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Autore: Enid    30/11/2004    10 recensioni
Due parole sulla trama: a Hogwarts c'è un nuovo arrivo, anche se tardivo: è Eleanor Caroline Riddle (appunto, ecco il titolo :P). Alcuni dei segreti che si nascondono dietro di lei, li ignora lei stessa, e sarà Eleanor a dover decidere cosa fare: nascondersi o lottare? Beh, credo che qualcuno di voi che frequentava Ioscrivo e FF.it già conosca questa storia, visto che l'avevo già postata in quei luoghi^^... beh, ora c'è anche in EFP, che oltretutto è un sito molto ben fatto^^... Ciao a tutti! Enid/Niobe/MammaCo
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Sull’espresso di Hogwarts appena partito dal binario 9 e ¾ di King ‘s Cross, Harry, Ron e Hermione stavano cercando uno scomparto vuoto. Non lo trovarono e così decisero di entrare in uno che fosse almeno quasi vuoto. Hermione si affacciò ad uno degli scompartimenti dell’ultimo vagone. Dentro c’era una ragazza, sola. Aveva la loro età, circa, lunghi capelli neri e bianchi (“bianchi??” pensò Herm.) e sembrava piuttosto nervosa, a giudicare da come si muoveva sul sedile, da come guardava fuori e da come si mangiucchiava le dita. Hermione aprì la porta scorrevole lentamente, quel tantino che bastava a far entrare la testa.

- Ehm, scusa? – la ragazza sobbalzò – sono liberi quei posti? – chiese Hermione.

- Eh? S…sì, sono liberi…- si era girata di scatto, sentendo la voce.

Hermione tirò indietro il capo e disse:

- Ragazzi, ne ho trovato uno. – aprì la porta ed entrò, seguita da Ron e, per ultimo, da Harry. Quando la ragazza lo vide impallidì ancor più di quanto lo fosse già. Intanto Hermione s’era seduta accanto a lei e le porgeva la mano:

- Piacere, Hermione Granger. –

- Io mi chiamo Eleanor. – rispose stringendole la mano.

- Io sono Ron. – disse il ragazzo con i capelli rossi, stringendole anche lui la mano.

- E io…-

- Sei Harry Potter. – finì la ragazza. – So chi sei…- lo disse con un tono strano, come di scusa.

Harry le si sedette davanti e cominciò ad osservarla. La ragazza, Eleanor, aveva gli occhi blu e i suoi lineamenti sottili gli ricordavano qualcuno…chi non l’avrebbe saputo dire.

- A che anno sei? – chiese Hermione.

- Il 5°. – rispose Eleanor.

- Anche noi…sei nuova? – era Ron a parlare.

- Sì…ho studiato da privata finora. –

- E come mai? – chiese Hermione, sempre curiosa.

- Per motivi di…ehm…famiglia. –

- Ah. – la conversazione languiva (ma no! Allora sono perspicace! NdComy^^). Eleanor sembrava troppo timida, o troppo nervosa, per parlare agevolmente. Allora smisero di tentare un qualche approccio. Hermione cominciò a leggere e Harry e Ron a parlare di Quidditch (altri argomenti no? NdComy^^). Eleanor fissava Harry, mentre lui non se ne accorgeva.

Ad un tratto la porta si aprì.

- Potterino e la sua banda! – era Malfoy…non aveva ancora visto la ragazza, ma Eleanor aveva visto lui nel riflesso del finestrino.

- Malfoy, vattene, non ti ha invitato nessuno! – disse Harry…era esasperato dalle continue prese in giro del ragazzo.

- Ehi, ma siete in 4, hai un nuovo elemento nella banda, Potter? – Eleanor si era girata verso il finestrino per non farsi vedere in viso da Malfoy. – Beh, si può sapere chi sei? – chiese, sprezzante. Eleanor si girò e, quando il ragazzo la vide in faccia, sbiancò (come se uno con la carnagione da morto come lui potesse diventare ancora più bianco! NdComy^^). Balbettò qualcosa e uscì senza dire nient’altro.

Harry, Ron ed Hermione si girarono verso Eleanor, ma la ragazza era di nuovo voltata verso il finestrino, con gli occhi chiusi, e sembrava non aver intenzione di parlare.

E così il viaggio continuò in silenzio. Arrivati alla stazione di Hogsmeade scesero dal treno.

Sentirono una voce forte e allegra che chiamava i ragazzini del primo anno, era Hagrid. Sporsero le mani e lo salutarono. La pioggia cadeva fitta e si avviarono in fretta verso le carrozze. Eleanor era scomparsa da davanti a loro, e così entrarono nella carrozza con Neville.

Arrivarono alla scuola e scesero in fretta, correndo verso il porticato per ripararsi dalla pioggia. Nemmeno all’entrata rividero la ragazza. Entrarono in Sala Grande, si sedettero al tavolo di Grifondoro e attesero. Ad un tratto entrò la Mc Granitt seguita da un corteo di ragazzi del primo anno, molti dei quali abbastanza spaventati. Eleanor era in mezzo a loro, forse anche più spaventata, anche se camminava a testa alta e diritta.

La Mc Granitt impose il silenzio e parlò:

- Ragazzi, adesso avrà luogo la cerimonia dello smistamento. Quando dirò il vostro nome verrete qui, vi siederete e vi metterò il cappello in testa. Sarà lui a decidere. – spiegò. – E adesso, cominciamo. –

Posò il polveroso cappello sullo sgabello. Questo si contorse, aprì lo strappo che aveva vicino alla tesa e cominciò:

- Mille e più anni son passati

Da quando i quattro maghi sono nati.

E dalla loro opera assennata

Hogwarts s’è levata.

 

Con grandi magie e incantesimi potenti

Tirarono su le mura imponenti.

E ai Babbani ben nascosta

È questa scuola che a voi si mostra.

 

In quattro casate

Grandi e onorate

Hogwarts fu diviso

E di ognuna porta il viso

 

Due ai maghi di potere.

Due alle streghe di sapere

Forti i primi e di bell’aspetto

Incantevoli le seconde e con tanto intelletto

 

Loro stessi sceglievan i discenti

Con attenzione e cura, in pochi momenti

E Ognuno di essi diverse virtù

Nei ragazzi cercava di più

 

Per Godric Grifondoro

Il coraggio e il cuore d’oro

Per Priscilla Corvonero

L’intelletto e il saper vero

 

Per Tosca Tassorosso

Il dur lavoro e l’impegno grosso

 

Per Salazar Serpeverde

L’ambizione e il potere serve.

 

Poi crearon me, per continuare

Gli studenti correttamente a smistare

Da vecchio cappello inutile e sdrucito

A strumento prezioso e antico

 

E il mio giudizio, ragazzi, è corretto

Alla giusta casa, è sicuro, vi metto

Quella che le vostre virtù vuole

Quella che le vostre capacità crescer suole.

 

Perciò venite e non temete

Quando sopra gli occhi mi metterete

Le vostre menti sondo e scagliono

Per scoprir il segreto del vostro dono.

 

La filastrocca cambiava ogni anno, anche se ogni anno le facce degli studenti erano più o meno le stesse.

La professoressa Mc Granitt cominciò a chiamare i ragazzi. All’ultimo rimase solo Eleanor.

- Eleanor Caroline Riddle. – un silenzio, una cappa di pesante e sorpreso silenzio cadde sulle tavolate. I Serpeverde aguzzarono gli occhi verso la ragazza che avanzava lentamente verso lo sgabello. Si sedette e lanciò uno sguardo abbastanza spaventato verso tutte le tavolate. Voltandosi verso Grifondoro vide Hermione e  Ron con uno sguardo quasi impaurito in volto e Harry con un’espressione del tipo “Ecco a chi somigliava!”, con gli occhi spalancati dietro le lenti tonde e le bocca semi aperta. Il cappello le scivolò sul viso, coprendole gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime.

- Tut tut…che c’è, piccola Riddle? – chiese il cappello.

- Non…non mi chiamare con quel nome. – disse Eleanor tra i singhiozzi al copricapo che teneva in testa.

- Non ti piace? –

- Nemmeno un po’…io sono Eleanor Caroline, il mio cognome non vuol dir niente. –

- Non è vero…sei figlia di uno dei più grandi maghi d’ogni tempo, discendente di Salazar Serpeverde…e effettivamente nessuna casa s’adatterebbe a te meglio di essa. –

- No, ti prego…non voglio diventare una Serpeverde. –

- Perché? Ti accompagnerebbe lungo la strada del potere, la casa del tuo avo…perché no? –

- Io non voglio diventare come mio padre. –

- Ah, no? –

- NO! – Eleanor singhiozzava, mentre il cappello parlava.

- E dove vorresti andare? –

- Dovunque ma non là! –

- Beh, vediamo…non capita spesso che dia retta agli esaminandi per decidere in che casa sistemarli, ma per te…potrei fare un piccolo strappo…- si mise a ridere, il cappello, alla parola strappo – E va bene…ma giusto perché mi hai commosso…nessuno s’era mai messo a piangere come te qui sotto, ma hai avuto un bel coraggio a dirmi queste cose…allora…GRIFONDORO! –

Nessuno aveva sentito la loro conversazione. Il tavolo di Grifondoro rimase per un attimo basito all’annuncio. Poi i gemelli Weasley cominciarono ad applaudire e allora tutta la tavolata s’unì a loro. Malfoy era stizzito, dall’altra parte della sala.

- Benvenuta. – le dissero Fred e George in coro stringendole la mano. C’era un posto libero davanti ad Harry e vicino ad Hermione. Si sedette lì.

- Davvero tu ti chiami Riddle di cognome? – le chiese Dean Thomas. Eleanor annuì, aveva ancora il viso rigato di lacrime e gli occhi rossi. Harry, che le era davanti, stese la mano e le disse:

- Benvenuta a Grifondoro. – non sembrava né spaventato né altro. La guardava con i suoi occhi verdi. La cicatrice sulla fronte era ben visibile perché i capelli bagnati si erano appiccicati altrove.

Guardando verso il tavolo dei professori molti ragazzi avevano notato che mancava l’insegnante di Difesa contro le Arti oscure, ma nella confusione creata dall’udire il cognome di Eleanor, la cosa era passata del tutto in secondo piano.

- Eleanor…ma tu che parentela hai con…Tu-Sai-Chi? – chiese Hermione.

- Veramente preferirei…non... – era ancora scossa.

- Eleanor…non c’è bisogno che tu abbia tanta paura. – le disse Harry – qui nessuno ti giudicherà dal tuo cognome. E comunque non c’è bisogno che tu ci spieghi niente, finché non ti sentirai pronta. – Eleanor alzò finalmente lo sguardo verso il ragazzo che le stava di fronte. Lo guardò con gratitudine:

- Grazie. – spiccicò.

Mangiarono allegramente e i gemelli Weasley fecero di tutto per provocare le risa di Eleanor, riuscendoci.

Ad un tratto, verso la fine della cena, al loro tavolo s’avvicinò Malfoy.

- Bene, bene…Eleanor Caroline Riddle. – disse.

- Draco Malfoy…- disse Eleanor guardandolo. Il suo sguardo s’era trasformato, e aveva un’espressione risoluta e piuttosto dura in viso, mentre guardava il ragazzo.

- Malfoy, togliti dai piedi. – disse Ron.

- Zitto, Weasley, che ha fatto, ti ha pagato? –

- Malfoy, finiscila! – disse Hermione.

- Toh, mezzosangue, sei tornata? Con il ritorno del Signore Oscuro credevo che non ti saresti più ripresentata. –

- Draco. – disse con fermezza Eleanor – Tu dovresti stare zitto…i tuoi genitori dovranno fare una bella faticaccia per riguadagnarsi la fiducia di mio padre dopo che l’hanno rinnegato per salvarsi da Azkaban, no? Siamo stati comandati dalla maledizione Imperius, dissero allora…però appena è tornato gli sono corsi incontro, vero?… – tutta la tavolata di Grifondoro si voltò all’udir quelle parole…mio padre…Eleanor aveva detto proprio così. Il cuore di Eleanor perse un battito quando s’accorse di essere stata sentita da tutti. Per un tempo che sembrò infinito nessuno aprì bocca. Nemmeno Malfoy, che la apriva, in genere, anche solo per darle aria.

- Malfoy – fu Harry, incredibilmente, a rompere il silenzio – vattene, non sei gradito. – Eleanor si voltò verso il ragazzo con i capelli neri. Non sapeva che pensare, né, tanto meno, che dire. Malfoy non ebbe più la forza di discutere e se ne andò. Harry aveva in viso un’espressione dura, mentre guardava Malfoy allontanarsi. Eleanor si alzò dalla tavola e uscì di Sala Grande. Nessuno poté vedere che aveva di nuovo le lacrime agli occhi. Stava salendo le scale per rifugiarsi da qualche parte quando:

- Eleanor. – era Harry. L’aveva seguita.

- Ha…Harry. – aveva la voce rotta dalle lacrime. – Sì, è vero, sono la figlia di Tom Orvoloson Riddle! – gridò mentre Harry le si avvicinava. Il ragazzo la fissò sorpreso dalla veemenza della voce. Eleanor fece per scappare via, ma fu trattenuta per un polso. Non con violenza, dolcemente. Eleanor si voltò e vide che gli occhi di Harry erano voltati verso i suoi. Non sembrava arrabbiato.

- Scusa. Avrei dovuto dirtelo. – disse.

- Tu non mi dovevi dire niente. – rispose Harry. Intanto anche Ron ed Hermione li avevano raggiunti.

- Harry, Eleanor, tutto ok? – chiese la ragazza.

- Sì. – rispose Harry.

- Andiamo, sono il nuovo prefetto ed ho la parola d’ordine – disse Hermione – andiamo in Sala comune, così parliamo in pace. - salirono le scale e si ritrovarono davanti al quadro della signora Grassa.

- Parola d’ordine. –

- Lago d’inverno. – disse Hermione.

- Passate, cari. – la tela si scostò e i 4 ragazzi passarono per l’entrata tonda.

Hermione, che aveva preso in consegna Eleanor, la mise a sedere su una poltrona vicino al fuoco. La ragazza era in lacrime. Aveva un carattere forte, e l’aveva dimostrato con Malfoy, ma era emotiva.

- Eleanor. – era Ron, stavolta, a parlare – tu sei comunque la benvenuta in questa casa. –

- Grazie, Ron. – si asciugò gli occhi con il fazzolettino che Hermione le porgeva. Poi prese un respiro profondo e si calmò.

- Penso che adesso vogliate delle spiegazioni…- disse Eleanor.

- Non neghiamo di essere abbastanza curiosi – ammise Hermione – ma se non vuoi parlarne non farlo…ci sarà il tempo per le confidenze. -

- Solo poche parole. – disse Eleanor – È vero, sono figlia di Tom Riddle. Mia madre era una strega e lui…insomma, e poi nacqui io. Mia madre è morta un mese e mezzo fa, e così Silente ha deciso di farmi venire ad Hogwarts. Tanto più che ora che quell’uomo si è risvegliato non so cosa voglia farmi…forse uccidermi, o forse mi vuole dalla sua parte. Silente ha pensato che fossi al sicuro, qui. –

- E lo sarai. – le assicurò Harry – lo sarai. –

Hermione accompagnò Eleanor alla loro stanza. Harry e Ron salirono su per andare nella loro.

In camera con Hermione e Eleanor c’erano anche Calì Patil e Lavanda Brown. Le due ragazze squadrarono con cura la nuova arrivata e poi chiusero le tende del baldacchino.

- Ecco, lo sapevo, già mi odiano. – sussurrò Eleanor rivolta ad Hermione.

- No, è che sono sorprese. Dà loro un po’ di tempo. – rispose Hermione.

Intanto nella stanza di Harry e Ron i due ragazzi stavano parlando con Neville, Dean e Seamus.

- La figlia di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato…ma vi rendete conto? – esclamò Dean.

- Già…e avete visto come è sbiancato Malfoy? – disse Seamus.

- Ma se è la figlia di Voi-Sapete-Chi, allora, perché non è andata a Serpeverde? – chiese Neville.

- Ragazzi, basta! – era stato Ron a parlare. – È una Grifondoro e tanto basta! –

- Già, e voi due che ne pensate? – chiese Dean Thomas.

- Niente…è una nuova Grifondoro. – rispose Harry – e adesso ci conviene dormire, se domani non vogliamo arrivare in ritardo alle lezioni! – detto questo chiuse le tende e si avvolse nelle coperte.      

 

   
 
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