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Autore: Nowhere Girl    22/01/2013    3 recensioni
''Non farlo più. Verrà il giorno che sarai triste, così triste che vorrai tagliarti. Tornerai a casa tra le lacrime. Entrerai in bagno. Chiuderai la
porta a chiave. I tagli saranno in verticale. Tu cadrai a terra, ma nessuno ti sentirà e ti verrà in soccorso. Nemmeno io.''
[Cap. 13]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La scia di fumo sembrava qualcosa di piacevole, quasi dolce. Dava una sfumatura quieta davanti a quella casa che urlava Calvin Harris,
piena di luce, casino..

 

You took my heart and you had it in your mouth
And, with the word all my love came rushing out

 

Lui muoveva la testa a ritmo di Sweet Nothing e mentre non fumava pronunciava fievoli strofe al vuoto. Non aveva detto niente da quando
mi portò in giardino, dietro il cespuglio precisamente.

Appena vide che io, dietro quella porta, non riuscivo a pronunciare parola, ne a muovermi, mi prese per il braccio e mi tirò fuori da quella
situazione. Dopotutto ero distrutta. Insomma, avevo appena visto la persona che amavo a letto con un'altra, con quella biondina dagli occhi
d'oro, la studentessa modello, quella con un fisico che faceva sbavare qualsiasi ragazzo ai suoi piedi. Quando aprii la camera da letto della
casa di Marta e vidi i due che stavano scopando non sapevo più che fare, loro avevano notato la mia presenza ma facevano finta di niente
e continuavano a gemere di piacere. Fortunatamente Nicholas mi aveva inseguito e mi aveva portato via.

 

And, every whisper, it’s the worst, empty though by a single word
There is a hollow in me

 

Guardavo Nicholas tra le mie lacrime asciutte, con il volto ancora sporco di matita nera e mascara, che , stupidamente, avevo cercato di
nascondere tra i capelli. Non piangevo più, ero assorta nel silenzio e nella musica che rimbombava dalla casa alle mie spalle.

 

So I put my faith in something I know
I’m living on such sweet nothing
But I’m trying to hope with nothing to hope
I’m living on such sweet nothing

 

''And it’s hard to love, and it’s hard to love, when you’re giving me such sweet nothing. Sweet nothing, sweet nothing. You’re giving me
such sweet nothing '' disse tra una nuvola di fume e l'altra.

Si girò e rimase a fissarmi per qualche secondo. Senza dire una parola.

''Ascolta...'' Spense la sigaretta ormai consumata e la gettò nell'erba.

''Non sono tanto bravo nel consolare la gente. Mi dici che ti aspettavi da lui? Credevi davvero che si sarebbe messo con te quando aveva
quella troia?''

''Sì.''

''Beh, allora ti sbagliavi. Mi dispiace dirtelo ma tu non hai un bel culo, non porti la terza di reggiseno, non ti vesti abbastanza da
puttanella e non sventoli la tua vagina a tutti. Sei una brava ragazza, per questo non vai bene. Tu non lo conosci Enrico. Tu non sai delle
cazzate che fa.''

Non capivo se mi stava prendendo in giro o no. Ovviamente non gli credevo, io credevo al mio 'migliore amico' anche dopo quello che
avevo visto. Ero così stupida.

''Dimmi che gliela vuoi far pagare, ti prego.'' Sì. Lo volevo.

''No.''

''Perché?'' rise. ''non capisci che è un bastardo? E poi sarà una cosa da niente. Prometto che starà bene domani mattina. Però stasera...''

''Che vuoi fare?''

Un secondo dopo mi tirò per il braccio e mi portò dentro, entrammo in bagno, chiuse la porta a chiave e cercò disperatamente qualcosa
tra gli armadietti.

''Trovato.'' Solvente per unghie. Rimasi a fissarlo con stupore, non poteva farlo.

''Una piccola dose non fa male, tranquilla. Solo che proverà talmente tanto dolore che crederà di essere in fase di agonia.'' Rise e mi
si avvicinò.

''Lo vuoi fare o no?''

''no.''

''Allora lo farò senza il tuo aiuto.''

''Perché lo vuoi fare?''

''Non capiresti e non sono affari che ti riguardano. Ne ho avuto davvero abbastanza di lui. Vuoi aiutarmi o no?''

''Se non lo uccidi, sì.'' Non so chi si sorprese di più sentendo le mie parole, io o lui? Non capivo che quella cazzata gli sarebbe
costata caro.

''Ok, andiamo.'' Percorremmo lo stretto corridoio dove vidi Enrico, da solo. Mi guardò con quello sguardo che voleva
chiedermi scusa, e ci stavo per cascare. Entrammo nella cucina e chiudemmo la porta a chiave, Nicholas prese una birra, la
aprii e mise una certa quantità di solvente nella bottiglia verde.

Un minuto dopo Enrico era steso sul pavimento agonizzante, lanciando urli strazianti e contorcendo tutto il corpo. Io e
Nicholas eravamo sul tetto ad ascoltarlo, io in preda al panico e lui con la sua Marlboro.

  
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