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Autore: Trillo Sbadiglio    23/01/2013    1 recensioni
“Fa’ che scelga me, alla faccia di Leo.”
“Se non sono io, fa’ che scelga Ben. Ma, per Morgana, fa’ che sia io.”
“Dai.. dai… B-e-n-j-a-m-i-n D-a-r-r-e-l-l.”
“Per le mutande di Merlino, che cosa ho fatto!”
 
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 «…e pfoi quell’idiofa…» disse Abigayle a bocca piena, brandendo una coscia di pollo in direzione dei Corvonero «…si è intromeffo di nuofo!». Rachel la guardò, preoccupata che si strozzasse. Dopo le ultime novità, non sapeva davvero come parlarle di quella cosa e di certo non osava interromperla in quel momento.
 
 
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Abigayle Quill è una studentessa di Hogwarts Nata-Babbana al settimo anno. Ambientato tredici anni dopo la fine della Seconda Guerra Magica, quando Hogwarts non ospita nè la vecchia generazione nè la nuova, questa storia promette di raccontare le magiche avventure di una giovane strega alle prese con amori, incantesimi, Confetti Ultravioletti e personaggi fuori di testa. Da non dimenticare un avvincente Torneo Tremaghi.
 
 
Trillo & Sbadiglio
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo, personaggio, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 3
Ashwinders piromani e pennuti innamorati

 

Sei anni dopo…
 

“Mannaggia a me e a quando ho dato retta a quello scemo! Lo sapevo io che l’anno scorso dovevo mollare Cura delle Creature Magiche! Ma no! Leonard doveva stuzzicare il mio stupido orgoglio! «Abby, non vorrai fare la vigliacca! Che Grifondoro sei? Quasi quasi Anders avrebbe più diritto di te di appartenere alla nostra Casa…». Piccolo, subdolo Grifondoro! Sapeva che tirare in ballo quello stupido Corvonero mi avrebbe fatto cedere… E ora dove le trovo queste cavolo di uova? Va a finire che prendo fuoco insieme a questa stupida casetta!”.  
 
Abigayle stava carponi, intenta a scovare le uova che un Ashwinder aveva deposto in qualche meandro della piccola struttura in legno. Quest’ultima era stata costruita dal professor Hagrid per delle esercitazioni che costituivano il primo argomento di programma per gli studenti del settimo anno. All’interno veniva acceso un fuoco magico, lasciato poi incustodito, da cui un sottile serpente verde pallido scivolava fuori, con lo scopo di far nascere i suoi piccoli. Il pericolo non era l’Ashwinder in sé, ma le sue uova che, appena dischiuse, erano in grado di incendiare un’intera abitazione. «Abigayle ci ricordo che hai solo dieci minuti per venir fuori da lì tutta intera. Fai attenzione agli occhi rossi e alle scie di cenere» disse una profonda voce dall’esterno. La ragazza borbottò tra sé qualche altro insulto diretto all’amico e giunse gattonando nella stanza successiva. Avanzò nella penombra, illuminata soltanto dalla fioca luce della sua bacchetta. «ETCIÙ!». “Ora ci mancava anche la polvere… aspetta… ma non è polvere”. Una debole traccia grigiastra percorreva zigzagando le assi di legno davanti a lei. «Cinque minuti!». Abigayle seguì in fretta la sua unica possibilità di salvezza, fino ad arrivare al grosso cumulo di rosse sferette ardenti, seminascoste da una vecchia tenda. Un sorriso tra lo schifato e il soddisfatto le affiorò sulle labbra, quando pronunciò: «Glacius». All’istante le uova congelarono, pronte per diventare un ingrediente per Pozioni d’Amore o un rimedio efficace per la febbre malarica. Le avvolse con cura nel mantello e uscì, respirando a pieni polmoni la fresca brezza autunnale. Con il fagotto ben in vista si diresse verso Hagrid. “Ho fatto proprio un bel lavoro”. L’espressione del professore, però, non sembrava in linea con i suoi pensieri. Guardava fisso dietro di lei a bocca spalancata. Si voltò e quasi non riuscì a credere ai suoi occhi: la casetta stava prendendo fuoco e molti studenti erano già all’opera per estinguerlo. «Pare proprio che qualcuno l’abbia fatta grossa. Di nuovo…» disse una voce alle sue spalle. Lei si girò con i pugni serrati verso il ragazzo dai lisci capelli corvini, cercando di mantenere la calma e di non saltargli addosso. Di nuovo. «Anders, fa’ un favore all’umanità e per una volta sta’ zitto» gli disse gelida. «Professore, mi deve credere. Pensavo che il nido che ho portato fuori fosse l’unico nella casa» proseguì mortificata. «Stai tranquilla, Abigayle. È molto raro che riescono a deporre due covate. Sei stata solo sfortunata. La lezione è finita, ragazzi».
 
*
 
«…e pfoi quell’idiofa…» disse Abigayle a bocca piena, brandendo una coscia di pollo in direzione dei Corvonero «…si è intromeffo di nuofo!». Rachel la guardò, preoccupata che si strozzasse. Dopo le ultime novità, non sapeva davvero come parlarle di quella cosa e di certo non osava interromperla in quel momento. Ma evidentemente qualcuno non era della sua stessa idea. «Ho capito che sei agitata, ma adesso basta! È mezz’ora che mi tocca sorbirti blaterare» disse un Serpeverde accanto a lei. Gli occhi di Abigayle ebbero un lampo. Deglutì, si girò verso il poverino e, puntandogli il cosciotto contro il petto, sibilò minacciosa: «Tu! Non è il caso. Fidati». Alle sue spalle Rachel si sbracciava convulsamente verso il proprio compagno di Casa, facendogli segno di lasciarla stare. Vennero interrotti dall’arrivo di due ragazzi. Uno dei due aveva riccioluti capelli biondo cenere che gli ricadevano sulla fronte, coprendo appena i grandi occhi color nocciola. Fisicamente non era male, ma non c’era paragone con il ragazzo accanto a lui. A detta del popolo femminile di Hogwarts, Benjamin Darrell era quanto di più vicino ci fosse alla perfezione. Il suo atteggiamento così spigliato e le sue movenze così sicure, senza però scadere nella presunzione, avevano un potere magnetico a cui nessuna ragazza riusciva a sfuggire. E, sebbene non fossero partite di Quidditch, i suoi allenamenti di nuoto nel Lago Nero erano piuttosto seguiti. I due si sedettero accanto alle amiche e Rachel fece cadere sbadatamente la forchetta, che prontamente Benjamin le recuperò. «Care madamigelle, il qui presente Ser Leonard continua a ripetere che sarà lui il nuovo campione di Hogwarts. Magari sarebbe anche così… se solo io non fossi in questa scuola. Non vuole accettare che sarò io ad essere scelto per il Torneo Tremaghi. Potete aiutarmi voi a spiegarglielo?» sospirò teatralmente Benjamin. Leonard stava per ribattere, ma fu preceduto da Abigayle che, come rivolgendosi a creature alquanto degne di compassione, rispose: «Poveri illusi. Non avete ancora capito che sarò io la campionessa di Hogwarts?». Rachel, conscia che, come al solito, quella conversazione sarebbe degenerata sempre di più, afferrò il libro di Trasfigurazione dalla sua borsa per dargli un’ultima occhiata prima della lezione.
 
*
 
Il sole settembrino scaldava tiepido l’enorme campo da Quidditch nel parco della scuola. Abigayle e Benjamin volavano a bassa quota, tracciando con le bacchette le bianche linee di demarcazione del campo da calcio. Lui, tra tutti i loro amici, era l’unico a condividere la passione della ragazza. Sei anni prima, Abigayle aveva obbligato tutti a imparare a giocare, e, al quarto anno, era perfino riuscita ad organizzare un piccolo torneo. Benjamin aveva appreso in fretta, anche se l’amica rimaneva comunque più brava di lui. D’un tratto qualcosa lo colpì ad un fianco, ed una risata gli arrivò, smorzata dal vento. «Ehi poppante, vediamo che sai fare! Scommetto che non riesci a prendermi. Chi perde scende in pigiama in Sala Grande alla cena di Halloween!» lo provocò da lontano. «Anche se dovessi perdere, perlomeno io scenderei a cena con un vestito imbarazzante solo a causa di una scommessa, al contrario di qualcun altro…» le rispose sarcastico lui. Ovviamente poi si lanciò al suo inseguimento. “Maledizione, è troppo veloce! Altro che Cacciatrice, dovrebbe essere un Cercatore” pensò Benjamin passando tra gli anelli  a tutta velocità. La stava rincorrendo ormai da un quarto d’ora e non si era avvicinato a lei più di cento piedi. Proprio quando gli sembrava di averla in pugno, lei scartava bruscamente  e riguadagnava terreno. All’improvviso Abigayle uscì dal campo, dirigendosi verso il Lago Nero. Lui la seguì a ruota, credendo che, a quel punto, acciuffarla sarebbe stato un gioco da ragazzi. “Che ingenua! La mia scopa è molto più veloce nei rettilinei, dovrebbe saperlo”. L’adrenalina ormai si era impossessata di lui. Vide l’amica scendere in picchiata verso la superficie dell’acqua, ma non poteva perdere l’occasione di catturarla. Era così vicino… allungò un braccio e… la sua mano afferrò il vuoto. Si rese conto troppo tardi di stare per schiantarsi sul lago. Sterzò, ma non riuscì ad evitare l’impatto. Entrò nell’acqua ghiacciata ancora in sella alla scopa. Non appena riemerse, notò Abigayle volare in circolo sopra la sua testa, ridendo a crepapelle. «Dovresti vederti più partite di Quidditch. Irlanda – Bulgaria, Coppa del Mondo 1994. Finta Wronsky di Victor Krum su Aidan Lynch» lo informò lei con voce da cronista. «N-Non è d-d-divertente» le disse battendo i denti. L’amica, sempre ridacchiando, gli lanciò addosso l’incantesimo Fuocondro perché non morisse di freddo. «E ora come pensi di tirarmi su, genio?» le chiese sarcastico. «Non preoccuparti, Benji! Sto arrivando. Ah! E una volta in camera, ricorda di mettere a portata di mano il pigiama delle grandi occasioni» gli rispose allegra. Lui alzò gli occhi al cielo. “Quand’è che finirà di chiamarmi come quello stupido cartone babbano. Accidenti a me e a quando le ho detto che mi piaceva il calcio”. «Ma io dormo in mutande» le disse con falsa aria innocente. «Nessun problema: se vuoi, puoi usare il mio» ghignò lei, al pensiero di Ben con indosso il suo pigiama. Sulla maglietta, infatti, troneggiava in brillantini la scritta “I am the true princess”. Un pensiero malefico attraversò la mente di Benjamin. Non appena l’amica gli offrì una mano per aggrapparsi, con uno strattone lui la tirò giù con sé in acqua. «BENJI!!». Il suo urlo riecheggiò per tutto il parco.
 
*
 
Ciao mamma,
tutto bene a casa? Come sta papà? E Kevin? Spero vivamente che gli sia passata la fissa del “Piccolo Pozionista”, altrimenti altro che qualche ciocca bruciacchiata! Prima o poi ti farà esplodere la cucina! Qui a Hogwarts va tutto bene. Ti ho detto che Sebastian ha già preso ben due Eccezionale in Astronomia? E siamo solo al primo mese di scuola… Ho notato che tu e papà gli mancate ancora un po’, potreste mandargli qualche lettera in più? Comunque stai tranquilla, non è niente di grave. È solo che, visto che è a Corvonero, non posso tenerlo d’occhio quanto vorrei. Però non dirgli che te l’ho detto io. Ormai è al secondo anno e non si sente più un bambino. Ah, e già che ci sei, manda una Strillettera a Peter, non credo che una Palude Portatile si sia materializzata da sola nel bagno di Mirtilla Malcontenta…
Quanto a me, penso di aver preso una decisione definitiva riguardo al Torneo: voglio partecipare. So che tu non sei molto d’accordo, ma ho davvero voglia di mettermi alla prova. E poi non è detto che verrò estratto, ci sono una sacco di altri studenti con delle buone probabilità. Se il Calice non mi sceglierà, spero sia Ben il campione di Hogwarts. Per essere un Serpeverde, ha un gran fegato. Dopotutto ha anche imparato a nuotare! Non che Abby sia meno in gamba, ma vorrei che restasse al sicuro (e non mi dire che sono maschilista!). Per quanto riguarda Rachel, per fortuna non vuole iscriversi; Ben era sollevato almeno quanto me. Ora devo scappare, Abigayle ci ha costretto a un’altra partita di quello stancante gioco babbano. Non capisco cosa ci trovi di bello…
Un abbraccio,
Leo
P.S. Come prosegue il nuovo libro di papà? Salutalo tanto da parte mia.
 
 
Leonard sigillò la lettera, salutò la Signora Grassa e corse su in Guferia. Si finì di infilare la vecchia felpa durante il tragitto, così da non doversi sorbire la ramanzina di Abigayle per il suo ritardo. Salì due a due gli scalini della torretta e, dopo essersi piegato un attimo in avanti per riprendere fiato, spalancò la porta. Vicino a una finestra della stanzetta circolare, due ragazzi si stavano baciando con trasporto. “Ops… Mi toccherà mandare la lettera più tardi. Meglio lasciare Rachel e Robert da soli…aspetta… CHE COSA?!?!?”. «ANDERS! TOGLIELE LE MANI DI DOSSO! SUBITO!» urlò correndogli incontro, con l’intenzione di caricarlo. Di certo la sua mole da battitore non era da sottovalutare, specialmente se accompagnata dalla rabbia. «Leonard, fermati! Rob non sta facendo niente di male» disse Rachel facendo da scudo al suo ragazzo. Leonard, fermatosi repentinamente, strabuzzò gli occhi incredulo. «Si può sapere da quando il nemico è diventato Rob?!». «Sono diciassette anni che mi chiamo così, Tuffle…» disse sarcastico Robert. Rachel gli strinse la mano e si rivolse all’amico: «Ragazzi, calmatevi. Leo, so che ti sembra strano, ma Robert non è così male come lo avevamo immaginato. Ci siamo conosciuti meglio quest’estate. I nostri genitori sono amici e hanno deciso di andare in vacanza insieme in Provenza. Lo abbiamo giudicato troppo in fretta. Volevo dirvelo, davvero, ma non sembrava mai il momento giusto». La ragazza guardava con occhi supplicanti Leonard, che sembrava essersi ripreso un po’. Tuttavia non abbastanza, poiché ribatté: «Bee, ma come puoi scordarti tutto il resto? È sempre lui, quello che fin dal primo anno ci ha reso la vita impossibile. Ti ricordo che per colpa sua, io e Abby abbiamo passato la nostra prima settimana ad Hogwarts in infermeria, perché questo cretino pensava fosse divertente far esplodere il nostro calderone!». «Leo, la settimana successiva a causa vostra è toccato a Rob stare in infermeria. Almeno lui non vi ci ha mandato di proposito…» lo rimproverò lei. I due ragazzi si guardarono in cagnesco per un po’. «E va bene, ma se la fai soffrire ti prometto che gli ultimi istanti della tua breve vita non saranno affatto piacevoli» capitolò infine Leonard, mentre legava la sua lettera alla zampa di un gufo. Guardando fuori dalla finestra si ricordò dell’amica che lo stava aspettando al campo di Quidditch. E poi impallidì. Si voltò verso Rachel. «Hai già pensato a come a dirlo ad Abby? Perché sai che glielo devi dire al più presto, vero? Se vi becca, come è successo a me, lo avadakedavrizza di sicuro… e lo sai che lo fa». Robert perse un po’ di colorito. Chi meglio di lui poteva saperlo. «Vabbè, io vado a raggiungere Abby» disse Leonard, uscendo dalla Guferia ancora un po’ stordito. Robert la trasse dolcemente a sé per la vita. «Beh, non è andata troppo male, no?» le sorrise, spostandole una ciocca ribelle dietro l’orecchio.  Rachel gli cinse il collo con le braccia, annuendo. «Certo, con Abigayle sarà più dura, ma vedrai che capirà. Ti vuole bene, e se con me sarai felice, lo sarà anche lei in fondo. Molto in fondo» ridacchiò dandole un delicato bacio sulle labbra. «A proposito, perché ti chiamano Bee? Non è la prima volta che lo sento». Rachel si alzò in punta di piedi e nascose il viso nell’incavo della spalla di lui, prima di guardarlo negli occhi. «Prometti di non prendermi in giro?» gli chiese supplichevole. «D’accordo. Ma è così imbarazzante?» le rispose curioso. Lei borbottò: «Ti ricordi la festa di Halloween del secondo anno? Quando ci hanno chiesto di scendere a cena in maschera? Io avevo scelto un costume da ape e Abby da coccinella, ma non sono piaciuti molto. O meglio, si può dire che abbiano riscosso un grande successo, visto che i nostri amici ce li ricordano tuttora. In più dobbiamo ancora recuperare le foto… e bruciarle». Lui scoppiò in una fragorosa risata. «Non sapevo fossi tu l’ape gigante! Spero che i tuoi gusti in fatto di abbigliamento siano cambiati negli anni». Lei lo colpì sbuffando su una spalla. «Avevi promesso di non prendermi in giro». Robert le prese il viso tra le mani e le sorrise. «La mia piccola apetta».





 
 
N.A.
Ciao a tutti,
grazie mille a chi continua a leggere la nostra storia. Che ne pensate?
Come sempre qualche precisazione:
  • Gli Ashwinders sono creature magiche citate in “Gli animali fantastici:dove trovarli”;
  • Il Torneo Tremaghi, che si sarebbe dovuto svolgere nel 1999/2000 a Beauxbatons, è stato posticipato al 2001/2002, perché dopo la Seconda Guerra Magica il Ministeri furono troppo indaffarati per occuparsene. Nel 2006/2007 si è svolto a Durmstrang e perciò nel 2011/2012 spetta di nuovo ad Hogwarts ospitare la competizione.
Alla prossima,
Trillo & Sbadiglio
  
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