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Autore: itseffy    27/01/2013    4 recensioni
Il ragazzo strabuzzò gli occhi e divenne pallido come un cencio, si buttò a peso morto sul letto, sospirando: “Ok, oggi è il primo aprile, bello scherzo, ahah. Ci sono quasi cascato sai? Ora mi dici, seriamente dove cazzo è la mia ragazza o preferisci che ti sbatta a calci in culo fuori da casa mia?” Stava cercando di mascherare la tensione che stava crescendo dentro di lui, aspettandosi che Naomi sbucasse dal bagno o dall'armadio urlando 'Buon Pesce d'Aprile' ma più passava il tempo, più il suo viso si imperlava di goccioline di sudore.
“Ti pare che stia scherzando? Sono dannatamente seria, cazzo. Quale parte della frase 'se n'è andata' non ti è ancora entrata nel cervello?”
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II

 

Welcome to Doncaster

 

Never thought we'd have a last kiss, never imagined we'd end like this,

your name, forever the name on my lips”

 

[Last Kiss – Taylor Swift]

 

Lo guardai per l'ultima volta, addormentato, la prima luce dell'alba che risplendeva sul suo viso lo rendeva ancora più bello. Una lacrima rigò il mio viso, prima ancora che me ne potessi accorgere, altre la seguirono e iniziai a piangere silenziosamente.

Non volevo che fosse un addio, ma come mi aveva ricordato Liam, non avevo altra scelta, non potevo rimanere a Bradford per sempre, non era quello il mio posto.

Prima che potessi cambiare idea presi un foglio di carta e scrissi una manciata di parole, se solo ci fosse stato il tempo materiale mi sarei dilungata molto di più, ma il mio volo sarebbe partito tra qualche ora, la mano mi tremava e un paio di lacrime raggiunsero la carta, bagnandola.

Sobbalzai quando avvertii una presenza entrare nella stanza e mi rilassai quando riconobbi la mia migliore amica: “Datti una mossa, il taxi è già arrivato e ho già caricato tutto, manca solo quella lì- indicò piccola valigia rossa al mio fianco – sei sempre in tempo per cambiare idea, sai.” sussurrò vedendomi piangere.

No, è tutto ok, sapevo che sarebbe stato difficile ma ormai ho preso la mia decisione e, come dovresti sapere, non sono il tipo che si tira indietro alla prima difficoltà. Questa storia sarebbe finita comunque, prima o poi, io ho solo anticipato un po' i tempi.”

Questa volta sussultammo entrambe sentendo Zayn gemere nel sonno, per poi voltarsi e abbracciare il cuscino. “Comunque è meglio che vada, se facciamo troppo rumore si sveglierà sicuramente, ti aspetto giù.”

Dopo che Clary ebbe appoggiato con molta cautela la porta della nostra stanza ritornai a guardare il mio ragazzo, avvicinandomi fino a che non sentii il suo respiro solleticarmi il viso, poi mi chinai e sfiorai le sue labbra molto delicatamente, lui in risposta mugolò il mio nome. “Non ho mai pensato che avremmo avuto un ultimo bacio, non avrei mai immaginato che avremmo finito in questo modo. So che mi dimenticherai, Zayn, magari troverai un'altra ragazza, una che non ti spezzi il cuore come ho appena fatto io, ma il tuo nome rimarrà per sempre sulle mie labbra.” pensai prima di chiudere definitivamente quel bellissimo capitolo della mia vita.

 

 

E se trovi delle amiche più simpatiche, più belle e più divertenti di me? E se trovi un'altra migliore amica? Oh, Mimi, non voglio neanche immaginarlo.” alzai gli occhi al cielo mentre ascoltavo Clarissa piagnucolare cose senza senso.

Non dovrebbero nemmeno passarti di mente questi pensieri. Nessuno potrà mai rimpiazzarti, rimarrai sempre la mia pazza, pervertita e sclerotica sorella adottiva. Su, non fare quella faccia, vieni q-” e prima che potessi finire si catapultò tra le mie braccia quasi stritolandomi. “Ehi, ehi – protestai – non sto mica partendo per la guerra, ci potremmo vedere ogni weekend, infondo parto per Doncaster, mica per Timbuctu!” con queste parole riuscii a strapparle un sorriso: “Hai ragione, mi mancherai, sembra una cosa banale da dire però mi mancherai davvero. Appena mi danno un giorno libero al bar io e Liam ti veniamo a trovare, non ti libererai di noi così facilmente!” Scoppiai a ridere, dove l'avrei trovata un'altra come lei? Il suono insistente di un clacson mi riportò alla realtà e realizzai che se non mi fossi data una mossa avrei dovuto andare a piedi a Doncaster.

Prima che potessì aprire bocca Clary mi anticipò, porgendomi una libricino: “So che devi andare, ma prima volevo darti questo, sono una raccolta di nostre foto, dalla prima elementare al giorno del diploma, così non dimenticherai tutti i bei momenti che abbiamo passato insieme.” sentii gli occhi inumidirsi: “Oddio Clarissa, tu non sai quanto bene ti voglia e-” il guidatore suonò nuovamente il clacson. Lei annuì e mi disse semplicemente: “Vai e, tranquilla, terrò la bocca sigillata con Zayn.” Aprii la portiera e montai sul taxi, l'ultima immagine che mi rimase di Bradford fu Clary, in mezzo alla strada, che sventolava un fazzoletto bianco, risi nonostante avessi voglia solamente di piangere.

 

Ho sempre odiato gli adii, andarmene da qualche luogo a cui ero affezionata e soprattutto viaggiare da sola. Quando viaggi in compagnia hai qualcuno con cui parlare, mentre se non hai nessuno i pensieri ti assalgono e spesso non sono pensieri piacevoli, ti attanagliano lo stomaco e ti fanno venire i dubbi e i sensi di colpa. Allora, per scacciarli, ti infili le cuffie dell'iPod e ascolti un po' di musica, ma, molto casualmente, ogni canzone ti ricorda lui, quindi opti per un buon libro. Sempre casualmente la storia del libro che stai leggendo parla di due innamorati che si devono separare. Infine, dopo aver imprecato mentalmente per un po' di tempo, decidi di mandare a fanculo il karma e dormi.

 

Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla, e davanti a me si schiarì a poco a poco la figura di una hostess: “Signorina, siamo atterrati a Doncaster, ha dormito per tutta la durata del volo.” Ci sono persone che raccontano il loro primo viaggio in aereo come un'esperienza traumatizzante, pieno di turbolenze, con una nausea pazzesca e le orecchie che fischiavano da paura io invece non avrei potuto dire nulla perchè mi ero addormentata, che bello. Ringraziai la ragazza e mi precipitai a prendere la valigia, sperando che non l'avessero già data per dispersa.

Fortunatamente quando arrivai al recupero bagagli c'erano ancora un paio di famiglie che stavano recuperando le loro valigie.

Accesi il cellulare, trovandomi un messaggio di Clary e uno di Liam che mi auguravano buon viaggio, dieci chiamate perse di Charlie e cinque messaggi in cui mi chiedeva dove diavolo mi fossi cacciata. Nulla da parte di Zayn, probabilmente era ancora immerso nel suo mondo dei sogni.

Uscita dall'areoporto cercai con lo sguardo mio padre, ma non vidi né lui né la sua macchina, tipico di papà, dimenticarsi di un'appuntamento, soprattutto dell'arrivo di sua figlia che non vede da un paio di anni, una delle tante ragioni per cui mamma si era stufata di lui. Provai a chiamarlo ma rispose la segreteria, così lasciai un messaggio dicendo che ero arrivata, che il viaggio era andato bene, che avrei preso un taxi e lo avrei aspettato a casa.

 

Nel giro di un'ora ero nel quartiere residenziale dove stava papà. Mi guardai intorno, cercando di memorizzare le case e le vie, dato che da ora in poi avrei abitato lì, evitai, invece, di guardare le persone, specialmente i ragazzi, perchè sapevo che nei loro volti avrei visto esclusivamente il suo.

Raggiunsi la mia nuova casa, un condominio di una decina di piani, che aveva un estremo bisogno di essere ritinteggiato. Imprecai ad alta voce quando mi accorsi di non avere le chiavi di casa, altra cosa che papà si era dimenticato di mandarmi.

Le belle ragazze non dovrebbero usare un linguaggio così colorito. Tutta la loro bellezza svanisce lasciando solo l'immagine di scaricatrici da porto.”

Mi voltai di scatto per cercare il volto di chi aveva parlato, faticati un po' perchè era seduto su un muretto poco distante che segnava il confine tra il nostro condominio e quello seguente, nascosto dall'ombra degli alberi. Doveva avere più o meno la mia età, indossava una maglia a righe, dei jeans rosso carminio e dei mocassini marroni: abbigliamento insolito per un ragazzo. “Non ho bisogno della predica, mamma, io impreco quanto mi pare e piace, soprattutto se devo passare due ore buone al freddo e al gelo perchè non ho le chiavi di casa.”

I suoi occhi si illuminarono e fece un balzo, atterrando a pochi centimetri dal mio viso: “Ah, sei tu. Mi avevano detto che sarebbe arrivata una nuova ragazza, la figlia dell'avvocato Turner e quando arrivano delle così belle ragazze io sono sempre pronto ad aspettarle con le chiavi per entrare nella loro reggia. Ecco a te madamoiselle.” mi porse il mazzo seguito dalla mano, che si intrecciò nella mia con una stretta vigorosa. Aveva delle dita sottilissime e il suo palmo era morbidissimo. “Piacere, sono Louis Tomlinson, il tuo principe azzurro.”

Solo dopo averlo guardato in cagnesco si corresse, strofinandosi la nuca: “Ehm, volevo dire, il tuo vicino di casa.”

Scoppiai a ridere: “Ecco, già meglio. Comunque penso che domani nevicherà di sicuro dato che mio papà si è ricordato di avere una figlia e ti ha dato le chiavi. Senti ti va di darmi un mano con le valigie – indicai una dozzina di trolley che giacevano ancora sul ciglio della strada, dove li aveva lasciati il conducente dei taxi – poi se vuoi ti offro qualcosa da bere.”

Annuì vigorosamente: “E me lo chiedi anche?” prima che potessi ringraziarlo si era già precipitato a prendere la mia roba.

 

Così sei 'scappata' da casa tua, eh? Come mai?” alzai gli occhi dal mio caffè per puntare lo sguardo su Louis, che si stava letteralmente abbuffando con un muffin al cioccolato, l'unico cibo commestibile che avevo trovato nella dispensa: appena papà sarebbe tornato lo avrei portato di peso al supermarket più vicino a fare una mega-spesa.

Beh, è un po' complicato da spiegare. Sono venuta qui per frequentare l'accademia delle belle arti di Doncaster. A Bradford condividevo un appartamento con il mio ragazzo, ma la cittadina non mi offriva nulla. Già avevo deluso mia madre mollando il liceo a 16 anni, non volevo mandare a puttane la mia vita. Così sono scappata senza dire niente a nessuno, solo i miei due migliori amici lo sanno.” conclusi, tornando a sorseggiare il denso liquido marrone. Lui, che pochi istanti prima sembrava interessato unicamente al suo muffin, si risvegliò e iniziò a pormi una serie di domande a cui cercai di rispondere senza che la nostalgia mi invadesse, fino a che non tirò il ballo Zayn. “E come mai non lo hai detto al tuo ragazzo?”

Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi, ma non volevo piangere davanti ad uno sconosciuto, così mandai giù la saliva che mi aveva formato un groppo in gola e balbettai: “P-perchè non avrebbe mai capito. Sia lui che mia madre non sono mai stati d'accordo sul fatto che proseguissi la carriera come ballerina, o comunque nel mondo dell'arte. Mia madre perchè sosteneva che non era un professione stabile e non avrei mai guadagnato abbastanza soldi da potermi mantenere autonomamente. E Zayn... -non volevo affrontare quell'argomento, avevo promesso che non ne avrei mai più fatto accenno- ...bè lui non voleva e basta.” un velo di tristezza mi oscurò il viso, Louis parve notarlo perchè cambio subito argomento.

Sai, anche io frequento l'accademia delle belle arti e nel frattempo lavoro part-time per un negozio di articoli sportivi. Ciò significa che faremo tutti i giorni la stessa strada, sia all'andata che al ritorno. Oh, non avrei potuto chiedere di meglio.” Notai che gesticolava e rideva un sacco, ma soprattutto, la cosa che gli riusciva meglio era far ridere gli altri.

Scordatelo!” risposi, recitando la parte da finta-stronza, al che lui si alzò e raggiunse la mia sedia e inginocchiandosi iniziò a parlare: “Oh, mia amata. Come puoi rifiutare un passaggio sul mio lucente destriero, non inquina ed è estremamente conveniente perchè non bisogna pagare la benzina o l'abbonamento dell'autobus. Ma, sto forse parlando con una non-ecologista?” sulla sua bocca si disegnò una O di stupore, mentre io mi trattenevo dal scoppiare a ridergli in faccia. Proprio quando stavo per ribattere sentii il mio cellulare vibrare, feci segno a Louis di aspettare un momento e lessi il display.

 

Chiamata in arrivo da: Numero Sconosciuto

 

Decisi di rispondere, al massimo avrei trovato dall'altra parte della cornetta uno degli operatori dei call-center pronto a rompere le sacrosante gonadi per farmi qualche offerta promozionale.

Pronto?”
“Naomi, dove cazzo sei andata?”

Solo una persona imprecava così tranquillamente, solo una persona poteva avere una voce così profonda e gutturale ma sexy allo stesso tempo, solo una persona avrebbe potuto avere la voce rotta dal pianto perchè la sottoscritta gli aveva appena spezzato il cuore.





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:)


(Avete visto che carino lo smile gigante? nfkrngktn. Ok, basta.)
Buonaseeeeera a tutti.
Ecco qui il capitolo, è passata circa una settimana dalla prima volta che ho postato e sarà più o meno questa la frequenza con cui posterò.
Anyway, il capitolo è dal punto di vista di Naomi, in prima persona però a differenza dello scorso che era in terza, ho sempre scritto le ff in prima persona, volevo provare a scriverla in terza ma proprio non mi riesce, è più forte di me lol.
All'incirca i capitoli si alterneranno, anche se nella storia darò più spazio ai capitoli su Naomi.
Comunque la ragione per cui Zayn non voleva che Naomi tornasse a ballare la scoprirete all'incirca a metà della storia, non vi spoilero nulla!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e recensite, vi prego. (NON MORDO!)
So, non ho più nulla da dire...o almeno avevo programmato un tot di cose da dire nello spazio-autrice ma ovviamente me le sono dimenticate, sono un caso perso, lo so.

Effy  




   (Clary)

  
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