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Autore: Chiaronzics    22/01/2013    1 recensioni
"I suoi occhi. Non sapevo quale fosse il suo nome, ma i suoi occhi. Diavolo, erano davvero stupendi. In quel momento avrei voluto soltanto restare a guardarla per sempre. Occhi Di Ghiaccio. Quello sarebbe stato il suo nome nei miei sogni"
Londra. Un anno a disposizione. Cinque Ragazzi. Una ragazza. Due cuori che si uniranno, due anime simili, eppure così diverse.
Amicizia e Amore. Quale conterà di più?
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Zayn
Dalla soglia della sua camera la guardavo preparare le valigie. Quel pomeriggio sarebbe partita. Niente e nessuna avrebbe potuto farmi dimenticare quegli ultimi giorni con lei passati ad abbracciarci, baciarci, cantare, ridere e scherzare assieme a tutti gli altri. Avevamo conosciuto Taylor, una ragazza simpatica e gentile, ma nulla in confronto a Claire. “Ho quasi finito.” Annunciò, prendendo gli ultimi libri che aveva sul suo comodino. Assieme a tutti gli abiti che aveva comprato qui stava portando via i ricordi, le risate, i baci e il mio cuore. Tra qualche ora sarebbe tornata dai suoi genitori, dai suoi parenti, dalla sua vita di prima e avrebbe dimenticato tutto. Ero sicuro che avrebbe dimenticato ogni singolo istante passato insieme. Con il tempo le sarebbe passata. Si avvicinò a me e le sorrisi, la strinsi a me e le sussurrai “Non mi lasciare.” Non rispose nulla, fece solamente un respiro profondo. “Non mi dimenticare.” Aggiunsi subito dopo. “Mai. Sarebbe impossibile.” Le presi la valigia e scesi le scale, sotto le quali ci aspettavano tutti. La mia famiglia era accanto alla porta d’ingresso, poi c’era la famiglia Styles, le ragazze e i ragazzi. Claire mi seguiva, guardando con aria spaesata ogni centimetro quadrato della casa, per assaporare quell’ultimo istante che avrebbe passato con noi. Tutti insieme. Fece un respiro profondo e, guardando tutti quanti, iniziò a parlare. “Grazie di avermi accolta in casa vostra come una figlia. Grazie per aver fatto di me un membro della famiglia Styles. Harry.” A quel punto il riccio alzò il viso e la guardò. “Harry, sei stato il fratello che non ho mai avuto. Con te ho passato davvero momenti speciali e volevo ricordartelo. Grazie a voi tutti, mi sono sentita subito parte del gruppo, non avete chiesto altro. E voi, ragazze. Siete semplicemente le mie migliori amiche. Vi vorrò bene per sempre.” Si voltò verso di me, sorrise e mi prese per mano. “Non dimenticherò mai nessuno di voi. E’ una promessa.” La strinsi a me e le baciai la fronte. La vidi chiudere gli occhi quasi con disperazione. La feci mia con quella piccola tenerezza rubata di fronte a tutti e la lasciai andare senza alcuna voglia.

 

Il viaggio fino all’aeroporto fu senza molte chiacchiere. Eravamo tutti tristi, lo si leggeva nei nostri visi. Liam portò la valigia fino dove ci fu permesso accompagnarla. A quel punto ci fermammo tutti per gli ultimi saluti. Abbracciò tutti, dedicando ogni piccolo istante ad ognuno di noi e, una volta che fu il mio turno, mi batté il cuore a mille. “Prima di tutto, ho un regalo per te.” Si voltò verso la sua borsa, tirando la ciocca di capelli che le ricadeva sul viso dietro l’orecchio. “L’ho iniziato a Settembre e ora, a distanza di un anno voglio dartelo.” Mi porse un libro, aprii la prima pagina e, a caratteri ordinati c’era scritto:

Per Zayn.
Ogni volta che il tuo pensiero sarà rivolto a me, sfoglia questo album. Qui troverai tutto il nostro anno, tutti i nostri momenti insieme.

 

Cominciai a sfogliarlo. All’interno c’erano foto, frasi dette e frasi di nostre canzoni che ripercorrevano perfettamente tutto quello che avevamo passato. Sorrisi e le diedi un bacio. “Questo, invece, è per te. Una cosa molto meno romantica, ma altrettanto significativa.” La feci voltare e le misi la collana che le avevo comprato, il ciondolo d’argento a forma di Z con un diamantino le donava perfettamente. Non appena lo vide quasi scoppiò a piangere. Alzai la manica della felpa del braccio destro, e le feci vedere lo stesso ciondolo al bracciale che indossavo, solamente a forma di C. “Non ti dimenticherò mai. Sembra una frase fatta, ma è così.” Dissi, prendendole il viso tra le mani. “I tuoi occhi sono irresistibili.”

“Non provare a farmi restare.” “Non provare a chiedermi se sto bene, non ho la risposta.”Feci una pausa. “Ti amo, Claire.” “Anche io ti amo, Zayn.”

Ci staccammo e la vidi allontanarsi.

“Ci mancherà.” Disse Louis, abbracciando Eleanor mentre singhiozzava.

“Tanto…” Aggiunse Liam. Sospirai e infilai i Ray Ban, seguii Harry e uscimmo dall’aeroporto.

 

 

-Claire

Non mi voltai neanche una volta per guardarlo. Sapevo di aver fatto la scelta giusta e, probabilmente, sarei diventata una di quelle ragazze che si dimenticano facilmente, oppure mi avrebbe descritta parlando di “Quella ragazza italiana”. Avrebbe dimenticato il colore dei miei occhi, il sapore delle mie labbra, il mio odore perfino. Io avrei ricordato sempre la sua voce, il suo ciuffo costantemente in disordine, il suo sorriso sghembo maledettamente perfetto. Durante le ore di viaggio verso casa non riuscivo a spegnere l’Ipod, pieno zeppo di canzoni che sembravano descrivere il nostro anno insieme. Quello era stato un suo regalo. “Sarai obbligata a pensare a me quando ascolterai questa playlist.” Aveva detto tre giorni prima della mia partenza. Non avevo toccato quell’oggetto fino a quel momento: il giorno in cui tutto sarebbe cambiato. Dopo un anno potevo continuare la vita di prima, anche se, sapevo che non sarebbe tornata la stessa.

 

Rividi i miei genitori. Raccontai loro ogni dettaglio delle mie strane giornate, della scuola, dei miei amici e di Zayn, ovviamente. “Ti manca già, vero?” Chiese mio padre, sedendosi sul mio letto, mentre leggevo un libro in inglese. Sorrisi senza rispondergli. Dopo qualche secondo il mio telefono vibrò illuminandosi. Un Suo messaggio.

 

Non riesco a dormire. Ci sei sempre tu nei miei pensieri. Aspetto tue notizie. Ti amo, Z.

Sorrisi, presi il cellulare in mano e, tremando, cominciai a digitare.

 

Il volo è stato tranquillo, allietato dal testo e dalla musica delle Vostre canzoni. Mi manchi, mi manchi terribilmente. Prova a riposare stanotte. Ci sentiamo presto. Buonanotte. Ti amo anche io. C.

 

Era impossibile da sopportare, sapevo che non ce l’avremmo fatta. Io non ce l’avrei fatta. Desideravo solamente tornare in Inghilterra con i miei amici. Mi addormentai quella notte con il cuscino bagnato di lacrime.

 

 

-Zayn

Non riuscivo a capire per quale motivo Claire avesse preso quella decisione che feriva terribilmente me e i ragazzi. Era diventata parte della nostra vita e non poteva pensare di poterne uscire senza un motivo valido. Quel motivo valido non c’era. Oramai era parte di noi, era parte di me. Avevo bisogno di lei. Volevo rivederla il prima possibile.

 

Quella notte non riuscii a dormire molto. Mi svegliai e, meccanicamente, mi diressi verso il bagno. Feci una doccia fredda e scesi in cucina per la colazione. “Uova e bacon.” Annunciò mia madre, scodellando del cibo nel piatto che avevo di fronte. Il suo sguardo apprensivo cercava di entrare dentro di me, per capire cosa mi passava per la testa. “Grazie, mamma.” Feci un sorriso forzato, presi la forchetta, e cominciai ad ingerire cibo. Non facevo neanche caso a quello che stavo mangiando. ‘Chissà cosa sta facendo Claire in questo momento…’

 

Le prove di quella tarda mattinata furono le peggiori di sempre. Non andavamo a tempo, prendevamo stecche incredibili. Dopo circa un’ora e mezzo ci rinunciammo. Non era da noi fare simili performance. “Spero soltanto che per il concerto di dopodomani saremo… Un po’ meno…” Cominciò il biondino. “Sta’ zitto, ti prego.” Lo interruppe Harry. Si mise a sedere per terra, mettendo le mani tra i capelli ricci. Era disperato, non riuscivamo a concentrarci e i concerti sarebbero stati un fiasco. Ce lo sentivamo tutti.

A quelle parole scattai, uscii dalla sala prove, sbattendo la porta e mi ritrovai nel cortile dell’edificio. Presi il pacchetto di Malboro rosse che avevo comprato per scrupolo quella mattina, non appena avevo messo naso fuori di casa. Sfilai una sigaretta e la accesi, aspirai il tabacco con avidità e cacciai fuori una nuvola di fumo grigio. Mi misi a sedere su un muretto di pietra, continuando a fumare. “Zayn, stai bene?” Chiese Liam, avvicinandosi a me. “Sì, sto bene.” Risposi bruscamente. Ero arrabbiatissimo, ferito e mi sentivo terribilmente abbandonato. “Zayn, so bene che sei furioso, so quanto la ami e so anche che vorresti passare tutta la vita con lei, anche se non riesci ad ammetterlo neanche a te stesso. Ci sentiamo tutti così, è una nostra amica, anche se con te è stata una cosa completamente diversa.” Cominciò a parlare, guardando per terra. Lui più di tutti sapeva da quanto tempo fossi perdutamente innamorato di Claire. Quasi come se mi stesse leggendo nel pensiero continuò. “Ricordi quando mi confessasti di aver visto una ragazza che non riuscivi a dimenticare? Non conoscevi neanche il suo nome, eppure ne eri infatuato. Ancora non era amore. L’hai rivista, conosciuta e amata. Non potevi fare a meno di lei prima e, a maggior ragione, non puoi fare a meno di lei ora.” Sorrise, mi diede una pacca sulla spalla e fece un cenno di disprezzo verso la sigaretta accesa. “Cos’è quella? Hai ricominciato a fumare? Sai che lei non approverebbe…” “Lei non è qui, e non potrà saperlo.” Risposi acido. Aveva ragione e lo riconoscevo. Come avrei potuto fare? Era la mia vita e tutto quello che chiedevo al destino, al Karma o a qualunque altra forza superiore, era stare con Claire. “Liam..” Cominciai. “Voglio fare qualcosa. Devo fare qualcosa.”

 

 

-Claire

Avrei ricominciato la scuola tra qualche giorno e cercavo disperatamente di riprendere le vecchie abitudini. Il mio ultimo anno italiano sarebbe cominciato a breve e, sebbene avessi guadagnato un diploma internazionale, dovevo comunque conseguire la licenza superiore italiana. Volevo riottenere mia quotidianità e, con l’aiuto della scuola, avrei dimenticato quell’anno stupendo della mia vita. Dovevo provarci, anche se non avevo alcuna possibilità di riuscirci. Avevo trascurato le mie vecchie amicizie, le stesse che avevano fatto una smorfia di disappunto non appena avevano saputo che avrei passato un anno all’estero. Ero felice di averlo fatto, anche se non mi rendevo ancora conto di quanto le cose fossero cambiate radicalmente grazie a quel viaggio di studio.

 

Indossai la giacca e uscii di casa, godendomi gli ultimi giorni di vacanze estive. Camminai verso il bar che distava dieci minuti da casa e, lungo il tragitto, sentivo una grande agitazione dentro di me. Sentivo gli sguardi dei passanti fissi sul mio viso. Avevo già abbastanza pensieri, non mi andava che sconosciuti mai visti cominciassero a fissarmi. Dopo pochi istanti giunsi di fronte al bar, gremito di gente. Il barista, che ormai mi conosceva, mi salutò con un sorriso. “Bentornata.” Esclamò. “Il solito?” Chiese, avvicinandosi alla macchina del caffè. “Sì, grazie.” Abitando lì vicino, ero quasi sempre rinchiusa in quel locale, anche per studiare, soprattutto quando era brutto tempo. Avevo imparato a conoscere il barista appena ventenne, che ogni volta cercava di attaccare bottone. “Ti porto tutto al solito tavolo.” Disse, interrompendo i miei pensieri. Sorrisi a mo’ di risposta e mi diressi verso il fondo del locale, dove c’era un tavolinetto con quattro sedie. Ne occupai una con la borsa e mi misi a sedere su quella alla sua destra. Attesi qualche istante il cameriere, Daniele, mi portò un cappuccino e un muffin. Subito presi lo zucchero e cominciai a girare il cucchiaino lentamente nella tazza. “Claire! Che sorpresa averti qui.” Alzai lo sguardo, e vidi una ragazza bionda. Aveva un viso familiare, frequentava la mia stessa scuola. Una volta eravamo amiche, ma era passato tanto tempo dall’ultima volta in cui avevamo parlato, o mi aveva rivolto la parola. Si era trasformata in una snob biondina con un mucchio di piercing e la puzza sotto al naso. “Ciao, Ilaria.” Risposi con un sorriso forzato. Mi chiedevo come mai mi stesse rivolgendo la parola. Erano tre anni che non mi degnava neanche di uno sguardo. Continuai a sorseggiare la bevanda calda e la guardai con aria interrogativa, come per chiedere cosa volesse. “Come sei stata in Inghilterra?” Chiese con aria noncurante, cominciando a frugare nella sua borsetta di Chanel. “Molto bene, grazie. Ho imparato molto lì.” Risposi trattenendomi dal lanciarle qualcosa addosso. Ci mancava lei a farmi ricordare l’Inghilterra. “Sai, ho visto che ti sei inserita abbastanza bene.” “Ti riferisci per caso al mio profilo Facebook?” Domandai, seriamente curiosa. “Anche. Più che altro ti ho visto sulla rivista Cioè avvinghiata a quel ragazzo della band famosissima. Direction, mi pare.” Sorrisi divertita. “Il ragazzo si chiama Zayn Malik, ed è il mio ragazzo. La band si chiama One Direction. Sono famosi in tutto il mondo, hai proprio ragione. Mi sorprende, comunque, che tu, alla tua età, legga ancora i giornaletti scandalistici.” Risposi. “Prova a domandare a mia cugina di undici anni, probabilmente avete letto lo stesso numero.” Presi il muffin, e lo avvolsi con un tovagliolo, lo infilai nella borsa e feci per andare a pagare. “Claire, aspetta!” Disse la ragazza, fermandomi. Mi voltai e, senza dire una parola, la guardai. “Scusa, non volevo offenderti.” Lei che si scusava? Molto strano. “Volevo chiederti se ti andava di cenare con noi.” Disse, ammiccando verso le sue amiche, che guardavano con sguardi curiosi e supplicanti. “Vorremmo farti entrare nel nostro giro di gente che conta. Sai, le cose sono cambiate parecchio qui in giro. Non vorrei che ti trovassi a dover fare i soliti errori anche quest’anno. Non ora che sei una ragazza giusta, tanto da comparire su delle riviste vendute in tutto il mondo.” Mi fece l’occhiolino. La guardai con aria schifata e aprii la porta del locale. Ecco, avevo rovinato anche la mia vita qui. Se Ilaria sapeva tutto su me e Zayn, lo sapeva anche tutta la scuola. Quella bocca larga non stava zitta un istante, e conoscevo le tipe come lei. Cercava solamente di essere popolare, ed io ero il mezzo di cui si serviva per riuscirci.

Non volevo essere popolare. Volevo stare con Zayn e i miei amici, era tutto quello che sognavo. Non mi interessava tornare a scuola per vedere le mie amiche. In quell’anno non mi avevano spedito neanche una cartolina, un messaggio, un’e-mail, un segno del fatto che mi pensassero ancora, fino a quel momento.

Cercando tranquillità feci una passeggiata verso la libreria, il luogo che amavo maggiormente al mondo. Lì potevo rifugiarmi, cercare il mio posto nel mondo. Potevo essere chi volevo: un pirata alla ricerca del suo tesoro, un folle innamorato che tentava tutto e per tutto per la propria amata, una semplice ragazza di periferia alla quale mancava terribilmente il suo ragazzo. Ma quella non era una storia che avevo trovato nei libri, era la vita reale. Scelsi un libro e mi diressi alla cassa. Proprio in quel momento vidi delle mie compagne di classe. Sperai si accorgessero di me e che mi salutassero, effettivamente accadde proprio quello che immaginavo. “Ciao Claire! Abbiamo visto le tue foto con i One Direction su internet! Sei stata davvero fortunata. Chissà, forse ora si ricorderanno di te.” Disse una di loro, di nome Silvia, con voce pungente. “Si ricorderanno sicuramente di me.” “Lo spero sul serio, Cara. Ci vediamo a scuola.” Aggiunse, con un sorrisetto. Le feci un cenno di saluto con la mano e la vidi allontanarsi.

 

-Zayn

Al termine di quella giornata così anonima senza di lei, presi forza, composi il suo numero di telefono e la chiamai. Sapevo che avrei speso moltissimo, ma non mi importava. Volevo solamente sentire la sua voce. “Pronto?” Era giù di morale. Lo avevo immaginato, e non potevo sentirla con quel tono. “Buonasera, ragione della mia vita.” “Zayn!” Esclamò. “Finalmente mi hai chiamata, ti aspettavo.” Sorrisi, inconsciamente. “Adesso sono qui. Raccontami, come è andata la tua giornata?” Chiesi con curiosità. “Vuoi la verità o ti basta un semplice ‘bene’?” “Voglio tutta la verità. Racconta.” Mi misi sul letto per ascoltare le sue parole. “E’ stato terribile. Le mie vecchie amiche mi odiano, voi eravate anche il loro sogno e io ho avuto la possibilità di conoscervi, e anche di più, mentre loro nulla. Le fighe della scuola vogliono che mi unisca al loro gruppo, solamente perché hanno visto delle nostre foto su un giornalino.” Sospirai. “E’ colpa mia, soltanto colpa mia. Non dovevo…” Non mi lasciò terminare la frase. “Non dire che è colpa tua. Non sarei dovuta venire in Inghilterra, sapevo che sarebbe stato tutto diverso, e…” “Claire.” La interruppi. “Claire, lasciami finire. Non dovevo lasciarti andare. E’ stato stupido da parte mia pensare di riuscire a vivere senza di te, ma non è così. Anche qui è terribile. Londra non ha più lo stesso sapore senza di te. Mi manchi. Mi manchi terribilmente. Dovrei fare la parte di quello forte, per farti capire che il tuo posto è lì, in Italia, con i tuoi genitori. Ma in realtà non è così. Il tuo posto è qui, con me.” Silenzio dall’altra parte. Temevo la prendesse così. In quel momento mi stava odiando, lo sentivo. “Speravo lo dicessi, Zayn.”

 


  
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