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Autore: Rox    13/08/2007    1 recensioni
Subito una mano scattò all’insù e finalmente il professore di storia della magia si rese conto che per la prima volta in molti anni, aveva ottenuto la completa attenzione dei suoi alunni: “mi dica signorina Granger” “ha parlato di una profezia, professore…potrebbe…” “cavalieri dei tempi remoti,venuti da un futuro passato, in possesso di magici gioielli governando i quattro elementi, sconfiggete la bestia incatenata nel punto più alto del profondo trovando l’unico cavaliere che in esso mai potranno dividersi” “ma non ha senso,professore…” “signorina Granger, sono solo fandonie. Questa è considerata dai più grandi storiografi semplicemente una favola per bambini… Sono solo leggende. Non fateci caso”
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ok signori ce l'ho fatta, sono tornata..... So bene che vi ho lasciato da molti mesi, ma, e non vorrei che sembrassero solo una scusa me è proprio la verità, impegni scolastici, corsi estivi e genitore in ospedale sono stati la causa del mio allontanamento dalla carta virtualmente stampata!

Ora sono tornata con questo capitolo che spero apprezzerete.

Ho voluto aggiungere un nuovo pizzico di pepe e di sale in questa storia, convinta che secondo me, gusterete questo piatto con maggiore delizia grazie a questo piccolo condimento aggiunto....

Spero che non mi lincerete se invece lo considererete troppo!

Vi lascio alla mia storia che ora ha raggiunto il gusto giusto.

Baci e scusatemi ancora per il ritardo.

Rox

 

CAPITOLO VENTITREESIMO

Chimera, Julius, Neb e Katharina guardarono il susseguirsi di emozioni sui volto degli amici.

Stupore.

Sconcerto.

Incredulità

Non riuscivano a credere alle loro orecchie.

"Capiamo benissimo come vi possiate sentire" esordì Julius "Ognuno di noi ha provato ciò che state provando voi ora quando ci hanno rapito e spiegato il perché ci avevano strappato così dalla nostra famiglia. Però è importantissimo che voi capiate il perché ve lo stiamo dicendo e perché è così fondamentale che voi vi assumiate la responsabilità che il vostro ruolo impone"

"Il nostro ruolo?!" ribatté sgomento e furente Malfoy

"Il nostro ruolo è sicuramente diverso da quello che mi state proponendo voi. Che diavolo, almeno il mio! E' compito di Potty e della sua banda di squinternati salvare il mondo! Se non ve ne foste accorti, io faccio parte di una di quelle famiglie che di solito stanno dall'altra parte della barricata, anche se mi scoccia ammetterlo!"

Hermione Granger lo guardò furente e come al solito sbuffò:

"Piantala Malfoy, se tu sei dalla loro parte allora lo sono anch'io. Idiota. Non capisci che la faccenda è più seria di quanto si possa anche solo immaginare? Qui non si parla di bene o di male solamente, qui si parla della sopravvivenza mondiale nel senso che non importa da che parte stai, se non stai con la parte 'buona' qui si rischia la catastrofe mondiale, ossia il mondo così come lo conosciamo potrebbe scomparire definitivamente se l'equilibrio tra gli elementi venisse spezzato"

Chimera annuì e Neb anche.

"Non avrei saputo dirlo meglio, Granger!" la interruppe il moro con un sorriso.

"Quello che mi chiedo però in questo momento è un'altra cosa" continuò la Caposcuola Grifondoro

"Se voi possedete i quattro gioielli e i cavalieri oscuri anche, dov'è finito la pietra dei quattro elementi riuniti?"

Julius la guardò sorridendo e alzò le spalle:

"Qui entriamo nel campo delle congetture più sfrenate. Secondo i miei studi ciò che secondo me è più probabile è che quando i Quattro Maghi sentirono avvicinare l'ora della propria morte, Hogwarts era già stata fondata.

E ciò che mi viene da pensare è che se questa scuola è in grado di tenere nascosto per centinaia di anni un Basilisco, perché non potrebbe nascondere, nei suoi infiniti segreti e stanze sconosciute, anche un gioielli grande poco più di un uovo di fringuello?"

Hermione annuì e presa da un impulso irrefrenabile iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza sfregandosi con la punto delle dita, il delicato mento.

"Avrebbe un senso. D'altronde se i Quatto Maghi erano i genitori dei quattro fondatori, non sarebbe sembrato strano ai figli se i padri avessero chiesto loro di custodire con la massima sicurezza un piccolo gioiello.

Avete qualche idea su dove però si possa trovare?"

Ma Chimera scosse la testa mentre finiva in un ultimo sorso, il liquore rimastole nel bicchiere.

"Nulla. Nada. Niet. Non abbiamo nessunissima idea su dove possa essere nascosto il gioiello. Abbiamo ribaltato tutta la scuola per quanto possibile e le uniche stanze rimastaci sono quelle non segnate nemmeno sulla vostra Mappa del Malandrino, ossia stanze segrete e lo studio del Preside. Che è decisamente un po' difficile da perquisire considerando la persona. Per il resto abbiamo ribaltato la scuola da cima a fondo."

Malfoy annuì e iniziò a pensare. Se la cosa era veramente così come dicevano loro, gli conveniva darsi da fare pure lui.

Che diavolo non gli piaceva proprio l'idea che una Mezzosangue potesse averla vinta su di lui.

"Lo studio di Silente. Principianti. Un modo per entravi c'è!" e accendendosi una sigaretta si godette in santa pace le espressioni stupefatte dei compagni, sopratutto quella della Granger.

 

Adorava la nebbia.

Decisamente si , era proprio il clima perfetto per lui. Nella nebbia la sua pelle diafana e i suoi capelli biondi, gli conferivano non un'espressione emaciata, ma una consistenza quasi surreale.

Adorava sentirsi circondare da quelle coltri candide, soprattutto quando doveva completare una missione come quella che lui stesso aveva ideato.

Che idiota era stato.

Solamente per mettersi ancora una volta in competizione con la Granger e per dimostrarle che almeno nel compito delle malefatte, era lui il genio e non lei.

Le dava fastidio anche il fatto che lui, il Principe Purosangue per eccellenza, un Black e un Malfoy uniti in un unica persona, un esponente di così alto livello, potesse essere messo a paragone con una così insulsa.... Grifondoro.

Cioè non che gli piacesse un mondo l'idea di dover essere quel cavaliere di non so cosa, però farsi superare da lei... MAI!

Era una cosa al di fuori da ogni logica.

Scosse la testa, era ora di lasciare da parte questi pensieri e di agire, la nebbia, non sarebbe durata ancora per molto tempo e lui non poteva assolutamente farsi scoprire. Ci rimetteva tutto se lo beccavano questa volta.

Il Marchio Nero non era qualcosa con il quale si potesse scherzare.

 

Silente si trovava nel proprio studio quella sera. Stava riflettendo e come sempre quando ciò succedeva, i suoi pensieri erano raccolti nel pensatoio. Adorava usare quel determinato strumento. Gli permetteva di analizzare ogni singolo particolare, ogni singolo ricordo da spettatore e questo gli conferiva un distacco totale da ciò che stava riguardando e le sue analisi risultavano molto più precise.

Non riusciva a crederci ancora.

I quattro cavalieri degli elementi si erano finalmente rivelati e questo avrebbe potuto confluire nella ricerca degli Horcrux e quindi alla disfatta di Voldemort.

Questo però portava alla conclusione che come loro si erano rivelati anche i Cavalieri del Lato Oscuro, lo erano e la cosa poteva diventare molto molto pericolosa per tutti i suoi studenti.

D'altronde lui era oltre che un mago, anche un preside e come esso doveva pensare assolutamente ai suoi alunni che correvano un rischio assurdo stando a stretto contatto con i Cavalieri degli elementi...

Il fatto di governare gli elementi li portavano, nel bene o nel male, a poter sovvertire ogni legge esistente al mondo e la loro rinascita non presagiva nulla di buono visto che Voldemort era riuscito a guadagnarsi la fiducia degli altri cavalieri.

E infine il problema principale.

Il Cavaliere Riunito.

Sapeva perfettamente dove era nascosta il Diamante degli Elementi e sapeva anche che i quattro erano sulle sue tracce.

Lo cercavano disperatamente e lui avrebbe voluto potersi fidare abbastanza da confidare a loro dove esso era nascosto, ma il problema era che se i suoi rivali fossero riusciti ad impossessarsene, allora si che i guai sarebbero potuti trasformarsi in catastrofi di grandezza sovrannaturale.

Ogni preside che era passato in quello studio e sapeva perfettamente dove era custodito il Diamante.

Solamente lui in persona poteva decidere di rivelare il luogo della sua detenzione.

Con fare sconsolato si passo una mano tra la lunga barba, sospirando.

Questa era una delle poche volte in cui non sapeva veramente come comportarsi.

Il suo sospiro di esasperazione fu però dimenticato quando dalla finestra dello studio e sulla foresta proibita vide comparire il Marchio Nero.

 

I quattro aspettavano impaziente.

Non sapevano cosa avesse in mente di fare Draco.

L'unica cosa che aveva chiesto era stato un alibi molto forte nel caso l'avessero accusato di qualcosa, e i quattro cavalieri più Hermione si erano trovati d'accordo nel coprirlo.

Chimera appoggiò la sua mano sull'avambraccio di Julius quando vide le scale segrete dello studio del Preside muoversi lentamente.

L'altro rispose alla stretta sia per infonderle coraggio, sia per farle segno che aveva capito.

Pochi secondi dopo videro il Preside correre affannosamente verso la fine del corridoio e prima che la porta si richiudesse alle sue spalle, i quattro riuscirono a passare.

Lo studio di Silente riapparve uguale e identico a quando avevano parlato con lui la prima volta, il giorno prima dello Smistamento.

Ogni oggetto era al solito posto di qualche mese prima, con l'unica differenza dei quadri dormienti.

"Forza signori, Cerchiamo questa dannatissima Pietra" esordì per tutti Katharina.

 

Draco Malfoy odiava correre.

Odiava il fatto che tutta la sua fronte iniziava a grondarsi di goccioline che poi gli cadevano lentamente negli occhi o lungo il collo.

Con in Quidditch era diverso, il sudore, che stava a significare che lui era umano come tutti gli altri, veniva disperso nel vento e quindi era liberatorio.

Ma quella sera l'idea dei suoi piedi che calpestavano la terra ghiacciata sotto i piedi, il suo cuore che batteva più forte, i polmoni congestionati dall'aria fredda, la gola in fiamme per il troppo sforzo e il suo sudore che gli inzuppava i vestiti, gli sembrarono le sensazioni più belle che avesse mai provato.

Sembravano quasi purificarlo dal gesto orrendo che aveva giurato di non compiere mai.

Il Marchio Nero.

Tutto ciò contro il quale aveva cercato di sottrarsi per tutti quegli anni, era rappresentato in quel serpente e in quel teschio.

Lucius Malfoy.

Associava, stranamente quel segno, non al Signore Oscuro, ma a suo padre.

L'aveva sempre visto compiere quel gesto in quelle notti fredde in cui, ancora bambino, il padre lo accompagnava nelle missioni assurde che il Signore Oscuro gli comandava.

E, stranamente, per lui quel segno aveva anche il sapore sia della nostalgia che del sollievo.

Assurdo.

Nessuno avrebbe mai associato quelle due sensazioni al Marchio.

Paura.

Terrore.

Ansia.

Sgomento.

Odio, forse.

Ma mai Nostalgia e Sollievo.

Ma per lui era sempre stato così.

Sollievo nel capire che con quel gesto le missioni del padre erano finite e con esse anche gli orrori ai quali aveva dovuto assistere.

E nostalgia.

Perché solamente quando il Signore Oscuro assegnava a suo padre qualche missione, loro potevano stare finalmente assieme e, nonostante ciò che accadeva tra il loro arrivo e il loro ritorno sul luogo della missione, lui aveva quegli attimi preziosi e unici, da poter passare con suo papà.

Ciò che accadeva nel mezzo... Quello... Non aveva mai cercato di razionalizzare come avesse fatto a superare tutto ciò che aveva visto.

L'importante era che fosse riuscito a lasciarselo alle spalle.

Senza neanche rendersene conto era tornato nella sala dove prima si era svolta la riunione con gli altri Cavalieri.

Sembrò quasi che la nebbia che gli avvolgeva il cervello, fosse di colpo passata.

Le gambe gli cedettero e stremato sia dalla corsa che dall'incantesimo, si accasciò a terra mentre un paio di mani calde gli tastavano la fronte in cerca di qualche altro sintomo che non fosse lo shock e il sudore.

"Mi hai sentito?"

Lui voltò lentamente il capo verso la Granger.

Aveva i capelli sciolti in onde d'argento. Se ne rese conto solo in quel momento.

Aveva occhi di cristallo bollente.

Aveva un viso stranissimo, o forse quello che lo rendeva strano era la smorfia sulla suA bocca.

Carnosa.

Strano, non si era mai reso conto prima di non aver mai visto seriamente la Granger.

O beh, certo che l'aveva vista, ma non l'aveva mai osservata.

Era la ragazza del suo migliore amico e lui era il ragazzo della Weasley e quindi era portato a frequentarla più del dovuto, o del voluto.

Eppure non l'aveva mai osservata.

Era così distante da lui.

Così diversa.

"Malfoy, maledizione mi hai sentito?"

Strinse gli occhi mentre sentiva che le forze gli venivano meno.

"Granger, diavolo, sei bella, ma hai una voce dannatamente acuta per i miei timpani!"

E svenne.

 

Una serie di maledizioni passarono per la mente della giovane Grifondoro mentre la porta si apriva.

Rictusempra?

O ancora meglio, Expelliarmus?

Stupeficium era eccessivo?

Poi vide una caracollante figura bionda entrare e fissarla con quegli occhi di ghiaccio.

Il principino era tornato.

E cadde ai suoi piedi.

E no, non stava parlando in senso metaforico, stava proprio parlando in senso figurato.

"Idiota" si rese conto di stare pensando mentre correva a controllare il perché di quel cedimento strutturale.

"Ma si può afflosciarsi a quel modo proprio davanti alla porta che si apriva solo verso l'interno? E mo chi lo sposta da li?"

Grazie a Dio non era ancora svenuto.

"Malfoy, che hai? Cosa ti senti?"

Niente, nessuna risposta.

"Mi hai sentito?"

Sembrava assorto in qualcosa, notò la mora.

La stava squadrando.

O meglio la stava studiando nei minimi particolari, come se fosse la prima volta che la vedeva.

E la cosa la turbava.

"Malfoy, maledizione mi hai sentito?"

Lo vide storcere la bocca, come se qualcosa lo avesse infastidito.

"Granger, diavolo, sei bella, ma hai una voce dannatamente acuta per i miei timpani"

E svenne.

Per la prima volta nella sua vita si ritrovò a imprecare sbattendo un pugno sul pavimento.

La frustrazione per il fatto che fosse svenuto bloccando la porta però non era il motivo dei suoi improperi.

"Sei bella" le aveva detto.

E lei si era sentita il cuore ruzzolare nel petto.

 

 

 

  
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