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Autore: Martina3    26/01/2013    3 recensioni
Jade è una ragazza diciassettenne che, in seguito a una cattiva esperienza, non crede più nell'amore. Sarà, però, un ragazzo con riccioli scuri e occhi turchesi a cambiarle la vita...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò. Era lunedì e la mia voglia di andare a scuola era in qualche modo finita al centro della terra, sulla luna o nello stomaco di un ornitorinco (?). Ripensai al giorno prima e a quanto fossi felice. Non solo per il tempo passato con Harry, ma soprattutto per il fatto di aver fatto pace con Niall. L'appoggio di mio fratello mi era indispensabile ad affrontare meglio le giornate.

Mi trascinai in bagno e poi in cucina. Appena vidi Niall gli sorrisi a trentadue denti e lo abbracciai: «Buongiorno.»

«Buongiorno! Dormito bene?»

Annuii ed aprii il frigo.

«Oggi si torna a scuola, ragazza, si rimettono i piedi per terra.», fece il finto saggio.

«Si si lo so...»

«Non ne sono proprio convinto. Sicura che Harry non ti distragga troppo?»

Lo guardai perplessa: «Niall?»

«Sì?»

«Sembri la nonna Madlene.»

Rise: «Ehi! Non è vero!»

«E invece sì!»

«No!»

«Sì!», ci mettemmo a giocare come due bambini, il che non ci dispiaceva affatto. Mio fratello era la persona che amavo di più al mondo, dopo tutti, anche dopo Harry.

 

Arrivai a scuola e fui letteralmente assalita da Ellen: «Jade! Che fine hai fatto? Non rispondi al telefono, non stai a casa...»

Sì, forse avevo un po' trascurato tutto ciò che non riguardava Harry: «Ciao Elly. Devo raccontarti un sacco di cose.»

«Direi! Sei stata fuori dal mondo per due giorni, non vorrai mica non parlarmene!»

«Bhe... ti ricordi di Harry?»

«Il riccio figone con il sorriso da attacco epilettico e gli occhi profondi come un pozzo senza fondo?Quello che si è portato a letto la prima bionda fregandosene altamente di te? Sì, me lo ricordo.», Ellen sapeva essere davvero logorroica. Cercai di non pensare troppo a quello che aveva detto: «Ecco. Io e lui possiamo definirci... compagni? Frequentanti?»

«Sisisi, voglio i dettagli fai presto.», a volte avevo l'impressione che Ellen avesse ingoiato una radiolina. Parlava, parlava velocissima.

E così iniziai a raccontarle ogni momento passato con lui e fui interrotta soltanto dalla campanella della prima ora. Ma non fece una grande differenza, dato che durante la lezione non ascoltammo una parola di quello che diceva la professoressa. Quando alla fine della quinta Elly mi guardò e mi disse: «Amica mia, così mi piaci proprio. Finalmente ti vedo sorridere, distrarti...»

«Già. Ma il mio rendimento scolastico sta andando a rotoli, Ellen, non va bene.»

«Massì, sei brava, recupererai. Ora sei ancora nella fase “unicorni ed arcobaleni”, quando passerà ci penserai.»

«No, forse tu non hai capito. Io devo finirla con questi... unicorni, io devo-assolutamente-avere-quel-diploma. E' chiaro?»

«Bella, alza le chiappe che stasera usciamo. E tu inviti il tuo belloccio. Uscita a quattro. Vengo a casa tua alle sette e ti sistemo per bene.»

 

Alle sette, mai stata così puntuale, Ellen era sotto casa mia. La mattina non mi aveva lasciato nemmeno contestare, ma in fondo così era l'unico modo per spronarmi. La feci salire: «Allora, pronta?», era tutta ben acconciata e truccata. La guardai, era proprio una bella ragazza, Elly, e per la prima volta mi preoccupai di essere io quella più appariscente.

Sospirai: «Fammi nuova.», risi e andammo in camera mia. Prima di iniziare, Ellen si assicurò che le tende fossero tirate: «Non si sa mai.», mi fece l'occhiolino.

«Bene, iniziamo. Piastra, forcine, lacca, fascetta, maschera e retina, per ora. “Iniziamo bene”, pensai. Mi piazzò davanti allo specchio: «Sta' ferma e tra poco sarai uno splendore.». Sorrisi, guardandomi allo specchio. Ci stavo prendendo gusto: «Dove andiamo stasera?»

«In un posto fichissimo.», rispose spazzolandomi i capelli castani.

«Interessante. Posso sapere precisamente dove?»

«Zitta, che sono impegnata.», mi disse con in bocca una forcina.

 

«Et voilà.», Ellen mi fece fare una giravolta sulla sedia con le ruote e quando mi ritrovai davanti allo specchio rimasi senza fiato: «Elly, sei la mia fata turchina.», mi alzai e le diedi un forte abbraccio. «Sei bellissima, Jade.», mi sorrise e mi fece segno di riguardarmi bene.

Dovevo ammettere che non sembravo nemmeno io. Non ero truccata molto sugli occhi, ma due carnose labbra rosse spiccavano sul volto chiaro. I capelli scendevano in un onda scura sulla schiena. Feci un giro e la gonna del vestito di pizzo blu si alzò lievemente.

«Direi che ora manca solo la carrozza, i cavalli e il cocchiere. E il principe naturalmente.»

Risi: «Cosa facciamo ancora qui?»

 

 

Harry Pov

Poche ore prima Jade mi aveva chiamato per un'”uscita a quattro” con la sua amica Ellen e il suo ragazzo. Nonostante fosse passato un solo giorno dall'ultimo momento passato con lei non vedevo l'ora di rivederla. Guardai l'orologio uscii di casa. Pochi istanti dopo mi si bloccò il fiato. Mi trovai davanti a due ragazze, entrambe bellissime, ma solo una attirò magicamente la mia attenzione. Due occhi blu erano contornati da lunghe ciglia nere. Le labbra rosse facevano contrasto con la pelle diafana delle guance. I lunghi capelli scuri la facevano sembrare Biancaneve in un mondo fantastico. Mi venne in contro, ma io rimanevo a guardarla come un'idiota e mi portò alla realtà solo la sua risata: «Finiscila, Harry, mi metti in imbarazzo!»

Le presi la mano e l'abbracciai: «Sei magnifica.», mi resi conto di non poterla baciare, o sarei finito col sembrare un clown.

Poi salutai anche Ellen e lei mi strizzò l'occhio. Risi: «Bhe, se il vostro intento era quello di farmi rimanere stucco, sappiate che la cosa è riuscita.»

«E' tutto meritò suo.», scherzò Jade indicando Elly.

L'amica le diede una pacca sulla spalla: «Scherzi?»

Ci avviammo verso il locale che Ellen ci teneva nascosto. Lì ci avrebbe aspettati Mark, il suo ragazzo. Gli avevo già parlato ed ero sicuro che avremmo passato una piacevole serata.

«Ellen? Quanto manca? Mi hai piazzato su un tacco dieci e pretendi che io scammelli per tanto?»

«Harry, ti prego, educa questa ragazza. Fallo per me.»

Obbedii: «Chi bella vuole apparir, un po' di mal deve soffrir...», le cinsi un fianco.

«Comunque siamo quasi arrivati. Giriamo l'angolo e siamo lì.»

Finalmente per Jade arrivammo al ristorante. Era un posto davvero incantevole, con un giardino sul retro vecchio stile. Salutammo Mark, che ci aveva aspettati al tavolo.

Fu quando posammo le giacche sull'appendiabiti che mi sentii mancare. Jade indossava un vestito di pizzo blu attillato e un paio di scarpe dai tacchi vertiginosi di vernice dello stesso colore. Per un attimo rimanemmo soli io e Ellen e trattenendo il fiato dissi: «Dimmi come hai fatto. Ti prego, dimmelo.», espirai con una mano sullo stomaco.

«E' bella, eh?», mi diede una gomitata.

«Bella è a dir poco...»

«Tranquillo, poi avrete tutta la notte per voi.», tornò al tavolo, senza lasciarmi obiettare. Non volevo che pensasse che ero il classico ragazzo che andava in fibrillazione per due tette o un bel sedere. Io sapevo andare al di là di tutto ciò, guardavo dentro ad una persona, nel suo cuore; è vero, Jade quella sera era mozzafiato, ma di certo non era quello il motivo per cui ero incondizionatamente innamorato di lei.

 

Era mezzanotte e mezza ed eravamo tutti un po' brilli. Tra una risata e l'altra avevamo reso quella sera davvero fantastica. Avremmo fatto una passeggiata per digerire tra le strade del nostro quartiere.

 

«Buonanotte, e grazie di tutto, ragazzi.»

«Grazie a voi, assolutamente da rifare.»

Ci salutammo ed io e Harry ci trovammo sotto casa nostra mano nella mano. Sapevo che sarebbe arrivato quel momento: «E ora?», sorrisi maliziosa.

«E ora...», sospirò stringendomi forte, «si va a dormire.»

Mi feci seria. Ci ero rimasta davvero male: «Bhe, buonanotte.», sciolsi l'abbraccio, ma prima che me ne andassi mi prese di nuovo per mano e mi ristrinse a sé, ridendo: «Credi davvero che io ti lasci andare stanotte?»

«Ehi! Io c'ero cascata in pieno!»

«Lo so, è per questo che te l'ho detto.», si avvicinò con le labbra.

«Meriti una punizione, lo sai vero?»

«Me l'aspettavo, sì.»

«Bene.»

«Illuminami.»

«Devo pensarci.», non feci a tempo a finire che mi ritrovai in braccio suo: «Sei matto?!»

«Sssh.», giunse alla porta della sua palazzina: «Prendi le chiavi, sono in questa tasca.», presi le chiavi dalla sua giacca e mi sporsi un po' per aprire la porta. Lui la richiuse e salì le scale.

«Che intenzioni hai?», passai le mani fra i suoi riccioli.

«Brutte intenzioni.», fece il vocione da bad boy.

«Quanto brutte?»

«Tanto brutte.»

Aprii anche la porta dell'appartamento ed entrammo. Mi fece scendere e mise le sue mani sul mio viso e mi baciò. Quando lo faceva mi ritrovavo magicamente in un universo parallelo. Quando poi lo vidi scoppiai a ridere: «Dovresti vederti, Harry.», aveva le labbra tutte rosse per il mio rossetto.

«Cosa fai, mi sfidi?», mi riprese in braccio e si diresse verso la camera.

 

 

Ciao bellissime! Ecco il nuovo capitolo :)

Scusate se aggiorno a distanza di tanto tempo, ma ho poco tempo...

Marti xx

 

 

  
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