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Autore: chiara05    27/01/2013    5 recensioni
storia Klaroline ambientata nel 1862 a Mystic Falls. Caroline una ragazza umana di 17 anni ha una missione nella vita, uccidere il vampiro Klaus. Ma presto tra i due scoppierà una passione che renderà molto difficile il suo compito.
Dal 2 capitolo:
"Dopo qualche attimo di sgomento la ragazza tentò di colpirlo ma lui, con un movimento fulmineo, si portò dietro di lei e la bloccò con le sue braccia.
«Non hai speranze contro di me, amore» le sussurrò all'orecchio stringendola più forte. Il cuore di lei batteva all'impazzata e aveva il fiato corto come se avesse corso una maratona.
«Scoprirai che sono piena di sorprese» gli disse tentando di tirarli un calcio che lui schivò. A causa di questo movimento lo spacco della gonna aveva messo in mostra la sua gamba soda e Klaus, senza riuscire a controllarsi, aveva cominciato a disegnare cerchi immaginari su quella parte di pelle morbida e nuda con le dita. Adesso anche lui aveva il fiato corto. Caroline si sentiva in paradiso e all'inferno contemporaneamente. Da una parte voleva che la accarezzasse per sempre, dall'altra desiderava che la lasciasse per poter adempiere al suo compito"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Damon, Salvatore, Klaus, Stefan, Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NELLA TANA DEL LUPO

 

Caroline doveva trovare il modo di eliminare il vampiro che, sedendo sul sedile di fronte, le faceva da guardia e fuggire. Si trovava in una carrozza, stranamente era Klaus che, a tutta velocità, guidava i cavalli verso casa Mikaelson. Il piano della ragazza era semplice, doveva distrarre il non morto tanto da prendere il sottile paletto riposto tra la giarrettiera e la coscia destra, pugnalarlo e correre lontana da lì. Fortunatamente quella notte aveva troppi pensieri per la testa per cambiarsi d'abito prima di andare a dormire, così ora, con il suo vestito da caccia, aveva qualche speranza di uscire da quel disastro.

Aveva provato in vari modi ad attirare l'attenzione del suo guardiano, ma quest'ultimo era sempre rimasto impassibile, anche quando la guardava per accertarsi che andasse tutto bene il suo sguardo era assente.

«Sarebbe estremamente gentile da parte vostra comunicarmi dove siamo diretti» tentò ancora una volta Caroline, ma come le volte precedenti venne ignorata. Non riuscì a trattenere uno sbuffo e, perdendo le speranze, incrociò le braccia al petto ed accavallò le gambe ormai rassegnata a non poter agire. Per colpa dello spacco profondo mostrò involontariamente una buona parte di pelle nuda e candida, era già la seconda volta quella sera, doveva cominciare ad indossare dei pantaloni. Stava per coprirsi quando il vampiro, giratosi verso di lei per il controllo di routine, fu catturato dallo spettacolo che gli veniva offerto. Uomini! Sono tutti uguali, fagli vedere una coscia e non capiscono più niente. Era infastidita, si sentiva oltraggiata dalle occhiate lascive che l'uomo le lanciava, ma quella era l'occasione che aspettava per poter fuggire e doveva coglierla al volo.

«Avete visto qualcosa che vi interessa?» gli domandò con tono mellifluo, l'altro per tutta risposta la fissò con occhi da triglia. Non si aspettava che la ragazzina fosse così invitante e, se non fosse stato sicuro che il suo padrone avrebbe ucciso chiunque avesse solo osato sfiorarla, a quest'ora si sarebbe già fiondato su di lei.

«Non volete rispondermi?» continuò lei passandosi un dito su tutta la lunghezza della gamba provocando il suo bersaglio che, senza accorgersene, si avvicinò a lei.

«Potete sostituire le mie dita con le vostre se volete»

«Spiacente signorina, ma mi piace avere la testa attaccata alle spalle» replicò lui mentre incoerentemente si sedeva al suo fianco.

«Oh bè, non dovete preoccuparvi di Mr. Mikaelson, gli dirò che è stata tutta colpa mia» lo persuase, e quando lui cominciò a sorridere Caroline estrasse il paletto e lo uccise.

In un secondo si era catapultata fuori dalla carrozza rotolando sul fianco, si era alzata e aveva cominciato a correre a tutta velocità. Era talmente concentrata sul suo piano che non si era resa conto che il veicolo si era fermato. Non fece neanche dieci passi che si ritrovò bloccata contro la porta del cocchio da due forti braccia.

 

* * *

 

Jane Bennett era inquieta. Aveva sentito dei rumori provenire dalla stanza di Caroline e non sapeva se invadere la privacy della sua amica entrando nella camera o fare finta di niente e andare a dormire. Optò per la prima opzione.

«Caroline?» mormorò con la testa che sporgeva dalla porta. Non udendo nessuna risposta avanzò a lunghi passi verso il letto. Quando lo trovò vuoto e disfatto accese le candele. Su un cuscino era poggiato un biglietto scritto con una calligrafia elegante:

 

Mettetevi ancora sulla mia strada e la dolce signorina Caroline Forbes non vedrà di nuovo la luce del giorno. Niklaus Mikaelson.

 

* * *

 

«Dobbiamo andare a prenderla» esclamò Stefan. Si trovava con suo fratello, suo padre a la cameriera di Caroline nello studio di Giuseppe. Jane, appena letto il messaggio dell'Originale, li aveva svegliati per informarli dell'accaduto.

«Potrebbe essere pericoloso per la sua incolumità» gli disse il patriarca Salvatore «se ci comportiamo come dice non avrà nessun motivo per ucciderla. Inoltre gli è più utile da viva»

«Sono d'accordo con Stefan padre. Dobbiamo aiutarla il prima possibile» Damon sapeva quali erano i sentimenti del vampiro verso la ragazza che considerava sua sorella e aveva paura che se non avessero agito in fretta il futuro sarebbe stato irrimediabile.

«Se la caverà egregiamente, è addestrata» gli rispose il padre con il solito tono burbero.

«Lo so che è in gamba» replicò lui esasperato «ma è da sola nella tana del lupo, dobbiamo tirarla fuori da lì prima che diventi un pasto succulento» possibile che non si rendessero conto della gravità della situazione?

«Non interverremo. Questo è quanto» Damon capì che non sarebbe riuscito a far cambiare idea a suo padre.

«Non capisco. Come ha fatto Niklaus ad entrare in casa?» chiese Jane timidamente, era sicura che i Salvatore non lo avessero mai invitato nella loro tenuta.

«Non conosci la storia della nostra famiglia ragazzina?» la apostrofò duramente Giuseppe.

«Tutto risale al 1307» le spiegò dolcemente Stefan ignorando il padre «quando Lorenzo Salvatore arrivò in America dall'Europa. È tutto molto confuso, non sappiamo con esattezza come si svolsero gli eventi. L'unica cosa certa è che in quell'epoca queste terre erano abitate dalle creature della notte, dagli Originali. In poco tempo Lorenzo fece amicizia con loro e inviò messaggi ai suoi ex compatrioti per raggiungerlo e fondare una ridente cittadina, Mystic Falls. È nel salotto di questa casa che è stato firmato il Patto di alleanza rotto da Finn Mikaelson dieci anni fa. Vedete Jane, negli anni questa dimora ha subito molte ristrutturazioni, tuttavia le fondamenta sono le stesse della prima costruzione di Lorenzo, quindi i Mikaelson hanno il permesso di entrare»

«Motivo per cui non avrebbe nessun senso salvare Caroline. Lui tornerebbe a prenderla e la ucciderebbe» disse Giuseppe storcendo il naso. Odiava il fatto che i suoi antenati avessero convinto gli altri fondatori a stringere una coalizione con dei mostri, e odiava maggiormente il fatto che fosse amico di quegli esseri spregevoli.

«Se volete Mr. Salvatore, posso fare un incantesimo per impedirgli di entrare» improvvisamente la ragazza aveva perso tutta la sua timidezza.

«Voi sapete praticare la magia?» Damon era strabiliato, non sapeva che avessero in casa una strega.

«Certo, sono una Bennett. La nipote di Emily Bennett, una delle più potenti streghe al mondo»

«Caroline è al corrente dei tuoi poteri?» questa notizia al posto che allietare il capofamiglia lo aveva insospettito.

«Si. È stata lei ad aiutarmi a fare pratica in questi anni» non la stava mettendo nei guai confessandolo, vero?

«E quell'ingrata ha pensato bene di mantenere il segreto? Non bisogna mai fidarsi delle donne, mai» adesso Giuseppe era infuriato.

«Lo ha fatto per proteggermi signore» replicò Jane «Non voleva che fossi coinvolta in qualcosa di pericoloso» ma questa volta sarebbe andata contro quel suo desiderio, doveva aiutarla.

«Bene. Vi serve qualcosa di speciale per questo incantesimo?» le domandò Stefan cercando di cambiare discorso.

«Qualche erba e un po' di preparazione. Entro la fine della settimana dovrei essere in grado di farlo» ed entro la fine della settimana riporterò Caroline a casa pensò Damon, ma questo non lo disse.

 

* * *

 

Klaus stava ascoltando tutto quello che Caroline e quel vampiro ai suoi servizi si stavano dicendo. C'era qualcosa che non andava, la ragazza non sarebbe mai stata così disponibile senza un motivo. Rallentò i cavalli per poter sentire meglio.

«Potete sostituire le mie dita con le vostre se volete» la sentì dire. Era deciso. L'avrebbe ucciso appena arrivati alla tenuta. Questa sua gelosia era decisamente fastidiosa, se non avesse trovato un modo per rimediarvi presto si sarebbe trovato senza servitori.

La porta si aprì e la cacciatrice si catapultò fuori dalla vettura. Klaus fermò la carrozza, la prese e la bloccò contro la porta con le sue braccia, una per ogni lato della sua testa.

Era infuriato con lei, come aveva osato scappare? Correre lontano da lui? Il fatto che fosse assurdamente geloso, poi, non andava certo in suo favore. Guardando dal finestrino vedeva il corpo del vampiro morto giacere sul pavimento, gli dispiaceva che Caroline avesse fatto il suo lavoro, sicuramente non aveva sofferto quanto meritava per aver disobbedito agli ordini cedendo alle moine della sua prigioniera.

Caroline d'altra parte era esasperata. Si ritrovava di nuovo senza via di fuga per colpa di quelle meravigliose e muscolose braccia nel giro di poche ore. Era riuscita a fare quanto? Dieci passi in tutto? Spazientita alzò gli occhi al cielo.

Klaus davanti al gesto della ragazza esaurì tutta la sua furia ritrovandosi a ridacchiare, cosa che logorò la giovane ancora di più.

«Si può sapere cosa vuoi da me?» gli chiese Caroline alla fine.

«Semplice, tenerti come ostaggio a casa mia per assicurarmi che i Salvatore non mi mettano i bastoni tra le ruote» il vampiro non aveva perso il suo buon umore.

«Non ti illudere. Loro verranno a cercarmi, non mi lasceranno mai nelle tue grinfie» ribatté lei decisa. Magari non l'avrebbe fatto Giuseppe, ma era sicura che Stefan e Damon sarebbero accorsi in suo aiuto.

«Per allora sarai tu a non volertene andare, amore» la informò con un sorriso sfrontato stampato sulle labbra mentre avvicinava il viso al suo. Lei era bellissima, con le guance rosse di rabbia e le labbra carnose che sporgevano indignate.

«Ne sei sicuro?» cosa le saltava in mente? Avrebbe dovuto ringhiarli contro tutto il suo disprezzo, non contrattare sulle sue convinzioni.

«Si» replicò lui semplicemente continuando a fissarle la bocca.

«Non sei altro che un presuntuoso, prepotente...»

«Zitta» le ordinò cominciando ad accarezzarle le labbra con il pollice destro. Lei obbedì, non per le sue parole ma a causa del suo gesto.

«Voglio assaggiarti» disse piano spostando la mano destra dietro la sua nuca, e tenendola ferma con dolce fermezza la baciò.

Fu un semplice sfiorarsi, leggero come il battito d'ali di una farfalla ma bastò a Caroline per essere pervasa dai brividi. Dopo il primo casto contatto lui prese a baciarla con più convinzione, lei automaticamente, e senza rendersene conto, prese a ricambiare il bacio. Le labbra di Caroline erano le più morbide che Klaus avesse mai toccato, combaciavano alla perfezione con le sue. Voleva di più, voleva sentirne il sapore sulla lingua. Quando la ragazza sentì il vampiro leccarle le labbra sentì le gambe vacillare, era una fortuna che il braccio sinistro di lui la cingesse alla vita stringendola contro di sé altrimenti sarebbe sicuramente caduta. Dischiuse le labbra permettendo a quella lingua deliziosamente invadente di entrare nella cavità umida e calda. Le loro lingue danzavano in una danza dolce e intensa. Era la sensazione più bella che avessero mai provato.

Si baciavano con dolcezza, senza fretta. Ma presto la tenerezza si trasformò in pura passione. Klaus la teneva stretta contro il suo corpo, era difficile dire dove finisse uno e cominciasse l'altro. Le braccia di Caroline erano avvinghiate al suo collo, le mani intrecciate ai suoi capelli, era in punta di piedi per avvicinarsi a lui più che poteva. Quando la ragazza gemette Niklaus non riuscì più a controllarsi e la schiacciò contro la porta con tutto il suo corpo. Non aveva mai bramato niente e nessuno come bramava lei. Le sue mani scivolarono sul fondo schiena della bionda schiacciandola contro il suo bacino. Lei sentì l'eccitazione dell'originale, sapere l'effetto che aveva su di lui la eccitò come non credeva possibile. Improvvisamente odiava tutti quei vestiti che le impedivano di toccare la pelle nuda. Klaus stava impazzendo, non riusciva a pensare a nient'altro che non fosse loro due insieme. Se non avesse posto fine a quella magnifica attività avrebbe sicuramente avuto il corpo della ragazza, ma lui desiderava di più. Voleva ottenere il suo cuore. Mise fine al loro bacio con un leggero e lento morso al labbro inferiore di Caroline che, se possibile, le fece perdere un paio di battiti. Si fissavano in silenzio, perdendosi l'uno nell'altro. Entrambi contenti e spaventati per l'intensità di quello che provavano.

«È ora di andare» le disse ancora un po' affannato dopo quel momento eterno «e non provare a scappare di nuovo, tanto ti riprendo» buttò fuori il vampiro dalla carrozza e si rimise al posto di guida.

Caroline si sedette sulla vettura del tutto confusa e accaldata. Non capiva come avesse potuto lasciare che accadesse. Ma più di ogni altra cosa temeva che Klaus avesse ragione, che alla fine sarebbe stata lei a non volersi allontanare da lui.

 

* * *

 

I tre Salvatore si trovavano nelle cantine della tenuta intenti a estorcere informazioni al vampiro che Damon e Stefan avevano catturato quella notte. Il predatore era legato ad una sedia con delle corde alla verbena e Damon stava impiegando tutte le sue energie per farlo parlare ma questo restava muto come una tomba.

«Cosa vogliono i Mikaelson? Perchè sono tornati a Mystic Falls?» gli domandò per l'ennesima volta passandogli un ramoscello di verbena sulle guance. Ma come le volte precedenti non ottenne neanche un suono di risposta.

«Lascia fare a me» disse Giuseppe emergendo dall'ombra. Quando Damon gli porse l'erba tossica lui non la prese. Estrasse un coltello dalla tasca del panciotto e tagliò di netto il mignolo sinistro del vampiro.

«Quali sono i loro piani?» il non morto urlò di dolore ma non rispose.

Il suo carnefice tagliò anche le altre dita della mano, una ad una con una calma nauseante.

«Te lo ripeto, quali sono i loro piani?» nessuna reazione. Questa volta mutilò tutte le falangi della mano destra e l'orecchio sinistro.

«Ci sono così tante parti del corpo che posso sminuzzare e trafiggere» estrasse un paletto dalla tasca della giacca e lo pugnalò allo stomaco «e sono un uomo molto paziente, quindi andremo avanti finchè tu non mi risponderai» sorrise sadico «sta a te decidere quanto deve durare questa tortura» prese il paletto di Stefan e lo conficcò nella coscia destra «quindi dimmi, quali sono i loro piani?»

«Trovare il Grimorio Bennett. È tutto quello che so» disse finalmente l'altro esausto.

«Vogliono eliminare l'unica arma che possa distruggerli» ragionò Damon ad alta voce.

«È l'opzione più probabile» confermò Stefan.

«Bene» riprese Giuseppe «ora tu piccolo traditore andrai dai tuoi padroni e gli comunicherai che se solo torceranno un capello a Caroline Forbes dovranno vedersela con i Salvatore. Sono stato chiaro?» Damon era sorpreso, da quelle parole sembrava che a suo padre importasse davvero della vita di Caroline. Era cambiato? O l'aveva sempre giudicato troppo severamente?

Quello che accadde dopo lasciò sconvolti tutti i presenti. Il vampiro si liberò dalla corda di verbena, strappò il paletto dal suo stomaco «Non posso tornare da loro come traditore» e si tolse la vita colpendosi al cuore.

 

* * *

 

Ormai era quasi l'alba. Damon trovò Stefan in giardino e lo raggiunse.

«Dobbiamo parlare di quello che è successo questa notte mentre cacciavamo» gli disse «volevo farlo prima, ma con il rapimento di Caroline e il vampiro suicida non c'è stato il tempo»

«Non c'è niente di cui parlare» gli rispose suo fratello indifferente.

«Niente? Devo ricordarti come sei uscito fuori di testa mentre colpivi il cadavere come un ossesso per poi pregare come un pazzo mormorando parole incomprensibili?»

«Cosa vuoi che ti dica? Sono cose che succedono»

«No Stefan. Non è vero» Damon si passò una mano tra i capelli chiedendosi se stesse affrontando la questione al meglio «Ascolta, qualunque cosa stia succedendo possiamo uscirne insieme. Io sono qui per aiutarti»

«E per quanto sarai qui fratello?» adesso il piccolo Salvatore era arrabbiato «Quanto tempo passerà prima che tu te ne vada di nuovo lasciandoci qui da soli?» urlò. Damon non sapeva cosa dire.

«Lascia perdere. Lasciami solo» continuò tornando ad indossare la maschera dell'indifferenza.

«Devi capire Stef. Non me ne sono andato per fuggire da te. Ma perchè volevo una vita diversa da quella che nostro padre aveva scelto per pulire il nome dei Salvatore dalla vergogna che Lorenzo gli ha conferito alleandosi con i vampiri. Per espiare quella colpa. Quella è la sua crociata, non la mia» sapeva perchè suo padre era così intransigente, voleva farsi perdonare un errore commesso quattrocento anni prima trascinando i suoi figli con lui, anche se loro non ne avevano nessun desiderio. Almeno questi erano i sentimenti di Damon due anni fa, ora le cose erano diverse.

«Perchè sei tornato allora» Stefan voleva fargli questa domanda da quando aveva rivisto suo fratello nel bosco.

«Una sera mentre andavo ad un ballo a Parigi sentii una donna urlare. Un vampiro la stava aggredendo e io, senza rendermene conto lo uccisi. Non lo feci per senso del dovere o perchè avessi qualche rapporto con quella signorina. Almeno non ancora. Lo feci perchè era la cosa giusta da fare. Per la prima volta realizzai che io volevo essere un cacciatore, desideravo questa vita. Così sono tornato» era stata una rivelazione che aveva cambiato tutta la percezione del suo mondo.

«Non te ne andrai più?» Stefan aveva bisogno di una conferma.

«No. Non me ne andrò. Soprattutto adesso che Caroline ha bisogno del nostro aiuto»

«Dobbiamo salvare nostra sorella Damon» asserì con ferma convinzione suo fratello.

«Si, sono d'accordo» replicò il maggiore dei Salvatore prima di vedere un'ombra saltare giù della finestra dello studio di suo padre.

 

* * *

 

Quando arrivarono a casa Mikaelson Caroline rimase senza fiato. Davanti ai suo occhi non c'era una tenuta, ma un'intera cittadella con tanto di mura di cinta. La proprietà era a dir poco enorme e magnifica così illuminata dalla fioca luce dell'alba.

Klaus aprì la porta della carrozza e offrì la mano alla ragazza per aiutarla a scendere, ma lei orgogliosa la rifiutò. C'era un po' di imbarazzo tra i due, non sapevano esattamente come comportarsi. Per il vampiro era una novità, aveva una lunga esperienza con le donne, sapeva sempre cosa fare ma in questo caso si sentiva smarrito come un bambino, cosa che ovviamente lo irritava a morte.

Dopo aver percorso numerosi corridoi arrivarono in un salone luminoso e mostruosamente grande come tutto il resto della villa. Nel camino bruciavano le poche braci che presto il nuovo giorno avrebbe portato via. Nella stanza erano presenti due persone. Una donna, Rebekah riconobbe subito la Forbes, e un uomo alto dai lunghi capelli castani, doveva essere l'altro fratello, Elijah.

«Permettimi di presentarti i miei fratelli Caroline» disse Klaus strappandola dai suoi pensieri «Lei è Rebekah»

«È un piacere vedervi. Mi state facendo un'ottima prima impressione Caroline Forbes» era un scherzo? Davvero non l'aveva riconosciuta? Poi capì, non voleva che suo fratello scoprisse che si erano già incontrate. Chissà perchè.

«Il piacere è tutto mio Miss Mikaelson» rispose Caroline provocando un largo sorriso da parte della sua complice.

«E io sono Elijah Mikaelson» spiegò il moro senza dare il tempo a suo fratello di presentarlo «Siete splendente come un raggio di sole» si complimentò baciandole la mano.

Caroline era diventata rossa fino alla punta dei capelli. In quella famiglia erano tutti dannatamente attraenti. Tuttavia quando il maggiore degli Originali aveva posato le labbra sulla sua pelle non aveva sentito nessuna scarica, nessun brivido, cosa che succedeva sempre con Klaus. Questa era la dimostrazione che nutriva dei forti sentimenti per quest'ultimo. Maledizione!

«Lieta di conoscervi signore» fu la secca risposta di lei.

Un raggio di sole? E lei era arrossita? Voleva ucciderlo. Non importava che fosse suo fratello lo voleva morto. Devo assolutamente fare qualcosa per questa insana gelosia pensò Klaus avvilito.

«Che progetti avete per la giornata?» domandò Rebekah, era contenta che finalmente ci fosse una ragazza con cui passare il tempo, ma aveva notato lo sguardo omicida di suo fratello quando Elijah si era presentato, non presagiva niente di buono, si ripromise che avrebbe protetto come poteva la sua nuova coinquilina.

«Volevo farle fare un giro della tenuta» rispose Klaus guardando Caroline che annuì.

Qualcuno bussò alla porta «Perdonate il disturbo signore ma c'è questa per voi» bisbigliò l'umano che fungeva da maggiordomo. Un uomo sulla cinquantina con capelli grigi e la pancia rotonda.

«Grazie Giles puoi andare» lo congedò continuando a guardare la cacciatrice. Non riusciva a staccare gli occhi da lei. Ma fu costretto a farlo per leggere il contenuto della lettera che gli era stata recapitata. Sembrava vecchia constatò Caroline.

«Elijah dobbiamo andare. Perdonami amore ma oggi dovrà farti compagnia mia sorella» un secondo dopo gli uomini erano spariti.

«Perfetto» la vampira era felice come il giorno di natale, avrebbe avuto la ragazza tutta per sé «ti farò visitare la casa come da programma e poi passeremo una serata tra donne» continuò saltellando. Il suo entusiasmo contagiò la sua compagna che ridendo la seguì.

 

* * *

 

I fratelli Mikaelson stavano camminando nelle gallerie sotterranee della città da ore. La lettera che Klaus aveva ricevuto nel salone era appartenuta a Megan Fell, madre di Sage Fell e migliore amica di Emily Bennett. Da quella lettera erano riusciti a scoprire dove si trovasse il nascondiglio segreto della strega. Un buco in una parete delle gallerie che si estendevano intricate per tutta la città. Era come cercare un ago in un pagliaio ma dovevano tentare.

«Ancora niente?» chiese Elijah a suo fratello

«No» rispose rudemente. Sapeva che era una cosa folle ma era ancora arrabbiato con lui per il suo comportamento con Caroline.

«Sei arrabbiato con me?» gli domandò il moro che non riusciva a capire cosa avesse.

«Raggio di sole?» esplose l'altro incapace di trattenersi «Che razza di complimento è? Sai fratello dovresti usare frasi meno banali per provarci con una donna» Elijah era allibito. Era infuriato per quella bazzecola? Doveva tenerci molto a quell'umana.

«Ho detto solo la verità, è stupenda. Ma stai tranquillo non sono interessato a lei come lei non è interessata a me» la ragazza non aveva fatto altro che guardare Klaus con occhi confusi per tutto il tempo.

«Lo so che è stupenda. Lo so» borbottò «Ho trovato qualcosa» gli comunicò cambiando tono. Elijah gli fece luce con la torcia. Avevano trovato il nascondiglio. All'interno c'erano degli effetti personali di poco conto e un diario. Il diario di Elily Bennett. Era scritto in codice ma erano sicuri che appena fossero riusciti a decifrarlo avrebbero trovato il Grimorio.

 

* * *

 

Tornarono a casa che era notte fonda. Nel salone trovarono Rebekah che beveva un bicchiere di cherry.

«Novità? Raccontatemi tutto» gli ordinò subito lei ma Klaus aveva qualcosa di più urgente da fare.

«Ci penserà Elijah. Dov'è Caroline?» era ansioso di rivederla.

«In camera sua. Oggi abbiamo fatto il giro della tenuta, poi abbiamo fatto un bel bagno caldo e adesso lei è andata a riposare. A giudicare dalle occhiaie non dorme da due giorni» vedendo lo sguardo preoccupato di suo fratello aggiunse in fretta «Tranquillo Nik, sta bene» a lui non bastavano quelle parole. Doveva controllare con i suoi occhi.

Come aveva detto Rebekah la ragazza era nella sua camera. Se ne stava lì in piedi con le braccia incrociate sotto il seno in segno di protesta. Indossava solo la camicia da notte bianca, i capelli le ricadevano in lunghe onde sulla schiena. A Klaus venne un colpo quando la vide, era davvero bella come un raggio di sole.

«Cosa stai facendo lì ferma?» indagò lui. Com'era possibile che il cuore di Caroline aumentasse i battiti appena lo vedeva?

«Aspetto pazientemente di essere liberata da questa prigione d'oro» rispose lei seria. Lui la guardò per qualche secondo prima di decidersi sul da farsi.

«Vieni amore. Andiamo a letto» le disse prendendola dolcemente per un braccio.

«Non mi concederò a te» gli rispose. Almeno credo pensò. Lui sorrise, gli occhi blu che brillavano, era davvero di una bellezza ultraterrena, constatò Caroline, quando lo faceva.

«Intendevo per dormire. Non ti reggi in piedi e per quanto io sia un essere orribile e moralmente discutibile la necrofilia è un limite che non ho mai e non intendo superare» la prese in braccio ignorando le sue proteste e l'adagiò sul letto. Vederla lì sdraiata sotto di lui con i capelli dorati sparsi sul cuscino era così bello da far male. Non riuscì a resistere e si stese di fianco a lei.

«Vattene» gli ordinò nonostante apprezzasse il calore che emanava il suo corpo.

«Non posso amore. Devo fare da guardia alla mia prigioniera» le rispose provocatorio. Caroline era davvero troppo stanca per protestare ulteriormente, inoltre non le venivano in mente valide argomentazioni per cacciarlo. In pochi minuti si addormentò.

Klaus rimase a vegliare il suo sonno. Ogni volta che dormendo si muoveva e lo toccava il suo cuore batteva più velocemente. La vide cercarlo inconsciamente, la mano che tastava le lenzuola alla ricerca di lui. Quando lo trovò sospirò di sollievo, appoggiò metà del corpo su quello del vampiro. La testa appoggiata al suo petto, la gamba destra piegata sul suo bacino, la mano destra che gli carezzava la guancia. Avrebbe dato qualunque cosa per passare l'eternità così. Voleva abbracciarla ma aveva paura di svegliarla, alla fine il desiderio fu più forte e quando finalmente furono l'uno nelle braccia dell'altro si addormentò.

 

* * *

 

Damon era appostato dietro un cespuglio. Dalla sua posizione riusciva a vedere l'ombra appollaiata sul davanzale della finestra dello studio di suo padre. Attendeva solo il momento in cui sarebbe balzata giù e poi l'avrebbe affrontata. Non dovette aspettare molto.

«Fermatevi» ordinò imperioso quando la macchia scura passò davanti a lui. Nonostante fosse ricoperta di molti strati di vestiti era evidente che si trattava di una donna. Una vampira per l'esattezza, nessun essere umano sarebbe riuscito a fare un salto del genere senza avere il minimo problema.

«Non c'è bisogno di essere così autoritari» lo rimproverò lei con quella voce alterata dalla sciarpa.

«Chi siete? E cosa volete dalla mia famiglia?» suo padre intratteneva rapporti con un vampiro? Era assurdo.

«Chi sono non è importante. E voglio solo aiutarvi, abbiamo degli interessi in comune Damon. Posso chiamarvi Damon? O devo appellarvi con Mr Salvatore?»

«Toglietevi quegli stracci, non stanno bene ad una signora» se lei sapeva delle cose di lui era bene che anche lui le mostrasse che conosceva qualcosa di lei. La donna con un sorriso si spogliò restando con un abito di cotone verde smeraldo. Era davvero molto bella con lunghi capelli castani e ondulati, un personale leggiadro e ben fatto.

«Siete bellissima» ammise lui «È terribilmente scortese per un gentiluomo ignorare il nome di una così bella creatura. Permettetemi di rimediare» ammiccò.

«Siete attraente, ma noto con piacere che avete imparato anche ad essere seducente. Me ne compiaccio, questo renderà le cose più interessanti» questa volta quando sorrise lo fece con tenerezza e genuinità. Damon sentì di potersi fidare di lei e raramente il suo intuito falliva.

«Mi chiamo Rose-Mary Porter» continuò lei «Ma potete chiamarmi Rose»




 

Ed ecco qua la fine del terzo capitolo. Come sempre spero vi sia piaciuto. Mi raccomando recensite e fatemi sapere cosa vi è piaciuto e cosa no. Un bacione a tutti alla prossima. :D

  
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