Serie TV > Hawaii Five-0
Segui la storia  |       
Autore: De33y    27/01/2013    1 recensioni
Steve era inquieto da quando il governatore gli aveva affidato il caso. Per tutto il giorno aveva cercato di nasconderlo, ma quando poco dopo il tramonto era rimasto solo nel suo ufficio, l'ansia lo aveva raggiunto di nuovo. [...] Muovendosi silenzioso tra le stanze, lanciò un'ultima occhiata in giro, come un bambino che si aspetti di veder comparire l'uomo nero da qualche angolo, e poi varcò la doppia porta a vetri con l'intenzione di tornare a casa.
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: Per prima cosa vorrei precisare che in questa storia ci sono personaggi e contesti che non mi appartengono, ma che sono di diritto di Leonard Freeman e CBS production prima e di Peter M. Lenkov, Alex Kurtzman, Roberto Orci e K/O Paper Products and 101st Street Television poi. Questa storia è scritta senza scopo di lucro e non è inteso nessun violamento di copyright. Sono invece di mia proprietà la trama e i personaggi che non compaiono nello show.

A.N: Grazie per le risposte al prologo di questa storia. Ecco a voi il secondo capitolo, aspetto con ansia i vostri commenti.

Un po' di informazioni tecniche per chi se le stesse chiedendo. I capitoli saranno di almeno mille parole e per il momento saranno aggiornati con una cadenza di circa due settimane.

Buona lettura.

 

John Fry era un uomo smilzo con l'aspetto di un cinquantenne, anche se in realtà era assai più vecchio. Il viso, scarno e diffidente, abbozzava un sorriso di cortesia, mentre gli occhi si alternavano sui due poliziotti cercando di assestare le loro intenzioni. Interrompendo ogni dubbio Steve e Danny si identificarono e spiegarono il motivo della loro visita.

«Five-0 avete detto? Si sente molto parlare di voi, com'è la storia... piena immunità e mezzi?» chiese Fry continuando a studiare i loro distintivi appesi alle cinture.

«Sì, esattamente, -confermò Steve- rispondiamo direttamente al governatore. Ci è stato chiesto di prendere in consegna l'indagine su Montoya, finché sarà sospettata la sua presenza nell'arcipelago. A breve, due agenti dell' FBI che si occupano del caso si affiancheranno a noi nell'indagine.»

«Montoya! Quell'uomo sembra perseguitarmi! È stato il mio ultimo caso, quando lavoravo ancora per il bureau. Dopo quattro anni di indagini, in cui non sono riuscito a cavare un ragno dal buco, ho mollato quella vita, per cui ero già anche troppo vecchio, e mi sono dedicato a qualcosa di più tranquillo. Quando iniziavo finalmente a dimenticare quel figlio di buona donna, me lo sono visto apparire davanti agli occhi. Proprio qui, in questo angolo sperduto di paradiso.» raccontò il vecchio agente gesticolando platealmente.

«Era proprio di questo che le volevamo parlare, ci potrebbe dire cosa ha visto esattamente ieri? Ha visto bene le altre persone sbarcate insieme a Montoya? Le saprebbe identificare? Ha visto il nome della barca? Ha visto se issava qualche bandiera?» Chiese Steve cogliendo al volo l'occasione e interrompendo bruscamente i discorsi dell'uomo, ma il vecchio sembrò non averlo nemmeno sentito. Appena Steve ebbe finito di fare le domande, Fry proseguì secondo il proprio filo logico.

«Quello lì, avrebbe bisogno di qualcuno che gli faccia abbassare la cresta. Se ne va in giro a testa alta, beato e spensierato, senza preoccuparsi della legge e sa perché? Perché non si riesce a collegare a lui nemmeno una multa per divieto di sosta. Quattro anni. Quattro anni della mia vita ho dedicato a questa indagine e con quali risultati? Io sono più vecchio e lui è ancora più organizzato. Spero che un giorno qualcuno gli dia quello che si merita...»

Danny vide Steve spazientirsi e cercò di riprendere in mano la situazione prima che l'altro facesse qualche sciocchezza.

Il loro testimone sembrava perso nei ricordi ed affogato nella frustrazione, ma da come li aveva accolti era tutt'altro che svanito. Il detective lo gli afferrò delicatamente le mani e lo richiamò usando anche il nome di battesimo, finché l'uomo non si quietò completamente e lo fissò negli occhi.

«Signor Fry?... John?... Capisco la sua frustrazione, le assicuro che faremo tutto il possibile affinché Montoya abbia quello che si merita... sia arrestato,- si corresse preferendo termini più diretti- ma in questo momento abbiamo bisogno che lei ci aiuti e risponda alle nostre domande.»

L'uomo capì alla perfezione il discorso e un istante dopo era tornato alla lucidità e all'esperienza che aveva mostrato al loro arrivo. La differenza fu talmente evidente da incoraggiare di nuovo Steve a fare domande e questa volta arrivarono anche le risposte. L'ex agente narrò gli eventi della mattina con una ricchezza di dettagli sorprendente e a dir poco incredibile, se confrontata con l'attimo di smarrimento di pochi istanti prima. Gli occhi si erano accesi mentre spiegava, mostrando la passione che doveva avere per il suo precedente lavoro.

Montoya era sbarcato attorno alle 7,30 di mattina dalla Spirit of the Sea; uno yacht bianco con vetri neri di circa trenta quaranta metri, con un profilo molto sportivo simile ad un motoscafo. La barca esponeva fieramente la bandiera colombiana sulla cima del pennone e poco più in basso quella statunitense. Al momento dell'attracco (che era durato non più di 10 minuti) Montoya si trovava già sul ponte insieme al figlio Esteban. Entrambe vestiti con eleganti completi di lino nocciola, quasi sicuramente di fattura europea. Montoya fu il primo a salire sulla passerella e a scendere, superando una guardia del corpo non troppo entusiasta, che lo seguì immediatamente. Dietro di loro, Esteban. Da lontano i Montoya si distinguevano solo perché il figlio aveva un abito di una tonalità leggermente più chiara. Fry ammise che lui stesso aveva faticato a riconoscerli finché non gli erano passati vicino, ma a breve distanza Esteban era 'la copia con gli angoli smussati e le rughe appianate' del padre. Un variegato convoglio di una dozzina di uomini li aveva seguiti sul molo. Fry fu in grado di riconoscerne alcuni come membri della scorta, che ricordava dalle sue indagini passate, ma tra di essi spiccava qualche faccia nuova, che l'agente non seppe dire se si trattasse di nuovi membri della scorta o di soci in affari di Montoya. Fry si offrì di passare agli uffici della polizia per cercare di ricostruire gli identikit delle persone che non era stato in grado di identificare.

 

* * *

 

Kono e Chin iniziarono la loro ricerca dai pressi del molo, mostrando le foto di Montoya e del suo gruppo. Come aveva predetto McGarrett, molti, soprattutto tra i nativi, avevano notato il gruppo di ispanici e haolin che aveva raggiunto la città. La maggior parte di loro fu in grado di identificare con certezza Hernanez, altrettanti parlavano di due uomini che si assomigliavano molto puntando il dito contro la foto di Montoya o del figlio. Secondo i testimoni di fronte al parcheggio del porto, il gruppo si era diviso in due parti: Montoya con circa metà della scorta era salito su una limousine diretta a ovest, sull'Ala Moana boulevard; l'altra parte del gruppo, in cui secondo alcuni si trovava Esteban aveva proseguito a piedi.

Il parcheggio a pagamento del porto era sorvegliato da telecamere e Kono si offrì di recuperare il nastro e tornare al quartier generale per scoprire se si vedeva la targa del veicolo di Montoya. Chin proseguì sulle tracce dell'altro gruppo, chiedendo in giro a commercianti, facchini degli alberghi e chiunque altro potesse trovarsi lì quella mattina. Riuscì a seguire le tracce fino al quartiere universitario, ma non riuscì ad andare oltre.

Guardando il video di sorveglianza del parcheggio Kono non poté fare a meno di pensare che Montoya non cercasse assolutamente di nascondersi. Le telecamere lo riprendevano chiaramente in volto e la targa della sua limousine era perfettamente visibile nel video. Accedendo alle registrazioni del traffico, Kono fu in grado di ricostruire il percorso della vettura per diversi chilometri prima che scomparisse in una zona residenziale, a est della Pali Highway.

La causa più probabile era che avesse alloggio in quella zona, e visto che non risultavano precedenti visite in Ohau, doveva esserselo procurato di recente; così Kono controllò i registri in cerca di case vendute o affittate negli ultimi tre mesi in quella zona, ottenendo un totale di cinque case.

Quando ricevette le novità da Chin provò a fare la stessa cosa nella zona dove si erano arenate le sue ricerche, ma con l'anno accademico appena iniziato era pieno di studenti che avevano affittato un appartamento nei dintorni per non essere vincolati ai regolamenti del campus.

 

* * *

 

La discussione con Fry aveva preso tutto il pomeriggio. Quando Steve e Danny raggiunsero il quartier generale, Kono aveva già trovato le schede dei nominativi dati da Fry che apparivano e le loro foto apparivano disposte ordinatamente su uno degli schermi. Su un altro schermo invece appariva un quartiere residenziale con cinque cerchi rossi: i possibili indirizzi di Montoya. Pochi istanti dopo li raggiunse anche Chin. Kono spiegò brevemente come aveva individuato gli indirizzi ricevendo i complimenti del loro comandante.

«Ottimo lavoro, domani arriveranno i due agenti dell' FBI e ripartiremo da qui. Controlliamo quegli indirizzi uno a uno e lo staniamo, dopodiché dovremo solo aspettare che faccia un passo falso.»

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hawaii Five-0 / Vai alla pagina dell'autore: De33y