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Autore: MrMurkrow    26/01/2013    3 recensioni
"Il presente è imperfetto se è possibile cambiarlo."
Siamo al Capitolo 23: "La Massima Forma di Fiducia + ...???"
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jack Of Spades'
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Un paio di chiarimenti e aggiornamenti. Ho fatto una fatica immane a scrivere questo capitolo, non potete immaginare quante volte ho sbagliato tra prima e terza persona, talmente ero abituato con il flashback sui Sacrificabili xD. In secondo luogo i dialoghi, ce ne sono a tonnellate! Mi è riuscito difficilissimo rendere tutto interessante, ma erano fondamentali per continuare la storia, spero che non ammoscino troppo l’atmosfera. Terza cosa: lo sapete bene, io sono uno che sa far parlare bene le pistole, ma quando si tratta di “altre cose” (Batticuori e affini, ci siamo capiti) sono un povero pirla xD. Nonostante tutto l’impegno che ci ho messo, mi pare che “quella” parte sia una delle cose meno riuscite che io abbia mai scritto, insomma, non aspettatevi chissà cosa, potreste rimanerci male. Dulcis in fundo, eh mica tanto, è doveroso dire che mancano due o tre capitoli alla fine dell’avventura, dipende da come deciderò di ripartirli. Niente, questo era praticamente tutto, spero che, nonostante la mia mancanza di bravura in certe scene, il capitolo vi piaccia e ci risentiamo prestissimo :D!
 
 
 
CAPITOLO 19: Solo per i suoi occhi
 
 
"Oh, there ain't no rest for the wicked, 
Money don't grow on trees. 
I got bills to pay, 
I got mouths to feed, 
There ain't nothing in this world for free. 
I know I can't slow down, 
I can't hold back, 
Though you know, I wish I could. 
No there ain't no rest for the wicked, 
Until we close our eyes for good"

 
“Il mio cuore è un cacciatore solitario che caccia su una collina solitaria.” -William Sharp
 
“Che ci fai quaggiù?”, gli domandò Jack con tono un po’ seccato,
“Facevo due passi”, rispose il Drell, noto col nome di Thane Krios.
-Si. E la marmotta fa la cioccolata-, si ritrovò a pensare,
Il Drell mossè qualche passo per avvicinarsi al tavolo da lavoro su cui stava armeggiando il Quarian, “Vedo che ti sei dato da fare….Bella spada”
Per un momento il Quarian non capì a che si riferisse, poi volse lo sguardo sul tavolo e notò una spada, quasi del tutto completa, che stava tra le sue mani.
-Zangetsu?!...Ma come è possibil……Ah, ho capito. Ti sei dato da fare mentre non c’ero….Eh Squartatore?-
Giurò poi di aver sentito una fievole risata provenire dal centro del suo cervello, maligna e perfida. La scacciò via e si mise a guardare l’affilatezza della lama. Era perfetta. La lama scintillava alla piccola luce posta sul tavolo come una stella nel firmamento. Bilanciata, precisa e letale, proprio come deve essere una spada.
“Mi chiedevo..”, continuò Thane, “Perché sei qui?”
“Per il tuo stesso motivo Drell. Aiuto Shepard nel compiere la sua impresa”
“Tu menti”, asserì Krios, “Non sei qui per aiutare il comandante. Non sei qui per fare la cosa giusta. Tantomeno sei qui per una ricompensa, dato che non ve ne è alcuna. Sei qui per un maldispostio senso di affetto nei confronti della Quarian”
“E se così fosse?”, Jack si alzò dal tavolo, Zangetsu tra le mani, per affrontare Thane faccia a faccia, “Ciò ti crea disturbo?”
“No, assolutamente, ma tutti in questa nave, anche se per motivi differenti, sentono davvero l’importanza di tale missione…..A te non importa alcunché del nostro viaggio o del perché lo facciamo…..Tu hai la vista offuscata e limitata da cose che ti impediscono di vedere il vero pericolo che fronteggiamo”
Era come se la Zangetsu si sentisse offesa da certe affermazioni, a Jack non importava molto dell’opinione di un Drell che conosceva di fama da sempre e di persona da poche ore, ma la spada…..ooooh se era arrabbiata.
“Davvero? Io credo che quello con le idee offuscate qui sia tu. Un Drell morente con un’ideologia priva di fondamenti logici e contradditoria vorrebbe darmi lezioni di vita? Fammi un favore…Tieni le tue stronzate per te!”
Lo spostò con una spallata e fece per dirigersi fuori dal hangar, ma Thane riprese:
“La sindrome di Kepral colpisce i miei polmoni, non il mio sistema nervoso. La mia ideologia è corretta”
Quelle parole furono musica per la Zangetsu che sussultò in una lievissima scossa elettrica che percorse tutto il corpo della spada avvitandosi due volte attorno ad essa per poi andare a finire sulla punta della pericolosissima arma bianca.
“Davvero? Allora spiegami una cosa. Tu affermi che sei solo uno strumento e che è la tua arma ad uccidere il tuo bersaglio, giusto? Ebbene, spiegami……..era l’arma che ha eliminato gli assassini di tua moglie? Vedi, perché mi risulta che ti sia preso il tuo tempo con quei bastardi quando li hai ritrovati…….La pistola per caso non voleva fare il suo lavoro? Oppure c’è dell’altro dietro?”
“Quello era diverso”, sembrava tranquillo, ma era più che ovvio che avevo toccato una nota dolente,
“No! Non è diverso. O la  tua ideologia è sbagliata oppure è corretta. Non c’è via di mezzo!”, Jack si avvicinava, minaccioso, a piccoli passi verso il suo interlocutore,
“Era diverso”, stabile nelle proprie posizioni, Thane cominciò a vacillare. Jack doveva aver innescato il ricordo nella memoria di Thane. Memoria eidetica. Stupida debolezza Drell.
“Ammettilo! Anche tu hai la mente offuscata, amico mio. Sei un essere vivente come tutti noi, li sottò c’è un cuore, non un orologio. Hai ucciso gli assassini di tua moglie per vendetta. Ti sei preso il tempo di torturarli perché volevi vedere che soffrissero. Li odiavi e volevi vederli supplicare per la loro misera e patetica vita prima di strappargli il cuore dal petto!.......Ammettilo!”
Thane riaprì gli occhi, dopo aver rivissuto quegli attimi appena descrittigli da Jack. Si ritrovò la lama della Zangetsu attaccata al collo. Non ebbe paura ed, anzi, rispose con assoluta naturalità.
“Hai ragione…..Non posso nasconderlo”
“Interessante”, affermò il Quarian allontanando la lama dall’agiugulare, “Tu non temi la morte….anzi la accogli. Di tutti quelli che ho ucciso, nemmeno uno è rimasto impassibile dinanzi alle mie lame pronte ad eliminarli…..Thane Krioss…..mi ricorderò di te……ho come il sospetto che il nostro confronto non termini qui”
Jack rinfoderò la Zangetsu e si diresse all’ascensore, ma, prima che le porte si chiudessero, rivolse un ultima frase a Thane, che, nel frattempo, lo guardava impassibile.
“Ah….dimenticavo, saluti da Razor”
Quel nome, pronunciato così all’improvviso, gettò altra benzina sul fuoco. Il Drell avrebbe voluto raggiungerlo e domandarmi come conoscevo il suo amico Turian, ma le porte dell’ascensore si chiusero troncando in maniera brutale l’incontro.
L’ascensore si muoveva in modo inusitatamente lento. Il gioco stava diventando pesante. La presenza della Zangetsu era un chiaro segnale d’allarme ed anche la discussione con Thane, che non era andata affatto bene, era la prova della presenza di un grosso problema. Stava per ammazzarlo. Lo avrebbe fatto. Si è salvato solo perché ha sollevato la curiosità di Jack. Perde terreno ogni giorno, non sa più nemmeno se questo sia il suo corpo o quello dello Squartatore. La presenza della lama lo rinvigorisce. Gli da forza su di lui. Lo vuole manipolare. Deve stare attento, perdere il controllo ora sarebbe alquanto deleterio.
 
 
Diversi minuto dopo……
 
Shepard se ne stava a consultare un mucchio di rapporti e scartoffie varie sul suo computer. La comodità di avere una propria stanza a volte lo infastidiva parecchio. Solo da bambino aveva avuto una camera tutta sua, poi, entrato nell’Alleanza, aveva dimenticato certe comodità. Aveva imparato a condividere spazio piccoli quanto e più di un monolocale con tre o quattro commilitoni. Nella vita militare di un soldato difficilmente si ha a disposizione una stanza grande, o comoda, come quella della Normandy per riposare. Gli mancava il chiacchiericcio di una seconda o terza persona all’interno della stanza con cui esternare le proprie opinioni o discutere sul più e del meno. Certo, avrebbe potuto benissimo uscire da quella stanza e girovagare per la nave a discutere con i suoi compagni, ma ciò non avrebbe riempito comunque la stanza quando sarebbe ritornato. E di sicuro non poteva invitare qualcuno a rimanere li dentro, sarebbe parso…..beh, diciamo pure “strano”.
Leggere rapporti lo annoiava ed irritava allo stesso tempo. C’erano i classici documenti chilometrici di Mordin Solus, i quali erano ripieni di dettagli medici ed analisi chimiche talmente particolareggiate che il buon comandante, benché avesse ricevuto un istruzione più che eccellente al campo d’addestramento N7, non poteva comprendere. Vi erano poi i dettagli sull’efficienza, sull’aumento di potenza, sull’usura e sulla manutenzione da effettuare sulle armi della Normandy inviategli da quel figlio di buona Turian di Garrus Vakarian, talvolta Shepard si trovava a pensare se e quando Garrus avrebbe mai terminato quelle dannate calibrazioni, ma poi riconosceva che, senza il suo supporto, il cannone primario avrebbe sicuramente smesso di fare il suo dovere. I soliti tristi e scialbi rapporti di Miranda Lawson sull’economia della nave, a Shepard sembrava che quella donna fosse troppo legata ai soldi, diamine, Cerberus aveva speso miliardi per riportarlo in vita ed ora lei voleva economizzare pure sul caffè, mettendo una bella nota in rosso a piè pagina a riguardo. I rapporti di IDA, invece, la ripecchiavano a pieno, frasi brevi e coincise esattamente come uno si immagina si esprima un computer, strapieni di noiosissimi dettagli sulla velocità drop-in drop-out dei byte nei sistemi collegati al grosso calcolatore centrale, che poi è il suo cervello. A Shepard non era stata inculcata una grossa conoscenza a livello informatico, così si appoggiava sempre a qualche programma prefabbricato oppure, se c’era la possibilità, a qualche compagno più esperto di lui in materia, ad esempio Tali, ma non è che ci volesse chi sa chi per superare il comandante in questa branchia di scienza. Shepard era il tipico uomo che, se il computer non faceva quello che lui voleva, avrebbe tirato un pugno al monitor se non fosse che ormai la stragrande maggioranza delle immagini erano proiezioni olografiche poste su reticoli di sostegno. Non che la scienza non lo appassionasse, difatti aveva nozioni piuttosto alte di fisica, matematica e chimica, ma, paragonato ai suoi compagni di viaggio, appariva come un completo ignorante e, talvolta, se ne vergognava. Per questo amava chiacchierare con Garrus, entrambi avevano una passione per le armi e, con il mestiere che facevano, ne sapevano di più su quelle che su qualunque altro campo dello scibile. I rapporti che più gli interessavano, infatti, erano quelli di Jacob Taylor, in cui si analizzava lo stato di tutte le armi a bordo e Shepard amava perdersi nei dettagli descrittivi di ogni parte dei vari strumenti di morte che si portava a bordo. Infine c’era il rapporto sull’efficienza dei motori e del resto dei componenti meccaniche essenziali della Normandy che gli mandavano i tecnici Kenneth Donnelly e Gabriella Daniels, ragazzi volenterosi e molto intelligenti, ma che, soprattutto, scrivevano i rapporti in modo che il comandante non dovesse perderci troppo tempo su di essi, ma ugualmente completi e dettagliati. Infine vi erano i rapporti esterni di Cerberus: colonie umane distrutte, rotte dei Collettori, conteggio dei caduti, file audio di SOS, immagini di tali attacchi e tantissime altre informazioni che non facevano altro che sottolineare la gravità della situazione. Shepard emise uno sbuffo chiudendo il terminale e si mise ad osservare il soffitto, braccia incrociate dietro il collo e gambe appoggiate sul tavolo. Si ricordò che tra circa 3 ore avrebbero raggiunto il luogo della prossima missione. Ritornò al suo breve colloquio con Jack avvenuto un paio d’ore prima, non era riuscito a ricavare nulla da lui. Nessun informazione personale, nessun informazione riguardo alla sua famiglia, alle sue ambizioni, alle sue idee o qualunque altra cosa. Quel Quarian era un dannato mistero. Non ci sarebbe andato giù pesante, d’altronde era ricercato da Cerberus e forse non si sentiva molto a suo agio nelle fauci del leone, gli avrebbe concesso ancora un po’ di tempo prima di ritentare un secondo approccio. Tuttavia il comandante cercò di formare un piccolo quadro di quello che aveva su di lui, ripercorrendo con la memoria ogni dettaglio che poteva ricordare. In molti gli avevano detto che aveva buona memoria, non era certo eidetica come quella di Thane o di Mordin, ma comunque ricordava dettagli che molto spesso ad altri sfuggivano. Garrus gli aveva ripetuto spesso che sarebbe stato un buon investigatore se avesse intrapreso una carriera di poliziotto e, Shepard doveva ammetterlo a se stesso, effettivamente possedeva un intuito davvero notevole. Rimuginò un poco, poi chiuse gli occhi e fece apparire nella sua testa l’immagine oggetto dei suoi pensieri.
-Dunque…vediamo che cosa posso trarre da te-
Il primo pensiero fu rivolto, quasi a voler sottolineare il suo interessamento verso certi tipi di oggetti, al fucile di precisione M200 CheyTac Intervention. Era di sicuro un dettaglio che saltava subito all’occhio. Era un fucile appartenente al secolo precedente e veramente in pochi avrebbero fatto affidamento su tale arma. La manutenzione richiesta per tale tipo di arma richiedeva conoscenze molto elevate sul tipo di fabbricazione dell’arma nel XX secolo, cosa che ormai nessuno, se non collezionisti o nostalgici, aveva più. Il Quarian era troppo giovane per essere un collezionista e troppo esperto per essere un semplice nostalgico, inoltre le conoscenze per la riparazione e l’utilizzo di tale arma si erano ormai praticamente perse….quindi come faceva Jack a conoscere a menadito le procedure giuste, tanto da poter anche modificare l’arma per renderla performante contro l’armamentario avanzato del periodo attuale? Un Quarian difficilmente poteva procurarsi tali informazioni, soprattutto in virtù del fatto che le ultime conoscenze potevano essere solo custodite su vetusi manuali su carta stampata, cosa ancora più difficile da recuperare delle informazioni stesse. I libri erano ormai merce rara e in molti erano custoditi in biblioteche estremamente protette e ciò rendeva impossibile per un Quarian, vista la fama di ladri di cui godevano, avvicinarsi a tali luoghi. Questo portava alla conclusione più logica e scontata possibile: qualcuno gli aveva insegnato ciò che serviva….ma chi? Come già accennato, queste informazioni erano note a pochissimi ormai e Shepard dubitava fortemente che qualcuno avrebbe condivizo certe informazioni con un alieno. Ciò poneva Shepard dinanzi ad un punto morto, poteva restringere il campo a veterani di tali specie di fucili di precisione, ma era sicuro che non avrebbe trovato alcun tipo di collegamento tra Jack e questi signori.
Shepard distolse i  suoi pensieri da quelle idee e portò la sua attenzione all’aspetto esterno del nostro. C’erano due cose che non quadravano a vederlo così a prima vista: il lungo cappotto nero e i vari stemmi posti su di esso e sulla corazza. Il cappotto era forse il dettaglio meno interessante, il lungo capo d’abbigliamento serviva a celare la sua presenza agli altri e ad agire furtivo nelle ombre. Shepard, in effetti, non trovò affatto male l’utilizzo che il Quarian faceva dell’indumento, sotto di esso infatti si potevano nascondere armi e quant’altro utile per l’autodifesa…..ma la cosa che lo colpì di più erano i segni di usura e di identificazione dell’abito. In primis vi erano diverse parti segnate dalle disavventure che Jack aveva dovuto trovarsi a vivere, niente di strano quindi che fosse un po’ usurato, ma il tessuto doveva essere di un materiale parecchio resistente. Difatti, si notavano alcuni segni di bruciature nella parte bassa dell’abito, esse erano contornate da un piccolo alone blu che ne identificava le proprietà ignifughe, solo alte sorgenti di calore potevano penetrare tali contromisure. Il dettaglio in se era molto rilevante, pochissimi abiti sono fatti in modo che risultino ignifughi, poiché, di contro, è difficile riuscire a mantenere pulito il capo e soprattutto in via del fatto che donare tale proprietà all’indumento lo rendeva parecchio costoso. Quindi il cappotto era rubato? Probabile…..oppure no? Shepard si ricordò che alcune divisioni speciali di varie specie erano solite creare indumenti specifici, per certi tipi di missione, ai loro soldati, che quell’indumento provenisse da una fornitura militare? Era un ipotesi un po’ azzardata, in quanto certi tipi di cose erano ben sorvegliate, soprattutto per il fatto che si trattava di materiale militare realizzato non in serie, ma solo quando ne occorreva la necessità. Anche questo binario, quindi, risultava morto. Shepard avrebbe potuto venire a conoscenza dei fornitori, ma i nomi dei destinatari non erano certo impressi su ogni capo ed, in ogni caso, molti si sarebbero rifiutati di fare nomi riguardo ai loro clienti. La sola cosa sicura era il fatto che quell’abito non era di fabbricazione Quarian, ne tantomeno ne erano loro i destinatari giacchè gli abitanti della Flotta Migrante non possedevano una divisione speciale per missioni ad alto rischio.
Abbandonando anche questa pista, Shepard si rivolse agli stemmi posti sulla corazza e sul cappotto. –Sacrificabili-, il comandante non aveva mai sentito parlare di un gruppo operazioni speciali con quel nome. D’altronde poteva essere semplicemente uno stemma strappato ad un caduto di quel gruppo, ma ciò riduceva a zero il significato del resto degli stemmi perciò il comandante accantonò subito tale idea. Si soffermò sui loro contorni, essi erano cuciti col laser e in posizioni studiate, sicuramente era impossibile che si trovassero tutti sull’indumento nello stesso momento quando Jack aveva preso il cappotto, dovevano essere stati aggiunti, ciò implicava che il Quarian aveva avuto esperienze in squadre d’azione, quali e a chi facevano riferimento era praticamente impossibile da determinare. Escludendo quelle ufficiali, rimanevano gruppi di piccolo conto o bande di malviventi delle peggio città che si creavano i loro simboli, e questa poteva essere una soluzione, oppure potevano ricondurre a gruppi mercenari, cosa assolutamente da non scartare, inoltre dei mercenari non avrebbero buttato via gente che poteva tenere in mano un fucile anche semplicemente per usarla come carne da cannone. Almeno questa strada sembrava portare a qualcosa, anche se Shepard non era a conoscenza di gruppi di mercenari con quel nome. Il secondo stemma, quello col corvo ad ali spiegate in procinto di effettuare un assalto e con la scritta in rilievo –Raven’s Nest-, pareva il più “ufficiale”. Il dettaglio forse più interessante era il fatto che delle lettere fossero state strappate dal simbolo stesso, i contorni sembravano intuire che ci fosse stata in  precedenza almeno una N nello stemma, ma di più era impossibile trarre. Poteva benissimo essere un altro simbolo di un gruppo mercenario, ma a Shepard non pareva che Jack fosse tipo da stare troppo a lungo in mezzo a gentaglia del genere, così ritornò sull’idea di ufficialità, benché portasse a conclusioni poco logiche. Difatti, pensare che fosse effettivamente un simbolo di una vera squadra d’assalto, imponeva che Jack aveva avuto trascorsi in operazioni speciali di alto livello, ma giacchè questo tipo di gruppi erano composte da membri della stessa specie, e ricordandoci che stiamo parlando di un Quarian, pareva assolutamente utopistico l’idea di una squadra operazioni speciali Quarian o comunque che ci fosse un membro di tale gruppo che fosse di specie differente dagli altri compagni. Dovunque si andasse a parare si sbatteva contro il muro dell’impossibilità di tali avvenimenti. Un vuoto grande come un pianeta si frapponeva fra il comandante e la verità. In ultimo vi erano i due stemmi JOS e JTR. Sicuramente erano acronimi di due identificativi, il primo era facilmente riconducibile al nome con cui il Quarian si faceva chiamare: Jack Of Spades (Jack di Picche appunto), ma l’altro? La J poteva sempre stare per Jack, ma la T e R per cosa potevano stare? Qui l’unica era andare a tentativi, ma le combinazioni apparivano assai ardue da configurare, così restrinse il campo a tutto ciò che poteva seguire al nome Jack. Rimurginandoci su non gli veniva in mente niente, ma poi ebbè l’illuminazione, era come quel vecchio reboot cinematografico che aveva visto tempo fa, JTR: Jack The Ripper (Jack lo Squartatore), il regista aveva nominato così il suo film in omaggio del capolavoro dei fratelli Hughes e dello scrittore Alan Moore. Beh, anche se Shepard aveva trovato un presunto significato, non voleva dire che fosse necessariamente vero, ma era pure vero che non gli venivano in mente altre combinazioni vincenti come quella, benché non avesse la minima idea di cosa significassero quei due nomi, semplici appellativi…..o nascondevano qualcosa di più?
Guardando il quadro generale appariva chiaro che c’erano enormi lacune dappertutto, ma il comandante non se le fece pesare, decise che avrebbe riempito il puzzle più in là con il prossimo dialogo con Jack.
Un piccolo bip della porta lo riportò alla realtà, qualcuno chiedeva di poter entrare. Shepard si rimise composto sul tavolo e diede l’autorizzazione alla porta dell’apertura. Davanti all’uscio si presentò Tali’Zorah Vas Neema che chiese, un po’ timida come al solito:
“Disturbo comandante?”
Shepard fu felice di rivederla, d’altronde aveva reclutato nuovamente nel suo equipaggio una vecchia amica ed era più che disposto a chiacchierare con lei.
“Assolutamente Tali. Anzi, ti ringrazio, sai bene quanto detesti ammuffire sulle scartoffie. Ma vieni pure qui a sederti”
La Quarian si fece avanti piano guardando l’interno della stanza con molta curiosità, soprattutto l’acquario.
“Così adesso collezioni anche pesci? Non ti bastavano tutti quei modellini la dietro?”, rise,
“Sono un uomo dai mille hobby Tali. E poi c’è ben poco da collezionare, gli esemplari me li spedisce tutti Cerberus, così che non abbia neanche il divertimento di andare a cercarmeli da solo per negozi o su extranet. Vogliono che rimanga vigile sulla missione, insomma mi vogliono pronto ed annoiato a morte”
“Fa piacere vedere che Cerberus non ti abbia deviato la mente Shepard”, affermò la Quarian prendendo posto a sedere su una sedia posta dinanzi al comandante,
“Speravo che avessimo superato questo punto Tali”, disse il comandante un po’ rabbuito,
“Si, lo abbiamo passato….ma sai….fa bene constatarlo di persona”
Tali rimase un po’ a fissare i pesci che sguazzavano da una parte all’altra dell’aquario per addentare il cibo che il distributore automatico lanciava per tutta la vasca. Quei piccoli esserini vivevano nella loro piccola bolla felice, rimpinzati di cibo e senza preoccupazioni, mentre milioni di vite erano in pericolo per tutta la Galassia.
“Ad ogni modo, c’è qualcosa che volevi chiedermi Tali?”, fece il comandante riportandola con i piedi per terra,
“Per la verità volevo solo ringraziarti per avermi dato l’opportunità di tornare sulla Normandy, ma anche per aver fatto salire Jack a bordo, non credevo avresti approvato”
“Non c’è assolutamente niente di cui tu debba ringraziarmi Tali, semmai sono io a ringraziarti per esserti unita a me in questa nuova impresa che ci attende….e per quanto riguarda Jack, mi fido del tuo giudizio, quindi sono sicuro che potrà rendersi utile”
“Non ti deluderà Shepard. Forse è un po’ troppo misterioso a volte, ma è un gran soldato oltre che un buon amico”
“Beh, lo dovrà essere dato che alla prossima missione verrà con me nella squadra da sbarco”
“Vuoi metterlo alla prova?”
“E’ un brutto modo di dirlo, ma in sostanza si. Spero che si levi presto l’alone di mistero che lo circonda, mi piacerebbe sapere qualcosa di più sul suo conto”
“Garrus dovrebbe smettere di stuzzicare il tuo lato da poliziotto, detto così sembrerebbe che ogni volta che parli con qualcuno tu gli voglia fare il terzo grado”, disse a metà tra il rimprovero e l’ironico Tali,
“Beh Tali, devi ammettere che in lui ci sono parecchie cose che stonano….e poi non è assolutamente vero quello che dici! Se le persone non si parlano come fanno a conoscersi?”
“Touchè comandante….e così che dite voi vero?”, chiese alquanto imbarazzata e sbagliando la pronuncia della parola in modo vistoso,
“Non esattamente Tali”, si ritrovò a ridacchiare Shepard scuotendo la testa.
Il resto del tempo lo trascorsero a chiacchierare di vecchi ricordi. Tra una risata e un dibattito di opinioni, il tempo trascorse piacevolmente e velocemente in quella camera, finalmente ripiena di tutte quelle cose che al comandante mancavano. Mancava poco ormai al raggiungimento della destinazione, così Tali si alzò per congedarsi e andare a fare un ultima verifica ai motori e alle corazze della nave. Però, quando si girò sull’uscio per salutare, Shepard aggiunse:
“Tali…..riguardo a quella cosa……è tutto apposto?”
“Al”, gli rispose lei chiamandolo col diminutivo del suo nome, “E’ passata una marea di tempo. Non devi preoccuparti più. Sto bene”, e se ne andò senza aggiungere altro.
Shepard si ritrovò a pensare se non avesse fatto una stupidata a chiedere una cosa del genere, ma il danno, se c’era stato, era fatto. A volte si chiedeva come Tali potesse ancora volergli bene dopo tanto dolore. Si impose di lasciar perdere ogni pensiero riguardo a quella vicenda e ordinò a IDA di convocare tutti i membri della squadra nel sala riunioni per un briefing sulla missione.
 
Un ora e quattordici minuti prima dell’arrivo alla destinazione prefissata……
 
Sala mensa della SR-2 Normandy
 
“…..Se mi permette di dissentire su questo suo punto dottore, vorrei dire che le tesi sui gravitoni sono più attuali che mai”, affermò Jack,
“Non sono d’accordo. Bosoni. Mesoni. Queste sono particelle effettive. Impotizzare gravità come particelle è privo di significato e antirazionale”, obbiettò Mordin Solus, fermo nelle sue posizioni,
“Dicevano così anche dei fotoni e dei fenomeni fotoelettrici, ma poi sappiamo tutti come andata a finire no?”
“Ma essi avevano natura tangibile. Risultati avvallati da esperimenti. Gravitoni no. Non sono tangibili e gravità funziona come forza di marea. Risaputo e confermato”, il dottore muoveva freneticamente le mani e bocca mentre parlava, a Jack ricordava fin troppo da vicino il buon Bum Bum,
“Un suo collega era fermamente convinto del contrario sa”, disse il nostro riferendosi al suo vecchio compagno,
“Miei colleghi sciocchi a sostenere certe cose. Dovrebbero vergognarsi. Mie idee e quella di resto di Galassia corrette”
“Ma è una caratteristica di voi Salarian essere così altezzosi? Dovreste apprezzare e rispettare le idee di altri, invece che elevarvi a conoscitori supremi di tali argomenti”, sbottò Jack,
“Mie idee corrette. No vie di mezzo”, continuò Mordin Solus, “Dottoressa Lawson, lei che ne pensa?”
“A mio malgrado sono d’accordo con lei dottor Solus”, ammise Miranda Lawson,
“Grazie”, sorrise il Salarian, allargando le braccia compiaciuto,
“Tuttavia”, continuò la donna, “Devo concordare col Quarian riguardo all’attitudine di voi Salarian. Gli umani ed altre specie si sono spesso mostrate in grado di farvi mangiare la polvere dottore”
“Non pensavo che avrei ricevuto l’appoggio di un membro di Cerberus”, ammise impressionato Jack, “Grazie dottoressa”
“E io non mi sarei aspettato un Quarian con conoscenze di così alto livello”, rispose acida quella,
“C’è sempre da imparare dottoressa”, rise Jack,
“Possiamo parlare d’altro?”, disse seccato Jacob Taylor facendo cadere il cucchiaio nel proprio piatto pieno di una indescrivibile brodaglia, “Tutta questa scienza mi fa andare di traverso il pranzo!”
“Jacob, dovresti stare più attento a questi discorsi invece! Impareresti qualcosa oltre che a sparare”, lo redarguì la Lawson puntandogli minacciosa un dito contro,
“Io, personalmente, mi trovo d’accordo con faccia scura”, disse Zaeed Massani facendo scivolare lentamente la soluzione acquosa dal suo cucchiaio fin dentro la sbobba propinatagli dal cuoco, “Già questa brodaglia fa schifo, in più se vi mettete voi a farcela andare di traverso riempiendoci la testa di queste scemenze….”
“E va bene”, disse Jack, “Dottore, mi sa che dovremo rimandare la nostra discussione alla prossima”
“Ma certo! Sempre lieto di discutere con qualcuno competente, quasi, quanto me in materia”, rispose il Salarian,
Incredibile a dirsi, ma Jack era riuscito ad ammiccarsi le simpatie dei suoi nuovi compagni di viaggio in poco più di due ore. Aveva conosciuto Mordin Solus, Salarian che gli pareva il gemello sputato di Bum Bum; Miranda Lawson, scienziata di Cerberus che aveva collaborato con Kravinov al progetto Lazarus; Jacob Taylor, altro impiegato di Cerberus che si occupava del lavoro in armeria; Zaeed Massani, mercenario famoso per aver fondato i Soli Blu; Samara, potente Justicar Asari dalle ferree leggi morali; Grunt, il “Krogan perfetto” creato in provetta da uno dei pochi scienziati Krogan rimasti; Kasumi Goto, ladra professionista molto abile nel saper agire di soppiatto; una biotica con lo stesso nome del nostro, Jack, assai violenta, perciò per evitare casini davanti a lei lo chiameranno tutti Picche; infine Thane Krios, abile assassini Drell con cui aveva già avuto un primo incontro/scontro verbale andando poi ad aggiustare il tiro in quel secondo momento, scusandosi con lui per il comportamento non proprio fine con cui si erano lasciati.
“Tutto l’equipaggio da sbarco si diriga in sala conferenze. Il comandante vi attende per il briefing sulla missione”
Ah già, c’era anche IDA, l’intelligena artificiale della Normandy. Simpatica e disponibile, per quanto potesse esserlo un’IA, ma a volte troppo curiosa.
“Bene! Spero che Shepard mi porti con se stavolta”, sbottò Zaeed, “Ho proprio voglia di sparare a qualcuno”
“Da quando non hai voglia di farlo?”, lo imbeccò Garrus, alzandosi dal tavolo,
“Molto divertente lucertolone. Mooolto divertente”, ribattè quello alzandogli il dito medio.
Non credo che Garrus sapesse veramente il significato di quel gesto, probabilmente capiva solo che era un’offesa, ma lasciò correre. Indubbiamente i componenti dell’equipaggio di Shepard erano alquanto singolari, oltre che variegati. Due membri di Cerberus, una biotica pelata e seminuda, un soldato Turian rinnegato con mezza faccia asportata da un missile, un mercenario con più innesti di un frigorifero, un assassino Drell con polmoni d’acciaio, un Krogan desideroso di sangue manco fosse Dracula in persona, una ladra degna di Lupin III, un Salarian dalle strane abitudini canterine, una Justicar che fa concorrenza a Matusalemme e, dulcis in fundo, un Quarian con la sindrome del Dottor Jekyll e Mister Hyde, tutti capitanati da un comandante che avrebbe fatto la felicità del Dottor Frankenstein. Insomma, una bella combriccola, ci mancavano solo un contrabbandiere che guida un’astronave capace di fare il giro di Kessel in meno di dodici parsec, un mostro peloso alto due metri e mezzo, un robot dorato e un cassonetto bianco-blu con le ruote e avremmo potuto aprire un circo o girare un film.
Ci facemmo trovare nella sala pochi minuti più tardi, poi quando arrivò anche Shepard iniziò il briefing.
“Signori, sarò breve e coinciso”, disse il comandante piuttosto turbato, “L’Uomo Misterioso mi ha inviato delle coordinate i cui potremo trovare un relitto di Razziatore. Dobbiamo entrarci per recuperare il dispositivo IFF che i Razziatori, e i Collettori per associazione, utilizzano per passare attraverso il portale di Omega 4 e rimanerne indenni. Questa sarà una missione ad alto rischio, mi aspetto forte resistenza inquanto una squadra Cerberus che era li prima di noi non ha più fatto ritorno. Ormai siamo molto vicini alla nostra meta finale e, se troveremo l’IFF, potremo completare gli ultimi preparativi per passare attraverso il portale e farla vedere a quei bastardi. Domande?”
Nessuno emise un fiato. Certo, andare sopra un Razziatore non era nella lista di cose da fare di nessuno immagino. Neanche in quella di Jack che pensava di essere esente di seguire il comandante in quella scampagnata pomeridiana…..purtroppo per lui la fortuna gli aveva girato le spalle.
“Dunque, avrò bisogna di un tecnico e di uno specialista. Mordin, tu sarai il primo membro della squadra sbarco, va bene?”
“Non sarò certo io a tirarmi indietro comandante”, sentenziò il Salarian,
“Come secondo compagno invece vorrei…..”, disse Shepard mentre guardava i volti di tutti i presenti.
-Non me! Non me! Non me!-, gridò nella sua testa Jack,
“….ma si, Jack di Picche! Tu sarai dei nostri. Sono curioso di vederti in azione”
Dopo aver offeso nei peggiori modi possibili la malasorte, Jack si rivolse a Shepard sarcastico:
“Ottimo. Avevo proprio in programma di fare una bella visita guidata ad un Razziatore oggi. Il flash si potrà usare?”
Shepard rispose severo, “Spero che non farai spirito se verremo attaccati”,
“Comandante stiamo per effettuare le manovre d’aggancio al relitto del Razziatore”, lo informò una voce dall’interfono,
“Bene Joker. Continua pure. Io e la mia squadra ci stiamo preparando” e così i tre si diressero a prendere le loro attrezzature.
 
“And here we go again. Another day in the eye of the storm”
 
“Ti ho mai detto che ti odio?”, disse Jack, rivolto a Tali, mentre appoggiava il suo cappotto nero nell’armadietto messogli a disposizione da Shepard per tenere le sue cose,
“No…..ma che ho fatto per meritarmi questo sentimento?”, chiese rattristata la Quarian,
“Tali! Era sarcasmo. Non prendere sul serio ogni sillaba che mi esce di bocca”, così disse il nostro quasi in un rimprovero,
“Ah…e allora che intendevi dire con quell’affermazione?”,
“Beh, diciamo che avrei voluto riposarmi almeno per dodici ore prima di ributtarmi nella mischia e poi mi ricordo che sei stata tu ad insistere affinchè io fossi qui”
Jack chiuse l’armadio, andò a ricontrollare il suo Intervention e a prendere qualche clip termica e proiettili.
“Mi spiace che sei finito in questa situazione a causa mia e……”, cercò di discolparsi la Quarian mentre si sfregava convulsamente le mani,
“Tali….Sarcasmo, sarcasmo”, ripetè Jack, interrompendola, mentre caricava un proiettile in canna, “Sono qui perché me lo hai chiesto tu e se non ne fossi stato felice, o interessato alla tua incolumità, di certo non avrei messo piede su questa nave, non trovi?”
A Tali fece piacere di sapere che Jack non la odiava, per un secondo ci aveva davvero pensato seriamente.
“Senti Jack….Quando torni, dovrei chiederti alcune cose”
“Sarò come un libro aperto per te! Potrai chiedermi anche di quella volta che…..a pensarci bene quella non sarebbe una bella cosa da raccontare…Comunque si, risponderò ad ogni tuo quesito”
Mordin Solus si avvicinò rapido e disse: “Comandante ci chiama. Sarà meglio andare”
“Confermo dottore”, asserì Jack con un rapido moviemento della testa, “Ci vediamo dopo allora”, disse salutando l’amica.
 
La nave fu percorsa, in quel momento da alcuni violenti, scossoni che a momenti ci fecero perdere l’equilibrio per sbatterci la faccia rovinosamente sul paviemento della nave.
“Cosa succede Joker?!”, gli domandò il comandante, reggendosi sulla poltrona di comando del pilota,
“Faccio del mio meglio! Ci sono raffiche di vento solare a 500 km/h e la gravità non aiuta granchè”, disse Joker mentre muoveva freneticamente le dita sulle varie icone di comando della nave poste sul luminoso pannello di controllo.
“Il radar segnala una nave Geth agganciata al Razziatore comandante”, affermò il pilota mentre indicava la navetta come punto luminoso verde su uno dei tanti schermi aperti dinanzi a lui.
“Almeno sappiamo che fine ha fatta la squadra di Cerberus”, disse il comandante con aria di uno che non avrebbe certo perso il sonno per quel fatto.
La Normandy volò attraverso la densa atmosfera rossiccia che le stava attorno, tremando continuamente per le forti raffiche causate dalle tempeste magnetiche provenienti dalla stella sottostante, ma poi tutto finì all’improvviso. Le scosse cessarono e tutto apparve tranquillo. La cosa era indubbiamente sospetta.
“Che è successo?”, chiese Jack portandosi vicino ai due uomini in cabina di pilotaggio,
“Campi di forza del Razziatore ancora attivi. Ne abbiamo appena superato il perimetro”, sentenziò Joker digitando qualche comando agli stabilizzatori frontali,
“Pardon comandante…..ma questo non significa che quella cosa è ancora viva?”, Jack aveva ragione, se c’era energia per i campi di forza, forse c’era energia anche per qualcos’altro,
Shepard non rispose, si limitò a guardare gli schermi e poi ripose tutta la sua fiducia nelle mani esperte del suo pilota, “Joker, avvicinati con cautela. L’ultima cosa che voglio è che la Normandy venga distrutta un‘altra volta”
“E io pago! Direbbe l’Uomo Misterioso. Eh comandante?”, disse sarcasticamente il pilota, poi si rivolse all’intelligenza artificiale della nave, “IDA. Prepara corazze e armi. Meglio essere pronti a qualsiasi evenienza”
“Subito signor Moreau”, affermò l’IA, facendo comparire la sua immagine di facciata violacea su un terminale alla sinistra di Joker.
Jack non aveva mai visto un Razziatore prima. Oh si, aveva visto le foto e i filmati della Sovereign, ma non era affatto preparato a vedere uno di quei cosi dal vivo. Quando la Normandy uscì da una gigantesca nuvola gassosa rossiccia, ecco che gli apparve il Mostro in tutta la sua imponenza. Lungo almeno due chilometri, l’enorme mostro di metallo si mostrava immobile e maestoso nella sua imponenza. Dai toni blu-violacei quell’immensa nave spaziale se ne stava lì, congelata, come qualcuno che ha fatto trenta chilometri di corsa ed ha avuto un infarto che lo ha lasciato bloccato al suolo. Fluttuava nello spazio senza meta, quell’enorme gigante di cui solo le leggende ci descrivono l’aspetto, ma nessuna leggenda rendeva giustizia alla spaventosa figura che Jack aveva dinanzi agli occhi. Diverse parti di metallo  galleggiavano attorno ad esso, e anch’egli sembrava ridotto piuttosto male. Chi sa che nome portava quel Titano Galattico, ogni Razziatore contava di un nome proprio o veniva dato solo ai più meritevoli? Domande sciocche da porsi in quei momenti, ma era solo una delle mille altre che si accavallavano nella parte del cervello di Jack contrassegnata come -Area Scientifica-. Era davvero morto? Quei campi di forza che generava dovevano pure essere alimentati da qualcosa, ma forse l’energia non bastava per renderlo dinuovo funzionante. Questo essere, se così poteva essere definito, era come un Dio morto che sogna ancora. Mostrava evidenti segni di laser ed esplosioni, la teoria più probabile era che fosse stato colpito da una fonte di energia talemente forte da averlo destabilizzato e da avergli disintegrato la sua fonte primaria di sostentamento energetico.
“Che ne pensi?”, gli chiese Shepard comparendo al suo fianco, “Impressionato?”
“Si, devo ammetere di essere piuttosto colpito dal nostro amichetto li fuori”, asserì Jack non trovando parole migliori per descrivere lo spettacolo che aveva dinanzi agli occhi,
“Beh, questo comunque ci dice che non sono invincibili. Possono essere eliminati, morire se si può usare il termine con esseri come loro”, sentenziò Shepard incrociando le braccia al petto, sicuro,
“Affinchè la gente smetta di credere in Dio, basta ferirlo…..e chiunque o qualunque cosa sia riuscito a mettere a tacere i cannoni di quella bestia li fuori, beh, ha fatto decisamente di meglio”, disse lievemente preoccupato Jack.
Mentre i raggi luminosi si infrangevano contro la corazza del Razziatore, la Normandy si appresto ad attraccare sul quell’imponente -Can che dorme- per fare entrare la squadra all’interno e andare a cercare ciò per cui erano venuti. Mentre si dirigevano alla porta d’accesso, iniziarono ad estrarre le armi: Shepard aveva con se un Vindicator a munizioni incendiarie, un pistola pesante Carnifex, un fucile a pompa Claymore e una tonnellata di granate. Non c’era da stupirsi di ciò. Shepard era un soldato comune come tanti, anche dopo la sua resurrezione non aveva voluto impianti che gli permettessero di usare poteri biotici o altre diavolerie. Il comandante era uno che faceva affidamento sulle sue sole forze, sulla sua esperienza e sulla qualità delle sue armi, per questo si voleva portare dietro l’arma giusta per ogni situazione e Jack, che era esattamente come lui più una tuta esterna che -guai a bucarsi!-, era felice di non avere a che fare con uno spocchioso biotico che si vantava delle sue abilità speciali con tutto e con tutti. Jack, per controbilanciare il suo superiore, aveva portato con se una M-5 Phalanx, il suo fucile di precisione M200 CheyTac Intervention e la sua Zangetsu. Aveva provato a lasciarla indietro, ma una specie di forza magnetica gli impediva di riuscirci, tanto che, alla fine, aveva ceduto e se l’era portata dietro, anche se controvoglia. Mordin si era invece portato dietro una Scorpion e una M-12 Locust. Shepard, arma carica e ben salda tra le braccia, fece un cenno col braccio sinistro per iniziare a far muovere il gruppo. Aperta la porta, non si può dire che l’accoglienza fu calorosa. Si aspettavano almeno qualche sparo da parte dei Geth che li avevano sicuramente visti arrivare, ma in realtà ci furono solo il vuoto e il silenzio più totali. Entrarono rapidi e si ripararono subito dietro una piccola barriera in similvetro, scrutarono un po’ attorno dal riparo, ma siccome niente si muoveva, decisero di rimettersi in marcia. Due cadaveri immersi in una pozza di sangue furono la cosa più viva che pareva esserci li intorno. Mordin si chinò per esaminarli, pareva che gli fosse stato fatto uno scalpo integrale, mancavano completamente di pelle, erano magri e i corpi erano immobili in posizioni innaturali, come di grida d’aiuto. Appurato che quello era solo un cattivo spettacolo, il gruppo si mosse verso quelli che parevano dei laboratori improvvisati. Frugarono tra carte, documenti, casseforti e vari computer, ma tutto quello che trovarono furono solo dei video in cui degli scienziati di Cerberus iniziavano a lamentare i primi sintomi dell’Indottrinamento. Questa non è altro che la tecnica utilizzata dai Razziatori per soggiogare le loro vittime e corrompere le menti degli organici. In sostanza –riprogrammano- il cervello del/dei bersaglio/i con condizionamento fisico e psicologico, tramite l’uso di campi elettromagnetici, infrasuoni, ultrasuoni e altri metodi subliminali. Il controllo del Razziatore sul sistema limbico lascia la vittima particolarmente suscettibile alla suggestione. Gli organici sottoposti ad indottrinamento potrebbero lamentare mal di testa, fischi e ronzii nelle orecchie, proprio quello che dicevano i sottoposti di Cerberus nei filmati. Col passare del tempo si mostrano segni di inquietudine e paranoia, con il possibile manifestarsi di sensazioni come –sentirsi osservato- e di allucinazioni di tipologia –spettrale-. Infine il Razziatore ottiene la possibilità di usare il corpo dell’organico come amplificatore del suo segnale, manifestandosi come voci aliene nella mente. L’indottrinamento può creare l’agente segreto perfetto. La suggestione indotta dal Razziatore può far si che la vittima tradisca gli amici, si fidi dei nemici o a considerare i Razziatori con venerazione. Pensate cosa potrebbe fare un Razziatore se prendesse il controllo di un politico o di un militare in posizione di spicco, il caos risultante sconvolgerebbe equilibri di nazioni. Di contro però, gli effetti di tale tecnica sul lungo periodo sono insostenibili. Le capacità mentali superiori vengono meno, riducendo l’organico ad un omuncolo farfugliante. E’ possibile utilizzare un indottrinamento rapido, il quale però decade totalmente dopo pochi giorni o settimane, mentre un indottrinamento lento e graduale permette alla vittima di durare anche mesi oppure anni. Solitamente gli animali reagiscono spesso con confusione, paura o rabbia quando si manifestano i suoni ad alta e bassa frequenza dei Razziatori. I tipi del video davano tutti i segni di essere sottoposti a tale processo, gente che si lamentava di allucinazioni, discorsi normali che si troncavano poiché i poveracci vedevano delle persone a loro care, morte, fluttuare per le sale, insomma, decisamente laggiù qualcosa era andato storto. I tre si diressero verso una seconda enorme porta blindata, situata in fondo ad un condotto da cui penzolavano cavi elettrici ancora attivi e, che per questo motivo, emettevano piccole scariche. Appena aprirono la sudetta porta, una scossa fece traballare l’intera struttura. Durò pochi secondi, ma bastò a metterli tutti in allarme.
“Shepard a Normandy. Che succede?”, chiese il comandante poggiandosi la mano all’orecchio destro,
“Il Razziatore ha appena attivato le sue barriere cinetiche comandante. Non credo che potremmo venire a recuperarvi in queste condizioni”, Joker non scherzava, se una nave imponente, come il Razziatore appunto, inseriva le barriere cinetiche era impossibile riuscire ad avvicinarsi senza rischiare l’integrità strutturale della Normandy.
“Per quanto io sia affascinato dal trovarmi all’interno di quest’essere mitologico, dubito che vorrei rimanerci intrappolato con la prospettiva di impazzire come è successo a quei poveracci”, ammise Jack in tutta sincerità,
“Per uscire di qui dovremo eliminare il generatore delle barriere quindi”, concluse logicamente il comandante, “IDA, sapresti dirmi se hai una vaga idea di dove dovremo dirigerci?”
“Al momento dell’attivazione ho rilevato un picco di calore in quello che sembra il nucleo di forza del relitto. Vi sto inviando le coordinate comandante. Attenzione! Questo nucleo serve anche a mantenere il Razziatore in quota”
Non ci voleva un gran genio per capire che la cosa non portava nessuna buona notizia. Shepard, infatti, trasse le dovute conclusioni.
“Quindi, quando disattiveremo il nucleo per fuggire, il relitto precipiterà verso il nucleo della stella”
“E questo significa che moriremo tutti….Si, ho capito”, disse Joker, logicamente, preoccupato per l’incolumità sua e dell’equipaggio,
Shepard non perse la calma nemmeno per un microsecondo, “Se esiste un pilota che può tirarci fuori prima di diventare atomi dispersi nel vento solare, quello sei tu Joker!.....Controlleremo tutta la zona prima di spegnere il generatore, abbiamo ancora l’IFF da trovare e voglio sapere se ci sono anche sopravvissuti prima di volare via da questo cadavere spaziale. Nel frattempo, rimanete all’erta ed in attesa”
“Agli ordini comandante. Buona fortuna”, affermò Joker, prima di chiudere il contatto radio.
Shepard volse lo sguardo sui sioi compagni, invitandoli a proseguire con cautela oltre la porta che avevano aperto pochi istanti fa. Il luogo in cui si trovarono rendeva giustizia al termine –sinistro-. Centinaia di migliaia di cavi si stendevano sulle pareti del Razziatore, come vene che attraversano muscoli e ossa di un corpo. Erano di toni bluastri con in bella mostra quelli che parevano essere matrici di eezo o sistemi di raffreddamento a grappolo, ma entrambe le cose avevano poco senso, in quanto i due sistemi erano presenti praticamente su tutta la superficie della nave e ciò era assolutamente incoerente, dato che bastavano pochissimi di quelle reti per ottenere risultati più che ottimi sul circuito a cui venivano collegati. Jack si rese conto che tutto quello che formulava non poteva confermarlo poiché non aveva mai letto uno straccio di informazione sui Razziatori, se non nelle leggende, ma quelle storie non ti spiegano certo come una nave di due chilometri abbia ancora energia per attivare campi di forza e barriere cinetiche. Il ponte su cui i tre si muovevano era stato sicuramente applicato da Cerberus, c’erano tracce di utensili umani dappertutto. Di tanto in tanto trovavano computer in cui continuavano a girare filmati di personale che, prossimo all’indottrinazione, si sentiva male, sveniva e farfugliava. Shepard aveva ordinato di spegnere ognuno di quegli affari e, se possibile, tirare fuori di essi qualche informazione utile. Non avevano lavorato molto, quella povera gente era rimasta in balia del Razziatore pochissimo tempo dopo aver inserito una base stabile al suo interno. Non avevano pagato l’affitto e così, invece di sfrattarli, il Razziatore ha deciso di renderli suoi schiavi, sempre che la creatura riuscisse ancora a pensare, magari il suo era semplicemente un sistema di autodifesa contro gli intrusi. Sulla parte più alta del ponte c’erano altri cadaveri spellati e rinsecchiti attorniati dal loro sangue. Una cosa raccapricciante, per non parlare poi dell’odore che emanavano.
“Affascinante”, disse, quasi eccitato, Mordin, “Moltissimi dati qui. Servirà scansione di Normandy per non tralasciare nulla”
Jack avrebbe voluto intervenire, ma fu preceduto da Shepard, “Manda il memo a Joker e proseguiamo Doc. Ho un brutto presentimento riguardo a questo posto”
I tre si ritrovarono poi davanti ad una discesa, vi era un piccolo spiazzo centrale poco più in là, dove sembrava trovarsi qualcuno che se ne stava immobile sulle ginocchia. Il comandante non si fidò molto di quella situazione. Fece cenno di avanzare con cautela e di tenere gli occhi fissi su quello che poteva essere un potenziale nemico. Jack rimase dietro per mantenere una linea di tiro pulita, mentre Shepard si muoveva verso lo spiazzo con passi lenti e calibrati, Mordin stava dietro di lui ben attento a coprire il suo comandante. Il losco figuro parve sentire i due che si avvicinavano. Si tirò su, avvolto nel camice da laboratorio, e mostrò il suo volto sfigurato. Occhi vitrei, pelle bluastra ed innesti sintetici che gli percorrevano tutto il corpo. Mutanti. Un’altra buona giornata andata alle ortiche. Shepard chiuse il pugno verso l’alto, era il segnale. Un secondo più tardi la testa di quello schifo esplose seminando fluidi e materia organica sul pavimento. Il Quarian espulse il bossolo in tutta tranquillità, Shepard gli fece un cenno d’assenso che il nostro ricambiò. Si stava per alzare per riunirsi ai due, quando uno scricchiolio percorse il ponte. Poco più avanti c’era un’altra discesa dalla quale spuntarono i fratellini del nostro amico.
“Orda!”, urlò il comandante, mentre iniziava ad aprire il fuoco sul fiume blu che, urlando e correndo, si stava riversando su di lui e Mordin.
Jack riacquisì subito la precedente posizione e riprese il concerto. –Tum!- alla testa, -Tum!- al cuore, -Tum!- alla gola, -Tum!- ancora la testa. I bossoli iniziavano a riempire l’area di spazio vicino ai suoi piedi. Erano davvero tanti. Per ognuno di quei bastardi che cadeva inerme al suolo, altri tre ne spuntavano da sotto le impalcature o da dietro la discesa. Shepard e Mordin avevano iniziato a retrocedere lentamente verso la posizione di Jack, quegli affari erano davvero stressanti. Shepard ricorse alle granate facendo volare di qua e di là gambe e braccia di più di una decina di quei cosi, ma quelli non demordevano. A Jack venne l’intuizione, poco più in là c’erano dei conteiner con materiale altamente esplosivo, probabilmente termite. Stava per far saltare tutto in  aria, quando un simpatico decise di dargli un bell’abbraccio da dietro. Jack si ritrovò a terra, con il brutto muso di un Mutante che non vedeva l’ora di azzannarlo. Jack tirò un imprecazione mentre schivava una manata di quell’essere repellente. Caricò la lama del factotum e lo decapitò seduta stante. Afferrò d’istinto la Phalanx con la mano libera e sparò tre colpi precisi al container. Subito un esplosione violacea disperse nell’aria l’orda. I Mutanti più fortunati morirono all’impatto, mentre i più sfigati si trasformarono in fiammelle ambulanti che si spensero lentamente consumando quel poco di carne che avevano in corpo. Jack si liberò del cadavere di quello schifo che lo aveva attaccato, raccolse il fucile di precisione effettuando una rapida ricarica e si riunì con gli altri due.
“Tutto bene?”, chiese mentre allungava la mano al comandante per aiutarlo a rialzarsi,
“Si. Grazie, Jack. Buona idea quella di fare esplodere il container”, disse Shepard mentre cercava di togliersi dal’armatura uno schizzo di sangue bluastro di un Mutante, “E tu Mordin? Tutto ok?”
“Tutto apposto comandante”, affermò il Salarian alzandosi dal suolo, “Tecnologia per creazione Mutanti sicuramente di natura Geth. Simile a quella usata da Sovereign suppongo”
“Aspettiamoci altra resistenza da qui in avanti”, sentenziò il comandante mentre espelleva una clip termica fumante dal Vindicator, “Se questo era il benvenuto, non mi immagino quando ci vorranno fare assaggiare il dessert”
“Poi ero io che non dovevo fare battute, eh signore?”, commentò Jack ridacchiando.
I tre proseguirono lungo altri sale allestite da Cerberus. Bisognava ammettere che il Razziatore era davvero enorme, anche se lo scenario era piuttosto monotono. Ancora Jack non capiva l’utilità di alcuni elementi strutturali, ad esempio, che ci faceva una colonna di mezzo chilometro posta fra le due pareti? Qualcuno poteva dire che serviva per distribuire il peso suklle due pareti, ma ciò era impossibile, in virtù del fatto che era un’unica colonna, non un insieme di almeno cinque elementi portanti. Jack si convinse che avrebbe dovuo leggersi qualche rapporto di quelli scienziati o comunque di persone che avevano studiato da vicino quell’essere, ne era intrigato ogni volta di più che si fermava a studiare un dettaglio. D’altronde conoscere il proprio nemico non poteva certo nuocere alla salute. Mentre stavano percorrendo un lungo corridoio circondato da cavi di maggior portata, un paio di Mutanti sbucarono da una strada sulla sinistra e ci gridarono contro. Proprio quando stavamo per eliminarli, un paio di colpi di fucile di precisione, provenienti dallo stesso punto in cui erano sbucati i due, li fecero secchi sul posto.
“Pare che non siamo gli unici a divertirci qui dentro”, affermò sarcasticamente il comandante.
Una volta imboccata quella via, però, non trovammo nessuno. Si guardarono intorno circospetti, ma nessuno o nessuna cosa fece capolino dalle casse poste nei dintorni. Si mossero in fondo alla sala e notarono che, dietro una specie di altare, stavano i famosi –Denti di Drago-, così come li chiamavano gli umani. Essi non erano altro che lunghi spuntoni meccanici su cui venivano conficcati i corpi degli organici. La reazione che ne segue è tanto brutale quanto efficace, quete macchine estraggono dal corpo della vittima tutta l’acqua e i Sali minerali per sostituirli con protesi cibernetiche. Questi dispositivi rianimano la carne morta e i tessuti, trasformando i cadaveri in raccapriccianti macchine assassine. Non esattamente il modo migliore per andarsene. L’incapacità i provare dolore e la tendenza ad attaccare in gruppi molto folti tendono a rendere queste truppe ancora più pericolose. Sui Denti di Drago dinanzi a loro erano ancora ancorati un paio di individui.
“Poveracci”, disse Jack esprimendo dissenso con la testa,
Shepard diede un occhiata intorno e poi si volse ai compagni, “Vedete come è disposta la sala? Consideravano questo luogo come una sorta di altare su cui sacrificarsi”
“Impossibile”, sentenziò Mordin, “Nessuno sano di mente farebbe una cosa del genere”
“Hai sentito anche tu i registri no? Soffrivano di allucinazioni, sentivano voci….Sono stati indottrinati”, poi il comandante fece per andarsene, “Non possiamo più aiutarli, purtroppo non c’è altro che possiamo fare per loro”
Notarono una porta bloccata in un pertugio a sinistra della sala. Cifratura standard a 256 Mb, ci vollero meno di venti secondi per far si che Jack sbloccasse la porta. Una volta finito, una voce elettronica li informò:
“Attenzione! Attendere prego. Adattamento della pressione alle condizioni esterne. Ricorda, la sicurezza è interesse di tutti. Sono cinque giorni che si verifica una morte sul lavoro”
“Considerando che siamo su un Razziatore strapieno di Mutanti…..deve essere un nuovo record”, scherzò cupo Jack.
All’esterno la situazione non era delle più rosee. L’atmosfera era tutta illuminata dall’intenso colore rossiccio della stella. Altri cadaveri erano sparsi qua e là tra grovigli di soppalchi di metallo e piccole piattaforme. Il silenzio nell’aria non auspicava niente di buono. Il gruppo si mosse sensi all’erta, consapevoli che prima o poi avrebbero avuto compagnia. In un certo senso già l’avevano. Tre Mutanti si stavano trascinando di soppiatto dietro di loro. Li avrebbero presi di sorpresa, se non fosse stato per il cecchino di poco prima. Li eliminò rapidamente. Jack pose subito il mirino nel punto in cui erano partiti gli spari. Non ci potè credere, un cecchino Geth gli aveva appena salvato la pellaccia. Il Geth si mise in piedi, mostrando un profondo squarcio nel lato destro del corpo ed una corazza N7 posta a corredo.
“Comandante Shepard”, sibilò il cecchino, poi si girò e scomparve alla vista dei nostri.
I tre si guardarono meravigliati, Mordin fu il primo a prendere parola.
“Cecchino era Geth. Geth non parlano”
“Difatti era da solo. Un singolo Geth ha l’intelligenza di un Varren”, chiarì Jack, “Anzi un Varren ti riporterebbe indietro il bastone se lo lanci, un Geth no”
“Sarà meglio fare chiarezza su questa faccenda”, decise Shepard, “Muoviamoci!”
Manco a dirlo, arrivò il resto della comitiva dei Mutanti, stavolta con appresso varie Progenie. Shepard abbandonò il Vindicator in favore del Claymore e Mordin fece lo stesso, sostituendo la Scorpion con la più adatta Locust. Jack fece ancora affidamento sull’Intervention per abbattere le Progenie. Quelle grosse pustole blu erano lente, ma i suoi colpi erano assai letali. Uno solo dei loro dardi poteva mettere k.o qualsiasi tipologia di scudo. I tre si fecero largo tra quegli abomini con andatura spedita. Il numero dei Mutanti che uscivano dalle fottute pareti era uguale alla loro impazienza di uscire da quella situazione. Quei mostri non gli lascivano tregua. Un passo, dieci Mutanti, un altro passo, altri venti. La cosa oltre che noiosa, iniziava a diventare frustrante. Più di una volta sembrava che i nostri dovessero soccombere dinanzi alla moltitudine di quegli aborti. Fortunatamente, grande numero non significa anche grande intelligenza, in certe situazioni la squadra chiudeva gli stupidi assaltatori in corridoi stretti, così che si sbloccassero intasando i pertugi, in questo modo era assai facile sfoltire il loro numero. Fortuna volle che ci fossero anche parecchi container esplosivi nei dintorni, questo rese più facile l’incedere e, grazie al cielo, dopo parecchie clip termiche e parecchi nemici eliminati, li portò facilmente dinanzi alla prossima porta da aprire. Ad attenderli all’interno c’era quello che cercavano: il modulo IFF (Identify Friend/Foe). Poco più avanti c’era la porta che li avrebbe portati al nucleo dei campi di forza e delle barriere cinetiche. Si aprì senza troppe storie, ma una piccola barriera protettiva gli impediva di passare. Dall’altra parte della stanza c’era il Geth di prima che smanettava sui comandi, girandosi di tanto in tanto per sforacchiare qualche mutante. Riuscì ad aprire la porta ai nostri, ma, non appena lo fece, fu mandato a terra dai suoi assalitori. Entrati ad armi spianate, il gruppo di tre, fecero rapidamente pulizia e sovraccaricarono il nucleo del campo di forza alla –vecchia maniera-, il che includeva una serie infinita di proiettili e qualche dose di esplosivo. Fatto ciò, la squadra era pronta ad andarsene, ma Mordin li bloccò:
“Aspetta! Geth ancora intatto. Senza precedenti. Dovremo recuperarlo”
“Bella idea dottore”, asserì Jack sarcastico, “Se dovesse entrare nei computer della Normandy sai bene quello che farebbe Shepard”
“Però è vero che nessuno ne ha mai trovato uno integro. Direi che il gioco vale la candela”, affermò sicuro il comandante,
“Come vuoi Shepard. Il comandante sei tu”, concluse Jack.
Il Razziatore iniziò a far risentire della mancanza del generatore. Violente scosse e forti oscillamenti percorrevano il corpo della nave da capo a coda. Mentre Shepard e Mordin trasportavano il Geth, Jack gli copriva le spalle continuando a sforacchiare i mutanti che incessantemente risalivano dalle viscere della nave. Joker era già in movimento per il recupero. La Normandy si fermò a poca distanza da un impalcatura.
“Apri il portellone!”, ordinò Shepard,
“Agli ordini!”, rispose rapido Joker, facendo ciò che gli era stato chiesto.
L’assenza di gravità permise loro di lanciare il Geth come un proiettile attraverso il portellone, per poi lanciarsi dietro di lui con un balzo.
“Jack forza! Salta!”, lo chiamò Shepard appena atterrato sulla Normandy.
Jack fece per saltare, ma un improvvisa folata di vento stellare fece crolalre l’impalcatura e costrinse la Normandy ad allontanarsi per non subire danni.
“Merda”, inveì il comandante, “Joker! Riavvicinati. ORA!”
“Impossibile comandante. Le raffiche sono troppo forti! Rischiamo di schiantarci al Razziatore e di rimanerci tutti secchi!”, gli gridò di rimando il pilota mentre muoveva freneticamente le mani sul cursore di controllo della nave.
Nel frattempo Jack aveva già intuito la situazione. Se c’era mai stato una situzione peggiore di quella, lui al momento non se la ricordava. Era bloccato su un cazzo di Razziatore che stava per bruciare all’interno di una stella. Già……bella merda. Si mosse via dalle macerie dell’impalcatura e tornò sulla strada principale. Era gremita di Mutanti. Serviva un’idea e pure alla svelta. Ora che erano in balia dell’attrazone gravitazionale stellare era questione di minuti prima di sparire in un globo di luce. La sua mente cercò una possibile via di uscita da quella situazione.
-Merda! Ci deve essere pure un mezzo di trasporto alternativo con cui abbandonare quest’affare!-
Ancora una volta, il cervello gli salvò la vita. La navetta di Cerberus! Pregò con tutto il suo cuore che quei bastardi non avessero distrutto la nave o l’avessero lasciata a secco. Per arrivarci, però, sarebbe dovuto passare attraverso tutti quegli abomini. Ripose il fucile di precisione, mise la Phalanx nella mano sinistra e, nella destra, impugnò la Zangetsu. Strinse forte l’impugnatura di entrambe le armi ed iniziò a correre, squarciando e sparando qualunque cose ci fosse tra lui e il suo obbiettivo. La Zangetsu brillava emanando continue scosse attraverso la lama che, vibrando, segava la carne morta di quei bastardi. Nella sua corsa Shepard lo chiamò al com-link.
“Jack! Dove cazzo stai andando?!”, gli sbraitò il comandante,
“A salvarmi il culo!”, rispose con rabbia il Quarian, mentre un braccio e una testa di Mutante fluttuavano nell’aria.
Ci vollero quasi cinque minuti per raggiungere il punto d’attracco della navetta Cerberus, tra sminuzzamenti e sforacchiate varie. Jack si sedette al posto di comando e premette forsennatamente sul quadro di controllo per far partire quella carretta.
Dalla Normandy, Shepard e compagni non potevano fare altro che rimanere col fiato sospeso in attesa di qualsiasi tipo di segnale che gli facesse capire la sorte del compagno. Alla fine videro il relitto del Razziatore bruciare a contatto con la stella e le speranze si spensero.
Poi una voce si fece sentire dall’altoparlante, “So che non avevo il biglietto….ma, la prossima volta, lasciatemi alla stazione successiva”
Un  grande sospiro di sollievo uscì dalla bocca di molti presenti.
“Figlio di …….Perchè ci hai messo tanto?”, chiese stressato il comandante,
“Mi ero fermato a fare le ultime foto comandante. Queste le metteremo in esposizione”, disse ridendo,
“Tu sei completamente fuori di testa!”, rispose divertito Shepard, “Apri il portellone dell’hangar Joker. Fallo rientrare prima che decida di lasciarlo fuori”
 
Appena la navetta atterrò nell’hangar della Normandy, furono proprio Tali e Shepard ad andare incontro al nostro per primi. Aspettavano che la porta si aprisse, ma tutto taceva nella navetta. Tali, allora si avvicinò per sbloccare manualmente la porta. Appena completò questa operazione, mossè due passi all’interno, solo due, per poi ritrovarsi un Mutante che sbattè le spalle con il muro alla sua sinistra. Istintivamente i due andarono a cercare la pistola, ma, prima che potessero aprire il fuoco, la Zangetsu inchiodò la testa del nemico alla parete, lasciando il resto del corpo a penzolare come un prosciutto in salumeria.
“Chiedo scusa”, fece Jack uscendo stancamente dalla navetta, “Ma, come vedete, avevo un clandestino a bordo”
“Hai finito di farci prendere spaventi per oggi?”, chiese Tali, quasi come un rimprovero,
“Direi di si….a meno che il comandante non mi voglia per qualche altra gita di divertimento”, affermò rinfoderando la lama nel fodero il Quarian,
“Per oggi sei congedato Jack. E comunque ottimo lavoro”, disse Shepard allontanandosi,
“Vieni”, disse Tali prendendogli la mano, “Ti accompagno”
 
 
Lately, I’ve be going crazy
Cuz I want you baby
But you don’t, so get out.
Cuz I’m breking
And my soul is sheaking
Like my world is quaking
If I can’t have you
Get out of my heart
 
 
 
Qualche ora più tardi in sala machine…….
 
“Sai che ero preoccupata per te?”, gli disse dolcemente Tali, mentre erano seduti in terra sotto il nucleo ad eezo della Normandy,
“Anche io ero preoccupato per me. Pensa che spreco nel caso fossi morto…e che vergogna aggiungerei”, gli rispose Jack,
Tali fu sul punto di arrabbiarsi, poi riflette un attimo e chiese: “Sarcasmo?”
Jack si girò verso di lei battendogli un dito sul visore violetto, “Sarcasmo”
“Perché penso che ogni volta che voglio fare un discorso serio tu ti divincoli con la simpatia?”, sbottò seccata lei,
“Sarà perché non voglio affrontare quel discorso……oppure perché sono un gran simpaticone”, sfoggiò un tono stanco e solare nel medesimo momento. Era decisamente stravolto da quella corsa a perdifiato per fuggire dal Razziatore,
“Perché fuggire? Sono io…a meno che tu non preferisca i Mutanti alla mia compagnia”, disse lei rassegnata poggiando le mani sul freddo pavimento della sala macchine.
Jack gli coprì piano la mano sinistra, ma ciò la fece scattare ugualmente.
“Se così fosse….perchè sarei qui? Ho altri motivi per evitare certi argomenti”, il tono basso e stanco fu ancora più accentuato in quel momento,
“E non pensi sia ora di parlarne? Sono qui. Racconta”
Jack, quasi poteva vedere oltre il casco, ma non era certo l’immagine di Tali quella che vedeva al di là.
Sorrise, “Tu me la ricordi molto sai. Stessa determinazione, stessa volontà e…..stessa curiosità”
“Chi?”, chiese lei titubante, “Chi ti ricordo?”
Jack fece un sospiro, gli lasciò andare la mano e poi riprese: “Il suo nome era Jen. Jen Carpenter. Lavorava sulla Terra come poliziotta. Ci eravmo conosciuti per caso durante una retata della polizia in un ghetto di Las Vegas. Mi avevano scambiato per un tirapiedi di una banda locale e mi arrestarono con loro. Tutti i poliziotti che mi interrogarono avevano forti pregiudizi, solo lei vedette oltre. Mi aiutò ad essere scagionato e….beh, da lì iniziammò a frequentarci”
Jack, mentre raccontava, non stava guardando Tali, ma sentiva nell’aria il suo dolore, lei fece per parlare, ma lui la interuppè alzando una mano, in segno di aspettare.
“Per alcuni mesi tutto andò bene…..Poi ci fu –l’incidente-. Le bande organizzarono una rappresaglia in piena regola. Morirono quattro poliziotti il giorno…tra quelli c’era anche lei. Le autorità locali, corrotti da quei pezzi di merda, insabbiarono tutto come lotta tra bande. La polizia non organizzò nessuna retata o altri tipi di metodi per incarcerare quegli assassini….Al suo funerale penso di aver perso qualcosa dentro. Ci sono quei momenti che capisci che qualcosa si rompe li in fondo, qualcosa smette di funzionare….e tu ti adegui. Vedi in faccia l’Universo e tutte le sue stronzate. La gravità si sposta, andando a creare un buco nero senza ritorno. Capisci che la vita è dettata dal caso. Non segue schemi, tranne quelli che ci troviamo noi dopo averla fissata troppo a lungo. Nessun senso tranne quello che decidiamo di imporle. Questo mondo alla deriva non è plasmato da vaghe entità metafisiche. Non è Dio che uccide i suoi figli, non è il fato che li massacra o il destino che li getta ai cani. Siamo noi. Solo noi.”
Tali rimase in religioso silenzio per ascoltare e non interrompere quel racconto che stava costando a Jack davvero parecchio per essere estrapolato dalla bocca.
“Non ci fu un piano. Non ci furono elucubrazioni tra chi lasciare vivo e chi lasciare a marcire al suolo. Erano tutti colpevoli. Tutti. Quando vedi l'orrore del mondo non ti devi arrende mai. Quando l'hai visto, non si possono più voltare le spalle fingendo che non esista. Neanche se qualcuno glielo ordina. Non facciamo questo perché ce lo permettono. Lo facciamo perché dobbiamo. Perché siamo costretti. Ed allora lo fai. Quei poveri bastardi mi chiedevano chi mi aveva pagato e quanto mi avevano pagato. Mi offrivano il triplo e il quadruplo, aumentando ogni volta che uno di loro moriva….Non si trattava di soldi. Si trattava di mandare un messaggio a quei spocchiosi balordi come loro. Tutto Brucia”.
Poi Jack si girò verso Tali, per finire con l’ultima parte di quella triste storia.
“Mi arrestarono dinuovo. Fuggii……In cuor mio pensavo fosse la mia fine. Pensavo che mai qui l’ingranggio avrebbe ripreso a girare. Ero freddo, attaccato all’odio e alla rabbia…..Poi sei arrivata tu….E ho paura. Ho paura di perdere di nuovo tutto. Ma non è colpa tua, sono io che non reggerei il peso. E’ per questo che tento di evitare discorsi seri. E’ un meccanismo di autodifesa, come quando tu inizi a parlare senza sosta”
Tali non riusciva a spiccicare parola. Era stata appena travolta dalla più grande onda di marea della sua vita…..ma era un onda che cercava di fuggire da lei, invece che travolgerla come sperava. Lei voleva essere strappata dalla forza imponente, dalla furia di quell’elemento, ma l’Onda fuggiva, lasciandola sola.
“Non mi accadrà niente. Te lo prometto”, riuscì solo a dire, ma era più un grido disperato che diceva –Amami!-
“E’ questo il punto”, gli disse triste il nostro, “Guarda i tempi in cui viviamo. Guarda come viviamo. Sempre in mezzo al pericolo, sempre ad un passo dalla morte. Io specialmente”, gli poggiò la mano sul lato destro del casco, capendo che gli stava spezzando il cuore, “Prima o poi qualcosa succederà e né io né te potremo farci niente. Non posso sopportarlo…..e poi……non ti merito. Sotto questa pallida maschera non c’è chi credi, ma un’altra persona. Non sono il Principe Azzurro delle favole. Non sono il cavaliere senza macchia e senza paura.Sono un orrore che si nasconde sotto un velo d’inganno. Sono un’ombra che cerca ristoro nel sangue... Sono uno Spettro della Vendetta, trascinato a casa dalla marea…..No, io non ti merito”.
Si alzò, deciso ad andarsene, ma lei gli afferrò il braccio, flebile tentativo di evitare un fatto già scritto negli archivi di quella storia.
“Sono menzogne. Tu non sei un  mostro!”, provò a dire, disperata.
E nei suoi occhi, come stelle lontane, come echi di Quasar che disperdono nello spazio infinito i semi della vita, eccola che la vede….la Speranza………Ma cosa mai può una piccola luce contro l’infinita distesa delle Tenebre?....E’ semplice……Può essere vista da tutti. Ed allora l’accoglie in se, quella piccola speranza. Trae fuori dalla tasca quel piccolo oggetto che, forse, mal interpretato può essere stato. Lui cercava il sangue, ed allora sarebbe stato il suo sangue la speranza.
Jack mise la piccola fiala in mano a Tali’Zorah. Lei non capì il suo gesto, ma subito ottenne una risposta.
“In questa fiala ci sono le risposte a tutte le tue domande. Quando sarai pronta, analizzalo ed ogni domanda troverà una risposta, ogni segreto ti sarà svelato…..Dormi bene Tali”
La Quarian si ritrovò sola e, benché tutta la sala fosse illuminata a giorno, si sentì estremamente sola ed abbandonata nelle Tenebre, ma la sua piccola luce, quella fiala di sangue gli ridiede speranza, poiché un momento può cambiare la storia, ma l’amore….ti cambia la vita.
 
Batteria Primaria, circa trentacinque minuti dopo…..
 
In orario terrestre, era circa l’una di notte. Garrus trovò Jack al terminale dei cannoni che lavorava al suo posto. Non che la cosa gli desse fastidio, conosceva bene le capacità del Quarian, ma il Turian era arrivato a sviluppare verso quei cannoni come una sorta di istinto materno e voleva essere lui a occuparsene e nessun altro.
“Dopo una giornata come la tua hai ancora voglia di lavorare?”, gli domandò accostandosigli,
“Credo di iniziare a soffrire di insonnia, amico mio”, gli rispose mentre continuava a digitare sul quadro luminoso,
“Ok, dimmi cosa è successo”, disse per arrivare al nocciolo della questione,
“Perché pensi che sia successo qualcosa?”, gli chiese di rimando il Quarian,
“Perché hai inserito il giunto di potenza primario nel piano di flusso della terza batteria laterale”, lo rimproverò Garrus, “E sia tu che io sappiamo che è una stronzata in grado di ridurre la potenza del cannone primario di ben 27 punti….Quindi, cosa è successo?”
Jack ridacchio un poco, poi rimese tutto in ordine ed infine si girò verso Garrus che fece un gesto con le mani come per dire –allora?-
“Lei mi ama Garrus”, disse mettendo le mani sulla sbarra che divideva il terminale dal giunto di potenza del cannone, “E io ho fatto un casino”
“Ti riferisci a Tali vero? Beh non vedo cosa ci sia di male…..Ma poi, come fai ad esserne così sicuro?”
Jack si girò verso di lui, tristemente serio, “Perché lei ha visto la parte peggiore di me…..E gli va bene”
Garrus la buttò sul ridere, “Che mai avrà visto di così terribile in te?Tutti abbiamo i nostri scheletri nell’armadio…Pensa a me”
Jack non fu molto propenso allo scherzarci sopra, “Il punto è che il mio armadio non ha scheletri….ha cadaveri. E’ pieno di fottuti cadaveri che secernono litri di sangue….e prima o poi mi ci affogherò con esso”
Garrus capì che la cosa era più seria di quanto avesse creduto, ma cercò di mantenere un atteggiamento sereno, “Stai esagerando le cose che in realtà sono più picccole di una punta di spillo”
“No, io non credo”, gli rispose Jck, “Presto dovrò rendere conto di tutto ciò che ho fatto e credo che la Morte abbia già un posto prenotato per me quel giorno”
Garrus si pose dinanzi a lui con le braccia incrociate, “Allora troverà qualcuno che non è molto d’accordo sulle sue decisioni”
Jack lo scansò e gli poggiò una mano sulla spalla sorridendo, “Sei un buon amico Garrus….ma certe cose bisogna affrontarle da soli”
Il Turian sbuffò, “E’ proprio come dicono vero? Ain’t no rest for the wicked till the end”
“Già, non ci si scampa”
E così Jack se ne andò, conscio che il conto, che gli avrebbe presentato presto la vita, sarebbe stato assai salato.
 
 
Quando tutte le cose vanno male, sorridete. Vi prenderanno per un idiota. Vi aspetto in “Non Di Questo Mondo”.
 
 
Per chi fosse interessato: la canzone, a cui appartiene la prima lirica, la trovate qua: http://www.youtube.com/watch?v=5t99bpilCKw
In ultimo, questa è la canzone della seconda lirica: http://www.youtube.com/watch?v=hVn9hbE_cb8
  
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