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Autore: wrjms    24/01/2013    7 recensioni
Il Dottore, senza un apparente motivo, si intestardisce a non voler accontentare Rose a proposito di una certa richiesta. Rose mette il broncio e si chiude dentro camera sua, minacciandolo di non uscire più.
Peccato che al Dottore le sfide piacciano fin troppo.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Okay, forse non è stata proprio una buona idea.

“Sai cosa ti dico, Dottore?”, aveva semplicemente detto lei, innocente, sperando di trovare conforto in una buona reazione del dottore. “Non ti parlo più”.
E lui non aveva nemmeno tentennato: aveva risposto con uno scialbo “okay”, come se nulla fosse stato!
Lei aveva guardato allucinata il suo interlocutore. “E non esco più da camera mia”.
“Come vuoi”.
Rose ribollisce di rabbia. Cioè, lo fa in quel momento, in quel preciso istante in cui sbatte la porta della sua camera nella TARDIS facendo bella mostra del suo broncio al suo orsacchiotto di pezza che la fissa, inerte, dal letto. Si raggomitola sul letto e pensa: perché alla fine il Dottore oggi è strano. Fin troppo strano. Esageratamente strano.
Lo aveva chiesto lui, no? Come ogni volta, quel suo “dove vuoi andare?”. E lei, al posto di rispondere con i consueti “dove vuoi tu!” oppure con qualche “sai, potrebbe essere la volta buona che mi porti a Barcellona-non-la-città” aveva semplicemente risposto “perché oggi non andiamo in spiaggia, al mare?”.
Ecco, più o meno lì erano iniziati i guai. Il Dottore era diventato paonazzo e lei aveva avuto paura che stesse per avere qualche reazione allergica alle sue parole o ai pomeriggi normali. E poi, sì, ecco, era arrivato il fatidico… il fatidico no. Così, senza un motivo. Però Rose è una donna impavida e orgogliosa e non gliela darebbe mai vinta, quindi decide di tendergli un tranello per convincerlo a portarla al mare.
Lentamente, si avvicina alla porta della stanza. Appoggia la mano alla chiave, la stringe e esercita quel poco di pressione verso destra che le serve a farla girare su sé stessa. Una, due, tre volte. Sorride. È fatta.

Una mezz’oretta dopo il Dottore bussa alla sua porta, con l’aria di uno che non ricorda – o che non vuole ricordare – assolutamente la discussione avuta. «Rose? Roooooose? Rose-Rosie-Rose? Dovresti vedere qui fuori, davvero. Ci sono qualcosa tipo… due metri di neve! Fortuna che la TARDIS non è sprofondata, perché io, insomma, stavo quasi per… non fa niente. Vieni, dai!».
Rose tace, coprendosi la bocca con la mano per non ridacchiare.
«Dai, Rose, non fare scherzi», borbotta di nuovo, e Rose può sentire il rumore della sua schiena che si poggia alla porta. Aspetta qualche minuto, poi vede la maniglia che si abbassa e un singulto di sorpresa giunge fino alle orecchie della ragazza.
«Rose, stai bene?». Rose non lascia mai la porta chiusa, mai. Non da quando, lo scorso inverno, è svenuta con la porta chiusa a doppia mandata e il Dottore aveva iniziato a tremare così tanto dalla paura che fosse morta dentro la stanza che ci aveva impiegato quasi cinque minuti per trovare il cacciavite sonico e aprire la porta.
Rose allora fa scorrere un foglio con un rapido messaggio sotto la porta, giusto per fargli sapere che è viva.
“Mare”, dice. “Oppure io sto chiusa qui dentro, ti avevo avvisato”.
«È una sfida, Rose Tyler?», ridacchia lui dall’altra parte della porta, poggiando la mano contro il legno freddo. «Perché sarai tu quella a cedere, sappilo».
Rose ride, ed è certa che il Dottore l’abbia sentita.
Si volta verso lo scaffale, afferra un plico di fogli bianchi.
“Diario di reclusione – Giorno Primo”, scrive.
La cosa inizia a farsi esilarante.

NdA
Ave, popolo!
Dato che ho visto che l’altra storia - la raccolta di drubble sul Dottore – è piaciuta, ho deciso di tornare con una long. c:
Vorrei dilungarmi di più su tutta la storia, ma purtroppo sono di fretta. Volevo solo avvisare che questo è un “capitolo di passaggio”, solo un’introduzione alla vera storia – ovviamente, è il prologo. Gli altri capitoli saranno strutturati… in maniera diversa, ecco. E non anticipo altro èwé
Nient’altro, come ho detto sono un po’ di fretta, mi dilungo di più nel prossimo capitolo - che spero arrivi presto. Cioè, io vorrei scriverlo presto, ma spero anche che ci sia un riscontro positivo di letture come con la scorsa volta. C:
Quindi… ecco. È tutto.
Graaaaaaazie per aver letto. Grazie davvero.
WJ

 

   
 
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