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Autore: dece09    25/01/2013    0 recensioni
Il fratellone adesso non c'era, ma era certo che se l'avesse visto sarebbe stato orgoglioso di lui e di come era cambiato. [..]
Ma quella era l'ultima notte, l'ultima occasione che aveva per riparare ai danni di una vita.

Regulus Arcturus Black, l'ultima notte.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kreacher, Regulus Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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REDEMPTION, chapter two.


L'aria fredda pungeva sulla pelle chiara di Regulus, facendolo rabbrividire.

Teneva ancora l'elfo per mano, stringendolo più forte che le sue mani ghiacciate riuscirono a fare, mentre però teneva lo sguardo ben puntato su ciò che si stagliava sotto di loro.
Si trovavano su uno scoglio, parecchio più in alto del livello del mare; le onde si infrangevano proprio ai loro piedi, però non era quella la loro meta.
« E' lì dentro? » chiese all'elfo, ma notando i suoi occhioni lucidi e pieni di terrore si affrettò ad aggiungere: « Tranquillo, non ti accadrà nulla. »
« Sì, padrone. » si limitò a rispondere quello.
Il ragazzo notò un rientro nelle rocce, che gli permetteva di avvicinarsi ancora di più alla caverna. Trascinò l'elfo spaurito con sé e si avviò verso l'entrata, attento a dove metteva i piedi; più volte rischiò di scivolare, ma per fortuna la parete rocciosa gli permetteva di reggersi.
Dopo aver percorso pochi metri, si rese conto che non c'era altra scelta se non tuffarsi.
Di certo non era tra le idee più allettanti, anzi, il suo stomaco si restrinse e il cuore iniziò a martellare, ma cos'altro poteva fare?
« Al mio tre.» disse, indicando la distesa d'acqua scura. « Uno..due.. TRE! »
Ed entrambi si buttarono. Kreacher era decisamente più in forma del proprio padrone, ma lo aspettò e non andò avanti finché non fu spalla a spalla con lui.
« Fammi strada. » disse Regulus, che non era mai stato un grande nuotatore.
L'acqua gelata entrava nelle loro vene, intorpidendole e facendoli tremare convulsamente. Nuotarono finché non raggiunsero una gradinata (o perlomeno, finché Kreacher non ci sbatté contro), e la salirono, ancora scossi e rabbrividiti, trovandosi di fronte ad un'ampia parete rocciosa, scura e sporca di alghe.
Erano nella caverna.
« Adesso che si fa, Kreacher? » chiese Regulus, temendo di sapere già la risposta.
Era ovvio che il Signore Oscuro aveva messo della magia in quel posto e, per quanto riusciva a capire, molta, molta magia.
« Un pedaggio, padrone. » disse l'elfo tremante. « Sangue. »
Proprio quello che si aspettava. Kreacher tirò fuori dal nulla un pugnale e fece per avvicinare la lama alla propria mano, ma il giovane fece un gesto inaspettato. Sfilò il pugnale dalla presa dell'elfo e invece lo passò sul proprio avambraccio, facendo uscire qualche goccia di sangue. Inarcò la bocca per il dolore, ma fece finta di nulla e si passò due dita sulla ferita, per poi posarle delicatamente sulla parete.
Con quel tocco essa scomparve, lasciando libero l'ingresso.
L'odore delle alghe ormai si faceva sempre più lieve, ma in compenso un forte tanfo entrò nelle narici dei due.
Regulus si sentì mancare al solo pensiero di cosa stessero annusando, perché Krecher gli aveva detto cosa c'era nel grande lago nero che si stagliava dinnanzi a loro.
Centinaia, forse migliaia di inferi pronti ad ucciderli al primo errore.
« Dov'è l'Horcrux? » chiese Regulus con un fil di voce.
« Lì, padrone, al centro. » l'elfo si portò le mani alla bocca e iniziò a mozzicarsele dalla paura. Era letteralmente terrorizzato.
« Dai, Kreacher. » rispose il ragazzo, accarezzandogli la fronte rugosa. « Tra un po' sarà tutto finito. »
Si sforzò di sorridere, ma tutto ciò che provava era distante anni luce da un sorriso, o meglio, da qualsiasi cosa che non fossero lacrime, dolore e paura. Già immaginava sé stesso nel fondo di quel lago, era così sarebbe andata a finire.
La madre avrebbe pianto, tanto. E il fratello? Il fratello si sarebbe fatto qualche risata, forse, non potendo sapere cosa stava realmente accadendo; probabilmente avrebbe pensato che sarebbe morto come un codardo, pentito e fuggito dal proprio destino, come aveva fatto in tutti questi anni.
Un gesto dell'elfo risvegliò Regulus dai suoi pensieri e una barca tirata da una grossa catena verde apparve sulle rive del lago.
Con un salto vi salirono ed essa iniziò a muoversi da sola verso l'Horcrux.
Il viaggio sembrò durare un'eternità, nonostante l'isolotto sul quale erano diretti era visibile persino dalla riva.
Regulus non guardò sotto, e nemmeno aveva intenzione di farlo. Tenne lo sguardo fissò verso la nebbiolina verde di fronte a loro senza battere ciglio.
Quando finalmente arrivarono, Kreacher fu il primo a scendere e aiutò il suo padrone a fare altrettanto, issandolo quanto poté.
Di fronte a loro si ergeva un grande bacile di pietra e Kreacher alla sua vista arretrò, facendo capire a Regulus che era quello il punto giusto. Egli si avvicinò cauto e notò che all'interno vi era una pozione verdastra, di sicuro il nascondiglio migliore che il Signore Oscuro potesse dare alla sua anima.
« Bisogna berla, avevi ragione. » osservò, con il cuore che martellava nel petto.
Kreacher urlò di paura, scuotendo la testa e dimenandosi a terra, convinto che sarebbe stato lui a doverla bere nuovamente. Ma Kreacher non voleva, Kreacher aveva già visto troppe cose brutte per colpa di quella pozione.
«Kreacher..non..vuole..berla..» sillabò, battendo la testa sulla pietra nera dell'isolotto.
«La berrò io, dammi un bicchiere, o un calice, o quello che ti pare. » lo stomaco di Regulus si strinse e così anche quello del suo elfo, che non poté far altro che ubbidire agli ordini. Fece comparire uno dei calici della famiglia Black e glielo porse.
Quello tirò fuori dalla tasca il finto medaglione e lo diede in mano a Kreacher, mentre afferrava con l'altra mano il calice.« Ascoltami bene: adesso io berrò la pozione, tu non farai storie. Appena sarà finita prenderai il medaglione al suo interno e lo sostituirai con quello che ti ho dato ora, poi tornerai a casa senza far sapere nulla a nessuno della mia famiglia, nemmeno Bellatrix o mia madre. Capito? » l'elfo annuì, con gli occhioni gonfi di lacrime. « Lo distruggerai, in qualunque modo tu riesca. Non sarà facile, ma devi riuscirci, è importante. »
Immerse il calice nella pozione e, dopo un respiro profondo, bevve il primo sorso.
Voci, immagini e sensazioni orribili gli invasero la mente.
Bevve il secondo sorso.
Sei un buono a nulla, Reg, che sfigato.
Me ne vado, finalmente.
Addio, a te e questa maledetta famiglia.

Sentì le gambe cedere, ma resistette e bevve ancora.
Unisciti a me..saremo forti.
Sarai l'orgoglio della tua famiglia.. sei grande, Regulus.
Il tuo elfo.. ne ho bisogno..


Lanciò un urlo strozzato, prima del quarto sorso.
Cose oscure, padrone.. Cose che lei nemmeno immagina..

Immerse ancora il calice ma si accorse che era finita, finalmente. Vide l'elfo sostituire i due medaglioni e gli sorrise. Un sorriso triste, un sorriso pieno di rimorso e scelte sbagliate. Fu preso dalle convulsioni e cadde all'indietro, sentendo di non poter sopportare ancora per molto. « Mi dispiace! » urlò con quel poco di voce che gli era rimasta.
Appena sfiorò l'acqua, un braccio gli cinse il collo, trascinandolo verso il lago. Altre mani, altre braccia, altre voci sopraggiunsero, finché tutto ciò che Regulus poté sentire era il gelo dell'acqua che gli penetrava nelle viscere.
Veniva tirato in ogni direzione, da centinaia di mani diverse, mentre tentava invano di liberarsene, scalciando e tirando pugni a casaccio. Entrasse la bacchetta dai vestiti, ma non riuscì a evocare nessun incantesimo, tutto ciò che lo circondava gli impediva di concentrarsi.
Le forze lo abbandonarono piano, gli occhi si chiusero e una lacrima, una sola, limpida lacrima, si unì all'oscurità del lago.


______
Note dell'autrice.

Finalmente sono riuscita a finirla, alè. 
So che non è granché, ma spero che almeno un pochino piaccia. Se riesco a trovare qualcosa forse, e dico forse, aggiungerò uno, massimo due capitoli, di prologo. 
Grazie per aver letto, -xpadprongs.

  
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