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Autore: LetMeCorrectIt    17/08/2007    4 recensioni
"Io, intanto, cercavo di farmi uscire di testa Draco. Draco è un bastardo, un Serpeverde, un Malfoy del cavolo, lo odio, lo odio, lo odio continuavo a ripetermi, ma più lo dicevo e meno ne ero convinta. Cosa mi stava succedendo, com’era possibile che non lo detestassi più?" Hermione si trova in difficoltà, cos'è quel nuovo sentimento che prova per Draco? Quando poi si ritrova a dover trascorrere sette serate in sua compagnia per una punizione la cosa si complica...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera in Sala Comune Ron mi si avvicinò. Io ero seduta su una delle poltrone rosse davanti al focolare e guardavo le fiamme contorcersi; chissà perché in quelle fiamme ci vedevo gli occhi di Draco, accesi come tizzoni ardenti.
-Mi dispiace per la punizione- disse Ron.
-Già- dissi freddamente. Ero ancora decisa a fare l’offesa, ormai era solo una questione di principio.
-E volevo dirti scusa per oggi- aggiunse.
Mi voltai, pronta a sentire ciò che aveva da dire, ma ormai sapevo che l’avrei perdonato. Non riuscivo a tenere il broncio a Ron per troppo tempo.
-E… insomma, avevi ragione… i Cannoni di Chudley sono solo una squadra e dovrei studiare… e poi non sono dei geni… l’unico genio qui sei tu-
Sorrisi e lui mi sorrise a sua volta, rincuorato.
Continuò, più sicuro di sé -Non volevo offenderti in nessuna maniera. E mi dispiace di non averti ascoltata-
-Non importa- dissi, e tornai a guardare il fuoco, sorridendo tra me e me.
-Davvero?- chiese, Ron, sedendosi sulla poltrona di fianco alla mia e guardandomi, ansioso.
Mi girai a guardarlo -Davvero- gli assicurai.
-Allora amici come prima?-
 Annuii -Non abbiamo mai smesso di esserlo!- dissi -Ero solo un po’ seccata, tutto qui-
Sorrise -Miseriaccia!- esclamò -E io che mi ero preoccupato per niente!-
Risi del modo buffo in cui diceva ‘miseriaccia’; ma per quanto apprezzasi Ron per molti aspetti, continuavo a vedere solo Draco tra le fiamme del caminetto. Doveva pur voler dire qualcosa, no? Qualcosa, però, che non volevo fosse vero.
-Mi dispiace- continuò Ron.
-Ti ho già detto che non fa niente!- gli dissi.
-Ma no… io dicevo, di Malfoy. Così all’improvviso!-
Trasalii e per poco non caddi dalla poltrona -Come, scusa?- chiesi, l’aveva capito, l’aveva capito! Ma allora perché era così tranquillo?
-La punizione- disse Ron, stupito.
 -Ah, si, certo- mi ripresi, mi ero quasi tradita da sola.
-Cosa credevi?-
-Niente. La punizione, ovvio-
Mi guardò, dubbioso, ma lasciò perdere -Insomma, sette serate in compagnia di Malfoy! Anche la domenica! Sarà veramente una tortura!-
Annuii a malapena -Sì, una tortura- e non sapeva quanto fosse vero… per quanto da un altro punto di vista. Vederlo, stare con lui nella stessa stanza solamente con la Sprite, dovergli rispondere imbarazzata alle battutine, cercare di fingere di odiarlo ancora. Era davvero una tortura. Ormai non potevo più farci niente. Sapevo che mi piaceva. Era una cosa insana, pazza, malata ma era così.

 Era venerdì, venerdì sera, ed erano le sei e tre quarti. Scendevo le scale di Hogwarts in silenzio, nervosa e impacciata, immersa nei miei pensieri. Avrei voluto fare dietrofront e tornare in Sala Comune, magari fingere di stare male, ma non potevo. Io dovevo affrontare la mia punizione. Alle serre. Con Draco.
Mi guardavo in giro ad ogni rumore, temendo che potesse essere lui, che scendeva per recarsi dalla professoressa Sprite. No, non potevo farlo, non ci riuscivo, come poteva guardarmi e non capire che… che sì, mi piaceva… e sì, ero pazza di lui, per quanto sembrasse strano pure a me.
Appena fui all’aria aperta mi fermai un attimo, mancava ancora abbastanza tempo, potevo sedermi un momento e riflettere. Mi sedetti sull’ultimo dei gradini della porta principale e guardai il cielo che iniziava a scurirsi; rabbrividii e rimproverai me stessa per non aver portato nient’altro tranne la maglietta a maniche corte e i jeans chiari che indossavo. Poi mi venne il dubbio che forse avrei dovuto mettermi la divisa e fui tentata di tornare al Dormitorio, ma sapevo che se fossi risalita non sarei più riuscita a scendere, perciò decisi che andavano bene i vestiti babbani. Era solo una punizione.
Non mi accorsi di niente, so solo che ad un certo punto guardai alla mia destra e lui era lì che mi guardava di rimando, con addosso dei jeans neri e una maglietta dello stesso colore. Mi bloccai, perché si era seduto lì? Perché si era seduto vicino a me? Perché non era passato di lì dicendo qualcosa del tipo “Ehi, Mezzosangue, cosa aspetti, il tuo amato Weasley?” e mi aveva superata e basta?
Non riuscii a staccarmi dai suoi occhi argentati e mi resi conto di quanto fosse bello. Oh, mio Dio, pensai, è stupendo. Osservai come la maglietta gli aderiva perfettamente al petto tonico, come i capelli biondi gli ricadevano sugli occhi chiari in un modo assolutamente incantevole, come si atteggiava al cattivo ragazzo in qualsiasi movimento e come ci riuscisse benissimo. Visto che non riuscivo a sottrarmi al suo sguardo magnetico, aspettai che dicesse qualcosa.
Alzò entrambe le sopraciglia in un gesto che faceva spesso, l’avevo sempre considerato una cosa insopportabile, ora mi pareva seducente -Cosa fai, Granger?-
Domanda inaspettata, era l’ultima cosa che mi aspettavo che dicesse, aprii la bocca per rispondere ma non uscì nessun suono.
-Hai perso il fiato di fronte alla mia bellezza, Granger?- sogghignò, e mi guardò, divertito.
-Solo la Parkinson è in grado di farlo- dissi, cercando di sembrare irritata -E ha bisogno di un paio di occhiali, poverina-
-Siamo acidi quest’oggi… come sempre- sembrò deliziato dal mio insulto e si distese sui gradini, le braccia dietro la testa. Lo guardai, sbalordita.
-Lo sai, non pensavo che l’avrei mai detto ma hai grinta-
Cosa? Avevo sentito bene? Scossi la testa, cercando di riprendermi, era la cosa più gentile che mi avesse mai detto.
Mi guardò per un secondo poi si alzò in piedi in un nanosecondo -Lo sapevo, sono troppo bello. Ma sai, non mi interessano le Mezzosangue, spiacente- Prese a camminare verso le serre ma io ero paralizzata, un momento prima ero con il batticuore, quello dopo il mio cuore si era fermato del tutto. Aveva capito che mi piaceva e quello era il suo modo di dirmi che le mie erano speranze vane? O era solo una battuta come tante altre che aveva fatto?
Mi alzai e accelerai per raggiungerlo, mi guardo, stranito, come se si aspettasse che gli stessi per lo meno a una decina di metri di distanza -Sì, sei proprio strana questi giorni, Granger- borbottò.
La Sprite ci aspettava davanti alle serre, allegra come al solito, ci aprì la serra numero uno e ci diede il compito di innaffiare tutte le piante. Mi lasciò le chiavi e ci disse di innaffiare anche quelle della due e della tre, poi se ne andò. I professori si fidavano sempre di me.
Non potevo crederci, ci aveva lasciati da soli. Presi un annaffiatoio, tirai fuori la bacchetta e lo riempii d’acqua con un incantesimo; iniziai a innaffiare le piante. Dopo un po’ mi voltai e Draco era sulla soglia della serra, appoggiato su una spalle, le braccia conserte, che mi fissava. Assolutamente bellissimo.
-Allora, mi vuoi aiutare si o no?- gli dissi, rossa in faccia per l’ennesima volta.
Non rispose, si limitò a inclinare la testa e guardarmi meglio -Sei incredibile- disse.
Non seppi cosa rispondere, cosa intendeva dire?
-Fai sempre tutto quello che ti si dice- proseguì Draco, e si avvicinò, a passi lenti e cadenzati, le mani nelle tasche dei jeans.
-Malfoy, o mi aiuti o…-
 -…e la cosa più incredibile è che ci credi. Sei convinta che se farai la brava bambina potrai davvero rendere migliore il mondo- Draco era sempre più vicino, e non la smetteva di fissarmi negli occhi.
A un certo punto fu ad un soffio da me, l’annaffiatoio mi sfuggì di mano ma lui non ci fece caso. Feci un passo indietro e lui ne fece uno in avanti. Non potevo più indietreggiare, dietro di me c’erano solo vasi. Il mio cuore batteva forte
-Mi piace questa cosa- disse Draco, con la sua voce strascicata, che ora si era fatta calda e gentile -E anche se è la cosa più fuori di testa del mondo tu mi piaci-
Avevo sentito bene? Aveva detto quello che io avevo sentito? Aveva detto che gli piacevo? No, impossibile, assolutamente impossibile.
Senti il suo volto che si avvicinava e poi le sue labbra sulle mie. Ero nel panico più puro, Draco Malfoy mi stava baciando e io ero lì, imbambolata, senza sapere bene cosa fare. Mi passò un braccio intorno alla vita, infilando la mano sotto la maglietta, sulla mia schiena, l’altra mi sfiorava il collo e i capelli. Non capivo più niente.
Di colpo mi resi conto, Per quanto mi potesse piacere, era Malfoy, Draco Malfoy. Il bastardo, lo stronzo, il figlio di un Mangiamorte, il Serpeverde, il peggior nemico dei miei migliori amici. La persona che più avevo odiato nei cinque anni passati. La persona che Ron ed Harry odiavano ancora con tutto il cuore. Non potevo farlo, non potevo lasciare che Draco Malfoy mi baciasse così, nemmeno se mi piaceva, nemmeno se volevo restare lì per sempre tra le sue braccia.
Lo spinsi via, staccandolo da me -Che stai facendo?- chiesi. Dovevo fingere che non mi piacesse, anche adesso che mi aveva detto che gli piacevo. Non potevo tradire i miei amici.
Mi guardò, come se non capisse la domanda, poi tornò al suo ghigno che mi faceva impazzire -Cosa credi che stia facendo?- mi chiese, avvicinandosi di nuovo, il suo petto che premeva sul mio seno.
-Lasciami stare!- esclamai.
-Andiamo, ho visto come mi guardavi questi giorni, non fingere di cadere dalle nuvole- disse Draco -Pensavi non me ne fossi accorto?-
Mi morsi il labbro. Sapeva, era inutile far finta. E allora cosa potevo fare? Cosa potevo dirgli perché la smettesse, perché si staccasse da me?
Rigirò tra le dita uno dei miei boccoli castani, e mi passò di nuovo il braccio intorno alla vita, facendolo passare sotto la maglietta come la volta prima. Ancora una volta appoggiò la sua bocca alla mia e questa volta non lo fermai, non feci assolutamente nulla per fermarlo. Io non volevo fermarlo e lo sapevo, volevo che quel bacio durasse in eterno, al diavolo Harry e al diavolo anche Ron! Quella era la mia vita, non la loro.
Sembrò durare una vita. Poi le nostre labbra si staccarono e Draco sfilò dolcemente la mano da sotto la mia maglietta, poi si allontanò -Non dovevamo innaffiare le care piantine?- ghignò.

Mi sentivo bene, come se non potesse accadermi nulla di male, me ne stavo lì, seduta al tavolo dei Grifondoro, mangiando la cena  guardando verso i Serpeverde. Ogni tanto lui si girava verso di me e io abbassavo gli occhi, ma poi quando lui con un ghigno tornava ai suoi amici io continuavo a fissarlo. Non avevamo un futuro, questo lo sapevo, non potevamo stare insieme e quel bacio …anzi quei due baci… erano stati una pazzia. Sapevo che con ogni probabilità sarebbe finita lì ma quel bacio mi aveva lasciato un sapore in bocca che non andava via nemmeno dopo tutte le prelibatezze della cena.
E anche se è la cosa più fuori di testa del mondo tu mi piaci… quelle parole mi frullavano in testa sconvolgendomi. Mi piaceva, gli piacevo. Ma c’era un piccolo problema, eravamo due persone completamente diverse, due persone che si sarebbero dovute odiare. Draco Lucius Malfoy ed Hermione Jane Granger. Erano due nomi che semplicemente non potevano stare insieme. Non riuscivo a spiegarmi tutto ciò, non volevo nemmeno riuscirci, se era per questo, però il fatto che non sarebbe più potuto succedere niente mi faceva male. Perciò mi passavo la lingua in bocca, cercando di conservare quel sapore. Il dolce sapore di Draco Malfoy, che con mio grande sollievo non se n’era ancora andato.
-Sei di nuovo soprappensiero- mi fece notare Ron.
Mi voltai a guardarlo e annuii debolmente -Questi giorni sono stanca, nient’altro- mi affrettai a rispondere.
-Com’è andata con Malfoy?-
Sobbalzai sulla panca e la forchetta mi cadde di mano; guardai Harry, con il cuore in gola -Con Malfoy?.... beh… tutto come al solito, no? Lo conosci-
Harry per un secondo mi guardo, sospettoso -C’è qualcosa che non va, Hermione?-
Scossi la testa con forza, forse troppo precipitosamente.
-Sei davvero stanca, eh?-
-Sì, molto stanca- mi era passato l’appetito, mentire ai miei migliori amici non era il massimo; mi faceva sentire malissimo.
-Con Malfoy ti stancherai ancora di più, quel bastardo! Mi raccomando, se ti tratta male vieni a dirmelo e io…!-
Ridacchiai, Draco mi aveva trattata tutt’altro che male, ne era la prova il sapore che avevo ancora in bocca. Ma non potevo dirlo, dovevo fingere e mentire, due cose che non mi venivano esattamente bene.
-Sette sere con quel bastardo di un Serpeverde, io mi suiciderei!- esclamò Harry.
E fu allora che realizzai. Io e Draco avremmo passato insieme sette serate, saremmo stati da soli per sette volte. Come mi sarei dovuta comportare? Cosa sarebbe successo? Al solo pensiero il sangue mi pulsava forte nelle vene e io non capivo più niente, mi alzai di scatto –Scusate- dissi ai miei due migliori amici -Vado… a riposare, sono davvero distrutta-
-Certo- disse Ron -Se vuoi ti accompagno!-
-No, grazie, finisci pure di mangiare!- e mi diressi a passo spedito fuori dalla Sala Grande.
-Riprenditi, mi raccomando!- mi urlò dietro Harry.
 Mentre uscivo dalla porta lanciai un’occhiata al tavolo dei Serpeverde, ma con mia enorme sorpresa lui non c’era. C’erano Tiger, Goyle, la Parkinson, Zabini e tutti gli altri ma di Draco nemmeno l’ombra. Affrettai il passo e iniziai a salire le scale, dov’era finito? Non mi ero accorta che era uscito prima di me. Stavo salendo la prima rampa di scale quando qualcuno mi arrivò alle spalle e mi cinse i fianchi con le braccia. Per poco non lanciai un urlo, quando vidi l’anello che il ragazzo portava all’anulare destro capii.
-Dove scappi?- disse Draco, appoggiando la sua testa alla mia spalla, la bocca vicinissima al mio collo.
-È stato uno sbaglio- dissi, seppur con rammarico.
-Come, scusa?- chiese, stringendomi più forte.
-Quel bacio. È stato uno sbaglio. Noi due siamo troppo diversi- tirai fuori tutta la voce che potevo, ma non credo che fui tanto convincente.
Draco mi prese per le spalle e mi girò, così che io mi trovai contro il suo petto con il viso a poca distanza dal suo -Hai ragione- disse, con un ghigno -Perché non sbagliamo di nuovo, allora?-
Per la terza volta lasciai che mi baciasse, incapace di respingerlo. Già, un altro sbaglio. Ma se non ero in grado di fermarlo come potevo metter fine a questa storia? Sentii il dolce sapore della sua lingua sulla mia e gli passai le braccia intorno al collo, mentre lui mi accarezzava la schiena da sotto la maglietta.
Poi fu lui a staccarsi da me -Di qui passa troppa gente- disse, e mi trascinò per mano su per le scale, fino ad un corridoio che conoscevo bene, non potevo dirgli di no, non ce la facevo. Quando la porta della Stanza delle Necessità si materializzò davanti a noi, mi spinse dentro delicatamente e io non opposi resistenza; la Stanza era piccola ma accogliente, con un divano in fondo, su cui ci sedemmo.
-Draco- dissi -È sbagliato, non possiamo…-
Mi zittì mettendomi una mano sulla bocca e sogghignò come faceva sempre -Credi che m’importi?- mi chiese -Credi che m’importi se è sbagliato o no? Mi sono reso conto che mi piaci e anche se non lo capisco è così. Non mi importa dei tuoi amichetti- e detto ciò mi baciò tirandomi a sé e abbracciandomi, accarezzandomi i capelli ricci e la schiena.
Era inutile. Sapevo già cosa mi aspettava nei sei giorni a venire e dovevo ammettere con me stessa – anche se mi sentivo terribilmente in colpa – che non mi dispiaceva affatto.

******SPAZIO AUTRICE*****

Ciao a tutti!!! questa è la mia prima ff!!! Spero vi piaccia ...allora, che ve ne pare? Sono graditi commenti e recensioni. Un bacio,

*°*Lizzie*°*

  
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