Martin era seduto nel suo banco mentre
il professore spiegava con la sua voce monotona e ripetitiva, ma il
ragazzo non lo ascoltava, nella sua mente si rifletteva un unica
immagine:
Spogliatoio, dopo la partita.....
Martin era solo, tutti se ne erano andati, o almeno così pensava. Quando si girò per andarsene vide Marvin sull'uscio della porta che lo osservava determinato prima di dirgli:
-sei un illuso se pensi che Lei possa provare lo stesso per te, Diana ha ... gusti migliori- ed ecco spuntare sul suo viso un ghigno agghiacciante, ma Martin gli rispose per le rime -e gusti migliori intendi ... tu?! Stai scherzando!- e scoppiò in una risata ironica facendo scattare il rivale sulla difensiva: -è ovvio! Io sono migliore di te in tutto!-, ma lo disse irritato e geloso, perciò il biondino disse: - si, ma tu non sei me! E non sei nemmeno un buon agente come me!-. Disse tutto questo con la sua solita sfacciataggine e la sua aria provocatoria che riempì Marvin di indignazione: -bhè, se è davvero così, vedremo...-, detto ciò se ne andò infuriato.
Allora Martin non gli aveva dato peso ma stamattina l'assenza sia di Marvin che di Diana lo preoccupava, ecco perchè uscì dalla classe chiedendo di andare in bagno e si diresse verso il dormitorio femminile. I corridoi erano vuoti tutti erano in classe e le poche voci che si sentivano provenivano dalle aule circostanti. Quando fu vicino al dormitorio sentì delle grida: -Diana...- sussurrò, e iniziò a correre verso la sua camera.
Diana era disperata, ma Marvin non si lasciò scoraggiare dall'urlo della ragazza e le mise una mano sulla bocca per zittirla. In quel momento pensava soltanto alla faccia compiaciuta di Martin e a quanto volesse far sparire quel sorriso sfacciato dalla sua faccia; il modo in cui gli aveva rinfacciato di essere un agente migliore di lui lo aveva infastidito a tal punto da volerlo privare della persona a cui teneva di più ... Diana. La poveretta si dibatteva sotto la sua presa e ciò lo faceva sentire più forte, invincibile, i suoi occhi verdi iniziarono a prendere il colore del sangue e il suo ghgno divenne ancor più terrificante. Prese la ragazza per il collo e la sollevò da terra, poi prese il coltello a serramanico e conficcò la lama luccicante nel suo addome, lasciando scorrere il sangue rosso e caldo attraverso le sue dita. Diana tremava e mentre guardava il suo vestito dipingersi di rosso era certa di una sola cosa: quello non era Marvin.....
Quando Martin arrivò quello che vide lo lasciò senza fiato, Diana era distesa sul pavimento e una pozza di sangue la circondava, mentre dall'alto Marvin la guardava soddisfatto. La sua pelle bianca contrastava con quel colore acceso e i suoi occhi, sempre sorridenti e pieni di vitalità, erano velati da un'ombra di malinconia e sofferenza. Non riusciva a vederla così, lo faceva stare troppo male, ma doveva reagire, salvarla. Diana, prima di cadere sfinita in un sonno profondo e forzato, bisbigliò il suo nome facendo voltare l'aggressore. I loro occhi si incrociarono e Martin capì perchè era così strano ultimamente, qualsiasi cosa lo avesse posseduto aveva fatto del male alla sua amica e lui gliela avrebbe fatta pagare.
Continua....
Spogliatoio, dopo la partita.....
Martin era solo, tutti se ne erano andati, o almeno così pensava. Quando si girò per andarsene vide Marvin sull'uscio della porta che lo osservava determinato prima di dirgli:
-sei un illuso se pensi che Lei possa provare lo stesso per te, Diana ha ... gusti migliori- ed ecco spuntare sul suo viso un ghigno agghiacciante, ma Martin gli rispose per le rime -e gusti migliori intendi ... tu?! Stai scherzando!- e scoppiò in una risata ironica facendo scattare il rivale sulla difensiva: -è ovvio! Io sono migliore di te in tutto!-, ma lo disse irritato e geloso, perciò il biondino disse: - si, ma tu non sei me! E non sei nemmeno un buon agente come me!-. Disse tutto questo con la sua solita sfacciataggine e la sua aria provocatoria che riempì Marvin di indignazione: -bhè, se è davvero così, vedremo...-, detto ciò se ne andò infuriato.
Allora Martin non gli aveva dato peso ma stamattina l'assenza sia di Marvin che di Diana lo preoccupava, ecco perchè uscì dalla classe chiedendo di andare in bagno e si diresse verso il dormitorio femminile. I corridoi erano vuoti tutti erano in classe e le poche voci che si sentivano provenivano dalle aule circostanti. Quando fu vicino al dormitorio sentì delle grida: -Diana...- sussurrò, e iniziò a correre verso la sua camera.
Diana era disperata, ma Marvin non si lasciò scoraggiare dall'urlo della ragazza e le mise una mano sulla bocca per zittirla. In quel momento pensava soltanto alla faccia compiaciuta di Martin e a quanto volesse far sparire quel sorriso sfacciato dalla sua faccia; il modo in cui gli aveva rinfacciato di essere un agente migliore di lui lo aveva infastidito a tal punto da volerlo privare della persona a cui teneva di più ... Diana. La poveretta si dibatteva sotto la sua presa e ciò lo faceva sentire più forte, invincibile, i suoi occhi verdi iniziarono a prendere il colore del sangue e il suo ghgno divenne ancor più terrificante. Prese la ragazza per il collo e la sollevò da terra, poi prese il coltello a serramanico e conficcò la lama luccicante nel suo addome, lasciando scorrere il sangue rosso e caldo attraverso le sue dita. Diana tremava e mentre guardava il suo vestito dipingersi di rosso era certa di una sola cosa: quello non era Marvin.....
Quando Martin arrivò quello che vide lo lasciò senza fiato, Diana era distesa sul pavimento e una pozza di sangue la circondava, mentre dall'alto Marvin la guardava soddisfatto. La sua pelle bianca contrastava con quel colore acceso e i suoi occhi, sempre sorridenti e pieni di vitalità, erano velati da un'ombra di malinconia e sofferenza. Non riusciva a vederla così, lo faceva stare troppo male, ma doveva reagire, salvarla. Diana, prima di cadere sfinita in un sonno profondo e forzato, bisbigliò il suo nome facendo voltare l'aggressore. I loro occhi si incrociarono e Martin capì perchè era così strano ultimamente, qualsiasi cosa lo avesse posseduto aveva fatto del male alla sua amica e lui gliela avrebbe fatta pagare.
Continua....
***
Nota Autrice:
Scusate se il capitolo è molto breve, ma era solo l'introduzione per il finale. Ho deciso di renderlo un po' più movimentato con risulati un po' scarsi.
Comunque continuate a recensire e a darmi consigli per migliorare. Grazie
Ciau
Roby63
Scusate se il capitolo è molto breve, ma era solo l'introduzione per il finale. Ho deciso di renderlo un po' più movimentato con risulati un po' scarsi.
Comunque continuate a recensire e a darmi consigli per migliorare. Grazie
Ciau
Roby63