Parte 27
L’atmosfera, nonostante le lacrime, nonostante ansie e
paure, era decisamente gioiosa. Buffy salutò gli amici e tornò da
Angel.
Intanto Angel andava su e giù per la stanza, sembrava
un anima in pena. Aveva pensato ad un sacco di cose, cercando di dare un senso a
ciò che stava vivendo. Tutti i suoi amici erano vivi, almeno così pareva.
Nonostante la gioia che provava, non riusciva però a capire, non era ancora
convinto che fosse reale. Con gli occhi della mente, aveva ripercorso a ritroso
gli ultimi mesi della sua vita. Da quando era stato ferito dal demone Selmunth,
la sua esistenza era cambiata radicalmente e ogni passo che aveva scelto di
fare, lo aveva portato esattamente al punto in cui si trovava adesso. Il
pensiero andava costantemente a suo figlio. Aveva provato a chiamarlo
innumerevoli volte, ma il numero del suo cellulare risultava inesistente. Il
suo, quello di Tommy, quello di Oz e anche quello di Giles a Londra. Aveva
chiamato persino Faith e Willow, ma nessuno aveva risposto. Ora l’ansia era
davvero tanta. Neppure la segreteria del campus era riuscita a dirgli qualcosa
che avesse senso.
“È sicuro?” avevano chiesto “Non abbiamo nessun
studente che risponda alla sua descrizione. Nessun Connor Reilly nei nostri
elenchi. Magari è uno studente fuori corso. Per i fuori corso deve chiamare
questo numero” Angel si era spazientito “Mio figlio non è fuori corso. È uno dei
vostri migliori studenti. È uno specializzando al primo anno di psichiatria..
senta, lasci perdere.. me lo cerco da me..”
Che
fine ha fatto Connor?
chiese a sé stesso. Ricordò ciò che gli disse la sera prima e si chiese perché
lo ricordava solo adesso. Noi
stiamo svanendo, papà. Questo mondo si sta dissolvendo.
Ad ogni modo, era quasi contento di essere rimasto un
po’ solo con sé stesso, aveva bisogno di far chiarezza dentro sé, ma adesso
dubbi e paure stavano avendo la meglio su lui. Decise di scendere a cercare
Buffy, ma poi pensò che avrebbe incontrato anche gli altri e ora non voleva
vedere nessuno. Non era ancora pronto. Così camminava nervosamente su e giù per
la stanza, aspettando che Buffy tornasse.
Fu così che lei lo trovò. Spaventato e confuso, e
ancora una volta, non poté non ricordare il suo ritorno dall’inferno. Anche
allora c’erano voluti parecchi mesi, prima che lui si riprendesse completamente.
Ma quando la porta si aprì e la vide entrare, sul viso
di Angel tornò il sorriso.
“Buffy.. ero
preoccupato..”
“Sono stata via solo..” guardò l’orologio, era stata
via mezz’ora o giù di lì “..solo pochi minuti, ma per te deve essere
stata..”
“..un eternità? volevi dire quello? si.. è così..” Le
sorrise.
“..si, volevo dire proprio così..” Gli sorrise.
E ancora una volta, nessuno dei due riuscì a staccare
lo sguardo dall’altro. Erano irrimediabilmente attratti l’un l’altro, e parevano
esserne completamenti consapevoli.
Poi Angel rise, e deliberatamente spezzò l’incanto “..nel
frattempo, ho dato una ripulita..”
Vedeva che lei era stanca. Sicuramente aveva dovuto
rispondere ad una marea di domande. Decise di lasciare a dopo quelle che lui
aveva in serbo per lei, e soprattutto non parlò di Connor. Non voleva allarmarla
inutilmente, o forse non era neanche questo il motivo, ma sta di fatto che
preferì non dire nulla. Si avvinò e l’aiutò a liberarsi delle cose che teneva in
mano, poggiandole poi sul tavolo.
La guardò ancora e ancora sorrise.
“..ne ho approfittato per dare una pulitina, c’erano
pezzi di vetro ovunque ..e latte ..e cereali. Quest’albergo ha davvero un
pessimo servizio in camera.. presenterò un reclamo alla
direzione..”
“Oh, è facile..” disse lei ridendo “..puoi inoltrare
le tue lamentele al Signor Angel”
“Signor Angel? Chi è costui?” Voleva che lei fosse
serena. Per Angel, vederla ridere era un balsamo per
l’anima.
“Angel O’Connor” Rispose lei “Signore e padrone di
questo castello.. nonché il nostro capo indiscusso, e titolare della ormai
leggendaria Angel Investigation.”
Lui tentò un sorriso, ma lei non poté non vedere lo
sgomento che guizzava nei suoi occhi scuri. Angel si chiese cosa significasse
‘quel Angel O’Connor’ ma per ora
preferì tacere. Invece chiese “Quello è cibo? Perché sono davvero affamato” Poi
notò i biscotti e il gelato. “Dio.. adoro questo cibo..” Buffy sapeva che lui
tentava di mascherare la sua preoccupazione, ma lo assecondò, pensando che fosse
più saggio essere cauti. Era appena riemerso da un coma mistico e doveva dargli
il tempo necessario per riprendersi dallo shock. Avevano bisogno di ritrovarsi,
ed entrambi aveva bisogno l’uno dell’altro. Non c’era alcuna fretta. Erano
appena le nove del mattino, Connor usciva da scuola alle dodici e trenta. Prima
che lui fosse a casa, avevano tutto il tempo di parlare e chiarire.
Buffy pensò al suo piccolo, pensò alla sua domanda di
stamattina. Pensi che papà si arrabbierà
se oggi salto la scuola? Non sto facendo i capricci. Puoi dirglielo quando si
sveglia? Lei pensò che anche Connor, in qualche modo, avesse percepito che
oggi c’era qualcosa di strano nell’aria. Sorrise pensando al suo visetto tutto
serio, quando disse, mamma, oggi non
voglio andare a scuola, non so perché, non voglio andare e basta, però non sono
capricci, oggi c’è anche la gita al parco e sono contento di andarci, ma io oggi
non dovrei andare a scuola.
Devo
dire ad Angel di Connor, devo farlo subito, ma non so da dove
cominciare.
Disse Buffy a sé stessa.
“Non avresti dovuto ripulire. Angel, non devi
strafare, sei ancora debole e..” disse seria, ma poi rise “..e anche mangiare
così in fretta non è una buona idea..”
“No” disse lui “Mi è servito invece, avevo bisogno di
muovermi..” ma l’attimo dopo dovette appoggiarsi al muro per non cadere.
“La coordinazione da mortale lascia un po’ a
desiderare..” disse a disagio e lasciò che lei lo aiutasse a sedersi. Però la
trascinò con sé sul divano, a sedere sulle sue ginocchia. “Mi sei mancata”
mormorò e il cibo fu presto dimenticato. La baciò con passione e la risposta di
lei non si fece attendere. Come sempre rispose al bacio con altrettanta
passione, ma non voleva ancora inoltrarsi troppo oltre. Era ancora davvero molto
debole, e doveva mangiare. Allungò la mano verso il tavolo, e prese degli altri
biscotti, il gelato e la frutta fresca.
“Dico
sul serio, Angel. Devi mangiare qualcosa.. per oggi ti risparmio il latte, ma
solo per oggi.
Devi masticare piano, non c’è fretta. È importante, Angel. Se avessi dovuto
ascoltare i medici, ti avrebbero nutrito con flebo e altre diavolerie. Dio,
quanto odiavo vedere quel sondino. Invece hai imparato a mangiare cibi solidi
..e sei riuscito a masticare ..e deglutire. Non immagini lo stupore dei medici,
per mesi mi chiedevano come avessi fatto ad insegnarti a mangiare.. beh, il
fatto è che neppure io so come ho fatto.. ho solo pensato di insistere un
po’..”
Fra sé pensò che forse, inconsapevolmente, era stato
Connor ha suggerirle l’idea. Quando suo figlio aveva iniziato a mangiare cibi
solidi, e non più solo il latte, pensò che se poteva imparare un bambino, allora
poteva farlo anche Angel. Sapeva bene ciò che dicevano i medici, ma lei non si
scoraggiò mai, e dopo pochi mesi, era riuscita dove la scienza medica aveva
fallito.
“L’hai detto spesso in tutti questi anni, non è vero?”
Chiese Angel. Ricordava bene di averla sentita mentre lo imboccava e ricordava
la visione di Connor. Non ci voleva poi molto, a comprendere che Buffy aveva
vissuto in una realtà, di cui lui non aveva ricordo. “Questa cosa che è
importante masticare.. l’hai ripetuta spesso..”
Lei annuì “Si, ogni singolo giorno.. ma qualcosa mi
dice, che per te le mie parole sembrano assurde e
bizzarre..”
“Sembri diversa” disse lui, accarezzandole il viso
“Sembri più giovane..”
Buffy rise “Più giovane? Beh, avresti dovuto vedermi
più vecchia. L’ultima volta che siamo
stati insieme, avevo diciannove anni, ora ne ho
venticinque”
“L’ultima volta che ci siamo visti, tu avevi.. No,
hai.. tu hai ventinove anni, Buffy. È stato giusto ieri. L’ultima volta che siamo stati insieme,
è stato ieri mattina. Poi sei andata via, sei partita per
Londra..”
Lei scosse la testa, non era mai stata a Londra in
vita sua. Pensò che consultare i medici, non era poi una così cattiva idea. Era
evidente che Angel avesse dei ricordi
confusi.
“..ma” continuò Angel “..immagino che per te, le mie
parole possano sembrare assurde e
bizzarre..”
Sorrisero entrambi. Lui aveva usato le stesse parole
di Buffy, consapevole che parlavano di due diverse vite. Certo, lui aveva visto
degli scorci di quella vita. Anche Connor, grazie a Doyle, era riuscito ad
insinuarsi in quella realtà, ma era evidente che né lui, né suo figlio,
sapessero poi molto. Entrambi aveva visto la stessa scena da punti di vista
differenti, ma pur sempre solo una scena. Buffy invece parlava di anni, più
precisamente di sei anni, mentre per Angel ne erano passati dieci. Lui aveva
lasciato Sunnydale dieci anni fa.
Intuendo i suoi pensieri, Buffy chiese “Quale è
l’ultima cosa che ricordi? Voglio dire.. prima di svegliarti. Hai qualche
ricordo che precede il risveglio?”
“Si” Rispose Angel senza esitazione “Il sangue del
demone Mohra. Il suo sangue si è mescolato al mio e ora sono
umano..”
Buffy si aggrappò a quelle parole, era un ottimo punto
da cui cominciare.
“Si. Esatto. Mohra ci ha attaccato, l’abbiamo seguito
nelle fogne. Poi ci siamo separati perché abbiamo pensato che avesse raggiunto
la superficie, nella luce del giorno, dove tu non potevi seguirlo, invece era
ancora lì. Tu l’hai ucciso, il suo sangue si è mescolato al tuo, rendendoti
umano. Sono così contenta che ricordi questo.. almeno questo. Cos’altro
ricordi?”
Angel scosse la testa “Oh, tu parli di quel giorno..”
Lei era ancora accoccolata sulle sue ginocchia, lui la
strinse più forte e la baciò dolcemente. Voleva prepararla gradualmente alla sua verità. Sapeva che lei aveva
recuperato quel ricordo, ma ora non
era più sicuro di niente. La sua
Buffy, quella con cui aveva vissuto negli ultimi mesi, ricordava tutto, ma
questa Buffy, più giovane di quattro anni, cosa sapeva
esattamente? “Il mio ultimo
ricordo..” continuò Angel, “Risale alla scorsa notte. Tu eri appena andata via,
e mentre pensavo di lasciare Los Angeles, ho aperto quel pacco. Era arrivato per
posta poco prima, tu stessa hai firmato la ricevuta. Dentro al pacco c’erano
delle lettere, una era tua, un'altra di Doyle, e un altra dei nostri amici,
compresi i tuoi genitori. Il pacco conteneva anche una ampolla, al cui interno
vi era il sangue del demone Mohra.. però..”
Si fermò a guardarla, vedeva che lei era turbata
“Buffy?”
“Continua..” rispose lei con un filo di voce. Prese la
mano di Angel e la strinse fra le sue. “..se te la senti, ti prego di
continuare..”
Lui annuì e lei gli accarezzò ancora il viso. Tutto
sommato, lui era sereno e il suo sorriso la
rassicurò.
“..però, devo ammettere che non ricordo perfettamente
i particolari. Gli ultimi momenti li ricordo sfumati e un po’ frammentati..”
Disse Angel. “Ad esempio, non ricordo alcune cose che hai scritto nella
lettera.. ricordo però che quel pacco cercava di raggiungermi da dieci anni. Poi
mi sono addormentato, la vista era alquanto sfocata..” Rise, accarezzandole il
viso “..pensa che ho creduto mi servissero gli occhiali.. ricordo in modo vago
di aver visto la stanza svanire, ma probabilmente stavo solo scivolando nel
sonno. Stamattina mi sono svegliato qui.. nella mia stanza, ma.. è diversa.. è
la stessa stanza, ma allo stesso tempo, non lo
è..”
Buffy abbassò gli occhi. Era a disagio, nulla di ciò
che aveva detto Angel aveva senso. Lei non aveva mai scritto una lettera, né
tanto meno aveva inviato il sangue del demone Mohra. Come avrebbe potuto? Dove
avrebbe dovuto spedirlo? Angel, per sei anni, non si era mai mosso da dal letto.
“Ho fatto alcuni cambiamenti in questa stanza, ma quello che mi stupisce e come
tu possa ricordarla..” disse, poi sollevò ancora lo sguardo ai suoi occhi e il
suo sorriso, ancora una volta ebbe il potere di sedare le sue paure. Tornò al
discorso di prima, tornò a quel giorno di sei anni
fa.
“Si, prima parlavo di quel giorno. Quel giorno che
cambiò le nostre vite per sempre. Raccontami cosa ricordi
esattamente”
..e lui raccontò “..così, quando tornò il secondo
Mohra, lo uccisi prima che potesse rendermi umano.. tu ti stupisti che sapessi
già come ucciderlo, perché ormai avevi
dimenticato..”
Buffy scosse la testa ripetutamente “No.. No.. No,
Angel.. non è andata cosi. Non c’è mai stato un secondo Mohra.. Credo che i tuoi
ricordi siano.. siano confusi. Le cose sono andate in modo diverso. Il tuo
racconto è identico al mio, ma solo fino a quando ci siamo addormentati. Poi le
cose divergono completamente ..tu non puoi sapere cosa è successo dopo. E come
potresti? Non puoi, semplicemente non puoi, perché non ti sei mai risvegliato da
quel sonno.. lo ricordi questo? ricordi che ci siamo addormentati
insieme?”
“Certo
che lo ricordo.. ricordo tutto perfettamente.” Abbassò gli occhi e mormorò “Il
ricordo di quel giorno mi ha ossessionato per anni.. ricordo bene le tue ultime
parole. Dicesti che.. che era la
prima volta che ti sentivi esattamente come avevi sempre voluto. Una ragazza
normale, che si addormentava fra le braccia del suo ragazzo normale..”
“È perfetto” disse Buffy sussurrando commossa. “Si..
dicesti proprio così prima di addormentarti” rispose lui, baciandola dolcemente
sulla fronte. Poi continuò “..subito dopo arrivò Doyle, dicendomi che Mohra si
era rigenerato. Andai con lui, ma non volli svegliarti. Mohra quasi mi uccise
durante la lotta. Ero umano, non potevo combattere contro lui.. poi arrivasti tu
e riuscisti ad ucciderlo. Andai poi dagli Oracoli che, senza mezzi termini, mi
dissero che saresti morta subito dopo ..e così chiesi di riprendersi la mia vita
in cambio della tua. Cosa vuol dire che non mi sono mai risvegliato? Buffy, non
capisco..”
“Beh, sono stati di parola, perché non c’è dubbio che
si sono presi la tua vita.. ma non sono stati gli Oracoli a fare questo..”
Mormorò Buffy con le lacrime agli occhi.
Angel l’abbracciò, stringendola più forte a sé. Se
c’era una cosa che odiava, era vederla piangere. “Ti amo”, sussurrò, poi la
cullò fra le sue braccia. “Shhh.. è finta, Buffy.. qualunque cosa sia accaduta,
adesso è finita. Noi due siamo ancora insieme, ed è tutto ciò che conta.” Le
sorrise, sebbene anche lui fosse preoccupato. “Aiutami a capire.. vuoi? Perché
sono.. sono un po’ confuso..”
“Ti amo anche io, Angel” Si commosse ancora sentendo
tutta la forza che emanava da lui. Si chiese come avesse fatto ad andare avanti,
senza lui accanto. Sentire la sua voce, vedere che lui era lì con lei, realmente con lei, era un emozione
fortissima. “Ti amo ..e mi sei mancato così tanto..” Tirò su col naso e continuò
a parlare, anche se in fondo, lei stava cominciando a capire cosa fosse
accaduto.
“Ti prego, Angel ..ascoltami. Tu non sei mai andato
con Doyle a cercare il demone, e non sei mai andato dagli Oracoli. Non c’è mai
stato un secondo Mohra. Quando arrivò Doyle, tu dormivi e fui io ad andare con
lui. Ma non potevo sapere che Mohra era lì in agguato. Da ciò che ha raccontato
poi Cordelia, Mohra ti ha aggredito nel sonno, iniettandoti il suo veleno,
inducendoti uno stato di catatonia. Noi lo abbiamo chiamato coma, ma il termine
esatto è proprio quello. Tu sei rimasto catatonico per ben sei anni. Mohra ha
quasi ucciso Cordelia, perché ha tentato di fermarlo e credimi.. in tutti questi
anni, non si è data pace. Ha continuato a sentirsi in colpa, per non essere
riuscita a salvarti. Ovviamente lei non ha alcuna colpa, grazie a Dio è rimasta
illesa dall’attacco di Mohra, ma dopo quel giorno, lei non è più stata la stessa
di prima. Cordelia è cambiata, mi è stata molto vicina in tutti questi anni. Lei
e Doyle. Hanno fatto di tutto per aiutarmi e per aiutare te. Ora.. lo so che tu
non puoi ricordare, ma credimi Angel, tu non ti sei mai risvegliato.. ciò che tu
ricordi, credo siano solo elaborazioni della tua
mente..”
Angel rimase in silenzio per alcuni lunghissimi
minuti. Ciò che lei diceva era incredibile. Aveva dormito per sei anni? Poi la
guardò e vide quasi la supplica che guizzava nei suoi
occhi.
“Io..
io ti credo, Buffy” rispose. Aveva
vissuto tutta una vita, che per lui era durata dieci lunghi anni, e tutto era
stato solo un sogno? Questa
vita è una bugia.
Ripensò alle parole di suo figlio e con le lacrime agli occhi ripeté “Io ti
credo..” Sentì le labbra di Buffy che sfioravano le sue, era un bacio dolce e
leggero, che lo commosse profondamente. Poggiò la fronte su quella di lei e con
un filo di voce, chiese..
“..cosa
è successo dopo”
“C’è tempo per questo, Angel. Credo che per ora basti
così, che ne dici? Sappi solo che.. dopo.. beh.. ho scritto tutto, ho fatto dei
filmini.. e tante foto. Abbiamo sei anni di foto da vedere
insieme.”
Lui annuì, in effetti era stanco e certamente lo era
anche lei. Ora avrebbe dovuto parlare di Connor, ma era maledettamente
difficile. Cosa poteva dirle? Doveva parlare di Darla? Non era il momento
giusto, e poi.. se ciò che diceva Connor era vero, e lui ne era sempre più convinto, la
vita che aveva vissuto non era mai esistita, e per quanto sembrasse tutto così
assurdo, per lui quel pensiero era confortante. I suoi amici erano tutti vivi,
Buffy era accanto a lui, e Connor col tempo, avrebbe sicuramente voluto bene a
Buffy. Ora che era umano, Connor doveva essere suo figlio a tutti gli effetti.
Avrebbe parlato con i Reilly al più presto, reclamando la paternità su suo
figlio. Lo voleva a casa, lo voleva accanto a lui sempre, non solo durante i
fine settimana. Connor era suo figlio e
doveva saperlo il mondo intero.
Buffy lo accarezzò ancora sul viso, soffermandosi
sugli occhi e sulla labbra, e pensò che era bellissimo. Il suo Angelo. Lui era
tornato da lei, null’altro contava adesso. “Colmeremo il vuoto di questi anni,
abbiamo tutto il tempo per farlo.. ora voglio solo che pensi a stare bene.. e
voglio che tu faccia subito dei controlli medici. Cordelia ha già preso
appuntamento con la dottoressa che ti ha seguito in tutti questi anni. La nostra
vita ricomincia da qui, Angel. Ho tante cose da raccontarti.. alcune magari
noiose, alcune forse un po’ tristi, ma alcune di esse sono..
bellissime..”
Era arrivato il momento di dirgli di Connor, aveva un
po’ di timore, ma lui la interruppe. Sorrise, “Va bene, ma una cosa devi dirmela
subito. Chi diavolo è Angel O’Connor?”
“Oh.. quella è una storia lunga..” disse ridendo,
“..ma per farla breve, diciamo che ho dovuto creare per te un’identità reale.
Sai? La burocrazia esige che tutti abbiano documenti di riconoscimento. Volevo
mantenere il nome della Angel Investigation e volevo che fossi ancora il tu il
capo, ma tu non esistevi, non fino a quando eri un vampiro. Per poterla
intestare a te, dovevi avere un nome e un cognome. Inoltre, avevi bisogno dei
documenti sanitari.. e un sacco di altre cose per la scuola di..” Si fermò di
colpo. Forse non era ancora il momento di parlare di Connor, non ora che
sembrava sereno. Nonostante tutto, nonostante ciò che gli aveva appena rivelato,
Angel era sereno, non voleva dargli altre emozioni forti. La faccenda
dell’identità era diventata una priorità, subito dopo che aveva saputo di essere
incinta. Durante la gravidanza, Buffy era ossessionata da questo problema. Lei
voleva assolutamente che nei suoi documenti di nascita, il loro bambino avesse
una paternità, lui doveva avere il cognome di suo padre. Quando era nato Connor,
davanti al prete che lo battezzava, Buffy aveva urlato il nome di Angel. Connor
era figlio di Angel O’Connor e di Buffy Anne Summers e doveva saperlo il mondo
intero.
“..si,
serviva per un sacco di cose ..ho pensato che O’Connor fosse carino.. Angel Liam
O’Connor..” Non disse di aver deciso così, prima di sapere che loro figlio si
sarebbe chiamato Connor. Una notte, al nono mese di gravidanza, aveva sognato
Angel, e lui aveva sussurrato alcune parole. Il
suo nome è Connor.
Fu così che lei decise che quello sarebbe stato il nome di suo figlio. Connor O’Connor. Lui nacque all’alba del
giorno dopo.
Connor
O’Connor,
pensò Angel fra sé e sorrise al pensiero di come l’avrebbe presa lui. Beh, sempre meglio che Connor Reilly,
pensò ancora Angel e rise. La sua prima vera risata ed era liberatoria.
“Perché ridi?” chiese Buffy, divertita “Non ti piace?
Ho pensato che.. insomma.. a me piace
molto..”
“Angel O’Connor. No, no.. va bene.. è un bel nome. È
irlandese, hai anche.. aggiunto Liam.. è bello.. mi piace.. Angel Liam
O’Connor..” rispose lui, continuando a
ridere.
“D’accordo, Angel ..se non ti piace puoi anche dirlo
senza fare tante storie..” ma non riusciva a rimanere seria, forse perché lui la
stava baciando sul collo e il suo respiro caldo, solleticava i centri nervosi, e
non solo quelli. “Dovremo scendere giù dagli altri..” disse ridacchiando e lui
ripose subito “..certo, si.. dovremo” Intanto la baciava ancora sul collo,
mentre le accarezzava i fianchi, finché le rise si spensero e divennero gemiti
di piacere. Pochi attimi ancora, e i loro vestiti volarono via. Fecero l’amore
lì sul divano, ma ancora non era abbastanza. La prese in braccio, e il loro
letto divenne il centro dell’universo. Si amarono a lungo, talvolta le lacrime
rigavano di stupore il loro visi, talvolta la gioia accompagnava i loro respiri
soffusi. Posso amarti senza paura
adesso, mormorò Angel, Non dovrai
andare via mai più.
Infine, dopo molte ore, crollarono stremati ..e mentre
lui ancora stava dentro lei, stingendola fra le sue braccia, affondò il viso fra
i suoi capelli scarmigliati e si addormentò appagato.
Ma il sonno durò poco, Buffy lo scosse e lo chiamò più
volte, con voce carica d’ansia. “Angel? ..Angel, per favore.. No, non dormire,
ti prego, Angel.. non andare via. Angel, resta con
me”
“Sono qui.. sono qui, tranquilla.. non vado da nessuna
parte..” Rotolò su un fianco e la portò con sé, baciandole delicatamente il
mento e la fronte “Non aver paura.. io non ti lascerò mai più
sola..”
Fu in quel momento, che lui divenne completamente
consapevole, di come lei avesse vissuto in tutti quegli anni. L’angoscia che
sentì nella sua voce e che vide nei suoi occhi, furono come un pugno allo
stomaco. “Mi dispiace..” mormorò lei fra le lacrime. “Va tutto bene, piccola..
Va tutto bene.. non è successo nulla. Sto bene ..e poi credo sia ora di salutare
i nostri amici.. hai idea di che ore sono?”
“No, Angel, dico davvero.. sono stata una sciocca ..e
tu devi riposare ..e recuperare, e..”
La baciò con dolcezza infinita “Shhh.. basta adesso,
niente lacrime. Recupero in fretta.. lo sai, è tutto a posto, Buffy ..e anche io
dico davvero”
Si alzò e la trascinò con sé nella doccia. Voleva che
lei scacciasse la paura di quegli anni, lui l’avrebbe aiutata a dimenticare
tutto quel dolore. Davanti allo specchio, per farla ridere, fece il buffone.
“Sto invecchiando.. hai visto? Guarda qui.. ho i
capelli bianchi..”
Lei rise “Adesso non esagerare. Hai giusto due o tre
capelli grigi qui ai lati.. hai solo trentadue anni, dopo
tutto..”
Lui annuì, pensando che quella era un ulteriore prova,
che lui era stato umano da sei anni e non solo da poche ore. Anche se aveva
dormito, il suo corpo era comunque invecchiato. Per chiunque altro, quello
poteva essere un problema, ma per lui era sinonimo di vita. Lui stava
invecchiando perché era vivo. “Ho trentadue anni.. per i miei trentatre, voglio
una gigantesca torta.. e anche le
candeline..”
Mentre si vestivano, Angel sbirciò dalla finestra.
Vide il giardino ben curato, vide un roseto e un buganvillea che cresceva
rigoglioso sui muri. Vide una altalena, e altri giochi sparsi qua e là per le
aiole. Qualcuno dei suoi amici forse si era sposato nel frattempo, e magari
avevano anche dei figli. Sorrise notando il cancello spalancato, lui la notte
prima lo aveva chiuso col lucchetto, ma adesso era felice di vederlo aperto. Si
rese conto, che ancora pensava a quella vita come fosse reale, e sospettò che
sarebbe stato così per sempre. Comunque, per lui era stato sicuramente tutto
reale, compreso suo figlio. Pensò ancora a Connor, era quasi ora di pranzo,
voleva andare al campus con Buffy. Non era stato proprio quello, il suo primo
progetto non appena si era risvegliato?
“Pranziamo fuori..” disse ridendo “Voglio pranzare con
te vicino al laghetto, ti piacerà..” Le sorrise “..e voglio.. voglio.. farti
conoscere una persona.. ti piacerà anche lui, ne sono
certo..”
“Va bene..” Rispose lei, dio.. amava vederlo ridere “..ma non so
se gli altri.. credo che ci siano anche Willow e Oz a pranzo..”
“Willow e Oz? ..ok ..e chi altri?” Angel sentì una
leggera ansia “Chi troverò giù? ..giusto per sapere..”
“Beh, a parte Doyle e Cordy, ci saranno anche Lorne,
Wesley, Fred e Gunn. Stanotte arriveranno anche Giles, Faith e Xander.. e
tutti..” Rise pensando che Cordelia si era sicuramente data da fare al telefono
“..e tutti quelli che hanno avvertito.. credo che ormai abbiamo lanciato
proclami un po’ ovunque..” Poi si fece più seria, ma continuando a sorridere,
disse..
“..inoltre, anche io voglio.. voglio farti conoscere
una persona.. che.. che ti piacerà.. lui ti piacerà sicuramente.. è davvero
speciale..”
“Uhm Uhm.. va bene.. chi è? Un tuo amico?” Chiese
Angel, mentre abbottonava la camicia.
“Si, un amico.. più o meno.. un piccolo, ma grande
amico, certamente speciale..”
Lui sorrise ancora, un immenso ampio sorriso, o così
parve a Buffy. Non riusciva a toglierli gli occhi di dosso. Non riusciva a
credere che lui si muovesse per la stanza, che rispondesse alle sue parole, che
ridesse con lei, che respirasse con lei, che fosse vivo insieme a lei. Percepì
anche la sua comprensibile ansia. Come sempre era stato, lei lo sentiva fin
dentro l’anima.
“Angel? Non devi fingere con me, va bene? È naturale
che ti senti a disagio nel rivedere tutti quanti.. non aver paura di dirmi che hai paura.. non farlo con me. Se
preferisci pranzare fuori con questa persona di cui parli, salutiamo tutti e
usciamo. Loro capiranno, sono persone in gamba.. amici veri. Poi, insieme al mio
piccolo amico, andiamo dove vuoi, mi piace l’idea del laghetto e potrebbe essere
perfetto..”
“Si, ammetto che rivederli mi mette un po’ a disagio,
ma ho anche voglia di riabbracciarli. Mi sono mancati molto, tutti loro.”
Il disagio di Angel era dovuto al fatto, che lui gli
aveva creduti morti e sapeva che ora, poterli riabbracciare, avrebbe portato
altre emozioni, che non era ancora certo di riuscire a
gestire.
“Hai detto che con Cordelia e Doyle siete molto
uniti.. e con gli altri? Va tutto bene?”
“Beh, Doyle e Cordy sono gli unici che ti conoscevano
già da prima, credo sia anche questo che ci ha unito molto, e loro due sono
molto legati a te. Voglio dire, a parte Wesley e gli amici di Sunnydale, tutti
gli altri non ti hanno mai incontrato prima del coma, non sanno neanche che voce
hai. Ma credo che in tutti questi anni, abbiano imparato a volerti bene. Lorne
ha letto la tua aura tante volte e credo che ti adori. Fred e Gunn, beh anche
loro sanno tutto di te..” Rise e Angel pensò che fosse bellissima “..conosci
Cordy, loro sanno tutto di te, perché lei ha ben pensato di informarli, talvolta
dicendo anche quello che non avrebbe dovuto.. ma non sarebbe stata lei.. lo sai,
la conosci bene.. un fatto è certo.. mi hanno aiutato in ogni modo possibile..
tutti quanti, nessuno escluso..”
“Immagino..” rispose Angel, ma ha Buffy non sfuggì il
suo sguardo stranito. “Angel? che c’è?”
“No, non è niente.. solo che.. voglio dire.. io
conosco bene anche Lorne, Fred e Gunn e anche Wesley. Non solo perché l’ho
conosciuto a Sunnydale.. noi siamo stati insieme, fianco a fianco per anni,
prima che..”
“Angel?”
Lui abbassò lo sguardo pentendosi di aver parlato “Non
è niente.. dimentica quello che ho detto..”
“No.. non hai una faccia da ‘niente’.. stai parlando
di qualcosa che per te è molto importante”
“Non so come dirlo, come spiegarlo.. non so come
definire ciò che ho vissuto. Esperienze, credo.. ho vissuto delle esperienze, ma
per me erano estremamente reali. Io ho vissuto una vita intensa, Buffy. Mentre
ero in coma, ho vissuto una mia realtà dove loro erano la mia famiglia.. sono
stati accanto a me per anni. Gli ho visti morire tutti, uno ad uno.. io conosco
Lorne e tutti gli altri.. lo so che tu non crederai, ma quella è stata la mia
vita.. ed è durata dieci anni”
“Dieci anni? Non credo sia una buona idea scendere..
devi parlarmi di questo.. devi dirmi tutto, come posso aiutarti, se non so che
cosa stai vivendo?”
Lui abbassò gli occhi, pensò che forse aveva ragione,
ma non era da lui scappare come un vile. Le sorrise, la prese per mano e aprì la
porta. “Tu devi solo starmi vicino.. e andrà tutto
bene..”
“Angel, non devi farlo se non te la
senti..”
“Conosci Cordy.. lei starà morendo dalla curiosità.. o
scendiamo noi, o verrà lei a buttare giù la porta..” Rispose ridendo. Desiderava
davvero rivedere i suoi amici.
“Molto
divertente..” disse Cordelia, mentre era già a metà scala. Poi corse su, e
abbracciò Angel, che rispose all’abbraccio senza nascondere l’emozione. Cordelia
disse solo “Bentornato” incapace di dire altro. Gli occhi umidi e il labbro che
tremava, lasciavano trasparire tutta la sua commozione. Guardò Buffy,
strizzando
l’occhio
e prese per mano Angel.
“Posso rubartelo solo un
momentino?”
Buffy annuì sorridendo, mentre con la mano scacciava
via una lacrima dal viso. Cordelia ridacchiò e prese per mano anche lei “Guarda
che ho detto solo un momentino? D’accordo, voleva essere una battuta, penso che
ci vorranno mesi, prima di riuscire a parlare con Angel senza
piangere”
Poi lasciò Angel e anche lei portò la mano al viso per
asciugare le lacrime. Angel la stupì, quando la riabbracciò “Ehi? Non essere
stupida adesso.. davvero faccio questo effetto ai miei amici?” Si allontanò da
lei, la prese per mano, e con l’altro braccio circondò le spalle di Buffy,
portandola più vicino a sè. Guardò Cordelia e disse “Sono contento che stai
bene”
Scesero le scale insieme e l’attimo dopo, Angel fu
letteralmente sommerso dall’abbraccio di tutti quanti. Doyle rimase un po’
dietro agli altri. Guardava Angel, ed era incapace di fare o dire qualcosa. Lo
guardava e basta, e mentre stringeva nervosamente le mascelle, tentò di ingoiare
l’emozione. Buffy si avvicinò a lui e lo rassicurò.
“Sta bene, tranquillo. Ora sta molto meglio. Noi..
abbiamo parlato un po’ ..ma c’è ancora tanto da dire. Per ora è meglio non
sommergerlo con troppe domande..”
Doyle annuì e mormorò “È la fine di un incubo” Le
sorrise e disse ancora “Ah.. tua madre era qui fino a pochi minuti fa, ma è
dovuta andare via per non so cosa.. tornerà nel
pomeriggio..”
“Ok” rispose lei, poi entrambi risero sentendo i vari
commenti.
“Ehi, qua la mano, amico.. pensavo che fossi più alto.
Io sono Charles. Charles Gunn.. do una mano a Buffy con i vampiri.. ma sarò felice di affiancare anche
te..”
“Ciao,
Angel. Bentornato. Io, beh, insomma.. io sono Winifred
Burkle.
Fred per gli amici.. lo so che non ci conosciamo, ma sono contenta che tu sia
tornato..”
“Beh, se gli occhi sono lo specchio dell’anima, ciò
che vedo mi piace molto. La tua è davvero splendente. L’anima di un guerriero.
Lasciati abbracciare da Lorne..”
“Noi ci conosciamo già. Sono contento che stai bene.
Credimi, abbiamo consultato mille libri per.. ma non voglio annoiarti, come vedi
sono sempre il solito Wesley..”
Angel rispose all’abbraccio di tutti e ridendo disse
“Ehi? So chi siete, ragazzi.. non c’è bisogno di fare le presentazioni. Ero solo
in coma.. non ho mica perso la memoria..”
Angel non poté vedere lo strano sguardo che, un po’
tutti quanti, si scambiarono fra loro. Era troppo occupato a guardare l’uomo che
stava accanto a Buffy. Non lo vedeva da dieci anni, e fra tutti, lui era l’amico
più caro. Il più amato. La sua morte lo aveva tormentato in tutti quegli anni.
Il Primo soldato a cadere, pensò
Angel. Vederlo lì, accanto a Buffy, sano e salvo, per Angel era un emozione
fortissima. Disse soltanto “Doyle..” incapace di pronunciare altre parole che
avessero senso. Si avvicinarono l’un altro, ed entrambi si abbracciarono in
silenzio.
Un lungo e silenzioso abbraccio, ma erano ben udibili
i singhiozzi soffocati, che tutti e due tentavano di nascondere. Angel riuscì a
dire “Grazie.”
Con le mani chiuse a pugno, Doyle gli batté
affettuosamente il braccio, e mentre scioglieva l’abbraccio, disse “Beh, amico..
credo proprio che tu mi debba una birra”
“Immagino più d’una..” Rispose Angel ridendo, poi
guardò Cordelia. Si stupì del suo silenzio, si sarebbe aspettato una battuta
delle sue, ma dovette convenire, che forse era un po’ cambiata.
Si sedettero tutti intorno al tavolo della grande
cucina. Angel non l’aveva mai vista prima, e sospettò che non fosse l’unica
novità. Li guardò ancora uno ad uno, felice di essere lì con loro. Stanno bene, sembrano sereni, pensò fra
sé, mentre faceva ancora scorrere lo sguardo su ognuno di loro. Buffy si sedette
accanto a lui e gli sfiorò la mano.
“Stai bene?” chiese, con un po’ di
preoccupazione
“Si” rispose lui
sinceramente
Fu accolto dal chiasso gioioso e dal calore della sua
vecchia famiglia. Gli erano mancati tutti, nessuno escluso. Wesley stappò una
bottiglia di spumante e brindarono tutti insieme ad un nuovo inizio. Alla Famiglia, dissero in coro. Lorne
ridacchiò “Purché non sia la mia”.
Fra le risate generali, Angel li osservò ancora. Erano
diversi da come li ricordava. Wesley era ancora il timido ex Osservatore dei
primi tempi. Cordelia, tutto sommato, era ancora spensierata e solare. Gunn,
mostrava più forza e fiducia in sé stesso, rispetto a quando stava alla W&H.
Fred, adorabile come sempre, non aveva certo i capelli blu di Illyria. Lorne,
sempre pronto ad ascoltare tutti, non lo vedeva così sereno da un infinita di
tempo. Alla W&H aveva smesso di sorridere. Angel comprese perché si erano
presentati prima, lo capiva solo adesso. Loro non avevano realmente vissuto con
lui. Pensò che fosse normale trovarli diversi. Nessuno di loro era passato
attraverso quelle esperienze terribili. Doyle era sopravvissuto, Cordelia non
era stata posseduta da Jasmine, Fred non era diventata Illyria, Gunn non
soffriva per il senso di colpa di aver contribuito alla morte di Fred, e Wesley
non aveva sofferto per la perdita della donna che amava. Soprattutto non era
passato attraverso l’inferno del rapimento di
Connor.
Connor.
Angel sentì quel pensiero scoppiargli nel cuore. Il
suo sorriso si spense. Perché lui non era lì? Se nessuno di loro aveva vissuto
quella vita, se tutto era stato solo un sogno, allora Connor non era mai nato.
Per questo al campus nessuno sapeva niente di lui. Suo figlio non era mai
esistito? Perché non l’aveva capito prima? Si alzò e camminò come un automa
verso la hall.
C’è
sempre un pezzo da pagare,
pensò. Ma questo era un prezzo troppo alto. Non poteva accettarlo. Riuscì ad
arrivare alla reception e chinando la testa, si appoggiò al bancone. Rimase
fermo immobile. Poi con un filo di voce, disse a sé
stesso.
Io avevo un figlio.
L’ho perduto un infinità di volte.. e ora l‘ho perso di nuovo.