Un
sonoro “toc
toc” svegliò Harry nel cuore della notte. Il
ragazzo si alzò
sbuffando: chi mai poteva bussare a quell'ora? E sopratutto,
perché
bussare quando esisteva un bellissimo e utilissimo campanello?
Imprecando tra i denti e benedicendosi per il suo sonno leggero,
andò
ad aprire la porta e si trovò una Belle tremante sull'uscio.
“Ciao”
“Posso restare a
dormire da te, stanotte?"
Lui annuì facendosi da parte per farla
entrare.
“Problemi con
Lia?” Lei scosse la testa in risposta; milioni di goccioline
caddero dai suoi capelli – solo allora Harry si accorse che
fuori
si stava scatenando una specie di diluvio universale.
Sospirò chiudendo
la porta e afferrò dallo sgabuzzino vicino alla porta un
asciugamano
porgendolo alla ragazza che lo ringraziò con un cenno del
capo –
stava ancora tremando, Harry non seppe dire se per il freddo o per la
paura che poteva leggere nel suo sguardo.
“Ti va un tè?”
Lei annuì ancora
una volta.
Fu
mentre bevevano
il tè che Belle si decise a parlare, lo sguardo ancora ben
fermo
sulla propria tazza.
“Ho paura”
disse soltanto.
Harry alzò lo
sguardo tornando a studiare il suo volto attendendo che lei
riprendesse la frase.
Stava per aprire
bocca per chiederle la ragione di quella paura, quando lei aggiunse
“Paul sa dove abito” e tornò in silenzio.
Harry strinse un
pugno e la guardò trattenere le lacrime.
“Andrà tutto
bene” si trovò a sussurrare più a
sé stesso che a lei.
“Grazie”
sussurrò lei dopo un po'
“Per cosa?”
“Per confortarmi.
Ma dimmi, perché lo fai?”
Harry rimase in
silenzio.
Non è ovvio? Non è chiaro che sono
innamorato di te?!
Sospirò e cercò
di cambiare argomento.
“Ti porto qualche
vestito asciutto” disse constatando che non aveva nemmeno la
borsa
con sé, probabilmente era uscita subito quando la paura
l'aveva
raggiunta quella notte.
Harry non poteva
fare a meno di immaginarsi la scena: lei, a letto, piccola e fragile,
costretta a trattenere le lacrime perché una Lia dormiente
non si
svegliasse e notasse che effettivamente c'era qualcosa che non
andava. E probabilmente Paul l'aveva chiamata, il ragazzo poteva
chiaramente figurarsi il telefono di lei brillare nel buio con quel
numero che lampeggiava minaccioso. E i tasti rosso e verde, accetta e
rifiuta. Rifiuta, rifiuta tutto quello che ti ha fatto.
Ma
restava immobile, con le lacrime che le rigavano il volto. Solo
allora aveva deciso di scappare, probabilmente aveva lasciato un
biglietto sul frigorifero per Lia, perché l'amica non si
allarmasse
non vedendola al mattino. Chissà se le aveva scritto che era
da lui.
Belle gli afferrò
la mano, sciogliendo tutti i suoi pensieri “Mi continuava a
chiamare” sussurrò confermando le sue congetture.
Harry annuì e
salì le scale, scendendo poco dopo con delle coperte, un
cuscino,
un asciugacapelli e una maglia che a lei sarebbe stata decisamente
grande. Le avrebbe anche offerto dei pantaloni, ma era ovvio che la
sua taglia era troppo grande.
“Scusa, non ho
dei pantaloni da offrirti” spiegò porgendole la
maglia.
“Stai facendo più
di quanto chiunque avrebbe mai fatto per me” gli sorrise lei
prima
di guardare con aria incuriosita le coperte.
“Il letto di
sopra è pronto se vuoi andare a dormire” le
rispose lui
dirigendosi verso il salotto per venire immediatamente fermato da
Belle che gli prese nuovamente la mano.
“Ti prego, dormi
con me. Ho paura” sussurrò con voce tremante,
sembrava sul punto
di piangere.
Il ragazzo annuì.
Salirono le scale
lentamente, tenendosi per mano – Harry voleva solo
dimostrarle che
c'era e lei aveva bisogno di sentirlo vicino.
Non parlarono, in
camera lei inserì la presa del phon e si asciugò
i capelli, prima
di notare che Harry si era seduto su una poltrona che sembrava
dall'aria consunta e la osservava – Belle non poté
fare a meno di
sentirsi a disagio sotto il suo sguardo.
Sospirò e si
sistemò sotto le coperte osservando intensamente negli occhi
il
ragazzo.
“Non vieni?”
Lui la guardò
leggermente stupito “Non hai paura?”
“Non di te. Mi
fido di te, tu non mi farai mai del male. E poi siamo amici,
giusto?”
Harry annuì “Già,
amici” si ripeté per memorizzare le conseguenze
che
quell'affermazione comportava.
Si sdraiò al
fianco di lei, stando ben attento a non invadere il suo spazio e
sfiorarla, cosa non facile date le scarse dimensioni del materasso
che contava a malapena una piazza.
E si stupì quando
lei si avvicinò a lui, poggiando la testa sul suo petto.
“Abbracciami, ti
prego. I tuoi abbracci mi fanno sentire al sicuro”
Lui la abbracciò
stringendola forte al petto e le lasciò un piccolo bacio
sulla
fronte.
“Buonanotte,
sogni d'oro” sussurrò lei – Harry
percepì il calore del suo
respiro attraverso il sottile cotone della sua maglia.
“Già, come se ci
riuscissi, a dormire” le rispose mentalmente mentre osservava
il
suo piccolo corpo nascosto dalle coperte. Non tremava più
adesso,
sembrava essersi calmata.
Harry
è così dolcioso *o*
Scusate, mi sto sciogliendo, ma questo è il mio
capitolo preferito.
Beh, niente, sono stressata al cubo: mille idee per la testa, tra poco
esplodo, giuro.
Beh, spero vi sia piaciuto il capitolo, nel prossimo ritroviamo tutti
gli altri, tranquilli non li abbandono u.u
Un bacio,
-J
Ps: ringrazio voi brave
persone: grazie a voi sono ho superato le 50 recensioni, ne sono molto
felice.
Ovviamente mi farebbe piacere sapere il parere anche di chi l'ha
inserita tra preferiti seguite e ricordate.