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Autore: itsflam    26/01/2013    8 recensioni
_MOMENTANEAMENTE SOSPESA_
–Ah sei la figlia di Tish!- esclamò Austin. Tish era la cuoca “presidenziale” ed io, essendomi rotta di vivere con quello squinternato di mio fratello Colton nella periferia di San Francisco, mi stavo trasferendo da mia madre a Washington . Annuii cominciando a incamminarmi.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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IL PRESIDENTE DICE?


A mia madre,
che è sclerotica come Tish.


Solo nell’atrio c’erano una trentina di guardie armate fino al collo. Mi avvicinai cautamente ad una di quelle e mostrai il cartellino che mia madre mi aveva spedito a San Francisco qualche mese prima.
-Dobbiamo perquisirla signorina- mi disse una guardia. Sbuffai alzando le braccia e allargando le gambe. Dopo essersi accertati che ero “pulita” lo stesso soldato mi accompagnò in cucina.
-Il presidente dice? Mmmh ok-mia madre stava segnando degli ordini su un blocco notes quando si fermò di colpo –Che cosa? Trecento red velvet per venerdì?- urlò piccata -Ma chi sono io? Buddy, il boss delle torte?- sbuffò sonoramente –Si ok, va bene, adios-attaccò il telefono.
-Ehm ehm- feci finta di schiarirmi la voce per attirare la sua attenzione
-Cassie!- urlò buttandomi le braccia al collo. –Mamma,soffoco- balbettai cercando di riprendere aria.
-Oh Cassie, grazie a Dio sei arrivata!- esclamò – poi per venerdì mi devi aiutare a farcire trecento red velvet per una convention di non-so-cosa – concluse con aria drammatica. Annui poco sicura, finché si trattava di preparare ciambelloni e crostate me la cavavo, ma farcire e decorare non era per niente il mio forte anzi l’ultima volta che l’avevo decorata una avevo fatto esplodere la pistola spara palline di zucchero.
-Adesso devi portare la merenda ai ragazzi che io devo preparare i primi impasti- disse Tish.
Strabuzzai gli occhi –Mamma mezza sclerata io cosa?-trillai spaventata, lei invece di rispondermi mi piazzò in mano un vassoi così pieno di crostatine da sfamare un intero esercito e mi cacciò dalla cucina.
-Grazie ma’!-le urlai sarcasticamente.

Bene e dove andavo ora? Cominciai a girare per le stanze, ma il villone sembrava disabitato.
-Ma non c’è nessuno?nobody?ninguno?-  urlai disperata
-Serve una mano Cassie?- mi voltai, Austin era appoggiato allo stipite di una porta sogghignando. E siamo a tre Cassidy.
-Erm… Grazie- mormorai imbarazzata. Salimmo velocemente al piano superiore.
-Trinity, Garret, la merenda!- il moro urlò
-Adesso viene il meglio- mi sussurrò facendo l’occhiolino. Lo guardai confusa non capendo cosa intendesse.
Due ragazzini uscirono dalle rispettive camere e mi  corsero incontro facendomi perdere l’equilibrio. Cominciarono a litigare per prendere più crostatine possibili poi, con il loro “bottino” sotto braccio, ritornarono nelle proprie stanze.
Mi rialzai frastornata –Alla faccia di “Garret non ti darà fastidio”- scimmiottai Austin cercando di togliere le briciole dei dolcetti  fra i capelli.
-Ti accompagno giù- disse solamente lui.
 
-Ciao Tish!- Austin salutò mia madre e poi si sedette sul bancone.
-Oh Austino, come mai qui?- quella pazzoide gli prese le guance e gliele strizzò
-Mamma!- la richiamai sbottando.
-Cassie ha conosciuto le pesti?- chiese poi senza prendermi minimamente in considerazione.
-Si e l’hanno travolta per la gara di crostatine ahahahah- sghignazzò il moro.
-Ma lo sai che Cassidy da piccola voleva sposare il presidente degli Stati Uniti? Mmmh magari si accontenta del figlio- . Non poteva averlo detto sul serio. UCCIDETEMI ORA, pensai.
-Mamma!- urlai tappandogli la bocca prima che le uscisse qualcosa di ancora più imbarazzante.
E mentre Tish si dimenava sotto la mia presa Austin guardava lo spettacolino tenendosi la pancia per le troppe risate.
 
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-Allora, come è andata  a San Francisco sola con Colton- mi chiese mamma
-Bah non male se non si tiene conto che Colton cambiava lavoro e “ragazza” se si può definire così ogni due per tre- ridacchiai - alla fine Colty è un bravo ragazzo-. Ammisi.
-E tu che hai fatto?- continuò lei abbracciandomi. Appoggiai la testa sulla sua spalla –Ma solita roba: casa-scuola-Joy-casa-
-Uh, Joy come sta?- chiese curiosa
-Tutto bene, litiga come al solito con il padre e poi fanno la pace davanti ad una pizza-
-Magari potrebbe venire qui per Natale- sussurrò Tish.
-Si e al  presidente glielo dici tu?- domandai sarcastica.
-Guarda che è simpatico! Domani te ne accorgerai!- mi disse seria.
-Ma chi io?- domandai stupita.
-No il gatto- controbatté lei alzandosi ed entrando in camera sua.
-Ma veramente?- continuai imperterrita.
-‘Notte Cassidy-  si chiuse la porta alle spalle.
A SIMPATICAA! Le avrei urlato volentieri dietro, ma mi trattenni. Poi spensi la luce e mi infilai sotto le coperte.




ciao ciao peeeeeipi.
scusate belle, ma stasera vado di fretta. 
Allors scusate se ci sono errori, il prossimo capitolo lo pubblicherò verso giovedì perchè è ancora in fase di scrittura e sono piena di compiti in classe cwc.
VI AMO TUTTE

-Flam
 

                                                                                                     

"E questo come era
diventato presidente? Con i punti del latte?"

 

 

  
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