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Autore: Illly    26/01/2013    2 recensioni
Come può Katniss affrontare la solitudine che la guerra le ha scavato attorno? Come può anche solo pensare di poter essere felice? Di credere in qualcosa, quando non riesce a dare credito neppure a ciò che vede? La risposta è lì, davanti ai suoi occhi. Ha gli occhi azzurri e ricci capelli biondi.
La storia di due ragazzi a cui non rimane nessuno a cui voler bene, tranne l'altro.
Riusciranno ad accettarsi? Avranno ciò che desiderano?
Buona lettura...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Insieme

Come promesso... a Coral, che odia Harry Potter,
adora Hunger Games,
 mi sostiene.
Ile


Respiro. Finalmente respiro. Quel peso opprimente, soffocante, che schiacciava i miei polmoni ricordandomi ciò che con disperazione cercavo di dimenticare, ora si è allentato. Si è allentato e lui è qui. Alzo la testa e lo osservo. Gli occhi chiari, i riccioli biondi, le mani calde. Con sorpresa mi ritrovo a pensare che Peeta è bello.

Una bellezza delicata, percettibile solo con uno sguardo attento. Una bellezza che deve essere studiata perché fatta di particolari, spontanea. Potrei perdere ore studiando il suo volto, per percepire tutte le cose che, con sguardi frettolosi e poco attenti, avevo tralasciato durante tutti quegli anni in cui credevo di conoscerlo.

Anche lui mi osserva e io mi specchio nei suoi occhi azzurri, quasi sollevata. E lì, nel suo sguardo, capisco come lui mi consideri una persona diversa da quella che io reputo di essere. Vedo ancora una speranza brillare in fondo ai suoi occhi, una speranza per lui, per noi.

E continuo a chiedermi, con grande sorpresa, come sia possibile. Una risposta affiora nella mia mente con facilità: lui è molto più forte di me. Davanti a così tante afflizioni ha ancora qualcosa a cui aggrapparsi, ma la cosa più stupefacente è che io faccia parte di quel qualcosa.

E allora capisco. Il fatto che lui sia indispensabile alla mia sopravvivenza vale anche al contrario. Mi si mozza il fiato quando intuisco che anche io sono indispensabile a lui. Lui mi scruta, attento, incuriosito dal mio comportamento. Sembra quasi che voglia leggermi il pensiero, tanto è profonda la sua espressione.

Penso però che lui non abbia bisogno di leggere la mia mente per riuscire a capire cosa vi passa attraverso. Lui è così bravo a capirlo che non ne ha nessun bisogno. Un’altra ondata di sollievo mi attraversa: lui è qui per me, non sono più sola. Gli sorrido, un sorriso pieno, quasi felice.

Peeta fa lo stesso, ma in lui vedo un’allegria vera e reale, soddisfatta. In poco tempo noto come lo spazio tra i nostri volti sia diminuito, mentre noi, inconsapevoli, ci studiavamo a vicenda. Sembra troppo facile avvicinarmi ancora, finché non riesco più a distinguere i contorni del suo viso, chiudendo gli occhi.

Ho solo il tempo di sentire le mie labbra sfiorare le sue, quando, rabbrividendo, Peeta si allontana da me bruscamente. “Non posso, Katniss, non posso...” sussurra, quasi inudibile. Rabbrividisco anch’io, spaventata. Sentendomi smarrita senza le sue braccia che mi avvolgono, lo guardo, confusa.

A pochi passi da me Peeta sta combattendo la sua battaglia personale: la testa china, i pugni stretti e gli occhi chiusi, tremante. Non so cosa fare, cosa dire, come comportarmi. Reprimo l’istinto di abbracciarlo ma, incerta, allungo una mano per toccargli il braccio, sperando che possa aiutarlo, anche se nel modo più insignificante che esista.

Quello che mi sorprende è, poco dopo, sentire le sue dita scorrere sulle mie per stringerle con vigore, come una barca si aggrappa alla sua ancora in un giorno di tempesta. Restituisco la sua stretta, afflitta di potergli offrire solo questo.

Minuti interminabili passano: io, angosciata e immobile e Peeta, al mio fianco, scosso da forti tremiti. Poi, lentamente, Peeta riapre gli occhi e capisco che il peggio è passato. Lo guardo e, potente, ritorna in me una sensazione così familiare che sospiro. Rivederlo così, indifeso e stanco, ha risvegliato in me l’istinto di volerlo proteggere.

Ma sono impotente, non posso fare nulla per aiutarlo, nulla. Mi viene da piangere per la frustrazione, e rimbomba ancora nella mia testa quella domanda che mi sono posta così spesso: perché a me? A noi? Perché la follia di pochi uomini deve rovinare tante vite innocenti?

Mi sfugge un singhiozzo e Peeta è di nuovo vicino a me. “Insieme...” mormora. Sollevo uno sguardo interrogativo verso di lui, ma lui si avvicina di nuovo e sussurra: “Vedrai Katniss. Ce la faremo. Insieme.”




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Note dell'autrice

Care lettrici, ecco un nuovo capitolo dopo una lunghissima assenza. Mi dispiace di non aver potuto aggiornare prima ma gli esami universitari non perdonano... . In ogni caso, vi propongo un capitolo piuttosto statico ma molto importante: finalmente  anche Peeta inizia a rivelarsi autonomamente, non solo attraverso i pensieri di Katniss. Vi prometto che il prossimo sarà più movimentato. E ora i ringraziamenti: un grazie a Coral e a Valentina_P che mi stanno seguendo fin dal primo capitolo e spero non smetteranno di farlo, il solito grazie a Chris, sempre presente quando ho bisogno di lui e un grande ringraziamento va a voi che leggete e avete recensito, e a che deciderà di farlo in seguito. Grazie davvero, mi rendete davvero felice.


Ile
  
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