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Autore: Be A Weasley    22/01/2013    2 recensioni
Una ragazza a cui il suo nome va stretto, il viaggio che aveva da sempre aspettato, l'incontro con un ragazzo dai capelli rossi.
Buona lettura,
Delilah :)
Recensite? Mi farebbe taaaaaanto piacere :3
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Gone astray" by Charles Dickens.*



Ero circondata da alberi carichi di foglie, con radici che sbucavano dal terreno quasi a voler uscire fuori completamente per andarsene in giro a loro piacimento, i massi erano ricoperti di muschio di un color verde brillante e anche quel poco di cielo che si riusciva ad intravedere tendeva al verde. Sembrava che tutto lì intorno si basasse su quel colore. Iniziò a soffiare una lieve brezza che fece in modo che tutti i volatili presenti sulle ampie fronde volassero via, di colpo vedo un corvo volare verso di me. Che voleva fare? Mi viene contro e, invece di iniziare a beccarmi, spalanca il grosso becco nero e, anziché emettere quel suono fastidioso tipico di quel genere di uccelli, esce un suono ancora più acuto molto più somigliante alla sua sveglia.
 «Via, via, via!» aprii gli occhi di colpo e mi guardai intorno, preoccupata. Tirai un sospiro di sollievo, almeno non c’era nessun uccello pronto a sbranarmi. Spensi la sveglia  e, a giudicare dalle facce dei miei parenti, nessuno si era reso conto del corvo/sveglia. In punta di piedi scesi giù dal letto e mi avvicinai alla valigia aperta. Feci una smorfia vedendo la confusione con cui erano riposti gli abiti: c’era passata Chloe, sicuro. Presi fuori un maglione di almeno due taglie più grandi della mia, una maglietta a maniche lunghe, un paio di jeans abbastanza stretti e mi rifilai in bagno. Dopo circa un quarto d’ora ero pronta. Ora dovevo solo cercare di rendere un po’ più presentabile il mio viso. Stranamente i capelli durante la notte si erano dati un’aggiustata e ora tendevano leggermente al riccio mentre per i brufoli e i rossori la notte non aveva fatto nessun effetto, c’erano ancora per mia sfortuna, ma di fondotinta e correttori quella mattina non volevo neanche sentirne l’odore, figuriamoci mettermeli sulla pelle. Dopo vari tentativi di incantesimi di appello, finiti a vuoto, mi decido a prendere in prestito la trousse di mia cugina. «E tu che roba sei?» sussurrai ad una crema non identificata di un orribile color viola chiaro. Con una smorfia la rimisi dentro e al suo posto presi solo un eye-liner e un rossetto tendente al rosso. Pochi minuti, il tempo di impasticciarmi il viso e infilarmi le mie amate converse, ed ero pronta. Esco fuori dal bagno e mi assalgono quattro paia di occhi, indietreggiai di un passo con un’espressione che diceva soltanto “Non fatemi del male, io vi voglio bene!”.  «C’è una sorpresa per te, cuginetta! » dice Chloe con un sorriso che le andava da un orecchio a un altro «Diciamo che sei presentabile, tutto merito dei miei trucchi ovviamente, quiiindi.. Ta-daaan!» con un plateale gesto delle braccia si spostò verso destra per lasciar spazio a un giovane dai capelli rossi. Per poco non mi strozzai con la mia saliva mentre tentavo di dire qualcosa. «Cos- Tu- Merda, dovevamo vederci oggi pomeriggio!» Logan parve dapprima sorpreso della mia reazione, poi la sua espressione assunse un’aria divertita. «Ho giocato d’anticipo. Andare a Portobello road di sabato è un suicidio, figuriamoci se ci si va di sabato pomeriggio, equivale pressoché alla morte. Quindi, rinnovo l’invito che ti ho fatto la prima volta che ci siamo visti: vuoi venire a prendere un tè con me?». Non avevo uno specchio a portata di mano ma sapevo con assoluta certezza di essere avvampata, sia dal fatto che mi sentivo il viso andare a fuoco, sia perché mia cugina e mia zia non la smettevano di sogghignare, mentre mio zio borbottava, come al suo solito.  «Sisi, come vuoi tu, quello che ti pare.» A viso basso presi da terra il giubbotto e uscii in tutta fretta dalla stanza con Logan che non la smetteva di dire “Grazie dell’ospitalità, siete gentilissimi!”.
« Razza di idiota, ti pare il caso?! Caso la tua risposta sia positiva, bhe non lo è! Sono rossa, ma che dico rossa, viola! Ti odio!» sbraitai a voce così alta che non mi sarei stupita se in quel momento mi avessero chiamato i miei genitori chiedendomi se fosse tutto apposto.  La risata del ragazzo non fece che aumentare il mio nervoso, stavo per urlargli qualcos’altro contro quando due braccia non troppo muscolose mi cinsero le spalle. Le mie guance si infuocarono di nuovo e prima che qualcosa di intelligente mi venne in mente disse: «So che non mi odi, scema, e poi sei carina quando diventi rossa!» Borbottai frasi sconnesse tra loro e mi sciolsi dalla stretta. «Su su, già stiamo facendo tardi, muoviamoci!»


Appena uscita dalla metropolitana mi travolsero mille cose differenti: c’erano tante persone, forse anche troppe per i miei gusti, migliaia o più bancarelle colorate piene di addobbi natalizi incluse ghirlande fatte con agrifoglio intrecciato ad aghi di pino e bacche di un color rosso brillante che avevo visto raffigurate soltanto nei libri di natale di Dickens, odori di ogni genere, dai più buoni ai più bizzarri. Rimasi per qualche secondo ad osservare quel susseguirsi di persone che sorridevano e facevano affari con i venditori, poi, guidata da Logan, ci dirigemmo verso la famosa libreria. Lungo il tragitto mi fermai a conversare con un tale convinto di saper parlare alla perfezione l’italiano, quando tutto quello che usciva dalla sua bocca era “Mi piace Colosseo” e “Io romano, tu?”.




«Eccoci arrivati!» Alle parole di Logan alzai lo sguardo e l’insegna con sopra scritto “Alice’s” catturò tutta la mia attenzione, anche più di quella che avevano catturato due signori armati di violoncello con enormi margherite dipinte sopra. Sussurrai un “Oh mio Dio..” a malapena percepibile ed entrai dentro di getto. Venni travolta da cianfrusaglie di ogni tipo, c’erano pezzi d’antiquariato dal valore inestimabile mentre altri che probabilmente erano solo robaccia, ma là dentro qualsiasi cosa acquistava un non so che di magico. Rimasi conquistata dalla statua di un soldatino di piombo che abbracciava una ballerina, molto probabilmente, vecchia com’era, sarà uscita in concomitanza con la favola stessa. «Muoviti Granger, qua dentro c’è da perdercisi ma a noi spetta il piano di sopra. Ti lascerà ad occhi aperti, vedrai.» Detto questo mi prese la mano e mi condusse, attraverso delle scale a chiocciola scricchiolanti, verso una porta in legno mal ridotto che un tempo doveva essere stato di un verde brillante. Nonostante le mie lamentele, Logan mi tappò gli occhi con le mani e tutto quello che vidi fu il buio più totale. Per mia fortuna non poteva oscurarmi l’udito e l’olfatto, avrei riconosciuto ovunque l’odore di un libro vecchio, figuriamoci di centinaia. Dopo pochi secondi i miei occhi si liberarono e tutto ciò che vidi fu un qualcosa che raramente si riesce a descrivere: c’erano libri, libri ovunque, dappertutto. Sembrava di essere finiti nel castello della bella e la bestia, era un sogno per una come me. Ripetei per l’ennesima volta esclamazioni tipo “Non ci posso credere” o “E’ tutto vero?” prima di rendermi conto che non si trattava della mia immaginazione. Non era un semplice ammasso di libri, si trattava di un vero e proprio paradiso. C’erano copertine di ogni tipo, da quelle vecchie e tarlate a quelle nuove e splendenti con ancora la plastica attorno. Senza neanche pensarci due volte mi catapultai nel reparto fantasy, poi in quello horror e infine in quello classico; in particolar modo nell’ultimo sembrava che mi fossi catapultata all’era di Mary Shelley e Jane Austen.  L’intera stanza era riscaldata da un modesto focolare che faceva alla perfezione il suo lavoro, dei banchi in legno massiccio occupavano gli spazi senza libri e come ciliegina sulla torta c’erano dei perfetti signori inglesi completi di baffi e trench grigio intenti a leggere. L’unica pecca era l’illuminazione scarsa, ma era un problema che molti avevano ovviato grazie a lampade singole posizionate sulle scrivanie o addirittura candele. 

 

«Grazie di avermi portato qui, è tutto meraviglioso: i libri, il fuoco, ogni singola cosa! Che abbiamo intenzione di fare adesso, leggere?» Lui si limitò a sorridere e aggiunse «Sì, se vuoi potremmo leggere ma ho un’idea migliore. Dai, scegli un libro!» Ci misi un quarto d’ora abbondante per prenderne uno la cui copertina mi soddisfacesse a pieno, sia a causa della scarsità di luce sia per la mia profonda insicurezza. Ne presi uno dalla copertina rigida di un blu notte, il titolo era scritto all’interno, nella prima pagina ormai ingiallita: “Gone Astray. By Charles Dickens”.  «Ecco a te, è carino, l’ho letto in italiano. E’ un po’ strano, parla di un bambino che viene portato da un signore a far visita ad una chiesa ma dopo poco perde di vista il suo accompagnatore e così finisce per girovaga-»  Non feci in tempo a finire di parlare che sentii qualcosa di caldo posarsi sulle mie labbra. Sbarrai gli occhi e mi accorsi che quel “qualcosa” non era nient’altro che Logan. Non sapevo che fare, mi ero ritrovata dal raccontare la trama di un libro a baciare un ragazzo, non è un passaggio molto chiaro. Mi allontanai dopo qualche secondo da lui e mi limitai soltanto a guardarlo confusa, senza sapere cosa dire o cosa fare. «Scusami, Sonia, non so cosa mi sia preso. Cioè, veramente lo so, ma forse tu no e quindi.. Scusami, non avrei dovuto!» Senza pensarci due volte mi piombai di nuovo sulle sue labbra, avevo baciato solo un altro ragazzo prima di lui e in quanto a dimestichezza, ero messa maluccio, ma con molte probabilità quel gesto era il più avventato che avessi fatto in tutta la mia vita, escluse le scalate su immensi monti/cumuli di fango e terra fatte da bambina. Lui, quando mi scattai, sembrò confuso, molto confuso. «Weasley non guardarmi in quel modo, cretino, l’ho fatto senza pensarci e inoltre prima mi hai anche bloccato mentre ti stavo raccontando il libro, sei proprio un maleducato, sai?» Lui scoppiò a ridere e io feci lo stesso, almeno finché una signora paffutella coi capelli ricci e bianchi sussurrò scocciata «Silence, plese, we’re in library!» Rimanemmo fino alle cinque del pomeriggio dentro quel paradiso circondati soltanto da odore di pagine vecchie e libri quando un fastidioso rumore pervase l’aria. Logan scattò sull’attenti, e di conseguenza anch’io dato che ero appollaiata sulla sua spalla, per rispondere al cellulare. Da quelle sue poche parole capii di chi si trattava. Sbuffai e presi un volume a caso dalle mie spalle mentre tentavo di capire qualche frase interessante dalla conversazione telefonica. «Era Jan, mi ha chiesto se questa sera sarei potuto andare a casa sua per fare.. Qualcosa, insomma e io..».  
«Non mi interessa, fate tutto quello che dovete fare, divertitevi, e mi raccomando vienimi a cercare quando hai finito eh, ci sono sempre!»
 «E io le ho detto di no perché stavo con una ragazza a cui piace leggere “Gone Astray”. Allora, a che punto eravamo del racconto? Prometto che stavolta non t’interrompo, forse solo per fare qualche domanda. Che succede al bambino?»
Rimasi per un secondo interdetta, poi sorrisi. «Tu sei pazzo, Weasley, tu sei del tutto fuori di testa!»





SPAZIO AUTRICE:
Zalve, zalve! Dopo aaaaaaaaanni e aaaaaaaanni sono tornata, immagino quanta felicità ci sia nell'aria :'3
MisstiziadicuinonmiricordotuttoilnomeLY, sei accontentata, spero ti piaccia e dimmi se "Verissimo" come sottofondo aiuta °O° <3
Peace and love,
Delilah <3


  
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