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Autore: giapponesina    27/01/2013    1 recensioni
Incesto, perversione o semplicemente un amore, puro, semplice e vero. un legame di sangue per impedimento, o un segreto devastante. Non voglio accennarvi tanto sulla storia, spero possa piacervi. Buona lettura. Giapponesina
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fu Misty la prima a distaccarsi da quel meraviglioso ed intenso bacio, non avrebbe mai voluto, ma sapeva che le conseguenze sarebbero state insostenibili. Lui la guardava con dolcezza dandole una sicurezza che solo lui era in grado di trasmetterle. Le carezzò leggermente il viso per poi passarle le dita tra i capelli. Lo faceva sempre da bambino. Ricordava quando insieme vedevano un film in tv, Ash si addormentava sempre carezzando i capelli rossi della sorella, quel rosso che non si è mai spiegata da dove era venuto fuori. Ash aveva i capelli nero corvini del  padre, era identico a lui. Ma lei? Non somigliava ne all’uno ne all’altra. Ma non ne faceva un problema esistenziale e poi quel colore in fin dei conti le piaceva.
< Ash quello che è successo >
< Shh non parlare, non roviniamo il tutto mostrando la realtà delle cose. So che questo non potrà mai ripetersi, ma credimi non sono riuscito a trattenermi. Sei troppo bella Misty >
Lei arrossì vistosamente. Non le aveva mai detto che la trovava bella e la cosa la rincuorava.
< Dovremmo fingere che non è successo nulla? Come faccio a rimuovere tutto. Io ti voglio Ash >
< Non possiamo vuoi capirlo >
< Non dovevi baciarmi >
< Scusami, ora è meglio andare >
< Non puoi lasciarmi così, questa storia mi uccide lo vuoi capire >
< Non credere di essere l’unica a stare male. Lo sto facendo solo per noi. Non dovevo baciarti, non dovevo ho peggiorato solo le cose >
Piombò il silenzio nel cuore della ragazzina, non fece altro che piangere tutta la notte, nemmeno la sua amica riusciva a capire cosa potesse essere accaduto. Non fece altro che pensare alle labbra di lui e di come dolcemente l’avevano assaporata. Si sentì avvampare dopo qualche altro pensiero fatto sul fratello. Ma nello stesso tempo si sentì sprondare in un abisso da cui non avrebbe fatto più ritorno. Lo amava. E lui amava lei. Quel maledetto legame di sangue che ostacolava il loro amore. Non si raccapacitava del fatto che volesse proprio lui, erano tanti i ragazzi a farle la corte, ma per lei esisteva solo Ash. La notte trascorse lentamente. Sia per lei sia per lui. Troppi pensieri e preoccupazioni aleggiavano nella testa del ragazzo. Aveva baciato la sorella. Se sua madre lo avesse saputo come avrebbe reaggito. Come poteva provare attrazione per sua sorella, non era mai successo a nessuno. L’aveva baciata. Ed era stata la cosa più bella che gli fosse mai successo in tutta la sua vita.
Il giorno seguente si recarono con tutta la scolaresca in visita ad un tempio buddista. Vi era tanta gente intenta a pregare il dio per qualsiasi motivo. C’era gente che pregava per malati, per lavoro e ragazzine che invocavano la loro preghiere per cotte infantili. Misty pensò che avrebbe potuto anche lei invocare gli dei, ma a cosa sarebbe servito. Nulla avrebbe potuto risolvere la sua situazione, il destino era stato severo che lei, aveva scritto e tracciato strade impercorribili e a tal proposito le si riempirono nuovamente gli occhi di lacrime.
< Misty non ce la faccio più a vederti in questo stato. Eravamo venute in gita scolastica per svagarci, divertirci, si può sapere cosa ti prende? >
< Eva, il mio è un problema irrisolvibile, neanche il potente Budda potrebbe aiutarmi, almeno che non mi facesse rinascere in un’altra famiglia >
Il suo sguardo si incupì nel vedere il fratello solo in un angolo, stringendo un tanzaku tra le mani. Gli si avvicinò con cautela, senza interrompere il filo dei suoi pensieri, ma quanto avrebbe voluto sapere cosa stesse pensando.
< Hai scritto anche tu una preghiera? >
< Come? >
< Il tanzaku che hai tra le mani, hai scritto una preghiera sopra? >
< Ti riferisci a questo? Più che una preghiera è una sorta di invocazione. Ma possiamo chiamarla anche preghiera se ti piace di più >
< Spero che gli dei possano esaudire le tue richieste >
< Lo spero anch’io sorellina. Credimi, non c’è cosa che più al mondo vorrei. O forse c’è un’altra cosa >
Arrossì in modo vistoso, la ragazzina notò il suo imbarazzo e capì a cosa stesse facendo riferimento. Avrebbe voluto baciarlo lì davanti a tutti e gridare al mondo intero il suo amore soffocato. Ma sapeva che non avrebbe potuto farlo. Soprattuto per rispetto della madre che li aveva cresciuti con tanti valori. Ash si alzò e attaccò il pezzettino di carta ad un ramo di bambù vicino ad una campana. La fece suonare diverse volte fece un inchino e ancora fece suonare quest’ultima. E si diresse verso i compagni di classe che erano alle prese con delle figurine di pokemon rari.
Un’idea attraversò la mente di Misty. Non sarebbe stato corretto nei confronti del fratello, ma era troppo curiosa di sapere cosa avesse chiesto agli dei. Sperava  che la sua preghiera era rivolta al loro amore, ma poteva essere anche altro.
Si avvicinò al ramoscello su cui vi era il tanzaku di Ash, e lo lesse tutto di un fiato.
< < Non so a chi invocare le mie preghiere, la mia è una richiesta di aiuto. Amo profondamente una persona che non posso amare. Non chiedo di rendere possibile questo sentimento, poiché so che sarà impossibili. Chiedo che lei trovi amore in un altro ragazzo e che io lo trovi in un’altra ragazza. In modo che entrambi dimentichiamo il nostro sentimento e viviamo una vita serena > >
Le si colmarono gli occhi di lacrime, ma le trattenne. Non voleva piangere lì dinanzi ai suoi compagni di classe, non poteva farlo. Suo fratello aveva desiderato cancellare il loro amore… ma l’amore può essere considerato un errore? Anche quello peccaminoso e sconsiderato. Ma rimane amore, il sentimento che fa ruotare il mondo.
< E va bene Ash. Se è questo quello che vuoi, le tue preghiere saranno ascoltate >
Si diresse sul bus e sfociò in un pianto di disperazione, dove nessuno potesse guardarla e nessuno potesse invadere la sua sfera privata.
Alla sera cenarono tutti insieme, il ragazzo notò che la sorella non aveva toccato cibo il che lo fece preoccupare ulteriormente. Misty era così pallida e silenziosa. Lo sguardo perso nel vuoto, avrebbe voluto consolarla e stringerla forte tra le sue braccia, ma con ciò avrebbe solo peggiorato la loro situazione.
La ragazzina dai capelli rossi guardava attonita il piatto di ramen che aveva davanti, non ne aveva toccato neanche un po’. Si sentiva una persona orribile in quel momento. Una persona sola.
< Dovresti mangiare qualcosa Misty, non puoi digiunare per tutta la sera > disse con affetto la sua migliore amica. Non le aveva dato molte considerazione in questi ultimi tempi, ma lei era sempre lì pronta e disponibile a tenderle un sorriso.
< Non ho fame >
< Sforzati di mangiare almeno un boccone. Mi fai stare in pensiero è da quando siamo qui che sei in questo stato posso sapere cosa ti turba >
Troppe cose turbavano la ragazza.
< Scusami se non sono di buona compagnia, ma non sono dell’umore giusto. Sarà meglio che me ne torni in camera >
< Ma Misty? >
< Cos’ha Misty? > chiese con interesse il ragazzo bruno.
< Gary penso sia solo mal d’amore. Starà soffrendo molto >
< Le sta bene. La prossima volta impara a far soffrire me >
< Non dire così. Non si augura una cosa del genere >
< Io sto malissimo per lei. La amo e invece cosa ne ricevo in cambio? Niente >
< Dalle tempo, si accorgerà di te e delle sue emozioni >
< Sarei capace di aspettarla in eterno >
Il ragazzo dai capelli neri non potè fare a meno di ascoltare quella conversazione. Sapeva che il tempo avrebbe dato ragione a Gary, lui l’avrebbe avuta prima o poi. Ma il tempo non avrebbe mai aiutato lui. Si alzò di scatto da tavola, si scusò e si recò nel dormitorio. Doveva vederla. Doveva assicurarsi che non stesse piangendo. Doveva parlarle almeno una volta.
< Misty posso entrare? >
< Cosa c’è? > si asciugò con vemenza le lacrime, ma il rossore dei suoi occhi era tremendamente acceso, aveva pianto e molto.
< Penso che dovremmo parlare, affrontare la cosa prima di rientrare a casa. Non vorrai che nostra madre ci veda in questo stato >
< Quale stato Ash? >
< Ma guardaci. Tu sei a pezzi, io sto morendo dentro. Mi sembra che il mondo sia finito da quando siamo arrivati qui. Cosa ci succede? Abbiamo represso per tutto questo tempo questo sentimento potremmo continuare a farlo. Non voglio che qualcosa cambi tra di noi >
< Troppo tardi è già cambiato. Quel bacio >
 < È stata solo colpa mia, non dovevo baciarti. Sono stato un vero idiota. > 
< Io con quel bacio sono rinata. Mi sono sentita realmente felice, dopo tanto tempo >
Afferrò la ragazza per le braccia, la strinse così  forte da farla mugolare per il dolore. Poi la guardò dritto negli occhi e con quello sguardo le disse tutto quello che avrebbe voluto dirle.
< Ho letto il tuo tanzako >
    < Cosa? >
< Si la tua preghiera o meglio il tuo aiuto come lo hai definito tu >
  < Ma quando? >
< Eri con i tuoi amici ed io ero troppo curiosa, vorrei tanto non averlo fatto. Non puoi capire quanto dolore mi ha provocato leggerlo >
< Non avevi il diritto di leggerlo >
< Lo so e mi dispiace. >
< Cosa credi che quello che ho scritto non provochi dolore anche a me. Ma il nostro amore non può avere ne inizio ne fine. Prima ce ne facciamo una ragione  prima sarà più facile andare avanti >
< Come fai ad essere così razionale? Io prorpio non ci riesco >
< Smettila di piangere. Non ce la faccio più a vederti in questo stato >
< Sei tu che mi fai piangere lo vuoi capire. >
Calò il silenzio… si sentiva solo il singhiozzare della ragazza. Lui era lì impotente per la prima volta per sua sorella. Non poteva aiutarla, ne consolarla. Cadde a terra anche lui per la disperazione. Prese con veemenza la sorella e la attirò a sé. Guardò il suo sguardo languido pieno di paure e ansie, quegli occhi così belli che avrebbe voluto che si posassero sempre su di lui.
La baciò.
Un bacio da sapore dolce e amaro. Un sapore che si mischiava alle lacrime versate dalla ragazza. La baciò con passione intensa. Stringendola sempre più forte a sé. Lei si sentì morire tra le sue braccia. Iniziò a carezzargli i capelli, per poi scendere sul suo viso. Il ragazzo sapeva che doveva fermarsi altrimenti avrebbero rischiato di finire per fare l’amore. Ma non riusciva a interrompere quel momento. Per sfortuna o fortuna loro, furono interrotti da qualcuno che bussò alla porta.
< Misty ero venuta a vedere come stavi… o scusa ho forse interrotto qualcosa? >
< No assolutamente > si affrettò a dire la ragazza dai capelli rossi, che di rosso non aveva più solo i capelli. Erano affannati e colpevoli di un reato impunibile. Ash si alzò salutò la sorella con un bacio sulla guancia e le sorrise con dolcezza, per poi uscire dalla stanza.
< Scusami non sapevo che eravate assieme, ero solo preoccupata per te, non potevo immaginare >
< No tranquilla, stavamo solo discutendo su una cosa. Sai una cosa mi è venuta un po’ fame, che ne dici se ci facciamo una bella fetta di pane con la cioccolata? >
Era tornata la Misty di sempre. La ragazzina si chiese cosa poteva essere successo in quella stanza tra i due fratelli, ma non le importava più di tanto, visto che la sua amica era tornata a sorridere.
La serata passò velocemente tra vari giochi, risa e cose varie. Stremate crollarono per il sonno, un sonno accompagnato dal dolce sapore di quel bacio che aveva riscaldato ancora una volta il cuore della ragazza.
  
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