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Autore: daisys    24/01/2013    12 recensioni
Eva è una ragazza normale, un pò scontrosa e con pochi amici ma normale.
Non crede molto nell'amore, quindi non accetta mai appuntamenti.
Ma qualcosa le farà cambiare drasticamente idea, quando un venerdì qualunque la sua scuola farà uno scambio con una gemellata, e quando due occhi neri incontreranno i suoi di ghiaccio, incatenandola in quel dolce inferno.
Ma il ragazzo dai penetranti occhi neri è molto più di quanto si aspetta.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Demon bride'
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Capitolo 12
 
Sento il cuore perdere un battito alla vista di Adrian  sdraiato sul letto, coperto di sangue, e bianco come un cencio.
Comincio a respirare pesantemente, cercando di calmarmi, ma inutilmente.
Sposto malamente tutti e mi piazzo davanti al letto dalle lenzuola nere, che sono screziate di rosso.
Sento le lacrime salire, nel vederle quel demone sbruffone ridotto in questo stato, esangue e disteso su un letto, in punto di morte.
<< Come è successo? >>  chiedo con voce flebile, che quasi non si sente, ma so che loro mi hanno sentito, perfettamente.
Un silenzio teso si sente nella stanza, nessuno si azzarda a rispondermi.
Poi un singulto.
<< E' stata... la famiglia e i seguaci di Claire... l'hanno fatto per vendetta... >> Lily, dopo aver detto ciò scoppia a piangere, non riuscendosi a trattenere.
Sento le persone dietro di me muoversi e bisbigliare, mentre anche io ho ormai cominciato a piangere, con le lacrime che cadono sul letto.
Qualcuno mi tocca la spalla, e mi tira su, per dirmi qualcosa.
<< Esci un attimo, per favore >> dice Joel, tremante ma ferma.
Io controvoglia mi tiro su e seguo la donna fuori dalla stanza, lontano da orecchie indiscrete.
Si ferma e mi guarda negli occhi.
<< Il medico dice che non c'è niente da fare, oltre ad aver perso sangue gli è stato ignettato un veleno che gli impedisce di guarire >> dice fissandomi ancor più intensamente.
Io singhiozzo, mentre le lacrime cominciano a scendere ancor più copiose.
<< No, no, no, no, non può morire... no! >>  dico sempre più agitata, non potendo evitare di accelerare il respiro.
<< Devi mantenere il sangue freddo, perchè solo tu lo puoi salvare >> dice fermandomi e costringendomi a guardarla negli occhi << Essendo la sua sposa puoi aiutarlo, devi solo fargli bere il tuo sangue, ma sarà doloroso, perchè lui non ti aiuterà nell'attenuare il dolore. >>
Io senza neanche pensare alle conseguenze rispondo.
<< Lo farò >>
<< Sei sicura? Dopo che lui avrà assaggiato il tuo sangue diventerà sempre più bramoso, e tu ti dovrai legare a lui con il marchio,  lo capisci? Non lo potrai più evitare , sarai la sua sposa a tutti gli effetti, non potrai più scappare, perchè lui ti troverà ovunque andrai >>
No, non lo capisco. In questo momento, con l'ansia e la paura non capisco proprio niente, infatti annuisco.
Joel sospira sollevata e mi porta di nuovo da Adrian.
Fa velocemente uscire tutti, zittendo chiunque tenti di opporre resistenza con un'occhiata.
Io fisso in modo insistente Adrian, che non si è mosso dalla posizione in cui era prima.
E' sempre più pallido, e il sangue sul letto è aumentato.
Quando anche Joel sta per uscire io mi rendo conto di non sapere come fare per dargli il mio sangue.
La fermo, e lei sorridendo mi indica un coltello di fianco al letto e mi fa il segno di tagliare sul polso.
Lei esce.
Mi prende il panico.
Devo prendere e tagliare il polso, questo l'ho capito, ma se per sbaglio mi taglio una vena e muoio pure io?
Guardo verso il letto e vedere Adrian in quelle condizioni mi fa decidere.
Scuoto la testa, e evitando di pensarci prendo il coltello e lo poggio appena sul polso, deglutendo.
Appena il coltello incide la pelle del polso sussulto.
Poi facendomi coraggio premo e vado dritta, creando un taglio lineare e scarlatto, da cui velocemente il sangue comincia a zampillare.
Lo avvicino velocemente alle labbra di Adrian, e lui, come risvegliato comincia a succhiare il mio sangue dal polso.
Non è molto doloroso, ma giusto un pò.
No, ok, ritiro tutto quando Adrian, con forza mi morde il polso, con i denti più lunghi del normale.
Passano altri minuti e io mi sento sempre più spossata, per l'ingente perdita di sangue.
Quando sono sicura di star per svenire Adrian smette, e il mio braccio ricade sul suo petto.
Lo osservo, ma niente è cambiato, è sempre pallido e immobile sul letto.
Alcune lacrime cominciano a scendere copiose dalle guance, e prima di addormentarmi gli sussurro.
<< Non morire, per favore >> dico con un singhiozzo << devo ancora dirti che ti amo >> dico crollando di fianco a lui.
                                                                 ***
Mi sveglio sbadigliando, con tutti i muscoli che mi fanno male, e un mal di testa enorme.
E' stata una nottata infernale, mi sono svegliata intorno alle tre ma Adrian era nella stessa identica posizione.
Mi giro su un fianco per controllare Adrian, e mi ritrovo due occhi neri che mi fissano bramosi e smaniosi.
Faccio per parlare, ma lui mi salta addosso.
Io comincio a muovere le gambe e le braccia, cercando di allontanarlo da me, senza successo.
Mi do della stupida, io ragazza senza un muscolo sulle braccia come posso competere con un tizio con due spalle che sono il doppio delle mie?
Cerco di allontanarlo e quando ci riesco mi trovo con il sedere per terra, con lui che mi guarda sorridendo da sopra il letto.
<< Si può sapere che ti è preso?! >> urlo isterica allontanandomi da lui e da quel letto, avvicinandomi sempre di più alla porta, pronta a scappare al minimo accenno di avvicinamento.
Lui, mi guarda ancor più divertito, con un sorriso sornione sulle labbra.
Si alza dal letto e velocemente mi si avvicina, tentando di acchiapparmi, ma io più veloce fuggo via.
<< Mia madre te lo ha detto mi pare, ormai sei mia, non puoi più scappare >> dice avvicinandosi velocemente a me, con passo predatorio.
<< Poi mi hai detto che mi ami >> 
Io, ormai ,non riconoscendomi più, rischio di inciampare su miei stessi piedi, mentre velocemente apro la porta e scappo giù.
Corro verso la camera di Lily, rischiando di travolgere una cameriera.
Ed in questo momento della cameriera sinceramente non me ne frega nulla.
Entro come un tornado e mi sbarro dietro la porta, cercando un punto in cui nascondermi.
Mi rendo conto di aver fatto una cavolata colossale quando mi accorgo che questa stanza mi offre poche possibilità per nascondermi.
Aspetto quasi dieci minuti, ma Adrian non si fa vivo, ed io, pensando stupidamente di averla fatta franca, esco.
Altra enorme cavolata.
Appena metto piede fuori, mi ritrovo sbattuta, con grazia, contro il muro, con un Adrian attaccato alla bocca.
Provo a staccarmelo di dosso ma, rettifico, è grosso il doppio di me, come posso sperare di sfuggirgli?
Mi sgrido da sola, dove diamine e finita la solita Eva burbera e combattiva?
Presa da un coraggio e una forza sconosciuta, miro e velocemente carico la ginocchiata, prendendo in pieno e con forza i gioielli di famiglia.
Adrian con un singulto strozzato si stacca da me e mi guarda con odio, ben visibile nello sguardo scuro.
Veloce riscappo dalle sue braccia, visto che aveva tentato di acciuffarmi nuovamente.
Corro, velocemente, finché vedo la mia ancora di salvezza in fondo alle scale, che ride con l'armadio.
Mi lancio contro Lily, che sgrana gli occhi vedendomi arrivare arruffata e scalza.
Mi nascondo dietro di lei, che tenta di capire qualcosa, ma quando vede Adrian cercarmi famelico sorride maligna, scambiandosi uno sguardo d'intesa con Pirson.
<< Spostatevi >> ordina Adrian cercando di prendermi, ma l'armadio mi si para davanti, mentre Lily mi porta via, ridendo mentre fa una linguaccia e mi palpa un seno.
Il mio bel demone tenebroso inizia a ringhiare, ma Pirson lo blocca.
Vengo trascinata in una stanza nuova, ha uno stile classico, e fatta completamente in legno, i tessuti sono neri e viola.
Attraversiamo velocemente la stanza, e il mio sguardo cade sul letto, grande e morbido, e tutte le ore di sonno mancato si fanno sentire.
Però tutto passa in secondo piano quando mi ritrovo immersa in un mare di vestiti.
Parecchi sono miei, ma altri sono nuovi, comprati e scelti appositamente per me.
E sono tutti divini.
Ma la mia parte preferite sono le scarpe con il tacco, che hanno a disposizione un intera parte della cabina armadio.
Lo sento, ho gli occhi sbrilluccicosi, come quelli di una bambina con un barattolo di nutella davanti.
<< Tutto ciò è a tua completa disposizione, così come la camera, per pranzo scendi verso l'una e un quarto >> dice Lily sorridendomi poi complice << Per Adrian non ti preoccupare, cercherò di tenerlo lontano da te il più possibile >> e dopo avermi strizzato l'occhio esce.
Controllo il telefono, e rendendomi conto di avere come minimo tre ore prima del pranzo esploro la camera che dovrebbe essere mia.
Dopo il mio safari non ho più niente da fare.
Mi sdraio sul letto, facendo stancamente il punto della situazione.
Allora, prima di tutti il coso non è schiattato, ok, sembrerà brutto dire una cosa del genere ad uno che era sul punto di morte, ma dopo gli assalti di stamane non si merita altro.
La sua brama mi spaventa, mi spaventa parecchio, visto che già prima di assaggiare il mio sangue era parecchio arzillo, ma ora è troppo.
E l'ultima cosa, forse la peggiore, è che il pranzo formale che mi aspetta forse è dovuto al fatto che la famiglia mi vuole conoscere, perchè a parte i figli e la madre, gli altri componenti della famiglia mi sono sconosciuti.
Non ce la faccio più.
Tutta questa storia sui demoni e cose varie non la sopporto più, ma perchè tutto ciò doveva capitare a me?
Sbuffo contrariata, affondando il viso nel cuscino, sentendo una forte rabbia farsi strada in me.
Urlo, attutendo il grido contro il cuscino.
Prendo il telefono, quando il sonno si fa sentire.
Imposto la sveglia.
Mi giro e lancio il telefono di fianco a me, chiudo gli occhi.
Tutta la stanchezza si fa sentire e lentamente scivolo fra le braccia di Morfeo.
                                                           ***
Sento un rumore fastidioso distruggermi i timpani, costringendomi ad aprire gli occhi.
Sono un tantino confusa, e prima di rendermi conto che la cosa che suona è la sveglia passano come minimo cinque minuti.
Quando il mio cervello si collega riesco ad alzarmi e a spegnere quel maledetto telefono.
Guardo l'orologio e mi rendo conto di avere un pò di tempo per prepararmi, quindi con calma mi alzo per cambiarmi.
Entro nella cabina armadio e comincio a spulciare in mezzo ai vestiti.
Trovo un paio di jeans stracciati e una maglia a maniche lunghe grigia, che prendo senza troppi problemi insieme ad un paio di scarpe con tacco nere.
Presa da un insolita ironia gli accessori gli scelgo a caso, si può dire.
Per l'orecchio un singolo orecchino, a forma di drago serpentino, e per collana e anello due croci.
Mi vesto in fretta e mi metto un filo di trucco sugli occhi, ma carico le labbra con un deciso rossetto rosso.
Ho deciso, sono una donna e non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, anche se quella che ha perso sono io.
Ed ho perso alla grande, perché, non solo mi sono innamorata di lui, ma mi sono proprio scavata la fossa da sola, dandogli il mio sangue e legandolo a me.
Esco fuori dalla camera, e per non rischiare di perdermi chiedo ad una cameriera di accompagnarmi in sala da pranzo.
Scendiamo una marea di corridoi, fino a quando ci troviamo in un enorme ed elegante sala, dove tutti, e dico tutti mi aspettavano.
Vedo un fulmine arrivarmi contro, e quando me lo trovo davanti mi rendo conto che è Adrian, che mi ha messo una mano sul fianco, a marcare il territorio, e mi trascina a destra e manca presentandomi parecchie persone.
Prima di tutto il padre, che per una volta evita gli occhioni sbrilluccicosi stile manga.
Spostandoci dalla parte del salone dove c'è più casino mi rendo conto di Laura e l'armadio che si sbacciucchiano.
Mi vengono presentati i genitori di Pirson ed i suoi ben quattro fratelli e sorelle.
Dalla confusione allegra dei coniugi demoni Pirson mi ritrovo in una più silenziosa e composta, ma non meno accogliente famiglia Blackwood.
Non ci stiamo troppo tempo, perchè arriva Lily che comincia a litigarmi con il fratello, pretendendo di decidere con chi io debba stare per la serata.
Io non li sento, sto ancora guardando i Blackwood, che sembrano parenti miei, data l'assurda somiglianza che ho con loro.
I miei pensieri vengono interrotti quando mi sento trascinare via da una presa forte.
Guardo davanti a me e capisco chi ha vinto la sfida tra Lily e Adrian.
Adrian, era scontanto.
Vengo piazzata a sedere fra Adrian e Lily, con davanti la madre e il padre, che mi fissano sorridendo.
Si può dire che io non abbia un vero posto, visto che praticamente sto in braccio ad Adrian.
Cominciano a portare le portate per il pranzo, ed io mi rendo conto che non mangio da ieri.
Assaggio tutto, anche le cose che mai mangerei, e ad un certo punto rischio anche di stozzarmi, ed il fatto di strozzarmi è naturalmente colpa di Adrian.
Si, colpa sua perchè, mentre mangia tranquillamente, ha iniziato a fare lenti cerchi sulla mia coscia, massaggiandomi con tranquillità.
Mi si chiude lo stomaco e rifiuto di mangiare altro, decidendo di godermi queste carezze, perchè se devo perdere lo faccio come dico io.
Quando all'arrivo del dolce, lo stomaco si riapre, davanti al profitterol, fermo la sua mano, e la intreccio alla mia.
Lo sento irrigidirsi un attimo, per poi rilassarsi.
La cena finisce in tranquillità, non senza gli scherzi dementi di Pirson, che ha rovesciato contro Lily il suo piatto, facendola diventare tutta cioccolatosa.
Lentamente se ne vanno tutti, ognuno va a casa propria.
Ci ritroviamo soli nella sala, i genitori, i due figli ed io, che non ci azzecco molto in questa scena familiare.
Stanca del silenzio prendo un profondo respiro.
<< Sentite, grazie per la serata, io va... >> inizio, ma non faccio in tempo a finire che Adrian mi tappa la bocca con una mano e finisce la frase, stravolgendo le mie parole.
<< Grazie per la serata, noi andiamo in camera nostra, a domani >> dice calcando sul noi e trascinandomi su per le scale.
Io mi lascio guidare quasi scioccata, non rendendomi conto di ciò che è successo.
Anzi, mi rendo conto troppo bene di ciò che è successo, infatti comincio a strattonare il braccio, cercando di liberarmi, in vano.
La sua presa è troppo forte, ed io sono troppo troppo debole.
Arriviamo nella camera che mi ha accolto per giorni, mentre lui mi vegliava ed io vegliavo lui.
Sbatte letteralmente la porta, cominciando ad avvicinarsi minaccioso verso di me.
Io impaurita indietreggio, cercando di evitarlo, ma non mi riesce, perchè cado sul letto con lui sopra, senza via d'uscita.
Mi fissa.
Mi ritrovo immersa in due pozze rosse, che mi fissano con brama.
Deglutisco preoccupata, cercando di sfuggire, ma inutilmente.
Mi blocca contro il letto, impedendomi ogni movimento.
Siamo vicini, troppo vicini, sento il suo respiro sulle labbra, e si avvicina, sempre di più.
Si ferma a malapena un centimetro dalle mie labbra, costringendomi ad aprire gli occhi, che in precedenza avevo chiuso.
<< Dimmelo >> dice lui, continuando a guardarmi.
Io sulle prime non capisco, poi quando delineo la domanda e la risposta che lui vorrebbe  nella mia mente, non posso fare a meno di diventare rossa come un pomodoro.
<< Non so di cosa tu stia parlando >> la miglior arma, fare sempre finta di niente.
Lo vedo sorridere leggermente, come se si aspettasse una risposta del genere, e probabilmente è così.
<< Devi ammettere di amarmi, l'hai detti ieri notte >> dice ghignando, capendo di avere la situazione in mano.
Come ho già detto, io posso anche perdere, ma se lo devo fare lo faccio con stile.
Ormai decisa mi alzo sui gomiti, e mi avvicino sensuale verso di lui.
<< E se anche fosse? A te cosa importa? Il mio sangue ormai l'hai avuto >> dico amareggiata, lasciandomi sprofondare nel materasso.
Mi guarda serio.
<< Mi importa perchè vorrei darti una risposta >>


Alloraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :3
Ecco un nuovo capitolo, per il quale mi scuso dell'orribile ritardo, visto che è passato quasi un mese.
Ma sapete, sono gli ultimi capitoli, ed io sto un pò in crisi.
Ebbene si, questa rottura ( per voi) di storia è quasi conclusa, manca un capitolo e l'epilogo.
Volevo ringraziare tutte le persone che mi seguono, sostenendomi con le recensioni.
Ringrazio le 9 persone che hanno commentato lo scorso capitolo.
Come sempre sono ben accette le recensioni, sia positive che negative.
LINK FB:https://www.facebook.com/groups/483107111717601/
LINK BOOKTRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=Y8gBiTOijLs
PS: volevo avvisare tutti i lettori che in questo mese di rifare la richiesta al gruppo se l'hanno fatta, perchè per problemi alcune non sono arrivate.
Baci e alla prossima.
   
 
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