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Autore: SunnyRoronoa    28/01/2013    1 recensioni
“Lo S.H.I.E.L.D è l’acronimo di Strategic Homeland Intervention, Enforcement and Logistics Division, l’agenzia più importante e segreta che il nostro paese conosca.
Combattiamo criminali di grande calibro e pericolosità, abbiamo i soldati migliori e collaboriamo con quelli che voi comunemente chiamate “ Supereroi”
E lei signorina, lei ha tutte le caratteristiche che deve avere un soldato dello S.H.I.E.L.D, è per questo che è qui.”
Si girò e mi guardò.
“E’ qui perché io l’ho scelta.”
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci all'undicesimo capitolo! 
Diciamo che è un capitolo di passaggio, incentrato solo sulla missione di Natasha e Francis.
Volevo spiegare un pò cosa avevano in mente e cosa intendono fare per salvare il nostro amatissimo Clint!
Non mi sono soffermata troppo a raccontare ogni particolare, altrimenti avrei dovuto scrivere come minimo 10 pagine!
Spero comunque che vi piacerà lo stesso, anche se non è davvero nulla di speciale e forse un pò troppo ristretto. :)
Fatemi sapere cosa pensate riguardo l'evolversi della storia e tutto il resto :3
Grazie e alla prossima!







11. In missione.





Natasha uscì dalla mia stanza, sicuramente diretta a cercare quello che ci occorreva, cioè informazioni.
Avevamo poco tempo e dovevamo usarlo bene, se non benissimo.
La sera andai a cena, con tutti gli altri agenti, ma questa volta mi misi seduta su un tavolo completamente vuoto.
Aspettai e aspettai, fin quando la rossa non mi raggiunse, varcando la soglia della mensa e localizzandomi subito.
Si mise seduta di fronte a me e mi guardò per qualche secondo, lasciandomi finire di bere l’acqua che avevo nel bicchiere.
“Ho fatto.”
 Disse senza aggiungere altro non appena staccai le labbra dal vetro.
Io annuì.
“Ho lasciato dei fogli nella tua stanza, li ho fatti passare sotto la porta.
Questa sera non appena torni in camera devi leggerli.”
“Va bene.” Poggiai il bicchiere sul tavolo e la guardai.
“Hai parlato con Fury?”
“Si, prima di venire qui…”
“E…?”
“Non credo sospetti nulla, penso di essere stata il più convincente possibile…”
“Ne sei sicura?”
“Certo, per chi mi hai preso?!” Ringhiò quasi irritata.
“Sta calma…Ho solo chiesto!”
Sbuffò e appoggiò i gomiti sul tavolo.
“Credo che domani partiremo, perché Fury mi ha detto che ha già scelto la tua missione.”
“Perfetto, no?” Esclamai soddisfatta, tutto stava procedendo secondo i piani.
Natasha sii limitò ad annuire senza aprire bocca.
La guardai e sorrisi.
“Mi dispiace…Insomma, so cosa ti costa fare tutto questo…”
Lei scosse la testa.
“Non lo faccio per te, lo faccio per Clint.”
Feci per rispondere ma lei mi fermò.
“Anzi, ci tengo a precisare che non voglio averti fra i piedi. Devi essere autosufficiente, non devi pensare che io sarò sempre li ad aiutarti.”
Continuai a guardarla senza cambiare espressione.
“Sono abituata a combattere da sola, poi mi hai vista, non ho bisogno d’aiuto, ne tanto meno del tuo. Ho solo bisogno di te perché da sola non potrei nemmeno uscire dallo S.H.I.E.L.D, ed ho bisogno che per quel poco tempo che staremo in missione, te sia mia amica, o anche solo compagna.”
“Proverò a farlo…”
Sorrisi quasi a volerla irritare apposta.
“Poi un giorno mi spiegherai perché non ti sono mai stata simpatica.”
“Non è difficile capirlo.”
“Se lo dici te..” Dissi alzandomi in piedi e prendendo in mano il vassoio che era sul tavolo di fronte a me.
“Ora vado nella mia stanza” Aggiunsi. “ Ci vediamo domani mattina…”
La guardai e la salutai facendo un gesto con la testa.
Posai il vassoio accanto a molti altri vassoi sporchi e andai nella mia camera.
Non appena entrai raccolsi da terra i fogli che Natasha aveva lasciato li per me, li osservai a lungo e solo dopo essermi seduta di fronte alla scrivania, iniziai a leggerli.
Scoprì che Clint si era offerto volontario per quella missione, che consisteva nel localizzare ed uccidere un potente uomo d’affari Russo, Dimitriy Ivanov Pavlon.
Era ricercato per molti reati, quali: Frode a discapito dello stato, omicidio plurimo e vendita illegale di armi.
“Non doveva poi essere cosi difficile come incarico..” Dissi fra me e me continuando a leggere.
Effettivamente durante le prime due settimane di lavoro, sembrava che tutto filasse tutto per il verso giusto.
Clint teneva sempre aggiornato il suo stato, ogni mattina informava lo S.H.I.E.L.D dei suoi progressi e di tutto quello che riguardava la sua salute.
Dopo due settimane, smise di farlo e Fury mandò subito degli uomini ad accertarsi che stesse bene, ma una volta arrivati a Berlino, questi non trovarono altro che il suo equipaggiamento nella stanza d’albergo dove alloggiava.
Di lui nessuna traccia.
Scoprirono che era uscito la sera prima e non era più tornato.
Sospirai e finii di leggere le ultime righe del foglio che avevo davanti.
Niente, non si sapeva niente.
Solo qualcosa sul suo obbiettivo, ma nulla di più.
-Sei uno stupido Barton.-
Pensai appoggiando la schiena sulla sedia per distendere i muscoli.
-Perché sei partito senza avvertire? E perché ti sei andato ad infilare in una cosa cosi pericolosa?-
Sospirai di nuovo, quello stupido falco mi faceva uscire fuori di testa.
Non sapevo spiegare l’insolito interesse che provavo per lui, e nemmeno il motivo per il quale io stessa stavo mettendo in gioco la mia carriera per aiutarlo.
Sapevo che il nostro rapporto non era iniziato bene, ma nonostante tutto, durante quel mese avevo sentito davvero la sua mancanza.
L’avevo sentita come si sente quella di una persona che hai nel cuore, come si sente quella di una persona che conosci da una vita.
Ogni volta che pensavo a lui mi davo della stupida.
“Non lo conosci nemmeno e già ti sei affezionata?” Mi dicevo.
“Non ti è bastata una volta? Gli uomini servono solo ad una cosa, che non è l’amore.”
Solo che, nonostante tutto quello non avesse senso, non potevo cambiarlo.
Sospirai per la terza volta, fissando il soffitto, candido e pulito.
-Ma sta tranquillo, verrò a cercarti e quando ti avrò trovato ti riempirò di botte.-
Sapevo benissimo che non sarei mai stata capace di fare una cosa del genere, ma dovevo provare a convincere me stessa.
Convincermi che lui fosse ancora vivo.








…..
“Non è una missione complicata agente Light, ha capito di cosa si tratta?”
“Si signore” Risposi annuendo. “ Devo recuperare delle informazioni perdute e rubate da un agenzia criminale Francese, senza farmi scoprire.
Esatto?”
Lui annui e mi guardò.
Mi aveva convocata di mattina presto, cosi da permettermi di partire dalla base il prima possibile.
La missione che mi aveva affidato era semplice, sarebbe stata anche una prova superabile, se il mio obbiettivo fosse quello di affrontarla.
Ma nella testa avevo solo l’immagine di Barton, ferito e in pericolo.
Fury parve accorgersi della preoccupazione che avevo negli occhi, cosi poco prima che potessi uscire da li, mi fermò.
“Questa prova è molto importante agente Light, io mi fido di lei.”
Il mio cuore perse un colpo.
Mi girai verso di lui, sfoggiando un sorriso più che sicuro.
Dovevo convincerlo che non lo avrei deluso.
“Lo so signore, non la deluderò.”
Dissi infine con tono fermo.
Lui ricambiò il sorriso e mi fece segno di uscire, forse convinto dalla mia sceneggiata.
I miei bagagli erano già pronti, caricati dentro l’elicottero che lo S.H.I.E.L.D aveva preparato per la partenza mia e di Natasha.
Corsi nella mia camera e recuperai la mia spada, per poi raggiungere il tetto dell’edificio centrale.
Ad aspettarmi trovai la rossa, che mi fissava da lontano con aria quasi scocciata.
“Sei in ritardo.” Disse non appena fui abbastanza vicino per sentire la sua voce.
“Lo so, mi dispiace..” Ammisi raggiungendola.
“Ha funzionato?” Chiese, sicuramente riferita alla messa in scena che avevo usato con Fury.
Mi limitai ad annuire e salii sul velivolo.
Non avevo voglia di parlare con nessuno.
Durante la mia vita non avevo mai disobbedito ad un ordine, ma quella volta la stavo davvero combinando grossa.
Il viaggio fu lungo e silenzioso.
Ne io ne Natasha avevamo voglia di conversare, quindi rimanemmo ferme e zitte per tutto il tragitto.
Una volta atterrate all’aeroporto di Parigi, ci fecero sbarcare come semplici turiste, mimetizzandoci in mezzo alla gente.
Tirammo fuori i passaporti falsi che vennero timbrati dalla polizia francese al Chek In dell’aeroporto.
Fecero passare i nostri bagagli, comprese armi e munizioni, senza controllarli.
Il governo Francese sapeva del nostro arrivo, quindi non indagò sul contenuto delle nostre valigie e ci lasciò passare senza troppi problemi.
Superate tutte le faccende legali, riuscimmo a raggiungere un bagno.
Entrammo e chiudemmo la porta a chiave.
Il piano, escogitato da Natasha, consisteva nel mascherarsi da Hostess e prendere il primo aereo diretto a Berlino.
Aveva pensato davvero a tutto.
Vestiti e documenti.
Avevamo tutto, eravamo pronte per far partire la nostra missione.
Ci guardammo un attimo, come a chiederci entrambe se tutto quello fosse giusto, ma capimmo che la vita di Clint era molto più importante di qualsiasi altra cosa.
Per noi, sia chiaro.
Così, ci preparammo velocemente e solo dopo qualche ora, riuscimmo a prendere un aereo diretto alla capitale Tedesca.
Una volta atterrate a Berlino, buttammo via tutto ciò che potesse renderci rintracciabili dallo S.H.I.E.L.D.
Tornammo vestite in modo semplice e uscimmo dall’aeroporto, confondendoci in mezzo a dei turisti Italiani.
“Non appena gireranno, dobbiamo cambiare direzione, ok?” Natasha mi guardò, ed io annuì.
“Dove dobbiamo andare?” Chiesi mentre seguivo dei bambini che litigavamo per un giocattolo.
“In un Hotel vicino a quello dove alloggiava Clint…Ho preso due stanze li cosi potremmo iniziare a cercare qualcosa.”
“ Sei sicura che non ci siano altri agenti S.H.I.E.L.D nei paraggi?”
“Non del tutto…E’ per questo che prima passeremo in albergo.”
“Non capisco..”
“Te non hai problemi, nessuno ti conosce, o per lo meno non tutti gli agenti ti hanno vista..”
Cominciai a capire il suo ragionamento.
“Io invece sono conosciuta anche dai miei nemici, quindi figuriamoci…”
La guardai per un secondo.
“Quindi cosa vuoi fare?”
“Devo cambiare il mio aspetto, ovviamente. I miei capelli non mi aiutano a passare inosservata…”
Ridacchiai involontariamente e lei parve fare lo stesso.
Quel giorno, riuscimmo solo a recuperare qualche informazione dai camerieri dell’albergo dove alloggiava Clint, ma nulla di più.
Ci dissero che lo avevano visto uscire una sera, vestito in modo abbastanza elegante, ma nessuno di loro sapeva dove realmente fosse diretto.
Quando arrivò la sera, ormai stufe di girare per tutta Berlino, ci sedemmo in un ristorante per riprendere un po’ di forze e mangiare qualcosa.
“E’ tutto inutile, non servirà a nulla tutto questo se non riusciamo ad avere qualche informazione in più!” Natasha sembrava leggermente arrabbiata, d’altronde non avevamo fatto alcun progresso da quando eravamo partite dalla base.
Sospirai.
“Lo so…Ma sembra essersi davvero volatilizzato.”
“Non può essere scomparso” Sussurrò con un filo di voce mentre sorseggiava la minestra che aveva nel piatto. “Deve aver lasciato qualche indizio…”
Feci per risponderle quando la mia attenzione fu attirata da un uomo, che era appena entrato nel ristorante, scortato da almeno 3 uomini.
“Quello lo conosco…” Dissi a bassa voce.
Natasha provò a girarsi incuriosita dalle mie parole, ma la fermai subito.
“Ferma…Quello è l’obbiettivo di Clint, è Dimitryi.”
  
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