Quella sera in Sala Comune
Ron mi si avvicinò. Io ero
seduta su una delle poltrone rosse davanti al focolare e guardavo le
fiamme
contorcersi; chissà perché in quelle fiamme ci
vedevo gli occhi di Draco,
accesi come tizzoni ardenti.
-Mi dispiace per la
punizione- disse Ron.
-Già-
dissi freddamente. Ero ancora decisa a fare l’offesa, ormai
era solo una
questione di principio.
-E
volevo dirti scusa per oggi- aggiunse.
Mi
voltai, pronta a sentire ciò che aveva da dire, ma ormai
sapevo che l’avrei
perdonato. Non riuscivo a tenere il broncio a Ron per troppo tempo.
-E…
insomma, avevi ragione… i Cannoni di Chudley sono solo una
squadra e dovrei
studiare… e poi non sono dei geni…
l’unico genio qui sei tu-
Sorrisi
e lui mi sorrise a sua volta, rincuorato.
Continuò,
più sicuro di sé -Non volevo offenderti in
nessuna maniera. E mi dispiace di
non averti ascoltata-
-Non
importa- dissi, e tornai a guardare il fuoco, sorridendo tra me e me.
-Davvero?-
chiese, Ron, sedendosi sulla poltrona di fianco alla mia e guardandomi,
ansioso.
Mi
girai
a guardarlo -Davvero- gli assicurai.
-Allora
amici come prima?-
Annuii
-Non
abbiamo mai smesso di esserlo!- dissi -Ero solo un po’
seccata, tutto qui-
Sorrise
-Miseriaccia!- esclamò -E io che mi ero preoccupato per
niente!-
Risi
del
modo buffo in cui diceva ‘miseriaccia’; ma per
quanto apprezzasi Ron per molti
aspetti, continuavo a vedere solo Draco tra le fiamme del caminetto.
Doveva pur
voler dire qualcosa, no? Qualcosa, però, che non volevo
fosse vero.
-Mi
dispiace- continuò Ron.
-Ti
ho
già detto che non fa niente!- gli dissi.
-Ma
no…
io dicevo, di Malfoy. Così all’improvviso!-
Trasalii
e per poco non caddi dalla poltrona -Come, scusa?- chiesi,
l’aveva capito,
l’aveva capito! Ma allora perché era
così tranquillo?
-La
punizione- disse Ron, stupito.
-Ah,
si,
certo- mi ripresi, mi ero quasi tradita da sola.
-Cosa
credevi?-
-Niente.
La punizione, ovvio-
Mi
guardò, dubbioso, ma lasciò perdere -Insomma,
sette serate in compagnia di
Malfoy! Anche la domenica! Sarà veramente una tortura!-
Annuii
a
malapena -Sì, una tortura- e non sapeva quanto fosse
vero… per quanto da un
altro punto di vista. Vederlo, stare con lui nella stessa stanza
solamente con
Mi
guardavo in giro ad ogni rumore, temendo che potesse essere lui, che
scendeva
per recarsi dalla professoressa Sprite. No, non potevo farlo, non ci
riuscivo,
come poteva guardarmi e non capire che… che sì,
mi piaceva… e sì, ero pazza di
lui, per quanto sembrasse strano pure a me.
Appena
fui
all’aria aperta mi fermai un attimo, mancava ancora
abbastanza tempo, potevo
sedermi un momento e riflettere. Mi sedetti sull’ultimo dei
gradini della porta
principale e guardai il cielo che iniziava a scurirsi; rabbrividii e
rimproverai me stessa per non aver portato nient’altro tranne
la maglietta a
maniche corte e i jeans chiari che indossavo. Poi mi venne il dubbio
che forse
avrei dovuto mettermi la divisa e fui tentata di tornare al Dormitorio,
ma
sapevo che se fossi risalita non sarei più riuscita a
scendere, perciò decisi
che andavano bene i vestiti babbani. Era solo una punizione.
Non
mi
accorsi di niente, so solo che ad un certo punto guardai alla mia
destra e lui era
lì che mi guardava di rimando, con addosso dei jeans neri e
una maglietta dello
stesso colore. Mi bloccai, perché si era seduto
lì? Perché si era seduto vicino
a me? Perché non era passato di lì dicendo
qualcosa del tipo “Ehi, Mezzosangue,
cosa aspetti, il tuo amato Weasley?” e mi aveva superata e
basta?
Non
riuscii a staccarmi dai suoi occhi argentati e mi resi conto di quanto
fosse
bello. Oh, mio Dio, pensai, è stupendo. Osservai come la
maglietta gli aderiva
perfettamente al petto tonico, come i capelli biondi gli ricadevano
sugli occhi
chiari in un modo assolutamente incantevole, come si atteggiava al
cattivo
ragazzo in qualsiasi movimento e come ci riuscisse benissimo. Visto che
non
riuscivo a sottrarmi al suo sguardo magnetico, aspettai che dicesse
qualcosa.
Alzò
entrambe le sopraciglia in un gesto che faceva spesso,
l’avevo sempre
considerato una cosa insopportabile, ora mi pareva seducente -Cosa
fai, Granger?-
Domanda
inaspettata, era l’ultima cosa che mi aspettavo che dicesse,
aprii la bocca per
rispondere ma non uscì nessun suono.
-Hai
perso il fiato di fronte alla mia bellezza, Granger?-
sogghignò, e mi guardò,
divertito.
-Solo
-Siamo
acidi quest’oggi… come sempre- sembrò
deliziato dal mio insulto e si distese
sui gradini, le braccia dietro la testa. Lo guardai, sbalordita.
-Lo
sai,
non pensavo che l’avrei mai detto ma hai grinta-
Cosa?
Avevo sentito bene? Scossi la testa, cercando di riprendermi, era la
cosa più
gentile che mi avesse mai detto.
Mi
guardò per un secondo poi si alzò in piedi in un
nanosecondo -Lo sapevo, sono
troppo bello. Ma sai, non mi interessano le Mezzosangue, spiacente-
Prese a
camminare verso le serre ma io ero paralizzata, un momento prima ero
con il
batticuore, quello dopo il mio cuore si era fermato del tutto. Aveva
capito che
mi piaceva e quello era il suo modo di dirmi che le mie erano speranze
vane? O
era solo una battuta come tante altre che aveva fatto?
Mi
alzai
e accelerai per raggiungerlo, mi guardo, stranito, come se si
aspettasse che
gli stessi per lo meno a una decina di metri di distanza
-Sì, sei proprio
strana questi giorni, Granger- borbottò.
Non potevo crederci, ci
aveva lasciati da soli. Presi un annaffiatoio, tirai fuori la bacchetta
e lo
riempii d’acqua con un incantesimo; iniziai a innaffiare le
piante. Dopo un po’
mi voltai e Draco era sulla soglia della serra, appoggiato su una
spalle, le braccia
conserte, che mi fissava. Assolutamente bellissimo.
-Allora,
mi vuoi aiutare si o no?- gli dissi, rossa in faccia per
l’ennesima volta.
Non
rispose, si limitò a inclinare la testa e guardarmi meglio
-Sei incredibile- disse.
Non
seppi cosa rispondere, cosa intendeva dire?
-Fai
sempre tutto quello che ti si dice- proseguì Draco, e si
avvicinò, a passi
lenti e cadenzati, le mani nelle tasche dei jeans.
-Malfoy,
o mi aiuti o…-
-…e
la
cosa più incredibile è che ci credi. Sei convinta
che se farai la brava bambina
potrai davvero rendere migliore il mondo- Draco era sempre
più vicino, e non la
smetteva di fissarmi negli occhi.
A
un
certo punto fu ad un soffio da me, l’annaffiatoio mi
sfuggì di mano ma lui non
ci fece caso. Feci un passo indietro e lui ne fece uno in avanti. Non
potevo
più indietreggiare, dietro di me c’erano solo
vasi. Il mio cuore batteva forte
-Mi
piace questa cosa- disse Draco, con la sua voce strascicata, che ora si
era
fatta calda e gentile -E anche se è la cosa più
fuori di testa del mondo tu
mi piaci-
Avevo
sentito bene? Aveva detto quello che io avevo sentito? Aveva detto che
gli
piacevo? No, impossibile, assolutamente impossibile.
Senti
il
suo volto che si avvicinava e poi le sue labbra sulle mie. Ero nel
panico più
puro, Draco Malfoy mi stava baciando e io ero lì,
imbambolata, senza sapere
bene cosa fare. Mi passò un braccio intorno alla vita,
infilando la mano sotto
la maglietta, sulla mia schiena, l’altra mi sfiorava il collo
e i capelli. Non
capivo più niente.
Di
colpo
mi resi conto, Per quanto mi potesse piacere, era Malfoy, Draco Malfoy.
Il bastardo,
lo stronzo, il figlio di un Mangiamorte, il Serpeverde, il peggior
nemico dei
miei migliori amici. La persona che più avevo odiato nei
cinque anni passati.
La persona che Ron ed Harry odiavano ancora con tutto il cuore. Non
potevo
farlo, non potevo lasciare che Draco Malfoy mi baciasse
così, nemmeno se mi
piaceva, nemmeno se volevo restare lì per sempre tra le sue
braccia.
Lo
spinsi via, staccandolo da me -Che stai facendo?- chiesi. Dovevo
fingere che
non mi piacesse, anche adesso che mi aveva detto che gli piacevo. Non
potevo
tradire i miei amici.
Mi
guardò, come se non capisse la domanda, poi tornò
al suo ghigno che mi faceva
impazzire -Cosa credi che stia facendo?- mi chiese, avvicinandosi di
nuovo, il
suo petto che premeva sul mio seno.
-Lasciami
stare!- esclamai.
-Andiamo,
ho visto come mi guardavi questi giorni, non fingere di cadere dalle
nuvole-
disse Draco -Pensavi non me ne fossi accorto?-
Mi
morsi
il labbro. Sapeva, era inutile far finta. E allora cosa potevo fare?
Cosa
potevo dirgli perché la smettesse, perché si
staccasse da me?
Rigirò
tra le dita uno dei miei boccoli castani, e mi passò di
nuovo il braccio
intorno alla vita, facendolo passare sotto la maglietta come la volta
prima.
Ancora una volta appoggiò la sua bocca alla mia e questa
volta non lo fermai,
non feci assolutamente nulla per fermarlo. Io non volevo fermarlo e lo
sapevo,
volevo che quel bacio durasse in eterno, al diavolo Harry e al diavolo
anche
Ron! Quella era la mia vita, non la loro.
Sembrò
durare una vita. Poi le nostre labbra si staccarono e Draco
sfilò dolcemente la
mano da sotto la mia maglietta, poi si allontanò -Non
dovevamo innaffiare le
care piantine?- ghignò.
E anche se è la cosa
più fuori di testa del
mondo tu mi piaci… quelle
parole mi frullavano in testa sconvolgendomi. Mi
piaceva, gli piacevo. Ma c’era un piccolo problema, eravamo
due persone completamente
diverse, due persone che si sarebbero dovute odiare. Draco Lucius
Malfoy ed
Hermione Jane Granger. Erano due nomi che semplicemente non potevano
stare
insieme. Non riuscivo a spiegarmi tutto ciò, non volevo
nemmeno riuscirci, se
era per questo, però il fatto che non sarebbe più
potuto succedere niente mi
faceva male. Perciò mi passavo la lingua in bocca, cercando
di conservare quel
sapore. Il dolce sapore di Draco Malfoy, che con mio grande sollievo
non se
n’era ancora andato.
-Sei
di
nuovo soprappensiero- mi fece notare Ron.
Mi
voltai a guardarlo e annuii debolmente -Questi giorni sono stanca,
nient’altro-
mi affrettai a rispondere.
-Com’è
andata con Malfoy?-
Sobbalzai
sulla panca e la forchetta mi cadde di mano; guardai Harry, con il
cuore in
gola -Con Malfoy?.... beh… tutto come al solito, no? Lo
conosci-
Harry
per un secondo mi guardo, sospettoso -C’è qualcosa
che non va, Hermione?-
Scossi
la testa con forza, forse troppo precipitosamente.
-Sei
davvero stanca, eh?-
-Sì,
molto stanca- mi era passato l’appetito, mentire ai miei
migliori amici non era
il massimo; mi faceva sentire malissimo.
-Con
Malfoy ti stancherai ancora di più, quel bastardo! Mi
raccomando, se ti tratta
male vieni a dirmelo e io…!-
Ridacchiai,
Draco mi aveva trattata tutt’altro che male, ne era la prova
il sapore che
avevo ancora in bocca. Ma non potevo dirlo, dovevo fingere e mentire,
due cose
che non mi venivano esattamente bene.
-Sette
sere con quel bastardo di un Serpeverde, io mi suiciderei!-
esclamò Harry.
E
fu
allora che realizzai. Io e Draco avremmo passato insieme sette serate,
saremmo
stati da soli per sette volte. Come mi sarei dovuta comportare? Cosa
sarebbe
successo? Al solo pensiero il sangue mi pulsava forte nelle vene e io
non
capivo più niente, mi alzai di scatto –Scusate-
dissi ai miei due migliori
amici -Vado… a riposare, sono davvero distrutta-
-Certo-
disse Ron -Se vuoi ti accompagno!-
-No,
grazie,
finisci pure di mangiare!- e mi diressi a passo spedito fuori dalla
Sala
Grande.
-Riprenditi,
mi raccomando!- mi urlò dietro Harry.
Mentre
uscivo dalla porta lanciai un’occhiata al tavolo dei
Serpeverde, ma con mia
enorme sorpresa lui non c’era. C’erano Tiger,
Goyle,
-Dove
scappi?- disse Draco, appoggiando la sua testa alla mia spalla, la
bocca
vicinissima al mio collo.
-È
stato
uno sbaglio- dissi, seppur con rammarico.
-Come,
scusa?- chiese, stringendomi più forte.
-Quel
bacio. È stato uno sbaglio. Noi due siamo troppo diversi-
tirai fuori tutta la
voce che potevo, ma non credo che fui tanto convincente.
Draco
mi
prese per le spalle e mi girò, così che io mi
trovai contro il suo petto con il
viso a poca distanza dal suo -Hai ragione- disse, con un ghigno
-Perché non
sbagliamo di nuovo, allora?-
Per
la
terza volta lasciai che mi baciasse, incapace di respingerlo.
Già, un altro
sbaglio. Ma se non ero in grado di fermarlo come potevo metter fine a
questa
storia? Sentii il dolce sapore della sua lingua sulla mia e gli passai
le
braccia intorno al collo, mentre lui mi accarezzava la schiena da sotto
la
maglietta.
Poi
fu
lui a staccarsi da me -Di qui passa troppa gente- disse, e mi
trascinò per mano
su per le scale, fino ad un corridoio che conoscevo bene, non potevo
dirgli di
no, non ce la facevo. Quando la porta della Stanza delle
Necessità si
materializzò davanti a noi, mi spinse dentro delicatamente e
io non opposi
resistenza;
-Draco-
dissi -È sbagliato, non possiamo…-
Mi
zittì
mettendomi una mano sulla bocca e sogghignò come faceva
sempre -Credi che
m’importi?- mi chiese -Credi che m’importi se
è sbagliato o no? Mi sono reso
conto che mi piaci e anche se non lo capisco è
così. Non mi importa dei tuoi
amichetti- e detto ciò mi baciò tirandomi a
sé e abbracciandomi, accarezzandomi
i capelli ricci e la schiena.
Era
inutile. Sapevo già cosa mi aspettava nei sei giorni a
venire e dovevo
ammettere con me stessa – anche se mi sentivo terribilmente
in colpa – che non
mi dispiaceva affatto.
******SPAZIO AUTRICE*****
Ciao a tutti!!! questa è la mia prima ff!!! Spero vi piaccia ...allora, che ve ne pare? Sono graditi commenti e recensioni. Un bacio,
*°*Lizzie*°*