IL PRESIDENTE DICE?
A mia madre,
che è sclerotica come Tish.
Solo nell’atrio c’erano una trentina di guardie armate fino al collo. Mi avvicinai cautamente ad una di quelle e mostrai il cartellino che mia madre mi aveva spedito a San Francisco qualche mese prima.
-Dobbiamo perquisirla signorina- mi disse una guardia. Sbuffai alzando le braccia e allargando le gambe. Dopo essersi accertati che ero “pulita” lo stesso soldato mi accompagnò in cucina.
-Il presidente dice? Mmmh ok-mia madre stava segnando degli ordini su un blocco notes quando si fermò di colpo –Che cosa? Trecento red velvet per venerdì?- urlò piccata -Ma chi sono io? Buddy, il boss delle torte?- sbuffò sonoramente –Si ok, va bene, adios-attaccò il telefono.
-Ehm ehm- feci finta di schiarirmi la voce per attirare la sua attenzione
-Cassie!- urlò buttandomi le braccia al collo. –Mamma,soffoco- balbettai cercando di riprendere aria.
-Oh Cassie, grazie a Dio sei arrivata!- esclamò – poi per venerdì mi devi aiutare a farcire trecento red velvet per una convention di non-so-cosa – concluse con aria drammatica. Annui poco sicura, finché si trattava di preparare ciambelloni e crostate me la cavavo, ma farcire e decorare non era per niente il mio forte anzi l’ultima volta che l’avevo decorata una avevo fatto esplodere la pistola spara palline di zucchero.
-Adesso devi portare la merenda ai ragazzi che io devo preparare i primi impasti- disse Tish.
Strabuzzai gli occhi –Mamma mezza sclerata io cosa?-trillai spaventata, lei invece di rispondermi mi piazzò in mano un vassoi così pieno di crostatine da sfamare un intero esercito e mi cacciò dalla cucina.
-Grazie ma’!-le urlai sarcasticamente.
Bene e dove andavo ora? Cominciai a girare per le stanze, ma il villone sembrava disabitato.
-Ma non c’è nessuno?nobody?ninguno?- urlai disperata
-Serve una mano Cassie?- mi voltai, Austin era appoggiato allo stipite di una porta sogghignando. E siamo a tre Cassidy.
-Erm… Grazie- mormorai imbarazzata. Salimmo velocemente al piano superiore.
-Trinity, Garret, la merenda!- il moro urlò
-Adesso viene il meglio- mi sussurrò facendo l’occhiolino. Lo guardai confusa non capendo cosa intendesse.
Due ragazzini uscirono dalle rispettive camere e mi corsero incontro facendomi perdere l’equilibrio. Cominciarono a litigare per prendere più crostatine possibili poi, con il loro “bottino” sotto braccio, ritornarono nelle proprie stanze.
Mi rialzai frastornata –Alla faccia di “Garret non ti darà fastidio”- scimmiottai Austin cercando di togliere le briciole dei dolcetti fra i capelli.
-Ti accompagno giù- disse solamente lui.
-Ciao Tish!- Austin salutò mia madre e poi si sedette sul bancone.
-Oh Austino, come mai qui?- quella pazzoide gli prese le guance e gliele strizzò
-Mamma!- la richiamai sbottando.
-Cassie ha conosciuto le pesti?- chiese poi senza prendermi minimamente in considerazione.
-Si e l’hanno travolta per la gara di crostatine ahahahah- sghignazzò il moro.
-Ma lo sai che Cassidy da piccola voleva sposare il presidente degli Stati Uniti? Mmmh magari si accontenta del figlio- . Non poteva averlo detto sul serio. UCCIDETEMI ORA, pensai.
-Mamma!- urlai tappandogli la bocca prima che le uscisse qualcosa di ancora più imbarazzante.
E mentre Tish si dimenava sotto la mia presa Austin guardava lo spettacolino tenendosi la pancia per le troppe risate.
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-Allora, come è andata a San Francisco sola con Colton- mi chiese mamma
-Bah non male se non si tiene conto che Colton cambiava lavoro e “ragazza” se si può definire così ogni due per tre- ridacchiai - alla fine Colty è un bravo ragazzo-. Ammisi.
-E tu che hai fatto?- continuò lei abbracciandomi. Appoggiai la testa sulla sua spalla –Ma solita roba: casa-scuola-Joy-casa-
-Uh, Joy come sta?- chiese curiosa
-Tutto bene, litiga come al solito con il padre e poi fanno la pace davanti ad una pizza-
-Magari potrebbe venire qui per Natale- sussurrò Tish.
-Si e al presidente glielo dici tu?- domandai sarcastica.
-Guarda che è simpatico! Domani te ne accorgerai!- mi disse seria.
-Ma chi io?- domandai stupita.
-No il gatto- controbatté lei alzandosi ed entrando in camera sua.
-Ma veramente?- continuai imperterrita.
-‘Notte Cassidy- si chiuse la porta alle spalle.
A SIMPATICAA! Le avrei urlato volentieri dietro, ma mi trattenni. Poi spensi la luce e mi infilai sotto le coperte.
ciao ciao peeeeeipi.
scusate belle, ma stasera vado di fretta.
Allors scusate se ci sono errori, il prossimo capitolo lo pubblicherò verso giovedì perchè è ancora in fase di scrittura e sono piena di compiti in classe cwc.
VI AMO TUTTE
-Flam
"E questo come era
diventato presidente? Con i punti del latte?"