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Autore: milly92    18/08/2007    6 recensioni
Poi… Nello stesso istante, pronunciarono “Expelliarmus!” puntandosi le bacchette contro e qualcosa accadde. La terra iniziò a tremare, l’aria si fece gelida, come se ci fossero in giro dei Dissennatori, e…. “Aaaaaaahhhhhhhh!”. Si guardarono. E scoprirono l’orribile verità. Hermione aveva urlato con la voce di Pansy e Pansy con la sua. Hermione indossava un vestito nero, e Pansy un vestito rosa sgargiante. Hermione aveva le unghie dipinte di nero e verde, Pansy di rosa. Hermione aveva i capelli lisci, Pansy li aveva ricci… Hermione aveva davanti a sé una sua copia ed anche Pansy. E l’orribile verità venne a galla. Si erano scambiate di corpo. Poco lontano, si udì un fruscio tra i cespugli e l’ultima ciocca di capelli biondi che aveva visto l’accaduto se ne ritornò alla festa. Questa è la mia prima fan fic! Immaginate cosa potrebbe succedere se Hermione e Pansy Parkinson si scambiassero di corpo con tutte le conseguenze, tra cui una Hermione innamorata di Draco? Riusciranno a resistere nel corpo dell'altra? Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Romantico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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cap 13 2

 

Ecco il tredicesimo capitolo! Volevo dirvi che ho inserito anche Silente, anche se nel settimo anno dovrebbe essere morto, ma non ce l’ho fatta a non inserirlo! E poi credo avete capito che in questa fan fic non sto tenendo conto della guerra e di Voldemort! Ci vediamo a fine capitolo! Buona lettura!

Capitolo tredici- Le scuse

“Cioè, state dicendo che nostra figlia in realtà è… Cioè, la nostra Hermione non è lei, ma è quest’altra ragazza…?” Il signor Granger era chiaramente diviso tra la preoccupazione per lo stato di salute di sua figlia e l’orrore per il fatto che ella in realtà non era nel suo corpo.

Tutti annirono, e due secondi dopo la signora Granger dovette sedersi e Madama Chips dovette farle una camomilla per farla calmare. L’atmosfera ovviamente non era delle migliori, e ciò aumentò ancora di più quando arrivarono i Guaritori del san Mungo, che portarono con loro Hermione.

“Può venire solo una persona con la ragazza” affermò uno dei guaritori.

Draco fece per offrirsi, ma rimase fermo a causa di un’occhiataccia ricevuta dal padre della ragazza, il quale seguì la figlia, rassicurando la moglie che si sarebbero visti a breve.

Ormai erano le dieci, e ai ragazzi fu imposto di andare nei loro dormitori, così che il giorno dopo sarebbero potuti andare a trovare Hermione insieme a sua madre, la quale era ancora scossa e rimase in infermeria tutta la notte, non avendo un posto dove dormire.

 

“Si sieda, signorina Strong”. La voce calma di Silente eccheggiò per tutto il suo ufficio. Davanti a lui c’era una Tiffany pallidissima, con indosso ancora la divisa. Nonostante l’orario, era stata convocata dal Preside per chiarire un pò tutta la questione.

Tremante, la ragazza si accomodò di fronte al Preside, e prese a guardare per terra.

“Per favore, guardami Tiffany”.

Tiffany alzò lo sguardo. Il preside la guardò negli occhi, e accennò un sorriso.

“Tiffany, so che sei dispiaciuta” affermò Silente, con un tono simile a quello di un padre per la figlia. “Ma vorrei tanto sapere perché l’hai fatto. Credo hai saputo cosa è successo alla signorina Granger,e un po’ è anche colpa tua, onestamente”.

Gli occhi della ragazza si inumidirono, e riuscì a dire solo un tremante: “Lo so, professore”

“Perché l’hai fatto?” chiese nuovamente Silente.

“Professore… Insomma, non lo so nemmeno io! So solo che ero accecata dalla rabbia… Per una volta volevo essere io a comandare la situazione, in sei anni nessuno di loro due mi ha mai dato retta! Insomma, Hermione è famosa per le sue doti, per la sua condotta scolastica, Pansy è rispettata da tutto e da tutti… Ed io ero nell’ombra. Pensavo che con quel ricatto sarebbero diventate mie amiche, alla fine… ma poi… Poi non ci ho capito più nulla, sentivo tutto il potere nelle mie mani…” rispose, ancora tremante. Dopo quest’ultima affermazione abbassò di nuovo lo sguardo.

Silente ascoltò con attenzione. Poi si aggiustò una delle pieghe che si erano formate sulle maniche del suo vestito viola.

“Ci sono tanti modi per stringere amicizia, Tiffany. Dovresti saperlo. E anche per conquistare il cuore della persona che si desidera”. Affermò infine, con tono grave, facendo capire alla ragazza che sapeva di Neville.

“Lo so, lo so! Non pensi che a me non importa nulla… Ci sto male! E non solo perché ormai non posso fare dieci metri senza essere additata ogni tre secondi…!” sbottò, come se avesse dimenticato con chi stava parlando.

“Tiffany, io non voglio punirti” disse Silente, giungendo le mani. “Volevo solo sapere la verità, sai che nemmeno la metà delle voci che circolano sono vere… Punirti non servirebbe a niente, la Signorina Granger e la Signorina Parkinson non riavranno  il proprio corpo. Ti chiedo solo una cosa.”

Tiffany rialzò lo sguardo. Tirò su con il naso, si asciugò gli occhi e disse: “Mi dica, Professore”.

“Per favore, domani raggiungi la Signorina Granger al san Mungo e chiedile scusa. Ci vediamo alle nove qui, userai la Metropolvere”. E le sorrise nuovamente, incoraggiante.

Tiffany ricambiò il sorriso suo malgrado. “Va bene, professore. A domani”.

 

Le ore passarono lentamente. Nessuno dei ragazzi dormì molto. Alla fine la domenica mattina giunse, inondando di sole i loro dormitori, e si precipitarono in Infermeria senza nemmeno andare a fare colazione. Rassicurarono la signora Granger e insieme si avviarono al san Mungo con la Metropolvere. La donna fu molto spaventata, tanto che dovette andare con Ron, stringendogli convulsamente il braccio. Sembrava proprio Hermione. Con loro c’era anche Draco, che sembrava aver seppellito l’ascia di guerra per il momento. Hermione era stata trasferita in un reparto riservato, ed era possibile farle visita solo dalle nove alle undici e dalle quattro alle sette.

“Hermione…” sussurrarono quasi all’’unisono, e la Signora Granger raggiunse il marito, abbracciandolo.

 “L’infermiera della scuola aveva ragione. Hermione ha quella… ehm…  malattia che ha detto lei… Ma da quel che ho capito è simile al coma, cara”. Disse il signor Granger alla moglie, la quale si lasciò sfuggire un singhiozzo prima di buttarsi tra le sue braccia.

Entrambi così uscirono dal corridoio, lasciando i ragazzi lì.

“Hermione, ce la farai” sussurrò Harry, accarezzandole il volto.

“Dai, Herm, sei tutti noi” disse Ron, pallidissimo.

“Herm, ricordi, c’è il ballo a fine anno! Non devi mancare… Tutti vogliono vedere il tuo vestito… Sarai bellissima, sarai la regina della festa!” esclamò Ginny, forse non sapendo bene cosa dire.

“Si, Herm, devi esserci…” concordò Pansy, con un’aria un po’ sconvolta. Doveva essere strano vedere se stessa su un letto in un reparto riservato.

Poi tutti guardarono Draco, che era rimasto vicino la porta. Stavano per dire qualcosa quando la porrà si aprì, rivelando Tiffany. Aveva in mano una rosa bianca.

“Cosa ci fai tu, qui?” l’aggredì subito Ginny, scattando in avanti.

“Scusate, io…” disse Tiffany, e si avvicinò al letto.

Tutti non smettevano di fissarla, così si decise a spiegarsi.

“Ragazzi, vi prego, so che è terribile quello che ho fatto… Insomma, me ne sono pentita amaramente… Per favore, smettiamola… Non serve a niente…”

Poi si voltò verso Hermione. Le posò la rosa vicino al viso, e disse: “Scusami, Hermione, davvero. Io… Beh, hai capito”.

Rossa in viso, dopo aver detto queste parole, si guardò intorno. Nessuno le rivolse la parola, c’era ancora troppo rancore. Forse la ragazza lo comprese, perché scrollò le spalle e li salutò con un piccolo: “Ciao”. Uscì dalla stanza, dopodiché prese a correre per il corridoio, guadagnandosi molti rimproveri dai Guaritori di passaggio.

“Non capisco proprio dove vuole arrivare quella” sbottò Ron, sedendosi su una sedia.

“Infatti, ha chiesto scusa solo ad Hermione, e a me no!” disse Pansy, arrabbiata. “Bisogna finire in un letto d’ospedale per meritarsi le scuse di quella?”

Harry e Ginny annuirono. Dopo qualche minuto, Draco si decise a parlare.

“Volete capire che è dispiaciuta?” disse, avvicinandosi.

“Si, Malfoy, ma... Insomma, poteva decidersi prima!” esclamò Harry, guardandolo dritto negli occhi.

“Si, Potter, giusto, tanto tu sei un tipo che non sa cosa vuol dire scusarsi, giusto? Non puoi capire”. Ribattè secco Malfoy.

A quelle parole Ron si alzò. “Malfoy ha ragione, Harry. Ricorda che mi dovresti ancora delle scuse.”

Harry arrossì. “Ron, ma che… Insomma…”

“Basta!” disse Ginny, avvicinandosi ai due. “Questa situazione è ridicola, fate pace!” .

“Uh, perché avevano litigato?” chiese Malfoy, sorpreso per il fatto che il suo discorso , senza volerlo, aveva centrato la situazione dei due inseparabili amici.

“Si” disse Ginny.

“Ok , ok! Ok… Ron, scusa.”

I due si sorrisero e si strinsero la mano. Ginny parve soddisfatta.

Lo sguardo di Draco vagò su Hermione, e non poté resistere nel prenderla per mano. Le si sedette vicino, e rimase così, a fissarla.

 

“Ciao, Neville” disse Tiffany appena arrivò in sala comune. Neville stava scrivendo qualcosa su una pergamena. Alzò lo sguardo.

“Ciao” rispose senza entusiasmo, e ricominciò a scrivere, senza considerarla.

“Neville, ora ti ci metti anche tu?”

“Senti, quella che non ci si deve mettere sei proprio tu! Per colpa tua Hermione è in ospedale…” dichiarò il ragazzo, il volto paffuto pieno di rabbia.

“Ma Neville…” lo supplicò Tiffany, in un sussurro.

“Neville un corno! Senti, ora basta, sono stata fin troppo tollerante con te, ma soprattutto stupido… Se Hermione guarisce, può darsi che ti perdonerò, altrimenti dimenticati il mio nome”. Detto questo si alzò e se ne andò nel dormitorio, lasciandola li da sola, in preda all’angoscia.

 

“Mi dispiace, ma l’orario di visita è terminato. Potete tornare oggi alle quattro” disse una Guaritrice dall’aria gentile ai ragazzi e ai signori Granger.

Rassegnati, i ragazzi tornarono a scuola mentre i genitori di Hermione decisero di rimanere lì, ad aspettare.

Per tutti loro quei corridoi sembravano spettrali, e niente poteva tirar loro su il morale, specialmente quando videro un Guaritore informare una donna anziana che suo marito non ce l’aveva fatta.

Sentendo quelle parole, Draco sussultò.

“Non preoccuparti, ce la farà” lo rassicurò Ginny, cordiale.

“Ce la deve fare” rispose lui, voltandosi e continuando a camminare.

__________________________________________________________________________________E così avete letto anche questo capitolo! Passo subito ai ringraziamenti:

X Cattiva_Dentro: So che i signori Granger non dovrebbero vedere Hogwarts, infatti anche io non sapevo come farli venire, ma poi ho pensato che quindi non avrebbero nemmeno potuto accompagnare la figlia a Diagon Alley dato che i Babbani non possono vedere l’entrata del Paiolo Magico, eppure ci vanno. Quindi perché non avrebbero potuto entrare ad Hogwarts? ^_^ Cmq grazie mille per la recensione!

X Gaia: Non ti preoccupare, sei perdonata per il ritardo! Basta che ora commenti subito! Scherzo! :-P Grazie per i complimenti, mi hai fatta arrossire.. :-D Hai ragione, Tiffany non voleva fare del male per davvero, e infatti si scopre in questo capitolo il vero motivo delle sue azioni! Ti dico solo che una cosa l’hai centrata, non dico cosa per non togliere la sorpresa alle altre lettrici, ma forse mi hai capita! A presto, continua a farmi sapere cosa ne pensi, e ancora grazie!

X *stellina-malfoy*: Mi fa piacere che trovi questa fic più interessante di tutte… Non ho parole… Hai visto, Draco li sta affrontando i pregiudizi poco a poco… Ho aggiornato il più presto possibile! Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo… Grazie mille.

X Liuzza: Lo farò sicuramente! Grazie mille!

 

Continuo nel ringraziare tutti coloro che hanno letto, non mi sarei mai aspettata che la  mia prima fic raggiungesse 700 letture, e tutti coloro che hanno inserito questa fic tra i preferiti! Grazieeeeeeeeeeee! Al prossimo capitolo! ^_^ kiss, milly92.

P.s. Voglio avvertirvi che al massimo ci saranno solo altri due capitoli… La storia giunge alla fine… sigh!

  
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