Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Strawberry88    22/01/2013    4 recensioni
Questi dieci ragazzi sono Ragazzi Dotati. Alla Cameron High School, sapranno come usare i loro poteri, scopriranno l'amore e rifletteranno sul loro destino e sul mondo.
Sin dall'inizio si divideranno in due gruppi molto uniti tra loro attraverso i caratteri dei componenti. Incomprensioni colpiranno tutti i ragazzi.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buona Lettura
SB



Mikol camminò spedita verso il lago vicino alla scuola, con al seguito Harry che tentava in tutti i modi di persuaderla.
«Mi affogo.» disse immergendo i piedi nell’acqua gelida del lago.
Harry provò a dirle che sarebbe stato impossibile ma lei si immerse nel lago, così si sedette sulla riva del lago, osservando Mikol nel suo tentativo di suicidio. Non si era mai divertito così tanto come quel giorno. Prima quella mattina, quando Justin gli aveva detto che Mikol era innamorata e, in quel momento, una ragazza dell'acqua che cercava di annegarsi.
Teneva le gambe al petto e le braccia che circondavano le ginocchia, il mento appoggiato sul dorso della mano sinistra. 
Mikol finalmente capì che non sarebbe mai potuta morire in quel modo e così uscì dall'acqua e lo raggiunse. Lui iniziò a ridere, alzandosi, l'avvolse nell'asciugamano da spiaggia poi la riportò con lui sul prato. La tenne stretta a sé, sentendo le lacrime dell'amica ricominciare a scendere.
Lui era appena ritornato dalla lezione di Botanica quando incontrò Blue su tutte le furie che gli urlò di andare nella sua camera e stare con Mikol sino al suo arrivo. Entrò nella stanza e ritrovò l'amica stesa sul letto a singhiozzare, aveva provato a calmarla ma più lui parlava più lei piangeva. Si sedette sul letto ma lei subito si mise in piedi e annunciò: “Io mi suicido!” poi corse fuori. Le corse dietro ma, quando vide che si stava per immergere nel lago, si rilassò e non si preoccupò più per la sua incolumità.
«Pe-per-c-chè? I-io m-i so-n-no fid-data di lui!» singhiozzò lei.
«Shh, tranquilla. Ora ti calmi e poi mi spieghi tutto, ma adesso respira.» sussurrò Harry.
«Questo è il karma.» mormorò dopo essersi ripresa lei.
«Cosa?» domandò Harry non avendo davvero capito.
«Devo aver per forza fatto qualcosa di male, per meritarmi tutto questo. Eppure non mi ricordo di aver fatto niente...»
«Sai qual è il tuo problema?» le chiese fissando l'acqua cristallina del lago.
Mikol scosse la testa.
«Il tuo cuore. Sei troppo buona con chi, ovviamente, non ti merita e non ti meriterà mai. Credi che le persone ti ricompenseranno in qualche modo... ma non è così. Abbiamo avuto un esempio con Louis, Niall e Zayn: ci siamo fidati troppo di loro, ci siamo aperti con loro, abbiamo confidato le nostre vite a loro, e loro ci hanno ricompensato schierandosi dalla parte del cattivo.»
«Non è assolutamente vero.- disse una voce alle loro spalle, loro due si voltarono di scatto e si stupirono di trovare lui, proprio lì - Se voi sapeste tutta la storia, ci capireste meglio. Sicuramente non era nostra intenzione ferirvi e finalmente so cosa provate per noi in quest'istante, ma vi assicuro che non siamo quello che vedete. Mai giudicare un libro...»
«Dalla copertina? Questa è una frase che non vi si addice.- Harry si alzò e gli andò di fronte - O forse sì. Perché due anni fa sembravate dei bravi ragazzi e inizialmente non vi avevamo giudicato, ma poi ci avete traditi e allora... Beh, se la mettiamo così, probabilmente abbiamo letto male, non credi? Abbiamo aperto i vostri libri, senza giudicare un rivestimento ma leggendoli abbiamo fatto una sbaglio bello grosso: abbiamo letto solo il prologo, senza andare avanti a leggere il primo capitolo, dove c'era scritta la vostra vera sostanza.»
«Prova a leggere il secondo capitolo. Non vado fiero di questa scelta, credimi, e se conoscessi la trama del nostro libro, sapresti il motivo di questa orrenda scelta. Se vuoi ti mando una copia ristampata da poco.» sorrise e prima che Harry potesse rispondere, il suo interlocutore scomparve in una nuvola nera.
Harry stette qualche istante in silenzio, concentrandosi su quello che fosse successo poco prima: aveva avuto un dialogo con uno di quei tre ragazzi che odiava di più al mondo in un modo alquanto pacifico.
«Fermi tutti!- urlò una voce, molto arrabbiata - Miky, non puoi suicidarti!»
La ragazza si alzò e si parò davanti alla sua migliore amica.
«Cosa ti è saltato in mente? Perché vuoi suicidarti?»
«Ho cambiato idea.»
«Solo perché un deficiente patentato non è venuto all'appuntamento, non puoi neanche pensare di morire.»
«Ho cambiato idea.» ripeté Miky.
«Tu odi il suicidio e… Che cosa? Hai cambiato idea? Perché non me lo hai detto prima?»
Mikol alzò le spalle in modo tenero.
«Sono così contenta. Per fortuna ti ho lasciata con Harry, è stato lui ha farti cambiare idea?» chiese.
«No, ha fatto tutto da sola. Mi voleva affogare...»
«Ma Miky, non puoi, se dell'acqua!»
«Si, me ne sono ricordata circa venti minuti fa.» rise Mikol.
Harry sollevò lo sguardo e, dal balcone della sua camera, vide affacciato il suo "non fidanzato" mentre teneva qualcosa tra le labbra, molto simile a una stecca.
«Ragazze, io vado da Dylan, ci vediamo stasera a cena, forse.»
Loro annuirono e lui si arrampicò sulla quercia, la quale aveva un ramo che sporgeva sui balconi nel secondo piano della sezione D.
Si avvicinò al ragazzo e vide del fumo uscire dalla sua bocca.
«Da quand'è che fumi?» gli chiese allora.
«Da quando il tuo ex è venuto a farci visita.» rispose Dylan.
«Il mio cosa, scusa?»
«Il tuo ex, Harry. Hai capito benissimo. Ascolta, cucciolo, noi non ci amiamo, giusto? La nostra relazione non si basa sull'amore... ma allora perchè ci baciamo e ci comportiamo come una coppia? Perchè ci siamo messi insieme, in un certo senso?»
Harry sentì gli occhi bruciargli e gli tremavano le labbra.
«Dylan... non penso sia così tanto orribile, no? E comunque, Louis, non è mai stato il mio ragazzo.»
«Ma lo vorresti. Cercavi di fare tanto il duro quando si è presentato, mi chiedo come mai.»
«Non sai cos'è successo tu. Non puoi capire.»
«Magari se me lo raccontassi.» 
Dylan spense la sigaretta e rientrò, trascinando con sè anche il riccio. Lo fece sedere sul letto e poi si sistemò sul proprio, di fronte a Harry incoraggiandolo con lo sguardo a parlare.
«Sul treno diretto qui a scuola, in prima, ho subito fatto amicizia con Mikol, Blue e Justin. Mentre loro tre parlavano, io ero concentrato sulla porta del vagone e pensavo a come sarebbe stato quell'anno scolastico. La porta si aprì ed entrò Louis. Era stupendo... I raggi del sole illuminavano i suoi occhi come se fossero quelle lucciole nell'acqua. Mi vide e fece un semi sorriso che mi fece sciogliere per poi sedersi nei seggiolini affianco ai nostri e girò la testa verso il finestrino. Zayn poi presentò sè e i suoi amici, quando disse il nome di Louis, lui mi guardò e sentì some se stessi in un altro universo. Durante l'anno passammo un secco di tempo insieme e più lo guardavo negli occhi più ero sicuro di provare qualcosa per lui. A settembre del secondo anno, il preside dell'Alkatrax si presentò qui a scuola e portò via solo tre studenti: Niall, Zayn e... Louis. Non si girò neanche a guardarmi prima di salire su quella che sembrava una nuvola ed è sparito. Una pietra ha sotterrato il mio cuore e una cascata si è impossessata dei miei dotti lacrimali. Mi sono sentito come Mikol poche ore fa.» 
Dylan si alzò e andò ad abbracciare Harry, il quale cominciò a piangere. Tutti e due erano intenti ad abbracciarsi e nessuno di loro si accorse della presenza, nera di gelosia, fuori dalla finestra, ormai riparata dal buco.
 
 
Era da giorni che non rivolgeva più la parola a qualcuno che non fosse Josh. Era furioso con Rebecca e per quello preferiva non parlava più con le ragazze. 
«L'hai saputo?» gli chiese Josh sedendosi dinanzi a lui sul prato, mentre Liam leggeva un libro tranquillamente.
«Cosa?»
«Justin ha invitato Alice.»
«Wow, ora che lo so, possiamo festeggiare sino a notte tarda. Dai, stappiamo le bottiglie.» disse atono.
«Okey... Ehm, hai perfettamente ragione. Becca ti ha mentito e, come te, non lo accetto. Non sono qui per dirti di scusarti perchè è lei nel pieno del torto. Io ti dico che devi farla ingelosire finché non verrà da te in ginocchio a supplicarti di fare un ballo con lei.»
«Non ci vado.»
«Dove?»
«Al “Trionfo di Rosa”. Io detesto le cose superflue, inutili, pompose e zuccherate come i balli scolastici. Non li sopportavo alle medie umane, non li sopporto neanche adesso.»
«Vorresti mandarmi da solo nella giungla del rosa? Non puoi farmi questo, amico. Io ti sto sempre vicino e tu, nel punto di rottura del nostro equilibrio maschile colorato tutto di nero, tu mi lasci e mi butti nel covo femminile tutto costeggiato da fiori, cuori e amori? Non puoi.»
Liam ridacchiò e, chiudendo il libro, incrociò le gambe posando le mani al suolo dietro di lui. 
«D'accordo, fratello. Verrò al ballo solo per te... Perché sei il mio migliore amico.»
«E ti vestirai di rosa.»
Liam sospirò e annuì con la testa. Vide comparire Rebecca alle spalle di Josh e non si mosse, sperando che superasse entrambi, ma non fu così, anzi si bloccò in piedi davanti a lui.
«Posso parlarti, Liam?»
«Certo.» disse con nonchalance.
«Da soli?»
«Non posso lasciare il mio unico migliore amico da solo, non credi? E poi non vedo quale sia il motivo per cui dovrei parlare da solo con te.» disse ghiacciato.
«Oh, bene.- si sedette in mezzo ai due - Scusami. Non avrei dovuto dirti quelle cose. Non ho avuto nessun invito a parte il tuo. Volevo... come dire, farti ingelosire?»
«IngeloCosa?» domandò Liam.
«Ingelosire.- sospirò come per prendere coraggio - Tumipiaci.» disse tutto d'un fiato.
I due ragazzi spalancarono gli occhi, stupiti maggiormente dalla velocità di come pronunciò la frase.
«Non ho capito.» disse Liam.
«Tu mi attrai. Non so cosa sia, ma mi piaci in una maniera così profonda che non dormo la notte. Mi hai sconvolto le giornate. È stata un'idea di Alice quella di dirti dei miliardi di inviti anche se erano tutti quanti finti. Perdonami, se puoi.»
«Ehm, Becca... Non so cosa dire.- guardò Josh - Mi hai fatto stare malissimo. Io ci ho messo tutto il coraggio che potevo per invitarti ma tu mi hai rifiutato ed era proprio quello che temevo di più. Capisci?» 
«Certo... Quindi non vuoi più venire al ballo con me, giusto?»
«Esatto. Non credo di voler andarci con una ragazza che, ascoltando le amiche e non il cuore, mi umili così come hai fatto tu. Mi spiace.»
Rebecca, sconsolata, si alzò e rientrò a scuola. Liam si sdraiò sul prato. 
«Hai fatto la cosa giusta. Cosa intendi fare ora?»
«Scappare e tornare a casa mia.»
«All’orfanotrofio? Liam… ti prego. Non puoi dire davvero. Insomma, io leggo il pensiero e so per certo che tu preferisci mille volte stare qua che ritornare dalle suore all’istituto. L’anno è appena iniziato, prova a prenderlo più con leggerezza.»
Liam sbuffò. Il suo amico aveva perfettamente ragione. Preferiva prendere a pugni un sacco da boxe nella palestra scolastica, e sfogarsi così, che tornare dove non lo accettavano per la sua personalità chiusa dove si sfogava con gli altri ragazzi.
Sin da piccolo aveva visto andare via i suoi amici mentre lui rimaneva sempre dietro la staccionata dell’orfanotrofio. Ogni giorno si chiedeva il motivo per cui le famiglie sceglievano soltanto i suoi amici; si chiedeva cosa non avesse lui che gli altri invece sì. Aveva fatto sempre difficoltà ad integrarsi con gli altri per questo fatto, così, appena arrivò la lettera dalla preside Candy, le suore non la rilessero due volte e ce lo spedirono subito.
«Liam, sta per arrivare Becca.» sussurrò Josh.
Il ragazzo si alzò e aspettò che Becca gli fu di fronte.
«Non posso.» proferì lei.
«Cosa non puoi?»
Rebecca strinse con le mani la felpa di Liam e lo avvicinò a sé, baciandolo. Liam spalancò gli occhi e rimase immobile fino a quando Josh non gli diede una leggera spinta, a quel punto, il ragazzo chiuse le palpebre e posò la mani sui fianchi di Becca. Restarono con le labbra incollate le une alle altre per circa cinque minuti, poi lei si staccò di poco, deglutendo.
«Sono stata una stupida ad ascoltare Alice invece che il mio cuore. Scusami, ti prego, ci sono stata malissimo quando te ne sei andato. Io…»
Liam non le fece terminare la frase che la ribaciò, però, a differenza del primo, quello fu più coinvolgente.
«Vuoi venire al ballo con me?» le ripropose il ragazzo.
«Sì. Sì. Sì. Sì. Mille volte sì.- lo ribaciò a stampo - Scusami.»
Liam ridacchiò.
«Certo che ti scuso, anche se dovrò parlare con Alice. Però devi promettermi che non ascolterai mai nessun altro che non sia il tuo cervello. Capito?»
Becca annuì con la testa.
«OH MIO DIO! Liam, Becca… che state facendo?- i tre ragazzi presenti si voltarono e videro Blue e Mikol - Che cosa tenera, vi siete messi insieme! ODDIO!» poi un urlo.
«Blue, non gonfiare la situazione. Andiamo solo al ballo insieme, punto.» disse Rebecca.
«Beh, io spero di no.» proferì Liam.
Intanto le altre due ragazze si avvicinarono a Josh.
«Cosa significa, eh, Liam?» chiesero con un tono perverso Blue e Josh.
Subito lui arrossì a abbassò lo sguardo sull’erba.
«Spero che non finisca dopo il ballo la nostra relazione. Insomma, io non voglio e pretendo che non si concluda.»
Rebecca abbracciò il ragazzo di fronte a sé e inspirò il profumo dell’erba sulla maglia. Josh prese per il bordo della T-shirt Liam e lo trascinò lontano dalle ragazze.
«Mi sono perso una parte del piano. Non avresti dovuto non parlare fino al ballo dove ti avrebbe dovuto chiederti un ballo insieme?» domandò il moro.
«Sì, ma io la amo.»
A Josh gli si aprì la bocca e rimase scioccato da quella confessione.
«O almeno credo.»
«Quando lo hai scoperto?»
«Prima volevo invitarla solo per il ballo visto che è una ragazza carina poi è venuta a chiedermi scusa e mi ha baciato e io ho visto come delle nuvolette nella mia testa.- sospirò sognante - È stato bellissimo.»
Josh gli tirò un leggero schiaffo, giusto per risvegliarlo.
«E la tua promessa? Diceva cose del tipo “Io sono Liam Payne e giuro di non innamorarmi di nessuno” e io ti dicevo di lasciar perdere perché ‘al cuor non si comanda’ e tu eri tipo “Io riesco a comandare tutti i miei organi interni, esterni e mezzani” e io ti dico “Io scommetto di no”. Dov’è finito tutto questo?»
«Non lo so, Josh. Avevi ragione.»
«Non si fa così, però.- disse lamentoso - Devi urlarlo!» esclamò.
Liam rise così come il suo amico e raggiunsero le altre per rientrare a scuola. Avrebbero dovuto fare l’appello e in seguito recarsi al campo addestramento per le Esercitazioni Fisiche di Gruppo.
 
 
«E quindi questo ragazzo… era la tua prima cotta? Bel tipetto, devo ammetterlo.» commentò Tuffy.
«Sì, bel corpo ma mentalità ridotta.» rispose Blue.
Loro due erano le prime del gruppo diretto al campo: adoravano i pomeriggi, passare tutto il tempo insieme ai loro compagni e “giocare” tutti insieme.
Mikol arrivò alle loro spalle con un salto.
«Di cosa parlate?»
Blue la guardò seria, sapeva che non dovevano toccare il tasto “RAGAZZI” in presenza di lei, era ancora vulnerabile anche se diceva di aver passato tutto.
«Del ballo. È una ballo in maschera e noi pensavano di preparare le maschere e poi consegnarle agli studenti all’entrata. Non è un’idea geniale?» domandò Blue.
«Okey. È perfetto. Vado da Harry. A dopo.» le superò e loro tirarono un sospiro di sollievo.
Tuffy riconsegnò la foto a Blue e lei la infilò della tasta della tuta aderente azzurra.
«Siete molto unite voi due e vi conoscete solo da tre anni, giusto?»
«Giusto. Sta tranquilla, qui sei accettata da tutti, solo che la maggior parte di loro ha un passato depresso, un esempio è Liam: ha perso i genitori, quindi se ti sembra freddo, è normale.»
«Certo. Sii positivo, no?»
Blue sorrise e, prendendo il polso di Tuffy, corse verso l’insegnate. Questo fece sedere tutti e undici gli studenti sulla sabbia che delimitava il campo di esercitazione. Divise loro in due gruppi: poteri legati alla psiche e poteri legati agli elementi naturali. Le squadre, con quel metodo non erano ben equilibrate così il professore fece i cambi necessari per equilibrare le due squadre così iniziarono l'allenamento. 
La capotta protettiva si chiuse e il professore si rintanò nello studio apposito per seguire meglio tutte le mosse dei suoi studenti, prese il block notes e si mise le cuffie sulle orecchie, premette il pulsante del microfono e diede il “via”. Subito Mikol e Justin si allearono, creando una vera e propria tempesta. Era una meravigliosa sincronia di poteri, la loro, nessun'altra squadra della scuola era al loro livello, probabilmente per il motivo di essere in pochi e essere uniti erano speciali.
All'improvviso, nel mezzo del campo, si creò un tornado di fuoco, così tutti si allontanarono e il professore scese frettolosamente dal suo ufficio. Si guardarono tutti, cercando di capire cosa stesse succedendo.
«Professore Fellì, che piacere rincontrarla. Se non sbaglio è stato lei ha farmi bocciare in prima, giusto?»
Tre ragazzi attraversarono la parete della cupola come se non ci fosse. Erano vestiti di nero, con i cappucci delle felpe tirati sulle teste, la mani in tasca e un ghigno sui loro visi.
«Non mi ricordo di voi.» proferì il professore, senza ombra di paura.
I ragazzi si stavano avvicinandosi sempre di più e, quando furono di fronte all'uomo, si sfilarono i cappucci.
«Piacere, Niall Horan. Mi ha bocciato perchè mi rifiutavo di partecipare alle sue lezioni quando mi aveva detto esplicitamente di non venire perchè avrei potuto far saltare la cupola protettiva. Rammenta?»
Mentre Niall era faccia a faccia con il signor Fellì, Zayn e Louis gli stavano poco indietro. Girarono le teste e si guardarono intorno ma quando il moro incontrò lo sguardo freddo di Mikol si sentì uno schifo: l'aveva delusa e ferita proprio quello che non voleva fare e fece il contrario di quello che sentiva, la fissò con cattiveria.
«Mi pare che voi tre non siate più iscritti in questa scuola. La mia domanda è: “Cosa ci fate nella proprietà della Cameron High School?»
«Mi pare che non ci siano regole che vietano di fare visite ai propri ex-compagni.» ghignò Niall.
«Allora qual è il vostro scopo?»
«Nessuno in particolare per...» Niall non finì la frase che si sentì un rumore si vetri infranti.
Tutti si voltarono e videro la cupola mezza aperta e Zayn non c'era più. Niall sbuffò e scosse la testa, prese Louis per la felpa e raggiunsero l'amico.
«Ritorniamo un altro giorno. Ah, abbiamo saputo del ballo: buon divertimento, purtroppo non potremmo esserci per motivi si coprifuoco.» detto questo, sparirono all'esterno.
«Ragazzi, potete andare. Per oggi non è possibile continuare la lezione. Ci vediamo tra due giorni. Buona giornata.»
Gli undici studenti salutarono il professore Fellì e uscirono

 
Il decimo capitolo descriverà i preparativi per il ballo,
mentre l'undicesimo tratterà il ballo vero e proprio.
Se avete preferenze per il prossimo,
scrivetemele in una recensione.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Strawberry88