Stop.
Ero lì, che lo fissavo incessantemente,
cercando di fare
qualcosa. Sentii la porta sbattere. Mio padre era scappato. Giuro che
lo avrei
ucciso un giorno, lo avrei fatto davvero.
Senza perdere altro tempo chiamai l’ambulanza. L’unica cosa che riuscii a dire fu la via e un “è urgente”, dopotutto era quello che serviva da sapere. Per fortuna arrivò dopo 5 minuti. Aprii subito la porta.
“Com’è
è successo?”
“Non ha importanza.
E’ grave?” chiesi.
“Non ti so dire, lo
portiamo in ospedale.”
“Vengo anche io.”
In men che non si dica ero
nell’ambulanza con due dottori e
lui, che era steso su una barella. Mi sembrava tutto così surreale. Gli avevo
fatto del male, come
avevo potuto?
Arrivati portarono Niall subito
dentro. Una signora si
avvicinò a me.
“Hey, stai tranquilla.
E’ da quando siamo partiti che non
fai altro di tremare. Tutto si sistemerà, vedrai.”
La ringraziai con un sorrisino, uno
di quelli forzati al
101%.
Entrai in ospedale e mi sedetti in una di quelle bruttissime sedie blu molto scomode. Aspettai una, due, tre ore. Era l’una. Nel frattempo gli altri mi raggiunsero. Mi chiesero come era successo ed io gli spiegai tutto nei minimi dettagli. Una dottoressa si avvicinò a noi.
“Siete gli amici di
Niall?”
“Sa il suo nome? Significa
che si è risvegliato?” disse
Harry.
“Si, si è
svegliato. Sta bene, per fortuna non era niente di
grave. Dovrà stare con noi per altri due giorni, poi
potrà tornare a casa.”
Tirammo tutti e 6 un fortissimo
respiro. La colpa che avevo
dentro di me se n’era andata un po’.
“Ora sta dormendo. Domani
mattina potrete fargli visita
dalle 8” disse la dottoressa, con un sorriso.
“Va bene, grazie mille” dicemmo in coro.
Poi ci alzammo dalle sedie che erano occupate solo da noi ed uscimmo. Andai a dormire da Perrie. Andammo direttamente in camera sua appena arrivate a casa. Ci mettemmo il pigiama e andammo sotto le coperte.
“Zoe, prima che ti
addormenti, volevo dirti una cosa.”
“Dimmi.”
“Dovresti denunciare tuo
padre. Insomma, già era da
denunciare quando ti aveva toccata, ora c’è anche
un secondo
motivo!”
“Non credo sia la scelta migliore da fare. Quando uscirebbe dalla galera la prima cosa che farebbe sarebbe uccidermi.”
Perrie si fermò un attimo, notando che avevo detto una cosa giusta.
“Non puoi vivere nella
paura Zoe, paura che lui ti possa
fare di nuovo del male!”
“Secondo te non lo
so?” dissi con voce cattiva. Non la
sentii più parlare.
“Scusami Perrie, non volevo urlarti contro, è che sono stanca e non, e non…”
Non feci in tempo a finire la frase
che mi addormentai.