Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: warmmyheart    24/01/2013    1 recensioni
"Isole di bellezza in un mare di squallore"
La storia di due ragazzi; le loro vite si intrecciano, impareranno a volersi bene, e insieme affronteranno questo mondo, che spesso è pieno di pericoli che da soli non si vedono e allora il sostegno di un amico vale più di tutto l'oro della terra.
-Precisazione: ogni capitolo è fatto da due parti, la prima è raccontata da lei, la seconda da lui.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Elettra.
Sa farmi ridere, sa farmi stare in pace con me stessa.”


Oscar mi ha presentato una sua amica, un paio di settimane fa. Si chiama Olimpia. Ci siamo subito prese in simpatia. Spesso siamo uscite insieme, solo io e lei. L’ho portata in giro
per musei qualche volta, amo quegli ambienti, e volevo condividerli con lei. È una ragazza stranissima, lunatica come poche. Ma le voglio già un gran bene. Forse perché è diversissima da me. L’unica cosa che probabilmente abbiamo in comune è l’altezza, nessuna delle due supera il metro e sessantacinque!
Ha un bel modo di fare. Chiacchiera, di tutto. Racconta sempre tantissime cose. Però quando ho bisogno di parlare di qualsiasi mio problema, sa ascoltarmi. Non come Gaia. Lei parla, parla, parla. Sembra che i fatti suoi siano importantissimi, e i miei non contino niente.
A proposito di Gaia. Ci stiamo perdendo di vista, ci vediamo molto meno rispetto a prima. È come se vivessimo in due mondi differenti che ogni tanto si incontrano, non riusciamo più ad avere la stessa affinità che c’era prima.
Invece Oscar si è rivelato un ottimo amico. Non è più così silenzioso come la prima volta che siamo usciti, sa farmi ridere, sa farmi stare in pace con me stessa. Diciamo che quando sono con lui non mi importa se sono struccata, spettinata, vestita male e magari perfino maleodorante. Riesco ad essere me stessa, a mostrare la “me” reale e non la “me” che creo per sembrare una bella e brava ragazza. Sto iniziando a volergli bene, ma veramente bene.
A scuola non ho problemi. Il livello delle materie che studio è leggermente inferiore rispetto a quello dell’altra scuola, quindi me la cavo studicchiando appena. Inoltre mi sono inserita bene nella classe, non mi sento giudicata o cose del genere dagli altri ragazzi. Il mio compagno di banco si è rivelato utile. È un secchione, fa sempre tutti i compiti ed è disposto a passarmeli, durante le verifiche mi lascia dare delle occhiate al suo foglio e se non ho voglia di prendere appunti durante una lezione so che potrò fotocopiare i suoi. Niente a che vedere con la mia vecchia scuola, insomma.
Oggi dopo scuola vado da Olimpia. Più tardi forse ci raggiunge Scar. Ho scoperto che quella ragazzina dai capelli rossi abita nella via accanto alla mia.
Intanto che salgo le scale del suo condominio incrocio un ragazzo. Un gran bel ragazzo. Per un secondo i nostri sguardi si incrociano e mi sembra che scatti una scintilla. Lui continua a scendere le scale imperterrito, io invece rallento e butto lo sguardo all’indietro.
- Olli! Olli! - urlo, iniziando a correre quando la vedo sbucare fuori da una porta all’ultimo piano.
- Mi devi assolutamente dire chi è quel ragazzo con gli occhi colore del ghiaccio che è appena uscito! - esclamo, ansimando.
- Aveva i capelli tipo neri abbastanza lunghi?
- Si!
- E un cappotto blu scuro?
- Si!
- Dalle quali sbucavano due gambe sottili?
- Si!
- Aveva una tracolla grigia?
- Si!
- Dentro alla quale c’era un computer portatile?
- Ma che cazzo ne so!
- Beh allora è Casper!
- Casper?
- Si!
- Si chiama davvero Casper?!
- No, si chiama Gabriele!
- Perché lo chiami Casper allora?
- Non hai notato che ha la pelle bianchissima e gli occhi strachiari?
- Ora che ci penso hai ragione!
- Quanti anni ha?
- La mia età.
- Quindi un anno in più di me?
- Si!
-Abita qui?
- Si!
- E si veste sempre così?
- Si!
- Oh, me lo devi far conoscere!
- Quando vuoi, guarda, abita nella porta qui di fronte!
Il pomeriggio passa veloce. Parliamo bene di Casper, male dell’ex ragazzo di Olli, che l’ha tradita con la sua migliore amica, bene di Scar, male di tutti i professori stronzi che ci perseguitano.
Scar mi chiama, dice che non può venire da Olli. Ci rimango un po’ male, avevo voglia di vederlo. Mi invita a casa sua quella sera stessa. Ovviamente accetto.





 

- Oscar.
Vedi che ha detto di sì? Paranoico.”
 

Ho fatto conoscere Elettra a Olimpia. Già dopo due settimane che si conoscono sembrano migliori amiche, si vedono quasi tutti i giorni.
Sembra che Olli stia meglio, forse è anche grazie a Elettra che la distrae portandola spesso in giro per musei. Una volta ha portato anche me, al Museo del ‘900 in piazza del Duomo. L’abbiamo visitato in lungo e in largo, siamo stati dentro quel posto minimo quattro ore. Non che mi sia piaciuto particolarmente il museo, ma Elettra sembrava a suo agio in mezzo a sculture dalla forma indefinita e dipinti che sembrano fatti da bambini. Quando siamo entrati nella sala dedicata a De Chirico, le si è illuminato il viso. Ha iniziato a raccontarmi la vita di questo pittore. Inizialmente dipingeva piazze metafisiche e manichini, poi si dedicò alle nature morte. Un dipinto di quella sala mi è molto piaciuto, mi è rimasto impresso nella mente: la sagoma di un uomo di schiena completamente bianco che abbraccia un manichino ricco di colori e particolari strani, che sembra appena uscito da un film di fantascienza ambientato nel futuro.
Elettra è rimasta dieci minuti incantata davanti a quel quadro. Osservava ogni minimo dettaglio, notava ogni piccolezza.
Mi piacerebbe poter vedere l’arte da dietro i suoi occhi. Vorrei poter capire quel che prova ogni volta che entra in un museo, vorrei che il mio sguardo riesca a catturare le emozioni nei disegni, nelle opere, che lo sguardo di Elettra riesce sempre a cogliere. Posso quasi sentire il battito del suo cuore accelerare ogni volta che vede un quadro che le trasmette un sentimento intenso, il suo respiro fermarsi davanti a un opera che la emoziona. Io non sento ciò che sente lei.
Non riesco ad afferrare i significati dei dipinti, non trovo i sentimenti dell’autore nelle sue opere. Rimango quasi indifferente all’arte visiva. Forse perché le emozioni più forti le ritrovo solo nella musica. Mi perdo nelle migliaia di note di una canzone, mi abbandono tra le sue armonie. Viaggio attraverso mondi inesistenti, grazie alla musica. Non mi stanco mai di ascoltare. E non mi stanco mai di ritrovare quelle stesse emozioni, che qualcun’altro ha voluto trasmettere a me, nelle note che produco semplicemente sfiorando le corde della mia chitarra, accarezzandone i tasti, ascoltandone il suono dolce. Quando suono mi stacco dal mondo. Esiste solo la musica. Quella musica che sa riempirmi il cuore.
Proprio mentre suono mi ricordo che devo andare a prendere Giorgia dalla scuola di danza e andare insieme a lei a prendere non so cosa in un qualche negozio nei pressi del Duomo. Proprio oggi che Olimpia mia aveva invitato da lei! Ci sarebbe stata anche Elettra, ed è una settimana che non la vedo, se non due minuti di sfuggita prima di entrare a scuola.
Chiedo a Giorgia di rimandare il noioso pomeriggio di shopping ma lei non ne vuole sapere. Le spiego la situazione con calma, ma lei s’incazza e mi trascina in centocinquanta negozi diversi.
Ho voglia di vedere Elettra, di passare del tempo con lei.
Se quella stupida di mia sorella non fosse così testarda. Quando però mi vede disperato, buttato su una sedia di uno squallidissimo bar, che fisso il telefono in attesa di un messaggio di Elettra, mi suggerisce di invitarla da noi quella sera stessa. Alzo appena un sopracciglio.
- Figurati se viene.
- Perché non dovrebbe scusa?
- Perché non è mai venuta a casa, insomma, boh, non credo che viene.
- Che venga. Comunque tentar non nuoce.
- Che palle, non viene tanto.
- Ma perché, smettila, chiamala e non rompere le palle, al massimo se dice di no rispondi che sarà per un’altra volta.
- Si ma ti immagini se mi dice di no? Nono. Ci rimarrei troppo di merda.
- Oh ma piantala e chiamala.
Mi ruba il telefono di mano, cerca il numero di Elettra in rubrica e preme il verde.
- Stupida! - esclamo, e faccio per chiudere la chiamata, quando la voce squillante di Elettra risuona nell’altoparlante. Oramai non ho scelta, chiedo perdono per non essere potuto venire da Olli e la invito. Come la prima volta che l’ho invitata a uscire, non mi lascia nemmeno finire la frase che già accetta.
Credo che la mia faccia parli da sola, perché Giorgia mi lancia uno sguardo soddisfattissimo sorridendo sotto i baffi.
- Vedi che ha detto di sì? Paranoico.
- Però te e Mich non rompete le palle. E per fortuna papà è sempre in giro a bere, almeno non rompe nemmeno lui.
- Per fortuna? - chiede Giorgia. I suoi occhi si fanno tristi. L’abbraccio e insieme tiriamo un lungo sospiro.







Ciao a tutti :3 ecco il mio quinto capitolo.
Spero che la storia vi piaccia, spero di non essere monotona o ripetitiva..
Devo ammettere che questa prima parte è parecchio noiosa - bello criticare la propria storia - ma credo di essere riuscita a movimentarla un po' nei prossimi capitoli.
Recensioni sono sempre ben accette *-*
Un <3 a tutti quelli che mi leggono :3
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: warmmyheart