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Autore: Moony_911    27/01/2013    1 recensioni
Paola era seduta in cucina davanti ad una tazza di caffè forte persa nei suoi pensieri.
"Era passato qualche mese da che avevano festeggiato il venticinquesimo di Capello, ovvero dal giorno in cui, lei ed Andrea avevano preso a fare sul serio.
Ripensò a quanto successo quel giorno e un sorriso fece capolino."
una nuova versione della storia di Andrea e Paola... cosa sarebbe successo se lei non se ne fosse andata e avessero continuato a lavorare insieme?
(sarà che sto rivedendo le repliche mentre sono a casa a studiare e la curiosità incombe, allora ho pensato di buttarmi in questa avventura...)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano le sette e mezza del mattino quando rientrarono in caserma per prendere quanto occorreva per stare fuori due giorni cercando di fare il prima possibile così da evitare la marea di domande dei colleghi e furono decisamente fortunati perché trovarono solamente Sandro, che stava per smontare dal turno di notte e non era decisamente in vena di fare domande.
Li salutò mentre si apprestavano a salire le scale per poi vederli tornare giù meno di dieci minuti dopo con l’aria un po’ trasognata, di chi sta vivendo un po’ sulle nuvole.
Sarà la nottata assurda che hanno passato? Oppure quei due nascondono qualcosa?
Sandro non dice niente, li conosce molto bene ma soprattutto, non è cieco e fra se e se stava facendo i salti di gioia nel vedere che forse quei due irrequieti dei suoi amici erano prossimi ad un punto di svolta.
Arrivati fuori nel parcheggio Andrea carica le due borse in macchina e le dice che dovrebbero anche fermarsi a fare un po’ di spesa.
“Andrea non ti reggi in piedi, non pensi sia meglio dormire un po’ e alla spesa ci pensiamo oggi pomeriggio?” chiede Paola vedendo le sue occhiaie.
“D’accordo...” rispose Andrea trattenendo a stento uno sbadiglio.
“Sicuro che non vuoi che guidi io?”.
“Scordatelo, sbaglio o il medico ti ha detto che non ti devi strapazzare?”.
“Eh capirai!” ribattè prontamente lei “mezz’ora di guida cosa vuoi che sia! Però...”.
“Però niente!” concluse lui quasi seccato.
“Fammi finire almeno, visto che per una volta ti stavo per dare ragione!”.
Andrea non riesce a credere a quello che ha appena sentito e un sorriso si allarga sul suo viso.
Sta sognando oppure Paola per una volta gli ha dato ragione?
Quaranta minuti dopo finalmente arrivano al casale, non hanno fatto neanche colazione ma sono talmente stanchi che non ci fanno neanche caso,  tempo di entrare, posare le borse e subito si buttano sul letto matrimoniale vestiti così come sono, poiché non hanno neanche la forza di mettersi qualcosa di più comodo, giusto il tempo di abbassare la suoneria al cellulare, lanciarlo sul comodino e nel giro di poco si addormentano.
 
È quasi mezzogiorno quando Paola apre gli occhi per vedere che ore sono.
Prova a spostarsi un po’ ma sente qualcosa cingerle la vita e un respiro caldo che sfiora ritmicamente la sua nuca e impiega qualche secondo per capire che si tratta di Andrea.
Andrea che se la sta dormendo beatamente mentre la tiene stretta a se.
Paola non sa che fare, sa che se si muove troppo rischia di svegliarlo e visto che ha passato la nottata in bianco vegliandola in ospedale è l’ultima cosa che vuole, perciò riprende il suo posto, mette una mano sulla sua e ritorna a dormire.
Cerca di non farci troppo caso, ma deve ammettere, anche se non lo farà mai con lui, che sta dannatamente bene avvolta nel suo abbraccio e le è mancato questo stare così vicini ultimamente, visto che hanno trascorso la maggior parte del tempo a farsi le ripicche come i bambini.
Andrea si stiracchia mentre comincia ad aprire gli occhi per ambientarsi alla luce del sole che entra nella stanza quando la vede che dorme, rannicchiata vicino a lui e rimane come rapito da questa visione.
Certo, non è la prima volta che si svegliano insieme nello stesso letto, ma comincia seriamente a chiedersi come sarebbe svegliarsi così, con Paola che gli dorme vicina, ogni giorno per il resto della sua vita.
 
“Che ore sono?” chiede lei ancora ad occhi chiusi.
“Le quattro passate, buongiorno dormigliona!” le risponde Andrea con un grande sorriso mentre se ne sta ancora sdraiato sul letto  con la testa puntellata sul gomito per non perdersi la scena.
Paola comincia ad aprire gli occhi e ad orientarsi, era ancora un po’ intontita da tutto quello che era successo nelle ultime ventiquattro ore e le sue difese si erano abbassate ma non le dispiacque affatto trovare Andrea che la guardava cercando di cogliere ogni suo minimo movimento.
“Buongiorno!” rispose sbadigliando mentre si stiracchiava un po’.
“Come ti senti?” le chiese lui non staccandole gli occhi di dosso.
“ Come se mi fosse passato sopra un tir a dire il vero, ma che vuoi, il paracetamolo mi ha sempre fatto questo effetto!!!”.
Il pareceta... che??”.
“Paracetamolo Andrea, la Tachipirina insomma!!”.
“Ah ecco...non è che posso conoscere tutti i principi farmaceutici!”.
“Si lo so, ma non ti dimenticare che ho un padre farmacista,” rispose lei addolcendosi prima di dargli un bacio sulla guancia e cominciare ad alzarsi“e certe cose una volta che le impari non le dimentichi!”.
Si mise a sedere sul bordo del letto, e lentamente cominciò ad alzarsi così da diminuire le probabilità che la testa potesse girare.
“Va tutto bene?” chiese vedendola esitare un momento prima di dirigersi verso il bagno.
“Si” rispose lei “tranquillo, questa volta non andrò giù come una pera cotta, promesso!”.
Era ritornata la Paola di sempre, quella che prima di chiedere aiuto sarebbe stramazzata a terra ma era anche questa sua testardaggine camuffata da tenacia che la rendeva così irresistibile ai suoi occhi.
Così mentre lei era in bagno lui aveva dato un occhio alla dispensa per rendersi conto di cosa potesse essere necessario comprare; era talmente assorto che non si rese conto della sua presenza fintanto che lei non gli coprì gli occhi con le mani oscurandogli la vista.
“Vediamo...chi sei? Claudia? Francesca? Letizia?” chiese lui stando allo scherzo.
Paola rimase in silenzio per qualche altro istante lasciandolo continuare.
“Cretino!” gli disse infine ridendo.
“Cos’è Vitali, per caso stiamo diventando gelose?” rispose lui togliendosi le mani dal volto, trattenendole tra le sue e voltandosi ritrovandosi così uno di fronte all’altro.
“Certo...”concluse Paola con tono di sfida “come no, credici!”
Andrea non aggiunse altro, le diede un bacio sulla fronte e poi andò a darsi una sistemata.
 
Stavano mangiando un gelato passeggiando per le stradine del paese mentre stavano cercando di decidere cosa fare quella sera, visto che era sabato sera.
“Beh...” disse Andrea infine “ potremmo anche cenare in veranda e poi guardarci un film...”.
Paola non obiettò, non era in grado di sostenere una discussione troppo animata in quel momento, e conoscendosi sapeva che sarebbe arrivata a fine giornata esausta nonostante avesse dormito un sacco, perciò non voleva fare qualcosa di troppo impegnativo.
“Andata...andiamo a fare la spesa?!!”rispose infine.
Aveva fatto un caldo bestiale quel giorno e dovettero ammettere che poter cenare in veranda era veramente una cosa piacevole.
Andrea le aveva proibito categoricamente di affacciarsi in cucina fosse stato anche solo per sollevare un coperchio e vedere cosa c’era nella pentola, così non le restò che dedicarsi all’apparecchiatura.
“Guarda che il dottore non mi ha impedito di alzare un coperchio!” provò a protestare.
“Infatti. Te lo impedisco io!” rispose Andrea dalla cucina “Dovrai aspettare e fidarti di me una volta tanto!”.
Stava per replicare quando il suo cellulare cominciò a squillare.
Guardò il numero, fin troppo familiare e decise di rispondere seppur controvoglia.
  
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