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Autore: koopafreak    27/01/2013    6 recensioni
Una serie di episodi indipendenti l'uno dall'altro e di estensione variabile dedicati ai miei regnanti preferiti. Alcuni di essi saranno frutto della mia fantasia, altri tratti direttamente dalla serie originale e presentati attraverso gli occhi dei protagonisti. Ognuno abbraccerà sfumature diverse e mi limito ad indicare la raccolta come generale perché non mi è possibile conciliarli tutti sotto un unico genere. Forse appena un pizzico, giusto una spolverata di BowserxPeach qua e là.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Peach, Sorpresa
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bowser ricordava benissimo la sera in cui lui e la Principessa avevano inaugurato la loro prima cena insieme: era stata un disastro da segnare negli annali. Lei non poteva vederlo, figurarsi mangiarci assieme e lui era ancora troppo immaturo ed inesperto su come relazionarsi correttamente con la fanciulla, per cui non avrebbe mai potuto concludersi diversamente: una sedia vuota davanti a lui, la porzione di Peach praticamente intatta al contrario del bicchiere poggiato accanto mentre il suo muso grondava vino. Dopo tutto si imparava sbagliando ed infatti, errore dopo errore, le cose erano andate lentamente migliorando al punto tale che la Principessa fosse arrivata ad accettare finalmente di sedere a tavola senza dover esservi fisicamente costretta.

La presenza della deliziosissima convitata aveva inevitabilmente comportato l'ampliamento della varietà del menu reale integrandovi nuovi e sconosciuti alimenti che mai nella storia avevano ricevuto l'onore di farvi parte, alcuni assai meno graditi di altri. Infatti nonostante gli strenui tentativi dello chef di mascherarne il sapore con aromi e salse, Bowser era ancora ben lontano dall'iniziare a familiarizzare con le verdure che purtroppo erano invece tanto apprezzate dalla Principessa ed il koopa aveva accettato di sopportarne l'odore solamente quando c'era il profumo della sua ospite preferita a distrarlo. In cambio Peach aveva avuto modo di espandere i propri orizzonti culinari assaggiando ogni volta pietanze sempre nuove della cucina tradizionale pepata e ricca di spezie della Terra Oscura. Dalla loro prima cena in reciproca compagnia, Bowser aveva scoperto con una certa meraviglia che la soglia di percezione del gusto degli umani e dei koopa non coincidevano esattamente alla perfezione e dunque si era visto costretto a far diminuire notevolmente le quantità di peperoncino nelle vivande, il quale costituiva un elemento praticamente onnipresente sia nelle ricette più popolari che nelle più sofisticate, affinché Peach avesse potuto consumare un pasto indolore senza dover bere le sue stesse lacrime. Eppure qualche inconveniente poteva ancora capitare.

« Queste patate sono dei kamikaze » commentò la fanciulla con un fil di voce accingendosi ad afferrare il proprio bicchiere, nascondendo a malapena l'urgenza nel gesto. Bowser inarcò un sopracciglio ed assaggiò la sua porzione.

« Per me non hanno sapore » constatò perplesso. Il Re aveva dato ordine anche che gli fossero servite ogni volta le medesime pietanze di Peach, al momento troppo impegnata a bere per parlare, solo in quantità nettamente superiori per ovvie questioni di proporzione. « Colpa vostra che vi siete abituati male con quella cucina insipida che avete e basta un granello di pepe a farvi fischiare » la punzecchiò mettendosi in bocca un'altra forchettata di quei tuberi scipiti a suo gusto.

« La nostra cucina mira a mantenere il sapore autentico degli alimenti freschi. E comunque anche noi usiamo il peperoncino, ma non fino all'autocombustione. » La fanciulla provò a mediare l'effetto piccante mangiandovi insieme dei pezzetti di pane. Dovette riempirsi di nuovo il bicchiere cogli occhi lucidi. Bowser ridacchiò divertito spolverando il suo piatto mentre Peach gettò uno sguardo desolato sul proprio.

« Puoi benissimo saltarle e passare direttamente al dolce » propose il koopa ipotizzando che si sarebbe fatta mattina prima che Peach fosse riuscita ad imporsi anche sull'ultimo bellicoso pezzetto di cena.

« Ma non mi va di farle avanzare » replicò ostinata racimolando tutta la sua forza di volontà e mandando giù un altro pungente boccone.

Bowser non fece commenti sulla stravagante fissa della fanciulla di non permettersi in alcun caso gli sprechi, nemmeno con le papille gustative in agonia, grazie alle solite tiritere degli educatori riusciti nel loro intento di inculcargliele in testa sin da piccola. La contemplò per un momento mentre portava avanti con dignità la sua faticosa missione, quasi strozzandosi a causa di un colpo di tosse grazie al peperoncino andato di traverso, arrossendo e coprendosi la bocca coi ciuffi biondi che le ricaddero sul viso: anche quando faceva la sciocchina non smetteva mai di essere la cosa più interessante su cui posare gli occhi. Intanto che Peach tossiva e non poteva guardare, Bowser le prese lesto il piatto e senza tanti complimenti rovesciò ogni singola briciola nelle sue fauci rimettendolo poi al suo posto. Quando se ne accorse, la Principessa si girò verso di lui ed il koopa bevve dal suo calice tre volte le dimensioni di uno umanamente idealizzato, impersonando l'essenza dell'innocenza.

« Adesso si può portar via. » Le fece l'occhiolino e schioccò le dita affinché si facesse spazio per il dolce.

« Grazie » sussurrò la fanciulla con la voce incrinata bevendo un altro sorso d'acqua per spegnere le papille gustative in fiamme. Dei parakoopa in guanti bianchi e papillon sgombrarono la tovaglia dalle stoviglie usate e servirono il dessert su un elegante piatto da portata di cristallo finemente intagliato.

« Cosa sono? » A Peach si illuminarono gli occhi intrigata dall'aspetto delizioso ed al contempo buffo di quei dolcetti ricoperti di zucchero a velo.

« Poffy Shell » rispose il Re osservando compiaciuto la sua ospite interessata come una bambina davanti ad una nuova scoperta. « Sono una pietanza tradizionale delle nostre parti, ma dal momento che il liquore usato per insaporire il ripieno è molto costoso dati i lunghi tempi di invecchiamento, la ricetta è stata modificata con varianti più semplici per accontentare tutti. Questi però sono Poffy Shell secondo la ricetta originale. »

Peach non resistette e delicatamente prese tra le dita uno di quei bomboloni colorati e grandi come mandarini che imitavano perfettamente la forma del guscio puntuto di Bowser, talmente simpatici e precisi nei dettagli che mangiarli sarebbe stato quasi un peccato. Si accorse che il koopa la stesse scrutando divertito dietro gli artigli intrecciati sopra la tavola, in attesa del primo morso e del verdetto senza dimostrare però alcuna intenzione di anticiparla. Appena assaggiato il pasticcino, l'incidente col peperoncino venne immediatamente rimosso dal nuovo sapore meraviglioso, con una cadenza leggermente fruttata nascosta dietro la crema calda nel nucleo e seguita dal retrogusto amarognolo del liquore che scaldava la gola. Spiazzata in principio Peach non realizzò subito che le andasse veramente a genio, ma appena si abituò finì il primo Poffy Shell con entusiasmo e passò al secondo. Il koopa agitò lieto la coda e mentalmente emise un sospiro di sollievo al risultato auspicato.

« Sono squisiti! » cinguettò estasiata. Bowser rise con l'aria di chi la sapeva lunga e si servì, afferrando un pasticcino tra le dita e lanciandolo in bocca con uno scatto preciso del pollice.

« Sono i miei dolci preferiti » le confidò mentre gli si scioglieva sulla lingua. Rifiutandosi di perdere un'occasione per mettersi in mostra, cominciò a spiegarle il lungo e complesso procedimento per ottenere il sapore perfetto del liquore, detto Zanna di Drago, attraverso l'infusione dell'essenza pura di un'erba rara che cresceva solamente sulle pendici delle cime vulcaniche. Peach lo ascoltava con cortesia, o per lo meno quella era l'impressione che riusciva a rendere perché gradualmente, in silenzio, un pasticcino dopo l'altro, la concentrazione della Principessa andò lentamente scemando e non proprio a causa dell'argomento di conversazione.

A metà del suo monologo Bowser notò che gli occhi della fanciulla erano diventati più luminosi e, se possibile, ancora più belli da guardare e si sentì grato che i rettili non fossero dotati del lusso di arrossire. Mentre la bocca andava da sola esponendo i principi di conservazione dell'essenza della Zanna di Drago, la mente del koopa cominciò ad interrogarsi su cosa avesse provocato quel minuscolo seppur interessante mutamento. All'inizio attribuì che fosse dovuto in qualche modo alla luce delle candele ma, quando la più fragile e persistente delle speranze si fece timidamente avanti come un debole sussurro, cominciò a pensare che la causa di quello scintillio fosse proprio lui. Facendo uno sforzo sovrumano cercò di non esternare la propria emozione e proseguì impassibile col suo discorso mentre sotto le squame l'agitazione turbinava come un nugolo di farfalle, senza riuscire a staccare lo sguardo dalle iridi cristalline che non lo mollavano un secondo e per le quali pregava che non lo avessero mai fatto. Ad un certo punto si accorse che le guance della Principessa si erano leggermente tinte di rosso e quasi temette di iniziare a balbettare impaperandosi con le parole. Poi Peach cominciò a ridacchiare.

Bowser avvertì il muso bollirgli e si interruppe imbarazzato, temendo di aver detto una baggianata dato che nemmeno lui aveva più idea di cosa stesse parlando fino ad un secondo prima. La Principessa non sembrava incline a ricomporsi e si coprì le labbra con la mano abbassando la testa così al koopa non restò altro da fare che testimoniare in diretta la picchiata della sua ospite verso uno stato di inspiegabile, irrefrenabile ilarità. Osservandola basito per un lungo momento, Bowser non era ancora riuscito a comprendere se il responsabile di quell'inaspettato sviluppo fosse stato lui o meno e, gettando una casuale occhiata sul piatto, constatò che i Poffy Shell erano stati quasi completamente sterminati. Un minuscolo sospetto si insinuò allora nella mente del Re. Non poteva essere.

« Peach. » La squadrò serio avvicinandole il grande muso.

« Mmmmhhh? » La Principessa alzò la testa verso di lui con le guance fucsia e gli occhioni azzurri più spiritati che mai, tentando inutilmente di soffocare le risa che le facevano tremare le spalle come in preda ai brividi. Era lampante. Provò a calcolare la quantità di alcol che Peach potesse effettivamente aver ingerito e concluse che nemmeno uno dei suoi bowserotti ci avrebbe battuto ciglio. Lo Zanna di Drago era realmente potente di per sé, ma non ce n'era che la metà di un ditale in ogni porzione e per di più anche diluito. Scuotendo la testa e realizzando appieno in quali strambe circostanze fossero incappati, Bowser venne inevitabilmente contagiato dalla comicità dell'intera faccenda. Cos'altro poteva fare ormai? Le passò la parola. E scoprì che nemmeno Peach sfuggiva alla legge universale secondo cui l'alcol donasse a chiunque la parlantina.

« Poi dobbiamo ancora organizzare il buffet per il ricevimento e sono settimane che lotto col pensiero costante che i sovrani di Fagiolandia siano entrambi rigorosamente vegetariani e che solo la vista della carne li offenda. Ma devo dunque monopolizzare l'intero menu per tutti i restanti 158 invitati? » proferì con la gravità che si doveva ai problemi di entità catastrofica, guardando il suo ascoltatore alla disperata ricerca di solidarietà.

Bowser stava lì ad ammirarla con un gomito sul tavolo ed il palmo a sollevare il mento, manifestando grande partecipazione con un'espressione tra il divertito ed il compassionevole. L'attimo di passaggio dalla filippica contro il maltrattamento dei libri al dilemma culinario doveva esserselo perso per strada ma non importava. Anche se stava prestando più attenzione alla serie di emozioni che si alternavano sul viso dolce della sua Principessa invece che alle sue parole in verità, sarebbe rimasto felice piantato di fronte a lei ad assecondarla per tutta la sera.

« Invece di un buffet allora ricadi sulla classica cena da seduti e a loro farai portare altra roba. » Strinse le spalle proponendo una soluzione ragionevole.

« Ma sono gli unici vegetariani nella lista e le tavolate si dispongono tutte da otto posti. Io e Mastro Toad possiamo benissimo adattarci per una sera, ma per gli altri quattro convitati al nostro tavolo come faccio?! Posso chiedere a Daisy di abbozzare ma resterebbero comunque tre posti e salterebbe tutto! » replicò Peach inconsolabile, tenendo tra le dita uno dei restanti Poffy Shell già addentato.

« Allora sai che ti dico? Una bella flebo di glucosio a testa. Così ognuno può andare in giro contento dove vuole, a chiacchierare con chi vuole, e sui sacchetti ci scrivi "Buffet". Nessun tipo di discriminazione, nessuna scomodità, pratico ed economico. » Il koopa osservò con una certa soddisfazione gli occhi della fanciulla riempirsi di comico sgomento fissarlo a loro volta. Poi, non appena fu riuscita ad immaginarsi la scena coi neuroni leggermente rallentati dall'influenza dell'alcol, collassò sullo schienale della sedia in preda a convulsi di risa talmente forti da tenersi la pancia e raggomitolarsi annientata sotto lo sguardo intenerito del Re.

La sua voce continuò a risuonare diamantina per le pareti del lugubre castello anche durante il tragitto verso la sua camera, sollevata dalla sfida di doverci arrivare da sola in tali condizioni.


Nota d'autrice:

Ispirata ad una storia vera. Non dico altro.

Grazie di aver letto fin qui :]



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