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Autore: Nicolessa    22/01/2013    1 recensioni
Questa storia è principalmente incentrata sulla strana relazione tra Dean e Jo.
Dean, avendo stipulato il patto con un demone per la vita di Sam, trascorre i suoi ultimi mesi di vita vivendo una strana battaglia interiore. Stessa battaglia è costretta a combatterla Jo, ammutolendo la sua minuziosa razionalità degna di ogni Harvelle pur di capirci qualcosa riguardo i suoi sentimenti. E, visto che al peggio non c'è mai fine, la presenza di Bela non farà che spargere un po' di pepe sulla già complessa situazione tra i due cacciatori. Un evolversi di sentimenti che li porterà inevitabilmente a confrontarsi con i propri desideri ed i propri limiti.
Questa fanfiction è la quarta parte della saga (?) che potrete trovare sempre sul mio profilo. Nonostante ciò però, non è altro che la puntata 3x06 con delle piccole variazioni.
Allora, ce li vedete o no Dean e Jo, vestiti come due damerini, mentre rubano una preziosa mano indispensabile per il loro caso?
~ Dangerous Hunt
~ Dangerous Feelings
~ Dangerous Secrets
• Dangerous Couples
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, Jo, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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4
  • Capitolo 4 - Mai provocare una cacciatrice.
  • Si rimisero in viaggio per il ritorno e per tutto il tragitto tutti e tre rimasero in silenzio: Dean con le mani sul volante, lo sguardo fisso sulla strada e la mente altrove; Sam con gli occhi abbassati e la delusione stampata sulla faccia; Jo sospirante, appoggiata con le braccia sui bordi delle spalliere dei sedili anteriori. 
    «Lo dici tu o lo dico io?» Spezzò così il silenzio il maggiore dei tre cacciatori. 
    Jo e Sam si voltarono a guardarlo con aria confusa. 
    «Non puoi salvare tutti, Sammy.» Continuò Dean alternando lo sguardo dalla strada al viso del fratello. 
    «Già, questo ti fa sentire meglio?»
    Dean aggrottò la fronte e si inumidì le labbra. 
    «No, non proprio...» 
    Sam sospirò e spostò lo sguardo fuori dal finestrino. 
    «Sammy, devi capi-»
    «Lo so bene di non poter salvare tutti.» Lo zittì attirando lo sguardo di Jo e Dean. 
    Ed ecco che c'erano di nuovo sull'argomento.
    Il fatto che Sam non potesse salvare Dean dall'inferno lo faceva sentire così inutile da sentirsi impotente di fronte alle altre vittime. Pensava che, forse, se non riusciva a salvare la vita di una persona qualsiasi da uno spettro arrabbiato, allora non c'era speranza per Dean. 

    Il silenzio ripiombò di nuovo e tutti e tre tornarono improvvisamente pensierosi e afflitti come un minuto prima.

  • «Per lo meno ci hai provato.» 
    No, non era uno squallido tentativo di farlo sentire meglio: non era questo lo scopo di Jo. Sapeva perfettamente che l'animo di Sam non avrebbe subito alcuna variazione per via delle sue parole. Proprio per questo il suo obiettivo era semplicemente farlo andare avanti. O per l'appunto provarci.
    Neanche Dean era entusiasta delle sue parole. Per lui suonavano come un "continua a provarci, riuscirai a salvare tuo fratello": una specie di illusione che Dean non voleva che crescesse nella mente tormentata di Sam. 
    In realtà il suo era per lo più un incentivo.
    Era come se lei lo percepisse. Sì, percepiva il fatto che Sam, in quel preciso istante, vivesse con il solo scopo di salvare suo fratello. Come se trovare una soluzione a quel patto fosse l'unico ossigeno capace di contrargli i polmoni.
    «Se -magari- quegli idioti si lasciassero salvare, sarebbe molto meno difficile reprimere i sensi di colpa.» E, detto questo, ognuno era libero di interpretare le parole della ragazza come più gli aggradava.
    Il sorrisetto dal sapore amaro di Sam fece capire a Jo di aver recepito perfettamente il messaggio scritto tra le righe.
    Niente polemica per lei, solo una riflessione detta a voce troppo alta per essere così delicata, quasi da rischiare di rompere in mille pezzi quella perfetta armonia che regolava il silenzio in quell'auto.
    «Era il suo destino, aveva visto la nave.» Provò a difendersi Dean usando come mezzo il povero e defunto Adam Franklyn.
    Il suo sentirsi "aggredito" sarebbe stato più che scontato.
    Peccato che lui fosse un maestro nel nascondere i propri pensieri.

    «Quindi è per questo che eravamo appostati davanti a casa sua, per vederlo morire. Non certo per salvarlo.» Controbatté lei, giunta quasi nel vivo della conversazione.
    Perchè combatteva una crociata che non era sua? 
    O meglio: perchè combatteva quella crociata quando aveva garantito la sua posizione neutrale? 
    Ricordava bene di aver stretto come una specie di tregua con un bacio.
    «Non aveva una mano.» Disse all'improvviso cambiando nettamente discorso. «E si da il caso che qui parli di una lite tra due fratelli. Ah!» Represse una risata cogliendo il lato comico di quel caso dal tempismo d'oro, controllando il tutto sul pc di cui era rientrata in possesso.
    «Dobbiamo trovare la mano.» Mise in chiaro Sam come prossimo punto focale. 
    «Ok, ho un indirizzo.» Comunicò lei aggrottando poi la fronte.
    «Cosa?» Domandò Dean accortosi della faccia di Jo.
    «È chiusa in una teca di vetro, in una stanza a se e con guardie ad aspettarci sulla soglia. È impossibile entrarci senza avere un invito ufficiale.»
    «Un invito?» Chiese questa volta il minore facendosi passare il laptop da Jo.
    «È una mostra... e anche abbastanza elegante. Sapete cosa vuol dire questo?» Disse retorica aprendosi in uno strano sorrisetto.
    Sapeva che da quel punto in poi ci sarebbe stata Bela a crearle dei problemi ma... le veniva comunque da sorridere. Che fosse stata l'adrenalina a provocarle quel riflesso muscolare?
    «Certo, guai. Ecco cosa.» Riprese a lamentarsi Dean avendo fatto centro.
    «Già, ci serve Bela.» Concluse poco entusiasta Sam richiudendo il portatile.
  • «Non posso credere che pronuncerò le parole ''Bela'' e ''favore'' nella stessa frase.» Borbottò Dean con un'espressione indignata e nervosa. 
    Non avrebbe mai pensato di dover avere a che fare con Bela in senso collaborativo.
    La odiava a morte e l'ultima cosa che voleva era averla tra i piedi, figuriamoci guardarla un'intera sera a lavorare sullo stesso caso.
    Era troppo da sopportare. 

    «Sicuramente lei riuscirà a trovare il modo di entrare senza farsi notare.» Ragionò Sam ad alta voce. 
    «Potremo anche fare a modo nostro.» Suggerì Dean nella speranza che uno dei due lo appoggiasse. 
    «Oh certo! Entriamo come agenti federali, nessuno si chiederà il motivo della nostra presenza.» Ribatté il fratellino, ironico. 
    Dean sbuffò e irrigidì le mascelle. 
    «Odio quella stronza. È una figlia di puttana! Sento che anche questa volta ci lascerà con il culo per terra.» 
    «Metti da parte le tue brutte sensazioni e contattala. Che ti piaccia o no abbiamo bisogno di lei!» Disse in tono grave Jo, guardandolo con uno sguardo minaccioso. 

    Una volta arrivati al motel e aver parlato al telefono con l'avvenente ladra, i tre attesero con ansia il suo arrivo ma senza perdere tempo.
    Dean si crogiolava tra i propri pensieri che lo mettevano in guardia su Bela Talbot. Sam e Jo invece cercavano il movente per il quale lo spirito agiva. 

    «Ci sono!» 
    Sam spostò lo sguardo sul fratello maggiore, disteso sul divano. 
    «Jonathan e Adam Franklyn hanno ereditato milioni e milioni di dollari in seguito alla morte improvvisa del padre. Mentre la prima vittima, la nipote della vecchia pazza, ha avuto un incidente insieme alla sorella pochi mesi prima della sua morte.» 
    «Interessante!» Osservò Dean accigliato. 
    «E la leggenda dell'uomo senza mano dice che l'uomo senza mano è stato ucciso dal primo ufficiale a bordo della nave, ossia suo fratello.» Concluse Jo con un sorrisetto soddisfatto. 
    «Quindi il fantasma attacca chiunque abbia ucciso un proprio famigliare in questa città.» Ridusse il tutto in due parole, Dean. 
    Entrambi i secchioni annuirono e sorrisero con una certa compiacenza stampata sul viso, espressione che diventò seria non appena qualcuno bussò alla porta della stanza. Dean scattò in piedi e con in mano la pistola andò ad aprire. 
    «Ciao Dean!» Lo salutò Bela sorridendo angelicamente. 
    Dean la lasciò entrare e una volta chiusa la porta finse di puntarle contro la pistola, immaginando una sua ipotetica uccisione.
  • Ecco Bela Talbot, colei che avrebbe dovuto aiutarli con il caso e che sicuramente -come aveva precedentemente detto Dean mentre erano nell'Impala- li avrebbe "lasciati con il culo per terra". Perché era questo che faceva per natura.
    Camminando per la stanza, si lasciava dietro una dolce scia di profumo che contrastava quella sua amara presenza.
    «Vedo che finalmente collaboriamo.» Fece con quel tono da astuta calcolatrice qual'era. «Come posso aiutarvi ragazzi?» Chiese poi sedendosi su una sedia in legno nel modo più seducente che potesse mai sfoggiare.
    «Come se tu non sapessi già tutto.» Disse Jo con il sopracciglio perennemente alzato, quasi come quando i cani drizzavano le orecchie al sentire il pericolo a chilometri e chilometri di distanza.
    Credeva di poterla fottere? Beh, non conosceva Jo.
    «Sì, hai ragione, so cosa state cercando. Esattamente come so della nave e della mano che volete rubare alla mostra alla quale io parteciperò con Gertrude. Ti ricordi di lei, vero Sam?» Domandò retorica ricevendo dal gigante buono -e in quell'occasione anche disgustato- un cenno della testa.
    «Perchè ci vai, Bela?» Si aggiunse sospettoso Dean, abbassando l'arma a malincuore.
    «E perché voi credete che agisca sempre per mio tornaconto? Magari voglio solo aiutarvi a rubare la mano per porre fine a questi omicidi.» Tentò di pararsi il culo lei inclinando quella sua odiosa testa che, per volontà di tutti e tre i cacciatori, sarebbe volata volentieri via dal suo collo.
    «Oh ti prego, risparmiaci la parte della buona samaritana. Non ti crede più nessuno.» La aggredì Dean esibendo una delle sue più infastidite smorfie.
    «Potete credere a ciò che volete. Vi porterò la mano tutta intera.»
    «Tu che vai, da sola, a rubare la mano? Te lo scordi, dolcezza!» Mise in chiaro Dean scuotendo la testa.
    «Procuraci gli inviti, al resto ci penseremo noi.» La sollecitò Sam con la sua consueta calma.
    «Infondo, se vuoi davvero che tutto questo finisca, non dovresti aver nulla da ridire se veniamo anche noi. Vero?» Lanciò la sua frecciatina Jo incrociando le braccia al petto, pronta ad esultare interiormente a quella piccola vittoria.
    «Certo che no, figuriamoci! Spero solo che abbiate degli abiti appropriati.» Asserì alzandosi poi dalla sua postazione e, con la sua irritante eleganza, avvicinandosi alla porta. «Oh, mi ero quasi dimenticata di dirvi che... si entra in coppia.»
    L'aveva vista, quella fiamma negli occhi di Bela, l'aveva vista eccome.
    Un amaro ma sportivo sorrisetto nacque sulle labbra di Jo, spingendola poi a fare spallucce.
    «Gertrude sarà molto contenta di sapere che ci sarete anche voi. Passo da qui alle otto in punto...» intimò aprendo la porta «e Dean... non farmi fare brutta figura.» E sparì.
    Ecco che aveva prenotato il suo cavaliere.
    «E pensare che avrei potuto spararle.» Borbottò Dean una volta che Bela fu fuori dalla stanza del motel.
    «Già, a chi lo dici.» Lo spalleggiò lei fissando ancora la porta chiusa di fronte a se.
    Era guerra.
  •  Come già detto in precedenza, il suo odio nei confronti di Bela si alimentava sempre di più e non solo in sua presenza, adesso: bastava pensare all'orribile persona che lei era e il sentimento negativo gli rizzava i capelli.
    Ancora si chiedeva perché non stava premendo quel grilletto. 

    «Com'è andata con Adam Franklyn?» Domandò con il suo apparente dolce tono di voce. 
    Entrambi i Winchester le gettarono un'occhiataccia. 
    «Mh, così bene? Lo sospettavo.» 
    «Chiudi il becco.» Fece Dean nervosamente mettendo l'arma al suo posto. 
    «Ok, dobbiamo parlare a cuore aperto.» 
    E si sedette sulla sedia più vicina, proprio di fronte a Sam. Dean camminava su e giù per la stanza e Jo scrutava la ladra dalla testa ai piedi con un sopracciglio inarcato. 
    Qualcosa gli diceva che nemmeno alla bella cacciatrice stesse molto simpatica. 
    «Presumendo che tu ne abbia uno.» Rispose Dean andando a sedersi sul divano nell'angolo della camera. 
    «Oh andiamo! Vedo che finalmente collaboriamo. Come posso aiutarvi ragazzi?» 
    E la soluzione che venne a galla non fu decisamente qualcosa di meraviglioso per nessuno dei presenti. Infatti, una volta che Bela levò le tende Dean fu costretto dalla sua parte interiore, quella tormentata, a lamentarsi più e più volte.

    «Avrei potuto spararle.» 
    Sam roteò gli occhi e tornò a guardarsi allo specchio mentre si sistemava il cravattino con aria decisamente preoccupata. 
    Probabilmente il fatto che stesse per diventare la preda gustosa di una vecchia e perversa pazza, non lo metteva di buon umore. 
    «No, sul serio! Andrò all'inferno tanto, no? Cos'ho da perdere?» Insisté Dean brutale. 
    «Se hai proprio voglia di commettere un omicidio, uccidi me.» Disse Sam con un tono quasi disperato. 
    A quel punto però il fratello maggiore non poté far altro che ridere. 
    «Scherzi? Così sarò io la prossima vittima del fantasma. E poi, sinceramente, non voglio perdermi la scena del mio fratellino a braccetto con la sua nuova fidanzata.» 
    «Smettila!» Lo zittì Sam, avvicinandosi a Dean per sistemare il suo di cravattino. 
    «Sam? E' arrivata la tua dama!» Lo avvertì Jo dal piano di sotto, nella casa che avevano occupato abusivamente dopo essere stati cacciati dal motel per quello che avevano definito "troppo baccano". 
    Sam sospirò e si allontanò verso le scale con un'espressione sconfitta. Dean ridacchiò, poi si infilò la giacca e scese anche lui al piano terra. 
    Bela era lì che lo aspettava, forse appena arrivata.
    Indossava un abito nero e una collana decisamente pacchiana. Restò a guardarlo per un bel po' e Dean immaginò volesse esprimere il suo - pur sempre - inadeguato giudizio. 

    «Ok, dillo: sono ridicolo!» 
    «Non avrei usato queste parole.» Rispose lei misteriosa. 
    «Cosa?» 
    «Quando avremo finito, faremo sesso selvaggio.» 
    Dean inarcò le sopracciglia e si costrinse a trattenere la compiacenza in una smorfia stranita. Aggrottò la fronte e si mise a braccia conserte. 
    «Io non sono un uomo oggetto!» 
    Bela sorrise seducente e inclinò la testa da un lato. 
    «Andiamo!» Fece stizzito dirigendosi verso la porta, in smoking da cerimonia. 
    Non appena varcò la soglia, l'unica cosa che riuscì ad attirare la sua attenzione furono due lunghe gambe scoperte che percorse con lo sguardo: Jo indossava un abitino nero ed elegante, i capelli raccolti e un bel sorriso di sfida stampato sulla faccia.
    Dean la guardò imbambolato e sorrise ampiamente nell'osservarla, sorriso che si spense non appena vide arrivare un'altra figura che avrebbe tanto voluto uccidere: Miles... Miles in giacca e cravatta.
  • Quindi Bela sperava sul serio di escludere Jo da quel caso servendosi si un mezzuccio da quattro soldi come quello di poter entrare alla mostra solo se in coppia? Si vedeva proprio che non la conosceva.
    E poi perchè voleva che la biondina non le stesse tra i piedi? Che cosa temeva? Di avere un altro paio di occhi furbi puntati addosso? 
    Queste domande non facevano che invogliare Jo a proseguire nell'oscuro tentativo di analizzare la psiche della giovane ladra.
    Quel guanto di sfida che Bela le aveva lanciato nella stanza di motel stava per schiaffeggiarla per bene. 
    Vedere Jo fasciata nel suo elegante e succinto abito da cocktail stupì un po' tutti, e tutti in modo diverso per di più: Sam rimase un attimo ad assimilare la scena, aprendosi poi in un sorrisetto quasi fiero delle gesta della sfidante e, ormai, vincitrice. Probabilmente quello sarebbe stato l'ultimo dei suoi sorrisi della serata.
    Bela inclinò la testa, improvvisando uno spicciolo complimento per insabbiare la sua espressione improvvisamente stupita.
    E poi c'erano quei due. Dean e Miles.
    Entrambi sembravano uscire da un mondo parallelo, come se non avessero mai visto una donna in vita loro.
    La loro mimica facciale mutò quasi nello stesso momento, quando tutti e due si accorsero l'uno della presenza dell'altro.
    «Ciao Dean.» Fece il primo giocando la carta del pacifista forzato.
    Tutto per la civile convivenza.
    Dean ricambiò distratto, forse anche lui fin troppo sorpreso dalla presenza di Miles come lo era stata Bela.
    «Siete davvero carini insieme.» Rincarò la dose l'accompagnatrice di Dean riferendosi a Jo e Miles. 
    Come al solito aveva capito tutto: dannatissima acutezza quasi fuori dal normale. Anche se, per una donna, era normale percepire "atmosfere" come quelle.
    «Anche voi.» Rispose lei incrociando le braccia scoperte, dando così l'impressione che quel gesto fosse dovuto al freddo.
    «Faremo meglio ad affrettarci.» Li invitò Miles impostando la sua voce a quel tono dolce e protettivo mentre guardava Jo accartocciarsi per via dell'umidità che gelava l'aria.
    «Sì, hai ragione. Meglio andare.» Lo sostenne Sam, sinceramente contento di vedere Miles.




------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Tan tan taaaaaaaaaaaaan.
Ecco che è tornato Miles!! Vi era mancato, eh?? Dai, dite la verità u.u
Adesso sì che si ragiona. Alla mostra si entrava in coppia e Jo si è semplicemente adeguata.
Che donna di polso.
Ovviamente non vi spoilero nulla :*
Vi voglio bene, Hunters <3
Alla prossima!
  
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