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Autore: Drake_o    28/01/2013    5 recensioni
Harry avvertì uno strano calore appena notò la mano di Draco, i suoi occhi umidi e la matita nera che colava in righe verticali sul suo viso. Si morse un labbro, trattenendo un sorriso.
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La notte di Halloween succede qualcosa che forza i due ragazzi ad una estrema intimità. Ma non è così facile cambiare le cose da un giorno all'altro. Dopo quella notte Harry comincia ad approfondire il suo sguardo su Draco e scopre molti segreti. Harry trascina anche i suoi amici in questa sua impresa, ma non senza conseguenze.
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La storia inizia il 31 Ottobre del terzo anno di Hogwarts. I Protagonisti hanno 13/14 anni.
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(Sul mio profilo c'è una nota esplicativa sul tema di questa storia.
L' Omorashi)
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Autore: Drake_o
Beta: Boann
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Note del capitolo:
Eccomi qua! Mi chino fronte sul pavimento per chiedere scusa di questa lunga assenza su MATD! Avevo voglia di scrivere altro per un po'. Come sapete questa storia non è prorpio ordinaria e mi richiede un'ispirazione molto intensa. 
Non è il mio stile migliore, lo so, e la narrazione è molto semplice. Però ormai è così e non voglio cambiarla :)
Come avevo promesso dai tempi dei tempi: Half-Lemon Omorashi! 
Spero vi piaccia e spero che mi farete sapere tutto quello che vi viene in mente leggendo questo capitolo! 
Grazie a Boann e Lilit le mie beta fantabulose!!
 
Music:http://grooveshark.com/s/You+Won+t+B+Here/4GvXb9?src=5
Ascoltatelo!! bellissimo pezzo de mio amato Perfume Genius! (lui è così carino e così gay! ^^)
Enjoy 
Sick D. 
 
Trad Titolo:
Qualsiasi cosa farai, il tuo cuore si spezzerà

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo 25
 
Your Heart Will Break, Whatever You Do
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Non importa cosa farai,
il tuo cuore si spezzerà comunque,
ma non sarai qui, domani.
 
Forse non avrai
Ciò che ti è stato promesso
Potresti essere schiacciato
Sotto tutta la polvere
ma tu stai ferendo
Ogni persona che tocchi
E nessuno di loro sarà qui, domani.
 
 
 
 
Your heart will break
Whatever you do.
But you won't b here
Tomorrow.

You might not get
What you were promised.
You might be hollow
Under all of the dust.
But you are hurting
Everyone you touch.
And they won't b here
Tomorrow

(You Won't B here - Perfume Genius) 
 
 
 
 
 
 
La minaccia del possibile ritorno di Voldemort era un argomento molto discusso dall'intera comunità magica. Ma Silente non aveva ufficializzato il pericolo tra le mura di Hogwarts e, dopo la storia di Sirius Black, cercava di mantenere gli studenti in un ambiente rilassato che permettesse loro di concentrarsi nello studio e nelle prove del Torneo.
 
 
Harry, seduto vicino a Hermione e Ron nell'aula di Pozioni, appoggiò il viso su un palmo e pensò a come, alcuni giorni prima, le dita di Piton avevano accarezzato le due ciocche di capelli nella scatola d'argento e all'espressione sul suo volto mentre lo faceva. Sembrava che tenesse davvero molto a quelle due donne e l'idea che avesse avuto una relazione con sua madre da ragazzino gli balenò in testa e lo fece sorridere teneramente.
 
Draco pensava a suo padre; Silente gli aveva assicurato che Lucius era tornato al Manor illeso, ma non aveva detto niente di più. Sapeva che Voldemort non avrebbe perdonato una fuga e si domandava se il mago ce l'avesse più con Lucius o con Harry per il trambusto che avevano creato. Probabilmente lui stesso ne avrebbe scontato presto le conseguenze.
 
Guardò Harry nella fila opposta di banchi, che sorrideva al muro immerso nei suoi pensieri, e sospirò.
La seconda prova del torneo Tre Maghi si sarebbe svolta l'indomani.
Tutti sapevano che il trofeo della prima prova conteneva la chiave per affrontare la seconda, ma solo dopo molti maldestri tentativi, Harry era riuscito ad aprire l'uovo rubato al drago mettendolo sott'acqua e il canto acuto delle sirene si era trasformato in un messaggio.
 "Salvare qualcuno dalla morte nelle profonde acque del lago nero" ecco in cosa consisteva la prova.
Draco aveva rivoltato la biblioteca di Hogwarts insieme a Hermione e alla fine era riuscito a trovare un metodo per dare a Harry la possibilità si respirare sott'acqua. Un'alga magica che il ragazzo avrebbe dovuto mettere sotto la lingua prima di tuffarsi.
Tuttavia anche quell'incanto aveva la sua durata massima e di sicuro ci sarebbero stati degli altri ostacoli da superare, oltre a quello dell'apnea.
 
 
Harry era fortunatamente capace di distaccarsi dall'ansia del Torneo più di quanto gli altri partecipanti sapessero fare e riusciva a trascinare Draco con sé nella pace di alcuni momenti ritagliati solo per loro.
Molto in alto, sulla torre dell'orologio, seconda per elevazione solo a quella di Astronomia, i due quattordicenni si godevano lo studio libero di un sabato pomeriggio muniti di burrobirra, caramelle e cioccolato che i gemelli Weasley avevano regalato a Harry di ritorno da Mielandia.
Lontani dai pensieri cupi, dagli sguardi di altri studenti, dal brusio delle sale comuni, ma, soprattutto, lontani da Cho e da Blanche, che non perdevano un'occasione per avvicinarsi a loro provando a riconquistare qualcosa che si illudevano di aver mai avuto, passavano ore a studiare e a parlare nel loro unico, piccolo universo privato.
 
Dopo alcune ore che studiavano, appoggiati uno di fronte all'altro sulle curve del muro circolare intorno all'orologio, Draco cominciò a cambiare posizione compulsivamente, finché, seduto su una caviglia, sbuffò con impazienza, abbassò il braccio lungo il muro e lasciò cadere il libro a terra .
Harry lo vide mordersi un labbro, una mano appoggiata sulla pietra, e dondolare lentamente avanti e indietro sulla gamba piegata, con il viso contratto.
"Che c'è?" gli chiese.
Draco alzò gli occhi e sospirò sconfitto "Devo fare pipì, non ce la faccio più" mormorò inclinando i fianchi con un brivido.
Harry alzò le sopracciglia "Così impari ad andarci prima, il bagno è sotto venti piani di scale!"
"Stai zitto, Potter. Non riesco nemmeno ad alzarmi, da quanto mi scappa" disse piano il biondo, stringendo gli occhi e piegandosi in avanti. Dalle sue labbra uscì un lieve singhiozzo.
Un forte brivido che partiva dal bacino fece fremere il corpo di Draco, che serrò i denti inarcando lievemente la schiena. Si rese conto di essere così vicino alla catastrofe da non riuscire nemmeno a respirare per bene. Era sicuro che la pressione che sentiva si sarebbe addirittura potuta notare in un leggero rigonfiamento del ventre solitamente piatto, dove persino il contatto con la vita dei pantaloni era straziante come una scossa elettrica.
Harry si sentì avvampare le guance mentre lo guardava e subito dopo si mise a ridere sommessamente. Si alzò e si fermò davanti a lui.  
"Devo andare..." mormorò Draco facendo poi sibilare l'aria tra i denti, con le sopracciglia contratte in una dolce e vulnerabile espressione di panico.
Harry guardò il ragazzino dal fisico magro e slanciato, che riusciva comunque a non perdere la sua nota eleganza anche in quella situazione. Quel suo viso dalla pelle chiara e quegli occhi al momento molto sinceri, appena nascosti dietro i ciuffi di capelli biondissimi, non avevano ancora perso la freschezza dell'infanzia.
Quando Draco era preoccupato o imbarazzato come in quel caso, la sua espressione più autentica veniva fuori come una rosa tra le spine e Harry, che lo sapeva, aveva imparato a individuare e gustare ogni singolo attimo di quella meravigliosa immagine.
Si avvicinò cautamente e sfiorò il ginocchio di Draco con le dita.
"Perché non la fai qui?" propose poi con un sorriso malizioso.
"Qui dove?... No! Harry, no!" Preso dall'euforia di quella notte sul divano a Firenze, Harry lo spinse per le spalle appoggiandolo sulla curva del muretto e salì a cavallo sopra di lui. Ma rimase sollevato sulle ginocchia, puntate accanto ai suoi fianchi, senza schiacciarlo.
"Per favore, non ti sedere! Sto scoppiando!" piagnucolò Draco quasi sdraiato contro il muro concavo, con gli occhi chiusi e le mani aperte sullo stomaco di Harry.
"No, ok, non mi siedo" lo rassicurò Harry guardando gli occhi lucidi che gli facevano battere il cuore così forte.  Si chinò su di lui, tuffò il viso nell'incavo del suo collo e dopo aver inspirato il suo profumo sfiorò quella pelle liscia con le labbra, rendendosi conto che non aveva mai baciato il collo di nessun altro prima di quel momento.
"Scusami" sussurrò "Non voglio farti male, è che... perdo la testa quando fai così."
"Così... Come?" Draco respirava a fatica sotto i baci del moro e i brividi della tensione. "Ahhh! Ti prego, lasciami andare!"
"Tanto non ce la fai ad arrivare al bagno, è troppo lontano" diceva Harry continuando a baciarlo.
"Se mi lasci... ce la faccio" mormorò il biondo, che non era affatto sicuro di ciò che stava dicendo, ma solo essere stretto contro un muro gli dava la sensazione di essere completamente impotente e di non riuscire a controllare la sua resistenza.
"Non è vero." ribatté Harry "Hai aspettato troppo come sempre. Sei proprio un bambino!" lo baciò sulle labbra" un bambino testardo e nervoso" aggiunse sorridendo.
"No! Lasciami, non ce la faccio più, sul serio!"
"Ssssshhhh!" Harry sibilò nel suo orecchio "Lasciati andare"
"Non fare così, Harry! Ti prego!" Draco strinse di nuovo i denti cercando di liberarsi dalle mani del moro, ma Harry si accorse di come riusciva bene a tenerlo fermo nonostante lui facesse resistenza.
"Ti ricordavo più forte" disse piano.
"Sono concentrato in qualcos'altro! Lasciami! Me la sto facendo addosso!"
Più Draco si lamentava e più Harry si eccitava. "Ma dove vuoi andare? Venti piani di scale! Non arriverai nemmeno al secondo, guarda come stai!"
"Potter, sei un pervertito!" sbottò il biondo.
Harry scoppiò a ridere. "Forse hai ragione, ma non per questo ti lascerò andare" scrutò gli occhi grigi e metallici che brillavano e l'espressione preoccupata di Draco che lo guardava  tremando come una foglia. E solo quello lo eccitò ancora di più.
Passò un dito sul suo torace e lo fece scorrere sulla camicia lentamente. Il petto di Draco si alzava e si abbassava a scatti per la respirazione irregolare e i brividi. Le dita di Harry raggiunsero lo stomaco e Draco chiuse gli occhi "Sto per scoppiare..." mugolò.
 Harry scese sull'addome e ci appoggiò una mano con tutta la delicatezza possibile. Il biondo inarcò la schiena di scatto con un suono gutturale e Harry sentì i fianchi spigolosi urtare l'interno delle sue cosce al cavallo dei suoi pantaloni. Il rigonfiamento dell'erezione dura e presente di Draco sfiorò, attraverso la stoffa, i suoi testicoli tesi per l'eccitazione.
Il corpo di Draco era contratto in ogni muscolo nel disperato tentativo di trattenersi e Harry ansimò elettrizzato da quella tensione sotto di sé.
Il suo desiderio di toccare la pelle di Draco divenne irresistibile.  Appoggiò la mano più in basso sull’erezione del biondo.
Mentre sfiorava quel solido calore attraverso la stoffa, e Draco gemeva a denti stretti, sentì il proprio membro rispondere con uno scatto in avanti e l’erezione indurirsi fino quasi a fare male.
Infilò deciso una mano nella vita dei pantaloni di Draco, che gridò e cercò di fermarlo, contorcendosi.
La pressione della mano di Harry sull’addome lo fece sussultare e perse per un secondo il controllo, sopraffatto dall’urgenza.
Chiuse gli occhi e arrossì. "No no no no no!" si lamentò, mentre la mano di Harry scendeva e lui sentiva alcune gocce farsi strada fuori da sé.
Ma Harry raggiunse la meta, afferrò con dolcezza ciò che cercava e cominciò a muovere la mano su e giù intorno alla pelle tesa.
"Vedi?" disse, mentre lo massaggiava con garbo "Sembra che ti piaccia!"
Draco ansimò, guardandolo sempre più preoccupato, continuando a contorcersi sempre più disperatamente, le lacrime agli occhi. Poi singhiozzò, ogni respiro era faticoso e premeva, insieme alla mano del moro, sulla sua vescica tesa, facendolo sentire assolutamente sul punto di esplodere. Ma quei sospiri irregolari erano molto simile a quelli dell'eccitazione che saliva piano piano.
Harry, sopra di lui come un leone sulla preda, notò due lacrime scivolare sulle sue guance rosate. Poi Draco puntò le mani sul muro sotto di sé e appoggiò la testa indietro con un suono gutturale che sembrava anche un gemito di piacere. Harry sentì i muscoli del biondo pulsare tra le sue dita e un piccolo getto caldo inondare la sua mano e la stoffa intorno ad essa.
" Ti prego!... Non ce la faccio più..."
"Rilassati!" Harry continuava  a muovere la mano su e giù e la sentiva bagnarsi un po' di più ad ogni affondo mentre il biondo ansimava sotto di lui.
Draco gemette ancora, ma quando la sensazione di bisogno diventò sempre più simile a quella del piacere, cominciò a sentirsi molto confuso. Le due sensazioni erano entrambe forti, disperate e violente ma si sovrapponevano, poi si incrociavano.
Harry si chinò di nuovo a baciare le sue labbra. "Non piangere... " mormorò mentre le lacrime scorrevano sulle guance dalla pelle diafana "Non ti sto facendo male. Se ti lasci andare, lo capirai."
I suoi movimenti erano sempre più efficaci e Draco cominciò a soccombere a ondate di eccitazione sempre più intense. Con il viso accaldato e rigato di lacrime e le labbra rosa e tremanti guardò Harry, imbarazzato "Non so se... sto per venire... o per farmela addosso..."
"Non ci pensare, lasciati andare" gli sussurrò lui mentre con la mano continuava a massaggiarlo.
Draco inarcò di nuovo la schiena all'ultima fatale ondata di urgenza e ansimò delicatamente mentre il polso di Harry si muoveva con dolcezza e sicurezza su di lui.
Strinse i denti e tremò. Improvvisamente sentì i suoi muscoli cedere e la mano di Harry venne inondata dal liquido caldo che schizzò con potenza inzuppando la stoffa.
"La sto... facendo..." lo informò il biondo in completo imbarazzo.
"Lo sento" disse Harry che quasi tremava per l'eccitazione "Continua"
Draco rilassò la schiena e si appoggiò al muro "Accidenti a te, Potter!" sussurrò quasi in un pianto.
Harry lo baciò ancora e lui gli portò una mano dietro la nuca ricambiando il bacio. 
I loro pantaloni si bagnarono lentamente e il liquido scese piano lungo il muro e cadde a terra formando una pozza sotto di loro. Il moro continuò a muovere delicatamente la mano mentre il getto sgorgava con forza, e Draco sembrava perso nella libidine di quella doppia sensazione di piacere.
"... ma come fai?" disse con la voce spezzata tra un bacio e l'altro.
"Sono un pervertito" mormorò Harry tra le sue labbra.
"Ah..." Draco non capiva più niente. Infilò istintivamente una mano nei pantaloni di Harry, che ebbe un fremito. Afferrò la sua erezione, e sentì i loro due corpi reagire all'unisono nella novità di quel contatto. La pelle calda di Harry gli fece salire dentro una rapida euforia che si mischiò all'eccitazione e subito Draco si rese conto di sapere benissimo cosa doveva fare. Cominciò a muovere il polso guadagnandosi istantanei, languidi sospiri di piacere.
 
La sensazione era quella di andare a fuoco dentro l'acqua. Il moro era talmente eccitato che sarebbe venuto di lì a poco anche solo strusciando sulla stoffa dei suoi stessi jeans e Draco che lo toccava per la prima volta lo mandò per qualche istante in una sorta di coma orgasmico. Questo minò la sua concentrazione facendolo barcollare fino a perdere l'equilibrio sul muro così Draco gli afferrò un braccio con la mano libera e lo tenne fermo. I loro movimenti erano precisi e decisi nel disordinato groviglio di quelle incontrollabili sensazioni.
 
"E adesso, vieni..." sussurrò Harry.
Continuò a muovere la mano sul biondo finché non sentì il flusso diminuire e improvvisamente i muscoli pulsarono di nuovo tra le sue dita in un prorompente orgasmo.
Draco sentì i testicoli indurirsi e tutto il bacino contrarsi, mentre gli ultimi fiotti di liquido venivano seguiti dai getti del suo seme, e  una dilagante sensazione di piacere si diffondeva nella spina dorsale e negli arti che automaticamente si rilassavano. Tutto il corpo del biondo venne attraversato da un ultimo lungo fremito e la sua voce echeggiò nella torre deserta. I suoi gemiti spezzati e convulsi sembrarono a Harry il suono più dolce che avesse mai sentito.
Nello stesso momento, anche Harry ringhiò sotto la presa della mano di Draco che  sentì le pulsazioni regolari e il seme viscoso colpire l'interno dei boxer e colare sulla sua mano. La testa di Harry si chinò e le labbra si schiusero, gli angoli curvati come in un sorriso e contemporaneamente una smorfia di dolore. Finché ricadde sopra a Draco, stremato.
"Sei folle, io lo sapevo" sussurrò il biondo appoggiando il viso sui capelli corvini, mentre Harry respirava affannosamente adagiato su di lui con la guancia schiacciata sulla sua spalla.
"Non hai mai provato niente del genere, vero?" rantolò senza muoversi, mentre le sua schiena si alzava e si abbassava per il respiro corto.
Draco sorrise. "Come sei fanatico!"
"Non è eccezionale? L'ho sperimentato nella doccia... sai?" continuò Harry entusiasta ma esausto.
"E' piuttosto intenso..." rispose Draco asciugandosi le lacrime e poi abbracciò Harry e lo strinse inspirando l'odore dei suoi capelli e del sudore fresco, del calore umido di quella caotica lotta trasformatasi in uno dei momento più piacevoli della sua vita.
 
Si addormentarono per un po' al ronzio ovattato del grosso congegno meccanico.
Quando riaprirono gli occhi, la luce rossa del tramonto entrava dal quadro dell'orologio. Harry si alzò in piedi, Draco si stiracchiò e si mise seduto guardandosi i pantaloni fradici.
"Potter, guarda, te l'ho fatta sul libro, sei contento?..." disse indicando i volumi a terra vicino a loro. "...e anche sul mio..." aggiunse seccato sollevando il tomo sgocciolante con due dita.
Harry si mise a ridere vedendo i libri che galleggiavano nella pozza sul pavimento.
"Adesso ci devo andare io in bagno... ci devo proprio andare... Scendiamo?" disse poi tastando il cavallo umido dei suoi pantaloni.
Draco assottigliò lo sguardo. Si alzò lentamente e poi gli mise le mani sulle spalle.
"Adesso me la paghi" sorrise, spingendolo poi con forza sull'altro lato del muretto e mettendosi sopra di lui mentre Harry si contorceva cercando di liberarsi.
"No! Draco! Io ce la faccio ad arrivare in bagno!"
"Non ci contare, Potter" diceva l'altro tenendogli i polsi. Poi sbottonò i suoi pantaloni con un gesto secco e riprese i suoi polsi tenendolo fermo mentre guardava la sua erezione disegnata dalla stoffa dei boxer.
"Ok, va bene, ho capito!" implorava Harry "Non lo faccio più, giuro! Lasciami andare... Ahhh!" Draco si abbassò su di lui e gli morse il collo.
"Basta, basta! Mi scappa!"
"Falla qui!" diceva Draco imitando il suo tono di voce.
"Bastardo!" mugolava Harry con le guance rosse e gli occhi lucidi.
"A me?" Draco alzò le sopracciglia. Poi affondò le dita nei fianchi di Harry e cominciò a fargli il solletico. 
"Ahhhhhh ahahahahahahha! Nooo! Nooo!" Harry strillò tra le risa e il pianto.
"Adesso puoi dire bastardo" sorrise Draco "E ora anche maledetto bastardo" disse sedendosi sopra di lui.
Harry aprì la bocca in un gemito muto e Draco sentì il getto caldo sotto di sé e subito il calore che si ampliava tra i loro corpi.
"Nooo!" il moro si coprì il viso con le mani. Mentre l'altro lo guardava compiaciuto, con le braccia incrociate sul petto.
"E' calda, Potter?" lo prendeva in giro.
"Fottiti, Malfoy." farfugliò Harry tra le mani con una mezza risata.
 
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"Ehi! Dove siete stati tutto il giorno?" chiese Hermione quando li vide camminare nel corridoio che portava alla Sala Grande.
I due si resero conto in quel momento che stavano camminando insieme dentro Hogwarts come due vecchi amici.
"In Biblioteca" - "Al laboratorio" dissero all'unisono.
Hermione si morse un labbro e poi si mise a ridere.
I due ragazzi arrossirono.
"Ok, non voglio saperlo" disse lei "Mi chiedevo solo se andava tutto bene, non vi ho più visti da questa mattina."
"Sì, beh... va tutto bene, grazie. Comunque stavamo studiando." disse Harry mostrando il libro che aveva in mano. 
Draco soffocò una risata facendo finta di tossire, quando vide le pagine accartocciate di una parte del libro che era sfuggito all'incantesimo di asciugatura e stiratura.
Harry se ne accorse e lo girò con un gesto veloce nascondendolo tra le braccia poi guardò Draco, cercando invano di trattenere il sorriso.
Il biondo si schiarì la voce. "Beh, io... vado a portare i libri in camera. Ciao, ci vediamo a cena." disse prima di allontanarsi.
Hermione sorrise incamminandosi accanto a Harry "Non so di cosa stavate ridendo. Ma ormai credo di aver capito che Ron non fosse l'unico ad essere geloso, l'anno scorso."
"Io non ero geloso!" disse Harry, rendendosi subito conto di aver confermato con una leggibile espressione, qualsiasi cosa Hermione volesse insinuare in quel momento.
"Ok. Un po'" ammise subito dopo.
La ragazza sorrise ancora. "Non preoccuparti, Harry. Non ho niente contro voi due. Anzi, vi trovo proprio carini!" disse con un sorriso, camminando accanto a lui.
"Ah... grazie" disse Harry imbarazzato.
"Non sei affatto teso per la prova di domani. Sono contenta" sospirò poi la ragazza.
"No. Insomma, non ci sto pensando, ecco..."
"E' giusto. Se sarai rilassato andrà tutto bene" disse Hermione celando male la sua preoccupazione. Poi si fermò e mise le mani sulle sue spalle.
"Harry, sei forte e sei intelligente. Sono sicura che saprai fare la cosa giusta quando sarà il momento. E tua madre ti proteggerà come ha sempre fatto."
Harry le sorrise "Grazie, Hermione" disse abbracciandola.
 
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La seconda prova del Torneo Tre Maghi stava per avere inizio. Gli spalti erano pieni e la gente fremeva sventolando bandierine colorate.
Draco tirò un sospiro guardando la torre dell'orologio dall'alto palco su cui sedeva accanto a suo padre.
Lo aveva aspettato nell'ufficio di Silente, quella mattina, scrutandolo attentamente quando era entrato dalla porta con il suo solito passo elegante, e aveva notato che stavolta Lucius sembrava zoppicare e sul collo, nella parte che il colletto della veste nera non riusciva a coprire, aveva una cicatrice che Draco non ricordava di aver mai visto.
"Stai bene?" gli aveva chiesto senza pensare.
"Parlami come si addice al tuo rango!" aveva replicato freddamente Lucius.
"State bene, Signore?"
"Sto bene! Grazie." aveva risposto lui. A Draco quel grazie era suonato completamente nuovo detto dalla voce di suo padre.
Avevano passato in silenzio i seguenti dieci minuti, poi, quando Silente si era allontanato, Lucius lo aveva guardato negli occhi. "Il Signore Oscuro vuole vederti" aveva detto con solennità.
Draco, ricambiato lo sguardo, aveva annuito con tutta la fermezza a sua disposizione.
"Dopo la prova verrai con me, e non voglio scenate, chiaro?"
Al secondo gesto di approvazione di Draco, l'uomo si era avvicinato di più a lui "Non so cosa passi per la testa di Potter né per quale motivo ti stia difendendo in quel modo. Ma il Signore Oscuro apprezza che si stia avvicinando a te. Fai in modo che non si metta in mezzo, però, quando non è il momento."
Draco si era chiesto se quell'informazione avesse per caso salvato la vita a Lucius, tornato a mani vuote da Voldemort ma con la sicurezza che Potter avrebbe seguito Draco dovunque.
Poi si era chiesto come poteva avvertire Harry di non seguirlo questa volta e assicurarsi che non lo facesse.
 
Mentre si dirigeva verso gli spalti con suo padre, Draco aveva deciso di poter fingere per una volta qualcosa che conosceva bene. Aveva chiesto così a Lucius il permesso di andare in bagno cercando di manifestare una certa urgenza.  Dapprima l'uomo glielo aveva negato poi, prima di salire sulla alta struttura dei palchi, lo aveva guardato un momento e aveva detto "Vai. Ma ti voglio al mio fianco tra meno di dieci minuti!"
Draco era rimasto più che sorpreso, per una volta che non aveva assolutamente bisogno di andare in bagno era riuscito a farsi concedere il permesso. Per un attimo aveva anche pensato che Lucius lo sapesse, che avesse deciso di dargli dieci minuti per poter parlare con Harry ...Ma a quale scopo? Sarebbe stato solo una buona occasione per lui se quel pazzo di Grifondoro avesse di nuovo seguito la carrozza. Oppure no?
 
Draco aveva raggiunto la tenda di Harry che automaticamente si era affacciato come se sapesse che stava arrivando, lo aveva trascinato dentro e lo aveva baciato spingendolo contro la stoffa.
"Harry! Devo andare al Manor, non seguirmi per favore. Ti prometto che tornerò entro domani!"
Lo sguardo ferito di Harry che scuoteva la testa incredulo era stata la cosa peggiore di quei dieci minuti.
"Dobbiamo agire con cautela, lasciami andare a sentire cosa vuole. Potrei capire di più su cosa sa di noi. E del Segreto." aveva continuato Draco cercando di convincerlo.
"Va bene... ma per favore, stai attento." aveva risposto infine il moro, con poca convinzione.
"Anche tu stai attento" aveva sussurrato Draco prima di dargli un ultimo abbraccio.
 
 
Draco guardava fisso le acque scure del lago, con i pugni stretti sul cuscino del palco, mentre tutta la folla con il fiato sospeso si chiedeva perché Harry non tornasse in superficie. Fleur era appena riemersa gridando e piangendo perché non era riuscita a prendere sua sorella dalle grinfie dei Tritoni. E Krum aveva riportato Hermione sana e salva sulla sponda.
 
Mancava solo Harry.
Draco si sentiva stringere il cuore ogni secondo che passava.
All'improvviso Harry uscì dall'acqua, tra le braccia aveva Ron e la sorella di Fleur.
Quando Draco scattò in piedi, Lucius lo afferrò per un polso riportandolo a sedere. Allora si sporse in avanti per guardare meglio. Si rese conto che tra le grida della folla poteva sentire il respiro affannato di Harry, niente che fosse possibile sentire da quella distanza nemmeno nel totale silenzio. Vide Silente alzare il braccio di Harry per proclamare la riuscita della seconda prova e poi il ragazzo cadere in ginocchio esausto.
 
Pochi minuti dopo, Draco si sentì afferrare e trascinare via da suo padre.
"Silente è già stato informato che verrai con me, oggi" disse l'uomo senza aggiungere altro.
 
Il viaggio in carrozza fu lungo come sempre e dette a Draco tutto il tempo di immaginare cosa lo aspettasse. Voldemort era stato chiaro all'ultimo incontro, voleva il Segreto, e sapeva che esso sarebbe stato svelato soltanto una volta, e soltanto a Harry e Draco insieme ad un ignoto momento prestabilito.
Per ottenere il segreto Voldemort aveva bisogno di entrambi i ragazzi, ma solo uno di loro adesso era in suo potere. Draco aveva il Marchio Nero che gli era stato imposto con un ricatto, da neonato, e rappresentava una promessa fatta a Voldemort. Non avrebbe potuto rifiutarsi di soddisfare i desideri del mago, senza essere torturato e manipolato dal marchio. Solo il braccialetto di crine di unicorno che sua madre gli aveva lasciato, ancora lo proteggeva dal completo controllo del Marchio su di lui.
Harry e Draco avevano deciso di assecondare Voldemort il più a lungo possibile, e nel frattempo cercare le due chiavi mancanti per aprire il lucchetto che conteneva il Segreto.
 
La carrozza giunse al Manor nel buio denso di una notte senza stelle. Si appoggiò al suolo e scosse Draco dai suoi pensieri riportandolo all'immediata realtà e al fatto che di lì a poco avrebbe rivisto Voldemort.
 
Lucius gli ordinò di seguirlo nelle segrete e lo scortò fino a quella porta che il ragazzo ricordava con orrore.
Come varcò la soglia, i suoi sensi vennero inondati dall'odore di morte che riempiva quell'ambiente. Il fuoco acceso nel camino, rosso come il sangue, non sembrava produrre il minimo calore.
 
"Siediti, Draco" sibilò Voldemort. 
Draco si sedette sulla poltrona di fronte a quella del mago, mentre Lucius uscì lentamente nel corridoio e chiuse la porta dietro di sé.
"Penso che tu stia facendo un buon lavoro." continuò. "Se non sbaglio, Harry è diventato tuo amico."
Draco aveva sigillato la mente ancora prima di varcare il cancello del Manor, ma sentiva un'enorme difficoltà nel mantenere l'occlumanzia al cospetto del mago oscuro. Non capiva cosa esattamente Voldemort riuscisse a percepire delle sue emozioni e dei suoi pensieri aldilà delle sue capacità di nasconderli con la magia, o cosa potesse vedere di quello che lui faceva. Di sicuro c'erano stati momenti molto rari in cui Harry poteva vedere ciò che Voldemort vedeva e altri in cui Draco riusciva a sentire la voce di Voldemort, ma niente di più fino a quel momento.
"Sto cercando di avvicinarmi a lui, mio Signore. Come avete chiesto" disse il ragazzo con la voce priva di emozione.
"Molto bene, Draco. Continua così e fai in modo che Harry si fidi di te. Se farai ciò che ti dico, diventerai più potente di lui. Io e te saremo i maghi più rispettati e venerati del mondo intero."  Le labbra sottilissime e bianche di quel volto informe si allungarono, curvandosi in una strana e grottesca smorfia che forse voleva essere un sorriso compiaciuto.
Draco si sentì rabbrividire, ma rimase in guardia e concentrato.
"E' incredibile" continuò Voldemort "come due sporche mezzosangue abbiano dato alla luce due maghi tanto intelligenti e dotati" sibilò.
I pugni di Draco si strinsero di riflesso sulle ginocchia, cercò di trattenere il moto di ira che gli nasceva nel petto. Serrò i denti e rimase impassibile.
"Non è vero? In fondo è quello che erano... Sporche, inutili mezzosangue!" esclamò il Signore Oscuro, sporgendosi verso di lui e finendo la frase in un tono più elevato.
Draco sussultò lievemente. Poi guardò negli occhi rossi del mago e capì che si aspettava una conferma.
"Sì, mio Signore!" disse con profonda umiliazione.
"Esatto" annuì lui "e sei fortunato, Draco. Perché sarai l'unico tra i miei seguaci che rimarrà in vita quando finalmente sarò in possesso del Segreto!"
Draco si sentì spezzare il cuore ma evitò anche di respirare, per evitare di mostrare emozioni che lo avrebbero tradito.
"Nemmeno tuo padre sarà risparmiato. Questo lo sai, vero? Se vuoi l'onnipotenza, ci sono delle cose che devi saper sacrificare!"
"Sì... mio Signore." confermò Draco mentre sentiva un nodo stringergli la gola.
Voleva solo uscire da lì, scappare da quella stanza e correre più lontano possibile. Cercò di non tremare e inspirò lentamente.
"Bravo." sussurrò il mago alzandosi dalla poltrona e muovendosi verso di lui. Il corpo del mago era diverso dall'ultima volta che lo aveva visto. Non fluttuava più come un fantasma, o almeno non era costretto a farlo, perché sembrava a vere una paio di gambe come gli altri maghi e poggiare passi corposi sul tappeto.
 
Draco si irrigidì al tocco della mano gelida sul viso, era fredda come una lastra di ghiaccio.
Sentì le dita secche stringere il suo viso e inclinarlo verso l'alto.
"Sei molto bello, Draco, il tuo corpo è perfetto per contenere un'anima onnipotente..." sibilò. Poi prese la sua mano su cui aveva inferto la ferita la volta precedente e ci passò sopra la bacchetta facendo scomparire la cicatrice.
Draco si guardò il palmo e poi richiuse il pugno.
"Grazie, Signore" disse sforzandosi di nascondere la rabbia che provava e la sensazione di nausea che quella presenza gli infondeva, ma si sentì improvvisamente afferrare per il collo e spingere contro lo schienale della poltrona. Il volto bianco e scavato privo di naso gli si piazzò a pochi centimetri dagli occhi
"Stai attento, Draco! Io non sopporto i traditori. Non avrò pietà nemmeno di te! Ricordatelo!"
"Sì, mio Signore!" mormorò Draco mentre sentiva il suo Marchio Nero bruciare oltremodo sotto la pelle. Il mago lo lasciò andare e lui si strinse l'avambraccio ansimando.
"Sei mio" sibilò Voldemort "Adesso puoi andare" aggiunse muovendosi verso il camino.
 
"Grazie, Signore..." Draco tremava con gli occhi congestionati dal dolore.
Si alzò dalla poltrona e uscì lentamente dalla stanza. Poi corse su per le scale fino ad arrivare nel salone e quando chiuse la porta delle segrete dietro di sé, sentì i singhiozzi premere in gola. Cerco di attutirli coprendosi la bocca con una mano. Gli occhi si riempirono di lacrime fuori dal suo controllo e scoppiò in un pianto sommesso appoggiandosi alla parete.
 
 
Il ragazzo alzò gli occhi mentre le lacrime scendevano sul viso e rimase un momento a guardare suo padre che si avvicinato e stava fermo di fronte a lui. Gli occhi di Lucius erano diversi, la sua espressione sembrava ammorbidita.
Draco si asciugò le lacrime cercando di ricomporsi e continuò a guardare nel viso immobile di Lucius.
"Cosa ti ha fatto?" chiese improvvisamente l'uomo.
Draco fu quasi sorpreso dal tono di apprensione che trapelava dalla sua voce.
"Niente..." mormorò. Al pensiero delle parole del mago oscuro la gola gli si chiuse di nuovo.
"Perché stai piangendo?" chiese ancora Lucius con freddezza, ma sempre con un'insolita ombra di preoccupazione.
Draco improvvisamente non si sentì di mentire. Aveva un bisogno estremo di comunicare con lui, e sapeva dentro di sé che per quanto lo odiasse non voleva che fosse ucciso. Non capiva ancora perché, ma il ragazzo che aveva visto nei ricordi di Severus gli aveva ribaltato la figura di suo padre completamente ed era certo che da qualche parte, dentro di lui, ci fosse ancora la persona che aveva fatto innamorare sua madre.
"Ha detto che ti ucciderà!" disse seccamente e un'altra lacrima scese dai suoi occhi.
Lucius lo guardò impassibile. "Credi che io non lo sappia?" rispose.
Draco lo guardò incredulo. "Cosa?... Perché fai tutto questo, se sai che ti ucciderà?! "
 
"Draco, vai in camera tua. Adesso!" ordinò l'uomo.
"No!" Draco strinse i pugni e lo guardò dritto negli occhi. "Dimmelo!"
"Smetti di parlarmi così. Questa conversazione è chiusa." disse lui voltandosi verso il camino.
Draco ripensò al ricordo in cui Lucius si offriva a Voldemort in cambio della vita di sua moglie e di suo figlio. E il mago lo ricattava dicendo che avrebbe accettato ma avrebbe comunque messo il suo marchio su di loro. Il marchio che aveva ucciso Isadora dopo sette anni e che adesso tentava di fare lo sesso con Draco se non fosse stato per il bracciale di crine di unicorno.
"Per favore... padre. Dimmi perché lo fai." Draco si avvicinò a lui e alzò una mano quasi sentendo la necessità di toccarlo ma poi la abbassò.
"Lo fai per lei?" chiese incauto. "Volevi salvarle la sua vita, ma hai potuto solo allungarla di qualche anno! Il Signore Oscuro ti ha preso in giro!"
"Basta così!" tuonò l'uomo rimanendo si spalle.
Ma Draco prese un lungo respiro e continuò "Le sue promesse sono false! Avrà quello che vuole anche se ci metterà degli anni per averlo. Come ha preso la vita di mia madre, avrà la tua e la mia. Nessuno di noi si salverà, se qualcuno non combatte contro di lui e lo sconfigge!"
 
La schiena di Lucius sembrò irrigidirsi più di quanto già fosse e un silenzio glaciale riempì la stanza.
 
"Non ho intenzione di discutere con te. Per l'ultima volta, vai in camera tua." ordinò con una strana rassegnazione nella voce e rimase immobile, continuando a dargli le spalle.
Draco rimase per un attimo a fissare le spalle di suo padre, al suono sommesso del fuoco che ardeva nel camino.
"Non permetterò che ti uccida!" disse con decisione prima di voltarsi e andarsene verso la sua camera.
 
Lucius rimase ancora immobile con gli occhi puntati sulle fiamme. Poi sospirò e si girò a guardare suo figlio che usciva dalla grande porta della sala. Si voltò di nuovo, e quando chiuse gli occhi una singola lacrima gli rigò il viso.
 
 
 
h+d
 
 
 
 

 
Note conclusive:
 
 
Grazie mille per aver letto e dopo questo capitolo (anche se volete vendicarvi della lunga attesa a cui vi ho sottoposte che vi ha probabilmente fatto dimenticare la storia...) non mi lasciate qui a indovinare cosa avete pensato! Condividetelo sui commenti! Un abbraccio D. 
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