Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: alls_    27/01/2013    7 recensioni
Questa ragazza è stata spinta dai troppi giudizi negativi della società a vomitare ogni volta che mangiava la qualsiasi cosa, adesso sta male, non riesce più a fermarsi, ma la musica riesce a salvarla. Ma soprattutto, ci riesce il suo idolo, Edward Christopher Sheeran.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Charl non riuscì ancora a proferire parola, così come Ed, e rimasero in silenzio a fissarsi fin quando la funivia non si fermò e dovettero scendere.

- Ciao.

Charlotte prese un profondo respiro, pronunciando quell’unica parola da quattro lettere.
“Ciao? Seriamente riesco solo a dirgli ciao? Ma mi drogo o cosa?”
Si chiese, maledicendosi. Ed voleva dirle che si ricordava di lei, ma aveva paura di spaventarla, o magari di offenderla prendendo quell’argomento, solo che non riuscì a trattenersi. Sentii il freddo pungente arrivargli contro il viso, e chiuse gli occhi pochi secondi, infastidito.

- Vedo che stai meglio..

Disse, con un sorriso imbarazzato. Charlotte si soffermò su quel sorriso, sulle guance paffute e arrossate dal freddo. Mai aveva visto quel sorriso da quella vicinanza, e mai le sarebbe capitato di nuovo. Voleva darsi un pizzicotto, per accertarsi che non era un sogno, ma poi sarebbe sembrata una stupida, e quindi rimase immobile, riuscendo solo a decidere che se fosse stato veramente un sogno, allora per nulla al mondo si sarebbe mai più risvegliata. La confusione nella testa della ragazza non le permise di capire la frase di Ed, e la spinse a chiedere stupidamente:

- In che senso?

Quella domanda mise Ed in imbarazzo, forse perché costretto a sputare il rospo. Intanto si guardò attorno, tutte le persone si erano lanciate per sciare e loro due erano fermi lì come statue.

- Si be’, ricordo che sei svenuta al mio concerto e.. non sembravi stare benissimo.

Queste parole colpirono Charl, facendole esplodere il cuore in pieno petto. Oddio. Si ricordava di lei, dopo un mese e mezzo? Si ricordava della stupida ragazza svenuta al suo concerto? Improvvisamente si sentì speciale, importante. Ed Sheeran si ricordava di lei.

- Si, sto molto bene adesso.

Rispose, sfoggiando per la prima volta da quando se l’era trovato accanto un sorriso sereno, rilassato. Quasi senza dir nulla scesero per la pista, iniziando a sciare. Non si dissero nulla eppure venne spontaneo ad entrambi seguirsi giù per la distesa bianca. Charl gonfiò il petto respirando profondamente, mentre scendeva a ruota libera, ed incrociò lo sguardo di Edward. A lui bastò poco per distrarsi e cadere, rotolando come un sacco di patate. Lei lo raggiunse allarmata, mettendosi al suo lato, e spostandogli un ciuffo di capelli rossi dalla fronte. Aveva paura si fosse fatto male, ma capì che stava benone quando lo vide ridere senza sosta.
Quella risata.
Quella risata la contagiò.

- Hai fatto una caduta veramente aggraziata.

Lo prese in giro lei, aiutandolo ad alzarsi. Ripresero a scendere e se prima uno era dietro e l’altro avanti, e non facevano altro che superarsi a vicenda, adesso sciavano uno vicino all’altra, quasi coordinati. Guardavano in avanti, ma il loro pensiero fisso era quello di voltarsi e guardarsi dritto negli occhi, scambiarsi dei sorrisi dolci che facevano star bene l’altro, solo che non lo potevano fare. Non in quel momento.

“- Tra trenta minuti alla caffetteria dell’hotel, ok Charlie?

- Ok.”

Erano tornati in hotel, e Charlotte si accorse delle cinque telefonate, i tre sms e i due messaggi in segreteria telefonica da parte di una Beatrice decisamente allarmata. Le raccontò tutto, suscitando un urlo da parte dell’amica che le ruppe un timpano. Nessuna delle due ragazze riusciva a crederci, soprattutto non Charlotte. Le raccontò perfino il sogno che aveva avuto tanto tempo fa in ospedale, e come tutto quello le sembrava surreale; la bionda per farle capire che non era un sogno le tirò un cuscino in faccia, sgridandola per la sua stupidità. La aiutò a scegliere cosa indossare ed optarono per un paio di pantacollant neri, un lungo maglione grigio e un paio di stivali alti fino al ginocchio. Si mise attorno al collo una sciarpa bianca, e raccolse i lunghi capelli rosso fragola in una treccia laterale che le ricadeva sulla spalla sinistra. La aiutò Bea con i capelli e con il trucco, per il semplice fatto che lei tremava come una foglia, e con quelle mani tremolanti non sarebbe riuscita a combinare un accidente.  Aveva paura di star esagerando. Infondo non era un appuntamento, era solo un “incontriamoci alla caffetteria dell’hotel dove alloggiamo entrambi” e lei si era sistemata con tanta cura e poca, pochissima naturalezza.
Guardò l’orologio, salutò l’amica e prese l’ascensore. Si guardò allo specchio della parete sinistra e, convinta di star ancora esagerando, si sciolse velocemente la treccia e si tolse tutto il gloss che l’amica le aveva messo in faccia. Cercò di ignorare gli sguardi interrogativi della vecchietta in ascensore con lei, ed uscì fingendosi disinvolta e raggiungendo la caffetteria che si trovava nell’ala ovest del grande hotel.
Perfino Ed aveva raccontato tutto all’amico, anche lui preoccupato per non averlo più trovato. Harry sembrava abbastanza contrariato da tutta l’attenzione che l’amico stava rivolgendo verso quella ragazza, ma per ricordarsi del suo viso capì che probabilmente c’era altro sotto, altro che il pelo rosso non aveva intenzione di rivelargli. Ed si mise un felpone largo ed Harry sospirò esasperato, certo che non si sistemava mai il ragazzo eh? Anche Edward salì in ascensore, e anche lui si guardò allo specchio, passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli (come se non fossero già abbastanza disordinati).
Raggiunse la caffetteria e si guardò attorno, speranzoso, ma impaurito che la ragazza potesse avergli dato buca. Ma infondo, erano nello stesso hotel, quindi dove poteva nascondersi?
Poi la vide.
I capelli le ricadevano dolcemente sulle spalle, ed era con i gomiti appoggiati al tavolo. La gamba destra si muoveva velocemente sotto il tavolo, ansiosa, e quel gesto fece sorridere il ragazzo che con le mani in tasca la raggiunse.

- Per un secondo avevo paura mi lasciassi qui da sola.

Gli disse lei, voltandosi vedendolo arrivare.

- Be’, tu ti sei seduta nel tavolo più nascosto quindi non ti vedevo, ed ho avuto la stessa paura.

- L’ho fatto perché pensavo ti facesse piacere, più riparato in confronto agli altri, più nascosto dagli occhi indiscreti e dalle macchine fotografiche.

Ammise lei, imbarazzata, abbassando lo sguardo. Il porta-tovagliolini al centro del tavolo era improvvisamente diventato molto interessante. Il gesto sorprese Ed, che si sedette davanti a lei.

- Oh, tranquilla, basta dirgli che c’è Harry al piano di sopra e vedi come si dileguano tutti.

Ammise lui, con un leggero tono di amarezza nella voce. Ebbe quasi paura di dire quelle parole, paura che improvvisamente Charlotte si alzasse di scatto e salisse sopra per cercare Harry Styles. In caso, metti che lei avesse fatto una cosa del genere, be’ lui l’avrebbe perdonata comunque accettando il fatto che preferiva Harry a lui, e accettando anche il fatto che non era lei la ragazza che cercava da tanto. Mettiamo però in chiaro che Ed non si sentiva oscurato da Harry, era il suo più grande amico, come non era geloso o invidioso della sua di fama. Magari si, aveva pochi fan, ma li aveva, e a quei pochi doveva veramente tutto, e stava bene. Però Charlotte sembrò indifferente, e non staccò gli occhioni scuri da quelli chiari di lui. La cosa lo fece sorridere, mentre si sedeva in modo composto sulla sedia, aspettando il cameriere. Non era andata via, a cercare il celebre Styles. Styles? Ma che gli importava di Styles. Sia lodato il cielo, era un bellissimo ragazzo, ma aveva davanti Sheeran, il vero principe azzurro. Diverso da quello biondo e magro come il manico di una scopa proposto dalla Disney.
Mentre aspettavano le loro  ordinazioni Ed cercò di aprire un discorso, facendo una delle domande più stupide che gli potessero venire in mente.

- Be’, che mi racconti di te?

- Mi chiamo Charlotte Scott, vengo proprio dal centro di Londra e.. non credo di avere una vita molto interessante, sai?

Mormorò lei, diventando rossa in viso, e mordendosi il labbro inferiore. Quel gesto fece incantare per pochi secondi Ed, che quando si rese conto delle parole della ragazza che aveva davanti la guardò sorpreso.

- Tutti abbiamo qualcosa da raccontare.

- Io no.

- Allora vuol dire che ti farò delle domande io.

Sorprese la ragazza che si poggiò allo schienale della sedia, prendendo in mano la sua tazza di cioccolata calda, e sorseggiandola lentamente. Annuì, acconsentendo al fatto che fosse lui a fare le domande.

- Facciamo finta che sono un giornalista, e ti farò le domande che fanno più spesso, su che vogliono sapere i fans.

- E i miei fan chi sarebbero?

- Sempre io.

Le sorrise affabile, e poi si guardò attorno.

- E scommetto che ogni persona in questa caffetteria potrebbe essere un tuo fan.

Lei sorrise, colpita dalla dolcezza del ragazzo, e si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sospirando.

- Dai, iniziamo con queste domande.

Edward ci pensò su, facendo un’espressione buffa per mostrarsi concentrato.

- Parlaci della tua famiglia.

- Be’, sono figlia unica, quindi non ci sarà molto da dire sai? Mia madre è una casalinga, ma un tempo lavorava come chef. Ha abbandonato le cucine circa due anni fa, ma non ha abbandonato la sua passione. Cucina qualcosa di diverso ogni giorno, partecipa a tutti gli eventi stile “fiera del dolce”. Secondo me lo fa solo per accaparrarsi il premio, e far sfigurare tutte le altre persone che spuntano con delle semplici torte fatte in casa. E’ molto orgogliosa e competitiva. Al contrario di mio papà. Lui è un chirurgo. E’ sempre pronto ad aiutare tutti, perfino a cedere i suoi interventi agli specializzandi, ma solo se si fida di loro. Ci tiene tanto ai suoi pazienti, soprattutto perché i pazienti che vanno da lui ci vanno per poi uscirne belli, migliorati, e non vuole deludere mai nessuno.

- Cosa ti piace fare? Sono convinto che hai nostri lettori piacerà tanto sapere i tuoi interessi.

- I vostri lettori? Ripetimi per quale giornale lavori, mi sa che mi sono persa sto pezzo.

Scherzò lei, scoppiando a ridere e coinvolgendo anche lui in una risata.

- Per Vanity Fair.

- Oh, adoro quella rivista!

- Ah si? Forza, rispondi.

Scherzò lui, incantato dal grande sorriso di lei.

- Mh, mi piace molto leggere. La mia scrittrice preferita è JK Rowling. Poi mi piace molto suonare il piano, prendo lezioni da quando avevo sei anni e infine mi piace passare il mio tempo all’oratorio. Tanti ragazzi e bambini lì hanno bisogno di aiuto, e di amici. Ed io sono sempre lì per loro.

Charlotte colpiva Ed ad ogni parola che diceva, che veniva sorpreso continuamente da quella favolosa ragazza. Calò il silenzio, e lei decise di spezzarlo.

- Pensavo che il vostro giornale fosse più organizzato, sapete? Insomma, non avete preso uno straccio di appunto.

Ed se ne rese conto, e sorrise imbarazzato.

- Be’, vuol dire che saremo costretti ad incontrarci una seconda volta e rifare l’intervista.

Scrollò le spalle, quasi fingendosi dispiaciuto.

- Oh, che sfortuna.

Sussurrò lei, poggiandosi con i gomiti al tavolo, e sporgendosi in avanti.




- Ahia, sta attento a dove metti i piedi, bifolco!

Mormorò un’infastidita Beatrice, appostata all’entrata della caffetteria, per spiare l’amica.

- Non c’è bisogno di essere così maleducati.

Rispose un ricciolino, mettendosi dall’altro lato dell’entrata, sporgendosi anche lui per cercare l’amico. Notò i capelli, ed osservò la ragazza davanti ad Ed.

- Però, meglio di quanto pensassi.

Pensò a voce alta, catturando l’attenzione di Bea, che solo in quel momento si accorse della vera identità del bifolco. Si lasciò scappare un urlo che attirò l’attenzione di tutti in quella sala, perfino quella di Charl e di Ed.

- Dannazione, ci hanno visti.

Sussurrò Styles, acchiappando la bionda per il polso e tirandola via velocemente.


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Here I am! Scusate se vi ho fatto aspettare tanto, lol. Non posso scrivere tanto nello spazio autrice perché mamma mi sta per linciare se non scendo a cena da lei, quindi niente.
Spero vi sia piaciuto, come al solito continuo alle 4 recensioni, fguygdfsk.

- Alls.

  
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