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Autore: hinata 92    23/01/2013    3 recensioni
Anderville. Le sue "tranquille" notti vengono sconvolte dall'arrivo di un papero mascherato in trasferta pronto a venire a capo di un mistero. Ma anche un famoso detective dalle grosse e tonde orecchie nere sta facendo lo stesso, anche se da un altro punto di vista...
L'uno all'insaputa dell'altro, Topolino e Pikappa dovranno vedersela con un misterioso personaggio e... con loro stessi.
Segreti non rivelati, forse intuiti, principi morali, testardaggini, una fiducia difficile da dare e ottenere in una città dove tutto ha un costo e una verità così complessa che stupirà anche chi credeva di aver capito tutto...
Tutto questo e ancor di più nel più pazzo crossover Disney mai creato: PKNA x MMMM!!!
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Paperino aka Paperinik, Sorpresa, Uno
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sorprese, spiegazioni e programmi tv

 

« Ma cosa… »

Pikappa evitò per un pelo d’inciampare, non solo perché il grosso catenaccio col lucchetto che fino a poco prima aveva tenuta chiusa la porta era caduto a terra, ma soprattutto perché si poteva davvero aspettare di tutto, tranne di trovare due evroniani incatenati.

Uno era evidentemente un generale o qualcosa di simile, vista la tuta nera che indossava. Aveva un aria decisamente più sveglia del suo compare, un semplice soldato viola dall’aria molto rimbecillita, che, ridacchiando, osservava con attenzione l’unico oggetto presente nella stanza, un vecchio televisore dotato di videoregistratore.

« TU! »

Ok, decisamente il generale evroniano non provava molta simpatia nei suoi confronti!

« Cosa ci fai tu qui, Pikappa? »

« Oh, un giro turistico… secondo te? A capire cosa ci fanno degli evroniani da queste parti! »

L’evroniano ridacchiò: « Sei davvero l’ultima persona che mi aspettavo ricevesse la mia richiesta di soccorso… »

« Richiesta di… soccorso? »

« Non vorrai mica dirmi che sei venuto qui senza neanche aver tradotto il messaggio? »

« Se avessi saputo come tradurlo non mi sarei fatto ore di treno per arrivare ad Anderville… »

L’alieno ridacchiò ancora, seguito a ruota dal collega, che però si sciolse una risatina ebete e idiota.

Il generale gli diede un calcio: « Piantala, yiostly sottosviluppato! Sei la vergogna dell’esercito evroniano: non solo hai permesso che ci riducessero in catene, ma sei rimasto anche vittima dei sporchi trucchi terrestri per il lavaggio del cervello… »

« Lavaggio del cervello? »

Sì, in effetti l’evroniano aveva più o meno la stessa espressione intelligente che sfoderava suo cugino Sgrizzo.

« … le caprette ti fanno ciao! Acci… picchia… qui c’è un mondo fantastico… »

Paperino trasalì. Questa la conosceva anche lui, e sicuramente non era una marcia marziale evroniana!

Il generale tirò un altro calcio al sottoposto: « E tu come la chiami questa macchinetta infernale che non fa altro che trasmettere ininterrottamente da tre settimane questi stupidi programmi idioti d’intrattenimento terrestre? »

Pikappa guardò lo schermo, dove un’allegra bimba svizzera dai capelli neri giocava sull’altalena. Il suo sguardo passò nuovamente all’evroniano impazzito. Si ripromise che, se gli effetti erano quelli, al suo ritorno avrebbe impedito a qualsiasi costo ai nipotini di attaccarsi allo schermo televisivo per tutto il pomeriggio.

« E perché non ti sei ridotto anche tu come lui? »

« Tipica stupida domanda degna della specie inferiore alla quale appartieni… se io sono un generale e lui un soldato semplice ci sarà un motivo, no? Ci vuole ben altro per mandarmi fuori di testa… »

Paperinik scosse la testa perplesso. Decisamente si era perso qualcosa. Perché imbottire due soldati evroniani di puntate di anime giapponesi, o di chissà cos’altro fosse contenuto in quella videocassetta?

Tuttavia almeno di una cosa poteva essere certo.

« , allora, che mi dici, Topolino? Questi sono o no alieni? »

Paperinik si voltò con un sorrisone soddisfatto, aspettandosi un detective perlomeno sconvolto.

Il corridoio alle sue spalle era deserto.

« Topolino? »

« Con chi stai parlando, terrestre? Hanno fatto anche a te il lavaggio del cervello? »

Il papero impallidì: « Che fine ha fatto la persona che era con me? »

L’evroniano lo guardò perplesso: « Di quale persona stai parlando? Sei entrato da solo in questa stanza, Pikappa… »

 

 

 

 

 

Topolino sbatté gli occhi più volte, senza che la sua mente annebbiata gli permettesse di riconoscere il posto dove si trovava. Un’emicrania gli premeva le tempie in modo familiare.

 

Dove ho già sentito questa sensazione?

Ah, sì, quella volta che Gambadilegno e Trudy mi hanno addormentato col cloroformio…

Un attimo! Ho detto cloroformio?

 

Topolino spalancò gli occhi, improvvisamente lucido. Ora ricordava tutto.

 

Stavo entrando con Pikappa nelle cantine e poi… poi quel fazzoletto bianco sulla bocca mi ha impedito di gridare… evidentemente era stato immerso nel cloroformio o in qualcosa di simile…

 

Il detective si guardò intorno.

« Bene, dove siamo finiti? »

L’ambiente non era dei migliori, anzi, era piuttosto spoglio. L’unica nota di colore era…

« Richard! »

Topolino si precipitò verso l’uomo coricato a terra. Era lievemente ferito, e dagli abiti strappati si poteva dedurre che aveva lottato. Per un attimo gli venne il terribile sospetto che potesse essere…

Si avvicinò al suo volto. Respirava tranquillamente.

Il topo tirò un sospiro di sollievo. Probabilmente era stato drogato con qualcosa di più pesante del cloroformio che era stato riservato a lui, ma niente di grave. Tranquillizzatosi sulla sorte del suo compagno di prigionia, Topolino iniziò a guardarsi intorno.

 

Una prigione tenuta a regola d’arte… cosa posso fare per uscire?

 

La mano gli corse spontanea al batticarne appeso alla cintura. Sicuramente quello non avrebbe sfondato le pareti metalliche, per farlo avrebbe dovuto avere la forza di un toro, e lui toro non era. Era solo un piccolo topolino dalle enormi orecchie.

Orecchie…

Topolino impugnò il batticarne, ma al contrario, con il manico rivolto verso l’esterno, e iniziò a battere alla parete, a volte più forte, a volte più piano, con alcune pause, apparentemente a casaccio. Ma lui non faceva mai nulla per caso.

 

Tump, tump, tump.  Tump, tump, tump.  Tump, tump.  Tump, tump, tump.    Tump, tump, tump, tump. Tump, tump, tump…

 

Coraggio! Puoi sentirmi. Devi sentirmi! Non sarò solo io ad avere un buon udito, no?

Sei o no un eroe, Pikappa? E allora vieni, sono, anzi, siamo qui a fare le principessine in pericolo! Tirarci fuori di qui è più un lavoro per te, che non per me!

Spero soltanto che tu non abbia solo la giubba da marinaio… o almeno che qualcUno ti dia una mano…

 

 

 

 

 

Pikappa risaliva le scale lentamente, permettendo agli evroniani debilitati dalla lunga prigionia e dal digiuno forzato di fare gli scalini con i loro tempi. Non gli avrebbe mai proposto di aiutarli, nonostante fossero davvero malmessi; come minimo gli avrebbero sputato in un occhio a quella proposta. Sempre che ce l’avessero, la saliva…

« Non guardarmi… anf… con quell’aria pietosa, Pikappa… anf… ho ucciso per molto meno… anf… »

Il papero sbuffò: « Risparmia il fiato per salire, che ne hai bisogno! »

« Hihi!!! »

Il generale ansimò profondamente: « Piantala… anf… almeno ora… anf… mostra… anf… un po’ della dignità… anf… evroniana… anf… »

L’evroniano con il cervello fuso non rispose, ma Pikappa notò che stava facendo una bella linguaccia al suo superiore. Per sua fortuna era girato, altrimenti probabilmente sarebbe stato ucciso senza troppi complimenti per insubordinazione.

Il papero nel frattempo aveva raggiunto la cima delle scale e incrociò le braccia nell’attesa che i suoi strani compagni lo raggiungessero.

« Vediamo se ho capito bene… volevate coolflamizzare John Sharkfish per avere uno schiavo negli ambienti legali terrestri, ma durante lo scontro l’uomo è riuscito ad aggrapparsi al serbatoio dell’evrogun del… genialoidedietro… »

Il generale era riuscito faticosamente ad arrivare in cima alle scale, e rispose all’eroe ansimando per lo sforzo: « … anf… quello… anf… dove conserviamo… anf… le emozioni negative di cui non… anf… possiamo nutrirci… anf… e le ha… anf… assorbite involontariamente… anf…  »

Pikappa ragionò velocemente: « E quindi il nostro amico si è praticamente fatto una sniffata concentrata di cattiveria e rabbia ed è diventato così… »

« Riassunto delle precedenti puntate di Patemi: mentre i nostri eroi hanno incontrato gli allievi, pardon, alieni nella giungla… »

Pikappa si grattò la testa: « Ma ha imparato tutta la cassetta a memoria? »

Il generale annuì disperato: « Purtroppo… anf… e non fa altro che ripeterla… anf…  »

Il papero rifletté ad alta voce: « E perché lui non ha il fiatone? »

L’evroniano lo ignorò e tirò fuori un paio di oggetti: « Per tornare al discorso di prima, sono riuscito a nascondere prima che venissimo catturati… anf…  il comunicatore d’emergenza, che però può inviare solo un messaggio ogni due settimane a causa… anf…  della batteria quasi scarica, e il serbatoio dell’evrogun… anf…  »

« Capisco… ecco perché qualcUno mi ha detto che se il pelato mi avesse sparato ci saremmo coolflamizzati in due! »

Una lucetta sull’Extransformer s’accese all’improvviso: « Socio, mi senti? »

« Uno! Finalmente! Non sai quante cose ti sei perso! Ho trovato due evroniani imprigionati e… »

L’I.A. tagliò corto: « Me lo racconterai dopo! Abbiamo un’emergenza! »

« Più di due evroniani a piede libero? »

Per tutta risposta Uno gli trasmise una serie di picchiettii irregolari.

« Uno? Stai di nuovo perdendo il segnale? »

Pikappa non poteva vederlo, ma dal tono della risposta immaginò senza troppa difficoltà quale espressione potesse avere l’ologramma verde: « Mai sentito parlare di alfabeto morse? »

« Non è quello che… aspetta, Uno, fammelo risentire! Una volta lo sapevo, vediamo se riesco a… »

« Faccio prima a tradurtelo direttamente io! »

« Bene, e allora? »

« Noi puffi siam così, noi siamo tutti blu, pesiamo su per giù… »

« E BASTA CON QUESTE INTERFERENZE TELEVISIVE!!! È IMPORTANTE!!! MA QUESTO EVRONIANO NON HA UN TELECOMANDO PER SPEGNERLO??? »

Il generale, che finalmente aveva smesso d’ansimare, sospirò: « Non so cosa sia un teleordino, ma per spegnerlo il metodo migliore è questo! »

Con un’insospettata energia, l’alieno tirò un pugnò in testa al collega.

Pikappa alzò gli occhi al cielo: « Scusa, Uno, abbiamo qualche piccolo problema tecnico, come puoi sentire… dicevi? »

« Che la traduzione del messaggio è: “Sono prigioniero con me c’è Richard sto bene ma non so dove mi trovo e non riesco a uscire solo con il batticarne…” »

Il papero sbiancò: « Batticarne? Non sarà… »

Paperinik si mise una mano sugli occhi, mordendosi un angolo del becco. Ma che razza di supereroe era? Si faceva rapire gli amici proprio sotto il naso! E ora Topolino si trovava indifeso nelle mani di un uomo totalmente fuori di testa!

« Inutile piangere sul latte versato, eroe! Se non ti dai da fare non riuscirai a liberarlo! »

Pikappa si riprese: « Giusto! »

« Veniamo con te, dobbiamo riprenderci ciò che è nostro! »

« Stai parlando dell’evrogun o di John Sharkfish? »

Il generale sospirò. Avrebbe voluto in effetti riprendersi entrambi, ma nelle sue condizioni aveva decisamente bisogno di aiuto.

« Solo dell’evrogun, terrestre… »

« Se ve la riportassi indietro io alla fine di tutta questa storia? »

Il generale strinse un pugno: « Devo fargliela pagare per queste due settimane di tortura psicologica! »

« Allora, Giorgio, hai rifiutato l’offerta del Dottore… per 500.000 euro, vuoi aprire il pacco della Lombardia o quello della Valle… »

Pikappa e il generale gridarono in coro: « E PIANTALA!!! »

 

 

 

 

Topolino si sedette a terra. Aveva ripetuto il messaggio sette volte, aveva decisamente bisogno di una pausa.

 

Mi avranno sentito… sì, mi avranno sentito… devono avermi sentito… devi crederci, Topolino!

 

« Oh, finalmente un po’ di silenzio! Credevo di aver catturato un picchio, invece che un topo! »

Topolino alzò la testa. Da una porta perfettamente mimetizzata con la parete, che prima non aveva notato, era uscito un volto che non aveva mai visto di persona, ma che aveva imparato a conoscere dalle fotografie.

Sorrise ironicamente: « Piacere di conoscervi, signor Sharkfish! Mi perdonerete se non vi do la mano, il cloroformio di cui prima mi avete fatto gentile omaggio mi lascia ancora un po’ intontito… »

L’uomo sogghignò: « State prendendo lezioni d’ironia dal vostro amico? »

Topolino tornò serio: « Cosa volete da me? »

« Semplicemente che smettiate di mettere il naso dove non dovete! Questa è l’occasione più grande della mia vita, non me la rovineranno un topolino e un paperotto fuori sede! »

« Cosa vi è successo? Cosa vi ha fatto addirittura aggredire vostro fratello? »

Sharkfish girò le spalle: « Non lo so… mi andava e basta! »

« Questo non siete voi. È successo qualcosa che… »

« BASTA!!! »

L’uomo in un batter d’occhio aveva afferrato Topolino per il bavero, alzandolo da terra di un bel po’.

« Basta… non voglio più sentire altro… non so come o perché, so solo che ho una profonda rabbia che mi rode dentro… e che se continui a parlare a sproposito la sfogherò su di te! »

Topolino rabbrividì. Gli occhi dell’uomo che aveva di fronte erano piccoli e penetranti, con un espressione quasi indemoniata. In quell’istante fu certo che quegli occhi avrebbero tormentato i suoi incubi negli anni a venire.

 

 

 

 

« EHI!!! »

Un colpo di Extransformer allontanò Sharkfish da Topolino. In pochi secondi Pikappa era di fronte all’amico, pronto a proteggerlo.

« Scusa il ritardo… »

Topolino ridacchiò: « Di nulla, ormai ho imparato che gli eroi fanno solo entrate spettacolari per contratto! »

« Peggio per voi! »

John tirò fuori l’evrogun, puntandola direttamente verso testa di Topolino.

« QUELLA È MIA!!! »

Il generale evroniano buttò a terra l’avvocato, continuando a gridare come un forsennato: « Posa le tue zozze mani da quell’evrogun, scarto di yiostly! »

Topolino sbarrò gli occhi, mentre un altro paperoide viola entrava tranquillo e beato.

« Boni, boni, state boni, questo è il Maurizio Costanzo Show, non un incontro di boxe… »

Pikappa si grattò la testa: « Devo ancora capire se ci è o ci fa… »

Topolino indicò un po’ sconvolto l’ultimo arrivato: « Non dirmi che quello è… »

Paperinik si voltò perplesso, per poi scoppiare a ridere. Quanto aveva aspettato quella faccia?

 

 

 

 

Una lucina verde sullo scudo di Pikappa s’illuminò.

« Scusate se interrompo, ma sarebbe il momento di attuare il piano… »

Pikappa guardò storto Uno: « Quale piano? »

Topolino gli fece l’occhiolino: « Sai, non solo i supereroi amano le entrate in scena spettacolari… »

E, approfittando dell’occasione unica della distrazione offertagli dall’alieno, prese qualcosa dallo scudo dell’amico e lo puntò verso il soffitto.

« … ammira quelle che possono fare i detective privati! »

 

 

Ed eccoci qui, signori! Questa non ve l’aspettavate, eh? Almeno spero… troppo facile dare sempre e solo la colpa agli evroniani! Mentre scrivevo questo capitolo ho avuto un paio d’idee nuove per altre due storie a tema Pk… che inizierò a scrivere fra breve, visto che il prossimo è l’ultimo capitolo…

Come sempre ringrazio Jan Itor 19 e Crybaby per i commenti e tutti quelli che seguono la storia (nel prossimo li ringrazierò uno per uno come si deve!)

Vi aspetto tutti al prossimo, ultimo capitolo!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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