatato che il tempo non cura le ferite, che se piangi per qualcuno non sempre sono rimpianti, che se pensi al passato, lo fai per non sbagliare il presente...che certe ferite faranno male per sempre, che il cuore quasi mai guarisce, che quello che non ti uccide si limita a farti male. Che tantissime strade in salita sono vicoli ciechi, che sulla nostra strada a volte siamo soli, che i veri amici si riconoscono con uno sguardo, che l'amore vero è immortale, ma non unico...che troppe cose sono impossibili, che non tutto si risolve. Ho imparato anche forse, aspettare che una cosa accada, non è che una perdita di tempo. Ma pensandoci attentamente, piangere per qualcosa è inutile, ma ricordare sicuramente mi avrebbe aiutata a crescere, che le ferite che fanno male, possono essere accantonate, che un cuore malato non impedisce di amare, che ciò che fa male non dura per sempre! Che i vicoli ciechi hanno un muro che si può scavalcare, che guardandomi attorno qualcuno potevo sempre trovare, che gli amici sono importanti e bisogna dare per ricevere...che l'amore è vero ogni volta che ami...che le cose impossibili sono quelle che ti fanno arrivare in alto. Certo, avevo ventotto anni, dovevo aver pure imparato qualcosa, e non so come, ma quella melodia mi stava facendo pensare a tutte quelle cose, che dicevo senza ricordarmi veramente di cosa stessi parlando...dentro di me sapevo d'aver vissuto tante cose, e mi stavano uscendo...Dovevo pure pensare razionalmente, come potevo solo aver pensato che la morte fosse l'unica via d'uscita? Avrei dovuto per un momento rifletterci, era davvero una stronzata, dovevo pensare alle persone che in fin dei conti stavano sul serio morendo ed avevamo il desiderio di vivere, come potevo essere egoista fino a quel punto? In fondo, oggi era solo il domani di cui mi ero preoccupata ieri...

Nel momento in cui conclusi la melodia, continuai ad osservare il pianoforte, com'era possibile che quella musica mi avesse fatta riflettere così profondamente? Possibile invece che fosse stato proprio il ragazzo che credevo fino a poco fa uno sconosciuto invece? Mi girai ad osservarlo e vidi che mi sorrise pacato, ed io risposi al suo sorriso, e lui a quel punto parlò, non togliendo il suo sguardo dal mio, permettendomi di riflettermi in quell'azzurro....

 

- Lo sai che il sentimento è una meravigliosa scintilla iniziale? Ma non la tonalità dell'amore? Bisognerebbe sempre agire secondo il nostro cuore, e nessuna forza soprannaturale potrà mai fermarci...finché saremo noi stessi resteremo immortali...-

 

Appoggiò una delle sue mani su una delle mie ancora sul pianoforte, quel gesto però non mi fece distogliere lo sguardo dai suoi occhi...

 

- Quando non sapremo più chi siamo, saremo polvere. Ogni minuto che passa è un'occasione per rivoluzionare la propria vita! E il destino ha sempre più fantasia di noi...non bisogna discriminare qualcuno perché lo reputiamo diverso...La vita è come la sabbia, più la stringi fra le mani più la senti scivolare via...-

 

Lo vidi inclinare la testa mentre la sua mano si alzò piano e leggera come una piuma, mi accarezzo una guancia, per poi fermarsi su essa....avevo il cuore che mi stava scoppiando nel petto...quella sua mano tiepida e delicata sul mio viso...ero agitata, avevo una stretta allo stomaco...non so se fosse giusto tutto ciò, ma non potevo fare altro che rimanere immobile ed osservarlo...

 

- La natura ci ha messo un gran impegno...reputo che non abbia creato un miracolo più grande di te....Non ci sono parole per descrivere i tuoi meravigliosi occhi, e semplicemente la tua esistenza....-

 

Si stava piano avvicinando a me, se poco prima cercavo di controllare il respiro troppo veloce, ora lo stavo controllando per farlo riprendere! Oddio...ero lì, immobile, con la testa nel pallone, mentre mi stava per baciare...Socchiusi leggermente le labbra, mentre lui sempre delicatamente mi stava leggermente inclinando la testa...le mie palpebre si stavano per chiudere...

Quando improvvisamente sentii una specie di ronzio provenire non troppo lontano da noi, e percepì chiaramente che Alan si bloccò. Tolse la sua mano dal mio viso e l'altra dalla mia mano, a quel punto lo guardai perplessa, per scoprire che non stava guardando me! Ah, grazie, cosa c'era di così interessante? Mi girai ad osservare dietro di me, e vidi niente meno che Edward osservare davanti a se con sguardo truce...oddio, ma che gli prendeva? Ci mancava che adesso facesse l'amico barra fratello maggiore geloso, no? Di certo era sempre bellissimo, anche in quel momento, con il suo sguardo...nero? Ma si sentiva bene?

 

- Bella...andiamo-

 

- E'? Ah...sì, certo...-

 

Mi alzai afferrando la mia roba, mi girai ad osservare Alan che ancora non aveva smesso di guardare male Edward...eh, che situazione imbarazzante...

 

- Grazie....e...bé, a domani...-

 

- A domani Bella....-

 

Alzai un sopracciglio notando che anche in quel momento non mi prestò attenzione...eh. Andai verso Edward che non si mosse mentre gli passai di fianco per uscire dall'aula, stupendomi ritrovando tutti i componenti della famiglia fuori, non so se fosse una mia impressione, ma forse erano agitati. Mi girai a guardare dietro...

 

- Edward?-

 

A quel puntò sembrò svegliarsi, perché si girò nella mia direzione, ma senza guardarmi...Mi passo accanto con passo deciso e senza dire una parola...era davvero furente! Non guardò in faccia nemmeno i suoi famigliari, e per giunta non ci aspettò neanche. Guardai gli altri che non dissero una parola, e a quel punto c'incamminammo verso l'uscita, mentre io lanciai un'occhiata fugace dietro di me.

Edward era nella sua macchina già accesa, pronto ad andare...Io, Alice e Jasper, salimmo e quasi senza darmi il tempo d'allacciare la cintura partì...ad una velocità alquanto sostenuta! Se quello era il modo per far notare il suo nervoso ci era riuscito, ma di certo era anche una maniera alquanto insensata, oltre al fatto che fosse insensata la sua incazzatura.

 

- Edward vai piano!-

 

Non mi stava prestando attenzione...

 

- Per caso vuoi che ci schiantiamo contro qualcosa? Non vorrei rimetterci la vita, per la tua guida insensata!-

 

- Ora è la la mia guida insensata?-

 

- Cos'altro lo dovrebbe essere?-

 

- Lasciamo perdere!-

 

- Ah no! Ora me lo dici!-

 

Naturalmente non mi rispose, aumentando maggiormente il mio già abbastanza instabile nervosismo, ma la cosa peggiore fu che accelerò ancor di più poco prima d'arrivare, per poi inchiodare a pochi centimetri dal muro di casa! Vidi persino Carlisle ed Esme uscire per controllare cosa prendesse al loro figlio divenuto pazzo! Vidi con sorpresa che c'era anche quello strano tizio di nome Eleazar...bene, mancava solo lui, così tutti potevano ammirare quello spettacolo indecente! Edward scese dalla macchina ed io lottai contro la cintura per corrergli dietro, un'istante dopo arrivarono anche Rosalie ed Emmett

 

- Ti sembra normale il tuo atteggiamento schizzofrenico? Per caso volevi farci morire?-

 

Stavo urlando contro a...nessuno, perché Edward non si girò minimamente, anzi Esme, Eleazar e Carlisle dovettero spostarsi per farlo persino passare! Ed entrò in casa! Aveva avuto il coraggio di comportarsi in quella maniera, guidare come un pazzo, ed ora che volevo delle spiegazioni, lui che faceva? Mi voltava le spalle e se ne andava? Strinsi i pugni visibilmente irritata...non mi ricordavo in vita mia di essere stata più inferocita...persino i palmi mi facevano male da quanto stringevo i pugni! Non poteva trattarmi in quella maniera!

 

- Esci immediatamente...-

Mi sembrava d'averlo detto più a me, perché lo bisbigliai, ma stranamente tutti si girarono, come se quel sussurro fosse stato un grido...Vidi Eleazar scendere un gradino

 

- Bella....calmati...-

 

Calmarmi? Io? Non resistetti a chiamarlo urlando con tutte le mie forze

 

- EDWARDDDD!!!-

 

Nel momento stesso che urlai, i vetri di casa esplosero, e tutti si acquattarono spaventati....improvvisamente Edward era ricomparso sulla soglia della porta....

 

- Ma che diavolo....-

 

Capì che fu davvero un bisbiglio...non avevo forze...ma che mi prendeva? E i vetri? Ma che diavolo era successo? Mi sentivo improvvisamente vuota...misi una mano sulla fronte, coprendomi anche gli occhi...e poi le poche forze che avevo mi abbandonarono, e come un peso morto mi lasciai andare....

 

 

 

   
 
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