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Autore: wrjms    13/02/2013    6 recensioni
Il Dottore, senza un apparente motivo, si intestardisce a non voler accontentare Rose a proposito di una certa richiesta. Rose mette il broncio e si chiude dentro camera sua, minacciandolo di non uscire più.
Peccato che al Dottore le sfide piacciano fin troppo.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Diario di reclusione – Giorno Primo
Se mai uscirai dalla tua cella di reclusione, ricordati di vendicarti continuando comunque a tenere il broncio al Dottore per cinque o sei settimane.
No, sul serio, fallo.

Era bellissimo. Non c’era un vero motivo per questa sua gioia, era felice e basta. Era tutto così caldo, e gli uccellini cantavano, e lui l’abbracciava, e…

Rose si sveglia appena sente qualcuno bussare sul legno scuro della porta della sua camera. All’inizio s’alza, disorientata, tentando di capire che cosa sia successo. Poi sente le urla – come se fosse pieno pomeriggio, ma in effetti sulla TARDIS potrebbe essere qualsiasi ora – e ricorda l’accaduto.
«Rose? Rosie-Rosie-Roooose?».
E tutto ciò è seccante. Decisamente seccante.
Rose tenta di trattenere tutti quegli insulti che le stanno sorgendo spontanei nella gola. Stupido approfittatore. Un insensibile, ecco cosa sei. Un bellissimo, perfetto, brillante e insensibile alieno. Ecco.
È così seccata che lancia un libro contro la porta di legno, desolata da come la copertina si spiaccichi facilmente senza fare il fracasso che avrebbe voluto. Grugnisce. Non è nemmeno troppo certa di essere lucida abbastanza da capire tutto quello che sta succedendo, ma un incubo non può essere così scomodo. Non può e basta.
Allora Dottore smette di chiamarla e di bussare per un paio di minuti e lei lo ringrazia mentalmente, sentendo pian piano tornare la lucidità che, a sua volta, fa scivolare via la rabbia irrazionale che l’aveva colta. Chiude gli occhi, poggiando il capo al cuscino…
«Su, Rose, è ora di svegliarsi! È tardi… ROOOSE!».
E lei non può far altro che gemere e lanciare un’occhiata furtiva all’orologio della sua radiosveglia, quasi timorosa di cosa vedrà. E invece ci rimane ancora peggio: apparentemente, per il suo orologio umano sono le due del mattino.
Rettifica: sei  definitivamente anche uno stronzo. Ancora bellissimo, sì, ancora geniale, sì, ma sei uno stronzo.
Partendo dal presupposto che probabilmente lui non abbia idea di lasciarla stare per le prossime cinque o sei ore – o cinque o sei giorni, ma Rose non ci scommetterebbe fin troppo, dato che ormai si rende conto di essere già sull’orlo del cedimento alla sua vittoria – tira via le coperte dal suo letto e le porta vicino alla porta insieme a della cioccolata risalente a qualche mese prima, quando nella sua influenza era stata troppo stanca per andare in cucina a sgranocchiare qualcosa. Il cuscino è sul pavimento proprio a fianco della porta, ha le coperte e il cioccolato: vi ci siede, appoggiando stancamente la testa al legno freddo, e da un morso alla barra. Forse non dovrebbe mangiarlo. Anzi,  non dovrebbe definitivamente mangiarlo, dato che è vecchio di chissà quanto, poco salutare e tutto il resto. Una volta era anche in una dieta… circa da ieri fino a ieri.
Rose Tyler scuote le spalle, continuando a mangiare con nonchalance.
«Dai, Rose, non essere così pigra!», borbotta il Dottore, che riesce a sentire la sua presenza accartocciata dall’altra parte della porta, semidistesa sul pavimento. Tuttavia, mentre si lamenta, si siede comunque contro la porta per sentirla più vicina possibile. «Ricordi? TARDIS! Niente tempo! Hai dormito abbastanza, è ora di alzaaaarsi!».
Rose tira un pugno alla porta e lui ride quando sente il suo gemito di dolore pochi secondi dopo. «Divertente», la sente mormorare a sé stessa, e soffoca un’altra risatina, fino a quando la TARDIS – non senza guadagnare gran parte della stima e del rispetto di Rose, ovviamente – non gli da una piccola scossa elettrica e dimostra fermamente la sua posizione.
La vittoria è dolce.

Il Dottore va comunque avanti a parlare per un po’, e Rose si accorge che la sua voce la sta cullando come una ninna nanna. Ed è strano, ma le manca. Anzi, in realtà non è strano per niente, dato che ormai è da quando sono andati a New New York che si è accorta di essersi innamorata di lui. Forse ciò dovrebbe spaventarla, forse dovrebbe fare finta che non sia successo niente. Ma, anche se non era proprio cosciente del suo corpo in quei momenti, continua a ricevere piccoli flash di quando Cassandra era entrata dentro di lei… e diamine, se quel bacio era stato bello. E lui, lui era così… così perfetto…
E non può semplicemente ignorare tutto ciò. Non può e basta, perché è ormai ovvio che è semplicemente andata alla deriva per quel mondo tutto rosa e fiori che sono le cotte per persone come il Dottore. Anzi, no, sta sbagliando di nuovo. Due motivazioni: la prima è perché il Dottore è una persona unica e perché non saprebbe proprio cosa aspettarsi, da una relazione con lui. La seconda è quella che mette fine ai suoi sogni ad occhi aperti: il Dottore non la ama e non lo farà mai. Sta divagando, e ciò non le fa bene.
Rose torna ad ascoltare le parole del suo amico, cogliendo la parola “banane” ricorrere più del dovuto – e ciò inizia a preoccuparla, dato che è spesso preceduta da cose come “alieno ricoperto di”. Per un attimo inizia a chiedersi come sia arrivato fino a lì, dato che in effetti sta definitivamente parlando da solo, ma poi passa a meditare sulla sua situazione mentale: è ubriaco o sonnambulo? Questo potrebbe tenerla impegnata per un bel po’.
Quello che però non sa, mentre i suoi pensieri scivolano di nuovo inevitabilmente verso di lui, è che anche al Dottore lei manca. Ha bisogno di lei più di un'altra cosa: vorrebbe dire qualcosa come “più del cibo” o “più del sonno”; ma non le renderebbe abbastanza giustizia, considerando che, essendo un Signore del Tempo, può sopravvivere ben più a lungo senza di essi di quanto un normale essere umano potrebbe fare. Si limita a far notare a sé stesso quanto lei gli manchi, e non può fare a meno di ammettere che, più che per vincere la scommessa, sta pregando Rose di uscire proprio perché lei gli manca. Lo realizza: in effetti, combattere per lei è sempre stato più motivante di quanto lo fosse l’orgoglio o la vittoria o la sopravvivenza o la salvaguardia di qualsiasi altra specie vivente. Lei è meglio di tutto questo. Lei è meglio di qualsiasi cosa.
E poi, piano piano, sente che il suo respiro si sta facendo più pesante. Il suo super-udito è decisamente utile in queste occasioni. Rose, dall’altra parte della porta, si è lasciata scivolare nella stanchezza, cullata dalla voce morbida del Dottore. La sua guancia colorita giace contro il legno fresco, così vicina da quella del Dottore, eppure così lontana… il Dottore sorride. Forse qualcun altro l’avrebbe svegliata, sperando di irritarla abbastanza da spingerla ad uscire fuori dalla stanza – ci sono buone probabilità che l’avrebbe fatto con torcia e forcone, ma questa era un’eventualità che preferisce non considerare -, ma lui è così intenerito che decide di non fare nulla e di lasciarla dormire. Vorrebbe poter aprire la porta per metterla sotto le coperte, al caldo, per poi magari ripensarci e stringerla a sé per tutta la notte. Il suo cacciavite  sonico freme, nella tasca della sua giacca, pronto per essere usato… ma lui non fa nulla. Accarezza il legno della porta e basta. «Buonanotte, Rose Tyler», si limita a sussurrare, prima di addormentarsi insieme a lei nella speranza di poterla abbracciare il più presto possibile.

Diario di Reclusione – Giorno Primo – Rettifica
Scherzavo. È perfetto.

NdA
Eccomi quiii! Sono viva, non mi ha uccisa nessun Dalek, né tantomeno sono morta riguardandomi Doomsday – okay, in realtà sì, però sssh, non ditelo a nessuno.
Mi sento una persona orribile. Ho fatto passare un sacco di tempo dall’ultimo capitolo e mi sento in colpa, davvero in colpa, dato che voi siete stati gentilissimi con tutte le vostre recensioni e io vi ho ripagati con un silenzio tombale durato settimane. Scusatescusatescusatescusate, mi farò perdonare. Çwç
Quiiindi. Ecco qui. Non so cosa dire, se non un grande “grazie!” per le recensioni.
La fine del capitolo, quando i due pucci sono vicinissimi ma in realtà separati dalla porta, ovviamente è un riferimento a Doomsday – tanto per cambiare, la WaryJMS è poco fissata D: -, l’amabilissimo e dannatissimo episodio.
Grazie ancora di tutto e scusate il ritardo e la probabile schifaggine del capitolo. Mi impegnerò di più prossimamente, giuro. cc:
Intanto vediamo se indovinate il tema del prossimo capitolo. Ne abbiamo un accenno in questo, tentate di capirlo!
Vostra,
WJ

   
 
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