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Autore: Enid    19/08/2007    1 recensioni
Due parole sulla trama: a Hogwarts c'è un nuovo arrivo, anche se tardivo: è Eleanor Caroline Riddle (appunto, ecco il titolo :P). Alcuni dei segreti che si nascondono dietro di lei, li ignora lei stessa, e sarà Eleanor a dover decidere cosa fare: nascondersi o lottare? Beh, credo che qualcuno di voi che frequentava Ioscrivo e FF.it già conosca questa storia, visto che l'avevo già postata in quei luoghi^^... beh, ora c'è anche in EFP, che oltretutto è un sito molto ben fatto^^... Ciao a tutti! Enid/Niobe/MammaCo
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Predizioni e crostate

 

La mattina dopo si ritrovarono tutti insieme in Sala Grande per colazione. Eleanor aveva legato i lunghissimi capelli neri e bianchi in una coda lente e i suoi occhi, finalmente, non erano più rossi di pianto, ma risaltava perfettamente il blu dell’iride. Harry, Ron ed Hermione stavano mangiando e in quel momento l’unico rumore che veniva dai quattro era quello del lavoro di mascelle.

Ad un tratto un frullio sopra le loro teste fece loro capire che era arrivata la posta. Un gufo portò un pacco a Neville, che distratto com’era scordava sempre qualcosa a casa. A Hermione arrivò la Gazzetta del Profeta, il quotidiano dei maghi. Rita Skeeter non scriveva da molto i suoi articoli…il ricatto di Hermione aveva funzionato!

All’entrata Hermione vide la Mc Granitt farle cenno di avvicinarsi e le consegnò un pacchetto di orari. Hermione prese a distribuirli, poi si sedette al suo posto accanto a Harry, Ron ed Eleanor a controllare cos’avevano in orario.

- Benissimo…ci mancava solo cominciare con un due ore di Pozioni…con Serpeverde! - disse Hermione.

- Chi è il professore di Pozioni? – chiese Eleanor.

- Severus Piton. – risposero in coro gli altri tre.

- Ah…Severus Piton, eh…ho capito…- la sua faccia assunse un’espressione schifata.

- Esatto, hai preso in pieno la nostra opinione del prof. – disse Ron, vedendola.

Risero tutti e quattro.

- Dopo che abbiamo? –

- Noi la Cooman! – disse Harry, disperato.

- Anche voi a Divinazione? Anche io. –

- Non sai quello che hai fatto. – disse Ron.

- Oh, ma io lo faccio solo per mettere alla prova la mia capacità…vedete, io prevedo davvero il futuro…anche se il più delle volte è abbastanza confuso, ma me la cavo bene con i piani astrologici e con la lettura di tarocchi e mani…era una delle capacità di mia madre. – il volto della ragazza si rabbuiò.

- Eleanor…ma, tua madre, com’è morta? –

- Dopo che Lui si è risvegliato, un Mangiamorte l’ha trovata e l’ha uccisa. Ma non ha toccato me…ha solo detto “ tuo padre vorrà vedere come sei cresciuta, miss Riddle”, e poi se n’è andato. Allora ho chiamato Silente e il resto lo sapete. Una cosa, però, mi è rimasta di quando quel…quel…mostro è tornato a vivere, a giugno. I miei capelli, prima, erano tutti neri, sapete…-

- Cioè vuoi dire che…- disse Harry.

- Sì, sono diventati così nel momento esatto in cui è tornato a vivere…e nonostante i mesi passati la crescita è rimasta così…temo di doverli tenere tutta la vita, ho provato anche a tingerli, ma non funziona. Vabbè, adesso basta brutti ricordi, però, ok? Andiamo a prendere le cose per la lezione, Piton non è un insegnante tenero. –

Si alzarono. Stranamente quella mattina Malfoy non era venuto a fare l’idiota.

Nei sotterranei gli studenti si erano già sistemati ai loro posti. Eleanor si era messa vicina a Hermione, tra lei e Harry, mentre Ron stava vicino a Harry.

Incredibilmente Piton non era in classe, non ancora. Eppure la campanella era suonata da 10 minuti buoni.

Dopo che la campanella era suonata da un quarto d’ora circa, la professoressa Mc Granitt entrò nella stanza.

- Eleanor, sei desiderata qui fuori, ti dispiace uscire? –

- Eccomi, professoressa. – Eleanor s’alzò e uscì dalla stanza. Fuori dall’aula c’era il professor Piton insieme ai Malfoy…sia Draco che Lucius. Dietro di loro vide anche un Silente quanto mai divertito. Draco entrò in classe, ghignante, e si sedette al suo posto.

- Miss Riddle, questo è il signor Lucius Malfoy – disse Piton con voce untuosa – ed è uno dei migliori maghi dell’Inghilterra. Egli ritiene che la sua presenza sia motivo di pericolo per gli altri studenti. – era pallido e si sfregava la manica sinistra dell’abito.

- Beh, per quale motivo, professore? – chiese Eleanor, con fare innocente.

- Lei è la figlia di Voi-Sapete-Chi, per forza è un pericolo! – disse Lucius Malfoy.

- Andiamo, andiamo, Lucius! Eleanor non è più pericolosa di tuo figlio! In abilità magica, intendo! – disse Silente. Non era proprio la verità, perché Eleanor aveva ereditato molte cose dal padre, tra cui la straordinaria potenza magica e anche la madre non scherzava…ma non era il caso di rivelarlo a nessuno!

- Però il Signore Oscuro potrebbe rivolerla con sé e allora tutti nella scuola sarebbero in pericolo, soprattutto…Potter. –

- Se il Signore Oscuro, come lo chiamate voi, mi rivorrà mi potrà prendere solo da morta, perché da viva non m’avrà nemmeno con l’Imperius! – Eleanor cominciava ad arrabbiarsi…guardò Silente e lui le restituì un’occhiata complice…non ne era sicura, ma le era sembrato che le avesse strizzato l’occhio.

- Non era quello che intendeva il professor Piton, signorina! – disse Lucius.

- E allora il problema non si pone, signori! – disse Silente – Voldemort tenterebbe comunque di prendere Potter, sia se Eleanor ci fosse sia se non ci fosse, perciò…-

- Quello che intendevo, preside Silente, è che magari potrebbe essere più al sicuro in una casa di maghi potenti come la nostra…- disse Malfoy.

- Non ce ne sarà bisogno, Hogwarts è sicurissima e, a meno che non sia Eleanor stessa a chiedermi una cosa del genere, credo che il discorso si possa considerare chiuso qui. Professor Piton, torni alla sua lezione, e torna in classe anche tu, Eleanor. Signor Malfoy, venga, l’accompagno all’uscita, sa questa scuola è un vero labirinto. –  e se ne andò cominciando a raccontare di quella volta che aveva trovato una stanza piena di vasi da notte…sembrava che Silente facesse una fatica tremenda a non ridere.

Eleanor precedette Piton in classe. Malfoy (Draco) che, fino ad allora, aveva avuto un ghigno stampato in faccia, adesso guardava Eleanor con un misto di delusione e reverenza che gli disegnarono in viso una maschera strana, che, manca poco, fece scoppiare in risate Harry, Ron ed Hermione.

- Che è successo? – chiese Harry sottovoce.

- Poi vi racconto. – rispose sempre sottovoce Eleanor.

Durante la lezione Piton fu straordinariamente silenzioso, non si mise nemmeno a brontolare Neville per i suoi errori…e, infatti, stavolta la sua pozione riuscì giusta…Piton continuava a sfregarsi l’avambraccio sinistro e guardava ogni tanto di sottecchi Eleanor, chissà cosa stava controllando. Harry sapeva che Piton era stato un Mangiamorte…un Mangiamorte di cui Silente si fidava. Anche se odiava Piton sapeva di potersi fidare del giudizio di Silente.

All’uscita delle due ore di Pozioni, Harry, Hermione, Ron ed Eleanor erano stranamente rilassati. Però si trovarono davanti Malfoy.

- Bene, Draco, hai avuto bisogno di avvertire il paparino? – chiese Eleanor.

- Mio padre ti farà cacciare, Riddle, stai sicura. –

- Ma lo sai che mi aveva offerto di andare a casa vostra? Chissà perché…forse perché gli sarebbe piaciuto farsi riaccettare da Voldemort riportandogli la figlia…già, bel tentativo. –

- Stai zitta, Riddle, tu non capisci come stanno le cose. –

- Oh, no, lo capisco benissimo,…ciao, Draco. –

- Stai con le persone sbagliate, Riddle! –

- Oh, no, sono proprio le persone giuste, invece. – e se ne andò, seguita da Harry, Hermione e Ron.

Mancava ancora mezzora sia alla lezione di Hermione sia a quella di Divinazione degli altri tre, e così si sedettero per le scale, e Eleanor raccontò loro l’accaduto.

- Ma figuratevi se andavo con Lucius Malfoy…mi avrebbe portata direttamente da mio padre, altro che proteggermi! –

- Che faccia tosta! – disse Harry, che aveva ben in mente come era Lucius Malfoy, se lo ricordava, quando lo aveva incontrato dopo aver sconfitto il Basilisco alla camera dei Segreti, tre anni prima. Era stato lui a dare il diario di Tom Riddle a Ginny…già, Tom Orvoloson Riddle, il padre di Eleanor…

- E poi? – chiese Hermione.

- Silente ha detto che non era necessaria una misura tanto drastica se non lo volevo io…ma figuriamoci se accettavo! –

- Brava, così si fa! – disse Ron. I quattro amici ridevano, poi Hermione diede un’occhiata all’ora.

- Ragazzi, è meglio se ci avviamo alle classi, altrimenti arriveremo in ritardo. –

- Già, e poi chi la sente la Cooman! – disse Ron.

- A dopo, Hermione! – disse Harry.

- A dopo! –

Eleanor, Harry e Ron s’incamminarono su per le scale: l’aula della Cooman era in cima alla torre Nord, e ci voleva un bel po’ per arrivarci.

Entrarono attraverso la botola nel soffitto del pianerottolo delle scale. La stanza era, come al solito, illuminata da luci deboli e rossastre e il fuoco ardeva con chissà quali erbe all’interno, erbe che facevano sempre girare la testa ad Harry.

Si sedettero, di nuovo in tre, ad uno dei banchetti circolari, Eleanor accomodata sulla poltroncina, mentre Harry e Ron stavano sulle sedie. Calì Patil e Lavanda Brown andarono a mettersi vicino alla prof, un po’ per abitudine, un po’ per stare il più lontane possibile da Eleanor Caroline Riddle.

- Benvenuti, cari ragazzi! Sono davvero lieta di avervi di nuovo qui, giovani menti da guidare sulla via dell’Occhio! Ma vedo una nuova alunna, cioè la rivedo. Tu sei Eleanor Caroline? –

- Sì. – rispose la ragazza.

- Scusa, Eleanor, ma il mio occhio non è riuscito ad inquadrare bene il tuo cognome, perciò saresti così gentile da dirmelo? –

- Ehm, professoressa, io mi chiamo Eleanor Caroline…Riddle. – la Cooman, che si era avvicinata a Eleanor mettendole una mano sulla spalla, si ritrasse di colpo, come se avesse ricevuto una scarica elettrica da quel contatto.

- Ah, sì, cara. – si avvicinò in fretta alla sua poltrona. – prendete il libro a pagina 459, oggi c’è ripasso di lettura delle mani. Prendete il vostro compagno di banco e leggetegli la mano. –

- Eleanor, alla Cooman piacciono le catastrofi…sono 2 anni che non fa altro che predire la morte di Harry! – disse Ron.

- Beh, adesso si scatenerà, visto che ci sei anche tu…probabilmente ci farà schiattare in maniera orribile! – disse Harry.

- Oh, io non mi preoccuperei troppo… - disse Eleanor.

- Ah, sì, ma non con le sue premonizioni. Se non prevede catastrofi non è contenta. – disse Ron.

- Inizio io, ok? – chiese Eleanor.

- Va bene…a chi la leggi? – chiese Ron.

- Scegliete voi. – rispose Eleanor.

- Harry, a te l’onore. – disse sghignazzante Ron.

- E va bene. Ma sii clemente. –

- Non ti preoccupare, non leggerò niente che non ci sia scritto. –

- Ok. –

- Dammi la mano sinistra. – Harry tese la mano sul basso tavolino, e Eleanor la prese fra le sue. Era leggermente in imbarazzo, le stava tornando alla mente quando Harry l’aveva trattenuta per le scale, giusto il giorno prima, ma poi l’abitudine di veggente prese il sopravvento, in parte, sulla solita Eleanor. Harry la fissava, con i suoi occhi verdi, incuriosito…non capiva le espressioni che si susseguivano sul volto di Eleanor. Poi la ragazza prese fiato e, con l’indice della mano destra, prese a seguire le linee della mano di Harry.

- La tua linea della vita…-

- È straordinariamente corta, lo so…-

- Non è la lunghezza che influisce sulla vita. È la profondità con cui è incisa nella pelle che conta. E tu hai una linea molto marcata. Ci sono diverse interruzioni, ognuna rappresenta una prova. A partire dalla radice ce n’è…9. Beh, avrai una vita movimentata. –

- Grazie al cavolo! – disse Ron, ricevendo così un’occhiataccia dalla Cooman.

- La linea della Testa, questa. – disse, scorrendo il dito esattamente al centro della mano e facendo così fremere Harry per il solletico. – è ben marcata, ma ha tante diramazioni. Tanti pensieri e un carattere riflessivo. Anche se la linea del Cuore – e indicò una piega sotto le dita che partiva da sotto l’indice – indica un temperamento abbastanza impulsivo. C’è il monte di Venere poco sviluppato, sei timido. Anche se non si direbbe. – prese a osservare le dita, specialmente l’anulare. – hai le dita sottili, segno di una personalità sensibile. – prese la mano di Harry con entrambe le mani, per vedere meglio una cosa, ma una visione le si sovraimpresse nella mente. Un uomo, alto, magro fino a sembrar formato solo d’ossa era davanti a lei…accanto c’era anche Harry.

- Codaliscia, cerca meglio…mia figlia deve pur essere da qualche parte! E io la voglio qui! – anche Harry stava guardando la stessa immagine? si chiese Eleanor. La visuale cambiò di nuovo e tornò nella stanza. Erano ancora lì seduti, lei sulla poltrona e Harry sulla sedia davanti a lei. Si guardarono, istintivamente.

- Ha…Harry, hai visto anche tu? – chiese sottovoce. Il ragazzo si limitò ad annuire.

- O…Ok…Professoressa, la lettura è finita. –

- Bene…anche gli altri hanno finito? – tutta la classe annuì.

- D’accordo, la lezione è finita, andate pure. – Harry, Ron ed Eleanor s’alzarono in fretta, per uscire il prima possibile dall’aula.

- Harry, Eleanor, che è successo? Stavate per svenire, prima, meno male che la Cooman non se n’è accorta, sennò si metteva a sciorinare tutte le sue “profezie”! –

- Ron, cerchiamo Hermione e poi ve lo raccontiamo, ok? – disse Harry.

- Ok, se lo dite voi…- videro Hermione che veniva loro incontro dal corridoio della classe di Aritmanzia. Notando i loro visi tesi, affrettò il passo e li raggiunse.

- Che è successo? Avete certe facce. –

- Hermione, ti ricordi quando l’anno scorso avevo quelle visioni di Vol…Voi-Sapete-Chi? –

- Certo! –

- Beh, è successo ancora, solo che stavolta l’ha visto anche Eleanor. –

- Raccontatemi tutto. –

- Beh, eravamo a divinazione e stavo leggendo la mano ad Harry. Andava tutto ok, quando prendo la sua mano con le mie, entrambe, e mi ritrovo in un posto buio. Accanto a me c’era Harry, e davanti a noi…mio padre. –

- E Codaliscia. – aggiunse Harry – E quando siamo tornati mi faceva male la cicatrice solo che non ho fatto niente perché altrimenti chi la sentiva la Cooman. –

- E hai fatto bene…ci manca solo un’altra po’ di pubblicità, come se la Skeeter non avesse fatto già abbastanza danni. – disse Hermione.

- Già…che ne pensate? – disse Harry.

- Beh, è ovvio che Lui sta cercando me, ragazzi. – disse Eleanor.

- Sì, ma perché? – disse Ron.

- Beh, Eleanor è la sua sola discendente e ha il suo sangue, e quello di Serpeverde nelle vene…- cominciò Hermione.

- Sì, ma è stata assegnata a Grifondoro! – obiettò Ron.

- Certo, ma Voi-Sapete-Chi ci terrà molto ad avere dalla sua parte sangue del suo sangue, in fondo è questione di potere: deve rimanere in famiglia. – disse Hermione.

- Già…Sangue del suo sangue…me lo toglierei tutto! – disse Eleanor, con un viso accigliato e lo sguardo triste.

- Non dire mai più una cosa del genere! – le disse Hermione. Eleanor guardò sorpresa Hermione, e anche Harry e Ron lo fecero. Era raro che la loro amica alzasse la voce.

- Scusa, Hermione, non volevo dire che mi sarei suicidata…è solo che a volte questo sangue pesa…e anche quel cognome. –

- Comunque non dire mai più una cosa del genere. Tu non c’entri niente con Lui. E se hai i suoi poteri, sono convinta che li saprai usare 1000 volte meglio. Non è il potere che si possiede che fa delle persone quelle che sono. –

- Grazie, Hermione. – la ragazza aveva recuperato il sorriso.

- Però mi chiedo il perché di quella visione…- mormorò Harry.

- Tu sei legato a mio padre per via di quella – e indicò la cicatrice sulla fronte – io gli sono legata per via di sangue. Entrambi dividiamo con lui delle capacità, e questo crea un’affinità. Lo so, detto così è orribile. Ma il succo è che entrambi reagiamo ai suoi scoppi d’odio, d’ira e alle sue malefatte. Per questo entrambi abbiamo avuto la visione. –

- Beh, la spiegazione è plausibile, anzi, molto probabile. – disse Hermione – e adesso andiamo a mangiare: ho una fame da lupi! –

Entrarono in Sala Grande e si sedettero al tavolo dei Grifondoro. Fred e George stavano ridendo con Lee e quando videro arrivare il quartetto, li salutarono allegramente. Hermione, Ron, Harry ed Eleanor si sedettero poco più in là. Mangiarono di gusto e, mentre Eleanor si stava servendo dell’ennesima porzione di purè di patate, arrivò un terzetto…poco gradito. Malfoy, accompagnato da Tiger e Goyle.

- Toh, Potterino! Non hai paura a stare vicino alla figlia del Signore oscuro? Magari ti vuole fare del male! –

- Malfoy, vattene, hai rotto! – Ron era esasperato.

- Weasley, Weasley…stai zitto, o ti devo pagare? –

- Malfoy, ma non ti sai inventare niente di nuovo? –

- Granger, tu sta’ zitta…non capisco davvero perché tu sia ancora qua! E per di più con una come lei! Magari ti ucciderà nella notte…non sarebbe una gran perdita. –

- Sei monotono. – gli disse Harry – non hai altri argomenti, davvero? Sei a corto di insulti? –

- Non certo con te, Potter. Solo, un consiglio, stai lontano da lei – e indicò Eleanor – è pericolosa. Soprattutto per te! –

- Vorrai dire per te, Malfoy. – intervenne Eleanor – Hai paura di qualcosa? –

- No. Draco Malfoy non ha paura di niente. –

- Ah no? E allora come mai ieri sei scappato senza dire più una parola? Strizza? –

- Ma sta’ zitta! –

- Io non sto zitta manco per niente. – disse Eleanor, perdendo la pazienza – e adesso è meglio se te ne vai! –

Draco Malfoy la fissò e poi sul suo viso si disegnò un ghigno poco raccomandabile.

- Il Signore Oscuro ti troverà, ragazzina, e poi vedremo chi ha ragione! –

- Sì, ma intanto oggi non hai pronunciato il mio cognome nemmeno una volta. – ma Malfoy aveva già fatto dietro front verso il tavolo dei Serpeverde. Pansy Parkinson si voltò a dare un’occhiata a Eleanor, che la guardò talmente storto che la ragazza col muso carlino si voltò tremante.

- Quel Malfoy è insopportabile! – disse Ron, ancora rosso in zona orecchie e con la divisa sgualcita nei punti in cui Hermione l’aveva tenuto fermo perché non menasse Malfoy.

- E da quando Voi-Sapete-Chi si è risvegliato è ancora peggio. – disse Hermione.

- Certo, si sente potente…ora che il protettore della sua famiglia è tornato! – aggiunse Harry.

- E si sente pure in dovere di farcelo notare…che carino a farci quelle raccomandazioni! – sbottò Ron. I ragazzi scapparono in una risata nervosa.

- Che abbiamo nel pomeriggio? – chiese Eleanor.

- Cura delle Creature magiche. Insegna Hagrid. – rispose Hermione.

- Hagrid? Rubeus Hagrid? –

- Sì, perché? –

- È stato lui a venirmi a prendere al treno. Mi spiace davvero per come sia stato incastrato…temevo che ce l’avesse con me…è stato così taciturno…-

- Hagrid non condannerebbe mai i figli per le colpe dei padri. – rispose Harry.

- Lo conoscete bene? –

- Sì. – rispose Ron.

- Meno male…mi sta molto simpatico…cioè, è grande e grosso, sembra tanto minaccioso, ma è stato tanto gentile con me…anche se, come ho detto, non ha parlato molto. -

- È un grande. Gli piacciono un sacco le creature mostruose…a proposito, qualcuno di voi sa che cosa ci riserverà oggi? Non vorrei che tornasse agli Schiopodi Sparacoda. – esclamò Ron.

- Boh? E chi lo sa? Le lezioni di Hagrid sono sempre tutte particolari! – rispose Harry.

- Beh, lo scopriremo tra poco, andiamo! – disse Hermione.

- Con chi facciamo lezione? – chiese Eleanor.

- Indovina. – disse Ron.

- Serpeverde? –

- Ma come hai fatto ad indovinare! – rispose Harry.

- Basta guardare la faccia di Ron! –

Mentre stavano uscendo da Sala Grande incrociarono un gruppetto di ragazze di Corvonero…tra loro c’era Cho Chang. Vide Harry e lo salutò, mesta. Harry, arrossendo più o meno come Ron poco prima, ricambiò il saluto.

- Chi è? – chiese Eleanor sottovoce a Hermione.

- Cho Chang, cercatrice di Corvonero, 6° anno. Era la ragazza di Cedric Diggory, sai…-

- Sì, lo so…mi è spiaciuto molto. Cho piace a Harry, vero? – chiese sottovoce a Hermione.

- Sì…è palese…- le ragazze cominciarono a ridacchiare.

- Che avete? – chiese Ron.

- Niente, niente! – disse Hermione, prendendo fiato.

Uscirono dalla scuola e si incamminarono per la stradina che portava alla foresta proibita. Lì vicino c’era la casa di Hagrid, e un recinto che il gigante usava per le lezioni.

Hagrid li vide arrivare e li salutò con la mano.

- Ciao ragazzi! Come state? Harry! – e batté la sua mano sulla spalla di Harry, mandandolo in ginocchio sul prato – come stai? –

- Bene, Hagrid, e tu? –

- Benone. Ehi, ma qui chi c’è? – Eleanor, che s’era nascosta dietro Ron (che per inciso era il più alto di tutti) uscì da dietro il ragazzo.

- Salve, Hagrid. –

- Eleanor, giusto? – il viso di Hagrid non era arrabbiato. La prima volta che Eleanor aveva visto Hagrid, il gigante aveva il viso teso, e aveva parlato poco. Ora invece era gioviale come al solito. – come stai? Mica ti sei presa il raffreddore per la pioggia di ieri, vero? –

- Oh, no! – s’affrettò a rispondere Eleanor. – Sto benissimo, grazie. –

- Bene. Ma, sei di Grifondoro? –

- Sì. – rispose Eleanor orgogliosa.

- Ah…non me lo aspettavo…ma è meglio così…non ci saresti stata bene a Serpeverde…sei troppo…diversa -

- Penso anch’io. E poi qui ci sono Harry, Hermione e Ron…almeno con loro ho fatto amicizia. –

- Bene, bene…adesso andiamo. C’ ho una cosa specialissima per la lezione! Lepri volanti. –

- Lepri che? – chiesero in coro i ragazzi.

- Volanti. Venite a vedere. – nello steccato, che ora era coperto anche da un soffitto a rete, c’erano una ventina di animali simili a conigli, ma con le orecchie talmente grandi che potevano essere ali…ed effettivamente lo erano (se erano elefanti, c’era Dumbo! NdComy^^). Infatti stavano tutti svolazzando.

- Adesso venite tutti qui! – i ragazzi di Serpeverde e di Grifondoro s’avvicinarono allo steccato.

- Queste sono Lepri Volanti…- e Hagrid spiegò loro tutte le caratteristiche, dalle quelle delle ali, al potere che avevano pelo e denti. – sono animali socievoli, ci piacciono le coccole e non sono aggressivi…però possono scomparirvi di mano, se ci fate i dispetti, e non le ritrovate più. Ora entrate e provate a darci da mangiare. – gli alunni entrarono nello steccato.

- Che roba! Adesso anche i roditori! – esclamò Malfoy.

- Che c’è? Non stai bene con i tuoi simili? – disse Eleanor passando rapidamente e prendendone una nera e bianca.

- Ti assomiglia, Riddle…vigliacca come te! – disse sghignazzando Malfoy.

- Oh, zittati Malfoy! Sei peggio di un comico fallito! – disse Eleanor. Poi si voltò e si avvicinò a Hermione. Lei ne aveva in braccio una marrone.

- Sono carini, vero? – disse Hermione.

- Già. – le lepri volanti nelle loro mani si stavano facendo accarezzare. Harry e Ron arrivarono con il cibo.

- Ce n’è uno ogni due. –

- Allora teniamo queste. – Ron diede il cibo che aveva in mano a Hermione e Harry lo diede a Eleanor.

- Bravi, siete riusciti a darci da mangiare. –

La lezione fu molto divertente, perfino Pansy Parkinson riuscì a non essere acida come al solito, e quando tornarono al castello tutti i ragazzi di Grifondoro stavano ancora parlando entusiasti delle Lepri Volanti.

- Hai visto che a Goyle gli è sparita? – Dean parlava con Seamus.

- Per forza, gli ha quasi strappato un’orecchiala! – rispose Seamus. Accanto a loro passarono Harry, Ron, Hermione ed Eleanor. Si zittirono subito appena li videro. Ron sbuffò e disse:

- Ma insomma! Non siate infantili! Eleanor non è qui per farci fuori tutti! È una Grifondoro come noi! – Eleanor guardò Ron sorpresa, mentre Hermione annuiva. Tutta la classe di Grifondoro s’era fermata a vedere e ascoltare. Poi il quartetto riprese la via del castello.

- Uffa! Sono degli sciocchi! – sbuffò Ron.

- Io invece li capisco. – disse Eleanor – Sentir dire il nome Riddle è sempre un colpo. E poi col fatto che sono la figlia del Signore Oscuro. –

- Eleanor, ti posso chiedere una cosa? – disse Harry.

- Certo, cosa? –

- Ma tu hai paura a pronunciare – e qui abbassò la voce per non farsi sentire da Ron e Hermione – Voldemort? –

- No, non lo dico per delicatezza nei confronti degli altri…so che tu non hai problemi, ma ho notato che Hermione e Ron trasalgono tutte le volte! –

- Ecco, ok….solo curiosità…-

- Comunque sono sciocchi lo stesso! – riprese Hermione – anche Lavanda e Calì potrebbero anche sforzarsi di non mostrare tutta la loro paura! –

- Chi invece, come al solito, non fa caso ai nomi, sono i tuoi fratelli, Ron. –

- Fred e George? Sarebbero capaci di rifilare una crostatina Canarina a Voi-Sapete-Chi se se lo ritrovassero di fronte! –

I 4 si misero a ridere di gusto. Entrando in Sala Comune videro che le persone che la occupavano s’erano zittite al loro ingresso…tranne Fred, George e Lee che facevano sempre la stessa confusione.

- Ehi! Eleanor! Vieni qua! – disse uno dei gemelli.

- Che c’è, George? –

- Hai sbagliato, io sono Fred. –

- Già, giusto, scusa…-

- AHA! Ci sei cascata! Sono proprio George! – i gemelli si misero a ridere, mentre la maggior parte delle persone nella stanza guardava con sospetto Eleanor, aspettando la sua reazione. Eleanor li guardò:

- Mi avete chiamata solo per uno scherzo o ne avete qualcun altro in serbo? –

- Oh, noi abbiamo sempre qualche scherzetto! Vuoi una crostatina? –

Ron stava per aprire bocca quando Fred fece cenno di no. Harry ed Hermione già si preparavano a ridere.

- Oh, Grazie…ho un po’ di fame. – prese la crostatina e la mangiò in due bocconi. Nel giro di trenta secondi si riempì di piume da capo a piè. Harry e Hermione stavano per scoppiare mentre trattenevano le risa. Tutta la sala era in silenzio in attesa della reazione di Eleanor. La ragazza si guardò, prese una piuma tra le mani e disse:

- Che bel giallo…se non altro ho risolto il problema dei capelli! – e si mise a ridere di gusto. A quel punto fu troppo…Harry si stava tenendo alla poltrona per non cadere in terra dal ridere, mentre i gemelli Weasley se la stavano spanciando con Lee. Ron era accasciato sul tavolino mentre tentava di respirare e Hermione si era inginocchiata in terra dalle risate. Insomma, si stavano divertendo. E anche il resto della sala rideva. E fu anche meglio quando, 5 minuti dopo, mentre seminava piume a destra e a manca, Eleanor riuscì a rifilarne una a Harry. Stavano svenendo, anche perché Harry aveva preso una bella colorazione pervinca!

- Ti piacciono le nuove crostatine blu? Erano noiose solo gialle! – esclamò Fred tra una risata e l’altra.

La sera andarono a cenare che ancora ridevano. L’atmosfera era molto meno tesa al tavolo di Grifondoro. Ginny si sedette vicino a loro.

- Oh, Eleanor, ti presento mia sorella più piccola: Ginny. – disse Ron. Ginny arrossì e tese la mano a Eleanor, che la strinse.

- Piacere, Ginny! – disse la ragazza.

- Piacere mio. – mormorò lei.

- Ginny, c’è qualcosa che non va? – chiese Hermione. Ginny fece segno di diniego con la testa.

- No, solo volevo chiedervi un favore. –

- Cosa? – chiese Ron.

- Qualcuno di voi potrebbe darmi una mano a Divinazione? Non ci capisco niente con gli schemi astrali. –

- Ti aiuto io, se vuoi. – disse Eleanor. Ginny la guardò prima con un guizzo di…no paura…nervosismo, ecco…poi incontrò lo sguardo di Eleanor, che indicava tutto tranne pericolosità, e disse:

- Gra…Grazie Eleanor. –

- Di niente…quando vuoi cominciare? Domani va bene? –

- Sì, grazie. – e tornarono ad occuparsi dei piatti, o meglio, del cibo al loro interno.

- Harry, scusa, che materie abbiamo domani? – chiese Eleanor.

- Fammi vedere…Trasfigurazione e Storia della Magia. –

- Ok…la professoressa Mc Granitt e il professor Ruf…ma è vero che è un fantasma? –

- Sì…si dice che una giorno si sia addormentato sulla poltrona e quando è uscito per fare lezione era…uscito anche dal corpo! – rispose Ron.

- E come sono le sue lezioni? –

- Soporifere. – rispose Harry. – L’unica che riesce a prendere appunti è Hermione. –

- E a volte nemmeno io! – aggiunse in fretta l’amica.

- Capito…dovrò prendere molto caffè domani mattina! – si misero a ridere…

Alla sera andarono a dormire cotti di sonno. La prima giornata aveva riservato molte risate…e molte sorprese.

   
 
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