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Autore: Mari_BubblyGirls    27/01/2013    6 recensioni
Tutto stava andando a rotoli. Mi ero trasferita in questo cazzo di posto, in cui non conoscevo nessuno, a malapena capivo l'accento i irlandese, figuriamoci, a scuola nessuno mi considerava.
La luce dei lampioni era scomparsa, solo la luna si specchiava vanitosa nella superficie del lago. Il parco era il mio posto preferito. Dove si fermava il tempo, rimaneva solo il buio e la calma. Il silenzio.
A volte la luna sembra ridere di te. A volte le stelle esaudiscono i tuoi desideri.
Anche una risata può salvarti. Never say never. E non smettere mai di credere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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11 Torte margherite.

 

Ad un tratto parcheggiò un'auto dalla quale uscirono tre uomini vestiti allo stesso modo di Mike, e si misero a schermare la folla contenendo alcune ragazzine che saltavano urlavano e piangevano.

Io guardavo imbambolata la scena quando sentii una voce chiamarmi.

Mi risvegliai e notai che James mi fissava trattenendo a stento una risata. Quando mi incantavo avevo una faccia buffa, lo sapevo già.

«..Mary? Sei con noi o stai sognando?» Mi chiese sorridente. «Queste ragazze qua ti devono dire una cosa.» Accennò appena con la testa a tre ragazze che aveva di fronte.

Non le avevo mai viste. Una di loro aveva gli occhi rossi e lucidi e ogni tanto alzava la manica della felpa che indossava per asciugare velocemente un lacrima che le cadeva dall'occhio. Le altre due però non erano a quei livelli.

«Vi lascio sole.» Disse James e si allontanò verso un altro gruppo di ragazze che lo aspettavano controllate da uno di quegli uomini che a me sembravano tanto loschi.

Io mi avvicinai alle ragazze e sorrisi loro timidamente.

«Ciao..» Mormorai tentando di farle parlare.

Una di loro fece un passo in avanti e titubante prese la parola: «Ehm.. possiamo fare una foto con te?» Chiese.

Io annuii contenta di essere utile almeno a qualcosa, anche se sinceramente non capivo perché volevano fare una foto proprio con me. Non è che avessi molto di speciale, io. Ma certo se mi chiedevano una foto non avrei detto no senza motivo.

Mi si misero a turno a fianco e fecero le foto che volevano tanto. Quando arrivò il turno di quella in lacrime, dopo la foto mi abbracciò affondando la testa nella mia spalla e singhiozzando: «Grazie mille... Tu hai realizzato il mio sogno!» Poi sorridendo con due occhi scintillanti si allontanò insieme alle altre, dopo che ebbi firmato anche gli autografi. Si fermò e tornò indietro: «Tieni questi sono i nostri account su Twitter!» Mi porse un bigliettino e evaporizzò.

In quel momento realizzai che non avevo Twitter. Vabbe', me lo sarei creato più tardi, a casa.

 

Mi sorprese il fatto che finì dopo neanche mezzoretta, il tutto.

I bodyguard erano stati tutto il tempo col fiato sul collo alle fans (che poi avevo scoperto non essere tutte di Mullingar, ma di molti paesi lì vicino.) e dopo che incontravano James per pochissimi minuti, le costringevano ad allontanarsi dalla piazza, anche sapendo che sarebbero rimaste lì intorno nella speranza di incontrare nuovamente James.

Finalmente dopo l'ultimo gruppetto di ragazze, i body guard si avvicinarono a noi dicendoci di entrare nella macchine, io stavo iniziando ad avviarmi, ma James scosse la testa.

«No.»

Io mi girai fissandolo incuriosita, chiedendomi perché volesse correre il rischio di girare a piedi.

Lui aggiunse: «Non vi preoccupate, Mike tu aspettaci con una macchina vicino a casa- gli rivolse uno sguardo eloquente e Mike annuì – noi vi raggiungiamo a breve.»

Gli uomini entrarono nelle auto, e James si girò, mi prese per mano ed iniziò a correre.

Continuammo a correre fino al parchetto, lì mi mostrò un'uscita piccola, minuscola anzi, della quale non immaginavo neanche l'esistenza. «Dai, Mary. Corri.» Mi diceva ogni tanto, e si girava preoccupato, controllando che non avessimo paparazzi dietro. Finalmente sì fermò e ridendo come un'idiota gli lasciai la mano poggiandomi sulle ginocchia inarcando la schiena e respirando affannosamente. Lui aspettò paziente che risollevassi lo sguardo poi si mise a ridere con me.

Lo ammirai mentre rideva tenendosi la pancia e pensai che non avrei mai e poi mai immaginato di essere, un giorno, a fianco ad una celebrità, innamorata di lei, a ridere con lei scappando dai paparazzi e dalle fans.

Mi portò ad una macchina guidata da Mike e disse: «Portaci a casa mia.»

L'uomo annuì semplicemente e iniziò a guidare. James mi mise un braccio intorno alle spalle e mi guardò sorridendo soddisfatto. Io mi persi in quei suoi occhi azzurri consapevole di avere uno sguardo ebete, ma non distolsi lo sguardo, sentivo il formicolio nello stomaco, ma rimasi a guardarlo, lui si avvicinò piano a me socchiudendo gli occhi, io lo imitai, socchiusi un poco le labbra, quando lui si fermò e sussurrò: «Sai cucinare?»

Io mi allontanai guardandolo male: aveva rovinato un bacio perfetto. Gli chiesi: «Ma che domande sono queste? Certo che so cucinare.»

Lui sorrise guardando fuori dal finestrino annuì vigorosamente poi tornò a guardarmi e disse: «Lo sapevo che sei perfetta.»

Io inarcai le sopracciglia e sospirai scettica. «Certo...»

Lui non rispose e continuò a fissarmi sorridendo insistente, mentre io cercavo di ignorarlo guardando fuori.

Ad un tratto sbottai: «Smettila di guardarmi in quel modo!»

Lui appoggiò il capo sulla mia spalla scostandomi di poco i capelli, e sentii il suo respiro sul collo. Porca palettina, sembrava mi stesse sniffando, così non era valido, sentivo la pelle d'oca e i brividi ovunque!

Inspirai lentamente e mi girai verso di lui, eravamo a pochi centimetri di distanza ma non ci baciammo, continuammo a respirarci la pelle l'uno dell'altro, io risi, lui mi prese il viso tra le mani.. E lo fermai mettendogli la mano sulle labbra.

Lui mi guardò contrariato e io gli indicai Mike. James alzò gli occhi al cielo con espressione esasperata e si sedette composto e innocuo al suo posto guardando il finestrino col broncio.

Io sorrisi e guardai fuori.

Era come se ci conoscessimo da sempre.

In silenzio arrivammo davanti ad una villetta piccola ma confortevole, almeno dall'esterno.

Lui scese e mi tenne la portiera aperta facendo scendere anche me, poi disse a Mike che per qualunque problema l'avrebbe chiamato e infine mi prese per mano e mi accompagnò alla porta.

Rimasi incantata, il salotto era di dimensioni normali, ma era arredato divinamente.. e soprattutto ovunque c'erano foto di James e di un altro bambino e ragazzo che intuii doveva essere suo fratello.

«Lo so, è imbarazzante.» Lo sentii borbottare dietro di me, io invece risi piano e mi avvicinai a tutte quelle foto così dolci, lui in pigiama che mostrava a circa quattro anni un enorme camion giocattolo, lui che rideva indicando un buco tra i denti che doveva indicare il suo primo dente da latte caduto, lui era così puccioso in quelle foto e ora era lì... aspetta. Ma dov'era finito?

Mi guardai intorno e non vedendo più traccia di lui scrollai le spalle e continuai incantata ad ammirare James junior in tutta la sua bellezza.

Ad un tratto sentii delle braccia circondarmi la pancia e qualcosa mi si appoggiò sulla testa, mi girai e lo abbracciai. Mi sentivo così bene tra le sue braccia, era in grado di riportare tutto a posto.

Dopo un tot di tempo indeterminato, sentii la sua voce dolce dire: «Vieni, andiamo a cucinare!»

Si staccò da me e saltellò (sì, saltellò.) in una stanza lì a fianco, io lo seguii curiosa e mi trovai davanti una splendida cucina, col piano da lavoro enorme.. Insomma, il sogno di mia mamma.

Sopra c'erano varie ciotole piene di ciò che doveva essere farina, zucchero, uova..

Lo guardai curiosa chiedendo: «Ma vuoi cucinare sul serio?»

Lui annuì mentre gli occhi gli sbrillucicavano e mi sbatté in faccia un libro, che allontanai leggendo “Le torte della nonna.”

Lo guardai divertita: « “Le torte della nonna” ?? Dimmi che non sei serio!»

Lui mi fissò con i suoi occhioni da cucciolo e mi chiese candido: «Certo che lo sono, perché?»

Io scossi la testa e lo aprii iniziando a leggere le ricette, mentre con la coda dell'occhio notai che si stava spostando e stava venendo verso di me.

Avvicinò la testa leggendo anche lui la ricetta ed esclamò: «Questa mi piace!»

Io alzai lo su di lui e gli feci notare: «Guarda che questa è una semplicissima torta margherita.»

Lui annuì convinto e gridò quasi: «Mettiamoci ai fornelli!»

Pesammo tutti gli ingredienti e iniziammo a mescolare il tutto. Io non ero abituata, avevo il robot a casa, ci pensava lui a creare la torta, tu dovevi semplicemente versarci gli ingredienti dentro.

Stavo mescolando faticando un po' quando ad un tratto lui mise fulmineo il dito dentro la miscela e poi me la spalmò sul naso.

Io non feci in tempo a ribattere che lo ripeté, questa volta però lo scostai (anche se ormai il danno era fatto) e guardandolo meravigliata e ad occhi aperti dissi: «Ma.. Ma questa è una dichiarazione di guerra!»

Lui per tutta risposta cercò di rimettere il dito dentro la ciotola ma gli diedi un colpo, ci misi due dita dentro e gliele spalmai in faccia.

Lui a questo punto ridendo ci mise tutta la mano dentro... e mi toccò i capelli. Io impazzii. I capelli di una ragazza non vanno mai toccati, mai. E se ancora James non lo sapeva, beh l'avrebbe saputo presto e se lo sarebbe ricordato per sempre.

Rimasi con gli occhi chiusi qualche secondo, poi lo fissai immobile mentre lui rideva come non mai continuando a disegnarmi strane figure in faccia con la crema.

Poi senza dire niente, presi l'intera scodella piena di crema e gliela buttai interamente addosso. Lui si mise a ridere e con le mani cercò di crearsi un buco tra la crema, per gli occhi, poi boccheggiando iniziò a ridere come uno scemo cercando di gridare senza soffocarsi: «Brutta.. Brutta stronza!»

Io allora mi unii a lui ridendo e senza pensarci due volte presi un piatto in cui c'era la farina e gliela buttai addosso.. o almeno tentai di farlo, perché lui mi aveva prevenuto e aveva capovolto il piatto, facendomelo versare in testa. Poi mentre io mi giravo passando in rassegna il più veloce possibile tutto ciò che c'era in quella cucina, lo vidi sbucciare alla velocità della luce una banana, per poi inseguirmi correndo fino a quando io non mi armai di un uovo e glielo buttai sulla maglia, mentre lui mi spiaccicava la banana in faccia.

Io allora cerci di implorare perdono, o meglio, implorai una pausa, gridando tra le risate: «Time-out! Stop! Basta!»

E lui ridendo mi lasciò andare, mi specchiai nel vetro della dispensa e mi toccai i capelli appiccicosi scuotendo la testa divertita, indecisa però se piangere o ridere. Quell'idiota invece rideva con la sua solita risata scema (adorabile.), quasi rotolandosi dalle risate per terra.

«C'è un bagno?» Chiesi con voce flebile e lui annuì e si incamminò verso un piccolo corridoio, mentre io lo seguii subito.

Il bagno era enorme e spazioso, con una parete costituita interamente da uno specchio, che in casi normali avrei adorato... in quel caso però non c'era neanche da mettersi le mani nei capelli talmente facevano schifo.

«Oh, no..» Mormorai disperata e corsi verso il lavandino, per iniziare a lavarmi la faccia.

Sentii la sua voce dire: «Sta ferma.» E poi acqua calda bagnarmi la testa e i capelli e nel riflesso allo specchio vidi che teneva in mano il tubo della doccia, massaggiandomi dolcemente la testa.

Mi rilassai, era così dolce.. e pensare che ci conoscevamo da pochissimo...

Per un attimo pensai che avrebbe potuto con un semplice movimento infradiciarmi tutta ma mi bloccai dicendomi che non l'avrebbe fatto.

Dopo che mi lavai i capelli e me li asciugai col phone, lui aspettò che uscissi per farsi una doccia veloce, mi disse di aspettarlo in camera sua, ci avrebbe messo meno di tre minuti.

Camera sua era.. una normale camera di un normale diciannovenne. Cioè, vari poster al muro, uno di Justin Bieber, un altro dei Beatles, roba sparsa un po' ovunque, il computer con la scivania in una angolo, il letto fatto (sicuramente non da lui.) con sopra felpe e jeans..

Mi sedetti sul letto ad aspettare e controllai il cellulare.. Mi venne un colpo. Oddio. Avevo una cinquantina di messaggi da leggere. Iniziai a leggerl.. erano quasi tutti da parte di numeri sconosciuti:

Grazie mille per la serata di stasera, hai realizzato il mio sogno, ti amo, sei unica speciale e bellissima xx” Oh, grazie.. ma chi era? Boh. Le risposi: “Grazie a te, son sicura che anche tu sei bellissima ciao ciao xx”

Coppiai la risposta e continuai a leggere:

Oddio ancora non ci credo ho abbracciato Niall James Horan! Digli che lo amo e che per lui noi directioners ci saremo sempre. Digli che è il mio sorriso xx” Questa volta scrissi: “grazie xx” e coppiai la risposta per inviarla uguale a tutti.

Io amo te e Niall, insieme siete veramente carini, sei una ragazza fortunata, digli che lo amo xx”

VI ADORO VI AMO CON TUTTO IL MIO CUORE SIETE DANNATAMENTE PERFETTI xx”

DIRECTIONERS LOVE MIALL. Xxxxx”

grazie sei veramente speciale. Non sai cos'è significato per me questa serata. Xxx”

Impallidii improvvisamente ad un messaggio:

Tu devi morire. Niall è MIO.”

Sentii i brividi nella schiena e rimasi a leggerlo centomila volte. Tutto d'un tratto non volevo più leggere il resto dei messaggi.

«Mary?» Mi girai istantanea terrorizzata e calmandomi in un primo momento che era Niall, tornando in agitazione quando realizzai che era solo in pantaloni.

Abbassai lo sguardo sul cellulare e deglutendo riuscii a dire: «Messaggi che mi hanno inviato le tue fans..»

Vedendo la mia espressione dopo aver indossato una felpa (uffa.) si sedette a fianco a me circondandomi le spalle con un braccio e chiedendomi preoccupato: «Cosa dicono?»

Io risi piano nervosamente e dissi «No.. sono quasi tutte dolcissime.. Solo che ne ho appena letta una non tanto rassicurante..» Lui mi prese il cellulare dalla mano con delicatezza e letto il messaggio disse: «Non ti preoccupare. Non ti faranno proprio niente.»

Io scossi la testa e tentai di spiegargli, rimanendo nervosa: «No... non è quello. Figurati, non ho paura che mi facciano seriamente del male... solo che mi chiedo perché mi vogliano così tanto male..»

Lui fece spallucce e la finì: «Sono esagerate.» Poi sorrise furbetto e iniziò a farmi il solletico ai fianchi, e mentre io gridavo: «Noooo!» lui continuava divertito.

 

 

*my space *

Hello Hello Peopleeeesssssssss (?)

Aluuuuura sto male :c

Stanotte mi son svegliata alle cinque del mattino perché mi si era bloccata la respirazione e stavo soffocando.. ma questi sono particolari e non ve ne frega niente.

Spero solo di essere riuscita a sciogliervi un po' implorando il vostro perdono per un ritardo così assolutamente clamoroso.

È che sono davvero incasinata. :c

 

Aaaanyway.

Cosa succederà?

Questo è un capitolo noioso, ne sono consapevole, ma il bello (?) deve ancora venire c:

Ve lo posto perché non posso farvi aspettare in eterno :o

 

Ringraziamenti:

TU, SPLENDORE LUMINOSO (?) CHE STAI LEGGENDO IN QUESTO MOMENTO.. grazie. <3

per sopportarmi devi davvero essere una eravigliosa persona c:

soprattutto a:

niallerrayban

harlydream

Niall dream_

LaCaliforniana_

coniYOLO

la righe di tomlinson

alexia oneD

OneD_ILoveYou

 

ringrazio i lettori silenziosi

e quelli che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite

asdfg. Vi lovvo very shetty yeah buddie (?).

 

ora vado a leggere qualcosa di interessante (?) c:

kisskiss Maaari c:

  
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