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Autore: lafatablu    25/01/2013    1 recensioni
Timeline: 4 anni dopo Not Fade Away
Pairing: Angel & Buffy (ovviamente)
Summary: Né la neve, né la pioggia, né il caldo, né le tenebre della notte, possono fermare i corrieri sulla via reale. (Erodoto – V secolo a.C.) Ci sono angeli e demoni che camminano sulla terra. Alcuni di loro lavorano per l'ufficio postale. Gli Oracoli vivevano sotto l'ufficio postale. Vi ricordate? Si, centra anche questo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Francis Doyle, Angel, Buffy Anne Summers, Connor, Cordelia Chase
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A N G E L ~ Soul & Love ~'
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Parte 27

L’atmosfera, nonostante le lacrime, nonostante ansie e paure, era decisamente gioiosa. Buffy salutò gli amici e tornò da Angel.

Intanto Angel andava su e giù per la stanza, sembrava un anima in pena. Aveva pensato ad un sacco di cose, cercando di dare un senso a ciò che stava vivendo. Tutti i suoi amici erano vivi, almeno così pareva. Nonostante la gioia che provava, non riusciva però a capire, non era ancora convinto che fosse reale. Con gli occhi della mente, aveva ripercorso a ritroso gli ultimi mesi della sua vita. Da quando era stato ferito dal demone Selmunth, la sua esistenza era cambiata radicalmente e ogni passo che aveva scelto di fare, lo aveva portato esattamente al punto in cui si trovava adesso. Il pensiero andava costantemente a suo figlio. Aveva provato a chiamarlo innumerevoli volte, ma il numero del suo cellulare risultava inesistente. Il suo, quello di Tommy, quello di Oz e anche quello di Giles a Londra. Aveva chiamato persino Faith e Willow, ma nessuno aveva risposto. Ora l’ansia era davvero tanta. Neppure la segreteria del campus era riuscita a dirgli qualcosa che avesse senso.

“È sicuro?” avevano chiesto “Non abbiamo nessun studente che risponda alla sua descrizione. Nessun Connor Reilly nei nostri elenchi. Magari è uno studente fuori corso. Per i fuori corso deve chiamare questo numero” Angel si era spazientito “Mio figlio non è fuori corso. È uno dei vostri migliori studenti. È uno specializzando al primo anno di psichiatria.. senta, lasci perdere.. me lo cerco da me..”

Che fine ha fatto Connor? chiese a sé stesso. Ricordò ciò che gli disse la sera prima e si chiese perché lo ricordava solo adesso. Noi stiamo svanendo, papà. Questo mondo si sta dissolvendo.

Ad ogni modo, era quasi contento di essere rimasto un po’ solo con sé stesso, aveva bisogno di far chiarezza dentro sé, ma adesso dubbi e paure stavano avendo la meglio su lui. Decise di scendere a cercare Buffy, ma poi pensò che avrebbe incontrato anche gli altri e ora non voleva vedere nessuno. Non era ancora pronto. Così camminava nervosamente su e giù per la stanza, aspettando che Buffy tornasse.

Fu così che lei lo trovò. Spaventato e confuso, e ancora una volta, non poté non ricordare il suo ritorno dall’inferno. Anche allora c’erano voluti parecchi mesi, prima che lui si riprendesse completamente.

Ma quando la porta si aprì e la vide entrare, sul viso di Angel tornò il sorriso.

“Buffy.. ero preoccupato..”

“Sono stata via solo..” guardò l’orologio, era stata via mezz’ora o giù di lì “..solo pochi minuti, ma per te deve essere stata..”

“..un eternità? volevi dire quello? si.. è così..” Le sorrise.

“..si, volevo dire proprio così..” Gli sorrise.

E ancora una volta, nessuno dei due riuscì a staccare lo sguardo dall’altro. Erano irrimediabilmente attratti l’un l’altro, e parevano esserne completamenti consapevoli.

Poi Angel rise, e deliberatamente spezzò l’incanto “..nel frattempo, ho dato una ripulita..”

Vedeva che lei era stanca. Sicuramente aveva dovuto rispondere ad una marea di domande. Decise di lasciare a dopo quelle che lui aveva in serbo per lei, e soprattutto non parlò di Connor. Non voleva allarmarla inutilmente, o forse non era neanche questo il motivo, ma sta di fatto che preferì non dire nulla. Si avvinò e l’aiutò a liberarsi delle cose che teneva in mano, poggiandole poi sul tavolo.

La guardò ancora e ancora sorrise.

“..ne ho approfittato per dare una pulitina, c’erano pezzi di vetro ovunque ..e latte ..e cereali. Quest’albergo ha davvero un pessimo servizio in camera.. presenterò un reclamo alla direzione..”

“Oh, è facile..” disse lei ridendo “..puoi inoltrare le tue lamentele al Signor Angel”

“Signor Angel? Chi è costui?” Voleva che lei fosse serena. Per Angel, vederla ridere era un balsamo per l’anima.

“Angel O’Connor” Rispose lei “Signore e padrone di questo castello.. nonché il nostro capo indiscusso, e titolare della ormai leggendaria Angel Investigation.”

Lui tentò un sorriso, ma lei non poté non vedere lo sgomento che guizzava nei suoi occhi scuri. Angel si chiese cosa significasse ‘quel Angel O’Connor’ ma per ora preferì tacere. Invece chiese “Quello è cibo? Perché sono davvero affamato” Poi notò i biscotti e il gelato. “Dio.. adoro questo cibo..” Buffy sapeva che lui tentava di mascherare la sua preoccupazione, ma lo assecondò, pensando che fosse più saggio essere cauti. Era appena riemerso da un coma mistico e doveva dargli il tempo necessario per riprendersi dallo shock. Avevano bisogno di ritrovarsi, ed entrambi aveva bisogno l’uno dell’altro. Non c’era alcuna fretta. Erano appena le nove del mattino, Connor usciva da scuola alle dodici e trenta. Prima che lui fosse a casa, avevano tutto il tempo di parlare e chiarire.

Buffy pensò al suo piccolo, pensò alla sua domanda di stamattina. Pensi che papà si arrabbierà se oggi salto la scuola? Non sto facendo i capricci. Puoi dirglielo quando si sveglia? Lei pensò che anche Connor, in qualche modo, avesse percepito che oggi c’era qualcosa di strano nell’aria. Sorrise pensando al suo visetto tutto serio, quando disse, mamma, oggi non voglio andare a scuola, non so perché, non voglio andare e basta, però non sono capricci, oggi c’è anche la gita al parco e sono contento di andarci, ma io oggi non dovrei andare a scuola.

Devo dire ad Angel di Connor, devo farlo subito, ma non so da dove cominciare. Disse Buffy a sé stessa.

“Non avresti dovuto ripulire. Angel, non devi strafare, sei ancora debole e..” disse seria, ma poi rise “..e anche mangiare così in fretta non è una buona idea..”

“No” disse lui “Mi è servito invece, avevo bisogno di muovermi..” ma l’attimo dopo dovette appoggiarsi al muro per non cadere.

“La coordinazione da mortale lascia un po’ a desiderare..” disse a disagio e lasciò che lei lo aiutasse a sedersi. Però la trascinò con sé sul divano, a sedere sulle sue ginocchia. “Mi sei mancata” mormorò e il cibo fu presto dimenticato. La baciò con passione e la risposta di lei non si fece attendere. Come sempre rispose al bacio con altrettanta passione, ma non voleva ancora inoltrarsi troppo oltre. Era ancora davvero molto debole, e doveva mangiare. Allungò la mano verso il tavolo, e prese degli altri biscotti, il gelato e la frutta fresca.

“Dico sul serio, Angel. Devi mangiare qualcosa.. per oggi ti risparmio il latte, ma solo per oggi. Devi masticare piano, non c’è fretta. È importante, Angel. Se avessi dovuto ascoltare i medici, ti avrebbero nutrito con flebo e altre diavolerie. Dio, quanto odiavo vedere quel sondino. Invece hai imparato a mangiare cibi solidi ..e sei riuscito a masticare ..e deglutire. Non immagini lo stupore dei medici, per mesi mi chiedevano come avessi fatto ad insegnarti a mangiare.. beh, il fatto è che neppure io so come ho fatto.. ho solo pensato di insistere un po’..

Fra sé pensò che forse, inconsapevolmente, era stato Connor ha suggerirle l’idea. Quando suo figlio aveva iniziato a mangiare cibi solidi, e non più solo il latte, pensò che se poteva imparare un bambino, allora poteva farlo anche Angel. Sapeva bene ciò che dicevano i medici, ma lei non si scoraggiò mai, e dopo pochi mesi, era riuscita dove la scienza medica aveva fallito.

“L’hai detto spesso in tutti questi anni, non è vero?” Chiese Angel. Ricordava bene di averla sentita mentre lo imboccava e ricordava la visione di Connor. Non ci voleva poi molto, a comprendere che Buffy aveva vissuto in una realtà, di cui lui non aveva ricordo. “Questa cosa che è importante masticare.. l’hai ripetuta spesso..”

Lei annuì “Si, ogni singolo giorno.. ma qualcosa mi dice, che per te le mie parole sembrano assurde e bizzarre..”

“Sembri diversa” disse lui, accarezzandole il viso “Sembri più giovane..”

Buffy rise “Più giovane? Beh, avresti dovuto vedermi più vecchia. L’ultima volta che siamo stati insieme, avevo diciannove anni, ora ne ho venticinque”

“L’ultima volta che ci siamo visti, tu avevi.. No, hai.. tu hai ventinove anni, Buffy. È stato giusto ieri. L’ultima volta che siamo stati insieme, è stato ieri mattina. Poi sei andata via, sei partita per Londra..”

Lei scosse la testa, non era mai stata a Londra in vita sua. Pensò che consultare i medici, non era poi una così cattiva idea. Era evidente che Angel avesse dei ricordi confusi.

“..ma” continuò Angel “..immagino che per te, le mie parole possano sembrare assurde e bizzarre..”

Sorrisero entrambi. Lui aveva usato le stesse parole di Buffy, consapevole che parlavano di due diverse vite. Certo, lui aveva visto degli scorci di quella vita. Anche Connor, grazie a Doyle, era riuscito ad insinuarsi in quella realtà, ma era evidente che né lui, né suo figlio, sapessero poi molto. Entrambi aveva visto la stessa scena da punti di vista differenti, ma pur sempre solo una scena. Buffy invece parlava di anni, più precisamente di sei anni, mentre per Angel ne erano passati dieci. Lui aveva lasciato Sunnydale dieci anni fa.

Intuendo i suoi pensieri, Buffy chiese “Quale è l’ultima cosa che ricordi? Voglio dire.. prima di svegliarti. Hai qualche ricordo che precede il risveglio?”

“Si” Rispose Angel senza esitazione “Il sangue del demone Mohra. Il suo sangue si è mescolato al mio e ora sono umano..”

Buffy si aggrappò a quelle parole, era un ottimo punto da cui cominciare.

“Si. Esatto. Mohra ci ha attaccato, l’abbiamo seguito nelle fogne. Poi ci siamo separati perché abbiamo pensato che avesse raggiunto la superficie, nella luce del giorno, dove tu non potevi seguirlo, invece era ancora lì. Tu l’hai ucciso, il suo sangue si è mescolato al tuo, rendendoti umano. Sono così contenta che ricordi questo.. almeno questo. Cos’altro ricordi?”

Angel scosse la testa “Oh, tu parli di quel giorno..”

Lei era ancora accoccolata sulle sue ginocchia, lui la strinse più forte e la baciò dolcemente. Voleva prepararla gradualmente alla sua verità. Sapeva che lei aveva recuperato quel ricordo, ma ora non era più sicuro di niente. La sua Buffy, quella con cui aveva vissuto negli ultimi mesi, ricordava tutto, ma questa Buffy, più giovane di quattro anni, cosa sapeva esattamente?  “Il mio ultimo ricordo..” continuò Angel, “Risale alla scorsa notte. Tu eri appena andata via, e mentre pensavo di lasciare Los Angeles, ho aperto quel pacco. Era arrivato per posta poco prima, tu stessa hai firmato la ricevuta. Dentro al pacco c’erano delle lettere, una era tua, un'altra di Doyle, e un altra dei nostri amici, compresi i tuoi genitori. Il pacco conteneva anche una ampolla, al cui interno vi era il sangue del demone Mohra.. però..”

Si fermò a guardarla, vedeva che lei era turbata “Buffy?”

“Continua..” rispose lei con un filo di voce. Prese la mano di Angel e la strinse fra le sue. “..se te la senti, ti prego di continuare..”

Lui annuì e lei gli accarezzò ancora il viso. Tutto sommato, lui era sereno e il suo sorriso la rassicurò.

“..però, devo ammettere che non ricordo perfettamente i particolari. Gli ultimi momenti li ricordo sfumati e un po’ frammentati..” Disse Angel. “Ad esempio, non ricordo alcune cose che hai scritto nella lettera.. ricordo però che quel pacco cercava di raggiungermi da dieci anni. Poi mi sono addormentato, la vista era alquanto sfocata..” Rise, accarezzandole il viso “..pensa che ho creduto mi servissero gli occhiali.. ricordo in modo vago di aver visto la stanza svanire, ma probabilmente stavo solo scivolando nel sonno. Stamattina mi sono svegliato qui.. nella mia stanza, ma.. è diversa.. è la stessa stanza, ma allo stesso tempo, non lo è..”

Buffy abbassò gli occhi. Era a disagio, nulla di ciò che aveva detto Angel aveva senso. Lei non aveva mai scritto una lettera, né tanto meno aveva inviato il sangue del demone Mohra. Come avrebbe potuto? Dove avrebbe dovuto spedirlo? Angel, per sei anni, non si era mai mosso da dal letto. “Ho fatto alcuni cambiamenti in questa stanza, ma quello che mi stupisce e come tu possa ricordarla..” disse, poi sollevò ancora lo sguardo ai suoi occhi e il suo sorriso, ancora una volta ebbe il potere di sedare le sue paure. Tornò al discorso di prima, tornò a quel giorno di sei anni fa.

“Si, prima parlavo di quel giorno. Quel giorno che cambiò le nostre vite per sempre. Raccontami cosa ricordi esattamente”

..e lui raccontò “..così, quando tornò il secondo Mohra, lo uccisi prima che potesse rendermi umano.. tu ti stupisti che sapessi già come ucciderlo, perché ormai avevi dimenticato..”

Buffy scosse la testa ripetutamente “No.. No.. No, Angel.. non è andata cosi. Non c’è mai stato un secondo Mohra.. Credo che i tuoi ricordi siano.. siano confusi. Le cose sono andate in modo diverso. Il tuo racconto è identico al mio, ma solo fino a quando ci siamo addormentati. Poi le cose divergono completamente ..tu non puoi sapere cosa è successo dopo. E come potresti? Non puoi, semplicemente non puoi, perché non ti sei mai risvegliato da quel sonno.. lo ricordi questo? ricordi che ci siamo addormentati insieme?”

“Certo che lo ricordo.. ricordo tutto perfettamente.” Abbassò gli occhi e mormorò “Il ricordo di quel giorno mi ha ossessionato per anni.. ricordo bene le tue ultime parole. Dicesti che.. che era la prima volta che ti sentivi esattamente come avevi sempre voluto. Una ragazza normale, che si addormentava fra le braccia del suo ragazzo normale..

“È perfetto” disse Buffy sussurrando commossa. “Si.. dicesti proprio così prima di addormentarti” rispose lui, baciandola dolcemente sulla fronte. Poi continuò “..subito dopo arrivò Doyle, dicendomi che Mohra si era rigenerato. Andai con lui, ma non volli svegliarti. Mohra quasi mi uccise durante la lotta. Ero umano, non potevo combattere contro lui.. poi arrivasti tu e riuscisti ad ucciderlo. Andai poi dagli Oracoli che, senza mezzi termini, mi dissero che saresti morta subito dopo ..e così chiesi di riprendersi la mia vita in cambio della tua. Cosa vuol dire che non mi sono mai risvegliato? Buffy, non capisco..”

“Beh, sono stati di parola, perché non c’è dubbio che si sono presi la tua vita.. ma non sono stati gli Oracoli a fare questo..” Mormorò Buffy con le lacrime agli occhi.

Angel l’abbracciò, stringendola più forte a sé. Se c’era una cosa che odiava, era vederla piangere. “Ti amo”, sussurrò, poi la cullò fra le sue braccia. “Shhh.. è finta, Buffy.. qualunque cosa sia accaduta, adesso è finita. Noi due siamo ancora insieme, ed è tutto ciò che conta.” Le sorrise, sebbene anche lui fosse preoccupato. “Aiutami a capire.. vuoi? Perché sono.. sono un po’ confuso..”

“Ti amo anche io, Angel” Si commosse ancora sentendo tutta la forza che emanava da lui. Si chiese come avesse fatto ad andare avanti, senza lui accanto. Sentire la sua voce, vedere che lui era lì con lei, realmente con lei, era un emozione fortissima. “Ti amo ..e mi sei mancato così tanto..” Tirò su col naso e continuò a parlare, anche se in fondo, lei stava cominciando a capire cosa fosse accaduto.

“Ti prego, Angel ..ascoltami. Tu non sei mai andato con Doyle a cercare il demone, e non sei mai andato dagli Oracoli. Non c’è mai stato un secondo Mohra. Quando arrivò Doyle, tu dormivi e fui io ad andare con lui. Ma non potevo sapere che Mohra era lì in agguato. Da ciò che ha raccontato poi Cordelia, Mohra ti ha aggredito nel sonno, iniettandoti il suo veleno, inducendoti uno stato di catatonia. Noi lo abbiamo chiamato coma, ma il termine esatto è proprio quello. Tu sei rimasto catatonico per ben sei anni. Mohra ha quasi ucciso Cordelia, perché ha tentato di fermarlo e credimi.. in tutti questi anni, non si è data pace. Ha continuato a sentirsi in colpa, per non essere riuscita a salvarti. Ovviamente lei non ha alcuna colpa, grazie a Dio è rimasta illesa dall’attacco di Mohra, ma dopo quel giorno, lei non è più stata la stessa di prima. Cordelia è cambiata, mi è stata molto vicina in tutti questi anni. Lei e Doyle. Hanno fatto di tutto per aiutarmi e per aiutare te. Ora.. lo so che tu non puoi ricordare, ma credimi Angel, tu non ti sei mai risvegliato.. ciò che tu ricordi, credo siano solo elaborazioni della tua mente..”

Angel rimase in silenzio per alcuni lunghissimi minuti. Ciò che lei diceva era incredibile. Aveva dormito per sei anni? Poi la guardò e vide quasi la supplica che guizzava nei suoi occhi.

“Io.. io ti credo, Buffy” rispose. Aveva vissuto tutta una vita, che per lui era durata dieci lunghi anni, e tutto era stato solo un sogno? Questa vita è una bugia. Ripensò alle parole di suo figlio e con le lacrime agli occhi ripeté “Io ti credo..” Sentì le labbra di Buffy che sfioravano le sue, era un bacio dolce e leggero, che lo commosse profondamente. Poggiò la fronte su quella di lei e con un filo di voce, chiese..

“..cosa è successo dopo”

“C’è tempo per questo, Angel. Credo che per ora basti così, che ne dici? Sappi solo che.. dopo.. beh.. ho scritto tutto, ho fatto dei filmini.. e tante foto. Abbiamo sei anni di foto da vedere insieme.”

Lui annuì, in effetti era stanco e certamente lo era anche lei. Ora avrebbe dovuto parlare di Connor, ma era maledettamente difficile. Cosa poteva dirle? Doveva parlare di Darla? Non era il momento giusto, e poi.. se ciò che diceva Connor era vero, e lui ne era sempre più convinto, la vita che aveva vissuto non era mai esistita, e per quanto sembrasse tutto così assurdo, per lui quel pensiero era confortante. I suoi amici erano tutti vivi, Buffy era accanto a lui, e Connor col tempo, avrebbe sicuramente voluto bene a Buffy. Ora che era umano, Connor doveva essere suo figlio a tutti gli effetti. Avrebbe parlato con i Reilly al più presto, reclamando la paternità su suo figlio. Lo voleva a casa, lo voleva accanto a lui sempre, non solo durante i fine settimana. Connor era suo figlio e doveva saperlo il mondo intero.

Buffy lo accarezzò ancora sul viso, soffermandosi sugli occhi e sulla labbra, e pensò che era bellissimo. Il suo Angelo. Lui era tornato da lei, null’altro contava adesso. “Colmeremo il vuoto di questi anni, abbiamo tutto il tempo per farlo.. ora voglio solo che pensi a stare bene.. e voglio che tu faccia subito dei controlli medici. Cordelia ha già preso appuntamento con la dottoressa che ti ha seguito in tutti questi anni. La nostra vita ricomincia da qui, Angel. Ho tante cose da raccontarti.. alcune magari noiose, alcune forse un po’ tristi, ma alcune di esse sono.. bellissime..”

Era arrivato il momento di dirgli di Connor, aveva un po’ di timore, ma lui la interruppe. Sorrise, “Va bene, ma una cosa devi dirmela subito. Chi diavolo è Angel O’Connor?”

“Oh.. quella è una storia lunga..” disse ridendo, “..ma per farla breve, diciamo che ho dovuto creare per te un’identità reale. Sai? La burocrazia esige che tutti abbiano documenti di riconoscimento. Volevo mantenere il nome della Angel Investigation e volevo che fossi ancora il tu il capo, ma tu non esistevi, non fino a quando eri un vampiro. Per poterla intestare a te, dovevi avere un nome e un cognome. Inoltre, avevi bisogno dei documenti sanitari.. e un sacco di altre cose per la scuola di..” Si fermò di colpo. Forse non era ancora il momento di parlare di Connor, non ora che sembrava sereno. Nonostante tutto, nonostante ciò che gli aveva appena rivelato, Angel era sereno, non voleva dargli altre emozioni forti. La faccenda dell’identità era diventata una priorità, subito dopo che aveva saputo di essere incinta. Durante la gravidanza, Buffy era ossessionata da questo problema. Lei voleva assolutamente che nei suoi documenti di nascita, il loro bambino avesse una paternità, lui doveva avere il cognome di suo padre. Quando era nato Connor, davanti al prete che lo battezzava, Buffy aveva urlato il nome di Angel. Connor era figlio di Angel O’Connor e di Buffy Anne Summers e doveva saperlo il mondo intero.

“..si, serviva per un sacco di cose ..ho pensato che O’Connor fosse carino.. Angel Liam O’Connor..” Non disse di aver deciso così, prima di sapere che loro figlio si sarebbe chiamato Connor. Una notte, al nono mese di gravidanza, aveva sognato Angel, e lui aveva sussurrato alcune parole. Il suo nome è Connor. Fu così che lei decise che quello sarebbe stato il nome di suo figlio. Connor O’Connor. Lui nacque all’alba del giorno dopo.

Connor O’Connor, pensò Angel fra sé e sorrise al pensiero di come l’avrebbe presa lui. Beh, sempre meglio che Connor Reilly, pensò ancora Angel e rise. La sua prima vera risata ed era liberatoria.

“Perché ridi?” chiese Buffy, divertita “Non ti piace? Ho pensato che.. insomma.. a me piace molto..”

“Angel O’Connor. No, no.. va bene.. è un bel nome. È irlandese, hai anche.. aggiunto Liam.. è bello.. mi piace.. Angel Liam O’Connor..” rispose lui, continuando a ridere.

“D’accordo, Angel ..se non ti piace puoi anche dirlo senza fare tante storie..” ma non riusciva a rimanere seria, forse perché lui la stava baciando sul collo e il suo respiro caldo, solleticava i centri nervosi, e non solo quelli. “Dovremo scendere giù dagli altri..” disse ridacchiando e lui ripose subito “..certo, si.. dovremo” Intanto la baciava ancora sul collo, mentre le accarezzava i fianchi, finché le rise si spensero e divennero gemiti di piacere. Pochi attimi ancora, e i loro vestiti volarono via. Fecero l’amore lì sul divano, ma ancora non era abbastanza. La prese in braccio, e il loro letto divenne il centro dell’universo. Si amarono a lungo, talvolta le lacrime rigavano di stupore il loro visi, talvolta la gioia accompagnava i loro respiri soffusi. Posso amarti senza paura adesso, mormorò Angel, Non dovrai andare via mai più.

Infine, dopo molte ore, crollarono stremati ..e mentre lui ancora stava dentro lei, stingendola fra le sue braccia, affondò il viso fra i suoi capelli scarmigliati e si addormentò appagato.

Ma il sonno durò poco, Buffy lo scosse e lo chiamò più volte, con voce carica d’ansia. “Angel? ..Angel, per favore.. No, non dormire, ti prego, Angel.. non andare via. Angel, resta con me”

“Sono qui.. sono qui, tranquilla.. non vado da nessuna parte..” Rotolò su un fianco e la portò con sé, baciandole delicatamente il mento e la fronte “Non aver paura.. io non ti lascerò mai più sola..”

Fu in quel momento, che lui divenne completamente consapevole, di come lei avesse vissuto in tutti quegli anni. L’angoscia che sentì nella sua voce e che vide nei suoi occhi, furono come un pugno allo stomaco. “Mi dispiace..” mormorò lei fra le lacrime. “Va tutto bene, piccola.. Va tutto bene.. non è successo nulla. Sto bene ..e poi credo sia ora di salutare i nostri amici.. hai idea di che ore sono?”

“No, Angel, dico davvero.. sono stata una sciocca ..e tu devi riposare ..e recuperare, e..”

La baciò con dolcezza infinita “Shhh.. basta adesso, niente lacrime. Recupero in fretta.. lo sai, è tutto a posto, Buffy ..e anche io dico davvero”

Si alzò e la trascinò con sé nella doccia. Voleva che lei scacciasse la paura di quegli anni, lui l’avrebbe aiutata a dimenticare tutto quel dolore. Davanti allo specchio, per farla ridere, fece il buffone.

“Sto invecchiando.. hai visto? Guarda qui.. ho i capelli bianchi..”

Lei rise “Adesso non esagerare. Hai giusto due o tre capelli grigi qui ai lati.. hai solo trentadue anni, dopo tutto..”

Lui annuì, pensando che quella era un ulteriore prova, che lui era stato umano da sei anni e non solo da poche ore. Anche se aveva dormito, il suo corpo era comunque invecchiato. Per chiunque altro, quello poteva essere un problema, ma per lui era sinonimo di vita. Lui stava invecchiando perché era vivo. “Ho trentadue anni.. per i miei trentatre, voglio una gigantesca torta.. e anche le candeline..”

Mentre si vestivano, Angel sbirciò dalla finestra. Vide il giardino ben curato, vide un roseto e un buganvillea che cresceva rigoglioso sui muri. Vide una altalena, e altri giochi sparsi qua e là per le aiole. Qualcuno dei suoi amici forse si era sposato nel frattempo, e magari avevano anche dei figli. Sorrise notando il cancello spalancato, lui la notte prima lo aveva chiuso col lucchetto, ma adesso era felice di vederlo aperto. Si rese conto, che ancora pensava a quella vita come fosse reale, e sospettò che sarebbe stato così per sempre. Comunque, per lui era stato sicuramente tutto reale, compreso suo figlio. Pensò ancora a Connor, era quasi ora di pranzo, voleva andare al campus con Buffy. Non era stato proprio quello, il suo primo progetto non appena si era risvegliato?

“Pranziamo fuori..” disse ridendo “Voglio pranzare con te vicino al laghetto, ti piacerà..” Le sorrise “..e voglio.. voglio.. farti conoscere una persona.. ti piacerà anche lui, ne sono certo..”

“Va bene..” Rispose lei, dio.. amava vederlo ridere “..ma non so se gli altri.. credo che ci siano anche Willow e Oz a pranzo..”

“Willow e Oz? ..ok ..e chi altri?” Angel sentì una leggera ansia “Chi troverò giù? ..giusto per sapere..”

“Beh, a parte Doyle e Cordy, ci saranno anche Lorne, Wesley, Fred e Gunn. Stanotte arriveranno anche Giles, Faith e Xander.. e tutti..” Rise pensando che Cordelia si era sicuramente data da fare al telefono “..e tutti quelli che hanno avvertito.. credo che ormai abbiamo lanciato proclami un po’ ovunque..” Poi si fece più seria, ma continuando a sorridere, disse..

“..inoltre, anche io voglio.. voglio farti conoscere una persona.. che.. che ti piacerà.. lui ti piacerà sicuramente.. è davvero speciale..”

“Uhm Uhm.. va bene.. chi è? Un tuo amico?” Chiese Angel, mentre abbottonava la camicia.

“Si, un amico.. più o meno.. un piccolo, ma grande amico, certamente speciale..”

Lui sorrise ancora, un immenso ampio sorriso, o così parve a Buffy. Non riusciva a toglierli gli occhi di dosso. Non riusciva a credere che lui si muovesse per la stanza, che rispondesse alle sue parole, che ridesse con lei, che respirasse con lei, che fosse vivo insieme a lei. Percepì anche la sua comprensibile ansia. Come sempre era stato, lei lo sentiva fin dentro l’anima.

“Angel? Non devi fingere con me, va bene? È naturale che ti senti a disagio nel rivedere tutti quanti.. non aver paura di dirmi che hai paura.. non farlo con me. Se preferisci pranzare fuori con questa persona di cui parli, salutiamo tutti e usciamo. Loro capiranno, sono persone in gamba.. amici veri. Poi, insieme al mio piccolo amico, andiamo dove vuoi, mi piace l’idea del laghetto e potrebbe essere perfetto..”

“Si, ammetto che rivederli mi mette un po’ a disagio, ma ho anche voglia di riabbracciarli. Mi sono mancati molto, tutti loro.”

Il disagio di Angel era dovuto al fatto, che lui gli aveva creduti morti e sapeva che ora, poterli riabbracciare, avrebbe portato altre emozioni, che non era ancora certo di riuscire a gestire.

“Hai detto che con Cordelia e Doyle siete molto uniti.. e con gli altri? Va tutto bene?”

“Beh, Doyle e Cordy sono gli unici che ti conoscevano già da prima, credo sia anche questo che ci ha unito molto, e loro due sono molto legati a te. Voglio dire, a parte Wesley e gli amici di Sunnydale, tutti gli altri non ti hanno mai incontrato prima del coma, non sanno neanche che voce hai. Ma credo che in tutti questi anni, abbiano imparato a volerti bene. Lorne ha letto la tua aura tante volte e credo che ti adori. Fred e Gunn, beh anche loro sanno tutto di te..” Rise e Angel pensò che fosse bellissima “..conosci Cordy, loro sanno tutto di te, perché lei ha ben pensato di informarli, talvolta dicendo anche quello che non avrebbe dovuto.. ma non sarebbe stata lei.. lo sai, la conosci bene.. un fatto è certo.. mi hanno aiutato in ogni modo possibile.. tutti quanti, nessuno escluso..”

“Immagino..” rispose Angel, ma ha Buffy non sfuggì il suo sguardo stranito. “Angel? che c’è?”

“No, non è niente.. solo che.. voglio dire.. io conosco bene anche Lorne, Fred e Gunn e anche Wesley. Non solo perché l’ho conosciuto a Sunnydale.. noi siamo stati insieme, fianco a fianco per anni, prima che..”

“Angel?”

Lui abbassò lo sguardo pentendosi di aver parlato “Non è niente.. dimentica quello che ho detto..”

“No.. non hai una faccia da ‘niente’.. stai parlando di qualcosa che per te è molto importante”

“Non so come dirlo, come spiegarlo.. non so come definire ciò che ho vissuto. Esperienze, credo.. ho vissuto delle esperienze, ma per me erano estremamente reali. Io ho vissuto una vita intensa, Buffy. Mentre ero in coma, ho vissuto una mia realtà dove loro erano la mia famiglia.. sono stati accanto a me per anni. Gli ho visti morire tutti, uno ad uno.. io conosco Lorne e tutti gli altri.. lo so che tu non crederai, ma quella è stata la mia vita.. ed è durata dieci anni”

“Dieci anni? Non credo sia una buona idea scendere.. devi parlarmi di questo.. devi dirmi tutto, come posso aiutarti, se non so che cosa stai vivendo?”

Lui abbassò gli occhi, pensò che forse aveva ragione, ma non era da lui scappare come un vile. Le sorrise, la prese per mano e aprì la porta. “Tu devi solo starmi vicino.. e andrà tutto bene..”

“Angel, non devi farlo se non te la senti..”

“Conosci Cordy.. lei starà morendo dalla curiosità.. o scendiamo noi, o verrà lei a buttare giù la porta..” Rispose ridendo. Desiderava davvero rivedere i suoi amici.

“Molto divertente..” disse Cordelia, mentre era già a metà scala. Poi corse su, e abbracciò Angel, che rispose all’abbraccio senza nascondere l’emozione. Cordelia disse solo “Bentornato” incapace di dire altro. Gli occhi umidi e il labbro che tremava, lasciavano trasparire tutta la sua commozione. Guardò Buffy, strizzando l’occhio e prese per mano Angel.

“Posso rubartelo solo un momentino?”

Buffy annuì sorridendo, mentre con la mano scacciava via una lacrima dal viso. Cordelia ridacchiò e prese per mano anche lei “Guarda che ho detto solo un momentino? D’accordo, voleva essere una battuta, penso che ci vorranno mesi, prima di riuscire a parlare con Angel senza piangere”

Poi lasciò Angel e anche lei portò la mano al viso per asciugare le lacrime. Angel la stupì, quando la riabbracciò “Ehi? Non essere stupida adesso.. davvero faccio questo effetto ai miei amici?” Si allontanò da lei, la prese per mano, e con l’altro braccio circondò le spalle di Buffy, portandola più vicino a sè. Guardò Cordelia e disse “Sono contento che stai bene”

Scesero le scale insieme e l’attimo dopo, Angel fu letteralmente sommerso dall’abbraccio di tutti quanti. Doyle rimase un po’ dietro agli altri. Guardava Angel, ed era incapace di fare o dire qualcosa. Lo guardava e basta, e mentre stringeva nervosamente le mascelle, tentò di ingoiare l’emozione. Buffy si avvicinò a lui e lo rassicurò.

“Sta bene, tranquillo. Ora sta molto meglio. Noi.. abbiamo parlato un po’ ..ma c’è ancora tanto da dire. Per ora è meglio non sommergerlo con troppe domande..”

Doyle annuì e mormorò “È la fine di un incubo” Le sorrise e disse ancora “Ah.. tua madre era qui fino a pochi minuti fa, ma è dovuta andare via per non so cosa.. tornerà nel pomeriggio..”

“Ok” rispose lei, poi entrambi risero sentendo i vari commenti.

“Ehi, qua la mano, amico.. pensavo che fossi più alto. Io sono Charles. Charles Gunn.. do una mano a Buffy con i vampiri..  ma sarò felice di affiancare anche te..”

“Ciao, Angel. Bentornato. Io, beh, insomma.. io sono Winifred Burkle. Fred per gli amici.. lo so che non ci conosciamo, ma sono contenta che tu sia tornato..

“Beh, se gli occhi sono lo specchio dell’anima, ciò che vedo mi piace molto. La tua è davvero splendente. L’anima di un guerriero. Lasciati abbracciare da Lorne..”

“Noi ci conosciamo già. Sono contento che stai bene. Credimi, abbiamo consultato mille libri per.. ma non voglio annoiarti, come vedi sono sempre il solito Wesley..”

Angel rispose all’abbraccio di tutti e ridendo disse “Ehi? So chi siete, ragazzi.. non c’è bisogno di fare le presentazioni. Ero solo in coma.. non ho mica perso la memoria..”

Angel non poté vedere lo strano sguardo che, un po’ tutti quanti, si scambiarono fra loro. Era troppo occupato a guardare l’uomo che stava accanto a Buffy. Non lo vedeva da dieci anni, e fra tutti, lui era l’amico più caro. Il più amato. La sua morte lo aveva tormentato in tutti quegli anni. Il Primo soldato a cadere, pensò Angel. Vederlo lì, accanto a Buffy, sano e salvo, per Angel era un emozione fortissima. Disse soltanto “Doyle..” incapace di pronunciare altre parole che avessero senso. Si avvicinarono l’un altro, ed entrambi si abbracciarono in silenzio.

Un lungo e silenzioso abbraccio, ma erano ben udibili i singhiozzi soffocati, che tutti e due tentavano di nascondere. Angel riuscì a dire “Grazie.”

Con le mani chiuse a pugno, Doyle gli batté affettuosamente il braccio, e mentre scioglieva l’abbraccio, disse “Beh, amico.. credo proprio che tu mi debba una birra”

“Immagino più d’una..” Rispose Angel ridendo, poi guardò Cordelia. Si stupì del suo silenzio, si sarebbe aspettato una battuta delle sue, ma dovette convenire, che forse era un po’ cambiata.

Si sedettero tutti intorno al tavolo della grande cucina. Angel non l’aveva mai vista prima, e sospettò che non fosse l’unica novità. Li guardò ancora uno ad uno, felice di essere lì con loro. Stanno bene, sembrano sereni, pensò fra sé, mentre faceva ancora scorrere lo sguardo su ognuno di loro. Buffy si sedette accanto a lui e gli sfiorò la mano.

“Stai bene?” chiese, con un po’ di preoccupazione

“Si” rispose lui sinceramente

Fu accolto dal chiasso gioioso e dal calore della sua vecchia famiglia. Gli erano mancati tutti, nessuno escluso. Wesley stappò una bottiglia di spumante e brindarono tutti insieme ad un nuovo inizio. Alla Famiglia, dissero in coro. Lorne ridacchiò “Purché non sia la mia”.

Fra le risate generali, Angel li osservò ancora. Erano diversi da come li ricordava. Wesley era ancora il timido ex Osservatore dei primi tempi. Cordelia, tutto sommato, era ancora spensierata e solare. Gunn, mostrava più forza e fiducia in sé stesso, rispetto a quando stava alla W&H. Fred, adorabile come sempre, non aveva certo i capelli blu di Illyria. Lorne, sempre pronto ad ascoltare tutti, non lo vedeva così sereno da un infinita di tempo. Alla W&H aveva smesso di sorridere. Angel comprese perché si erano presentati prima, lo capiva solo adesso. Loro non avevano realmente vissuto con lui. Pensò che fosse normale trovarli diversi. Nessuno di loro era passato attraverso quelle esperienze terribili. Doyle era sopravvissuto, Cordelia non era stata posseduta da Jasmine, Fred non era diventata Illyria, Gunn non soffriva per il senso di colpa di aver contribuito alla morte di Fred, e Wesley non aveva sofferto per la perdita della donna che amava. Soprattutto non era passato attraverso l’inferno del rapimento di Connor.

Connor.

Angel sentì quel pensiero scoppiargli nel cuore. Il suo sorriso si spense. Perché lui non era lì? Se nessuno di loro aveva vissuto quella vita, se tutto era stato solo un sogno, allora Connor non era mai nato. Per questo al campus nessuno sapeva niente di lui. Suo figlio non era mai esistito? Perché non l’aveva capito prima? Si alzò e camminò come un automa verso la hall.

C’è sempre un pezzo da pagare, pensò. Ma questo era un prezzo troppo alto. Non poteva accettarlo. Riuscì ad arrivare alla reception e chinando la testa, si appoggiò al bancone. Rimase fermo immobile. Poi con un filo di voce, disse a sé stesso.

Io avevo un figlio.

L’ho perduto un infinità di volte.. e ora l‘ho perso di nuovo.

 

   
 
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