Ecco il tredicesimo capitolo! Volevo dirvi che ho
inserito anche Silente, anche se nel settimo anno dovrebbe essere morto, ma non
ce l’ho fatta a non inserirlo! E poi credo avete capito che in questa fan fic
non sto tenendo conto della guerra e di Voldemort! Ci vediamo a fine capitolo!
Buona lettura!
Capitolo tredici- Le scuse
“Cioè, state dicendo che nostra figlia in realtà è…
Cioè, la nostra Hermione non è lei, ma è quest’altra ragazza…?” Il signor
Granger era chiaramente diviso tra la preoccupazione per lo stato di salute di
sua figlia e l’orrore per il fatto che ella in realtà non era nel suo corpo.
Tutti annirono, e due secondi dopo la signora
Granger dovette sedersi e Madama Chips dovette farle una camomilla per farla
calmare. L’atmosfera ovviamente non era delle migliori, e ciò aumentò ancora di
più quando arrivarono i Guaritori del san Mungo, che portarono con loro
Hermione.
“Può venire solo una persona con la ragazza” affermò
uno dei guaritori.
Draco fece per offrirsi, ma rimase fermo a causa di
un’occhiataccia ricevuta dal padre della ragazza, il quale seguì la figlia,
rassicurando la moglie che si sarebbero visti a breve.
Ormai erano le dieci, e ai ragazzi fu imposto di
andare nei loro dormitori, così che il giorno dopo sarebbero potuti andare a
trovare Hermione insieme a sua madre, la quale era ancora scossa e rimase in
infermeria tutta la notte, non avendo un posto dove dormire.
“Si sieda, signorina Strong”. La voce calma di
Silente eccheggiò per tutto il suo ufficio. Davanti a lui c’era una Tiffany
pallidissima, con indosso ancora la divisa. Nonostante l’orario, era stata
convocata dal Preside per chiarire un pò tutta la questione.
Tremante, la ragazza si accomodò di fronte al
Preside, e prese a guardare per terra.
“Per favore, guardami Tiffany”.
Tiffany alzò lo sguardo. Il preside la guardò negli
occhi, e accennò un sorriso.
“Tiffany, so che sei dispiaciuta” affermò Silente,
con un tono simile a quello di un padre per la figlia. “Ma vorrei tanto sapere
perché l’hai fatto. Credo hai saputo cosa è successo alla signorina Granger,e
un po’ è anche colpa tua, onestamente”.
Gli occhi della ragazza si inumidirono, e riuscì a
dire solo un tremante: “Lo so, professore”
“Perché l’hai fatto?” chiese nuovamente Silente.
“Professore… Insomma, non lo so nemmeno io! So solo
che ero accecata dalla rabbia… Per una volta volevo essere io a comandare la
situazione, in sei anni nessuno di loro due mi ha mai dato retta! Insomma,
Hermione è famosa per le sue doti, per la sua condotta scolastica, Pansy è rispettata
da tutto e da tutti… Ed io ero nell’ombra. Pensavo che con quel ricatto
sarebbero diventate mie amiche, alla fine… ma poi… Poi non ci ho capito più
nulla, sentivo tutto il potere nelle mie mani…” rispose, ancora tremante. Dopo
quest’ultima affermazione abbassò di nuovo lo sguardo.
Silente ascoltò con attenzione. Poi si aggiustò una
delle pieghe che si erano formate sulle maniche del suo vestito viola.
“Ci sono tanti modi per stringere amicizia, Tiffany.
Dovresti saperlo. E anche per conquistare il cuore della persona che si
desidera”. Affermò infine, con tono grave, facendo capire alla ragazza che
sapeva di Neville.
“Lo so, lo so! Non pensi che a me non importa nulla…
Ci sto male! E non solo perché ormai non posso fare dieci metri senza essere
additata ogni tre secondi…!” sbottò, come se avesse dimenticato con chi stava
parlando.
“Tiffany, io non voglio punirti” disse Silente,
giungendo le mani. “Volevo solo sapere la verità, sai che nemmeno la metà delle
voci che circolano sono vere… Punirti non servirebbe a niente, la Signorina
Granger e la Signorina Parkinson non riavranno
il proprio corpo. Ti chiedo solo una cosa.”
Tiffany rialzò lo sguardo. Tirò su con il naso, si
asciugò gli occhi e disse: “Mi dica, Professore”.
“Per favore, domani raggiungi la Signorina Granger
al san Mungo e chiedile scusa. Ci vediamo alle nove qui, userai la
Metropolvere”. E le sorrise nuovamente, incoraggiante.
Tiffany ricambiò il sorriso suo malgrado. “Va bene,
professore. A domani”.
Le ore passarono lentamente. Nessuno dei ragazzi
dormì molto. Alla fine la domenica mattina giunse, inondando di sole i loro
dormitori, e si precipitarono in Infermeria senza nemmeno andare a fare
colazione. Rassicurarono la signora Granger e insieme si avviarono al san Mungo
con la Metropolvere. La donna fu molto spaventata, tanto che dovette andare con
Ron, stringendogli convulsamente il braccio. Sembrava proprio Hermione. Con
loro c’era anche Draco, che sembrava aver seppellito l’ascia di guerra per il
momento. Hermione era stata trasferita in un reparto riservato, ed era
possibile farle visita solo dalle nove alle undici e dalle quattro alle sette.
“Hermione…” sussurrarono quasi all’’unisono, e la
Signora Granger raggiunse il marito, abbracciandolo.
“L’infermiera
della scuola aveva ragione. Hermione ha quella… ehm… malattia che ha detto lei… Ma da quel che ho
capito è simile al coma, cara”. Disse il signor Granger alla moglie, la quale
si lasciò sfuggire un singhiozzo prima di buttarsi tra le sue braccia.
Entrambi così uscirono dal corridoio, lasciando i
ragazzi lì.
“Hermione, ce la farai” sussurrò Harry,
accarezzandole il volto.
“Dai, Herm, sei tutti noi” disse Ron, pallidissimo.
“Herm, ricordi, c’è il ballo a fine anno! Non devi
mancare… Tutti vogliono vedere il tuo vestito… Sarai bellissima, sarai la
regina della festa!” esclamò Ginny, forse non sapendo bene cosa dire.
“Si, Herm, devi esserci…” concordò Pansy, con
un’aria un po’ sconvolta. Doveva essere strano vedere se stessa su un letto in
un reparto riservato.
Poi tutti guardarono Draco, che era rimasto vicino
la porta. Stavano per dire qualcosa quando la porrà si aprì, rivelando Tiffany.
Aveva in mano una rosa bianca.
“Cosa ci fai tu, qui?” l’aggredì subito Ginny,
scattando in avanti.
“Scusate, io…” disse Tiffany, e si avvicinò al
letto.
Tutti non smettevano di fissarla, così si decise a
spiegarsi.
“Ragazzi, vi prego, so che è terribile quello che ho
fatto… Insomma, me ne sono pentita amaramente… Per favore, smettiamola… Non
serve a niente…”
Poi si voltò verso Hermione. Le posò la rosa vicino
al viso, e disse: “Scusami, Hermione, davvero. Io… Beh, hai capito”.
Rossa in viso, dopo aver detto queste parole, si
guardò intorno. Nessuno le rivolse la parola, c’era ancora troppo rancore.
Forse la ragazza lo comprese, perché scrollò le spalle e li salutò con un
piccolo: “Ciao”. Uscì dalla stanza, dopodiché prese a correre per il corridoio,
guadagnandosi molti rimproveri dai Guaritori di passaggio.
“Non capisco proprio dove vuole arrivare quella”
sbottò Ron, sedendosi su una sedia.
“Infatti, ha chiesto scusa solo ad Hermione, e a me
no!” disse Pansy, arrabbiata. “Bisogna finire in un letto d’ospedale per
meritarsi le scuse di quella?”
Harry e Ginny annuirono. Dopo qualche minuto, Draco
si decise a parlare.
“Volete capire che è dispiaciuta?” disse,
avvicinandosi.
“Si, Malfoy, ma... Insomma, poteva decidersi prima!”
esclamò Harry, guardandolo dritto negli occhi.
“Si, Potter, giusto, tanto tu sei un tipo che non sa
cosa vuol dire scusarsi, giusto? Non puoi capire”. Ribattè secco Malfoy.
A quelle parole Ron si alzò. “Malfoy ha ragione,
Harry. Ricorda che mi dovresti ancora delle scuse.”
Harry arrossì. “Ron, ma che… Insomma…”
“Basta!” disse Ginny, avvicinandosi ai due. “Questa
situazione è ridicola, fate pace!” .
“Uh, perché avevano litigato?” chiese Malfoy,
sorpreso per il fatto che il suo discorso , senza volerlo, aveva centrato la
situazione dei due inseparabili amici.
“Si” disse Ginny.
“Ok , ok! Ok… Ron, scusa.”
I due si sorrisero e si strinsero la mano. Ginny
parve soddisfatta.
Lo sguardo di Draco vagò su Hermione, e non poté
resistere nel prenderla per mano. Le si sedette vicino, e rimase così, a
fissarla.
“Ciao, Neville” disse Tiffany appena arrivò in sala
comune. Neville stava scrivendo qualcosa su una pergamena. Alzò lo sguardo.
“Ciao” rispose senza entusiasmo, e ricominciò a
scrivere, senza considerarla.
“Neville, ora ti ci metti anche tu?”
“Senti, quella che non ci si deve mettere sei
proprio tu! Per colpa tua Hermione è in ospedale…” dichiarò il ragazzo, il
volto paffuto pieno di rabbia.
“Ma Neville…” lo supplicò Tiffany, in un sussurro.
“Neville un corno! Senti, ora basta, sono stata fin
troppo tollerante con te, ma soprattutto stupido… Se Hermione guarisce, può
darsi che ti perdonerò, altrimenti dimenticati il mio nome”. Detto questo si
alzò e se ne andò nel dormitorio, lasciandola li da sola, in preda
all’angoscia.
“Mi dispiace, ma l’orario di visita è terminato.
Potete tornare oggi alle quattro” disse una Guaritrice dall’aria gentile ai
ragazzi e ai signori Granger.
Rassegnati, i ragazzi tornarono a scuola mentre i
genitori di Hermione decisero di rimanere lì, ad aspettare.
Per tutti loro quei corridoi sembravano spettrali, e
niente poteva tirar loro su il morale, specialmente quando videro un Guaritore
informare una donna anziana che suo marito non ce l’aveva fatta.
Sentendo quelle parole, Draco sussultò.
“Non preoccuparti, ce la farà” lo rassicurò Ginny,
cordiale.
“Ce la deve fare” rispose lui, voltandosi e
continuando a camminare.
__________________________________________________________________________________E
così avete letto anche questo capitolo! Passo subito ai ringraziamenti:
X Cattiva_Dentro: So che i signori Granger non
dovrebbero vedere Hogwarts, infatti anche io non sapevo come farli venire, ma
poi ho pensato che quindi non avrebbero nemmeno potuto accompagnare la figlia a
Diagon Alley dato che i Babbani non possono vedere l’entrata del Paiolo Magico,
eppure ci vanno. Quindi perché non avrebbero potuto entrare ad Hogwarts? ^_^
Cmq grazie mille per la recensione!
X Gaia: Non ti preoccupare, sei perdonata per il
ritardo! Basta che ora commenti subito! Scherzo! :-P Grazie per i complimenti,
mi hai fatta arrossire.. :-D Hai ragione, Tiffany non voleva fare del male per
davvero, e infatti si scopre in questo capitolo il vero motivo delle sue
azioni! Ti dico solo che una cosa l’hai centrata, non dico cosa per non
togliere la sorpresa alle altre lettrici, ma forse mi hai capita! A presto,
continua a farmi sapere cosa ne pensi, e ancora grazie!
X *stellina-malfoy*: Mi fa piacere che trovi questa
fic più interessante di tutte… Non ho parole… Hai visto, Draco li sta
affrontando i pregiudizi poco a poco… Ho aggiornato il più presto possibile!
Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo… Grazie mille.
X Liuzza: Lo farò sicuramente! Grazie mille!
Continuo nel ringraziare tutti coloro che hanno
letto, non mi sarei mai aspettata che la
mia prima fic raggiungesse 700 letture, e tutti coloro che hanno
inserito questa fic tra i preferiti! Grazieeeeeeeeeeee! Al prossimo capitolo!
^_^ kiss, milly92.
P.s. Voglio avvertirvi che al massimo ci saranno
solo altri due capitoli… La storia giunge alla fine… sigh!