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Autore: Rubysage    09/07/2003    1 recensioni
Guardati le spalle, Legolas! Tuo fratello ti odia e cercherà di distruggerti anche a costo di risvegliare il Male che dorme! Vecchi e nuovi amici si schiereranno al tuo fianco e ti accompagneranno in quest'ultima, terribile avventura...azione, dramma, colpi di scena e il giusto pizzico di sentimento per una storia FINALMENTE CONCLUSA dopo 17 anni!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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10. Un aiuto inatteso

 

 

 

 

Trascorsero i giorni, e cattive notizie giungevano spesso a Minas Tirith, portate dai viaggiatori e dagli esploratori mandati in ricognizione da Aragorn.

Gli Elfi del Bosco Atro tentavano frequenti sortite oltre il confine, e alcuni erano così temerari da essersi spinti addirittura fino ai limiti delle terre di Gondor. Non era semplice ricacciarli indietro ; essi avevano una conoscenza del territorio molto più vasta di quanto potesse averla il migliore dei Cacciatori del Re e si muovevano con estrema semplicità perfino nelle foreste più inestricabili.

- La situazione è esasperante, Sire. - disse il Capitano dei Cacciatori - Si muovono ad una velocità troppo elevata ; appaiono all’improvviso e scompaiono prima che possiamo intervenire...in piccoli gruppi attaccano interi villaggi durante la notte, travolgendo chiunque si trovi sul loro passaggio. Pensiamo che le loro azioni abbiano uno scopo puramente intimidatorio ; bruciano piccoli campi, trafiggono con le loro frecce le insegne delle botteghe, tagliano i rami degli alberi...non fanno grossi danni, ma la gente ha comunque paura. -

- E’ come se volessero dimostrare che, se sono in grado di seminare il terrore da soli, potrebbero fare molto peggio radunati in un esercito... - disse Aragorn, cupo.

Il Capitano annuì, e, turbato, guardò Legolas, che durante tutto questo discorso, era rimasto accanto alla finestra, lo sguardo fisso in lontananza. Anche Aragorn volse gli occhi verso di lui ; sapeva che l’elfo aveva ascoltato ogni frase e che, molto probabilmente, il fuoco del rancore lo stava divorando. Le sue parole non tardarono a venire.

- Sta trasformando la mia gente in un’orda di assassini - disse, senza voltarsi - e quello che mi fa infuriare di più è che non capisco come ci sia riuscito. Gli Elfi sono i custodi delle meraviglie della Terra di Mezzo, non un popolo di distruttori. Amano la vita, non la morte... -

Con un gesto della mano, Aragorn congedò il Capitano dei Cacciatori, che uscì dalla sala dopo essersi chinato al cospetto del suo Re. Poi si alzò dal trono e, con passo deciso, diresse verso uno dei suoi consiglieri, che avevano seguito la discussione accanto alla porta.

- Convoca immediatamente i miei Generali - disse - e anche i Rappresentanti che non sono ancora partiti per le loro terre. Di’ loro che si preparino per un Consiglio straordinario...è estremamente urgente. -

Il Consigliere fece un profondo inchino e uscì.

- Mi dispiace per tutto quello che stai subendo, Legolas - disse Aragorn avvicinandosi all’elfo - So che temi per il destino del tuo popolo, ma Eredhil va fermato prima che sia troppo tardi... -

Legolas si voltò lentamente verso l’amico, e nei suoi occhi tristi e spenti vi era solo rassegnazione.

- E come pensi di farlo, Aragorn ? - disse.

Aragorn tacque, turbato. Sapeva che Legolas non aveva tutti i torti, dato che Eredhil aveva dalla sua parte un potere oscuro e terribile di cui lui stesso ignorava la natura...

- Troveremo il modo, vedrai. - rispose, posandogli una mano sulla spalla. Ma quelle parole furono di scarso sostegno per Legolas.

 

 

 

- Mi sembra che sia tutto anche troppo chiaro. - disse Gimli dopo che Aragorn ebbe spiegato la situazione ai Rappresentanti rimasti e ai maggiori condottieri del suo esercito - Arriviamo subito al punto ; quel pazzo dispone di un potere troppo grande anche per lui, e inoltre ha l’appoggio di Garn di Esgaroth. Può muoversi come e quando vuole nel suo territorio e fuori da esso, e l’abbiamo visto tutti. Non sarà per niente facile bloccarlo. -

Un brusio si levò dai partecipanti al Consiglio, mentre Legolas lanciava ad Aragorn uno sguardo carico di timore.

- Di cosa avete paura ? - intervenne Sam - Eredhil è solo, mentre noi siamo tanti. Uniamo le nostre forze e lo sconfiggeremo ! -

- Non credo sia così semplice, Messer Samvise - disse Faramir - Eredhil ha nelle sue mani un oscuro potere di cui non sappiamo nulla ; qualsiasi nostro tentativo potrebbe avere esiti estremamente tragici... -

- Le tue parole sono sagge ed accorte, mio Sovrintendente. - disse Aragorn - E’ vero che i nostri eserciti riuniti potrebbero facilmente aver ragione di quello degli Elfi del Bosco Atro...ma a quale prezzo ? Rischieremmo di mettere inutilmente in pericolo le vite dei nostri soldati...oltre a quelle del popolo di Legolas. -

- E credi che questo sia un problema per noi ? - esclamò il rappresentante dei Dùnedain, alzandosi di scatto dal suo sedile - Credi forse che gli Elfi pensino alle conseguenze di ciò che stanno facendo ? A nessuno di loro è mai interessato nulla di ciò che si trova al di fuori dei loro confini, sono un popolo chiuso ed egoista ! Dove sono, adesso che abbiamo bisogno di loro ? Se ne stanno al di là del mare, incuranti di quello che i loro congiunti stanno tramando contro al terra per cui un tempo anche loro avevano combattuto ! -

- Modera le tue parole, perché in esse non si trova una briciola di verità e si smentiscono da sole! - esclamò Legolas con voce dura - Se non fosse stato per gli Elfi e per il loro contributo, avreste tutti invano combattuto per una terra malata che non sareste mai riusciti a difendere da Sauron ! Ringrazia la mia stirpe per l’erba su cui cammini, Dùnadan, e non condannare un popolo intero per gli errori di uno solo dei suoi figli ! -

Il Ramingo si sedette pesantemente. - Ci penserà Dol Amroth a zittirti, Elfo... - sibilò con rabbia.

- Non credo che Dol Amroth prenderà alcun provvedimento, ora che la situazione è così grave e l’Alleanza ha bisogno dell’accordo tra tutti i suoi componenti. - disse Aragorn - Confido nella saggezza di Imrahil, sebbene sia assente, e di tutti coloro che approvano la sua iniziativa. Vedo comunque che non è stato affatto colto il significato delle parole di Faramir e delle mie. -

Il Re di Gondor si alzò dal suo sedile e si mise a camminare lentamente intorno al tavolo, le mani dietro la schiena.

- Il pericolo a cui ci riferivamo non si può sconfiggere con un esercito...abbiamo visto tutti che Eredhil ha la corona di Morgoth, e certamente sta usufruendo del suo potere. Ma qual è questo potere ? Cosa è in grado di fare ? -

Tutti i presenti tacquero, turbati, finchè una voce roca ruppe il silenzio che regnava nella sala con uno strano canto...

 

“Chi mai mi porterà

una freccia spezzata ?

Chi mai mi porterà

una bottiglia di pioggia ?”

 

- Cosa... ? - disse il rappresentante dei Dùnedain, alzandosi di scatto e afferrando la spada.

Uno strano vecchio fece lentamente il suo ingresso nella sala. La logora veste marrone arrivava fino a terra, mentre una lunga barba grigia gli copriva le guance rugose ; in mano teneva un bastone nodoso la cui sommità era avvolta a spirale attorno ad un brillante globo di vetro color del cielo.

- Uhm...credo di essere arrivato al momento giusto. -

Tutti i presenti erano sbalorditi da quella strana apparizione ; Legolas e Aragorn, increduli, non riuscivano a distogliere lo sguardo dal vecchio.

Possibile che...

- Gandalf ! ! - esclamò Sam - E’ Gandalf, Gramp...Aragorn ! -

- Gramparagorn ? Un nome piuttosto insolito per il Signore di Gondor... - disse il vecchio con aria svanita.

- Ora basta ! Dicci immediatamente chi sei e come hai fatto ad entrare qui, altrimenti... -  disse il Rappresentante dei Dùnedain brandendo minacciosamente la sua arma.

- Posa quella spada, amico mio ; sono venuto ad aiutarvi a risolvere i vostri problemi, quindi vi consiglio di non crearne a me, come hanno tentato di fare le guardie che ora stanno placidamente dormendo là fuori. -

Il vecchio alzò lentamente una mano, e, all’improvviso, uno schianto fece sobbalzare tutti i presenti.

- Per Ilùvatar... - disse Legolas, vedendo che il vetro di una delle finestre era ridotto in mille pezzi, e che ora, su una spalla del vecchio stava tranquillamente appollaiato un piccolo tordo, intento a ripulirsi le ali, come se nulla fosse accaduto - Tu sei... -

Nessun altro fiatò.

- Mi dispiace, mio giovane Hobbit - disse il vecchio rivolgendosi a Sam - Non sono Gandalf, anche se un tempo l’ho conosciuto e apparteniamo alla stessa stirpe. Lui ora è lontano, e non può fare nulla per voi. Ma io, forse, posso ancora esservi di qualche aiuto. -

Il vecchio si avvicinò lentamente ad Aragorn, che lo guardò senza capire, e fece scorrere lo sguardo su tutti i partecipanti al Consiglio.

- Il mio nome è Radagast il Bruno, e sono il terzo degli Istari, i saggi Maghi mandati dai Valar a sorvegliare le terre ad Est. E ora lasciate che vi spieghi qualcosa di cui, forse, non siete a conoscenza... -

Quando fu certo che l’attenzione dei presenti fosse interamente rivolta a lui, Radagast continuò a parlare.

- Di certo sapete chi era Morgoth, il più crudele dei Valar, e conoscete le sue nefaste imprese. Tra esse ricorderete senz’altro il furto dei Silmaril, le preziosissime pietre che racchiudono in sé la luce degli alberi dei Valar. Egli rubò le tre gemme e le incastonò in una corona di ferro, dalla quale non si separò mai, fino a quando, alla sua caduta, gli fu tolta dal capo e i Silmaril recuperati. Secondo la leggenda, poi, le gemme andarono perdute, e non si seppe più nulla né di loro né di Morgoth...ma le cose, in realtà, non andarono esattamente così. -

Il vecchio abbassò lo sguardo e respirò profondamente, quasi temendo ciò che doveva dire.

- Morgoth non era solo...si avvaleva di due terribili demoni, due “propaggini” del suo essere malvagio, troppo potenti per essere imprigionati da semplici catene ; Armagh, la Lingua, che appare in forma di nube color del fuoco, e che possiede il dono della persuasione, e suo fratello Fermanagh, il Braccio, un essere grigio come metallo brunito, che invece possiede il dono della distruzione. Questi esseri mostruosi erano parti di lui, come i rami sono parti di un albero. Ma Morgoth, l’albero, era marcio, e la sua linfa velenosa...e i suoi figli non potevano essere da meno. Grazie a loro riuscì a portare dalla sua parte numerosi alleati, e gli oppositori a poco a poco caddero sotto il potere dei Tre che formavano il Tutto...

Ma i suoi crudeli piani erano desinati a fallire, e così fu...Morgoth venne sconfitto e imprigionato, ma bisognava trovare il modo per imprigionare anche gli altri due. Così, per mezzo dei Silmaril, su di loro vennero gettati potenti incantesimi, i Sigilli. Tre erano i Silmaril, e tre furono i Sigilli, come tre erano le creature che dovevano custodire...e per lungo tempo i tre demoni non furono in grado di nuocere. -

- Un momento ! - esclamò Aragorn - Ci stai forse dicendo che ora...i Sigilli hanno ceduto ? -

- Lasciami finire, Signore di Gondor. - lo apostrofò Radagast. Poi continuò il suo racconto.

- L’unico modo per spezzare quell’incantesimo era riunire i tre Silmaril e incastonarli di nuovo nella corona di ferro. Per questo motivo le gemme vennero nascoste e fu sparsa la voce che esse fossero andate perdute. -

- E la corona ? - disse Gimli - Perché non venne anch’essa distrutta ? -

- Perché chi avrebbe dovuto farlo, non lo fece, come avvenne per l’Unico Anello. Forse per cupidigia, per sete di quel potere che derivava dai tre demoni...fatto sta che la corona sopravvisse insieme ai Silmaril, nascosta chissà dove...fino a quando Sauron la trovò e la portò a Dol Guldur. -

Legolas spalancò gli occhi. - Vuoi dire che la corona è rimasta nel Bosco Atro per tutto questo tempo ? ! -

- Sì, Legolas. Voi l’avete custodita senza saperlo. E nemmeno noi Istari lo sapevamo, quando fummo mandati ad Est dalle terre al di là del mare. Il nostro compito consisteva nel proteggere la Terra di Mezzo e sorvegliare l’Oscuro Signore ; i Valar temevano infatti che avrebbe tentato ciò che, alla fine, fece. -

- Parli dell’Unico Anello - intervenne nuovamente Aragorn - Cos’ha a che fare Sauron con i tre Sigilli ? -

- Molto più di quanto tu possa immaginare. - rispose Radagast - L’Unico Anello era solo uno dei mezzi con cui Sauron cercò di prendere il sopravvento sulla Terra di Mezzo, ma gli servì anche ad altro...con il potere dell’Anello e la corona, Sauron cerò di indebolire i Sigilli, e in parte vi riuscì. Ma non trovò mai i Silmaril, quindi non potè completare il lavoro. Sauron, poi, finì come tutti sappiamo...ma ora qualcun altro sta proseguendo la sua opera. Eredhil del Bosco Atro ha trovato la corona ferrea e uno dei Silmaril, ed è riuscito a liberare il primo dei Tre. Da quanto ho potuto capire, dovrebbe trattarsi di Armagh, almeno così si spiegherebbe la defezione di Garn di Esgaroth... -

Legolas era sconvolto. Come avrebbero potuto sconfiggere Eredhil, ora che possedeva quel potentissimo e crudele alleato ?

- Radagast - disse - Cosa succederebbe se Eredhil trovasse gli altri due Silmaril... ? -

Lo stregone lo fissò negli occhi e scosse la testa.

- Non deve trovarli, Legolas. - disse - Se Eredhil riuscisse a spezzare tutti e tre i Sigilli, sarebbe la fine per tutti...e anche per lui, sebbene non possa saperlo. Morgoth, Armagh e Fermanagh non accettano il dominio di nessuno. Voi - Alzò il bastone e lo fece girare, indicando tutti i presenti. - dovete arrivare prima di lui. -

Gimli si batté le mani sulle cosce e si alzò in piedi. - Parli come se fosse la più semplice delle soluzioni ! - esclamò - Secondo te dovremmo trovare delle pietre nascoste chissà dove e distruggerle per... - 

- Io non ho mai parlato di distruggerle, figlio di Gloin - lo interruppe Radagast - anche perché i Silmaril non possono essere distrutti. Anche se Eredhil dovesse trovarne un’altra, una sola delle gemme sarà sufficiente a ripristinare tutti e tre i Sigilli e a cacciare nell’ombra i tre demoni. Ma se Eredhil spezzasse anche il secondo sigillo, le probabilità di riuscita di quest’impresa diminuirebbero notevolmente... -

- Resto della mia opinione. - continuò Gimli - Quest’impresa è una follia. Non sappiamo dove sono i Silmaril, né come fare a ripristinare i sigilli. E oltretutto non mi è nemmeno chiaro il tuo ruolo in questa storia, vecchio. Come fai a sapere tutte queste cose ? -

Radagast sorrise e si portò una mano verso la spalla, lasciando che il tordo salisse su di essa.

- Chiedilo al vero Re del Bosco Atro, Gimli. - disse - Lui conosce la risposta. -

Tutti i Rappresentanti si voltarono verso Legolas, che, stupefatto, vide lo stregone tendere il braccio verso di lui e lasciare che il tordo volasse sulla sua spalla.

- Io... - disse, con voce incerta - Io so chi sei, Radagast...sei da sempre il custode delle creature che vivono sopra la terra...e di quelle che affondando le loro radici nella terra stessa... -

- I Kelvar e gli Olvar. - disse Radagast annuendo - Dici bene, Signore del Reame Boscoso. Dalla mia dimora di Rhosgobel, nelle vallate dell’Anduin, proteggo ogni creatura, animale o pianta che sia, con l’aiuto dei saggi Elfi, coloro che più hanno a cuore tutte le forme di vita. Ma non ho saputo svolgere degnamente il mio compito...perché non sono stato capace di impedire, Legolas, che il tuo malvagio fratello si impadronisse del primo Silmaril e della corona, pur sapendo quali potevano essere le conseguenze di quel gesto. Sono involontariamente venuto meno al mio compito, e ora devo riparare in qualche modo, dando il mio contributo a questa causa che ci riguarda tutti. -

- Una causa persa in partenza, sembrerebbe. - disse Faramir - Eredhil non impiegherà molto a scoprire i nostri piani...anche se per ora non ne abbiamo. -

- Forse no, Sovrintendente, forse no...io so dove trovare delle risposte, ma da solo non posso farlo. Ho bisogno di uno di voi, colui che riesce a muoversi più velocemente e con maggior destrezza tra i boschi...il tempo che abbiamo è estremamente limitato. -

Legolas si alzò. - Verrò io. - disse - Questa situazione è frutto anche delle mie mancanze. Ma dove pensi di trovare le risposte che cerchi, Radagast ? -

Lo stregone sorrise. - Lothlorien. - disse - Interrogheremo lo Specchio di Galadriel. -

- Cosa ? ! - esclamò Sam - E come pensi di fare ? Lo specchio di Galadriel può essere usato solo da Galadriel ! -

- E’ quello che pensi tu, mio buon Samvise. Sono o non sono uno degli Istari ? Avrò pure qualche potere... - disse Radagast ammiccando - Ma avremo bisogno anche del contributo di Gondor e degli altri Popoli Liberi... -

Aragorn annuì. - Capisco cosa vuoi fare, e ho un’idea. Con il mio esercito mi sposterò a nord, verso Dol Guldur, e ci fermeremo a breve distanza dal confine, in modo tale da distrarre l’attenzione di Eredhil mentre tu e Legolas vi recherete a Lothlorien. Nel frattempo gli altri eserciti, se lo vorranno, si porteranno anch’essi verso i confini meridionali del Bosco Atro. Temo che gli scontri saranno inevitabili, ma forse, in questo modo, riusciremo almeno ad arginare le sortite da parte degli Elfi e a controllare i loro movimenti. -

Gimli sembrava titubante. - Quali garanzie abbiamo ? -

- Il fatto che nemmeno Eredhil sa da che parte cominciare la ricerca. E’ poco, ma sarà abbastanza se riusciremo a batterlo sul tempo. - disse Radagast.

Legolas aprì le labbra in un piccolo sorriso. - Forse abbiamo davvero qualche speranza... -

- Certo ! - esclamò il nano alzandosi e avvicinandosi a Legolas - Non ricordi le parole di Galadriel ? “La speranza rimane finchè la compagnia sarà fedele”...e stavolta sarai tu ad avere la mia ascia, amico. -

L’elfo lo guardò senza capire.

- Vengo a Lothlorien con voi. -

 

 

  
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