23/01/2013
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~ After All This Time*
L'aveva intravista, a quel dannatissimo ricevimento nuziale. Non poteva essersi dimenticato dei suoi occhi chiari nel giro di pochi minuti, nonostante fossero passati tre anni dalla sua improvvisa fuga. Non poteva permettersi di perderla ancora, come fece tre anni prima. Decise di inseguirla correndo, mentre il suo cuore già palpitava solo ad averla vista.
L'avrebbe riconosciuta tra mille, soprattutto perché era l'unica della festa che indossava in vestito color scarlatto, che si intonavano perfettamente ai suoi capelli e al suo carattere, oltre che al suo magnifico profumo, che nonostante tutto si ricordava ancora come fosse il giorno prima.
Si faceva largo a gomitate tra la folla, che in quel momento sembrava quasi spettatore ignaro di quello che sarebbe stato, forse, l'inseguimento più duro nella sua vita. Non poteva lasciarla andare come anni prima, non doveva. Perché altrimenti avrebbe significato essere un fallimento, e lui odiava più di ogni altra cosa i fallimenti.
Quando finalmente fu fuori dalla ressa, ecco che finalmente riusciva a vedere con più chiarezza l'ondeggiare del vestito nella penombra del buio corridoio, illuminato solamente dalla flebile luce della luna che entrava dalle ampie vetrate colorate, e la sua indossatrice che correva abbastanza veloce, nonostante i tacchi alti. Decise di tentare il tutto e per tutto, ed ecco che, con uno scatto fulmineo, riuscì a raggiungerla, a prenderla per le spalle e a sbatterla al muro. Lei lo guardò con occhi, che di solito erano particolarmente enigmatici, pieni di stupore, e di qualcos'altro che il giovane ragazzo non era riuscito a comprendere.
In quel momento intimo, al ragazzo vennero fuori tantissime domande, quasi come se fossero racchiuse in una fontana nella sua geniale mente. Ma l'unica cosa che riuscì a dire era:"Sei tornata, vedo..."
"Shinichi, posso spiegare..." fece lei, e il giovane detective notò che deglutiva in maniera piuttosto spaventata.
"Che cosa puoi spiegare, eh? Il fatto che tre anni fa te ne sei andata via, senza preavviso? Dai, spiegami il motivo! O anche, che ne so, quando sei tornata e perché non sei venuta da me subito, non appena hai rimesso piede nella casa del doc!" fece lui, visibilmente irato a rivedere quella ragazza, la stessa che gli aveva fatto battere il cuore, anche se lui, fissato com'era con la sposa del ricevimento, non lo aveva capito prima.
"Shinichi... Io... Io temevo di soffrire... Avevo paura... Sì, avevo paura di soffrire ancora di più a vedere che tu stavi con lei... E quindi... Quindi ho deciso di andarmene..."
"Di andartene dopo la tua dichiarazione, sì, questo purtroppo me lo ricordo Ai... O devo chiamarti Shiho?!" lei sussultò a sentire il suo vero nome pronunciato dal ragazzo che amava più di ogni altro: nonostante fossero passati esattamente tre anni, lei non lo aveva dimenticato, né mai lo avrebbe fatto.
Tutte le volte che l'aveva salvata dal baratro, tutte le volte che pensava di star per morire, tutte le volte che stava per arrendersi, Shinichi era lì a proteggerla e ad aiutarla a farle capire che non tutto era perduto, e solo quando aveva visto che lui si era parato davanti a lei, quando Gin stava per spararle, aveva capito che lui era la sua luce, la sua speranza, era motivo della sua felicità, e ringraziava il cielo ogni sera per aver fatto modo che lui si salvasse da quello sparo.
"Beh... E' stata una scelta piuttosto egoistica, non posso darti torto... Ma io pensavo che ti saresti sposato con quella ragazza che è protagonista stasera di quel ricevimento... Pensavo ti saresti sposato con Ran!"
"E' stata una scelta più che egoistica, Shiho! Sono stato davvero pochissimo insieme a Ran, ma poi abbiamo capito che il nostro era un amore fraterno, più che un amore vero e proprio, come quello che invece lei provava verso Araide, con cui stasera si è sposata..." continuò a guardarla, e notò che gli occhi di lei erano diventati stranamente lucidi, quasi come se stesse per piangere, e forse stava realizzando che era stata una stupida a volersene andare così tanto in fretta, solo e unicamente per evitare altra sofferenza:"Piuttosto..." aggiunse:"Dimmi, come mai Ran ti ha invitata? E quando l'avrebbe fatto?!"
"Beh... E' venuta a scambiare due chiacchiere con il dottor Agasa e... Mi ha vista, mi ha abbracciata, mi ha rimproverata di non fuggire più... E mi ha invitata poi alla festa..." quella ragazza era incredibile, ed era uno dei motivi per cui credeva che ella assomigliasse veramente tanto alla sorella, morta ormai da più di cinque anni.
"E venirmi a salutare no, vero? Venirmi a dire che eri tornata?! Troppo difficile, vero?!"
"Ma a te cosa avrebbe importato?" domandò lei sulla difensiva: tanto lui non avrebbe mai ricambiato un'anima nera come lei, una rosa più nera della notte, con solo delle gocce di pioggia, che si rifrangevano al sole, che potevano illuminarla.
"Scherzi?! Lo sai che cosa provo verso di te oppure no?! Mi avevano detto che eri intelligente, non che eri stupida..." esclamò lui, sempre più convinto di quello che diceva. Si avvicinò alle sue labbra e la baciò con passione, più di quella che provava verso la sua amica d'infanzia.
Quella sera, non avrebbe lasciato che lei se ne andasse via.
Lei sgranò gli occhi, stupita dall'evolversi degli eventi. Non credeva che proprio quel ragazzo, quello stesso ragazzo, culla di valori e di ideali pieni di positività, potesse ricambiare lo stesso sentimento di una donna investita solamente dal colore nero della notte e dal colore rosso del sangue.
Quando lui staccò le sue labbra dalle sue, consapevole di averle praticamente detto i sentimenti, la abbracciò e le sussurrò in un orecchio, con un tono così dolce da farla rabbrividire:"Io ti amo Shiho, e non posso nascondertelo... Ho riflettuto, in quei mesi in cui te n'eri andata, che solo tu riuscivi a calmarmi quando facevo troppo il saccente, che tu mi hai veramente migliorato, sotto ogni punto di vista..."
Lei ricambiò l'abbraccio, come se fosse un'ancora di salvezza, e gli disse, ormai in lacrime:"Ti amo Shinichi, e non ho mai smesso di farlo. Ti amo, ti amo veramente tanto... Scusami se me ne sono andata, scusami se non ho aspettato. Scusami se sono stata egoista..."
"La cosa più importante è che tu sia qui, sia ritornata, e che ora sei tra le mie braccia..." sentì i singhiozzi di lei, staccò per qualche istante l'abbraccio, giusto il tempo per toglierle le lacrime e dirle:"Non piangere, la tua bellezza non è la stessa, se piangi..." le sorrise, e le diede un brevissimo bacio sulle labbra.
"Grazie Shinichi, che mi hai salvata."
"Non sarei un detective, e nemmeno una persona umana, se non ti avessi salvata." si sorrisero, per la prima volta dopo anni, il detective liceale poté rivedere quel sorriso che più di ogni altro l'aveva fatto impazzire:"Ora ritorniamo alla festa... Mi concedi questo ballo?!"
"Ti concedo questo e molto altro..."
Si presero per mano, uscirono da quel corridoio buio, per raggiungere la luce.
Angolo dell'autrice
Buongiorno! E se non è giorno, Buonasera!
Innanzitutto, questa è una one-shot che avevo scritto sotto Natale. Mi andava di scriverla,
e mi sono immaginata proprio questo scenario così romantico, ma anche così buio
e spettrale.
Dunque, spero solo che vi sia piaciuta! Alla prossima!
UsaSama