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Autore: Meg Roses    23/01/2013    2 recensioni
Cassandra è una giovane ragazza che un incontro le stravolgerà la vita che ha vissuto fino a quel momento.
E se i sogni si trasformassero in realtà? e se la realtà si trasformasse in un incubo?
Cassandra non sa cosa gli sta succedendo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I
Lullaby hai paura di crescere?

 
«Lullaby, da quando hai paura del buio?» chiese sua madre preoccupata.
«Mamma, ho paura...»
«Domani sarà il tuo compleanno compirai 18 anni! Non sei contenta? »
Lullaby si addormentò, gli incubi che la minacciavano da quando aveva 7 anni sarebbero diventati degli incredibili sogni, custodiva un segreto e il giorno dopo sarebbe stata vittima di una maledizione: all’età di 18 anni Cassandra avrebbe dimenticato di essere una mezza Faires.
Lullaby era una bambina innocente solo che aveva una preferenza nel cibo che non era comune: le piaceva bere il sangue di animale.
Era la figlia illegittima di un cittadino di un regno nascosto agli umani che aveva protetto una giovane umana ma quando fu scoperto il re lo condannò .
Una donna portò la bambina al sicuro e trovò rifugio in una chiesa nel mondo degli umani, per far cio’ la donna infranse il legame con il popolo e fu smarrita
Cassandra, il nome dato alla bambina venne trovata in una Chiesa. La cittadina prima di sparire le aveva inciso il ricordo di quel regno e di chi era. Il consigliere del re venuto a sapere che la bambina era stata rilevata al mondo umano decise di mandare un ragazzo a ucciderla.
Divenuta mattina il padre di Lullaby irruppe nella stanza con una torta seguito da sua madre.
«buongiorno principessa! » disse il padre
«visto tesoro? Tua madre si è svegliata presto e te l’ha fatta! ».
Quella mattina per Lullaby il liquido che scorreva nelle vene dei suoi genitori era particolarmente fastidioso, la gola gli bruciava ma pensò che gli stesse venendo il mal di gola...
«che bella! Ha un profumo squisito! Ho una fame! » Lullaby stava per tagliarsi una fetta di torta quando la sua mamma esclamò «Lullaby le candeline! ».
Lullaby sorrise e soffiò sulle 18 candeline che si trovavano sulla torta.
Finalmente venne l’ora di mangiarla, ma quando ebbe finito il dolce era insoddisfatta, il profumo che aveva sentito non proveniva dalla torta e lei sapeva che se anche avesse mangiato 18 pezzi di torta quella sensazione non sarebbe scomparsa.
I suoi genitori se ne andarono e lei iniziò a prepararsi per la scuola, quel profumo intenso se n’era andato nell’esatto in cui i suoi genitori chiusero la porta.
Lullaby si guardò allo specchio, portava una camicia bianca con sopra un golfino blu notte, un paio di jeans  e un paio di allstars blu. I suoi capelli rossi ricadevano con delle onde sulle spalle, i suoi occhi ambrati erano leggermente truccati. La sua carnagione era di un rosa pallido.
Salutò i suoi genitori e andò ad aspettare l’autobus. Fosse stato il giorno prima avrebbe saputo di non avvicinarsi troppo alle persone che aspettavano come lei. La gola gli bruciava ma spinta da un desiderio si avvicinò a un ragazzo con la scusa di non conoscere l’ora.
Lullaby si avvicinò e sentì lo stesso profumo che aveva sentito in presenza dei suoi genitori, era confusa ormai era concentrata solo all’incavo del collo del ragazzo.
«Scusa? Ma che... »  Lullaby si era avvicinata un po’ troppo.
«Oh! Avevi un insetto sulla camicia»  Lullaby trovò in fretta una scusa per quella improvvisa vicinanza.
Il ragazzo non era convinto, allungò la mano e si presentò
Lullaby di colpo arrossì e balbettando rispose «Ninna nanna? È proprio il tuo nome? » 
«ehm no, ma mi chiamano così i miei genitori perché quando ero bimba mi addormentavo solo con una ninna nanna».
«e il tuo nome? »
«Cassandra» Il ragazzo la guardo con un improvviso interesse. L’autobus era arrivato, lei salì, troppo imbarazzata per salutare il ragazzo appena conosciuto, l’ultima domanda che gli aveva chiesto l’aveva infastidita. Tutti si accontentavano di Lullaby.
Quella mattina fu difficile concentrarsi perché il suo unico desiderio era sapere da dove proveniva quel profumo e assaporarlo fino a che non ne avesse avuto abbastanza.
La 3’ ora c’era artistica e Lullaby camminò fino alla classe, si sedette in un banco in fondo all’aula; nell’ultima ora aveva resistito ad assalire una sua compagna che si era tagliata un dito con la carta, in quel momento sembrò che l’odore che lei desiderava si era rovesciato dappertutto, a Lullaby la gola bruciava e il suo unico desiderio era quello di assaporare tutto quel profumo. Una sua compagna si era tagliata con la carta ma lei troppo impegnata ad respirare quell’odore a occhi chiusi non se ne accorse.
Un sacco di domande fluttuavano nella testa di Lullaby come fossero farfalle che si agitano nel vento che solo quando  il professore la richiamò al presente Lullaby si accorse che era arrivato.
«Signorina Rose stia attenta, ragazzi l’argomento del giorno sono le creature leggendarie. Disegnatele e poi vedremo la loro importanza nell’arte».
Lullaby sfogliò il libro per cercare l’elenco con le varie immagini da copiare, finì di scrivere e rilesse l’elenco e solo a quel punto che vide insieme alle altre la parola “vampiro”, proprio il giorno prima aveva iniziato a vedere una serie televisiva intitolata “the vampire diares”.
Lullaby iniziò a fare domande e il professore scocciato diede alla classe il compito di ricercare caratteristiche di tutte quelle creature leggendarie.
Usci’ da scuola di fretta e si apprestò ad arrivare a casa a iniziare la ricerca del professore di arte.
Arrivata a casa aiutò sua mamma ad apparecchiare e si misero a mangiare, mangiò la bistecca al sangue, e notò che la sensazione che aveva avuto quando si era alzata era diminuita.
Andò velocemente nella sua stanza e accese il computer e nell’attesa si mise i vestiti da stare in casa. Cassandra aveva un mucchio di domande su il perché desiderava cosi’ tanto il sangue, e l’unica risposta incerta fu quella dei vampiri.  I vampiri non erano gli unici a cibarsi di sangue ma nessun umano sapeva del popolo di Cassandra quindi non poteva trovare quello che cercava davvero.  Quando il computer si accese andò su internet e scrisse vampiri sulla barra della ricerca e schiacciò invio.
Si presentarono parecchi siti, Lullaby scelse il primo.
Lullaby aveva capito che cosa era quell’odore e era curiosa di sapere perché aveva quell’attrazione per il sangue, ma di caratteristiche in comune, a parte la pelle bianca e l’istinto di prosciugare un umano non avevano nulla.
La differenza tra i vampiri e io fairies era sottile, i faires avevano dei solchi dietro alle spalle da dove uscivano ali e la loro bellezza era straordinaria, avevano un liquido nero con lo stesso compito del sangue cioè quello di portare sostanze nutritive in tutto il corpo. I vampiri aveva una pelle diafana mentre i faires avevano una carnagione rosea.
Lullaby era confusa ma si rese conto che quello che stava pensando era assurdo.
Continuò la ricerca per finire il compito, trovò tutte le informazioni che gli servivano, ma in fondo alla pagina del sito c’era una pagina sottotitolata “Ibridi: individuo generato dall'incrocio di due organismi diversi”.
Lullaby incuriosita cliccò sulla pagina e si aprì una nuova pagina.
Quello che a Lullaby gli saltò subito all’occhio fu “Wamparn: incrocio tra un’umana e un vampiro”.
Ci cliccò e si aprì una pagina con delle informazioni, lesse e notò che delle caratteristiche fisiche e del carattere combaciavano.
Lullaby si alzò dalla sedia e andò davanti allo specchio. Guardò l’immagine riflessa nello specchio la sua descrizione era molto simile  a quella che aveva letto sui Wamparn tranne che per il colore della pelle e per gli occhi ambrati.
Aveva una vista perfetta e quando si concentrava riusciva a sentire suoni molto lontani.
Dormiva e sognava come una persona normale, seguiva il suo istinto più di qualsiasi cosa, aveva denti perfetti e lucenti, i canini erano molto appuntiti ma non ci aveva dato importanza fino allora.
Da quanto era bella la scambiavano spesso per una modella, la sua camminata era fluida e sembrava che volasse invece di camminare, Lullaby spesso si sentiva osservata e aveva la strana impressione di spaventare la gente perché tanti ragazzi le giravano intorno ma nessuno osava parlarle e non aveva nessuna amica. La sua descrizione era molto simile  a quella che aveva letto sui Wamparn tranne che per il colore della pelle e per gli occhi ambrati.
Lullaby tornò al computer e non sapendo quello che gli stava capitando lo spense stufa di pensare a quelle cose. Lullaby era confusa, uscì di casa e quando fu fuori iniziò a correre non aveva idea di dove andare ma voleva correre per liberarsi da quella sensazione. Arrivò a un parco ma in torno non c’era nessuno.
Si mise a sedere su un’altalena e iniziò a dondolare. Dopo qualche minuto che stava dondolando sentì il profumo, la gola cominciò a bruciare.
 
 
 

  
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