“Forse
bisogna anche un po’ imparare a stare
con le persone,
e
non aspettarsi gli incastri perfetti.”
—Fabio
Volo;
Hermione
Jean Granger sedeva comoda sulla sua poltrona. Attorno i suoi amati
libri. Tra le
mani stringeva una tazza di thè bollente, vedeva quel vapore
uscire e disegnare
figure fragili e tremolanti. Fragili e tremolanti come lei. Accarezzava
la
liscia tazza, tracciando con le dita quelle lettere in rilievo.
“I love you.” Ecco
cosa c’era scritto su quella tazza. Uno degli infiniti regali
del suo fdanzato:
Ronald Weasley. L’epico amore di Hermione Jean Granger.
Portò una mano tra i
capelli, mentre le dita dell’altra s’incastravano
frettolose nel manico della
tazza. Lasciò che il suo sguardo scivolasse prima sui suoi
piedi, avvolti in
calde pantofole, e poi risalisse lungo il tavolino che le sostava
dinanzi. Lì,
tra quei fascicoli, l’ultimo e il più importante
regalo di Ron: un anello di
fidanzamento.
Socchiuse
gli occhi, ancora incredula. Rivedeva nella sua mente l’uomo
inginocchiarsi
dinanzi a tutta la famiglia Weasley radunata per il Natale. Ginny e
Harry
abbracciati e in trepidante attesa, Molly Weasley con le lacrime agli
occhi. Si
rivide sorridere e annuire freneticamente e poi lasciarsi stringere e
baciare
dal rosso.
Riaprì
gli
occhi. La sua stanza al buio era ancora lì. I pacchi contro
le pareti, i suoi
libri pronti per essere rinchiusi dentro quelle scatole. La sua vecchia
vita stava
per lasciare il posto ad una nuova meravigliosa vita.
Ma allora
perché lei, da sempre innamorata del rosso, suo migliore
amico, non ne era
entusiasta? Perché nascondeva quell’anello nel suo
scatolino quando era a
lavoro?
Lui.
La risposta
correva ogni attimo alla sua mente. Ma la strega più
brillante del Mondo Magico
la scostava puntualmente, incapace di accettarla, incapace di accettare
la
verità.
Il tuo amore
per Ronald è
scomparso. Si ripeteva.
Lui, ha
conquistato il tuo cuore.
Hermione
scosse ancora la testa, cercando di abbattere quel diavolo che la
tentava.
Non poteva
amare lui. Non poteva amarlo
perché lui
era Draco Malfoy.
-
I piedi
percorrevano quel freddo pavimento, come ogni mattino. Scese le scale
facendo
toccare il lembo dei pantaloni del pigiama per terra. Una mano
scivolava elegantemente
lungo lo scorrimano. La sala da pranzo risultava troppo luminosa ai
suoi occhi
grigi ancora semi-addormentati. La tavola era pronta in perfetto
orario, come
sempre, per la colazione. Ai lati della stanza degli elfi attendevano
un suo
cenno per versare il caffè all’interno della sua
tazza. Gli occhi grigi dell’uomo
incontrarono quelli azzurri della donna che era lui seduta dinanzi.
Sorrisero quegli
occhi, ricambiando quello sguardo.
“Buongiorno,
madre.” Proferì l’uomo prestando poi
attenzione al riempire il suo piatto con
una brioche.
La donna
lo osservava, i segni della guerra ormai conclusa da cinque anni sul
volto del
suo ometto erano ancora ben visibili. Avevano pagato entrambi un prezzo
per l’essersi
affidati ad un pazzo con la mania del sangue puro. Avevano pagato con
la morte
del padre e dell’amore della loro vita.
Narcissa
Malfoy posò lo sguardo sul fazzoletto elegantemente rifinito
che aveva poggiato
sulle gambe. Poi accarezzò con l’indice
l’anello di fidanzamento che ancora
portava alla mano sinistra. Sussultò non appena vi
passò quelle dita, attirando
nuovamente l’attenzione del figlio.
“Tutto
bene, madre?” domandò questo pulendo un lato della
bocca con il fazzoletto.
La donna
annuì sorridendo all’uomo.
“Sì,
Draco. Mi chiedevo..”
“Cosa?”
chiese frettoloso il biondo.
“Mi
chiedevo come procedessero le cose tra te e Astoria.”
Lo sguardo
dell’uomo si fece scuro.
“Madre,
queste sono cose che non vi riguardano.”
“Con
tutto il rispetto, Draco, mi riguardano eccome. La tua
felicità mi sta a cuore.”
Proferì seriamente ma al tempo stesso dolcemente, la donna.
“Io
e
Astoria stiamo bene.”
“Ne
sei
sicuro?”
“Sì,
madre.”
“Bene
–
disse annuendo la donna- allora credo che sarai d’accordo con
la proposta che
intendo farti.”
Il
biondo sollevò nuovamente lo sguardo verso la madre, posando
la tazza di ceramica
nel suo piattino.
“Quale
proposta?” domandò atono.
“Credo
dovresti chiedere la sua mano al party di questa sera.”
Draco Malfoy
rise, portando una mano a coprire le sue labbra socchiuse. Poi dopo
essersi
ricomposto e aver bevuto un altro sorso di caffè,
sollevò lo sguardo
incrociandolo con quello della donna che amava più di
qualunque altra cosa.
“No.”
sibilò.
“Draco,
siete ormai compagni da cinque anni, non credere che io sia sciocca. So
della
vostra intimità. So che la ami. So che lei aspira a divenire
la nuova Lady
Malfoy. Quale migliore occasione del party in tuo onore?”
“No.”
ripetè l’uomo non distogliendo lo sguardo da
quello della madre.
“E’
per
colpa di quella ragazza, vero?” sussurò la donna.
“Non
sono affari che ti riguardano, madre.” Proferì il
biondo sollevandosi, senza
curarsi dell’aver fatto scivolare il fazzoletto sul pavimento.
“Forse
dovresti riflettere Draco. Quella donna è fidanzata.
L’ho letto pochi giorni fa
sulla Gazzetta del Profeta. Lei e Weasley sono innamorati da anni. Tu
hai
Astoria. Non perderla per una che nemmeno ti guarda. E’ solo
una tua collega. Nient’altro.”
Draco
Malfoy si avviò verso la porta, giunto dinanzi a questa si
fermò.
“Stanne
fuori, madre.” E uscì dalla stanza.
-
Era in
ritardo, come ogni giorno in quell’ultimo periodo. Sentiva un
peso gravarle
sulla mano sinistra. La guardò prima di afferrare e
abbassare la maniglia del
suo ufficio. Quell’anello. Quel bellissimo anello pesava
più dello sguardo del
suo collega. Pesava più del giudizio dei suoi amici.
Aveva
passato
tutta la notte a fissarlo. A cercare un perché alla sua
fobia, alla sua follia.
Nessuna
risposta.
Tranne una.
Tu ami
Ronald. Lo sposerai. Avrete
dei bambini. Sarete felici, e..
E
continuerai a lavorare con lui. A stargli accanto. Ad osservare i suoi
occhi di
nascosto in tribunale. A vederlo sconfiggere con le sue parole
sibilline i
suoi, vostri avversari.
“Granger.”
Quella voce.
La sua voce. Forse aveva ragione
Ronald. Accettare tre anni fa di lavorare con Malfoy era stato come
darsi ‘la
zappa sui piedi da sola’.
“Malfoy,
buongiorno.” Rispose senza voltarsi ma facendo leva sulla
maniglia ed entrando
nel loro ufficio.
Sentiva gli
occhi dell’uomo su di sé. Accarezzarla,
torturarla. Oh sì, quella era una vera
e propria tortura.
Si fece
coraggio e si voltò verso l’uomo che stava
elegantemente prendendo posto dietro
la sua scrivania.
Gli occhi
grigi erano concentrati sui fascicoli che stava sistemando. La mani
accarezzavano quelle pagine bianche.
Quelle mani
su di te, sulla tua
pelle.
Scosse il
capo. Era davvero matta.
Notò
ciocche
bionde cadere sulla fronte di lui. Il suo profilo spigoloso. Poi,
quegli occhi
grigi guardarla.
Sentì
le
guance avvamparsi, come la prima volta, tre anni prima.
“Allora,
Granger. Ho sentito che in questo week-end hai deciso di
sposarti.” Ghignò soddisfatto
guardandola.
Lui sa. Lui
sa e si prende gioco
di te.
“Ehm,
sì. Proprio così, Malfoy. Dovresti fare anche tu
il grande passo con quella
pomposa della tua ragazza.”
Si morse
il labbro. Stupida, come le era saltato in mente di dire quelle cose?
Di parlare
di lei?
La odiava.
Odiava quando veniva nel loro ufficio, con i suoi abiti perfetti, i
suoi
capelli perfetti, e baciava il suo ragazzo perfetto.
Cosa?
Stava
diventando
matta.
Doveva porre
fine a quell’ossessione. Subito.
Aveva
bloccato
l’uomo che stava per ribatterle.
“Scusa,
Malfoy, non posso sentire le tue pene d’amore con la tua
Lady. Ho un impegno.”
Afferrando
borsa e fascicoli si sollevò e scappò fuori dalla
stanza.
Si
fermò
qualche attimo contro la porta, inspirò a fondo, guardando
poi l’anello che
portava all’anulare.
Iniziò
a
rovistare nella borsa e sorrise quando trovò ciò
che cercava.
Afferrò
il
cellulare con entrambe le mani, sorridendo pensando a cosa avrebbe
detto Malfoy
se l’avesse vista.
Lui, ancora
lui.
Scosse
livida
in viso la testa e digitò dei numeri sull’aggeggio
babbano.
“Ronald?
Sì, sono io. Ci possiamo vedere al cottage? Ho bisogno di
te.”
Chiuse la
telefonata pigiando l’indice sul tasto rosso. Si
portò con una mano una ciocca
di capelli ribelli dietro l’orecchio.
Avrebbe
dimenticato
Malfoy e la sua ossessione per quest’ultimo grazie al suo
futuro marito.
Perché
era
Ronald che amava. Era lui che avrebbe sposato.
Non sapeva invece, quanto si sbagliasse.
Spazio
Autrice:
Nuova
ff, scritta tutta d’un getto. Non pochi
problemi ma soprattutto pensieri per i nostri amati Draco ed Hermione.
Molti
punti non sono ancora chiari. Li chiarirò nei prossimi
capitoli anche se sinceramente
non so se proseguirò con la storia, dipenderà
dalle vostre reazioni e
recensioni. Mi affido a voi. Grazie a chi legge in silenzio, a chi
metterà
questa storia tra le seguite e a chi invece passerà qualche
attimo a recensirla
e a lasciarmi il proprio parere. Un abbraccio,
JaneA