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Autore: Lady of the Circus    26/01/2013    2 recensioni
Tutti conoscamo le viciende della Compagnia dell' anello. E se alla compagnia si aggiungesse un altro membro? E se questo membro fosse una ragazza "allieva" di Aragorn? E se questa ragazza fosse di razza sconosciuta? Spero di avervi incuriosito un minimo, vi lascio alla lettura ;)
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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IV. la compagnia dell’ anello 

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Il luogo dove si teneva la riunione era un cortile circolare circondato da un fila di colonne come fossero guardiani, molto luminoso come tutti i luoghi di Gran Burrone, al centro del cortile era situato un altare di pietra. Re Elrond parlò per primo alzandosi in piedi e mostrandosi in tutta al sua imponenza
«Stranieri di remoti paesi, amici di vecchia data. Siete stati convocati per rispondere alla minaccia di Mordor. La Terra di Mezzo è sull'orlo della distruzione, nessuno può sfuggire. O vi unirete o crollerete. Ogni razza è obbligata a questo fato, a questa sorte drammatica. Porta qui l'Anello, Frodo.» disse schietto, non era il momento di perder tempo in convenevoli inutili. Il piccolo Hobbit avanzò titubante sentendosi gli occhi di tutti addosso, la sua razza non era abituata a questo genere di attenzioni. Posò l’ anello al centro dell’ altare esitando solo un secondo prima di tornare al posto. Tutti i presenti seguirono i gesti del mezzuomo con estrema attenzione. Avevano difronte a loro il mistico anello… non l’ anello ma l’ Anello. Occhi incantati e spaventati erano fissi su quel semplice cerchietto d’ oro, rapiti della sua terrificante bellezza e semplicità.
«Allora è vero» sussurrò più a se stesso un uomo con lo stemma di Gondor. «Questo è un dono. Un dono ai nemici di Mordor. Perché non usare l'Anello? A lungo mio padre, Sovrintendente di Gondor, ha tenuto le forze di Mordor a bada. Grazie al sangue del nostro popolo, tutte le vostre terre sono rimaste al sicuro. Date a Gondor l'arma del nemico. Usiamola contro di lui!» propose animandosi.
«Non potete servirvene, nessuno di noi può. L'Unico Anello risponde soltanto a Sauron, non ha altri padroni.» rispose Grampasso tranquillo, Boromir ,così si chiamava l’ uomo, non era a conoscenza del potere del’ anello, della sua storia e del suo potere… no anzi, Potere. Boromir guardò quasi con odio il ramingo, chi era costui per controbatterlo?
« E cosa ne sa un Ramingo di questa faccenda?» gli chiese stizzito. In quel momento un elfo si alzò dal suo posto infuriato come se l’ offesa fosse rivolta a lui.
« Non è un semplice Ramingo. Lui è Aragorn, figlio di Arathorn, si deve a lui la vostra alleanza.» disse. Boromir passò lo sguardo sorpreso dall’ elfo al ramingo.
« Aragorn? Questo è l'erede di Isildur?» chiese incredulo.
«Ed erede al trono di Gondor.» aggiunse l’ elfo. Aragorn era il suo più caro amico, avrebbe fatto tutto per difenderlo soprattutto se non ci pensava lui stesso. Il ramingo gli fece segno di sedersi chiedendoglielo in elfico. Lo sguardo del gondoriano si fece cupo: suo padre era il sovrintendente, se questo Aragorn avesse ereditato il trono lui e suo padre sarebbero stati privati del loro potere…
«Gondor non ha un re. A Gondor non serve un re» sibilò tornando al suo posto.
«Ha ragione Aragorn. Non possiamo servircene.» intervenne Gandalf «Non esiste altra scelta, l'Anello deve essere distrutto» completò il re degli elfi, era inutile tentennare alla ricerca di altre soluzioni: quella era la via da prendere. Tutti i presenti si guardarono tra di loro in attesa di qualcosa, o forse di niente. Un nano si alzò in piedi: la sua razza non era mai stata nota per la sua pazienza.
«Allora cosa aspettiamo!» tuonò con voce roca scagliando con potenza la sua pesante ascia sull’ Anello. L’ arma si infranse in mille pezzi come un sogno al mattino. Al centro dell’ altare l’ Anello stava immobile, perfettamente intatto come sbeffeggiasse tutti i presenti.
«L'Anello non può essere distrutto qui, Gimli figlio di Gloin, qualunque sia l'arte che noi possediamo. L'Anello fu forgiato tra le fiamme del monte Fato e solo lì può essere annientato. Dev'essere condotto nel paese di Mordor e va ributtato nel baratro infuocato da cui è venuto. Uno di voi deve farlo.» disse il re degli elfi con la sua solita calma.
«Non si entra con facilità a Mordor: i suoi cancelli neri sono sorvegliati da più che meri orchi. Lì c'è il male che non dorme mai e il grande Occhio è sempre all'erta. È una landa desolata, squassata da fiamme, cenere e polvere. L'aria stessa che si respira è un'esalazione velenosa. Neanche con diecimila uomini sarebbe possibile, è una follia.» ribatté il gondoriano. Alcuni avrebbero potuto considerarlo codardo, no, la sua non era codardia, la sua era Paura.
«Non avete sentito ciò che ha detto re Elrond? L'Anello deve essere distrutto!» disse l’ elfo di prima scattando nuovamente in piedi, il suo era uno spirito giovane e combattivo e spesso si buttava in imprese più grandi di lui, sebbene avesse qualche secolo si poteva definire un ragazzo di venti anni per la sua innata capacità di cacciarsi nei guai. Il nano dalla barba rossa che prima aveva tentato di distruggere l’ Anello scattò in piedi sfigurando al confronto dell’ altezza dell’ elfo.
«E suppongo che pensi che sarai tu a farlo!» tuonò. Anche il gondoriano scattò in piedi
«E se falliamo, cosa accadrà? Cosa accadrà quando Sauron si riprenderà ciò che è suo?»
«Sarò morto prima di vedere l'Anello nelle mani di un elfo! Nessuno si fida di un elfo!» riprese Gimli. Questa frase fece scattare come furie gli altri elfi che sedevano al fianco del biondo, difendendolo. Questo scaturì la furia degli altri nani, poi nella discussione si intromisero anche gli uomini e Gandalf che tentava in vano di sbollire gli spiriti e di farli ragionare. In tutta quella confusione il piccolo Hobbit si ritrovò a fissare l’ anello, c’ era qualcosa di diverso, qualcosa che si muoveva all’ interno dell’ oro, qualcosa di oscuro, spaventoso e… tremendamente attraente. Frodo sentì una voce cupa che gli rimbombava nelle orecchie, ora il fracasso della discussione era diventato un lieve brusio: la voce dell’ anello la sovrastava. Cominciava ad essere insopportabile, la testa gli scoppiava e gli occhi bruciavano, si sentiva incredibilmente stanco. Tentò di distogliere lo sguardo ma questo lo attirava e lo ipnotizzava, voleva distaccare gli occhi ma la sua volontà non era abbastanza forte. Mai gli fu più difficile chiudere gli occhi e quando vide il buio delle palpebre calate si sentiva lo Hobbit più felice della Terra di Mezzo.
In quel momento capì che la soluzione era nelle sue mani, non sapeva perché ma aveva addosso un senso di responsabilità che lo costringeva a fare quella scelta
«Lo porterò io!» provò a dire ancora un po’ titubante, felice che ancora nessuno l’ avesse sentito. Cosa fai? Non hai idea di quale guaio ti stai cacciando, Frodo torna in te! Sei solo un piccolo Hobbit, non puoi cambiare niente Non ci fu niente da fare, le sue labbra e la sua gola ora mai parlavano da sole, ripeterono la frase di prima, più forte, in modo che la sentissero tutti. Gandalf si voltò lentamente e lo guardò triste, i suoi occhi vecchi gli chiedono di tacere, di rimanere al suo posto. Frodo non ci badò e continuò
«solo… non conosco la strada» gli occhi cerulei dello Hobbit si spostarono sul vecchio mago chiedendogli aiuto. Gandalf sorrise amaro
«Ti aiuterò a portare questo fardello, Frodo Baggins, finché dovrai portarlo.» gli disse posando una mano sulla sua spalla. Grampasso guardò Frodo ammirato, lo raggiunse e si chinò alla sua altezza
«Se con la mia vita o la mia morte riuscirò a proteggerti, io lo farò. Hai la mia spada.» annunciò in tono grave. Lo Hobbit venne raggiunto anche da Legolas, l’elfo biondo
«E hai il mio arco»
«E la mia ascia» tuonò il nano affiancandosi all’ elfo che lo superava di almeno due braccia. Boromir si affiancò alla compagnia giurando la fedeltà di Gondor. Sembrava che la compagnia fosse al completo… no, non senza Sam che sbucò da un cespuglio
«Ehi! Padron Frodo non si muoverà senza di me» disse affiancandosi al suo amico. Re Elrond lo guardò scettico
«No, certo, è quasi impossibile separarvi. Anche quando lui viene convocato ad un consiglio segreto e tu non lo sei.» disse.
« Ehi! Veniamo anche noi! Dovrete mandarci a casa legati in un sacco per fermarci» affermarono Merry e Pipino sbucando da dietro delle colonne ed affiancandosi a loro volta all’ amico.
«Comunque, ci vogliono persone intelligenti per questo genere di... missioni. Ricerche. Cose» Sorrise Pipino. Merry lo guardò con un sopracciglio alzato
«Ma così ti autoescludi Pipino» gli disse sogghignando. Frodo sorrise, per lo meno il loro viaggio sarebbe stato divertente.
«Nove compagni. E sia! Voi sarete la Compagnia dell'Anello» disse con tono mistico il re degli elfi (probabilmente era in vena di nomi XD N.d.a.)
«Grandioso!» esclamò Pipino «Dov'è che andiamo?»
 
Erano partiti da un po’ ed Aragorn non aveva spiccicato parola, qualcosa lo crucciava ma l’ amico elfo non sapeva dire bene cosa. Era una preoccupazione cupa, profonda, che gli oscurava lo sguardo. Legolas avvicinò il suo cavallo bianco a quello baio dell’ amico.
«Cosa ti preoccupa Aragorn?» gli chiese con tono gentile. L’ uomo gli sorrise
«Dimmi Legolas, le tue orecchie da elfo non avvertono niente?» gli chiese. L’ elfo non capiva, cosa aveva in mente? Tese l’ orecchio appuntito
«… niente… solo la voce della foresta.» Lo sguardo di Aragorn si vece più cupo di prima e sulla sua fronte si disegnò una sottile ruga di preoccupazione. Perché non gli voleva rivelare i suoi problemi, si erano sempre confidati ed ora lui non parlava
«Mantenete il passo» li chiamò la voce vecchia di Gandalf. Aragorn fece schioccare la lingua ed il suo cavallo affrettò il passo. Legolas rimase ancora un po’ indietro cercando di capire il perché di quel comportamento schivo. Tese ancora l’ orecchio, forse sarebbe riuscito a capire… Questa volta avvertì qualcosa, uno scalpiccio di zoccoli in lontananza, precipitosi ed affrettati, un galoppo ben tenuto e veloce, sicuramente quello era un ottimo cavallo. Si avvicinava sempre di più, ora però erano tre cavalli, due avevano un galoppo con falcate piccole e frequenti. L’ elfo raggiunse l’ amico
«Aragorn ho sentito qualcosa, credo che ci stiano seguendo.» disse allarmato. L’ uomo lo guardò sorridendo
«Quanti sono?»
«Tre»
«Perfetto!» esclamò soddisfatto voltando il cavallo. «Gandalf! Io e Legolas ci fermiamo, vi raggiungeremo in seguito!» strillò al vecchio che apriva la fila. Il mago annuì «E sia, ma se non vi vediamo tornare entro una decina di minuti vi torniamo a prendere» gli rispose mentre gli altri membri della compagnia spostavano la testa da Gandalf ad Aragorn, tutti coordinati come fossero ad un balletto. Il vecchio mago portò avanti la compagnia lasciando Aragorn e Legolas soli.
«Che stai facendo?» chiese Legolas sorpreso vedendo Aragorn spostarsi al lato della strada e fermare il cavallo.
«Aspetto» rispose lui con ovvietà, l’ elfo lo guardò sconcertato
«Cosa succede?» chiese alzando lievemente la voce, quell’ uomo ed i suoi misteri riuscivano ad irritarlo non poco.
«Attendi e vedrai» gli rispose sogghignando il ramingo, per conto suo si divertiva nel vedere l’ amico elfo sperso e confuso perdere di tanto in tanto le staffe. Il suono si avvicinava sempre di più, li stavano per aggiungere, Legolas mise mano all’ arco ma Aragorn lo trattenne scuotendo lievemente la testa. Ora anche un orecchio umano poteva sentire il tremore del terreno sotto gli zoccoli possenti di un cavallo ed ecco comparire all’ orizzonte l’ animale. Aragorn fece un largo sorriso notando la faccia confusa di Legolas. Accadde tutto in un attimo, dall’ andaluso nero scese in un balzo una ragazza, l’ elfo non fece in tempo a vederla che si nascose dieto il cavallo di Aragorn senza che lui facesse niente, solo pochi secondi dopo arrivarono due guardie di Gran Burrone
«Avete visto passare una ragazza a cavallo?» chiesero notando i due, Legolas stava per rispondere ma Aragorn lo precedette.
 «No, non è passato nessuno di qui.» disse tranquillo. Le guardie si guardarono sorprese
«Sarà tornata indietro, muoviamoci!» detto questo i due spronarono i cavalli nella direzione opposta  e solo quando furono scomparsi all’ orizzonte Aragorn parlò
«Puoi uscire ora» Finalmente l’ elfo poté vedere meglio la ragazza. Quello che lo colpì particolarmente, fatta eccezione della benda, furono i due giganteschi occhi del colore del muschio che gli ricordava il colore dei suoi boschi.
«Sei in ritardo» la rimproverò Aragorn con aria eccessivamente seria. La ragazza abbassò lo sguardo solo un secondo prima di alzare il mento fiera con un sorrisino malandrino sul volto.
«Dipende dai punti di vista, per me sei tu in anticipo» Aragorn si sciolse in un sorriso. Legolas tossicchiò per mostrare la sua presenza, la ragazza lo guardò storto appena notò le sue orecchie a punta… che tipa strana.
«Fiàin, ti presento Legolas. Legolas, Fiàin» l’ elfo sorrise cordiale. Al contrario la smorfia della ragazza era a dir poco ostile. L’ elfo si trovava un po’ a disagio, guardò l’ amico come per chiedergli aiuto ma lui distolse lo sguardo divertito.
«Dal momento che il tuo cavallo è scappato credo che avrai bisogno di un passaggio.» osò Legolas per mostrarsi amichevole, la ragazza gli voltò le spalle ostinata.
«La mia cavalla non mi abbandona mai…e anche se fosse preferirei andare a piedi che stare vicino ad un elfo» disse secca, poi fece un lungo fischio e fu subito raggiunta da Gaith che si era fermata solo qualche metro più avanti. La ragazza ci salì con un balzo e si affiancò ad Aragorn.
«I grimaldelli che mi hai procurato facevano pena, per questo ci ho messo più tempo.» commentò con aria arrogante
Legolas si avvicinò all’ orecchio del ramingo
«Starà con noi per tutto il viaggio?» chiese un po’ preoccupato l’ elfo. Quella ragazza non le stava molto simpatica, era carina ma niente più. Aragorn sorrise divertito. «Credo proprio di sì amico mio, credo proprio di sì» 

Chiedo perdono per la lunga assenza ma la mia connessione ha deciso di farsi odiare, Eccomi con un nuovo capitolo: la mitica scena del consiglio mi ha prosciugato l' anima e non è venuto niente di decente lo stesso... Il disegno stavolta è totalmente a mano perchè non ho trovato il tempo di colorarlo, magari lo modificherò in seguito. ditemi che ne pensate
  
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